Il Cavaliere Verde, 03/03/2012 00.06:
Concordo in pieno con quanto dici!
Secondo me a questo punto la questione si può porre in questi termini: ha senso parlare di "romanità" finchè, anche in un contesto di assimilazione di elementi esterni, gli elementi più propriamente originari della stessa rimangono prevalenti. A mio modo di vedere all'interno dell'Impero bizantino col tempo furono gli elementi esterni che possiamo chiamare "greci" a prendere il sopravvento e a dar vita ad una civiltà del tutto nuova ed originale, ma non più "romana" in senso pieno.
Penso che così la cosa sia più chiara e che sulla prima parte possiamo essere tutti d'accordo, il punto di discrimine sta nella seconda ;)
Questa è quella che chiamo una discussione costruttiva: magari ognuno rimane legato alle proprie posizioni, ma è comunque occasione di confronto e maturazione!
mmmm , così il tuo pensiero è sicuramente più chiaro .
Personalmente non lo condivido , e ti spiego il perchè , Roma ancor prima di diventare impero subisce una fortissima influenza da parte della cultura greca , la romanità che di solito si intende (quella del I secolo AC e del I DC ) è già una romanità fortemente "grecizzata" , quindi più che cultura romana dovremmo chiamarla cultura greco-romana , nei secoli questo ibrido viene influenzato dalla cultura persiana e da quelle barbare , però il suo nucleo rimane sempre greco-romano , ancora nel X secolo si possono vedere forti analogie fra la cultura bizantina e quella greco-romana , certamente ci sono state nuove assimilazioni e anche notevoli evoluzioni, però lo zoccolo duro su cui si sorregge la cultura romea rimane comunque il pensiero greco-romano, e questo perchè nella maggiorparte dei casi le assimilazioni arricchiscono la cultura greco-romana , senza mai sovrastarla .
Almeno questa è la mia opinione.