Ladislao I Angioino-Durazzo detto "Il Magnanimo Vernacchio" .
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NARRATORE: Si muove nel suo regale letto preso forse da un incubo mattutino, il fruscio delle lensuola è incessante come uno strano gorgoglio. Ladislao I Angioino-Durazzo sogna grandi battaglie, legendari duelli, spade rosse del sangue dei vinti, mura frantumate da possenti trabucchi. Si muove nel suo regale letto fin quando...
ASCHEBERGO: Maestade, Svegliatevi!!
NARRATORE: L'agitato, però non risponde, assorto dalle magie del reame di Orfeo.
A: Maestade scetatevi, che è fatto tarde!! E mo come faz', mannaggia! Sire la cità è presa d'assalto dagli aragonesi. Niente! La Vostra illustrissima sorella chè abbonda di paggi e ciambellani, è stata mangiata da un mostro a tre, no! nove teste. Manco pe lo maschio angioino!
N: Forse per dileggio, verso il servo irriguardoso, o forse per un inconscio e fulmineo istintivo di difesa, da sotto le coperte montò un infame puzzo. Povero servo non potè far nulla se non svenire dopo un farfuglio...
A: PELAMaron...!!!
N: Il gran Rè di Napoli, Gerusalemme e Sicilia, Conte di Provenza e Forcalquier, già pretendente al trono di Ungheria, apri gl'occhi...
Intanto fuori dal Castrum Novum una bolgia di soldati aspettavano sotto un sole opprimente, l'aria era tesa...
SOLDATO DELLA TERZA LEGIO NAPOLI: Che cavere. Capoddozio. CAPODDOZIO!
CAPODDOZIO: Che d'è?
SOLDATO DELLA TERZA LEGIO NAPOLI: Che facim' è quas'ora 'nde sgufì. Lo principale non se face verè. Chiro 'petomane assassino' ce lascia a biascicà dalle intemperie. Avimm' pigliato lo Principato Ultrà (Benevento), la Capitanata (Foggia), la Terra di Bari e la Calavria Citra (Cosenza) e chisto non se degna manco...
CAPODDOZIO: BESTIA IASTEMMATRICE! T'aggia 'nzerra ch'era vocca. Come ausàsti pigliàrti sta licenza. Lo regnante adda fà cose chiù 'mportante della vita tua!
SOLDATO DELLA TERZA LEGIO NAPOLI: Zoè?
CAPODDOZIO: Lo re che 'nc'è padre a tutti, si pacificò cu li aragunesi e dette voce al figlio suo di arrivà a Napule. U' Principe di Taranto e Capitaneus dello regno. Tu però non avrai altro da intede pecchè mò te sguarro la faccia...
N: Mentre nella piazza infuria un disordinato parapiglia, nell'ombra della gran porta del Maschio, si intravedono due figure a cavallo che avanzano, anche se nascoste, il naso del primo non lascia dubbi, Ladislao I Angiò è in armi!
L: Tutto approntato Aschebergo?
A: Si, illustrissima e grandiosa maestade.
N: Il parapiglia, trasformatosi in tumulto perde di intensità e scema definitivamente alla sola presenza del Durazzo. Quel che segue è il confuso riordino delle schiere da parte dei capoddozi. Mantenere una decente disciplina in un esercito è un dato per quanto scontato è fondamentale, esso 'consiste nel ridurre la conduzione della guerra a un complesso di regole e a un sistema di procedure, e pertanto nel rendere ordinato e razionale ciò che è essenzialmente caotico e pulsionale' (John Keegan).
Suonarono le tombe è l'attenzione di tutti fu per Lui, parlò con voce calma ma profonda.
L: Ggente nnapulitana,
non si dica mai che offennerò iddio.
Marceremo int' a terre fureste,
pussesso di un'ianco Satana.
Io acciress' lo mio bandieraio,
se lassas' chelle aneme oneste.
Io gloria non ne voglio,
so' mudesto lo riconosco.
Ma non posso perde l'orgoglio,
e lassà Roma ad un papa losco.
N: Le rime del Magnanimo gelarono la folla di soldati e attendenti. Il Re di Napoli, Gerusalemme e Sicilia, Conte di Provenza e Forcalquier, già pretendente altrono di Ungheria, voleva impossessarsi dei domini di San Pietro... per la terza volta!
Gli sguardi costernati durarono per tutto il giorno e per tutti i preparativi del viaggio.
L: Aschebergo, all'inizio della campagna le mmura delle cità non so' onestamente difese, li eserciti sono poco numerosi, e nessuno pote proclamare una crociata contro a 'nnuie. L'omini son poco armati, e usanno li trabucchi l'attacco ad una cità è immediato. Aschebergo hai capito che bello marcangegno che aggio trovato pe' impossessarmi delle sante Terre?
N: Il povero paggio non potè che farfugliare benevolenze e lodi al suo signore.
Martino V non sà cosa lo aspetta.
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"Odiare i mascalzoni è cosa nobile" (Quintiliano)
Memento Capaci, Via D'Amelio.
Memento le parole di persone che non ho conosciuto.