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CAPITOLO 1

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La Terra Santa era ormai in mano Cristiana da oltre mezzo secolo, ma il territorio crociato altro non era che una labile striscia di terra lunga circa 700 km e larga poche decine circondata da saraceni nemici avidi di vendetta.
Ad ovest il Mediterraneo costringeva i Latini ad una solitudine forzata che rendeva i nobili baroni uniti e solidali nel soccorso reciproco e coordinati negli attacchi contro gli avamposti nemici.
A nord del regno la città ribelle di Adana, che era la porta per il ricco Libano e la Siria, oltre i barbari Selgiuchidi.
A sud i Fatimidi d’Egitto erano forse i nemici più carichi di risentimento per le vittorie crociate che avevano sottratto loro la città Santa di Gerusalemme.
Ad Est c’erano però i nemici più insidiosi i Siriani con il comandante più pericoloso di tutti Nur-haddin.

Baldovino III , Re di Gerusalemme, giovane e aitante cavaliere governava con grande saggezza i baroni crociati.

La labile pace andava mantenuta, era necessaria per rafforzare l’esercito e proteggere meglio le ricche città.
Adana, avrebbe garantito un nord coperto, poiché la più grande città del Regno: Antiochia non poteva confinare con due tremendi nemici contemporaneamente.
Il Papa scrisse al giovane re e promise rinforzi in caso della presa di Adana
Il consiglio si riunì e decise: Adana andava presa .
Jocelin visconte di Edessa conte senza contea, guidava l’esercita.
Sei mesi si assedio, furono costruiti una torre delle scale e un’ariete, per attaccare su tre fronti la forte guarnigione ribelle.


Lo zoccolo duro della nostra formazione era la fanteria pesante, proveniente da Acri da Antiochia, dall’ordine dell’Ospedale dio S. Giovanni

Anche alcunii pellegrini giunti da varie parti d’Europa presero parte all’assalto


Arroccati sulle mura poderose ,la forte guarnigione si preparava allo scontro


Si attaccò su 3 fronti , mentre gli arceri avrebbero cercato di impegnare il nemico dalla distanza.





Ma purtroppo i pellegrini, che guidavano l’ariete furono soggetti ad attacchi violenti da parte dei ribelli e l’ariete andò perduto, i superstiti vennero dirottati con gli ospitalieri sul lato sinistro della fortezza






I monaci guerrieri , ingaggiarono battaglia sulle mura, lo stesso fecero i fanti di Antiochia dalla torre





Le mura furono prese e il nemico ,su di esse, sterminato, l’esercito marciò trionfante verso il centro della città dove si era rifugiato il principe ribelle Toros II con i suoi cavalieri












Riorganizzati i ranghi i balestrieri aprirono lo scontro finale







Adana cadde la città saccheggiata e Antiochia resa più sicura.

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"Qual vantaggio infatti avrà l'uomo se guadagnerà il mondo intero, e poi perderà la propria anima? O che cosa l'uomo potrà dare in cambio della propria anima?"
Mt 16, 26