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Poitiers, 732, fu così decisiva per le sorti dell'Europa?

Ultimo Aggiornamento: 06/02/2012 22:19
26/06/2009 09:31
 
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alquanto esaustivo in merito è A. Frediani

1-Esercito:

l'esercito arabo in spagna nell'VIII° sec. era composto principalmente da fanteria leggera, lancieri ed arcieri, coadiuvati con ali di poca cavalleria e percentuali rilevanti di truppe cammellate (comunque usavano la tattica del centro cedevole e dell'accerchiamento con le ali)...ora, pretendere di usare con successo questo tipo di esercito nelle vaste pianure della francia centro-meridionale contro un esercito francoo composto da cavalleria e fanteria pesante è follia, visto che sarebbe necessario dover combattere contro truppe poco addestrate e comandanti inetti per avere la meglio. E né Oddone né Carlo martello soddisfavano quei requisiti. Inoltre le truppe cammellate in francia erano svantaggiate rispetto allo scacchiere nordafricano ed iberico (e ripeto, cavalli e cammelli muoiono in battaglia tanto quanto, se non di più, degli uomini, e soprattutto i cammelli non sono facili da rimpiazzare in francia). Solamente con il califfato Omayyade di spagna si avrà un consistente impiego della cavalleria in sostituzione ai cammelli, ma etnicamente il grosso dell'esercito era berbero e, come dice Frediani "per i mercenari berberi il bottino era una condizione necessaria affinché continuassero a credere che Allah fosse grande", quindi le tattiche e le strategie andavano disegnate di conseguenza.

2- Politica:

il condottiero che aveva invaso e sottomesso la spagna visigota era caduto in disgrazia presso il proprio comandante proprio perché aveva travalicato gli ordini (limitarsi alla razzia) e quando quest'ultimo attratto dalla possibilità di glorificarsi con una facile conquista già avviata sottomise la penisola cadde a sua volta in disgrazia presso i califfi Omayyadi in quanto aveva travalicato gli ordini provenienti dal governo centrale. Con la caduta degli Omayyadi di Damasco e l'avvento degli Abbassidi la spagna si rese indipendente e continuò una vita autonoma basata sul supporto berbero, visto che i rapporti con l'autorità centrale erano definitivamente rotti dato che il califfo di al-Andalus era un Omayyade discendente degli Omayyadi sterminati a Damasco dagli Abbassidi.
Oltre a tutto ciò bisogna mettere in conto la questione religiosa che spaccò il mondo arabo.

Il piano degli Omayyadi era quello di arrivare a Costantinopoli da occidente, passando attraverso francia germania e balcani, proprio perché come ha detto glaucopide l'obiettivo era Costantinopoli, non Parigi, non Aquisgrana, non Roma. Tutto ciò che si trovava strada facendo era accessorio, ma non un obiettivo.
In nordafrica l'inizio fu facile viste le tendenze autonomistiche dei governatori locali e la scarsa romanizzazione delle tribù maghrebine, quando giunsero gli arabi ormai la maggioranza della popolazione latina era già emigrata da tempo in spagna e sicilia, quindi fu una conquista alquanto semplice. Problematica invece fu l'assimilazione di alcune tribù berbere che di unirsi all'Islam non ne volevano sapere.
[Modificato da Xostantinou 26/06/2009 09:33]



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Κωνσταντίνος ΙΑ’ Δραγάσης Παλαιολόγος,
Xρoνoκράτoρ και Koσμoκράτoρ
Ελέω Θεού Βασιλευς και Αυτοκράτορ των Ρωμαίων.





"Ci sono quattro grandi cause per cui vale la pena di morire: la Fede, la Patria, la Famiglia ed il Basileus. Ora voi dovete essere pronti a sacrificare la propria vita per queste cose, come d'altronde anch'io sono pronto al sacrifico della mia stessa vita.
So che l'ora è giunta, che il nemico della nostra fede ci minaccia con ogni mezzo...Affido a voi, al vostro valore, questa splendida e celebre città, patria nostra, regina d'ogni altra.
Miei signori, miei fratelli, miei figli, l'ultimo onore dei Cristiani è nelle nostre mani."

"Ed allora questo principe, degno dell'immortalità, si tolse le insegne imperiali e le gettò via e, come se fosse un semplice privato, con la spada in pugno si gettò nella mischia. Mentre combatteva valorosamente per non morire invendicato, fu infine ucciso e confuse il proprio corpo regale con le rovine della città e la caduta del suo regno.
Il mio signore e imperatore, di felice memoria, il signore Costantino, cadde ucciso, mentre io mi trovavo in quel momento non vicino a lui, ma in altra parte della città, per ordine suo, per compiervi un'ispezione: ahimè ahimè!."

"La sede dell'Impero Romano è Costantinopoli e colui che è e rimane Imperatore dei Romani è anche l'Imperatore di tutta la Terra."

"Re, io mi desterò dal mio sonno marmoreo,
E dal mio sepolcro mistico io ritornerò
Per spalancare la murata porta d'Oro;
E, vittorioso sopra i Califfi e gli Zar,
Dopo averli ricacciati oltre l'Albero della Mela Rossa,
Cercherò riposo sui miei antichi confini."

"Un Costantino la fondò, un Costantino la perse ed un Costantino la riprenderà”


26/06/2009 10:11
 
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Re:
Xostantinou, 26/06/2009 9.31:

alquanto esaustivo in merito è A. Frediani

1-Esercito:

l'esercito arabo in spagna nell'VIII° sec. era composto principalmente da fanteria leggera, lancieri ed arcieri, coadiuvati con ali di poca cavalleria e percentuali rilevanti di truppe cammellate (comunque usavano la tattica del centro cedevole e dell'accerchiamento con le ali)...ora, pretendere di usare con successo questo tipo di esercito nelle vaste pianure della francia centro-meridionale contro un esercito francoo composto da cavalleria e fanteria pesante è follia, visto che sarebbe necessario dover combattere contro truppe poco addestrate e comandanti inetti per avere la meglio. E né Oddone né Carlo martello soddisfavano quei requisiti. Inoltre le truppe cammellate in francia erano svantaggiate rispetto allo scacchiere nordafricano ed iberico (e ripeto, cavalli e cammelli muoiono in battaglia tanto quanto, se non di più, degli uomini, e soprattutto i cammelli non sono facili da rimpiazzare in francia). Solamente con il califfato Omayyade di spagna si avrà un consistente impiego della cavalleria in sostituzione ai cammelli, ma etnicamente il grosso dell'esercito era berbero e, come dice Frediani "per i mercenari berberi il bottino era una condizione necessaria affinché continuassero a credere che Allah fosse grande", quindi le tattiche e le strategie andavano disegnate di conseguenza.

2- Politica:

il condottiero che aveva invaso e sottomesso la spagna visigota era caduto in disgrazia presso il proprio comandante proprio perché aveva travalicato gli ordini (limitarsi alla razzia) e quando quest'ultimo attratto dalla possibilità di glorificarsi con una facile conquista già avviata sottomise la penisola cadde a sua volta in disgrazia presso i califfi Omayyadi in quanto aveva travalicato gli ordini provenienti dal governo centrale. Con la caduta degli Omayyadi di Damasco e l'avvento degli Abbassidi la spagna si rese indipendente e continuò una vita autonoma basata sul supporto berbero, visto che i rapporti con l'autorità centrale erano definitivamente rotti dato che il califfo di al-Andalus era un Omayyade discendente degli Omayyadi sterminati a Damasco dagli Abbassidi.
Oltre a tutto ciò bisogna mettere in conto la questione religiosa che spaccò il mondo arabo.

Il piano degli Omayyadi era quello di arrivare a Costantinopoli da occidente, passando attraverso francia germania e balcani, proprio perché come ha detto glaucopide l'obiettivo era Costantinopoli, non Parigi, non Aquisgrana, non Roma. Tutto ciò che si trovava strada facendo era accessorio, ma non un obiettivo.
In nordafrica l'inizio fu facile viste le tendenze autonomistiche dei governatori locali e la scarsa romanizzazione delle tribù maghrebine, quando giunsero gli arabi ormai la maggioranza della popolazione latina era già emigrata da tempo in spagna e sicilia, quindi fu una conquista alquanto semplice. Problematica invece fu l'assimilazione di alcune tribù berbere che di unirsi all'Islam non ne volevano sapere.




il libro di frediani e' molto carino, lo sto leggendo in questi giorni ed e' una lettura piacevole e appassionante
cmq cito uno dei passaggi + belli della battaglia: "i soldati franchi stavano immobili come ghiaccio davanti alla carica dei musulmani, prima di sferrare il colpo"!

"Ecco la' io vedo mio padre, ecco la' io vedo mia madre e le mie sorelle e i miei fratelli, ecco là io vedo tutti i miei parenti defunti, dal principio alla fine. Ecco, ora chiamano me, mi invitano a prendere posto in mezzo a loro, nella sala del Valhalla, dove l'impavido può vivere, per sempre." Il 13° Guerriero




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già, davvero bella l'immagine dei soldati germanici immobili "come congelati" fino al momento in cui brandire le spade per macellare la fanteria leggera araba...



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"Ci sono quattro grandi cause per cui vale la pena di morire: la Fede, la Patria, la Famiglia ed il Basileus. Ora voi dovete essere pronti a sacrificare la propria vita per queste cose, come d'altronde anch'io sono pronto al sacrifico della mia stessa vita.
So che l'ora è giunta, che il nemico della nostra fede ci minaccia con ogni mezzo...Affido a voi, al vostro valore, questa splendida e celebre città, patria nostra, regina d'ogni altra.
Miei signori, miei fratelli, miei figli, l'ultimo onore dei Cristiani è nelle nostre mani."

"Ed allora questo principe, degno dell'immortalità, si tolse le insegne imperiali e le gettò via e, come se fosse un semplice privato, con la spada in pugno si gettò nella mischia. Mentre combatteva valorosamente per non morire invendicato, fu infine ucciso e confuse il proprio corpo regale con le rovine della città e la caduta del suo regno.
Il mio signore e imperatore, di felice memoria, il signore Costantino, cadde ucciso, mentre io mi trovavo in quel momento non vicino a lui, ma in altra parte della città, per ordine suo, per compiervi un'ispezione: ahimè ahimè!."

"La sede dell'Impero Romano è Costantinopoli e colui che è e rimane Imperatore dei Romani è anche l'Imperatore di tutta la Terra."

"Re, io mi desterò dal mio sonno marmoreo,
E dal mio sepolcro mistico io ritornerò
Per spalancare la murata porta d'Oro;
E, vittorioso sopra i Califfi e gli Zar,
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"Un Costantino la fondò, un Costantino la perse ed un Costantino la riprenderà”


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Tanto fumo e niente arrosto
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Mau777, 31/01/2012 21.51:

Tanto fumo e niente arrosto



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