La metrica latina

ironman1989.
00venerdì 4 giugno 2010 00:02
Anche se non è proprio storia militare ho un dubbio: (spero che ci sia qualche laureato in lettere classiche armato di buona volontà e mi risponda [SM=g27964] ): sto preparando l'esame di lingua latina e sto studiando la metrica e la lettura metrica di esametri e pentametri...ma la lettura metrica cos' come viene concepita oggi, con gli accenti quantitativi sulle arsi di ogni piede, non è sostanzialmente sbagliata? Non è una forzatura? Mi spiego meglio: sappiamo che la lingua latina (così come il greco e molte lingue indoeuropee) non aveva l'accento qualitativo (come in italiano e nelle lingue romanze: se trovo la parola casa la pronuncio càsa dando maggiore enfasi alla prima sillaba) ma quello quantitativo ( os= osso e os=bocca si distinguevano solo per la quantità della o, lunga o breve). Quindi una vocale lunga veniva pronunciata in un tempo doppio rispetto a una breve ma senza alcuna enfasi maggiore. Ora la lettura metrica che viene insegnata non va contro questo principio? L'italiano come le lingue romanze ha perso la sensibilità a riconoscere sillabe lunghe e brevi (e lo testimonia già Agostino fin dal V sec d.C.) quindi non potremo mai sapere qual era la pronuncia effettiva dei latini perchè il nostro accento è radicalmente diverso: quindi ha senso una lettura di questo tipo? Una lettura che viene anche criticata da alcuni studiosi proprio per la forzatura che fa...
Il Cavaliere Verde
00venerdì 4 giugno 2010 00:13
Premetto che i miei sono ricordi di scuola (e di mio padre che insegna greco e latino...), ma ti posso confermare che hai ragione tu: gli accenti italiani non hanno nulla a che vedere con la metrica classica, che era più che altro un alternarsi di toni di voce (è come quando ripeti a memoria una poesia in italiano strafamosa, tipo 5 maggio, dopo un pò diventa una sorta di melodia: l'idea è quella)
Xostantinou
00venerdì 4 giugno 2010 00:47
Re:
ironman1989., 04/06/2010 0.02:

Anche se non è proprio storia militare ho un dubbio: (spero che ci sia qualche laureato in lettere classiche armato di buona volontà e mi risponda [SM=g27964] ): sto preparando l'esame di lingua latina e sto studiando la metrica e la lettura metrica di esametri e pentametri...ma la lettura metrica cos' come viene concepita oggi, con gli accenti quantitativi sulle arsi di ogni piede, non è sostanzialmente sbagliata? Non è una forzatura? Mi spiego meglio: sappiamo che la lingua latina (così come il greco e molte lingue indoeuropee) non aveva l'accento qualitativo (come in italiano e nelle lingue romanze: se trovo la parola casa la pronuncio càsa dando maggiore enfasi alla prima sillaba) ma quello quantitativo ( os= osso e os=bocca si distinguevano solo per la quantità della o, lunga o breve). Quindi una vocale lunga veniva pronunciata in un tempo doppio rispetto a una breve ma senza alcuna enfasi maggiore. Ora la lettura metrica che viene insegnata non va contro questo principio? L'italiano come le lingue romanze ha perso la sensibilità a riconoscere sillabe lunghe e brevi (e lo testimonia già Agostino fin dal V sec d.C.) quindi non potremo mai sapere qual era la pronuncia effettiva dei latini perchè il nostro accento è radicalmente diverso: quindi ha senso una lettura di questo tipo? Una lettura che viene anche criticata da alcuni studiosi proprio per la forzatura che fa...




ti sei già risposto da solo...aggiungo solo che il sistema metrico greco in particolare e latino sono comunque dovuti alla tradizione orale...insomma, tanto per fare un esempio l'Iliade non veniva "recitata" in maniera piatta come un monologo o una narrazione, veniva cantata, così come venivano cantate le saghe norrene dagli skaldi ancora nel IX° secolo d.C.
Siamo noi che, da quando abbiamo perduto la tradizione "bardica" abbiamo perso anche la capacità di comprendere un testo "musicato", basta guardare il testo di una canzone moderna che non ha nessuna indicazione sul come cantarlo...in fin dei conti dai bardi ai cantautori il passo è più breve di quanto si pensi, cambiano solo i testi [SM=g27960]
ironman1989.
00venerdì 4 giugno 2010 08:02
Si ma quello che non capisco è: perchè, sapendo in partenza che una lettura di questo tipo è sbagliata, si continua a insegnarla? Non sarebbe molto meglio non leggere i versi metricamente, evitando questa forzatura, visto che non possiamo ricostruire la esatta pronuncia latina?
Il Cavaliere Verde
00venerdì 4 giugno 2010 08:06
E' un modo convenzionale per dare una scansione ritmica a noi comprensibile più vicina possibile all'originale. D'altronde nemmeno la lettura scolastica del latino e del greco sono corrette, ma solo frutto di bastardizzazioni successive.
ironman1989.
00venerdì 4 giugno 2010 08:07
Si, infatti per questo si cerca di usare la restituta, sostituendo la pronuncia ecclesiastica...
Il Cavaliere Verde
00venerdì 4 giugno 2010 08:50
Re:
ironman1989., 04/06/2010 8.07:

Si, infatti per questo si cerca di usare la restituta, sostituendo la pronuncia ecclesiastica...




Ma anche quella è una convenzione, non siamo sicuri della pronuncia corretta...
Xostantinou
00venerdì 4 giugno 2010 09:09
il nostro latino deriva da quello medievale, idem per il greco che deriva da quello bizantino...le sfumature delle pronunce antiche sono perdute...
Keirosophos
00venerdì 4 giugno 2010 13:56
Xostantinou se non sbaglio la pronuncia bizantina legge eta e usplilon "i" (insieme ad altre varianti) ma davvero anticamente si pronunciava la eta "e" e la uspilon "u(francese)" ?
Xostantinou
00venerdì 4 giugno 2010 14:09
si...io anche in greco moderno pronuncio sempre e ed u francese, con grande ilarità degli interlocutori greci...
Keirosophos
00venerdì 4 giugno 2010 14:17

Xostantinou, 04/06/2010 14.09:

si...io anche in greco moderno pronuncio sempre e ed u francese, con grande ilarità degli interlocutori greci...


[SM=g27964]
allora aspettati una prossima domanda sui cambiamenti fonetici del greco [SM=g27964]
ironman1989.
00venerdì 4 giugno 2010 15:10
Si questo l'ho studiato in lingua greca: la eta si leggeva e (lunga) in età classica, mentre in età bizantina si leggeva i...
Keirosophos
00venerdì 4 giugno 2010 16:24
No ma questo lo sapevo volevo sapere se veramente era così anticamente o era solo un compromesso....però sulla eta ero abbastanza sicuro che in età classica si leggesse "e" perchè confrontando la traslitterazione latina di parole greche si vedeva come la eta fosse traslitterata in "e", mentre sulla upsilon avevo qualche dubbio, perchè la y latina ce la fanno leggere "i" [SM=g27963]

ironman1989.
00venerdì 4 giugno 2010 18:03
La fanno leggere i con la pronuncia ecclesiastica che si è imposta in italia....negli altri stati si usa la restituta e la u si legge come la u tedesca con la dieresi...altre caratteristiche della restituta sono la pronuncia di c e g anche davanti a i con suono gutturale (Caesar si legge Kaesar e vici si legge vichi)...
Keirosophos
00venerdì 4 giugno 2010 21:56
Penso che questa sia più vicina alla pronuncia originale, anche perchè la pronuncia latina sarebbe più vicina a quella greca... comunque a scuola fanno usare una pronuncia "mista" ad esempio ὕδωρ (acqua) lo leggo udor (u francese...non riesco a mettere la dieresi), chissà perchè... ma di sicuro non è restituta perchè vici ce lo fanno leggere "vici"
ironman1989.
00venerdì 4 giugno 2010 22:21
La restituta è per il latino non per il greco...che tu legga udor come iudor è normale...in latino vici (pronunciato vici è pronuncia ecclesiastica) mentre vici pronunciato vichi è restituta...
Keirosophos
00venerdì 4 giugno 2010 23:20
Scusami, avevo fatto un po' di confusione...ma perchè allora in Italia si usa la pronuncia ecclesiastica?
ironman1989.
00venerdì 4 giugno 2010 23:26
Perchè è la pronunca del latino impostasi durante il medioevo: sai benissimo quanto sia tradizionalista la chiesa e quest'uso è rimasto fino a oggi. La restituta nasce invece in ambiente tedesco molto dopo.
Keirosophos
00venerdì 4 giugno 2010 23:38
Capisco....poi magari approfondisco l'argomento
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