The Chronicles of Kingdom and Empire of England

BasilioIIBulgarotocne
00sabato 4 febbraio 2012 14:15
Finalmente riesco a giocare senza avere problemi :D (Liv. H/H)
Anno domini 1155. L'inghilterra, uscita da lotte di successione, ha un nuovo sovrano; Enrico il Plantageneto, figlio di Matilde. Un giovane energico, forte e vigoroso, che punta alla rinascita di un regno dilaniato da divisioni e lotte intestine. La sua missione, è quella di rendere l'Inghilterra un grande regno e soprattutto, è ridurre all'obbedienza tutta l'isola britannica. Al suo fianco, a rappresentarlo nel continente c'è il fratello, Goffredo, duca di Guasconia risiedente a Bordeaux. Ma soprattutto ad assisterlo era presente lei, la regina Eleonora d'Aquitania, alla quale auguro di partorire tanti figli maschi e il principe che un giorno, possa seguire le orme del padre.
Enrico II non perse tempo: riconosciuto sovrano (ma non ancora re d'Inghilterra a tutti gli effetti), ottenne dalle contee del suo regno gli uomini per poter andare assediare il castello di Bangor, in Galles, e porre sotto il dominio inglese un ricco serbatoio di uomini valorosi e forti, guerrieri che in futuro potrebbero far bene all'inghilterra. L'assedio, dura un anno e mezzo: nel 1157, indebolito il nemico il nostro amato re lancia l'assalto al castello; l'attacco è su tre direttrici, con 4 torri d'assedio, 4 "reggimenti" di lancieri armati di scale e un ariete. L'obbiettivo è riuscire a tenere impegnate le difese ai lati e prendere con l'attacco frontale (2/4 delle torri e 2/4 delle scale + l'ariete). L'azione riesce e mentre sugli spalti laterali si accende una mischia, le truppe rimaste all'esterno irrompono con forza nel castello, ad esclusione del re e della sua guardia (2 squadre di Servienti... al momento). La mischia che si accende porta alla morte del generale nemico e mentre le truppe sugli spalti ripiegano disordinate verso la piazza centrale, Enrico e il suo seguito entrano nel castello. La battaglia volge a nostro favore: le truppe gallesi vengono uccise fino all'ultimo uomo e il castello è nostro. Per far capire chi comanda ed evitare future ribellioni in caso di guerra, Enrico consente ai suoi soldati di dar sfogo alla loro violenza, facendo sterminare l'insediamento. Con il Galles conquistato, il sovrano tornò a Londra e nell'anno domini 1158 l'inghilterra ha ufficialmente il suo nuovo re. Intanto, sul fronte dilomatico, Thomas Beckett ottiene accordi commerciali con la Francia e l'impero Tedesco del Barbarossa. Enrico invece non si riposò: ottenuta la corona, parte da Londra verso il Galles: la stagione successiva, nel 1159 alla testa di un altro e numeroso esercito sbarca in Irlanda, davanti a Dublino, con l'obbiettivo di aumentare la sua gloria guerriera; ma il grande successo, Enrico lo ottiene dal fido e ottimo Beckett. Infatti la nuova prin cipessa di Francia (Alice Capeto mi sembra) viene data in sposa al principe Goffredo Plantageneto, sancendo l'unione matrimoniale tra Francia e Inghilterra: forse, a lungo andare, quando e se la Francia sarà sul punto di crollare, le terre che il nostro re segretamente brama, saranno incluse nel nostro glorioso regno. Ma non è dato saperlo al momento: Enrico II vuole schiacciare prima di tutto le sacche ribelli nell'arcipelago britannico e ha confidato al suo fedele e fidato Thomas Beckett, che non ci vorrà molto tempo, prima he il martello inglese cada anche sulle terre settentrionali di Albione.
imageshack.us/photo/my-images/18/seigeofdublin.jpg/
imageshack.us/photo/my-images/408/immagineghs.jpg/
imageshack.us/photo/my-images/132/england1157.jpg/
The Housekeeper
00sabato 4 febbraio 2012 19:21
very good!
LordFerro
00lunedì 6 febbraio 2012 13:53
Finalmente un nuovo racconto, ti auguro una buona conquista e ricorda usa gli arcieri [SM=x1140487]
Alessio(96)
00lunedì 6 febbraio 2012 15:15
Molto bella, è una delle pochissime cronache con l'Inghilterra che ho mai letto! Continua così! Ti consiglio di utilizzare fanteria pesante e arcieri combinati. [SM=x1140522]
BasilioIIBulgarotocne
00lunedì 6 febbraio 2012 20:29
Il regno si espande.
Anno domini 1160, inverno. Re Enrico II, dal suo castello di Bangor è pensieroso: ha appena assunto il titolo di Principe del Galles, ma ciò non sazia la sua fame di conquista e di gloria. Ma alle ragioni personali, si aggiungono ragioni pratiche: gli uomini di Scozia hanno le mire sull'unico territorio rimasto libero nell'arcipelago, la cittadina di Concaigh e ciò potrebbe rappresentare, in previsione di una futura (e non lontana) guerra, un problema. Ma che fare? le forze lasciate in Irlanda sono appena state lasciate in licenza e il re, per quanto forte di fisico, è malaticcio. Ma ancora una volta, Eleonora, che sempre lo accompagna, bisbiglia, consiglia e riesce a pungere l'ardore del nostro amato re. E incredibilmente, con la stagione estiva, il prende il mare e alla testa di un modesto esercito, assedia il centro ribelle. Questa volta, niente eliopoli, ma la solita tattica dell'attacco su tre lati per non dare riferimenti al nemico su dove possa arrivare l'assalto decisivo. Sfruttando la superiorità numerica, il Re entra nella cittadina e, una volta presa, lascia mano libera ai suoi uomini, che fanno partire l'ennesimo massacro. "Che mi odino pure, ma lasciateli che temano la forza della mia spada e il buio della mia ombra proiettata sulla loro isola.", sono queste le parole sprezzanti di un re che sa di aver tra le mani uno stato che sta alzando la testa e che può iniziare a raccogliere ben più dei magri bottini irlandesi (ma che di per sé danno uomini, terra e ricchezze naturali/pecuniarie). Il fido Beckett continua invece la sua navigazione nei mari della scandinavia: la Norvegia e la ricca Danimarca concedono dei trattati di commercio e, anche se un pò con qualche riserva, consentono anche a dare notizie sui loro territori; anche la repubblica di Novgorod concede le stesse condizioni agli inglesi per il trattato di amicizia. Sul continente intanto, anche Rannes cade sotto i colpi degli inglesi e da sud, in Spagna, spirano venti di guerra. Gli alleati spagnoli, assieme agli aragonesi, che proteggono il fianco meridionale della grande catena dei possedimenti continentali inglesi, hanno invocato al papa una crociata. E il santo padre risponde, invitando i cattolici a spedire re o principi su quel fronte ed a impugnare le armi in nome di Cristo. E il Re, a modo suo, risponde dopo un anno: conscio che dei suoi generali sul continente, Guglielmo di Gloucester è il più ambizioso e anche più incline a sottrarsi all'egida del re, spedisce costui a combattere gli infedeli. Detto, fatto: nel giro di un solo anno, dopo gli arruolamenti, Guglielmo si presenta sotto le mura di Cordova, alla testa di un numeroso esercito, con truppe di leva e proseliti crociati che l'hanno voluto seguire in quest'impresa. Arrivato sotto le mura della città Moresca, assediata dall'alleato francese (Simone Capeto), si unisce all'assedio. Una sortita della guarnigione porta allo scontro immediato e il nostro ha il merito di intercettare una colonna di soldati moreschi in soccorso: le truppe di leva fanno un ottimo dovere, mentre Guglielmo in persona e mercenari franchi a cavallo svolgono il lavoro finale di mettere in rotta quella cozzaglia di guerrieri. La città è presa, ma noi piangiamo la morte di un valido alleato, morto con onore. Da prode cavaliere e crociato, decide di liberare i prigionieri di guerra, dietro riscatto, per poter ritornare poi, alle sue terre, con i resti dell'esercito, composto dalla cavalleria crociata e dai lancieri franchi che rinforzeranno le guarnigioni meridionali. Al risultato della crociata, il Re non può fare altro che sorridere: le casse iniziano a riempirsi e il tempo che lo separa dalla guerra contro gli scozzesi inizia a ridursi. Riprendendo una massima di Cicerone "per fare la guerra occorono tre cose: denaro, denaro e ancora denaro", il re inizia a radunare le forze; servono soldati, servono soprattutto uomini professionisti. Ma soprattutto, il re vuole avere un esercito che possa far fronte ad ogni imprevisto: dalla crociata arrivano i cavalieri, con anche l'arruolamento dei cavalaggeri gaelici, sorgenti lancieri dalla leva feudale e dal galles e dalle foreste inglesi arriva l'arma che il re reputa la miglior soluzione contro gli schiltrom scozzesi, i Longbowen. Non è ancora il momento propizio però, manca all'appello Guglielmo di Gloucester, che suppoterà il re nella campagna. Il Martello è stato alzato e ora deve calare con forza sugli scozzesi, per unificare, sotto un unica bandiera, le terre di Albione. [SM=x1140496]
imageshack.us/f/717/crusaden.jpg/
imageshack.us/f/835/striscia.jpg/
imageshack.us/f/197/reeseigeofrannes.jpg/
imageshack.us/f/94/ireland2s.jpg/
imageshack.us/f/826/seigeofcorcaigh.jpg/
imageshack.us/f/96/conciliodeinobili.jpg/
imageshack.us/f/196/cardinalebirraiolo.jpg/
imageshack.us/f/715/irelandvh.jpg/
NB: i link delle immagini sono in ordine cronologico decrescente (sotto: preparazione della guerra scozzese)
LordFerro
00lunedì 6 febbraio 2012 22:51
Non vedo l'ora di vedere l'isola riunita sotto il dominio degli inglesi
SerRobertLongstride
00domenica 12 febbraio 2012 23:58
*-*
Aspettiamo trepidanti . . .
SerRobertLongstride
00domenica 12 febbraio 2012 23:58
*-*
Aspettiamo trepidanti . . .
BasilioIIBulgarotocne
00lunedì 20 febbraio 2012 18:46
Sulla scia dell'arte diplomatica Romea.
Anno Domini 1170. Dalla Torre di Londra, re Enrico II, che si è guadagnato il soprannome "lo Spietato", è inquieto: la sua regina, Eleonora d'Aquitania, lo sta facendo desistere da un attacco contro la Scozia, facendolo ragionare e cercando di fargli vedere ciò che potrebbe accadere: sfidare uno stato sii debole, ma con grandi risorse economiche, non è saggio. "A cosa ti porterebbe una guerra, Enrico? Non bastano i morti che hai già inflitto per tua mano?", erano queste le parole che ogni mattina e ogni sera riecheggiavano nella testa del re, che, sempre determinato, ha ancora qualche riserva. Thomas Beckett è l'ago della Bilancia: rientrato a corte, dal suo lungo viaggio nel nord, sarà lui a decidere cosa fare della Caledonia. E prontamente, appena arrivato, ecco il consiglio del fido e unico vero amico che il re ha; "Una guerra è una grande manifestazione di forza. Eppure, i Romani di Augusto e Tiberio, conoscevano l'arte della diplomazia, in grado di rendere Roma ancor più grande, senza che essa spendesse soldi e arruolasse ulteriori soldati.". Un pensiero, che Enrico accarezza e che alla fine decide di impugnare saldamente: Beckett parte per la Scozia e stringe alleanza con gli uomini di Caledonia, concedendo loro anche l'accesso militare, oltre ad ottenerlo, in modo che possa sfruttare il Ponte dei Giganti che unisce Scozia e Irlanda. Infondo, come dice Enrico "Una donna può valere i troni di mezza europa" intuendo che non sempre la guerra è la soluzione migliore. Ecco il cambio di orientamento del re: una guerra si, ma una guerra che non porti ad uno spargimento di sangue (inglese) inutile. E questa politica di diplomazia favorisce il fiorire inglese in economia, con le casse reali che continuano ad aumentare di soldi, lentamente ma in maniera costante. Inoltre sulla scena si affacciano nuovi elementi, che consentono di dare linfa al regno, Jasper e Nigel di Gloulcester-Normandia. Inoltre dalla piccola nobiltà, Simon Allen si sposa con la sorella maggiore di Nigel, diventando poi duca di Bretagna. Sangue nuovo per dare nuova linfa al regno d'inghilterra e ad uno dei segreti progetti di Enrico II; intanto però, venti di crociata soffiano da Sud: i francesi hanno perso il territorio di Cordova e ora il papa invoca la crociata: i principi, i nobili del regno sono chiamati, ma per loro, risponde per tutti un sol uomo. "Dove la guerra e la battaglia chiama, la mia spada, il mio scudo e la mia volontà andranno e saranno vittoriosi!", è questo ciò che Enrico II dice, salpando alla volta della Spagna. Come andrà la crociata, alla quale hanno risposto in tanti? E una volta di ritorno, cosa farà il re? Londra sta crescendo, cosi come altre città del regno. Le casse si stanno riempiendo e lentamente, prende forma l'ossatura della difesa militare Inglese sul continente e sull'isola. Ma dove rivolgerà le proprie mire l'instancabile Plantagento? Sarà lui o un altro membro della dinastia ad inglobare le terre nordiche di Albione? Tanti interrogativi per il futuro immediato ma anche per quello prossimo: chi riuscirà a seguire al meglio le sue orme e a piegare, come lui ha fatto, il consiglio dei nobili?
imageshack.us/photo/my-images/705/nuovifamiliari.jpg/
imageshack.us/photo/my-images/17/nuovalinfanelregno.jpg/
imageshack.us/photo/my-images/842/ilrecrociato.jpg/
imageshack.us/photo/my-images/862/ancoracrociate.jpg/
imageshack.us/photo/my-images/830/enricoii.jpg/
imageshack.us/photo/my-images/690/nuovimembridelconsig...
boboav
00lunedì 20 febbraio 2012 19:20
molto bene seguirò queste cronache, l'inghilterra è una delle mie fazioni preferite!
G.SIANO
00lunedì 20 febbraio 2012 19:36
G.SIANO
00lunedì 20 febbraio 2012 19:37
G.SIANO
00lunedì 20 febbraio 2012 19:41
SEI TANTO DETERMINATO QUANTO CRUDELE!! [SM=x1140442] SOLO CHE NON è GIUSTO USARE IL LONGBOW GIA A PARTIRE DALLA META DEL XII SECOLO VISTO CHE LA SUA COMPARSA NEI CAMPI DI BATTAGLIA BRITANNICI FU NEL FINIRE DEL XIII SECOLO [SM=x1140419]. CMQ CONTINUA A RACCONTARCI LA TUA CAMPAGNA..ATTENDIAMO.. [SM=x1140429]
BasilioIIBulgarotocne
00mercoledì 22 febbraio 2012 18:47
Re:
G.SIANO, 20/02/2012 19.41:

SEI TANTO DETERMINATO QUANTO CRUDELE!! [SM=x1140442] SOLO CHE NON è GIUSTO USARE IL LONGBOW GIA A PARTIRE DALLA META DEL XII SECOLO VISTO CHE LA SUA COMPARSA NEI CAMPI DI BATTAGLIA BRITANNICI FU NEL FINIRE DEL XIII SECOLO [SM=x1140419]. CMQ CONTINUA A RACCONTARCI LA TUA CAMPAGNA..ATTENDIAMO.. [SM=x1140429]



No, è il giusto mix secondo me. Certo su quella degli archi lunghi, posso darti ragione perchè fu Edoardo Longshanks, soprannominato "il Martello degli Scoti" a coglierne le potenzialità. Vi terrò aggiornati comunque, anche se con la tesi, non ho molto tempo a disposizione. Tornando a noi, sono determinato, ma non crudele fino a questo punto: la mia politica è sempre "niente prigionieri", ma se ci posso guadagnare, allora cambio modo di agire. Anche per questo che ho deciso di allearmi con gli scozzesi, al momento... gioco sulla longevità del mio regno che con 25/26 familiari circa mi da ampie possibilità di soppravvivenza nel tempo. E poi non sempre la spada toglie ciò che ti serve ;)
BasilioIIBulgarotocne
00venerdì 9 marzo 2012 16:06
Venti di guerra spirano dal mare
Anno 1194. Una grave sventura colpisce il regno: il nostro amato condottiero, Re Enrico II il Conquistatore, Signore Supremo d'Irlanda, Re d'Inghilterra, Principe di Galles (nominale), ha lasciato questo mondo. Al suo posto, è salito al trono re Goffredo, il fratello che per anni, si è solamente occupato dell'amministrazione del Ducato di Acquitania. imageshack.us/f/141/inghilterra.jpg/
Ma prima di morire, Enrico, per anni ha sognato un ultima guerra. Una che lo consegnasse alla storia del regno d'inghilterra, dopo le grandi gesta dei Normanni di Guglielmo o di Alfred the Great. Ed è questo il ritornello che ogni stagione il re ripete, ad ogni suo funzionario, una richiesta che è diventata martellante, un ossessione quasi, tutto, pur di non rimanere a Londra a fare la muffa. Eleonora, la grande regina, ha partorito altri figli, che seguono la preparazione militare del padre e lei, amorevolmente, cerca di trattenere il suo adorato marito, che nei momenti di maggior disperazione, arriva addirittura a battere la testa contro le porte urlando "God! Give me a war!!". E nonostante il buon andamento del regno, il grande numero di cadetti, il re non è soddisfatto e si rende conto che la sua politica di alleanze, orchestrata bene da Thomas Beckett, l'ha chiuso in una situazione insostenibile: chiuso dalle alleanze a Nord e a Sud, l'unica preda appetibile è l'impero Germanico. Ma una Guerra contro gli imperiali, non è semplice: le zone d'interesse? Le Fiandre. Queste terre sono le maggiori opportunità di conquista, di ricchezza. Ma conquistarle non è facile. Ma un aiuto arriva, da lontano, molto lontano. Da Roma: il Papa, che proviene dal clero Inglese, ha scomunicato i Danesi in guerra con l'imperatore e lo stesso Sovrano, Corrado. L'occasione che Enrico bramava da anni: aveva già spedito le spie nelle città fiamminghe, a incitare le folle, a sobillare la ribellione, a destabilizzare una zona molto difficile da controllare. Ed Enrico, non si fa pregare: ha pronto l'esercito e appoggiato da due rampolli della nobiltà decide di attaccare le terre fiamminghe.
imageshack.us/f/585/invasionerealeeinvasion.jpg/
Una mossa imprevista per gli imperiali: le due armate, in un movimento sincronico, riescono a conquistare le due province, riuscendo a cacciare, in poco tempo, i tedeschi dalle Fiandre. E' un operazione fulminea: Gand e Utrecht sono prese (la seconda viene passata a ferro e fuoco da Enrico II) e gli Imperiali sono messi in difficoltà dai Danesi. E proprio quest'ultimi, quasi a fiutare la fine del re, approfittano del suo ritorno a Londra, per dichiarare guerra, per ora opponendo solo blandi blocchi navali, prontamente spazzati via. Uno scontro a 3 però si profila all'orizzonte, ma intanto lui al momento ha ottenuto ciò che voleva. Il tempo purtroppo però, volge al termine e con esso, il cammino del re sulla Terra: Goffredo è solo di passaggio e il nuovo Re, avrà l'arduo compito di portare L'inghilterra oltre i piani di Enrico. La strada è però ancora lunga e non è detto che sia difficile ripercorrere le gesta del grande Plantageneto, che è riuscito a fregiarsi del titolo di "Conquistatore". La preda è una sola, ma servirà molto più che una semplice operazione anfibia.
imageshack.us/f/716/nuovalinfa2.jpg/
imageshack.us/f/189/nuovosanguenobile.jpg/
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 04:54.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com