[IMG]http://i39.tinypic.com/25p68zl.png[/IMG]
Possano la benedizione del Signore Onnipotente e la Sua sacra verità accompagnare i Re Nostri fratelli nella comune fede in Cristo, così come tutti gli emiri musulmani et il Basileus dei romei.
Noi, Luigi, settimo del Nostro nome, per grazia di Dio nuovo Re di Francia, scriviamo questa missiva di Nostro pugno, indirizzandola a tutti i Sovrani e Signori del mondo, i quali salutiamo con intento fraterno e vivo rispetto.
Scriviamo per annunciare la Nostra successione al Trono. I nobili Pari di Francia, riconoscendo i Nostri diritti dinastici, hanno prestato giuramento di sudditanza e lealtà. E nella Cattedrale di Nostra Signora di Reims, dalle sacre mani dell'Arcivescovo, abbiamo ricevuto la Corona di Francia e l'unzione con l'olio della Santa Ampolla.
Il Nostro amato Predecessore al Trono, Dio lo abbia in gloria, ha terminato il corso della Sua vita mortale, richiamato da Nostro Signore presso di Sé a godere della pace celeste. Ci inchiniamo in grato riconoscimento al fulgore del Suo esempio nel governare rettamente, nel far prosperare le Nostre genti e nel condurre da guida esperta ed amorevole la Francia attraverso le perigliosità di questi nostri tempi. A Lui guarderemo sempre con sommo rispetto e rivolgeremo le Nostre preghiere, affinché possa intercedere per Noi presso la Santa Vergine e garantire che anche solo una piccola misura della Sua saggezza possa discendere pure su di Noi che ora siamo chiamati a governare.
Essendo Noi non avvezzi alle cose del governo e del potere et essendo stati lontani dai consigli dei potenti nei quali le decisioni sugli assi del mondo vengono prese, così come lontani siamo stati dalle Nostre terre, chiediamo venia a Dio per primo e per secondi ai Signori e Sovrani delle terre per la Nostra inesperienza. Tuttavia siamo fermi nel proposito di diventare una guida capace ed attenta, se non al pari di come lo fu il Nostro Predecessore, almeno al Suo esempio avvicinandoci, e siamo aperti a coloro che, con spirito fraterno, vorranno offrirci il loro consiglio.
Al momento presente, essendo appena succeduti al Trono di Francia, ci stiamo adoperando per conoscere i dettagli della situazione in cui versa il Nostro Regno e quale sia il concreto lascito che il Nostro riverito Predecessore ci ha tramandato, con l'intento di approntare alcune misure affinché la transizione sia consolidata et il Nostro dominio saldo e stabile. Presto emaneremo alcune leggi che riteniamo indispensabili per la sicurezza e la prosperità del Nostro popolo. E siccome in una transizione come questa vige sempre confusione e disordine, vogliamo Noi fare discernimento et ordine, in particolar modo per quanto riguarda i Nostri rapporti con i Signori stranieri. Per tale ragione, abbiamo irrevocabilmente deciso che tutti i trattati e i patti stipulati con il Regno di Francia precedentemente alla Nostra ascesa non saranno da Noi considerati validi né riconosciuti come tali.
Nonostante questa Nostra drastica decisione, riteniamo a ragion veduta che nel novero di codesti vecchi trattati et accordi possano essercene molti che hanno facoltà di giovare ancora e tanto al Nostro Regno, così come possono essercene molti scaturiti da giuste e valevoli cause la cui osservanza meriterebbe di essere continuata. Pertanto invitiamo, nell'anno che segue, i Signori stranieri a farsi avanti e a conferire con Noi qualora ritengano che un accordo, di qualsiasi tipo, precedentemente stipulato tra Loro et il Regno di Francia debba continuare a sussistere e debba da Noi essere rinnovato.
Rivolgiamo codesto invito in particolar modo ai Nostri alleati di vecchia data che, riteniamo, sono coloro che più di tutti hanno diritto ad avere la concreta possibilità che gli antichi vincoli di amicizia vivano nuovamente e su di essi si possa fare ancora affidamento. Dal canto Nostro, infatti, non vediamo perché così non possa essere.
Parimenti, rivolgiamo a tutti l'invito a non avere esitazione sin dal principio nel rivolgersi a Noi per qualsiasi trattativa diplomatica che vogliano portare avanti: le porte della Corte del Re resteranno sempre aperte per i fratelli cristiani così come per i romei et i musulmani.
Coloro che ci sono nemici e contro cui le spade sono state levate sappiano altresì che Noi non saremo meno fermi e determinati nel condurre e combattere le guerre di come lo fu il Nostro Predecessore. Ma sappiano pure che questa Nostra successione potrebbe essere l'occasione propizia per cessare le ostilità in corso, stipulare una tregua e ricomporre i legami della pace, cosa massimamente gradita ai celesti occhi del Signore Misericordioso. Anche costoro infatti troveranno in Noi un interlocutore ben disposto et attento.
Con la devozione e l'umiltà che bisogna portare al cospetto divino, ci accingiamo a governare il Regno di Francia, sicuri che il fardello della Nostra autorità ci proviene da Dio Nostro Padre e che il domani si dispiegherà secondo la Sua volontà.
Possa la Beata Vergine Maria preservare i Signori e i Sovrani del mondo da ogni male et anche vegliare su di Noi.
In fede e verità,
Luigi VII di Francia
Parigi, anno Domini 1176