Era giunto il 1160 e Umberto aveva portato a termine l’accademia militare, diplomandosi assumendo il titolo di cavaliere.
Non passò nemmeno una settimana che il giovane si trovava a Brescia agli ordini del padre.
Ottone non poteva più impedire l’attacco a Verona e permise ad Algisio di invadere il Veneto con il suo esercito.
Le casse reali non erano pronte a sostenere i costi di altri assedi, per questo motivo il banchiere reale Oberto venne invitato a di rilevare le attività di mercanti stranieri che commerciavano in terra italiana.
La missione venne compiuta con successo e le casse del regno vennero riempite nuovamente.
Nonostante l’imminente guerra la popolarità di Ottone continuò a incrementare raggiungendo livelli incredibili.
Oltretutto la nomina di Bonacursus a maestro delle spie fece guadagnare un altro voto favorevole al sovrano.
Nel marzo del 1160 Bonacursus venne inviato a Verona per compiere i suoi ormai soliti compiti di spionaggio. E nemmeno questa volta fallì. Oltre alle informazioni sulla città e l’esercito nemico, la spia ebbe notizia che anche i veneziani sarebbero presto marciati sulla città con un importante esercito.
Ma queste informazioni risultarono inutili per Algisio che aveva gia deciso il suo personale piano d’azione.
L’esercito sarebbe stato diviso in due parti e mentre lui sarebbe marciato sul castello di Verona, il figlio si sarebbe invece diretto verso Bologna, dove secondo informatori personali dei Pirovano la guarnigione alla difesa della città era debole.
La scelta di Algisio non era del tutto folle e aveva dei fondamenti. Algisio decise di usare l’arrivo dei veneziani a proprio vantaggio. Inviò immediatamente Moses presso il campo di Marino Morosini che distava solo pochi chilometri con l’obiettivo di stringere un'allenza e richiedere supporto.
Ad Algisio non interessava nulla dei rapporti con i veneziani anzi era convinto che non appena Milano fosse stata abbastanza potente loro sarebbero stati i primi a essere attaccati insieme ai pisani. Ma in questo caso erano utili alla causa milanese
Ingenuamente Marino accettò e il piano di Algisio fu un successo.
Nell’inverno del 1160 la battaglia per Verona cominciò con i milanesi di Algisio schiarati presso la porta sud e i veneziani di Marino presso la porta nord.
Bonacursus era riuscito ad aprire le porte, una cosa ormai normale per lui!
Il generale nemico, tal Ottocaro di Stiria, vedondosi circondato dalle forze nemiche si fece prendere dal panico e provò un’improbabile fuga, abbandonando i suoi uomini al loro destino.
Algisio sorpreso e stupito per il poco onore dell’avversario si diede all’inseguimento del nemico.
Nel frattempo i veneziani attacarono la porta nord, tenendo occupate la maggior parte delle truppe veronesi,
rendendo molto più semplice la vita ai milanesi
che vennero ostacolati solo da poche truppe.
Dopo il tentativo di fuga, Ottocaro fu costretto a rintanarsi nella piazza principale aspettando la morte che incombeva.
Fu proprio Algisio a porre fine alla sua miserabile vita.
Il piano di Algisio si rivelò un successo,
ma poche ore dopo la vittoria si affrettò a inviare Bonacursus a Bologna per avere notizie del giovane figlio.
La situazione a Bologna era in fase di stallo. L’assedio era incominciato più o meno nello stesso periodo di quello di Verona ma Umberto era titubante.
Bologna era ben difesa, a differenza di quanto si pensasse, e il generale Guido da Sasso di Reggio non aveva intenzione di arrendersi facilmente.
Bonacursus nonostante non potesse infiltrarsi nella città riusci a farsi passare numerose informazioni.
Ma la vera preocupazione di Umberto era la ristrettezza del proprio esercito quindi convinse Ruggero e il padre Algisio a inviare rinforzi.
Ci sarebbe voluto tempo ma il giovane generale era pronto ad aspettanre
Intanto giunse il 1161 e a Lugano raggiunse l’età per intraprendere gli studi Raimondo Della Torre che venne inviato a Milano per intraprendere una carriera a corte.
Ma altre brutte notizie arrivarono con il nuovo anno da Lugano.
Truppe imperiali in perlustrazione vennero avvistate dalle torri di Lugano. L’attacco del Barbarossa non si sarebbe fatto attendere e per questo motivo la questione di Bologna andava risolta in fretta.
I pisani nel frattempo cinsero d’assedio Firenze e più o meno nello stesso periodo i rinforzi arrivarono a Bologna che era pronta a cadere.
Con un esercito di tutto rispetto, Umberto fece avanzare le truppe nell’inverno del 1161
La strategia utilizzata era molto simile a quella utilizzata da Ruggero a Genova. Diviso l’esercito in tre parti, Umberto assunse il comando della cavalleria che avrebbe spezzato le difese in una delle due porte secondarie.
Il grosso dell’esercito raggiunse le mura centrali con le scale supportato dai balestrieri.
L’ariete venne fatto avanzare sotto la supervisione di Umberto alla porta est.
Il piano di divisione fù un successo alla porta ovest le truppe milanesi non trovarono alcuna resistenza e poterono marciare sul centro città.
I combattimenti durano fino a pomeriggio inoltrato
fino a quando un soldato milanese uccise il generale nemico e il simbolo di Milano venne posto sulla torre più alta della città.
Con Bologna divenuta un altro possedimento milanese, i Comuni Lombardi divennero un regno temibile e potente con il completo controllo del Nord Italia.
Ma la situazione era in continuo mutamento e nuovi eventi attendevano i milanesi
Situazione nel Nord Italia nel dicembre del 1161.
Un capitolo denso di avvenimenti ;)