Diciamo che entrambe queste ricostruzioni (intendo quella che ho esposto io e la tua) si intrecciano, certamente il ruolo politico dei papi su questo punto fu notevole e spesso nascondeva o era palese l'intento di far uscire di scena un antagonista. La concessione di potere temporale al papa venne quasi da subito snaturata avanzando la pretesa ad un dominio temporale sullo stampo dei regni del periodo.
D'altro canto per tutta l'età medievale (persino sotto il tanto osteggiato Bonifacio VIII, che non era certo uno stinco di santo) l'interesse preminente dei papi fu quello di garantire l'indipendenza della Chiesa come principio basilare per garantirne la funzione di guida spirituale della cristianità. L'episodio (leggendario o vero che sia) dello "schiaffo di Anagni" si basa proprio su questo, tant'è che non appena il papato mollò su questo punto si arrivò alla cattività avignonese.
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"Lasciate che i miei eserciti siano le rocce, gli alberi e i pennuti nel cielo", Carlo Magno