ed è forse questa collegialità e questo rapporto semi-subordinato con il potere monarchico che ha risparmiato all'oriente lotte tra chiesa e stato, e l'acquisizione da parte del clero di poteri terreni.
i motivi erano sostanzialmente 3:
1- problemi interni, sia di ordine politico che di ordine economico
2- guerre con i selgiuchidi in anatolia, fronte disinteressato dalle crociate latine
3- guerra con i normanni, che non vedevano l'ora di sbarcare nei balcani dopo aver eliminato i bizantini dall'italia meridionale
l'impero cercava di destreggiarsi tra queste tre problematiche in modo da ottenere il massimo risultato (acquisizioni territoriali o alla peggio mantenimento dello status quo, neutralizzazione dei propri nemici) con il minimo sforzo (utilizzo quasi esclusivo della diplomazia al posto dell'esercito). questo per la semplice logica che se i tuoi nemici lottano tra loro e si logorano a vicenda, alla fine tu, conservando o incrementando la tua potenza, dalla parte della preda finisci per fare la parte del leone.
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Κωνσταντίνος ΙΑ’ Δραγάσης Παλαιολόγος,
Xρoνoκράτoρ και Koσμoκράτoρ
Ελέω Θεού Βασιλευς και Αυτοκράτορ των Ρωμαίων.
"Ci sono quattro grandi cause per cui vale la pena di morire: la Fede, la Patria, la Famiglia ed il Basileus. Ora voi dovete essere pronti a sacrificare la propria vita per queste cose, come d'altronde anch'io sono pronto al sacrifico della mia stessa vita.
So che l'ora è giunta, che il nemico della nostra fede ci minaccia con ogni mezzo...Affido a voi, al vostro valore, questa splendida e celebre città, patria nostra, regina d'ogni altra.
Miei signori, miei fratelli, miei figli, l'ultimo onore dei Cristiani è nelle nostre mani."
"Ed allora questo principe, degno dell'immortalità, si tolse le insegne imperiali e le gettò via e, come se fosse un semplice privato, con la spada in pugno si gettò nella mischia. Mentre combatteva valorosamente per non morire invendicato, fu infine ucciso e confuse il proprio corpo regale con le rovine della città e la caduta del suo regno.
Il mio signore e imperatore, di felice memoria, il signore Costantino, cadde ucciso, mentre io mi trovavo in quel momento non vicino a lui, ma in altra parte della città, per ordine suo, per compiervi un'ispezione: ahimè ahimè!."
"La sede dell'Impero Romano è Costantinopoli e colui che è e rimane Imperatore dei Romani è anche l'Imperatore di tutta la Terra."
"Re, io mi desterò dal mio sonno marmoreo,
E dal mio sepolcro mistico io ritornerò
Per spalancare la murata porta d'Oro;
E, vittorioso sopra i Califfi e gli Zar,
Dopo averli ricacciati oltre l'Albero della Mela Rossa,
Cercherò riposo sui miei antichi confini."
"Un Costantino la fondò, un Costantino la perse ed un Costantino la riprenderà”