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Bc 5.1 full vh/vh
Luigi VIII inaugurò il suo regno con un tentativo di colpo di mano che, nelle intenzioni, avrebbe dovuto consegnargli immediatamente la città di Rouen; si nascose nei boschi, richiamando sotto le sue insegne quanti più uomini possibili, ed entro un anno lanciò un attacco a sorpresa contro i soldati inglesi che stazionavano fuori le mura occidentali della città.
Colse un grande successo, e sterminò gran parte della guarnigione accorsa in soccorso dei propri commilitoni, ma mancò l’obiettivo; i nemici sopravvissuti riuscirono a rifugiarsi in città e a prepararsi per l’estrema difesa.
Costretto a cingere l’assedio, fu raggiunto da un messo pontificio che gli intimò di cessare subito le ostilità, pena la scomunica.
Là dove ogni altro regnante avrebbe desistito, Luigi perseverò, e Rouen fu sua la stagione seguente.
Siffatta sfida all’autorità ecclesiastica poteva parer follia, ma troppo era il desio di iniziar la liberazione della terra di Francia, senza concedere al nemico tempo di riorganizzarsi; contava, inoltre, sulla impreparazione bellica dei confinanti, e sulle buone relazioni che andava tessendo.
Pria di cogliere il frutto del successo, si era assicurato tranquillità ad oriente alleandosi con l’Impero; analogo patto stipulò poi coi Casigliani, cui era imparentato per matrimonio, guadagnandone in sicurtà sull’opposto fronte.
Una flottiglia donatagli dai nobili del regno gli consentì presto di portare l’attacco oltre Manica, cingendo d’assedio il castello di Winchester; l’impresa fu più ardua del previsto, in quanto il nemico riuscì a radunare gran copia di mercenari; ma ei fece lo stesso, e lo annientò totalmente quando osò tentare di sloggiarlo con sortita. E fu poi da tale comodo castello che, ripetendo con miglior successo quanto già tentato a Rouen, riuscì a catturare pure Exeter.
I nobili del regno ora reclamavano la cattura di Gand, ma il re non se la diede per inteso; il prossimo colpo lo voleva portare a Londra, non appena fosse riuscito ad aggregare all’armata una balista.
Pria che ciò fosse possibile, le armi di Francia ebbero a soccorrere Parigi ed Exeter, per due volte ciascuna, ma infine tutto fu pronto.
Gli inglesi tentarono di distoglierlo da suoi propositi minacciando, ad un tempo, Exeter, Rouen e Winchester, ma ei preferì lasciarli fare; fu così che perse le due città mentre catturava la loro capitale, mentre la debole guarnigione del castello riuscì a stroncare le loro velleità di riconquista.
Dopo la presa di Londra, Luigi si degnò di accontentare i suoi consiglieri catturando pure Gand (ove sostenne la sua battaglia più sanguinosa), col che ricevette in omaggio quattro catapulte. Due di queste furono tosto imbarcate con la piccola armata del principe Roberto che, profittando dell’assedio scozzese a York, piombò sul poco difeso castello di Nottingham e lo fece suo.
Essendosi nel frattempo stipulati patti d’alleanza pure con gli higlanders, si considerò l’ipotesi di aiutarli nella loro impresa col parco di artiglieria; ma la scelta finale fu altra, e più felice.
Mossosi con le altre due catapulte, e ogni uomo atto a seguirlo, re Luigi di nuovo portò l’attacco a Rouen; nella difesa della città cadde l’ultimo monarca inglese e ciò, nell’anno del signore 1168, portò alla definitiva scomparsa del suo casato.
Un anno dopo Robert riconquistava Exeter, e abbandonava definitivamente l’isola lasciandovi solo guarnigioni di due compagnie; altro non serviva in una terra che, salvo gli affari di tre floride imprese di mercatura, avrebbe visto sol lo scontro fra scozzesi, ribelli inglesi e cittadine ancora indipendenti.
Nell’estate del 1170 Robert catturò la città indipendente di Brest, ottenendo al tesoro reale una elargizione di 5000 fiorini; ora il solido regno della Francia settentrionale poteva mettere in cantiere opere di rilievo, e pensare seriamente alla conquista del meridione.
Avea, però, da pensare anche alla scomunica; sussisteva vaga speranza che questa potesse aver termine con il futuro decesso dell’ormai anziano pontefice, ma paria meglio tentare al più presto una qualche riconciliazione col soglio di Pietro.