Bender00, 03/07/2010 9.47:
Se il Latino e l'Italiano lasciano poco spazio di interpretazione l'Inglese è un codice morse allora, cioè voglio dire, il Latino e l'Italiano non a caso sono state le armi più potenti che hanno avuto per secoli le autorità religiose, e poi politiche, per fare discorsi tautologici e demogagici a non finire! Non so per l'arabo, ma conosco la lingua che gardacaso è diventata ufficiale della chiesa.
Riguardo la citazione che hai fatto di seguito, quella è solo un interpretazione, quella diciamo "ufficiale", difatti non sone poche le volte in cui la stessa chiesa cattolica ha usato la "seconda interpretazione" per pararsi diciamo così da passi falsi o errori, e tutt'oggi non sono pochi quelli che si divertono a inventarsi altre interpretazioni.
attenzione, non facciamo confusione, anch'io conosco molto bene greco e latino, e non sono affatto come l'arabo (conosco in maniera alquanto superficiale pure quello...corso di filologia semitica), in occidente si è sempre avuto un talento innato per la filosofia e la retorica, necessarie per distorcere il significato di parole molto poco equivocabili a livello strettamente linguistico, mentre l'arabo è una lingua in cui di per se una frase può avere i più disparati significati...
E non confondiamo nemmeno il ruolo temporale con quello spirituale della Chiesa, tipico dell'Occidente, in cui i papi hanno piegato il Verbo ai propri scopi. Bender, ti prego di iniziare a pensare che il Cristianesimo non è fatto (Deo Gratias) solo di quella corrente imperialista, eretica e scismatica nota come cattolicesimo. Inoltre quello del bruciare vivi i liberi pensatori è un luogo comune.
[Modificato da Xostantinou 03/07/2010 10:04]
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Κωνσταντίνος ΙΑ’ Δραγάσης Παλαιολόγος,
Xρoνoκράτoρ και Koσμoκράτoρ
Ελέω Θεού Βασιλευς και Αυτοκράτορ των Ρωμαίων.
"Ci sono quattro grandi cause per cui vale la pena di morire: la Fede, la Patria, la Famiglia ed il Basileus. Ora voi dovete essere pronti a sacrificare la propria vita per queste cose, come d'altronde anch'io sono pronto al sacrifico della mia stessa vita.
So che l'ora è giunta, che il nemico della nostra fede ci minaccia con ogni mezzo...Affido a voi, al vostro valore, questa splendida e celebre città, patria nostra, regina d'ogni altra.
Miei signori, miei fratelli, miei figli, l'ultimo onore dei Cristiani è nelle nostre mani."
"Ed allora questo principe, degno dell'immortalità, si tolse le insegne imperiali e le gettò via e, come se fosse un semplice privato, con la spada in pugno si gettò nella mischia. Mentre combatteva valorosamente per non morire invendicato, fu infine ucciso e confuse il proprio corpo regale con le rovine della città e la caduta del suo regno.
Il mio signore e imperatore, di felice memoria, il signore Costantino, cadde ucciso, mentre io mi trovavo in quel momento non vicino a lui, ma in altra parte della città, per ordine suo, per compiervi un'ispezione: ahimè ahimè!."
"La sede dell'Impero Romano è Costantinopoli e colui che è e rimane Imperatore dei Romani è anche l'Imperatore di tutta la Terra."
"Re, io mi desterò dal mio sonno marmoreo,
E dal mio sepolcro mistico io ritornerò
Per spalancare la murata porta d'Oro;
E, vittorioso sopra i Califfi e gli Zar,
Dopo averli ricacciati oltre l'Albero della Mela Rossa,
Cercherò riposo sui miei antichi confini."
"Un Costantino la fondò, un Costantino la perse ed un Costantino la riprenderà”