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Sul abolizione della festa del papà

Ultimo Aggiornamento: 30/03/2013 19:49
16/03/2013 16:59
 
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"Quando ti senti eccezionalmente lucido, entusiasta, forte, quando ti senti in cima al mondo, capace di spostare le montagne, connesso al tuo sogno, all ' ideale, allora sai che hai il sole in tasca" S.B.
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capisco il disagio del bambino, ma la questione potrebbe essere estesa a qualsiasi festa da questo punto di vista (natale? io sono ebreo. festa della mamma? ho 2 papà. 25 aprile? ma io sono fascista!)


"Per una scodella d'acqua, rendi un pasto abbondante; per un saluto gentile, prostrati a terra con zelo; per un semplice soldo, ripaga con oro; se ti salvano la vita, non risparmiare la tua. Così parole e azione del saggio riverisci; per ogni piccolo servizio, dà un compenso dieci volte maggiore: chi è davvero nobile, conosce tutti come uno solo e rende con gioia bene per male" - Mahatma Gandhi

"Sono le azioni che contano. I nostri pensieri, per quanto buoni possano essere, sono perle false fintanto che non vengono trasformati in azioni. Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo." - Mahatma Gandhi

"You may say I'm a dreamer, but I'm not the only one" - Imagine, John Lennon

"ma é bene se la coscienza riceve larghe ferite perché in tal modo diventa più sensibile a ogni morso. Bisognerebbe leggere, credo, soltanto libri che mordono e pungono. Se il libro che leggiamo non ci sveglia con un pugno sul cranio, a che serve leggerlo? Affinché ci renda felici, come scrivi tu? Dio mio, felici saremmo anche se non avessimo libri, e i libri che ci rendono felici potremmo eventualmente scriverli noi. Ma abbiamo bisogno di libri che agiscano su di noi come una disgrazia che ci fa molto male, come la morte di uno che ci era più caro di noi stessi, come se fossimo respinti nei boschi, via da tutti gli uomini, come un suicidio, un libro dev'essere la scure per il mare gelato dentro di noi." - Franz Kafka

"Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L'indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti.
L'indifferenza è il peso morto della storia. L'indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. È la fatalità; è ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che strozza l'intelligenza. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, avviene perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia promulgare le leggi che solo la rivolta potrà abrogare, lascia salire al potere uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare. Tra l'assenteismo e l'indifferenza poche mani, non sorvegliate da alcun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa; e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia altro che un enorme fenomeno naturale, un'eruzione, un terremoto del quale rimangono vittime tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch'io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?
Odio gli indifferenti anche per questo: perché mi dà fastidio il loro piagnisteo da eterni innocenti. Chiedo conto a ognuno di loro del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto. E sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime.
Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l'attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c'è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti." - Antonio Gramsci

http://www.youtube.com/watch?v=_M3dpL4nj3Q
https://www.youtube.com/watch?v=QcvjoWOwnn4
16/03/2013 18:02
 
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roma.corriere.it/roma/notizie/cronaca/13_marzo_16/scuola-festa-papa-2122100112...

Se si, credo che sia una richiesta folle...a questo punto dovremmo rimuovere la festa del papà non per i figli che hanno due mamme lesbiche (poveri bambini, pensate che trauma), ma piuttosto per i bambini a cui è morto il papà...

Ricordo ancora un episodio di quando frequentavo le elementari: il giorno della festa del papà le maestre erano solite farci realizzare dei piccolli regalini (letterine o cose di questo tipo) da regalare ai papà...c'era il mio compagno di banco che un papà non ce lo aveva più...quando è morto aveva appena 5 anni...

bhè, ricordo che quel bambino, pur non avendo un padre, realizzava lo stesso quel regalino perchè lo faceva sentire come tutti gli altri bambini che avevano ancora un padre...era sicuro che il padre, pur essendo morto, potesse in qualche modo osservarlo da lassù ed essere contento di quel regalino...insomma, partecipare alla festa del papa non lo intristiva, anzi per lui era un'occasione per ricordarsi di quel padre che non aveva più e far finta che fosse ancora al suo fianco...

In conclusione credo che, non essendoci l'obbligo di festeggiamento, ognuno deve rispettare le feste altrui senza rompere le scatole avanzando proposte sciocche come questa...

Se le coppie omossesuali vogliono dar vita alla festa del "mammo" o della "babba", lo facciano in tutta tranquillità...nessuno li discriminerà per questo (anche se personalmente sono fortemente contrario al fatto che un bambino debba crescere con due genitori gay...lo trovo aberrante...ok ai matrimoni fra gay, ma i bambini non devono rimanere in mezzo, sono individui non consenzienti), ma non vengano ad imporre alle famiglie classiche la cancellazione di una festa che ormai è diventata una vera è propria tradizione...






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"Il termine capatosta (letteralmente, "testardi") è il soprannome che identifica i molesi almeno dal Settecento, quando, dopo una lunghissima battaglia legale, riuscirono ad emanciparsi dalla signoria dei Vaaz."

17/03/2013 01:44
 
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Re:
UnequivocalMr.Crow, 16/03/2013 18:02:

Ricordo ancora un episodio di quando frequentavo le elementari: il giorno della festa del papà le maestre erano solite farci realizzare dei piccoli regalini (letterine o cose di questo tipo) da regalare ai papà...c'era il mio compagno di banco che un papà non ce lo aveva più...quando è morto aveva appena 5 anni...


Stessa cosa, elementari, ma in quel caso il mio compagno si mise a piangere come una fontana; non una bella scene e le maestre si vergognarono non poco.

Il problema è che sono feste fatto per un tipo considerato normale, a cui gli altri si devono adattare; un'impostazione che non mi piace affatto.
La festa non dovrebbe far sentire diverse le persone, ergo non si dovrebbe festeggiare in luoghi dove non tutti sono festeggiati, tanto più non vedo la necessità di farlo in una scuola.

Per il 25 aprile ovviamente è un altro discorso, lo stesso festeggiarla è educazione civica, e per natale il problema è molto molto complesso. A natale stan tutti a casa, ma di certo non si dovrebbero insegnare a scuola canzoncine che lodano gesù bambino,e non ce n'è nemmeno bisogno.



17/03/2013 13:39
 
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Posso anche essere d'accordo sull'evitare che la festa del papà venga festeggiata a scuola, ma non sono proprio d'accordo sulla sostituzione con una festa generica sulla famiglia o peggio sulla semplice eliminazione di questa festa...

non c'è mica l'obbligo di festeggiamento e chi vuole può inventarsi le feste che preferisce...

Proposte di questo tipo mi hanno sempre fatto storcere il naso...ad esempio mi ha sempre infastidito quella sulla rimozione del crocifisso nelle aule: invece di togliere il crocifisso, chi vuole si può appendere il suo simbolo religioso affianco ad esso...






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17/03/2013 19:33
 
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Per il crocefisso il problema è che è un marchio appeso al muro, come se la scuola avesse qualcosa a che fare con quel crocefisso che si porta dietro. Non si risolve la questione mettendo altri simboli perché: sarebbe comunque un'educazione alla religiosità, i simboli che si possono mettere sarebbe potenzialmente illimitati e il bambino non si pone di certo, di fronte al crocefisso sulla maestra, come un adulto, ma è verso questo in posizione di soggezione e nemmeno si pone il problema di proporre il suo simbolo.
Un'altra cosa è far portare ad ognuno il proprio simbolo per una lezione sulle diversità religiose, che è ben diverso dall'averne una standard per la scuola a cui aggiungere eventualmente e su richiesta le altre (che è; la scuola ha il crocefisso, ma tu puoi chiedere di sottolineare la tua differenza dal resto; bella roba).

La questione è sempre la stessa, è la differenza tecnica tra adattamento (accettare sotto le stesse regole) e inclusione (ripensare le regole a partire da una base differente).

Oltre a questo la banalissima; sono ateo e pago le tasse per una scuola di un paese senza religione di stato, ho diritto a volere che mio figlio impari in un luogo laico (a-confessionale, che un simbolo religioso escluderebbe, e nemmeno multi-confessionale, come sarebbe con più simboli)



17/03/2013 19:42
 
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Non è più semplice insegnare al proprio figlio che si può credere in qualsiasi religione e che è libero di scegliere da solo se credere o non credere? non è più educativo in questo modo?

Magari si potrebbe semplicemente fargli capire che quel simbolo che sta attaccato al muro è importante solo se credi in quel simbolo(altrimenti è solo un soprammobile) e che il credere in una religione è un fatto personale...

Voglio dire che non è che ti diventa il figlio cristiano perchè c'è il crocifisso sul muro...questo bambino dovrà pure imparare a sviluppare una mente critica e razionale verso il mondo che lo circonda...altrimenti crederà a tutto ciò che la gente attaccherà sui muri...compresi i menifesti elettorali...






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17/03/2013 21:14
 
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Bo basta aggiungere la festa delle due mamme la festa dei due papà e il problema è risolto si festeggia di più :)








« (...) Noi vogliamo dunque abolire radicalmente la dominazione e lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo, noi vogliamo che gli uomini affratellati da una solidarietà cosciente e voluta cooperino tutti volontariamente al benessere di tutti; noi vogliamo che la società sia costituita allo scopo di fornire a tutti gli esseri umani i mezzi per raggiungere il massimo benessere possibile, il massimo possibile sviluppo morale e materiale; noi vogliamo per tutti pane, libertà, amore, scienza. (...) »
( Errico Malatesta, Il Programma Anarchico, 1919
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Mentre il popolo pensa che l’anarchismo sia solo un violento movimento contro lo Stato, l’anarchismo è un qualcosa di molto più sottile e con varie sfumature che una semplice opposizione al potere governativo. Gli anarchici si oppongono all’idea stessa che il potere e il dominio siano necessari per l’esistenza di una società, ed in alternativa vogliono la creazione di forme di organizzazione sociale, politica ed economica cooperative e non gerarchiche. (L. Susan Brown, The Politics of Individualism)
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17/03/2013 21:38
 
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Per il crocifisso, sinceramente non ci fai nemmeno caso, e comunque un insegnamento laico lo vedi dalla sostanza, non dalla forma, l'insegnante potrebbe essere pure una suora, ma ciò non vuol dire a priori che insegnerà secondo il credo religioso, il crocifisso è li per tradizione, la sua presenza non è certo un problema (e ripeto i bambini non ci fanno neanche caso).

Tornando al argomento principale, non ha senso discriminare una maggioranza in favore di una minoranza, basta trovare un compromesso accettabile da entrabe le parti.
In questo caso il problema è che le maestre fanno fare una specie di tema sul papà, nel caso del bambino in questione basterebbe cambiargli solo a lui il titolo e fargli fare un tema su una delle sue mamme (magari quella che non l'ha partorito).
Negli articoli sono citati anche i casi di bambini orfani o con genitori separati, basta anche li addottare la medesima politica, al orfano gli si chiede di scrivere quello che avrebbe voluto dire a suo padre se avesse potuto (non è certo una cosa traumatica, sicuramente ci avrà pensato tante volte), idem il ragazzino con i genitori separati.




"Quando ti senti eccezionalmente lucido, entusiasta, forte, quando ti senti in cima al mondo, capace di spostare le montagne, connesso al tuo sogno, all ' ideale, allora sai che hai il sole in tasca" S.B.
17/03/2013 22:13
 
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è la prima volta che sono d'accordo con glauco...devo preoccuparmi?






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"Il termine capatosta (letteralmente, "testardi") è il soprannome che identifica i molesi almeno dal Settecento, quando, dopo una lunghissima battaglia legale, riuscirono ad emanciparsi dalla signoria dei Vaaz."

17/03/2013 22:25
 
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Be allora dovremmo mettere tutti i simboli religiosi, metterne solo uno implica che solo quello li ha valore, in una scuola pubblica la religione deve avere valore culturale non di conversione...

Un conto è ad una scuola elementare, un conto al liceo, non potevamo appendere il calendario perché c'era un crocifisso senza braccio appeso... e non potevamo ne aggiungere chiodi, ne toglierlo...

Ci ho pensato io ho messo il calendario sopra al crocifisso e solo il prof di religione si è accorto xD








« (...) Noi vogliamo dunque abolire radicalmente la dominazione e lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo, noi vogliamo che gli uomini affratellati da una solidarietà cosciente e voluta cooperino tutti volontariamente al benessere di tutti; noi vogliamo che la società sia costituita allo scopo di fornire a tutti gli esseri umani i mezzi per raggiungere il massimo benessere possibile, il massimo possibile sviluppo morale e materiale; noi vogliamo per tutti pane, libertà, amore, scienza. (...) »
( Errico Malatesta, Il Programma Anarchico, 1919
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Mentre il popolo pensa che l’anarchismo sia solo un violento movimento contro lo Stato, l’anarchismo è un qualcosa di molto più sottile e con varie sfumature che una semplice opposizione al potere governativo. Gli anarchici si oppongono all’idea stessa che il potere e il dominio siano necessari per l’esistenza di una società, ed in alternativa vogliono la creazione di forme di organizzazione sociale, politica ed economica cooperative e non gerarchiche. (L. Susan Brown, The Politics of Individualism)
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18/03/2013 00:16
 
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dak28, 17/03/2013 22:25:

Be allora dovremmo mettere tutti i simboli religiosi, metterne solo uno implica che solo quello li ha valore, in una scuola pubblica la religione deve avere valore culturale non di conversione...



Non si può metterli tutti perchè si lederebbe il diritto delgli atei! Scherzando scherzando ma è la verità: i costituzionalisti si stanno scannando sull'argomento.
Che poi è diventato una questione più di principio, chè di fatto come glauco h già detto il bimbo pensa a quando suona la campanella mica al crocefisso appeso.
Per la festa del papà... beh scusate ma perchè la maggioranza dovrebbe adeguarsi alla minoranza? il bambino figlio di coppia omosessuale scusate tanto ma non lo sa già benissimo che è l'unico in classe ad avere due mamme? e allora le due genitrici dovrebbero spiegare al bambino le cose come stanno. Il bambino crescerà con un punto di vista meno viziato da cognizioni storico-tradizionali e sarà più tollerante verso il prossimo. per me è stato tutto gonfiato troppo.

--------------------------------------------------

Quando un popolo, divorato dalla sete di libertà, si trova ad avere dei mescitori che gliene versano quanta ne vuole, fino ad ubriacarlo, allora accade che se i governanti resistono alle richieste dei cittadini sempre più esigenti, sono denunciati come tiranni.
E avviene anche che chi si dimostra disciplinato è definito un uomo senza carattere; che il padre impaurito finisce per trattare il figlio come suo pari, e non è più rispettato; che il maestro non osa rimproverare gli scolari, e costoro si fanno beffe di lui.
In questo clima di libertà, e nel nome della medesima, non vi è più riguardo nè rispetto per nessuno. In mezzo a tanta licenza, nasce e si sviluppa una mala pianta: la tirannia...

PLATONE, IV secolo a.C.

- - - -

Utente di youtube commenta un video di un team coreano femminile di danza:

"TO THE FAPCAVE!"
30/03/2013 19:49
 
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Mah,per quanto riguarda la festa del papà non saprei che dire,secondo me non è veramente un problema,e se lo fosse,non è così tanto grave da dover subire certi cambiamenti radicali;alla fine è una semplice festicciola...
Per quanto riguarda il crocifisso...bah,vi premetto che non sono nè religioso,nè ateo,ho trovato ragionevole la conclusione kantiana dell'agnosticismo indotto dalla ragione
.A rigor di logica dovrebbe essere tolto poichè la scuola come tale dovrebbe essere un luogo laico,quindi il crocifisso,essendo un simbolo religioso,fuoriesce dal contesto laico scolastico,ma è anche vero che in Italia abbiamo una forte tradizione cristiana secolare e che il crocifisso "sta lì" non tanto per fervore religioso,quanto per "usanza".
Credo sia improponibile come proposta quella di appendere tutti i simboli religiosi,poichè in primis sarebbero davvero troppi,in secundis,come giustamente detto da gio med,non comprederebbe gli atei e,aggiungo io,nemmeno gli agnostici(quest'ultimi persino in un ipotesi nella quale si riuscisse a tutelare persino gli atei,non sarebbero a loro volta tutelati).
A causa di ciò,quindi,credo sia ragionevole appurare che le uniche soluzioni rimaste sono quelle di togliere il crocifisso definitivamente,oppure quello di toglierlo nelle scuole che si occupano della fascia d'età dove ancora il bambino non ha sviluppato un pensiero critico saldo e completo,e lasciarlo in quelle dove invece è presente lo spirito critico tale dell'umano istruito(si spera).

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