Medieval 2 Total War
Discussione generale sul videogioco Medieval 2 : Total War
Cattedra
Guide & Tutorial a cura dei maggiori esperti di modding
Medieval 2 Total War Cantiere
Progettazione di Mod relativi al videogame Medieval 2 Total War

 

 

Nuova Discussione
Rispondi
 
Stampa | Notifica email    
Autore

Gli Ospitalieri nel Rinascimento

Ultimo Aggiornamento: 21/10/2009 12:12
11/03/2009 17:14
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
OFFLINE
Post: 921
Registrato il: 08/11/2008
Città: MODENA
Età: 67
Barone
.....La concordia fra i fratelli dell'ordine, gli immigrati latini e la popolazione greca era indispensabile alla sopravvivenza di questo stato. Gli Ospitalieri l'hanno capito ed è il motivo per cui, a differenza dei veneziani a Creta, non ebbero a fronteggiare alcuna rivolta, nè della popolazione greca nè dei loro sudditi latini. Certo, è alla richiesta dei greci, poco desiderosi di battersi fino alla fine, che Philippe de Villiers de L'Isle Adams si decise a capitolare nel 1522; la solidarietà e la fiducia erano scosse. Tuttavia lasciando l'isola il 2 gennaio 1523, gli Ospitalieri imbarcarono con loro circa 4000 rodiesi che non erano tutti latini. E negli anni seguenti ci furono alcune manifestazioni contro i Turchi e anche un complotto che raccolse greci e giannizzeri cristiani dell'armata turca. Fu sventto e non ebbe seguito.

Di fronte a un'opinione occidentale che ha potuto dubitare della loro utilità, gli Ospitalieri hanno opposto le loro azioni contro i turchi e i mamelucchi. Queste azioni militari furono comunque intercalate da lunghe tregue. La protezione e la sopravvivenza di Rodi giustificavano la prudenza e la ricerca del copromesso. Il numero di fratelli dell'Ospedale presenti a Rodi fu volontariamente limitato a 350 : 300 cavalieri, 20 sergenti d'arme e 30 capellani. Infatti l'isola non poteva accoglierne un numero maggiore. In caso di pericolo si mobilitavano 100 cavalieri supplementari. Un massimo di 500 cavalieri fu toccato durante l'assedio del 1522. Allora 16.000 uomini, fratelli combattenti, mercenari, sudditi rodiesi che erano tenuti al servizio militare, turcopoli (da 300 a 400 nell'isola di Rodi) e ausiliari di ogni sorta presero parte alla difesa della città. A Cos nel 1391, c'erano 25 fratelli d'arme, 10 uomini d'arme latini (mercenari) e 100 turcopoli. La difesa dei castelli era assicurata dai sudditi greci o latini o da mercenari. Le migliaia di fratelli presenti in Occidente non devono illudere: non erano, o non erano più, uomini d'armi. La sicurezza e la difesa di Rodi e delle isole si giocarono sul mare. L'Ordine provvide allamanutenzione permanente di una piccola flotta, completata in caso di necessità da navi mercantili requisite; certo mai più di una ventina di imbarcazioni: uno o due grosse navi rotonde, galere dell'Ordine o - private - di alcuni dei suoi cavalieri e quelle dei feudatari e mercenari. Una galera era destinata alla protezione di Rodi e una a quella di Cos. Da quattro a sei galere più alcune navi rotonde: ecco la flotta permanente di cui disponeva l'Ordine. Jean de Lastic, maestro dal 1437 al 1454, fece eccezionalmente intraprendere la costruzione di otto galere. Imbarcazioni così erano costruite in occidente, a Barcellona o a Marsiglia, nell'arsenale di Rodi venivano costruite solo imbarcazioni di piccole dimensioni. Nelle operazioni combinate con altre flotte, Rodi forniva generalmente quattro galere, così fu per la lega navale che conquistò Smirne nel 1344, per l'incursione su Adalia nel 1361 o la spedizione di Alessandria nel 1365. Anche per questa operazione furono mobilitati 100 cavalieri. Ilnumero delle galere preoccupava l'Ordine meno della mobilitazione dei rematori. Fino la 1462 la "servitudo marina" imponeva a una parte della popolazione maschile dell'isola di servire sulle galere. L'ammiraglio era incaricato di mobilitare quuesti "subditi marinarii" in caso di necessità e di provvedere ai loro stipendi. Di fatto si trattava di una servitù che poteva essere trasmessa ereditariamente dalle donne. Fu soppressa nel 1462. Forse allora si cominciò a ricorrere alla "presse", al servizio obbligatorio. (continua)
[Modificato da Robert Bruce 11/03/2009 17:15]

12/03/2009 18:01
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
OFFLINE
Post: 921
Registrato il: 08/11/2008
Città: MODENA
Età: 67
Barone
All'inizio del XIV secolo l'asia minore era suddivisa in una dozzina di emirati turchi autonomi. L'emirato ottomano era ancora secondario rispetto agli emirati costieri del sud-ovest della penisola, Aydin (che possedeva Smirne), o Mentese, che si davano alla pirateria nel mar Egeo. Alleati di Venezia e dei franchi del principato di Acaia, gli Ospitalieri ottennero successi di una certa entità nel 1312, nel 1318 e nel 1320, al largo di Chio e nei pressi di Rodi. L'emirato di Mentese finì per accettare una tregua, il che assicurò la tranquillità di Rodi. In compenso l'emirato di Aydin rimase pericoloso finchè fu sotto la guida di Umur Pacha (1328-1348). La lega navale formata sotto il patrocinio del Papato e che univa Acaia, Cipro, Venezia e Rodi, si impadronì del porto di Smirne nell'ottobre 1344. La difesa fu affidata a Giovanni di Biandrate, priore ospitaliero di Lombardia. Una lega simile attaccò Adalia e le coste meridionali dell'Asia minore nel 1361. Dopo il 1350, l'Emirato Ottomano prese il sopravvento. Piccolo emirato continentale verso il 1300, aveva sottomesso i suoi rivali turchi che abitavano sulle coste del mar di marmara, prima di penetrare in europa a partire dal 1354. Sotto la guida di Murad I gli ottomani penetrarono profondamente nei balcani, inflissero ai Serbi le disfatte di Maritsa (1371) e Kosovo (1389) e annetterono la Bulgaria. Una crociata occidentale condotta da Giovanni senza paura, assieme all'armata del Re d'Ungheria Sigismondo, fu annientata dal sultano Bajazet I a Nicopoli(1396). Il nuovo maestro degli Ospitalieri, Philibert de Naillac (1396-1421) doveva far risalire una flotta lungo il danubio: potè salvare solo i superstiti. Nel 1402 ci fu un rivolgimento imprevisto nell'egeo e in Turchia. tamerlano vinse i turchi ad Ankara e catturò Bajazet, che morì in prigionia. Il dominio Ottomano sull'asia minore crollò. L'occidente non ne approfittò e gli ottomani poterono restare nei balcani. In questa vicenda gli ospitalieri persero Smirne, ma guadagnarono una ventina d'anni di tregua con gli ottomani. Ritrovarono una testa di ponte sulla costa asiatica con l'occupazione di Bodrum. Nel 1403 siglarono la pace con i mamelucchi e poterono aprire consolati in egitto e Palestina, a Ramla e Gerusalemme, ma senza ritrovare in quest'ultima città il loro antico ruolo di protettori di pellegrini. Dato che i turchi non minacciavano più il peloponneso, gli Ospitalieri ri ritirarono dalla Morea greca nel 1404. I greci del resto non li avevano mai accettati. (continua)

13/03/2009 17:17
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
OFFLINE
Post: 921
Registrato il: 08/11/2008
Città: MODENA
Età: 67
Barone
(....) La pirateria era endemica nel Mar Egeo. Rivestiva due forme: attacco e blocco delle navi mercantili e razzia delle coste. Turchi, genovesi, veneziani e Ospitalieri, partecipavano a queste azioni e poi venivano a liquidare il loro bottino sui mercati di Rodi di Chio di Negroponte (l'Isola dell'Eubea) o altrove. La pirateria non è la corsa, che è autorizzata e controllata dallo stato. Rodi ha organizzato una guerra di corsa per preservare le sue acque territoriali, vale a dire la zona che si estendeva da Chio (in mano ai genovesi) fino all'isola di Kastelroizo. La corsa rodiese è nata in parte dalle azioni di rappresaglia esercitate contro coloro che violavano tale spazio. Nel XV secolo Rodi è riuscita a rendere quasi sicura questa zona. Il primo documento esplicito sulla corsa rodiese è un'autorizzazione, data nel 1413 dal luogotenente di Philibert de Naillac a due ospitalieri della lingua di francia, possesdori di una galeotta, di guidare la corsa, a condizione di attaccare solo i nemici della fede cristiana. Nel XV secolo l'Ordine favorì le iniziative di quelli fra i suoi membri che possedevano imbarcazioni proprie: alla fine del XV secolo si contavano 53 cavalieri proprietari di imbarcazioni, generalmente di piccole dimensioni. Nel 1503 l'Ordine si unisce a un corsaro: egli divide le spese di armamento dell'imbarcazione e fornisce una parte dell'equipaggio, in cambio riceverà un terzo del bottino. La corsa infatti procura ricchezze allo stato Rodiese, ricchezze che avrebbero costituito la metà delle rendite finanziarie percepite dall'isola nel 1521. In generale i corsari dell'Ospedale attaccavano piccole imbarcazioni, soprattutto quelle che trasportavano granaglie. Ma capitava che si attaccassero grosse navi, come nel 1507, la grande nave genovese che aveva a bordo 600 passeggeri che venivano dal Maghreb, alcuni dei quali ricchi mercanti, il bottino fu straordinario. I corsari ospitalieri non dovevano attaccare imbarcazioni di cristiani, ma in questo caso non si poteva dire che l'imbarcazione genovese favoriva il commercio con gli infedeli? Un alibi molto comodo! gli ospitalieri imbrogliavano, negoziando con turchi e mamelucchi la liberazione di schiavi cristiani. La guarnigione del castello di Saint-Pierre di Bodrum aveva anche la missione di accogliere gli schiavi cristiani fuggiti dalla turchia. La corsa fu anche un alibi per dimostrare all'Occidente che l'Ordine rimaneva fedele alla sua missione. Gli Ospitalieri non avevano i mezzi per condurre una guerra offensiva permanente contro i loro avversari. Lo sapeva bene il papato, che accordava loro di firmare tregue e commerciare con gli infedeli, ma vietava di consegnare cristiani agli infedeli e di pagare loro un tributo. Utilizzando le proprie forze navali e la corsa, la loro abilità e le occasioni che si presentavano, gli Ospitalieri riuscirono a contenere i turchi fino al 1522. (continua)


18/03/2009 17:14
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
OFFLINE
Post: 921
Registrato il: 08/11/2008
Città: MODENA
Età: 67
Barone
Gli ottomani si ripresero lentamente dal duro colpo loro inferto da Tamerlano nel 1402. Essi assumono nuovamente il controllo dell'asia minore solo sotto Murad II (1421-1451); costui si occupa maggiormente delle sue relazioni con la Persia e l'oriente asiatico e allenta la pressione su Rodi. Ma allora sono i mamelucchi che tentano di invadere Cipro nel 1426, poi rodi nel settembre 1440. Una flotta egiziana attacca Kastelrozio prima di essere respinta e poi in parte distrutta a Cos. Nell'agosto 1444 i mamelucchi tornano alla carica e sbarcano a Rodi. La popolazione ebbe il tempo di mettersi al riparo nei castelli. Le campagne sono saccheggiate, ma la città di Rodi resiste e gli egiziani devono imbarcarsi di nuovo. La pace è ristabilita nel 1445. A questa data le relazioni con gli ottomani cominciano a degenerare. Il nuovo sultano Mehemed II, lancia l'offensiva finale contro l'impero bizantino e Costantinopoli cade il 29 maggio 1453. Mehemed esige subito la sottomissione di Rodi e il pagamento di un tributo, ma il maestro rifiuta. Il sultano replica saccheggiando l'isola nel 1455-56. Dopo la presa dell'isola di Negroponte (Eubea) nel 1471, Rodi diventa l'obiettivo prioritario dei turchi. Nel 1479 gli Ottomani sbarcano di nuovo sull'isola e il 4 dicembre cominciano l'assedio della città. Gli Ospitalieri conservano comunque il controllo del mare, fino all'arrivo di una grande flotta turca nel maggio 1480. Di fronte alla resistenza dei cavalieri, i turchi, scoraggiati dal fallimento dei loro assalti e dalle gravi perdite subite, levano l'assedio il 17 agosto 1480. L'anno successivo un violento terremoto completò la distruzione della città e delle sue fortificazioni. Pierre D'Aubusson (1476-1503) le fa ricostruire. Rodi benefici allora di una nuova e lunga tregua. Alla morte di Mehemed II nel 1481, i suoi due figli Bajazet II (1481-1512) e Djem, si disputano il potere. Sconfitto Djem si rifugia a Rodi il 29 luglio 1482. Pierre D'Aubusson lo manda in Francia. Il maestro era originario della Marche e sistema Djem nella sua provincia, a Burganeuf, dove oggi è ancora visibile la torre Zizim. Con l'autorizzazione del Papa l'Ordine conclude un accorco con Bajazet il 2 dicembre 1482: il maestro si impegna a tenere prigioniero Djem, per il mantenimento del quale Bajazet paga una retta annua. In seguito Djem fu trasferito a Roma dove morì nel 1496. Il decesso di Djem non modificò subito le relazioni di Rodi con i turchi. Il sultano allora combatteva Venezia. Ma quando Papa Alessandro VI invita alla formazione di una lega cristiana per aiutare Venezia (1501-1503), gli Ospitalieri, benchè a disagio, devono farne parte. Essi non mettono alcun entusiasmo nel partecipare alle operazioni militari della lega, i veneziani si indignano contro di loro e i turchi ne diffidano. L'equilibrio stabilito dopo il 1481 allora è rotto e la guerra di corsa si scatena. Poi senza interruzzioni gli ottomani sconfiggono i Persi safavidi e l'impero mamelucco nel 1516-17. E nel 1521 la presa di Belgrado segna il loro ritorno all'offensiva in Europa. Rimane Rodi. (continua)

18/03/2009 17:43
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
OFFLINE
Post: 21.194
Registrato il: 10/02/2007
Principe

[SM=x1140430] [SM=x1140440]
20/03/2009 16:26
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
OFFLINE
Post: 921
Registrato il: 08/11/2008
Città: MODENA
Età: 67
Barone
Il nuovo sultano Solimano aveva riunito un'imponente flotta, da 130 a 180 navi. preparata da lunga data all'inevitabile, Rodi aveva rinforzato le sue difese, aveva fatto venire fratelli combattenti dall'Occidente emobilitato gli abitanti dell'isola. La flotta turca il 26 giugno 1522 sbarcò una quantità considerevole di truppe (si parla di 200.000 uomini!). Il campo turco fu posto a nord della città, di fronte al palazzo del gran maestro e al porto di Mandraki. I turchi non riuscirono a bloccare il porto principale, tanto che i difensori conservarono il controllo delle loro relazioni marittime. L'assedio durò cinque mesi e fu caratterizzato da duelli d'artiglieria e da tentativi di trincea e di mine. La potenza di fuoco degli Ospitalieri, che l'occidente non socorreva, cominciò a diminuire. Il tradimento del cancelliere dell'Ordine, Andrea D'Amaral, geloso del maestro Phillippe de Villiers, e la sua esecuzione rivelarono le tensioni che attraversavano l'ordine e la popolazione. Il 20 dicembre il sultano accettava la resa degli Ospitalieri e accordava loro dieci giorni pe partire; gli abitanti dell'isola che desideravano seguire i cavalieri disponevano un lasso di tre anni per ritirarsi con i propri beni. Il 2 gennaio 1523 una flotta di cinquanta navi lasciava l'isola alla volta di Creta, poi guadagnò Messina e infine nel luglio 1523 arrivò a Civitavecchia. Il Papa diede ai dignitari dell'Ordine l'usufrutto di Viterbo il 25 gennaio 1524. Un'epidemia di peste, poi il sacco di Roma operato dalle truppe di Carlo V d'Asburgo nel 1527, convinsero gli Ospitalieri a stabilirsi altrove. Dopo aver messo la loro flotta al riparo a Villefranche, poi a Nizza (novembre 1527), accettarono le proposte dello stesso Carlo V. Infatti dal 1523 erano iniziate trattative con l'Imperatore riguardo a Malta, ma si arenarono sulla questione della sovranità sull'isola, che gli Ospitalieri esigevano assoluta. L'accordo fu concluso definitivamente il 24 marzo 1530. Il maestro Philippe de Villiers potè imbarcare tutti i suoi per Malta. La popolazione rodiese che aveva seguito i fratelli ricevette per lunghi anni, privilegi. (continua)
[Modificato da Robert Bruce 20/03/2009 16:30]

31/03/2009 18:02
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
OFFLINE
Post: 921
Registrato il: 08/11/2008
Città: MODENA
Età: 67
Barone
gli Ospitalieri a Malta
Oltre a Malta agli Ospitalieri fu consegnata la città di Tripoli nel 1523, rimase nelle mani dei cavalieri fino al 1551. In seguito Filippo II tentò di riconquistarla nel 1560, ma l'impresa fallì. Malta ben presto diventò una efficiente base delle oprazioni da cui partivano i convogli per attaccare le navi turche e corsare. L'isola, situata al centro del mediterraneo, occupa una posizione chiave del crocevia fra oriente e occidente, soprattutto quando, dal 1540, i pirati berberi, cominciano ad infestare le acque del mediterraneo, attacando le navi e le coste cristiane. in particolare vengono ricordate le Isole Baleari, terra dalla quale provenivano molti cavalieri, che furono teatro dell'attacco portato da "Dragut" a Pollensa nel 1550, durante il quale i turchi uscirono sconfitti. Il corsaro turco Dragut cominciava infatti ad essere una seria minaccia per le nazioni cristiane del mediterraneo, anche se la permananza degli Ospitalieri a Malta fu un ostacolo per le sue finalità. Infatti i Cavalieri effettuavano operazioni di contro-pirateria liberando i convogli cristiani catturati, oppure attaccando le navi cariche d'oro e di seta del "Gran Turco". Nel 1551 Dragut e l'ammiraglio turco Sinàn, decisero di attaccare le isole e con 10.000 uomini aggredirono la vicina Gozo. Il bombardamento della città durò diversi giorni, fino a quando, il comandante dei cavalieri, giudicando inutile la resistenza, consegnò la cittadella. I corsari presero in ostaggio quasi tutta la popolazione (circa 5.000 abitanti)e poi si recarono a Tripoli dove conquistarono la città cacciando gli Ospitalieri difensori. Di fronte a questi attacchi, il gran Maestro dell'Ordine Juan de Homedes, decise di rafforzare le difese del forte Sant'Angelo in Birgu, e di costruire due nuovi forti, di San Miguel nel promontorio di Senglea e Sant'Elmo, sulle pendici della penisola di Monte Sceberras (oggi centro urbano di La Valletta). I due nuovi forti furono ultimati in soli sei mesi nell'anno 1552, e furono di importanza cruciale per l'esito del grande assedio di alcuni anni dopo. In particolare Sant'Elmo fu progettato da un'architetto italiano che lo realizzò in un modo oggi conosciuto come "fortificazione alla moderna". (continua)
[Modificato da Robert Bruce 31/03/2009 18:04]

02/04/2009 12:53
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
OFFLINE
Post: 21.194
Registrato il: 10/02/2007
Principe

Come combattevano i cavalieri di Malta? Usavano armi da fuoco leggere o continuavano con i buoni vecchi spadone e scudo?
02/04/2009 16:08
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
OFFLINE
Post: 921
Registrato il: 08/11/2008
Città: MODENA
Età: 67
Barone
niente armi da fuoco, i cavalieri combattevano con lo spadone a due mani e una pesante corazza a piastre tipica del XVI secolo, costruita su misura, quindi abbastanza maneggevole, che resisteva a tutti i colpi dei nemici, eccetto quelli di archibugio sparati a breve distanza. Le armi da fuoco venivano usate dagli altri contingenti di soldati spagnoli, italiani, siciliani e maltesi che formavano, assieme ai cavalieri, la guarnigione di Malta. Le armi da lancio, archi e balestre prima, archibugi dopo, non erano considerate onorevoli per un cavaliere, che doveva dimostrare il proprio valore nel corpo a corpo. Questo spirito, tipico dei cavalieri del XII e XIII secolo è rimasto invariato anche nei secoli seguenti, portando poi all'inevitabile declino della cavalleria in campo militare.









02/04/2009 18:28
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
OFFLINE
Post: 21.194
Registrato il: 10/02/2007
Principe

Re:
Robert Bruce, 02/04/2009 16.08:

niente armi da fuoco, i cavalieri combattevano con lo spadone a due mani e una pesante corazza a piastre tipica del XVI secolo, costruita su misura, quindi abbastanza maneggevole, che resisteva a tutti i colpi dei nemici, eccetto quelli di archibugio sparati a breve distanza. Le armi da fuoco venivano usate dagli altri contingenti di soldati spagnoli, italiani, siciliani e maltesi che formavano, assieme ai cavalieri, la guarnigione di Malta. Le armi da lancio, archi e balestre prima, archibugi dopo, non erano considerate onorevoli per un cavaliere, che doveva dimostrare il proprio valore nel corpo a corpo. Questo spirito, tipico dei cavalieri del XII e XIII secolo è rimasto invariato anche nei secoli seguenti, portando poi all'inevitabile declino della cavalleria in campo militare.














grazie [SM=x1140440]
immaginavo che non avrebbero tradito il codice cavalleresco per usare i volgari archibugi!
03/04/2009 16:43
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
OFFLINE
Post: 921
Registrato il: 08/11/2008
Città: MODENA
Età: 67
Barone
L'assedio di Malta del 1565
Gli anni seguenti alla costruzione del forte di Sant'Elmo (Tolkien ha tratto ispirazione da qui per la battaglia del fosso di Elms?)furono tranquilli per l'isola. Nel 1557 fu eletto 49 Gran Maestro dell'Ordine Fra Jean de la Valette, che ben presto dispose attacchi contro le navi turche e corsare. Nel 1559 Dragut assieme ai Mori decise di attaccare la costa orientale della Spagna. Questo costrinse Filippo II a organizzare una spedizione contro la base dei corsari turchi di Tripoli. Gli Ospitalieri parteciparono alla spedizione, composta da circa 54 navi e 14.000 uomini. La campagna si concluse con un disastro, gran parte della flotta cristiana fu distrutta nel maggio del 1560. Questo evento segnò l'apice della potenza turca nelle acque del mediterraneo. Dopo l'insuccesso di Tripoli, il timore di un attacco a Malta divenne sempre più concreto, tanto che La Valette richiamò a Malta tutti gli appartenenti all'Ordine per rinforzare la guarnigione, ma i turchi commisero l'errore di lasciar passare alcuni anni prima di organizzare l'attacco in grande stile. All'inizio del 1565 il Gran Maestro fu informato da spie genovesi a Costantinopoli, che si stava preparando un grande attacco contro Malta, e accelero i lavori di ristrutturazione dei forti principali. Ma a maggio di quello stesso anno si presentò davanto a Malta una delle flotte più imponenti mai viste. Secondo lo storico ufficiale dell'Ordine, Giacomo Bosio, la flotta era composta da 193 navi, delle quali 131 galere, 7 galeotte (piccole galee) e 6 "galeazze" (grandi galee, meno agili ma con più potenza di fuoco), 8 "mahon" (grandi navi da trasporto), 11 navi da trasporto e 3 per i cavalli. Inoltre la flotta trasportava 64 pezzi d'artiglieria, tra cui una dozzina di colubrine e un enorme basilisco, capace di scagliare proiettili di ferro da un quintale. Per quanto riguarda la fanteria, oltre al numeroso reparto di miliziani poco addestrati e pirati, figuravano alcuni corpi d'elitè, come gli "sphai" (cavalleria pesante) che erano il punto di forza della cavalleria ottomana e i giannizzeri che erano ormai diventati una casta militare e politica molto influente. Questo reparto era uno dei più potenti dell'epoca: ogni giannizzero era dotato di un archibugio (archibugi tedeschi a canna lunga), un arco, fino a 10 scimitarre e poi mazze e asce. I giannizzeri avevano anche il privilegio di essere curati durante la battaglia. Infine vi era la guardia del corpo di Dragut, un gruppo di 1.500 "matasiete", fanatici vestiti con pelli di leone earmati di scimitarre. Le cifre in campo variano a secondo degli scritti dei vari cronisti d'epoca, ma le più plausibili sono 28/30.000 per i turchi e 7/8.000 per i difensori. Il mercenario italo-spagnolo Francisco Balbi di Correggio li suddivide in questo modo: 550 Ospitalieri, 400 soldati spagnoli, 800 soldati italiani, 500 soldati di galera, 200 soldati siciliani, 100 soldati della guarnigione di Sant'Elmo, 100 aiutanti dei cavalieri, 500 minatori, 3.000 soldati reclutati fra la popolazione maltese.

06/04/2009 17:54
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
OFFLINE
Post: 921
Registrato il: 08/11/2008
Città: MODENA
Età: 67
Barone
La difesa del forte di Sant'Elmo
L'imponente flotta turca arrivò a Malta il 18 maggio 1565, ma invece di sbarcare costeggiò l'isola, e approdò nel porto di Marsa Scirocco.
Secondo diversi storici fra il comandante dell'esercito turco, Lala Kara Mustafa Pascià e l'ammiraglio della flotta, ci fu disaccordo sul da farsi, il primo voleva attaccare prima la vecchia capitale Mdina, situata al centro dell'isola, per poi dirigersi via terra verso i forti di san Michele e Sant'Angelo, Mentre l'ammiraglio preferiva attaccare il forte di Sant'Elmo, sicuro che avrebbe resistito pochi giorni. La spuntò quest'ultimo che fece piazzare i cannoni verso il piccolo forte di Sant'Elmo. Il forte era difeso da 100 cavalieri e 500 soldati ai quali La Valette aveva ordinato di resistere fino all'arrivo dei rinforzi promessi dal vicerè di Sicilia. il bombardamento ridusse il forte in macerie in pochi giorni, ma approfittando della notte venivano rimpiazzati i feriti e riparate le difese, e il forte continuava a resistere con gli ospitalieri annidiati fra le macerie. Il 3 giugno i turchi mandarono all'assalto i giannizzeri che urlando e sparando all'impazzata si arrampicarono sulle fortificazioni, sotto una pioggia di fuoco greco che trasformava gli assalitori in torce umane. I pochi che riuscivano a raggiungere la cima si trovavano di fronte i cavalieri con la loro corazza a piastre, armati di spadone a due mani che massacravano chiunque tentasse di arrivare sulle fortificazioni. A mezzogiorno i turchi si ritirarono lasciando sul campo 2.000 morti, mentre i cavalieri che persero la vita furono solo 10 e i soldati 70. Ciò che permise agli assediati di resistere fu la superiore tecnologia: oltre al fuoco greco i difensori disponevano delle "pignatte", rudimentali bombe a mano, accese da una corta miccia, simili alle bombe molotov. ma l'arma che impressionò maggiormente i turchi, fu il "cerchio". Usata per la prima volta a Sant'Elmo, quest'arma consisteva in un anello di ferro (ricavato dalle botti) rivestito di tessuto imbevuto di pece. Il cerchio veniva acceso e fatto rotolare giù dalle mura sui turchi, con effetti dirompenti anche sul morale del nemico. L'8 giugno i cavalieri, stremati dagli incessanti bombardamenti (6.000 palle di cannone sparate al giorno) chiesero al loro Maestro di poter morire con la spada in pugno in una sortita contro il campo nemico, ma La Valette rispose che se doveveno morire, lo doveveno fare come lui aveva ordinato, guadagnando tempo all'Europa e alla Cristianità. anche i turchi avevano la loro arma segreta contro i cavalieri, attaccavano piccoli involucri pieni di sostanze incendiarie alla punta delle loro frecce, dando fuoco prima di lanciarle, queste si attaccavano alle corazze dei cavalieri, che se non avevano acqua a disposzione, morivano bruciando vivi. (continua)
[Modificato da Robert Bruce 06/04/2009 17:54]

09/04/2009 23:49
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
OFFLINE
Post: 1.756
Registrato il: 21/03/2009
Città: ADRANO
Età: 29
Principe
ma la parte della difesa di malta l'hai presa sempre dal libro di demurger "i cavalieri di cristo" oppure da qualche altra fonte?
10/04/2009 18:32
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
OFFLINE
Post: 921
Registrato il: 08/11/2008
Città: MODENA
Età: 67
Barone
Da due volumi di Arrigo Petacco: "La croce e a mezzaluna" e "L'ultima crociata".

11/04/2009 00:05
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
OFFLINE
Post: 1.756
Registrato il: 21/03/2009
Città: ADRANO
Età: 29
Principe
Re:
Robert Bruce, 10/04/2009 18.32:

Da due volumi di Arrigo Petacco: "La croce e a mezzaluna" e "L'ultima crociata".




grazie [SM=g27960] [SM=g27960]
07/05/2009 11:42
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
OFFLINE
Post: 921
Registrato il: 08/11/2008
Città: MODENA
Età: 67
Barone
Riprendo il racconto dell'assedio di Malta.

Il 18 giugno, Sant'Elmo era ormai un cumulo di macerie, e Mustafà e Dragut si spinsero su una collina per assistere all'ennesimo assalto. Ma quel giorno accadde l'imprevedibile. L'artigliere piemontese Antonio Grugno, attirato dai colori sgargianti dei comandanti, prese il suo cannone, mirò per quanto possibile e fece fuoco sul gruppetto. La palla di cannone centrò in pieno il comendante dei giannizzeri e una scheggia si infilò nell'occhio destro di Dragut. Il vecchio pirata morirà cinque giorni dopo, appena saputo della caduta del forte. il 23 giugno i turchi riuscirono a prendere ciò che rimaneva del forte di Sant'Elmo, vendicandosi dei prigionieri: massacrarono i cavalieri catturati, crocifissero i loro corpi a tavole di legno e li spinsero sulle acque del porto verso le posizioni dei cavalieri degli altri due forti. La Valette ordinò una risposta dello stesso tenore: tutti i prigionieri turchi furono decapitati e le loro teste sparate dai cannoni verso il campo nemico. Ora che i turchi avevano conquistato il forte, la flotta poteva gettare l'ancora nel porto. L'assedio di Sant'Elmo per la parte turca non ebbe meno di 6.000 vittime, tra cui la metà dei suoi migliori soldati, i giannizzeri. Mustafà comprese il suo errore strategico, il forte di Sant'Elmo era stato conquistato ad un prezzo troppo caro. Guardando verso il forte di Sant'Angelo ancora intatto con i cannoni tuonanti, gridò: "Allah! se un figlio così piccolo è costato tanto caro, quale prezzo dovremo pagare per un padre così grande?"
Intanto la notizia dell'assedio si era diffusa nel continente provocando il panico. Non vi era alcun dubbio che il risultato dell'assedio di Malta sarebbe stato drammatico e che il suo esito avrebbe potuto decidere la sorte dell' Europa cristiana. Una volta presa l'isola, i turchi sarebbero diventati i padroni del mediterraneo occidentale e avrebbero potuto facilmente invadere l'Italia, pur continuando la conquista dell'Ungheria e della penisola balcanica: l'europa occidentale si sarebbe ritrovata in una morsa letale. Per questo motivo si decise di organizzare una spedizione di salvataggio, il Gran Soccorso, capitanata dal genovese Gianandrea Doria, che comprendeva galee di tutti gli stati mediterranei ad eccezione di Francia e Venezia, che non parteciparono per paura di guastare i loro rapporti con l'Impero ottomano. Tuttavia Filippo II aveva esplicitamente ordinato al vicerè di sicilia, Don Garcia, di non impegnare le sue galee: il ricordo della sconfitta di Djerba era ancora vivo nel "re prudente". Tuttavia Garcia era angosciato da un terribile dilemma: il suo spirito di soldato lo spingeva a partire immediatamente con le sue galee alla volta di Malta (anche perchè suo figlio militava tra le truppe maltesi), ma gli ordini di Madrid lo trattenevano. Così alcuni ardimentosi cominciarono a violare il blocco navale turco per portare viveri e rinforzi agli assediati. Un rinforzo di 600 uomini, comandati da Enrique de la Valette, nipote del Gran Maestro, non riuscì a raggiungere la costa e fu costretta a fuggire. Dopo altri due tentativi falliti, il 28 giugno raggiunse Malta un consistente numero di rinforzi: 600 uomini sotto il comando di Juan de Cardona, in quattro galee inviate dal vicerè di sicilia. Ciò provocò un enorme aumento del morale dei difensori. Questo piccolo contingente comprendeva una compagnia spagnola d'élite, 150 cavalieri e molti volontari, compresi i fratelli del duca di Infantado e il conte di Monteagudo, comandati da don Mwelchor de robles. Infine partecipò ai rinforzi anche il Ducato di Savoia che organizzò una spedizione chiamata "piccolo soccorso", guidata dal genovese Andrea Provana. Il gruppetto di galee riuscì avventurosamente a superare il blocco navale e a sbarcare un gruppo di volontari e alcune casse di viveri prima di riprendere il largo.
(continua)

07/05/2009 12:02
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
OFFLINE
Post: 21.194
Registrato il: 10/02/2007
Principe

quanta ferocia in questi scontri!! [SM=g27981]
07/05/2009 12:53
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
OFFLINE
Post: 921
Registrato il: 08/11/2008
Città: MODENA
Età: 67
Barone
Re:
The Housekeeper, 07/05/2009 12.02:

quanta ferocia in questi scontri!! [SM=g27981]




La posta in gioco era troppo alta, per tutti e due i contendenti, per i turchi che, e lo sapevano bene, se avessero conquistato Malta, avrebbero avuto via libera per conquistare l'Italia, attacando l'Europa anche da sud, ma ancora di più per i difensori, che perdendo Malta, sapevano che non avrebbero più potuto arrestare l'avanzata ottomana. Poi la battaglia diventava sempre più feroce perchè i turchi stavano perdendo troppi uomini, senza ottenere molti risultati e questo li rendeva sempre più furiosi, anche perchè più passavano i giorni più si allontanava la vittoria e aumentavano le possibilità per gli assediati di ricevere rinforzi.







[Modificato da Robert Bruce 07/05/2009 15:52]

20/10/2009 00:03
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
OFFLINE
Post: 921
Registrato il: 08/11/2008
Città: MODENA
Età: 67
Barone
capitolo finale
Mi sono accorto che non ho finito il racconto dell'assedio di Malta, quindi provvedo, nella speranza di rianimare questa sezione, che mi appare un pò desolata, sembra gerusalemme nell'agosto del 1099, quando gran parte dei crociati se ne erano tornati a casa. speriamo di no, in questo caso. Continuiamo il racconto:

mustafà suddivise le forze in tre gruppi: uno avrebbe attaccato Birgu e Mdina (i due borghi dell'isola), e gli altri due i forti rimanenti. Furono costruite 100 piccole imbarcazioni nel Gran Porto, con l'intenzione di lanciare un attacco anfibio contro il promontorio di Senglea, mentre i pirati attaccavanp il porto di San Michele. Fortunatamente per i maltesi, un disertore turco (un giannizzero pentito?) mise in guardia La Valette sulla imminente operazione e il Gran Maestro ebbe il tempo di costruire un recinto, e sbarramenti sottomarini. L'attacco ebbe luogo il 15 luglio, alcune navi turche si schiantarono contro le palizzate e mentre altre finirono intrappolate nelle catene disseminate lungo la riva. Quando i turchi tentarono di distruggere le difese in mare furono aggrediti da nuotatori maltesi che ingaggiarono un violento corpo a corpo. quel giorno non furono fatti prigionieri e ai turchi che si arrendevano veniva tagliata la gola al grido di "per vendicare Sant'Elmo!" L'assalto contro Senglea si rivelò un fallimento, anche l'azione dei pirati fallì. Infatti una decina di vascelli carichi di giannizzeri arrivarono a portata della batteria di cannoni del comandante De Gurial, ai piedi del forte Sant'Angelo. Dopo poche salve, nove barche affondarono con il loro caico umano. Nel frattempo i turchi avevano cirondato Birgu e Mdina e, con i loro 64 pezzi d'artiglieria, il 2 agosto le città furono oggetto del più duro bombardamento che la storia avesse mai conosciuto fino ad allora. venne quindi lanciato il segnale d'attacco e gli assedianti si scagliarono contro ciò che rimaneva delle mura, lo scontro durò sei ore, ma alla fine furono respinti.
Il 7 agosto Mustafà ordinò due massicci attacchi simultanei contro forte San Miguel e la cittadella di Birgu. mentre i turchi si avvicinavano alle mura, il gran Maestro La Valette, decise di effettuare una improvvisa sortita contro gli assedianti. racconte Balbi nel suo diario:
< il Gran mestro si rivolse ai suoi uomini con queste parole: "sono certo che se io cadrò, ciascuno di voi sarà in grado di prendere il mio postoe di continuare a combattere per l'onore dell'Ordine e per amore della nostra Santa Chiesa. Signori cavalieri! andiamo a morire che è giunto il nostro giorno!" >
I cavalieri piombarono nello schieramento turco interamente ricoperti di ferro, menando colpi con il pesante spadone a due mani. Nugoli di frecce si infrangevano sulle loro corazze, mentre l'esercito nemico preso di sorpresa non riusciva ad organizzare una difesa efficace. lo scontro infuriò per nove ore, fin quando i turchi non si rtirarono. A questo punto Mustafà pensando che i cavalieri avessero ricevuto rinforzi, decise che da quel momento in poi avrebbe affidato il compito di continuare l'assedio alle sue artiglierie.
dopo l'attacco del 7 agosto i turchi ripresero, senza interruzzione, il loro bombardamento contro san Michele e Birgu alternando sporadiche sortite di giannizzeri e spaish dove si aprivano delle brecce nelle mura. come avvenne il 18 agosto, quando una mina aprì una breccia nella quale si riversarono gli assedianti, lo stesso Gran Maestro fu costretto ad intervenire gettandosi nella mischia. Il suo esempio fu seguito dai difensori che si gettarono contro gli assalitori dndo vita ad un violento corpo a corpo. L'assalto fu respinto, ma La Valette rimase ferito ad una gamba da una granata.
(continua)


20/10/2009 17:21
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
OFFLINE
Post: 21.194
Registrato il: 10/02/2007
Principe

grande Robert, aspettiamo ansiosi di leggere la fine della battaglia!!
Nuova Discussione
Rispondi

Feed | Forum | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 02:47. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com