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I Bizantini...moderni?

Ultimo Aggiornamento: 01/08/2010 11:09
03/04/2009 21:45
 
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Difatti di wiki non ci si può fidare, mai una volta che dica una cosa vera, l' ultimo imperatore morì in esilio in puglia, esiste ancora la chiesa e il palazzo che fece costruire lì, i paleologhi si sono estinti, i comneni no, forse sono questi a cui ti riferisci.




"Quando ti senti eccezionalmente lucido, entusiasta, forte, quando ti senti in cima al mondo, capace di spostare le montagne, connesso al tuo sogno, all ' ideale, allora sai che hai il sole in tasca" S.B.
03/04/2009 21:55
 
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Addirittura i Comneni non si sono ancora estinti? Incredibile....
03/04/2009 23:13
 
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però è vero che una delle figlie dell'ultimo imperatore andò in sposa allo czar di moscovia, da qui gli czar si ritenero eredi dell'impero e dell'ortodossia, assumendo anche l'aquila romana come simbolo
04/04/2009 00:37
 
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Re:
The Housekeeper, 03/04/2009 23.13:

però è vero che una delle figlie dell'ultimo imperatore andò in sposa allo czar di moscovia, da qui gli czar si ritenero eredi dell'impero e dell'ortodossia, assumendo anche l'aquila romana come simbolo




Si vero, ma nell' impero non non esisteva l' ereditarietà del potere, i vari imperatori dovettero trovare diversi espedienti, se no la scelta andava al senato, per questo motivo gli czar non avevano nessun diritto sul titolo ,inoltre un erore sfuggito ai russi fu che l' imperatore non sarebbe stato comunque lo czar ,ma la ragazza (questo secondo il diritto bizantino).




"Quando ti senti eccezionalmente lucido, entusiasta, forte, quando ti senti in cima al mondo, capace di spostare le montagne, connesso al tuo sogno, all ' ideale, allora sai che hai il sole in tasca" S.B.
06/04/2009 11:40
 
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Re: Re: Re:
Lan., 03/04/2009 20.14:



E' un museo dal 1934, Ataturk ne ha combinate di cotte e di crude ma sul suo credo riguardo la laicità della Turchia non gli si può dire nulla. [SM=g27963]




chiedo venia......ero convinto che fosse ancora una moschea..... ma se continua così lo ritornerà ad esserlo.











07/05/2009 05:00
 
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Perdonatemi se m'intrometto ma la questione per certi aspetti mi è molto cara. A mio avviso, benchè l'impero Bizantino sia ormai un lontano ricordo ha lasciato al mondo un patrimonio da non sottovalutare, prima di tutto il suo ricordo e non è poco giacchè tanti sono passati inosservati nella storia di questi millenni.
Non so chi di voi ha scritto che in Italia sarebbe impensabile sentirsi sabini, etruschi e quel che sia. Per quanto mi riguarda, dopo attenta osservazione ed altrettanta riflessione, l'Italia è l'emblema della discendenza delle varie signorie medievali e rinascimentali, basta vedere l'orgoglio di un romano per le proprie origini, oppure un Fiorentino e che dire dei Milanesi? Tutt'ora siamo divisi da differenze culturali non trascurabili, da dialetti stretti che spesso sono incomprensibili per i "forestieri" e soprattutto parliamo una lingua che se vogliamo è di appannaggio Fiorentino (Accademia della crusca, primo dizionario Italiano). Insomma, si parla tanto di evoluzione di passato che resta tale e tutto sommato invece ci ritroviamo ad essere sempre divisi dagli stessi preconcetti e dalle stesse divisioni che nemmeno cinque secoli fa erano ufficiali, mentre ora solo ufficiose.
E' risaputo che noi siamo una nazione solo sulla carta, a dispetto probabilmente del resto dell'europa, questo perchè noi dopo l'impero Romano abbiamo vissuto in maniera talmente frammentata che il medioevo non è ancora giunto al termine in questa penisola.
Tutto ciò per dire che l'influenza e la cultura tramandata da quei tempi "lontani", sono or ora il nostro pane quotidiano, la nostra realtà alla quale ci mascheriamo con un tricolore che per quello che possiamo credere non ci da mai la stessa emozione dell'emblema della nostra città.
17/05/2009 15:52
 
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un attimo, mettiamo i puntini sulle z, all'epoca del Profeta,(pbsl) come dice anche la Sura col medesimo nome, i Greci bizantini erano chiamati Romani (Rum) al punto che vi è come detto prima una Sura, che si chiama la Sura dei Rum (Romani) e che predice una vittoria bizantina che avverrà circa 10 anni dopo la rivelazione di essa.
[Modificato da Assad_al_Faris 17/05/2009 15:52]
Saad al-Faris

fazione principale: I Mori

[







(Combattete per la causa di Allah contro coloro che vi combattono, ma senza eccessi, ché Allah non ama coloro che eccedono.)
(Sura Al-Baqara, v.191)




26/05/2009 11:23
 
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Re:
Ric86, 07/05/2009 5.00:

Perdonatemi se m'intrometto ma la questione per certi aspetti mi è molto cara. A mio avviso, benchè l'impero Bizantino sia ormai un lontano ricordo ha lasciato al mondo un patrimonio da non sottovalutare, prima di tutto il suo ricordo e non è poco giacchè tanti sono passati inosservati nella storia di questi millenni.
Non so chi di voi ha scritto che in Italia sarebbe impensabile sentirsi sabini, etruschi e quel che sia. Per quanto mi riguarda, dopo attenta osservazione ed altrettanta riflessione, l'Italia è l'emblema della discendenza delle varie signorie medievali e rinascimentali, basta vedere l'orgoglio di un romano per le proprie origini, oppure un Fiorentino e che dire dei Milanesi? Tutt'ora siamo divisi da differenze culturali non trascurabili, da dialetti stretti che spesso sono incomprensibili per i "forestieri" e soprattutto parliamo una lingua che se vogliamo è di appannaggio Fiorentino (Accademia della crusca, primo dizionario Italiano). Insomma, si parla tanto di evoluzione di passato che resta tale e tutto sommato invece ci ritroviamo ad essere sempre divisi dagli stessi preconcetti e dalle stesse divisioni che nemmeno cinque secoli fa erano ufficiali, mentre ora solo ufficiose.
E' risaputo che noi siamo una nazione solo sulla carta, a dispetto probabilmente del resto dell'europa, questo perchè noi dopo l'impero Romano abbiamo vissuto in maniera talmente frammentata che il medioevo non è ancora giunto al termine in questa penisola.
Tutto ciò per dire che l'influenza e la cultura tramandata da quei tempi "lontani", sono or ora il nostro pane quotidiano, la nostra realtà alla quale ci mascheriamo con un tricolore che per quello che possiamo credere non ci da mai la stessa emozione dell'emblema della nostra città.




Esattamente, ed è lo stesso sentimento che anima i "greci di Istambul". Per quanto ne so la linea di sangue tanto Comnena che Paleologa è estinta (a meno che non vogliamo considerare il legame che si venne a creare con i marchesi del Monferrato e per questo strano gioco di intrecci dinastici si avrebbe la realizzazione proprio del sogno di Carlo Magno e di Federico barbarossa, visto che erede dei suddetti marchesi imparentati con i Paleologi sarebbe la Casa Imperial-Regia d'Asburgo-Lorena).
Indubbiamente sarebbe per me una cosa bellissima vedere di nuovo sventolare sul corno d'oro e dalla torre di Galata la bandiera rossa ed oro che continua ancor oggi a sventolare unicamente sui monasteri della Repubblica del Monte Athos, ma la vedo utopica...
Quoto alla grande i discorsi sulla politica degli equilibri di potenze che ha permesso la permanenza sul suolo europeo dei turchi...



------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Κωνσταντίνος ΙΑ’ Δραγάσης Παλαιολόγος,
Xρoνoκράτoρ και Koσμoκράτoρ
Ελέω Θεού Βασιλευς και Αυτοκράτορ των Ρωμαίων.





"Ci sono quattro grandi cause per cui vale la pena di morire: la Fede, la Patria, la Famiglia ed il Basileus. Ora voi dovete essere pronti a sacrificare la propria vita per queste cose, come d'altronde anch'io sono pronto al sacrifico della mia stessa vita.
So che l'ora è giunta, che il nemico della nostra fede ci minaccia con ogni mezzo...Affido a voi, al vostro valore, questa splendida e celebre città, patria nostra, regina d'ogni altra.
Miei signori, miei fratelli, miei figli, l'ultimo onore dei Cristiani è nelle nostre mani."

"Ed allora questo principe, degno dell'immortalità, si tolse le insegne imperiali e le gettò via e, come se fosse un semplice privato, con la spada in pugno si gettò nella mischia. Mentre combatteva valorosamente per non morire invendicato, fu infine ucciso e confuse il proprio corpo regale con le rovine della città e la caduta del suo regno.
Il mio signore e imperatore, di felice memoria, il signore Costantino, cadde ucciso, mentre io mi trovavo in quel momento non vicino a lui, ma in altra parte della città, per ordine suo, per compiervi un'ispezione: ahimè ahimè!."

"La sede dell'Impero Romano è Costantinopoli e colui che è e rimane Imperatore dei Romani è anche l'Imperatore di tutta la Terra."

"Re, io mi desterò dal mio sonno marmoreo,
E dal mio sepolcro mistico io ritornerò
Per spalancare la murata porta d'Oro;
E, vittorioso sopra i Califfi e gli Zar,
Dopo averli ricacciati oltre l'Albero della Mela Rossa,
Cercherò riposo sui miei antichi confini."

"Un Costantino la fondò, un Costantino la perse ed un Costantino la riprenderà”


31/07/2010 23:28
 
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Re: Re:
Xostantinou, 26/05/2009 11.23:




Esattamente, ed è lo stesso sentimento che anima i "greci di Istambul". Per quanto ne so la linea di sangue tanto Comnena che Paleologa è estinta (a meno che non vogliamo considerare il legame che si venne a creare con i marchesi del Monferrato e per questo strano gioco di intrecci dinastici si avrebbe la realizzazione proprio del sogno di Carlo Magno e di Federico barbarossa, visto che erede dei suddetti marchesi imparentati con i Paleologi sarebbe la Casa Imperial-Regia d'Asburgo-Lorena).
Indubbiamente sarebbe per me una cosa bellissima vedere di nuovo sventolare sul corno d'oro e dalla torre di Galata la bandiera rossa ed oro che continua ancor oggi a sventolare unicamente sui monasteri della Repubblica del Monte Athos, ma la vedo utopica...
Quoto alla grande i discorsi sulla politica degli equilibri di potenze che ha permesso la permanenza sul suolo europeo dei turchi...



a me fa rabbia ancora quando sento la frase "Meglio il turbante del sultano...." dubito che i romei fossero così miopi, tanto che per tutto il '400 cercarono di mettere in guardia i regni occidentali dal pericolo turco. Il bello di giocare a Medieval se non altro è quello che mi posso consolare con l'evento "Fazione eliminata: I Turchi" ahahaha [SM=x1140411]
01/08/2010 00:48
 
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Meglio il turbante turco della tiara latina...i romei non erano miopi e difatti preferivano il tutto sommato tollerante governo liberale al governo totalitario dei cattolici. Da Costantinopoli per molto tempo si cercò di scendere a compromessi con l'occidente pur di battere il comune nemico ottomano, perché i romèi sapevano bene cos'erano gli ottomani e quanto erano pericolosi, ma l'occidente non fece altro che approfittare della situazione per forzare Costantinopoli ad accettare la sottomissione al cattolicesimo e, de facto, passare semplicemente dal tutto sommato morbido vassallaggio ottomano ad un ben più oppressivo vassallaggio di qualche potenza europea. Di fronte a questa scelta i romèi scelsero l'unica via onorevole, combattere gli ottomani sino all'ultimo uomo e, una volta sconfitti, che i turchi si abbattessero pure sull'occidente, perché "chi è causa del suo mal pianga se stesso", loro li avevano avvertiti, se l'occidente non è stato lungimirante, cavoli suoi.

Comunque Comneni, Paleologi, non fa nessuna differenza, il titolo imperiale a Costantinopoli non era per nulla ereditario, quindi il concetto stesso di "dinastia legittima" è inconcepibile per i romèi...Basileus lo è chi viene incoronato dal Patriarca, quali siano le sue origini non ha importanza.



"SE BISANZIO FOSSE ANCORA IL CUORE DELL'EUROPA"
Quando l'Occidente è il peggior nemico di se stesso

di Nicola Zotti

Nel 1071 l'imperatore bizantino Romano IV veniva sconfitto a Manzikert, in Anatolia, dai turchi selgiucidi guidati da Alp Arslan: iniziava la lunga e lenta decadenza dell'Impero romano d'Oriente che sarebbe culminata con la caduta di Costantinopoli del 1453.
Se oggi a cavallo tra i Balcani e l'Asia Minore ci fosse uno stato cristiano, invece dell'attuale Turchia, questo stato parlerebbe greco, si chiamerebbe Bisanzio e l'Europa e il mondo sarebbero altri.
L'Europa sarebbe così radicalmente diversa che per quanti sforzi faccia la fantasia è possibile immaginare solo un'infima parte di tutte le possibili conseguenze.
Bisanzio è scomparsa. Quello che di lei rimane sono i riflessi grandiosi di un'Atlantide sommersa, segni indelebili di una grandezza che non sappiamo interpretare e capire.
L'aquila bifronte che guarda sia ad Occidente e sia ad Oriente non sarebbe stata usurpata come simbolo di altri imperi, ma sarebbe rimasta esclusiva della peculiarità bizantina.
Due secoli e mezzo cruciali per la storia d'Europa non sarebbero stati travagliati da feroci guerre per la sopravvivenza dell'Occidente, ma nella peggiore delle ipotesi da mere tensioni di confine.
Bisanzio, infatti, aveva una concezione strategica "conservativa" e non espansiva: le nuove conquiste erano costose in termini umani e finanziari e complicavano inutilmente la già laboriosa struttura amministrativa imperiale.
Più probabilmente, dunque, quella metà di Europa che gravita sul Mediterraneo orientale sarebbe stata per secoli un'area di prosperità e di pace.
Ci sarebbero oggi cento di milioni di cristiani ortodossi in più e altrettanti musulmani in meno e uno stato potente, prospero e ricco di cultura a cavallo di due continenti: un caso unico di ponte culturale, prima della Russia degli zar e con un'impostazione ben altrimenti universalista.
Uno stato erede diretto dell'Impero romano, il cuore profondo dell'occidente, capace su queste carismatiche radici di esercitare un'influenza profondissima sulla storia d'Europa e dell'Asia.
Avremmo avuto un Medioevo e un Rinascimento diversi, un'Europa centrale che sviluppa la propria identità culturale senza le guerre contro i turchi e persino una diversa esplorazione delle "indie occidentali".
Nel 1071 a Manzikert Bisanzio perse il fior fiore delle proprie truppe e il controllo dell'Anatolia, regione dalla quale venivano in gran parte reclutate: l'efficienza dello strumento militare di Costantinopoli perse da un giorno con l'altro la sapienza accumulata nei secoli, iniziando un degrado inarrestabile.
In quello stesso anno sempre i turchi selgiucidi conquistavano Gerusalemme strappandola al tollerante califfo fatimida: cominciava quella persecuzione dei pellegrini cristiani che avrebbe portato alle Crociate.
Con l'impero bizantino ancora all'apice della sua forza, la storia delle Crociate avrebbe avuto una diversa fortuna: i turchi non avrebbero potuto esercitare grandi pressioni da nord sui regni crociati e probabilmente gli stessi "franchi" non sarebbero passati dal territorio bizantino nel loro lungo viaggio verso Gerusalemme, con più di una conseguenza.
Chi non voleva arricchire Venezia e Genova avrebbe percorso altre strade, sulle orme, magari, della Crociata di re Sigurd I di Norvegia: primo sovrano europeo a mettere piede in Terra Santa dopo aver attraversato la Manica e circumnavigato la penisola iberica.
Con un maggiore sostegno dall'Europa e con i turchi affaccendati altrove, Baldovino re di Gerusalemme sarebbe riuscito a conquistare l'Egitto, cambiando probabilmente anche la storia dell'Africa.
Credo che avremmo avuto un Rinascimento profondamente diverso: alle guerre italiane avrebbe partecipato anche l'Impero bizantino, che avrebbe detto la sua anche nelle guerre di religione.
Tutta l'Europa dall'Adriatico al Mar Caspio ha conosciuto secoli di attriti contro i turchi, generando in questo processo tensioni violentissime: il diciannovenne indipendentista serbo Gavrilo Princip avrebbe sparato ad un erede di Bisanzio e non ad un Arciduca d'Austria e forse la Prima guerra mondiale sarebbe scoppiata per un altro motivo o con altre modalità: l'Austria-Ungheria avrebbe avuto anche Bisanzio oltre la Russia ai confini orientali e molte meno speranze di vincere.
Forse la Prima guerra mondiale non ci sarebbe nemmeno stata.
Certo la Jugoslavia e l'Albania avrebbero avuto un' omogeneità etnico-religiosa maggiore e quindi non avremmo conosciuto né le guerre balcaniche, né guerre jugoslave né la guerra del Kossovo.
Lo stesso impero Ottomano sarebbe risultato più omogeneo al suo interno, più compatto e controllabile: forse, quindi, niente "grande malato d'Oriente", nessuna dissoluzione e spartizione dopo la Prima Guerra Mondiale (alla quale comunque non avrebbe partecipato), nessuna questione irachena.
La scoperta dell'America avrebbe subito un rinvio di qualche decennio, perché questa fu accelerata e sostenuta proprio dai profughi della caduta di Costantinopoli, che vennero impiegati dai re cattolici come matematici e cartografi, utilizzando le finissime abilità logico-analitiche che avevano sviluppato in secoli perpetuazione delle conoscenze classiche.
Insomma avremmo conosciuto una colonizzazione delle Americhe diversa, perché con le vie dell'Oriente chiuse da Bisanzio e senza un turco da tenere a bada nel Mediterraneo, Venezia e Genova avrebbero forse trovato conveniente incamminarsi oltre le Colonne d'Ercole: e in Brasile oggi si parlerebbe l'italiano.
Ho fatto correre un po' la fantasia e lascio a voi proseguire con le congetture.
Invece a Manzikert i bizantini furono sconfitti dai turchi: non perché fossero più deboli o meno abili militarmente, ma perché noi occidentali esercitammo una delle attività che ci riescono meglio: il tradimento.
Perché il tradimento è la facoltà del libero arbitrio portata alle estreme conseguenze: è Lucifero che si ribella, Adamo ed Eva che condividono il frutto dell'albero della conoscenza del bene e del male, Prometeo che ruba il fuoco, Bruto e Cassio che pugnalano Cesare, Giuda che vende Cristo.
Il tradimento è più prosaicamente la capacità di formarsi un'opinione indipendente, di indagare liberamente sui propri interessi individuali anche quando sono in contrasto con quanto c'è di più sacro e intoccabile. La facoltà di scegliersi autonomamente amici e nemici, fedi, convinzioni, passioni.
Bisanzio, travagliata da continue guerre civili, da lotte intestine e fratricide era la patria del "libero arbitrio" e nel contempo la sua prima vittima.
Così l'Occidente già nell'800 si era diviso su una questione fondamentale come l'unicità dell'Impero con l'incoronazione ad imperatore di Carlo Magno, che indebolì sia l'Impero bizantino che la posizione interna al cristianesimo del patriarca di Costantinopoli a vantaggio di quella del Papa di Roma.
Un Occidente che all'epoca aveva da poco segnato i limiti di culmine dell'attacco concentrico dei Califfi arabi: nel 717-718 Costantinopoli aveva resistito all'assedio mussulmano e Carlo Martello, 14 anni dopo a Poitiers, aveva messo il secondo paletto (a mio giudizio meno importante del primo).
Nel 1041 i normanni espulsero bizantini dall'Italia e nel 1056 il grande scisma sancì la definitiva rottura tra la chiesa cattollica romana e la chiesa ortodossa.
Nel 1071 Romano fu vittima di una congiura alla quale partecipavano il suo luogotenente Andronico Ducas, che comandava le truppe della seconda linea a Manzikert, un altro comandante che agiva in copertura da minacce su un fianco e persino sua moglie.
Quando ancora il destino dell'esercito bizantino era in bilico, sul piatto della bilancia si pose decisivo il tradimento di Andronico che invece di sostenere il suo imperatore lo abbandonò alla sconfitta ritirandosi dal campo di battaglia.
Nel secolo seguente, ad impedire che Bisanzio si riprendesse e a dare una mano al successo finale dei turchi furono tra gli altri i veneziani.
Durante la Quarta Crociata, nel 1204, nonostante una scomunica papale, questi ultimi conquistarono Costantinopoli, che venne assediata, presa e saccheggiata due secoli e mezzo prima che lo facessero i Turchi.
Solo nel 1261 i bizantini riuscirono a reimpadronirsi di Costantinopoli, ma il tempo perduto (57 anni) non fu mai più recuperato.
Da quel momento in poi, Bisanzio non sarebbe più stata in grado di contenere l'espansionismo turco.
Ed è veramente significativo che sia riuscita a resistere quasi altri due secoli prima di cedere definitivamente: la capacità di sopravvivenza imparata in molti secoli compì già un miracolo.

www.warfare.it/what_if/impero_bizantino.html



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"Ci sono quattro grandi cause per cui vale la pena di morire: la Fede, la Patria, la Famiglia ed il Basileus. Ora voi dovete essere pronti a sacrificare la propria vita per queste cose, come d'altronde anch'io sono pronto al sacrifico della mia stessa vita.
So che l'ora è giunta, che il nemico della nostra fede ci minaccia con ogni mezzo...Affido a voi, al vostro valore, questa splendida e celebre città, patria nostra, regina d'ogni altra.
Miei signori, miei fratelli, miei figli, l'ultimo onore dei Cristiani è nelle nostre mani."

"Ed allora questo principe, degno dell'immortalità, si tolse le insegne imperiali e le gettò via e, come se fosse un semplice privato, con la spada in pugno si gettò nella mischia. Mentre combatteva valorosamente per non morire invendicato, fu infine ucciso e confuse il proprio corpo regale con le rovine della città e la caduta del suo regno.
Il mio signore e imperatore, di felice memoria, il signore Costantino, cadde ucciso, mentre io mi trovavo in quel momento non vicino a lui, ma in altra parte della città, per ordine suo, per compiervi un'ispezione: ahimè ahimè!."

"La sede dell'Impero Romano è Costantinopoli e colui che è e rimane Imperatore dei Romani è anche l'Imperatore di tutta la Terra."

"Re, io mi desterò dal mio sonno marmoreo,
E dal mio sepolcro mistico io ritornerò
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bell'ucronia...peccato che la realtà sia diversamente turca. io personalmente non ce l'ho con i turchi, che sono una grande stirpe a livello dei germani o altri popoli barbari, che poi hanno saputo creare grandi imperi...

A volte mi domando se Costantinopoli sia scomparsa più per colpa degli occidentali che per gli orientali...

Cmq io sapevo che uno degli ultimi eredi degli imperatori "bizantini" era il signor de curtis, in arte Totò:

Antonio Focas Flavio Angelo Ducas Comneno De Curtis di Bisanzio Gagliardi, altezza imperiale, conte palatino, cavaliere del Sacro Romano Impero, esarca di Ravenna, duca di Macedonia e Illiria, principe di Costantinopoli, di Cilicia, di Tessaglia, di Ponto, di Moldavia, di Dardania, del Peloponneso, conte di Cipro e d'Epiro, conte e duca di Drivasto e di Durazzo

it.wikipedia.org/wiki/Tot%C3%B2
01/08/2010 11:09
 
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Non è una banale ucronia, dove la fantasia gioca un grande ruolo, ma un'autentica bozza di spunti seri e realistici scritta da Nicola Zotti, politologo e saggista, considerato uno dei più importanti studiosi ed esperti italiani di strategia, arte e storia militare.

Se è per questo ancora in vita c'è pure George Argyros, ambasciatore e uomo d'affari greco-americano, discendente della nobile famiglia degli Argyros, che poteva vantare tra i suoi membri anche il Basileus Romano III Argyros. Totò fu adottato dal Marchese Focas, ma non ne era il figlio. Comunque ribadisco, nessuno ha la possibilità di "rivendicare" la corona bizantina, perché semplicemente non veniva assegnata con i criteri dinastici occidentali.



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So che l'ora è giunta, che il nemico della nostra fede ci minaccia con ogni mezzo...Affido a voi, al vostro valore, questa splendida e celebre città, patria nostra, regina d'ogni altra.
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"Ed allora questo principe, degno dell'immortalità, si tolse le insegne imperiali e le gettò via e, come se fosse un semplice privato, con la spada in pugno si gettò nella mischia. Mentre combatteva valorosamente per non morire invendicato, fu infine ucciso e confuse il proprio corpo regale con le rovine della città e la caduta del suo regno.
Il mio signore e imperatore, di felice memoria, il signore Costantino, cadde ucciso, mentre io mi trovavo in quel momento non vicino a lui, ma in altra parte della città, per ordine suo, per compiervi un'ispezione: ahimè ahimè!."

"La sede dell'Impero Romano è Costantinopoli e colui che è e rimane Imperatore dei Romani è anche l'Imperatore di tutta la Terra."

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