Medieval 2 Total War
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La Calata dai Mongoli

Ultimo Aggiornamento: 26/05/2009 10:20
22/02/2009 18:49
 
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davie, 22/02/2009 1.23:


Però non capisco a cosa ti riferisci esattamente quando dici che nel XII l'europa è uscita dal medioevo..puoi essere più preciso
[SM=x1140429]


La fine del Medioevo nel XIV e con l'inizio del Rinascimento è un'invenzione, appunto, rinascimentale. Cito un saggio che è un classico: Taluni vorrebbero abolire il termine rinascimento per il motivo che può suggerire, erroneamente, l’idea di un cambiamento improvviso e di una cultura quattrocentesca nuova, affatto originale e distinta. Ora, è indubbio che un rinascimento italiano, o comunque lo vogliamo chiamare, c’è stato, ma non fu il fenomeno straordinario e unico che si è voluto credere. Il contrasto di quella cultura con tutta la cultura precedente non fu affatto così netto come sembrò agli umanisti e come sembra ai loro seguaci moderni, se si pensa che lo stesso Medioevo conobbe risvegli intellettuali i cui fermenti non andarono perduti nei tempi successivi e la cui natura fu senz’altro molto vicina a quella del più famoso movimento quattrocentesco. (Haskins, La rinascita del XII secolo). Il Medioevo ha una data d'inizio e di fine, ma che in realtà sono soltanto frutto di pregiudizi e arbitrarietà successive. Con il XII secolo siamo già nel Rinascimento se vogliamo considerare obiettivamente il livello culturale europeo generale. A questo volevo alludere.



GlaucopideSophia1, 22/02/2009 17.42:


Devil 14.87 , ma scusa come puoi dire che i macedoni avevano un retroterra culturale più forte dei persiani ?
Il controllo dei territori non era un problema per i mongoli, questi oltre a devastare il più possibile erano soliti fare carneficine delle popolazioni, così da creare deserti nelle regioni conquistate, facili da controllare per la bassa presenza di popolazione.(ricordarsi Samarcanda o Baghdad)


I Macedoni si sono fatti veicolo della cultura greca, nei cui confronti vivevano in periferia, ma che si era imposta su di loro per un'evidente questione di prestigio. Alessandro per formazione era in tutto e per tutto greco, inutile ricordare che Aristotele ne fu tutore, seppure si discute quanta influenza ebbe. Anche Filippo prima di lui era vissuto lunghi anni in esilio in Grecia. Ammetto di non essermi mai posto in maniera decisa il problema delle reciproche influenze greco-macedoni, ma mi sembra che negli anni successivi all'espansione macedone sulla Grecia le due storie si compenetrano a tal punto che difficilmente si possono vedere delle civiltà diverse a confronto. Diciamo cultura greca o cultura greco-macedone non credo sia questo il problema. L'ellenismo dimostra che i persiani assorbirono molto, e generazione dopo generazione non credo la sola forza militare-politica giustifichi un tale adattamento.

Riguardo alle modalità di "controllo" un tale dominio fondato sul terrore francamente mi riesce difficile vederlo stabile. Anche soltanto per una questione di partecipazione, quanta potevano riceverne? E soprattutto, ritorno sul punto, su un impero tanto ampio? Per esempio quanto tempo ci poteva mettere un messaggero da una periferia al centro? Quanto un governatore a stabilirsi? Quanto per prendere e realizzare qualsiasi decisione? Ripeto, non sono esperto di storia asiatica, ma più che un impero quello mongolo mi sembra un castello di carta, pronto a crollare a qualsiasi colpo di vento, anche se poi in un attimo ne saltava fuori un altro bello alto.
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I lupi assetati di strage, i vichinghi passarono attraverso il fiume e non ebbero alcuna paura dell'acqua e portarono scudi sull'onde lucenti; venuti dal mare, ecco giungevano a terra con le loro picche. [...] Era giunto il momento della grande battaglia e della gloria, quando i mortali segnati dal destino devono rassegnarsi a cadere sul campo. E vi fu un grande clamore. I corvi volteggiavano e l'aquila, in attesa della preda. La terra risuonò, dalle mani le lance si staccarono rigide, acuminate dalla pietra dura, e con esse le frecce volarono taglienti, archi sempre occupati, e gli scudi pronti a ricevere l'urto, a mordere le punte.
[Anonimo, La battaglia di Maldon (991)]
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