Ultimo aggiornamento prima delle meritate vacanze! Ci si risente poi a fine Agosto!
Capitolo 7: Full metal jacket
Le ultime conquiste, specialmente la fortezza di
Ar rakkah, avevano portato interessanti novità per gli armamenti dell’esercito. La cittadella infatti era una vera e propria macchina da guerra, organizzata per l’addestramento di truppe militari e per forgiare armi di ottima qualità, i fabbri locali, molto esperti, erano stati risparmiati così come numerosi mercenari che oro erano obbligati ad arruolarsi sotto la bandiera turca. Carovane dall’oriente sostate in città avevano addirittura portato con se possenti elefanti utilizzabili in battaglia, questi elefanti venivano cavalcati con delle portantine da addestratori esperti che dall’alto del dorso dell’animale utilizzavano una strana canna che emetteva un boato terrificante e scagliava morte sul nemico, una cosa mai vista e tremendamente efficace, al punto che i più saggi del regno iniziarono a studiare questo fenomeno.
E così, con l’esercito rinforzato e riposati, si fece marcia verso l’altrettanto temibile fortezza di
Dayr Az Zawr, il cui nome impronunciabile incuteva non poco timore fra le fila dei guerrieri turchi. L’assedio venne posto in tutta fretta vicino all’argine del fiume per evitare ulteriori rinforzi alla cittadella.
Da nord giungevano notizie della conquista di
Saqsin da parte del popolo Mongolo, quella terribile orda stava mietendo le sue prime vittime, ed erano già migliaia.
Ora, come ricorderete, la
Sira era completamente allo sbando. Solo poche guarnigioni difendevano le città ad est mentre l’esercito restante era impegnato a difendere
Costantinopoli e più a sud, il castello di
Kerak. Di conseguenza per le armate turche fu quasi una passeggiata marciare costantemente verso Est. Dayr Az Zawr cadde di li a poco mentre un'altra armata raggiunse
Baghdad che era difesa soltanto da un manipolo di Imam devoti alla causa Siriana. L’esercito entrò in città sterminando il clero locale e sostituendolo con uno nuovo fedele al sultanato. Inoltre in tutta la zona i mercanti pretesero il monopolio delle risorse, ed ora se il vanitoso re Francese avesse voluto uno specchio in avorio per guardare quanto era bello, avrebbe dovuto comperarlo made in Turkey.
Prendere la città di
Mosul, poco più a Ovest di Baghdad, ebbe qualche lieve complicazione. La città era la nuova capitale Siriana e le due armate turche non fecero altro che convergere per sferrare un assalto ma l’esercito nemico li aspettava fuori delle mura per affrontarsi in campo aperto di modo da sfruttare al meglio la loro numerosa cavaleria. Al comando degli eserciti turchi c’era
Qansawh, erede di fazione già famoso per la conquista di Ar Rakkah. Egli dispose tutta la fanteria su un altura difendendola da ogni lato, al centro posizionò arcieri e giavellottisti mentre per tutta la piana i cavalleggeri avrebbero dovuto far strage di nemici. Il piano funzionò, la cavalleria nemica fu costretta a raggrupparsi vicina al colle per colpire e anche se le perdite furono molte, fu possibile un costante contrattacco che terminò con la carica della fanteria nemica in una sanguinosa mischia. Alla fine della giornata, le armate Siriane in fuga venivano inseguite fin dentro le mura di Mosul e anche questa era fatta!
Mentre ad Est la conquista era compiuta, dopo quattro lunghi anni di assedio anche la popolazione di
Acre si arrese alla fame e il capitano al comando dell’esercito, potè razziare in santa pace la fortezza riportando alla luce un'altra importante reliquia sacra, un pelo della barba di Maometto!
Proprio in quegli anni, nella fortezza di
Kayseri, era stata completata una grande Moschea completa di minareti e soprattutto reliquiari. Le varie reliquie ritrovate in questi anni, furono portate al sicuro qui e custodite gelosamente. Ogni anno centinaia o migliaia di pellegrini musulmani si recavano in questo tempio della fede e questo migliorava non di poco l’economia locale.
C’era solo più una cosa da fare per terminare la conquista di questa parte di mondo, conquistare
Urfa. In questi anni di tranquillità dopo la crociata, la città si era pesantemente rinforzata e addirittura l’imperatore del Sacro Romano Impero,
Enrico II colui che portò alla vittoria la crociata, era di stanza in città per amministrare la difesa prima di ritornare in patria. Quansawh decise lo stesso di attaccare nonostante l’esercito nemico fosse più numeroso. Aspettò al confine che l’esercito uscisse per pattugliare le strade e marciò per attaccare. Prese questa idea dal recente attacco della Sira effettuato in questo modo, dopo tutto anche lui disponeva di forti arcieri a cavallo e ora aveva anche degli elefanti!
La battaglia fu terrificante come si può vedere dal resoconto poi scritto dagli eruditi. La tattica funzionò a meraviglia e la cavalleria fu manovrata con grande maestria. Nemmeno le cariche della cavalleria pesante guidate dallo stesso imperatore poterono nulla contro l’agile schieramento turco. Grandi perdite furono inflitte dagli elefanti che terrorizzarono con il boato di quelle canne tonanti le file nemici e schiacciavano sotto il loro peso le più resistenti armature imperiali. La vittoria fu schiacciante!
Urfa era conquistata e l’imperatore imprigionato, un emissario si recò in Europa a richiedere il riscatto dell’imperatore ma la cosa si mantenne segreta e l’erede, nonchè nuovo imperatore, non era dell’idea di pagare. Venne deciso così di siglare la pace ed Enrico II dopo un periodo di lavoro nelle stalle, venne giustiziato.
Dopo tutte queste conquiste e vittorie, giunse una triste notizia. Era infatti morto
Kasim il grande sultano. Come già anticipato, l’erede al trono era proprio Qansawh il conquistatore. Egli non era però dell’idea di fare passare il suo tempo da sultano in pace. Era bramoso di gloria e potere e quindi ordinò un massiccio reclutamento di esperti soldati. Le armate pesanti furono reclutate nelle nuove e fiammanti fortezze di Ar Rakkah e Dar Az Zawr mentre la cavalleria leggera veniva addestrata in tutti i castelli limitrofi, in questo modo in poco tempo vennero creati quattro grossi eserciti.
Uno di questi eserciti iniziò la marcia verso Sud, verso la città santa di
Medina, una marcia attraverso il deserto lenta e molto dura. Le restanti quattro armate, equipaggiatissime e molto addestrate, giunsero sulle coste vicino ad Antiochie e salparono a bordo di una grande flotta anch’essa costruita a tempo record.
Il piano di Qansawh era diabolico, dichiarare guerra all’impero Bizantino che da poco aveva terminato la guerra con la Siria rendendolo uno stato vassallo piegandolo al suo volere. Una flotta avrebbe attaccato l’isola di Cipro e la sua città principale,
Leukosia. Le altre due armate sarebbero poi sbarcate a Creta per assediare
Chandax. Nel frattempo altre imbarcazioni avrebbero portato milizie nelle due isole appena conquistate dando modo così alle tre armate di ricongiungersi e abbattersi con grande violenza nei territori dell’antica Grecia per sfidare la potenza dell’impero!
Nel frattempo continuava l’assedio di
Gerusalemme da parte dell’Egitto che aveva deciso di prendere per fame la difesissima città santa, mentre a
Nikaia venne stanziato un altro grande esercito per difendere un eventuale attacco da parte della Sira ora che non aveva da che temere dai loro nuovi padroni. Solo il tempo avrebbe dato ragione al vincitore di questa nuova grande guerra…
Questo capitolo insegna come caricare dieci elefanti su un sambuco.
P.S.
Devo dire che il collasso della Siria non è stato così semplice come descritto, in realtà ci sono state decine di battaglie con botte da orbi per raggiungere le città poi sguarnite, ora vedremo come va in Grecia...
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