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Vita quotidiana dell' "uomo di strada dell'oriente romano".

Ultimo Aggiornamento: 05/02/2010 14:46
04/02/2010 21:17
 
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Sto studiando il libro di A.Cameron "I Bizantini" per un esame a breve (civiltà bizantina) e leggendo nel capitolo vita quotidiana ho trovato (pag. 172)queste analisi:
"Secondo Kazdan l'uomo bizantino era un individuo privo di potere in una società con deboli legami verticali e orizzontali, confinato in una famiglia nucleare all'interno di uno stato autocratico. Il suo obiettivo finale, afferma lo studioso, era in linea di principio "una vita solitaria ed eremitica, libera da qualunque forma di relazione sociale". Lacupa visione di Kazdan ha molto a che fare con la sua idea di Bisanzio come stato totalitario e centralizzato."

"Anche Cyril Mango ha un'immagine negativa dell'uomo bizantino, almeno in termini culturali: il bizantino medio viveva in un mondo dominato dalla superstizione, in una società in cui la letteratura appare inadeguata a un osservatore moderno, e che criticava piaceri come il teatro, le terme, la danza; il mondo interiore dell'uomo bizantino aveva "la peculiare impenetrabilità della mente medievale"

Cominciando io ad avere più familiarità col mondo bizantino in seguito a questi studi so che per decenni ci si è avvicinati all'impero bizantino carichi di pregiudizi orientalisti (soprattutto da parte di noi occidentali)considerandolo arretrato e obsoleto. Autocratico è stato definito, ma anche totalitario e dominato dal cesaropapismo (accusa quest'ultima contestata e ragione secondo me da molti studiosi).
Mi chiedo:
- Ma davvero l'impero bizantino era così nero come lo si dipinge?
- E' legittimo studiare il passato analizzandolo con categorie moderne (autocratico, totalitario)?
- Se definiamo totalitario l'impero di Bisanzio, usando lo stesso peso e la stessa misura, dovremmo così definire tutti i regni medievali: il regno di Francia non era certo democratico, o il regno d'Inghilterra, o il Sacro Romano Impero o tutti regni medievali appunto.
- Riguardo all'analisi di Cyril Mango come si fa a definire l'uomo bizantino dominato dalla superstizione e non fare altrettanto con il suo corrispondente scozzese, franco, danese ecc?
- Il cesaropapismo, a quanto ne so dopo lo studio, è nato come idea per il fatto che in Occidente si affermò una idea di separazione fra stato e chiesa, favorita dal fatto che non c'era una autorità politica in occidente subito dopo il 476 d.C. mentre in Oriente si seguiva la strada dei rapporti fra stato e chiesa del tardo impero romano.
Che ne pensate? Mi rivolgo soprattutto agli amanti di Bisanzio che sono sul forum ma anche a tutti gli utenti.


05/02/2010 09:23
 
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provo a rispondere io:

-No, ma di certo era molto influenzato dalla morale della Chiesa, che lo portava a criticare divertimenti tipici del mondo romano, ma non è una peculiarità dell'uomo medievale/bizantino, anche gli stoici la pensavano in questo modo. Sicuramente essendo una società con classi sociali molto aperte e dall'elevata mobilità verticale basata soprattutto sulla cultura, l'uomo romèo aveva molte più possibilità rispetto alla società chiusa e classista dell'occidente.
-No. Assolutamente. Ogni epoca va studiata cercando di entrare il più possibile nella mentalità dell'epoca, ed al massimo facendo paralleli con il mondo contemporaneo per semplificarne la comprensione, ma applicare modelli attuali a quel mondo è un errore madornale.
-Esatto...repubbliche a parte (anche se poi i loro capi non erano molto dissimili dai monarchi come autorità e potere) tutte le monarchie medievali partivano dal presupposto che il re è tale per volontà di Dio ed i monarchi sono secondi soltanto a Dio. Ergo più totalitari di così...
-Probabilmente perché in quel testo Mango parlava solo dei bizantini, o non aveva una profonda conoscenza degli altri paesi in quel momento...o almeno spero sia così, perché altrimenti valuto questa sua uscita come molto poco professionale.
-Il conflitto tra stato e chiesa dell'occidente nasce per la visione diversa che c'era dei due ruoli in occidente, ma soprattutto per le pretese di superiorità che il papato aveva, sia nei confronti del resto della Chiesa, che nei confronti dei monarchi. In oriente questo non succedeva perché la Chiesa non aveva né potere né ambizioni in questo senso, nella sfera politica, o quanto meno era molto limitato.



------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Κωνσταντίνος ΙΑ’ Δραγάσης Παλαιολόγος,
Xρoνoκράτoρ και Koσμoκράτoρ
Ελέω Θεού Βασιλευς και Αυτοκράτορ των Ρωμαίων.





"Ci sono quattro grandi cause per cui vale la pena di morire: la Fede, la Patria, la Famiglia ed il Basileus. Ora voi dovete essere pronti a sacrificare la propria vita per queste cose, come d'altronde anch'io sono pronto al sacrifico della mia stessa vita.
So che l'ora è giunta, che il nemico della nostra fede ci minaccia con ogni mezzo...Affido a voi, al vostro valore, questa splendida e celebre città, patria nostra, regina d'ogni altra.
Miei signori, miei fratelli, miei figli, l'ultimo onore dei Cristiani è nelle nostre mani."

"Ed allora questo principe, degno dell'immortalità, si tolse le insegne imperiali e le gettò via e, come se fosse un semplice privato, con la spada in pugno si gettò nella mischia. Mentre combatteva valorosamente per non morire invendicato, fu infine ucciso e confuse il proprio corpo regale con le rovine della città e la caduta del suo regno.
Il mio signore e imperatore, di felice memoria, il signore Costantino, cadde ucciso, mentre io mi trovavo in quel momento non vicino a lui, ma in altra parte della città, per ordine suo, per compiervi un'ispezione: ahimè ahimè!."

"La sede dell'Impero Romano è Costantinopoli e colui che è e rimane Imperatore dei Romani è anche l'Imperatore di tutta la Terra."

"Re, io mi desterò dal mio sonno marmoreo,
E dal mio sepolcro mistico io ritornerò
Per spalancare la murata porta d'Oro;
E, vittorioso sopra i Califfi e gli Zar,
Dopo averli ricacciati oltre l'Albero della Mela Rossa,
Cercherò riposo sui miei antichi confini."

"Un Costantino la fondò, un Costantino la perse ed un Costantino la riprenderà”


05/02/2010 09:43
 
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Si può dire (credo) che imperatore e patriarca avevano potere l'uno sull'altro in un cero senso: si pensi a tutti gli imperatori che deposero patriarchi come Michele VIII Paleologo e ai patriarchi che condannarono imperatori riuscendo ad avere la meglio: penso al patriarca che non approvò le quarte nozze di Leone VI con l'amante Zoe Carbonospina (da cui sarebbe nato Costantino VII Porfirogewnito) e costrinse l'imperatore a dichiarare nozze di questo genere per il futuro.
Una vicenda esemplare credo sia la lotta iconoclasta dell'VIII-IX sec. d.C.: gli imperatori Leone e Costantino V riuscirono a esercitare la loro influenza e il loro potere sulla chiesa bizantina (anche se parlare di chiesa per i bizantini sarebbe errato) tanto è vero che alla morte degli imperatori al concilio iconofilo del 787 presentarono ritrattazioni formali il che vuol dire che avevano approvato in precedenza l'iconoclastia. Però non riuscirono a imporre una sensibilità religiosa diversa alla popolazione.


05/02/2010 10:14
 
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Chiesa per i romèi è giustissimo.

Avevano l'uno delle aree di influenza nelle sfere di competenza dell'altro (di solito il più potente era il Basileus, che poteva rimuovere dall'incarico il Patriarca, ma se il Patriarca si faceva portavoce del malumore popolare il Basileus non poteva scherzare facilmente), ma non sfociò mai nel caos del mondo occidentale.



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"Ci sono quattro grandi cause per cui vale la pena di morire: la Fede, la Patria, la Famiglia ed il Basileus. Ora voi dovete essere pronti a sacrificare la propria vita per queste cose, come d'altronde anch'io sono pronto al sacrifico della mia stessa vita.
So che l'ora è giunta, che il nemico della nostra fede ci minaccia con ogni mezzo...Affido a voi, al vostro valore, questa splendida e celebre città, patria nostra, regina d'ogni altra.
Miei signori, miei fratelli, miei figli, l'ultimo onore dei Cristiani è nelle nostre mani."

"Ed allora questo principe, degno dell'immortalità, si tolse le insegne imperiali e le gettò via e, come se fosse un semplice privato, con la spada in pugno si gettò nella mischia. Mentre combatteva valorosamente per non morire invendicato, fu infine ucciso e confuse il proprio corpo regale con le rovine della città e la caduta del suo regno.
Il mio signore e imperatore, di felice memoria, il signore Costantino, cadde ucciso, mentre io mi trovavo in quel momento non vicino a lui, ma in altra parte della città, per ordine suo, per compiervi un'ispezione: ahimè ahimè!."

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"Re, io mi desterò dal mio sonno marmoreo,
E dal mio sepolcro mistico io ritornerò
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05/02/2010 10:25
 
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Volevo dire che non sarebbe corretto il termine chiesa perchè a Costantinopoli il clero non parlava con un'unica voce: spesso e volentieri membri del clero erano in disaccordo fra loro. Inoltre non c'era una struttura piramidale come quella occidentale


05/02/2010 10:39
 
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allora sei tu che fraintendi i termini, "ekklesia" è la comunità, non si riferisce alla struttura rigida e gerarchica (ed errata) del cattolicesimo.
La Chiesa Ortodossa riconosce un analogo tipo di gerarchia, si differenzia solo ai livelli maggiori dove i grandi patriarchi sono dei pari ed il Patriarca di Costantinopoli è il "primus inter pares", ma non si assume l'onnipotenza che si attribuisce il papa.

Il clero di Costantinopoli solitamente parlava per bocca del Patriarca, ma non era difficile trovare correnti in contrasto con le posizioni del patriarca. Solitamente (e questo accadeva anche in occidente) gli alti prelati erano la "fazione" che sosteneva il Patriarca, mentre la "fazione" in opposizione era quella composta dai monaci e dal basso clero. E spesso e volentieri era quest'ultima ad essere espressione della volontà popolare e cavalcata dai Basileis in contrasto con i Patriarchi, anche se erano proprio i Patriarchi ad essere solitamente emanazioni del potere imperiale.



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05/02/2010 11:53
 
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Appunto Xostantinou è quello che volevo dire...il patriarca di Costantinopoli ha una superiorità onorifica non paragonabile a quella del papa in occidente: un primus inter pares appunto.
Mi sono espresso male: volevo dire che mentre in occidente il papa aveva la massima autorità e metteva l'ultima parola su ogni questione ecclesiastica, in oriente era più facile che vi fossero tendenze diverse all'interno del clero.


XOstantinou mi sapresti spiegere bene perchè l'impero bizantino durante le crociate appare un pò, come dire, passivo? Leggendo poco fa ho notato questa analisi relativa ai secoli XII e XIII : un'impero che sembra una vittima passiva delle azioni dei crociati e degli arabi.
Credo però che fosse impegnato in ben altre faccende che non gli consentivano di impegnarsi militarmente giusto?
[Modificato da ironman1989. 05/02/2010 11:58]


05/02/2010 13:42
 
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ed è forse questa collegialità e questo rapporto semi-subordinato con il potere monarchico che ha risparmiato all'oriente lotte tra chiesa e stato, e l'acquisizione da parte del clero di poteri terreni.




i motivi erano sostanzialmente 3:

1- problemi interni, sia di ordine politico che di ordine economico

2- guerre con i selgiuchidi in anatolia, fronte disinteressato dalle crociate latine

3- guerra con i normanni, che non vedevano l'ora di sbarcare nei balcani dopo aver eliminato i bizantini dall'italia meridionale

l'impero cercava di destreggiarsi tra queste tre problematiche in modo da ottenere il massimo risultato (acquisizioni territoriali o alla peggio mantenimento dello status quo, neutralizzazione dei propri nemici) con il minimo sforzo (utilizzo quasi esclusivo della diplomazia al posto dell'esercito). questo per la semplice logica che se i tuoi nemici lottano tra loro e si logorano a vicenda, alla fine tu, conservando o incrementando la tua potenza, dalla parte della preda finisci per fare la parte del leone.



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05/02/2010 14:22
 
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Grazie mille Xostantinou per le delucidazioni...


05/02/2010 14:46
 
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