Re:
massimo decio meridio2, 28/02/2010 18.19:
nella chiesa che frequento è venuto 1 prete caldeo(iracheno x intenderci),e discutendo un pò di storia sono venuto a sapere che sin dai primi secoli dopo cristo sia a bagdad sia soprattutto a mosul erano presento forti ed importante comunità di cristiani caldei,che non sono mai entrati in conflitto con l'islam!
suggerisco x rendere più veritiero il mod quanto meno di mettere una consistente percentuale di fedeli del cristianesimo nelle 2 città,soprattutto in mosul dove vige tutt'ora una tradizione molto forte!
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Baghdad nei primi secoli dopo Cristo non esisteva; la sua fondazione risale ad Al-Mansur (754-775). In ogni caso, è verissimo che nell'impero sassanide e successivamente nel califfato le comunità cristiane erano numerose e rispettate. Oddio, non sempre gli Shah sassanidi ebbero la mano leggera: Warhram II (276-292) avviò vaste persecuzioni sotto incitamento del clero mazdeo; la cosa si ripetè sotto Shapur II (309-379) che arrivò a giustiziare il vescovo di Ctesifonte Simeone bar Sabba. Yezdegard I (399-420) mantenne però, di contro, un atteggiamento molto liberale tanto che sotto il suo regno si riunì il Concilio di Ctesifonte (410) che adottò la formula nicena. Il prezzo da pagare per la tolleranza fu una qual certa tutela regia (l'ingerenza negli affari dottrinali da parte dello shah si fece frequente). Tramontata la dinastia sassanide, gli Arabi garantirono alla Chiesa caldea la libertà di culto e la tolleranza così come fecero con le altre comunità cristiane e gli ebrei. Anzi, l'ecumene araba permise l'attuazione di missioni fino in Cina (stele nestoriana di Xi'an).
Insomma, fatte un paio di precisazioni, concordo con te sull'immissione di comunità cristiane in Iraq; ora, addirittura "consistente percentuale" non so, però in generale sono favorevole.