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Aiuto per gli "eruditi"

Ultimo Aggiornamento: 08/04/2009 18:11
04/04/2009 18:00
 
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Ecco qua, nei prossimi metterò solo i non "italiani", visto che di quelli ne hai un bel po'
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Celio Calcagnini (Ferrara, 17 settembre 1479 – Ferrara, 1541) è stato uno scienziato, diplomatico, umanista, soldato, ecclesiastico, professore, poeta, filosofo e storico italiano. Uno dei più dotti sapienti dell'epoca rinascimentale, fu celebrato da Ludovico Ariosto nell'Orlando Furioso (XLII.90, XLVI.14), e formulò una teoria sul moto della terra influenzata da quella copernicana.


Federico Crisogono (in latino: Federicus Chrysogonus; Zara, 1472 – Zara, 1538) è stato uno scienziato italiano.
Federico Crisogono fu autore rinascimentale di trattati scientifici, il più significativo dei quali quello riguardante le maree, dal titolo Tractatus de occulta causa fluxus et refluxus maris ("Trattato sulle cause ignote del flusso e del riflusso del mare").
Nacque a Zara, allora possedimento della Repubblica di Venezia, nel 1472. In seguito, a partire dal 1498, studiò filosofia a Padova (dove già erano attivi dal 1489 i suoi concittadini Geronimo e Donato Civalelli, che ivi operavano in qualità di moderatori e rettori dell'Università di Padova dal 1489/90). Ottenuto nel 1507 il titolo di dottore in filosofia e medicina, rimase a Padova, dedicandosi all'insegnamento dell'astrologia e della matematica. Viene citato in un testo veneziano contemporaneo con queste parole: “Speculum astronomicum terminans intellectum humanum in omni scientia. Federici Crisogoni (!) Jadertini...Praemissa est Oratio clarissimi artium et medicinae doctoris Federici Chrysogoni Jadertini in Academia Patavina habita”.


Giovanni Fontana (Padova, 1395 – ...) è stato uno scienziato, medico e umanista italiano
Giovanni Fontana, figlio di Michele da Venezia, nasce a Padova intorno al 1395 e lo troviamo a Venezia nel 1410 in occasione di un nubifragio. Figura poi nei registri dell'Università di Padova negli anni dal 1417 al 1421. In quell'anno è Rettore delle Arti.
Appassionato di esperimenti a volte ritenuti magici, la sua carriera a Padova deve essere stata stroncata da accuse di stregoneria. D'altra parte erano sospette anche le sue relazioni intellettuali con il filosofo astrologo Biagio Pelacani, espulso dall'Università per le sue idee materialistiche e con Paolo da Venezia, ritenuto un averroista. Le sue opere sono state dimenticate o pubblicate sotto falso nome. Nessuno lo cita fino a tutto il Settecento.


Donato Acciaiuoli o Acciaioli (Firenze, 1429 – Milano, 28 agosto 1478) fu uno scrittore, politico e umanista italiano, della celebre famiglia fiorentina degli Acciaiuoli, figlio di Neri e fratello di Pietro.
Dopo aver brillantemente appreso la lingua greca, il latino e gli studi matematici quale allievo prediletto dell'Argiropulo, si dedicò alla traduzione di opere classiche dal greco al latino, come alcune delle Vite di Plutarco, e alla stesura di opere originale, soprattutto di carattere storico e filosofico, come i Commentari all'Etica di Aristotele, o le biografie di Carlo Magno, Annibale o Scipione l'Africano.
Ricoprì anche incarichi politici per Firenze: Consigliere e Maestro di Palazzo del Re di Francia nel 1461 e nel 1478, Vicario di Poppi e del Casentino (1462), Priore di Libertà nel 1463, commissario a Pistoia (1464), capitano a Volterra (1469 e 1477), podestà a Montepulciano (1470), nonché responsabile di alcune ambascerie di successo (a Milano nel 1467, presso la Santa sede nel 1470, 1471, 1476 e 1478, a Siena nel 1471) fino all'elezione a gonfaloniere della città nel 1473 e in seguito a podestà di Pisa nel 1476. Morì a Milano il 28 agosto 1478, mentre si recava a Parigi per chiedere l'aiuto di re Luigi XI per i fiorentini contro papa Sisto IV, responsabile della congiura dei Pazzi. Le sue spogli furono riportate in città e inumate alla Certosa di Firenze, luogo di sepoltura di famiglia.


Belisario Acquaviva (1464 – 24 luglio 1528) è stato uno scrittore italiano, Duca di Nardò, figlio di Giulio Antonio Acquaviva (1471-1481), Duca d'Atri e di Caterina Orsini del Balzo.
Insieme col fratello, Andrea Matteo, godeva grande fama di umanista e letterato. Fu nominato 1° duca di Nardò nel 1510 da re Federico I d'Aragona. Egli riabbellì notevolmente la città a livello architettonico, rifece strade e scuole, favorì accademie e pubbliche istituzioni. Nonostante le notevoli qualità, rimase comunque un oppressore e un despota per i neretini e fece salire sul soglio episcopale Giacomo Antonio, suo figlio naturale. Sposò Sveva Sanseverino, figlia di Don Gerolamo 2° Principe di Bisignano e di Vannella Gaetani dell’Aquila d’Aragona


Angelo Ambrogini detto Poliziano, dal nome latino del paese d'origine (Mons Politianus) (Montepulciano, 14 luglio 1454 – Firenze, 29 settembre 1494) è stato un poeta, umanista e drammaturgo italiano.
Angelo Poliziano fu forse il maggior poeta del Quattrocento. Perde in giovane età il padre e sempre giovanissimo si trasferisce a Firenze dove viene ospitato da Lorenzo il Magnifico. Venuto in urto con la moglie di questi, Clarice Orsini, nel 1479, apre una parentesi alla corte mantovana dei Gonzaga. Con una celebre lettera in cui implora il perdono di de' Medici, riottiene il permesso di essere ospitato lì e vi resta fino alla morte, nel 1492, di Lorenzo. Prende gli ordini ecclesiastici minori, su modello di Francesco Petrarca e Giovanni Boccaccio, per ottenere la quiete economica e quasi diventa cardinale ma muore all'età di quarant'anni. Si dedicò soprattutto alla letteratura e frequentò pochi e dotti amici, come Marsilio Ficino e Pico della Mirandola. All'attività di poeta affiancò quella di eminente filologo, grazie alla sua conoscenza del mondo antico e delle lingue classiche.


Aronne Abulrabi (Aaron Ben Gershon Abu Al-Rabi; Catania, 1400 – 1450) è stato un astrologo italiano.
Studioso rabbinico e cabalista chiamato anche Aldabi o Alrabi, Aronne Abulrabi è stato il primo ebreo della storia ad essere invitato di al cospetto di un pontefice (papa Martino V) per discutere liberamente e senza censura di argomenti di natura religiosa.


Giovanni Bon (Campione, 1380 ca. – Venezia, 1442) e Bartolomeo Bon (Campione, 1400 ca.) o Buon, padre e figlio, furono scultori ed architetti; originari dell'attuale Campione d'Italia, erano attivi a Venezia.
Giovanni, legato alla tradizione gotica e allo stile di Jacobello e Pierpaolo dalle Masegne, collaborò alla decorazione scultorea della chiesa della Chiesa della Madonna dell'Orto.
Fra i più importanti lavori realizzati da entrambi ricordiamo: la decorazione del famoso palazzo gotico veneziano Ca' d'Oro la cui facciata venne iniziata da Matteo Raverti, e compiuta fra il 1421 e il 1440 da Giovanni e Bartolomeo su commissione del mercante Marino Contarini; la "Domus Magna Contarini" è un primo esempio a Venezia della transizione tra lo stile gotico e quello rinascimentale, evidenziato dalle colonne al piano terreno e dalle finestre quadrate poste nella parte destra della facciata. Bartolomeo nel 1427 scolpisce la vera da pozzo nel cortile principale, venduta, la ricomprò Giorgio Franchetti, illuminato mecenate della rinascita del palazzo. La Scuola Grande di San Marco, la più importante delle sei Scuole Grandi di Venezia, venne trasferita sul luogo attuale, di fianco alla chiesa dei Santi Giovanni e Paolo nel 1437 e venne ornata con sue statue e bassorilievi, poi andati distrutti nell'incendio del 1485.


Johannes Brassart, noto anche come Jean Brasart (Lauw, 1400 – ?, 1455), è stato un compositore fiammingo, appartenente alla scuola di Borgogna ed attivo nel periodo di transizione fra il medioevo ed il rinascimento. Della sua produzione musicale ci sono pervenute soltanto musiche vocali sacre tipiche del XV secolo.
Egli nacque, molto probabilmente, nella città di Lowaige nella provincia del Limburgo, anche se la data è soltanto approssimativa. Dal 1422 al 1431 egli servì presso la chiesa di St. Jean l'Evangéliste a Liegi, dove ebbe la funzione di vice maestro del coro. Intorno al 1425 fu a Roma, dove rimase fino al 1431 come cantore, e forse anche come compositore, nella cappella papale. Egli fu nel coro assieme ai compositori Arnold de Lantins e Guillaume Dufay. Durante questo periodo Brasart compose, molto probabilmente, il mottetto O flos fragrans, che fu tanto popolare da apparire in diversi manoscritti del tempo così come Te dignitas presularis.
Nel 1432 Brassart andò awent to Basilea, dove fu cantore presso la Council chapel, e due anni dopo l'imperatore Sigismondo gli affidò la direzione della cappella musicale dove rimase fino al 1443. Nel 1445 tornò a Liegi dove ebbe un posto nella collegiata di St. Paul. Una iscrizione del 22 ottobre 1455 cita di una messa in suo suffragio ad indicare che dovette morire pochi giorni prima.



Antonio Bregno (Osteno, 1400 circa – Venezia, 1458 circa) è stato uno scultore e architetto italiano. Nasce a Righeggia, frazione di Osteno in una famiglia di scalpellini. Dopo un periodo d'apprendistato sul cantiere del Duomo di Milano, nel 1425 a Venezia lavora alle decorazioni scultoree alla Ca' d'Oro con Matteo Raverti, poi a Palazzo Ducale con i maestri campionesi Giovanni Bon e Bartolomeo Bon esplica la sua arte alla Porta della Carta a Palazzo Ducale e successivamente con Antonio Rizzo si dedica all'Arco Foscari.
Il suo capolavoro è la "Tomba Foscari" nella chiesa di Santa Maria Gloriosa dei Frari che mescola spunti ancora goticheggianti con quelli decisamente classici e innovativi mutuati dal Rizzo. Tra i suoi seguaci figura lo scultore Luigi Capponi, rappresentante della scultura lombarda a Roma sotto i Papi Sisto IV e Giulio II.


Domenico Capranica (1400 – 14 agosto 1458) è stato un cardinale e umanista italiano, ebbe grande influenza sulla vita ecclesiale del XV secolo, al punto che avrebbe potuto essere eletto papa al posto di Pio II.


Antonio di Pietro Averlino o anche Antonio di Pietro Averulino detto il Filarete, cioè "colui che ama le virtù" (Firenze, 1400 – Roma, 1469) è stato uno scultore e architetto italiano. Fiorentino, fece il suo apprendistato nella bottega di Lorenzo Ghiberti. Nel 1445 a Roma, sotto papa Eugenio IV, completò i battenti bronzei per la porta centrale (nota come "porta del Filarete") della Basilica di San Pietro: ogni battente è diviso in tre riquadri sovrapposti, in quello di sinistra dal basso: "Martirio di Paolo", "San Paolo", "Cristo in trono"; in quello di destra sempre dal basso: "Martirio di Pietro", "San Pietro che dà le chiavi a Eugenio IV", "Madonna in trono"; i riquadri sono incorniciati da girali animati con profili di imperatori e nell'intercapedine fra questi vi sono fregi con episodi del pontificato di Eugenio IV.



Priamo della Quercia (Quercegrossa, 1400 circa – Siena, 1467) è stato un pittore e miniatore italiano del primo Rinascimento.
Fratello del celebre scultore Jacopo della Quercia, nei primi lavori denotò uno stile ancora ben radicato sull'esperienza tardo gotica. A differenza di suo fratello egli non può essere considerato un innovatore, anzi copiò spesso da altri pittori come Domenico di Bartolo.
Della sua vita non si hanno molte informazioni e sono scarse le sue opere chiaramente documentabili, tra le quali spiccano due polittici presso l'Ospedale di Santa Maria della Scala a Siena.



Luca della Robbia (Firenze, 1400 – Firenze, 1481) è stato uno scultore e ceramista italiano.
È stato il primo e forse l'unico artista che è riuscito a portare l'arte della ceramica, da arte cosiddetta minore, ad una forma espressiva dai risultati artistici al pari della migliore pittura e scultura. Le sue opere, come le raffinate Madonne, i ritatti sotto forma di busti e le scene sacre, hanno spesso la bellezza e la forza espressiva delle opere contemporanee di altri grandi artisti come Donatello, Verrocchio e Sandro Botticelli.
"Luca della Robbiiola scultor fiorentino, il quale s'affaticò ne i marmi lavorando molti anni. Et avendo una maravigliosa pratica nella terra, la quale diligentissimamente lavorava, trovò il modo di invetriare essa terra co 'l fuoco, in una maniera che è non la potesse offendere né acqua né vento. E riuscitoli tale invenzione, lasciò dopo sé eredi i figliuoli di tal secreto.". Giorgio Vasari. la ceramica invetriata veniva, secondo il Vasari, spalmata con la cosiddetta Vetrina cioè una mescolanza di stagno, terraghetta, antimonio e altri minerali.



Filippo Solari (Carona, 1400 circa – Milano, 1455 circa) è stato uno scultore italiano.
Filippo Solari, scultore, figlio dello scultore ed architetto Marco Solari da Carona Carona e fratello (?) di Andrea I Solari e dell'ingegnere Giovanni Solari, maestro attivo pure nel santuario di Nôtre-Dame di Halle nel Brabante e a Tournai, chiamato a Castiglione Olona dal cardinale Branda Castiglioni verso il 1440. Con Andrea è l'esecutore della lunetta, degli altari, della Tomba Branda nella Collegiata, dell'arredo scultoreo del fonte battesimale e della chiesa di Villa. La storica dell'arte Gatti Perer vede nella sua arte la presenza di stilemi fiamminghi, prova dell'estrema mobilità degli artisti dei "laghi lombardi".
Verso il secondo quarto del Quattrocento apre col fratello Andrea una fiorente bottega a Venezia per cui alcuni critici fanno i loro nomi quali artefici dell'altare della Cappella dei Mascoli nella Basilica di San Marco e per la lunetta del portale della Cappella Cornèr nella chiesa di Santa Maria Gloriosa dei Frari, opere databili al 1430 che pur d'impronta tardogotica, manifestano stilemi protorinascimentali


Giovanni Solari (Carona, 1400 circa – Milano, 1482) è stato un architetto e ingegnere italiano.
Figlio dell'architetto ed ingegnere del Duomo Pietro Solari da Carona, dirige il cantiere della Certosa di Pavia dal 1428 al 1462. Suo figlio Guiniforte Solari, anche lui architetto ed ingegnere gli succede nella direzione dei suddetti cantieri. Nel 1445 è responsabile del controllo della fornitura di sarizzo che secondo il contratto era effettuata dal cognato Cristoforo Benzoni, sposo di Anexia Solari, sua sorella. L'altro figlio Francesco Solari, abile scultore attivo sia alla Certosa di Pavia che nella Fabbrica del Duomo, è maestro dello scultore ed architetto Giovanni Antonio Amadeo.
Nel 1452 ottiene la patente di ingegnere ducale, assumendo la direzione del cantiere del Duomo di Milano dal 1452 al 1469.
Il 30 aprile 1457 il Duca lo invia a Locarno per assumere informazioni e per effettuare lavori di restauro al suo mulino, poiché il podestà e gli uomini di Locarno avevano demolito una murata fatta costruire dal milanese Ambrogio di Alzate.
Il 6 marzo 1469 nel palazzo episcopale di Lugano viene convocato come teste per la stesura dell'atto notarile con cui Giovan Battista Castiglioni, capitano di Val Lugano e Giovanni Pandolfi, entrambi commissari ducali, liberano gli uomini di Sonvico dalla pena in cui erano incorsi per contrabbando di sale, dichiarando di ricevere 100 ducatoducati d'oro.


Francesco d'Altobianco Alberti (Firenze, 1401 – Firenze, 1479) è stato un banchiere e poeta italiano.
Membro minore dell'illustre famiglia Alberti, svolse l'attività di banchiere e, impoveritosi, produsse poesie d'amore.
Era figlio di Altobianco Alberti. Questi nel 1401 prese parte alla congiura contro Rinaldo Gianfigliazzi, a seguito di questa rischiò di perdere la vita, che gli fu tramutata, per i meriti della sua famiglia, in un esilio trentennale almeno 30 miglia fuori da Firenze. Fu confinato assieme ai suoi fratelli Antonio, Calcidonio e Diamante. Gli altri membri della famiglia di età inferiore ai 16 anni furono invece condannati ad un esilio decennale almeno 100 miglia fuori Firenze. Sembra che fra questi ultimi ci fosse anche Francesco d'Altobianco Alberti. Terminato il periodo di confino torna a Firenze.
Faceva parte della schiera di intellettuali gravitanti attorno a Giovanni di Cosimo de' Medici
Si ricorda anche per aver partecipato nel 1441 al Certame coronario e per aver scritto rime burlesche, sonetti e ballate.


Nicola Cusano (Bernkastel-Kues, 1401 – Todi, 11 agosto 1464) è stato un cardinale, filosofo, matematico e astronomo tedesco, naturalizzato italiano.
Nacque a Kues, ora Bernkastel-Kues, (nome latinizzato in Cusa) in Germania presso Treviri, sul fiume Mosella, con il nome di Nikolaus Krebs o Nikolaus Kryffs da una famiglia benestante di battellieri-mercanti. Fu figlio di Johan Kryffs e Catherina Roemer, quest'ultima di origini ebraiche. Fu alunno dei Fratelli della Vita Comune, legati al movimento di spiritualità Devotio moderna, frequentò la Facoltà di Arti dell’Università di Heidelberg nel 1416, completò gli studi a Padova dove si laureò in diritto nel 1423, si perfezionò a Colonia con Emerico da Campo e divenne dottore in Filosofia. A Padova ricevette il titolo accademico di Doctor Decretorum e venne a conoscenza della dottrina giuridica degli Zabarella. Fu allievo di Giuliano Cesarini, che poi divenne cardinale e presidente del Concilio di Basilea, al quale avrebbe in seguito dedicato la sua opera più importante, il De Docta Ignorantia. A Padova ancora conobbe l’umanista Vittorino da Feltre e strinse amicizia con il matematico Paolo Dal Pozzo Toscanelli, amicizia che continuò fino alla morte e che fu importante anche per i propri studi matematici. A Costanza fu anche professore in Teologia. Fu presente al I concilio di Basilea. Per l'occasione scrive il "De concordantia catholica" 1433. In questo scritto sostiene la necessità dell'unità della Chiesa Cattolica e la concordanza di tutte le fedi cristiane. Il primo periodo della sua vita si concluse nel 1437 come Legato a Costantinopoli della minoranza del Concilio di Basilea. La legazione fu coronata da successo, tanto che rientrò accompagnato dall’Imperatore Giovanni VIII Paleologo e dal Patriarca di Costantinopoli Giuseppe II. Come riconoscimento, Papa Eugenio IV lo mette a capo di un'ambasceria inviata a Costantinopoli con l'intento di intavolare discussioni per una riunificazione delle Chiese d'Oriente e d'Occidente. Tale intento è poi portato al concilio di Ferrara-Firenze del 1439. Nel viaggio di ritorno mette le basi per la sua maggiore opera, il "De docta ignorantia", che vedrà la luce nel 1440. In questo scritto Cusano evidenzia l'impossibilità per l'uomo di possedere la verità assoluta, che è solo da Dio, in Dio e per Dio. All'uomo compete solo la possibilità di aumentare le sue conoscenze, che resteranno sempre approssimative, come è sempre approssimativo un poligono inscritto in un cerchio, per quanti lati abbia. Tra il 1439 e il 1449 fu legato pontificio in Germania. Papa Niccolò V nel 1448 lo nomina cardinale di San Pietro in Vincoli e conservò questo titolo cardinalizio fino al 1464 e, nel 1450, vescovo di Bressanone, quindi Cusano si autoproclamò Duca di Bressanone e fece costruire all'esterno della cittadina un castello tuttora esistente posseduto dai suoi discendenti in quanto secondo studi recenti si è scoperto che Cusano ebbe due figli prima della sua vita religiosa e da cui discende l'attuale famiglia Cusano, residente nel Sud Italia dove si trasferì il suo primogenito dopo aver accompagnato il padre a Costantinopoli. Lo scritto De Cribratione Alchorani, una consapevole benigna interpretazione di brani del Corano, precede la lettera di Pio II al Sultano Maometto II e ne costituisce un presupposto culturale. Nel 1459 Pio II lo nomina Legato e Vicario generale in temporalibus di Roma. Si batte aspramente contro il duca Sigismondo d'Austria, che tentava di eliminare dalle sue terre la figura del vescovo-conte. Subì l'imprigionamento nel 1460 da parte di questo duca che venne scomunicato da Papa Pio II. Cusano non riuscì a rientrare nella sua Bressanone, e morì a Todi, pochi giorni prima della capitolazione di Sigismondo d'Austria. Attualmente il Cardinale Cusano è sepolto nella basilica di San Pietro in Vincoli a Roma.
Nel 1444 si era appassionato all'astronomia e si dedicò dunque al suo studio. Sostenne, contro Tolomeo e Aristotele, che la Terra non è immobile, ma ruota intorno al Sole e che non è possibile determinare il centro dell'universo, che coincide con Dio e non con un astro; che le stelle fossero simili al Sole, che intorno ad esse potessero ruotare dei pianeti e che alcuni pianeti potessero essere abitati; produsse quindi delle teorie molto simili a quelle che sarebbero state poi di Giordano Bruno. Si occupò inoltre di una possibile riforma del calendario e apportò miglioramenti alle Tavole alfonsine.



Giorgio Sfranze o Giorgio Sphrantzes (in greco: Γεώργιος Φραντζής) (Costantinopoli, 30 agosto 1401 – Corfù, estate 1477) è stato un generale, storico, protovestiario dell'imperatore Costantino XI di Bisanzio e Mega Logoteta bizantino.
Nel 1418 il diciasettenne Giorgio Sfranze, entrò a far parte della corte bizantina, dove al momento sedeva sul trono imperiale dei basileus l'imperatore Manuele II di Bisanzio. Dal 1428 per Giorgio Sfranze iniziò una veloce scalata nella carriera politica, infatti Giovanni VIII di Bisanzio mandò Giorgio Sfranze nel despotato della Morea, per stare sotto il servizio del despota Costantino Paleologo (futuro imperatore col nome di Costantino XI di Bisanzio), di cui col passare degli anni diventerà il migliore amico. Costantino stava preparando una campagna, per riportare la Grecia nelle mani dell'impero bizantino, per far ciò organizzò un forte esercito, che affidò a Giorgio Sfranze. Il primo obbiettivo che ebbe l'esercito l'esercito del despota furono i domini dei Tocco, signori dell'Epiro e del Peloponneso occidentale. Essi non poterono far resistenza al forte esercito bizantino, e quindi per sistemare in maniera "pacifica" la questione, cedettero il territorio a Costantino, come dote di Maddalena Tocco (rinominata Teodora), figlia di Leonardo II Tocco, andata sposa al principe nel luglio 1428.

Ludovico Scarampi Mezzarota nato Lodovico Trevisan o Trevisano (Venezia, 14 novembre 1401 – Venezia, 22 marzo 1465) è stato un medico, condottiero e cardinale italiano.
Il vero nome di Ludovico Scarampi Mezzarota era Ludovico Trevisan, perché figlio del medico veneziano Biagio Trevisan. Ma essendo, per vie nepotistiche, da oscuri natali assurto ad alte cariche ecclesiastiche (divenne anche cardinale camerlengo sotto quattro papi), prima si diede il falso cognome Mezzarota, dalla ruota del suo stemma, e poi Scarampi, famiglia nobile di Asti, per aver, all'uopo, nominato suoi eredi i rampolli Scarampi Niccolò e Luigi[1].
Studiò a Padova arti liberali e poi, come il padre, medicina. Successivamente divenne medico privato del cardinale Gabriele Condulmer poco prima che divenisse papa col nome di Eugenio IV e lo seguì a Roma divenendone l'archiatra.
Col tempo Ludovico si guadagnò la fiducia del Pontefice che, da questioni puramente mediche, con lui prese a discutere tutti gli affari più delicati[2]. Per questo fu esentato dalla pratica della medicina e avviato alla carriera ecclesiastica con l'ordinazione a canonico di Padova nell'aprile del 1435 e poi a vescovo di Traù il 24 ottobre 1435. Ma non mise mai piede nella sua sede vescovile che lasciò in amministrazione a un vicario.


Basilio Bessarione (Trebisonda, 2 gennaio ca. 1408 – Ravenna, 18 novembre 1472) è stato un cardinale e umanista bizantino.
Bessarione (Βησσαρίων) nacque in una numerosa e povera famiglia a Trebisonda, allora capitale del piccolo Impero di Trebisonda, comandata dai Mega Comneni, intorno al 1408. La sua presunta origine comnena affermata da fonti più tarde e taciuta da tutti i suoi contemporanei, che invece lo vogliono di origini modeste, è difficilmente accettabile. Per secoli il suo nome di battesimo era stato ritenuto Giovanni, ma studi più recenti hanno dimostrato che fosse Basilio. Giovanissimo (1416/17) e dopo aver compiuto gli studi elementari a Trebisonda si trasferì a Costantinopoli, dove continuò i suoi studi presso Crisoccocca e diventò monaco basiliano assumendo il nome di Bessarione, santo del IV secolo.


Petrus Christus (Baarle-Hertog, 1410 circa – Bruges, 1475 circa) è stato un pittore fiammingo.
Le notizie sulla sua vita sono scarse: non si conosce neanche quale fosse il suo vero nome (quello di Petrus Christus è stato dedotto dalla sua firma, petr. XPI).
Il catalogo delle sue opere è stato ricostruito in base agli otto dipinti pervenutici, datati tra 1446 e il 1457, che recano la sua firma: conta circa quaranta pezzi.
Le prime tracce documentali risalgono al 7 luglio 1444, quando acquistò la cittadinanza di Bruges insieme alla moglie: nel 1458 risulta iscritto alla confraternita della Madonna dell'Albero Secco, una delle più prestigiose associazioni del tempo, che contava tra i suoi membri anche i duchi di Borgogna e i banchieri italiani attivi a Bruges (Arnolfini, Portinari).
Viene ritenuto l'erede spirituale dell'arte di Jan van Eyck, del quale potrebbe essere stato allievo, ma la sua maniera denuncia l'influenza di altri grandi artisti fiamminghi del suo tempo: Dirk Bouts, Robert Campin e Rogier van der Weyden.
Alcuni ipotizzano anche un viaggio di Christus in Italia: sicuramente si rivolsero a lui numerosi committenti italiani (soprattutto toscani) e questo deve averlo indotto a venire incontro ai gusti dei suoi clienti nelle sue opere, per esempio adottando la prospettiva a punto di fuga unico; dalla consonanza della tecnica artistica di Petrus Christus con quella di Antonello da Messina, si può anche ipotizzare un contatto tra l'artista siciliano e il fiammingo.


Michele Critoboulos, ma conosciuto come Critoboulos di Imbro (1410 – 1470), è stato un politico, storico ed erudito bizantino.
È conosciuto come un autore di una lamento per la conquista da parte degli ottomani di Costantinopoli sotto il sultano Mehmet II. È una delle fonti bizantine principali della caduta di Costantinopoli nel 1453, insieme ad anche le altre testimonianze degli storici Ducas, Laonico Chalcondyles e Giorgio Sfranze. Era nato in una famiglia aristocratica bizantina sull'isola di Imbro.



Giovanni da Colonia (Colonia, 1410 circa – 3 agosto 1481) è stato un architetto tedesco.
Ha lavorato alla cattedrale di Burgos.


Martin Le Franc (c. 1410 – 1461) è stato un poeta francese del tardo medioevo e del primo rinascimento.
Egli nacque in Normandia e studiò a Parigi. Entrò in un ordine monastico divenendo protonotaro apostolico e successivamente, segretario dell' Antipapa Felice V e del Papa Nicola V.
Nominato prevosto a Losanna nel 1443, divenne canonico della Chiesa di Ginevra nel 1447. Nel 1451, fu al servizio di Amedeo VIII di Savoia e quindi amministratore dell'abazia di Novalèse nel 1459.
Il lavoro più importante di le Franc, fu il mastodontico poema di 24.000 versi Le Champion des Dames, dedicato a Filippo il Buono e datato 1441 - 1442 ma pubblicato soltanto nel 1503. Esso narra della nobiltà e delle azioni di molte donne attraverso la storia, fra le quali Giovanna d'Arco, ed attacca ferocemente la corruzione nei governi e l'edonismo ed il lusso dell'aristocrazia.
Martin le Franc è famoso nella storia della musica per aver coniato la frase "la contenance angloise", una frase, molto dibattuta, che si riferiva al caratteristico sound inglese contenuto nella musica del compositore John Dunstable. La "contenance" (probabilmente consonanza), dolce musicalità che era predominante nella musica inglese dei compositori a lui contemporanei, era molto influenzata dalla musica della Scuola di Borgogna durante il periodo che la Borgogna fu alleata all'Inghilterra.
Un altro lungo poema di le Franc fu L'Estrif de Fortune et Vertu (1447-1448), che era sia moralistico che didattico rappresentando un dibattito fra la fortuna e la virtù.


Stephan Lochner o Stefan Lochner (Meersburg, 1410 – Colonia, 1451) è stato un pittore tedesco.
Fu un artista fortemente influenzato dalla pittura fiamminga autore di tavole pittoriche come le madonne o la madonna col roseto(1450 ca., Museo Wallraf-Richartz, Colonia).

Konrad Witz (Rottweil, ca. 1410 – Basilea, ca. 1445) è stato un pittore tedesco, attivo in Svizzera.
Pochissimo è noto della vita di questo pittore: si suppone possa essere nato a Rottweil, soltanto perché di questa città era il padre Hans, pittore anch'egli, il quale forse si trasferì intorno al 1431 a Costanza, ove era si stava tenendo il noto, importante Concilio, e di qui, successivamente, nella ricca Basilea.
È certo che in questa città Konrad risiedeva nel 1434, quando aveva ottenuto l'iscrizione alla Corporazione dei pittori - la Himmelzunft - divenendone cittadino nel 1435 con un atto in cui è nominato «Konrad Witz di Rotwilr, pittore». Quello è anche l'anno in cui sposa Ursula Treyger, nipote di un pittore di Tubinga, Niklaus Rusch, detto «mastro Lawelin», collaborando con lui ad affrescare - ma l'opera è stata distrutta - una sala dell'Arsenale cittadino.
Il successo dovette presto arridergli, se Konrad poté acquistare casa nella Freienstraße, nel pieno centro della città. Seguì a Ginevra il cardinale François de Mies, per il quale concluse nel 1444 il grande altare della chiesa di San Pietro. Da quell'anno non si hanno di lui più notizie: nel 1446 la moglie risulta già vedova, con cinque figli a carico, dei quali, nel 1447, il padre del pittore assume la tutela.


Teodoro Gaza (Tessalonica, circa 1415 – Policastro, 1475) è stato un umanista e traduttore bizantino.
A parte la nascita a Tessalonica e l’alto livello di istruzione, non sappiamo quasi nulla della vita di Teodoro Gaza prima della sua venuta in Italia nel 1440, quando si pensa avesse l’età di circa 25 anni. Sbarcato a Palermo, fu poi a Pisa, Pavia, Milano e Mantova, lavorando come amanuense e insegnante di greco. Dal 1446 al 1449 fu all’università di Ferrara, come studente di medicina e docente di letteratura greca (fu anche rettore dell’Università, ma all’epoca si trattava di una carica ricoperta da uno studente). Gli studi di medicina non si conclusero con la laurea, ma l’insegnamento ebbe grande successo, procurandogli vari inviti. Nel 1449 accettò di raggiungere la corte papale del pontefice Niccolò V, dove si trovava già il cardinale Bessarione e dove iniziò la sua fortunata attività di traduttore. Nel 1455 si trasferì a Napoli, chiamato alla corte di Alfonso il Magnanimo. Dopo la morte del sovrano, nel 1458, soggiornò in varie località dell’Italia meridionale prima di tornare a Roma, dove rimase fino al 1474. L’anno successivo si ritirò a Policastro, dove morì.

Giovanni Argiropulo, o solo Argiropulo, Ιωάννης Αργυρόπουλος (Costantinopoli, 1416 circa – Firenze, 26 giugno 1487), è stato un umanista e scrittore bizantino, tra i primi promotori della riscoperta degli antichi nel mondo occidentale.
Divenne insegnante della lingua e cultura greca in Italia, ed ebbe tra i suoi migliori allievi Costantino Lascaris, Angelo Poliziano, Donato Acciaiuoli, Bartolomeo Sacchi e Johannes Reuchlin. Si spostò molto in Italia e nel 1434 divenne rettore dell'Università di Padova.
Nel 1437, prese parte al Concilio di Ferrara e Firenze, a cui era venuto, l'imperatore bizantino in persona, Giovanni VIII Paleologo e il patriarca di Costantinopoli, Giuseppe II, per riunire la chiesa ortodossa, con quella cattolica.
Nel 1441 tornò a Costantinopoli, ma dopo la caduta della città sotto gli ottomani, si rifugiò di nuovo in Italia, dove fu invitato a Firenze da Cosimo il Vecchio nel 1456, diventando professore di lingua greca all'Università di Firenze.
Nel 1471, scappando da una pestilenza si trasferì a Roma,
Tra i lavori scritti si ricordano le traduzioni di alcune porzioni di opere aristoteliche, come le —Categoriae, De Interpretatione, Analytica Posteriora, Physica, De Caelo, De Anima, Metaphysica, Ethica Nicomachea, Politica, nonché una Expositio Ethicorum Aristotelis.
L'Argiropulo venne ritratto da Domenico Ghirlandaio assieme ad altri illustri fiorentini dell'epoca nella scena della Vocazione di Pietro e Andrea nella Cappella Sistina e forse anche nel famoso San Girolamo nello studio nella Chiesa di Ognissanti di Firenze.


Enguerrand Quarton, o Charonton (Laon, ca. 1418 – Avignone, 1466), è stato un pittore e miniaturista francese.
Appartiene alla scuola provenzale in cui alla stilizzazione geometrica si unisce l'uso di una luce tersa e zenitale che blocca le figure imponenti in posizioni statuarie.


Elia Gaggini (Bissone, 1420 circa – Bissone, 1481 circa) è stato uno scultore e marmista svizzeroitaliano.
Figlio dello scultore Giacomo (?), dopo una precoce formazione forse sul cantiere del Duomo di Milano, dal 1441 è attivo nelle logge del Lionello a Udine (grande cantiere lombardo; dal 1457 è a Genova, collaborando alla decorazione marmorea della Cappella del Battista nella cattedrale di San Lorenzo.
Dal 1478 al 1483 è impegnato per l' altare della Madonna delle Rose nella Chiesa di Santa Maria di Castello (quasi totalmente perduto) ; nel 1481 il costruttore edile Corrado Gaggini da Bissone (forse un membro del ramo familiare di Giacomo) gli affida suo figlio Giacomo come apprendista. I dati documentari arrivano fino a questa data.


Arnoul Gréban (Le Mans, 1420 circa – 1471) è stato un drammaturgo francese.
Fu organista a Notre-Dame di Parigi e maestro della corale, nonché professore di teologia all'università di Parigi.
Arnoul Greban fu autore di testi teatrali religiosi:
Le Mystère de la Passion, messo in scena a Abbeville dal 23 al 26 maggio 1455 e pubblicato nel 1458; rimaneggiato da Jean Michel (1430-1501) per una rappresentazione a Angers nel 1486, venne rappresentato fino al 1507
Le Mystère des actes des apôtres (1465), scritto con suo fratello Simon.


Demetrio Calcondila (Atene, 1423 – Milano, 1511) è stato un umanista greco.
Nacque ad Atene nel 1423 e si stabilì in Italia nel 1449. Professore di greco antico, insegnò a Perugia, Padova e Firenze (1475) presso lo studio fiorentino. Nel 1491 si trasferì a Milano per insegnare greco, su richiesta di Ludovico il Moro e rimase lì fino al 1511, anno della sua morte.
Fu l'umanista che per primo stampò a Firenze, nel 1488, l'Iliade e l'Odissea, che dapprima circolavano nelle versioni kata poleis e kat'andra (secondo le città e secondo gli uomini). L'importanza della sua opera sta nel fatto che fu la prima opera a stampa di un grande autore greco. Il testo era unicamente in greco e il formato usato per questa pubblicazione è quello in folio.


Laonikos Chalkokondyles (Greco: Λαόνικος Χαλκοκονδύλης; Atene, c. 1423 – 1490) è stato uno storico bizantino.
Autore bizantino di famiglia aristocratica ateniese, scrisse i commentari Historiarum demonstrationes narranti le vicende storiche dell`Impero Bizantino tra il 1298 e il 1453, culminate nell`Assedio di Costantinopoli, continuando poi la trattazione sino al 1463. Nonostante le numerose interpolazioni e lo stile di scrittura eccessivamente sensazionalistico, rimane uno dei piu` significativi storici medioevali di lingua greca. Era cugino di Demetrios Chalkokondyles.


Georg von Peuerbach anche noto come Georg Peurbach, Purbach, Purbachius (Peuerbach, 30 maggio 1423 – Vienna, 8 aprile 1461) è stato un astronomo e matematico austriaco.
A lui si deve l'invenzione di svariati strumenti scientifici, tra cui il regolo, ed il quadrato geometrico. Da molti Peuerbach è ritenuto l'inventore del Bastone di Giacobbe; quest'affermazione non è però plausibile, dato che l'originale Bastone di Giacobbe è uno strumento sviluppato nel '300, quindi precedente alla sua nascita.


Robert Henryson (1425 ca – 1506 ca) è stato un poeta scozzese.
Egli fu probabilmente insegnante presso l'abbazia benedettina di Dunfermline come si rileva da una pagina dell'edizione delle sue Favole del 1570, in cui è scritto che egli era un "scholemaister of Dunfermeling".
Non vi è nessuna segnalazione che faccia credere che egli avesse studiato a St Andrews, l'unica università della Scozia in quel periodo, ma un "Master Robert Henryson", che riporta la data del 1462, si trova nei registri dell'Università di Glasgow.
Egli scrisse una continuazione del "Troilus" di Geoffrey Chaucer con il suo poema il Testamento di Cressida (Testament of Cresseid) del 1593 che può essere considerato un memento mori e una storia della purificazione di Cressida attraverso la punizione divina per la sua slealtà e senza dubbio uno dei più significativi documenti della tradizione poetica scozzese.
A Henryson si devono anche le Favole morali di Esopo frigio (Morall fabillis of Esope the phrygian) che vennero stampate solamente nel 1621, tredici parafrasi di favole esopiane narrate con vivacità e umorismo, ricche di osservazioni realistiche sulla vita rurale dei campi.
Compone inoltre un poema intitolato Orfeo e Euridice(Orpheus and Eurydice, conosciuto anche come Racconto di Orfeo, Tale of Orpheus), tratto da Boezio, che contiene dei validi passi, soprattutto nei versi della lirica del lamento di Orfeo.
All'Henryson si deve anche l'opera Robene and Makine scritto sotto l'influsso della pastorelle della letteratura francese, ma ha meriti poetici che la rendono unica rispetto al genere: a differenza della maggior parte dei poemi minori è indipendente dalla tradizione chauceriana.
Le altre opere hanno come tema argomenti tipici del Quattrocento, quali l'invecchiare, la morte, la credulità, la mancanza di saggezza e simili. I versi intitolati Sum Practysis of Medecyne (Pratica medica), cui alcuni studiosi hanno negato l'attribuzione a Henryson, sono un esempio di quel burlesco un po' trasgressivo prodotto in singole opere dei più grandi maestri quali Dunbar, Douglas e Lyndsay. Per questa ragione e non per altre, la differenza di tono nulla detrae alla sua autenticità.
Le autorità editoriali che si sono occupate dello studio del manoscritto sono la Asloan, Bannatyne, Maitland Folio, Makculloch, Gray and Riddell. La Chepman and Myllar's Prints (1508) ha riprodotto, preservandoli, due dei poemi minori e un frammento di Orfeo e Euridice. La prima edizione completa fu messa a punto dall'antiquario scozzese David Laing (1 vol., Edimburgo, 1865).
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Siamo stati traditi, mio signore.
E' la mala guerra, la mala guerra.

Bisogna discernere il rumore sordo e prolungato della battaglia.

Abbandona il mondo, prima che il mondo abbandoni te.
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