Medieval 2 Total War
Discussione generale sul videogioco Medieval 2 : Total War
Cattedra
Guide & Tutorial a cura dei maggiori esperti di modding
Medieval 2 Total War Cantiere
Progettazione di Mod relativi al videogame Medieval 2 Total War

 

 

Nuova Discussione
Rispondi
 
Stampa | Notifica email    
Autore

Eventi storici

Ultimo Aggiornamento: 06/04/2011 19:27
25/09/2010 11:26
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
OFFLINE
Post: 4.443
Registrato il: 14/11/2009
Città: CESARO'
Età: 34
Principe
{89BC_BODY}
- conquista di Venosa ed eliminazione degli ultimi focolai della Guerra Sociale da parte di Quinto Cecilio Metello Pio mentre sono consoli Gneo Pompeo Strabone padre di Gneo Pompeo Magno, e Lucio Porcio Catone, il quale viene ucciso per la propria inettitudine sul campo di battaglia.\n\n
- Atene si ribella a Roma e si allea con Mitridate VI che sbarca in Grecia.\n\n
- Muore Quinto Pompedio Silone, marso, uno dei due consoli dell’esercito della lega italica.\n\n
- Muore Cecilia Metella Balearica Minore, donna romana, virtuosa e irreprensibile.\n\n
{89BC_TITLE}Gli eventi dell'anno

{88BC_BODY}
- Dopo tre anni di lotte, Roma fu costretta a estendere la cittadinanza romana a tutti gli Italici.\n\n
- Il Senato affidò a Lucio Cornelio Silla mentre era console con Quinto Pompeo Rufo, il comando di una spedizione militare in Oriente.\n\n
- Nasce Gaio Claudio Marcello, politico romano.\n\n
- Muore Demetrio III, sovrano seleucide.\n\n
- Muore Quinto Mucio Scevola, politico romano.\n\n
- Muore Tolomeo X, sovrano d’Egitto.\n\n
{88BC_TITLE}Gli eventi dell'anno

{87BC_BODY}
- La Prima guerra mitridatica si combatté dall'88 all'85 a.C. Iniziò quando Mitridate invase la provincia romana d'Asia dove, anche a causa del malgoverno romano identificato con i pubblicani, venne accolto come un liberatore dalle popolazioni locali, tanto che molte città, non solo uccisero i soldati delle guarnigioni romane, ma massacrarono ogni cittadino romano che vi risiedeva (episodio noto come Vespri asiatici), aprendo poi le porte cittadine al sovrano asiatico. La situazione precipitò, quando a seguito di queste ribellioni nella provincia asiatica, si ribellarono anche diverse città della Grecia, che presero le parti del re del Ponto, che ai loro occhi appariva come un nuovo Alessandro Magno. Nonostante fossero in un momento di gravi battaglie politiche, tra la fazione degli optimates, capitanata da Silla, e quella dei populares, capitanate da Gaio Mario, i romani organizzarono un esercito che affidarono al comando di Lucio Cornelio Silla. Mentre Silla stava preparando l'esercito per combattere Mitridate VI in oriente, Mario, avendo ancora l'ambizione di essere lui, e non Silla, a guidare l'esercito romano contro il re del Ponto convinse il tribuno Publio Sulpicio Rufo a convocare una seduta del Senato per annullare la precedente decisione di affidare il comando a Silla. Appresa la notizia Silla, accampato in quel momento nell'Italia meridionale in attesa di imbarcarsi per la Grecia, prese una decisione grave e senza precedenti: scelse le 6 legioni a lui più fedeli e, alla loro testa, si diresse verso Roma stessa. Questo era un fatto veramente inaudito. Nessun generale, in precedenza, aveva mai osato violare con l'esercito il perimetro della città (il cosiddetto pomerio). La cosa era talmente contraria alle tradizioni che molti dei suoi comandanti, considerandola un sacrilegio, si rifiutarono di seguirlo, e Silla fu costretto ad obbligarli con la forza. Spaventati da tanta risolutezza, Mario ed i suoi seguaci fuggirono dalla città, mentre Silla, agendo dalla posizione di forza in cui oramai si trovava, si rivolse al Senato in tono risentito, atteggiandosi addirittura a vittima di una congiura, probabilmente per giustificare la sua violenta presa della città. Poi, dopo avere preso opportuni provvedimenti per confermare il Senato come guida assoluta della politica romana ed aver fatto strage dei suoi oppositori, rientrò nei suoi accampamenti militari per portare a termine la campagna contro Mitridate. In oriente Silla ottenne la vittoria nella battaglia di Cheronea e nella battaglia di Orcomeno nell'86 a.C. Nonostante non si trattasse di vittorie decisive, proprio a causa della situazione che si stava creando a Roma, con il ritorno al potere dei mariani, Silla decise di trattare la pace con il re del Ponto, sancita nel Trattato di Dardano nell'85 a.C., che sebbene dovette fare concessioni territoriali i romani, ottenne lo status di Amico del popolo romano.\n\n
- Presumibilmente in questo anno, nel mare Egeo, presso l'isola di Anticitera, affonda una nave. Nel carico, recuperato nel 1902, viene rinvenuto l'omonimo meccanismo, che rappresenta la più antica forma nota di calcolo meccanico.\n\n
- Muore Arariate IX di Cappadocia.\n\n
- Muore Quinto Lutazio Catulo, poeta romano.\n\n
- Muore Quinto Pompeo Rufo, politico romano.\n\n
- Muore Gneo Pompeo Strabone, politico romano.\n\n
{87BC_TITLE}Gli eventi dell'anno

{86BC_BODY}
- Il primo di marzo Lucio Cornelio Silla espugna Atene alleatasi a Mitridate VI, la saccheggia e rimuove il tiranno Aristione.\n\n
- Lucio Licinio Lucullo sconfigge Mitridate nella battaglia di Tenedos.\n\n
- Battaglia di Cheronea. L'esercito di Silla sconfigge l'esercito di Mitridate, guidato dal generale Archelao.\n\n
- Nasce Fausto Cornelio Silla, figlio del dittatore Lucio Cornelio Silla.\n\n
- Muore il 13 del mese di gennaio l’homo novus, Gaio Mario.\n\n
{86BC_TITLE}Gli eventi dell'anno

{85BC_BODY}
- Pace di Dardano fra Silla e Mitridate VI e fine della Prima Guerra Mitridatica.\n\n
- Nasce Antonia, figlia primogenita di Marco Antonio Cretico e di Giulia Antonia.\n\n
- Nasce Azia minore, patrizia romana della gens Atia, era figlia di Marco Azio Balbo e della sorella di Gaio Giulio Cesare, Giulia minore.\n\n
{85BC_TITLE}Gli eventi dell'anno

{84BC_BODY}
- Nasce Gaio Valerio Catullo, poeta romano.\n\n
- Muore Lucio Accio, poeta e drammaturgo romano.\n\n
- Muore l’ex collega al consolato di Gaio Mario, Lucio Cornelio Cinna.\n\n
{84BC_TITLE}Gli eventi dell'anno

{83BC_BODY}
- La Guerra civile romana dell'83 - 82 a.C. vide il conflitto tra la fazione degli ottimati, guidata da Silla, e quella dei populares, o mariani perché seguaci del 7 volte console Gaio Mario morto nell'86 a.C., guidata dai consoli Gaio Mario il Giovane e Gneo Papirio Carbone. Da diverso tempo la repubblica romana era percorsa da un conflitto politico tra due fazioni, una capitanata dall'uomo nuovo Gaio Mario, appoggiato dal gruppo politico dei popolari, e l'altra dal nobile Lucio Cornelio Silla, che si combattevano, con alterne fortune, per il predominio politico sull'Urbe. La lotta per il potere presto si era spostata dal piano politico a quello militare, così avvenne che, grazie all'appoggio delle legioni a lui fedeli, Silla scacciò i mariani dall'Urbe ed ottenne il comando per la guerra a Mitridate, e fu sempre grazie alla forza delle armi che, con Silla impegnato in Asia Minore, i populares e Gaio Mario poterono rientrare in città e controllarla, almeno fino al ritorno di Silla. Questi, conclusa prima del tempo quella che sarebbe stata ricordata come la prima guerra mitridatica con il Trattato di Dardano nell'85 a.C., decise allora di tornare in Italia per contrastare le manovre del partito avverso, che lo aveva addirittura dichiarato nemico della patria. I più attivi nel campo dei populares erano i consoli Lucio Cornelio Cinna e Gneo Papirio Carbone, consoli per l'85 a.C. e l'84 a.C., che a cavallo tra i due consolati tentarono di organizzare ad Ancona un esercito per contrastare quello di Silla, una volta che fosse terminata la campagna in Asia. L'impresa non ebbe seguito perché nell'84 a.C. l'esercito, forse perché scontento delle dure condizioni di vita imposte dai due consoli, si ribellò ed uccise Cinna, mentre Carbone fuggiva. Nell'83 a.C. furono eletti consoli Lucio Cornelio Scipione Asiatico e Gaio Norbano che, mentre Silla sbarcava a Brindisi dove si acquartierava con i suoi veterani e riprendeva i contatti con gli esponenti della propria fazione, tentavano di organizzare un esercito per contrastare la marcia di Silla verso Roma. Silla, mentre si preparava a marciare verso Roma al comando delle sue legioni, ricevette rinforzi dal giovane Pompeo, che si unì al futuro dittatore con un buon numero di soldati a lui fedeli, provenienti per lo più dalla regione del Piceno, e da Quinto Cecilio Metello Pio, campione degli ottimati duranti i 4 anni di consolato di Cinna. I due consoli in carica nell'83 decisero di contrastare il passo di Silla in Campania; Scipione organizzò il suo campo nei pressi di Teano, mentre Norbano fece campo nei dintorni di Capua. Silla attaccò per primo l'esercito sotto il comando di Norbano che, perso lo scontro ed oltre 7.000 uomini, si rifugiò all'interno delle mura di Capua. A quel puntò Silla marciò verso Teano offrendo a Scipione una tregua, prontamente accettata dal Console, che in questo modo pensava di guadagnar tempo per coordinarsi con il collega e con Sertorio. Ma quando Scipione pensò di poter rompere la tregua con Silla il suo esercito, che aveva fraternizzarono con l'esercito di Silla, gli si rivoltò contro passando al campo avverso senza colpo ferire. Scipione, fatto liberare da Silla, andò in esilio a Marsiglia, dove morì. L'83 a.C. terminò con gli uomini di Silla acquartierati in Campania e i populares a Roma che tentavano di organizzarsi per contrastare il passo al nemico. Per l'82 a.C. furono eletti consoli Gneo Papirio Carbone e Gaio Mario il Giovane, a cui fu affidata la difesa della città, che tra i primi loro atti, inviarono Sertorio, forse l'unico esponente della loro parte con un'adeguata esperienza militare per contrastare Silla, nella Spagna Citeriore. I primi scontri, entrambi favorevoli agli ottimati, si ebbero nelle marche sull'Esino, dove le truppe di Pompeo e di Metello ebbero la meglio su quelle condotte da Carbone, e nella pianura di Sacriporto, antistante Preneste, dove le truppe di Silla ebbero la meglio su quelle guidate da Mario il Giovane . Gaio Mario il Giovane si rifugiò nella città di Preneste, mentre Carbone si rinchiudeva dentro le mura di Chiusi. Anche questa volta Silla si trovò nella condizione di poter attaccare separatamente i due nemici. Lasciò il suo luogotenente Ofella a sostenere l'assedio di Preneste e, dopo aver normalizzato la situazione nella capitale, si diresse a nord per dar battaglia a Carbone. La battaglia sotto le mura di Chiusi fu particolarmente cruenta, e si risolse con un sostanziale nulla di fatto. Per contro Pompeo frustò il tentativo di Carbone di inviare rinforzi al collega Mario rinchiuso a Preneste, intercettando e sconfiggendo i rinforzi che Carbone gli aveva mandato nei pressi di Spoleto. In questo frangente, un esercito di 7.000 lucani e sanniti stava risalendo verso il nord, guidati da P. Telesino, M. Lamponio e Gutta, per portare soccorso a Mario. Silla, per impedire questa manovra, abbandonò l'assedio di Chiusi dirigendosi immediatamente verso sud con i propri uomini e sbarrare così il passo a questo nuovo esercito. Carbone ne approfittò per uscire dalla città e si diresse verso Faenza, per portare battaglia a Metello che reputava il più debole nel campo avverso; l'esito non fu quello sperato e Carbone subì una cocente sconfitta che gli costò anche la perdita di Chiusi, lasciata sguarnita e alla mercé di Pompeo. Lo scontro decisivo tra gli eserciti delle due fazioni, la battaglia di Porta Collina, si giocò il 1 novembre dell'82 a.C., sotto le mura di Roma, dove l'esercito guidato lucano-sannita aveva puntato, modificando l'intenzione iniziale di portare soccorso a Preneste, non appena avuta notizia della manovra di Silla, che di fatto aveva lasciato sguarnita Roma. Silla riuscì ad arrivare in tempo sul luogo della battaglia solo per lo straordinario sforzo dei romani resistettero tutto il giorno agli attacchi dei nemici secolari. Anche dopo l'arrivo dei rinforzi l'esito della battaglia rimase a lungo in bilico, risolvendosi alla fine a favore del campo degli ottimati. Persa la battaglia Preneste si arrese e Mario il Giovane, frustrato nel suo tentativo di fuggire attraverso dei sotterranei, preferì uccidersi piuttosto che cadere nelle mani del nemico. Sconfitti i nemici mariani, Silla iniziò le proscrizioni di tutti gli avversari politici; assunse il titolo di dittatore a vita, e cercò con una serie di riforme di ristabilire il regime oligarchico.\n\n
- Il 14 del mese di gennaio nasce Marco Antonio, il futuro triumviro.\n\n
{83BC_TITLE}Gli eventi dell'anno

{82BC_BODY}
- Nel novembre, l’armata di Silla sconfigge i mariani, raccoltisi intorno al figlio di Mario, Mario il giovane, nella battaglia di Porta Collina.\n\n
- Divenuto padrone assoluto della città, Silla instaurò un vero e proprio regno del terrore, mettendo al bando e dichiarando fuori legge tutti gli oppositori politici, offrendo ricompense a chi li avesse uccisi. I più colpiti furono i cavalieri, che erano sempre stati ostili a Silla: ne furono uccisi 2.600 e i loro beni, messi all'asta a prezzi irrisori, finirono nelle tasche dei Sillani. Il giovane Caio Giulio Cesare, come genero di Cinna, fu costretto ad abbandonare precipitosamente la città, ma ebbe salva la vita grazie all'intercessione di alcuni amici influenti, soprattutto della cugina Cornelia, figlia di Silla, e del marito di lei Mamerco Emilio Lepido, princeps senatus. Silla annotò poi nelle proprie memorie di essersi pentito di averlo risparmiato, viste le ben note ambizioni politiche del giovane. Ormai virtualmente senza opposizioni, Silla attuò una serie di riforme tese a mettere il controllo dello stato saldamente nelle mani del Senato, allargato per l'occasione da 300 a 600 senatori. Silla fece approvare varie leggi: la lex de tribunizia potestate, che stabilì che i tribuni della plebe dovessero sottoporre al parere preventivo e vincolante del Senato le proposte che intendevano presentare ai concilii; la lex de comitiis centuriatis, che tentò di ridare nuova forza a questa istituzione, tipiacamente aristocratica; la lex de magistratibus, che organizzò il cursus honorum, escludendo da esso l’edilità, e stabilendo che non si poteva assumere il consolato se non si aveva prima ricoperto la pretura e la questura. Inoltre una clausola fissava ai trent’anni l’età minima per diventare questore, trentanove per la pretura e quarantadue per il consolato; i consoli e i pretori durante l’anno di carica dovevano restare in città; potevano essere mandati nelle province e li assumere il comando dell’esercito solo altermine del periodo di carica. Questo provvedimento era teso a separare efficacemente il potere politico da quello militare; i magistrati non potevano ricoprire la stessa carica se non erano passati almeno dieci anni dal momento in cui l’avevano ricoperta per la prima volta; l’amministrazione delle giustizia criminale venne riformata e affidata a tribunali particolari, a ciascuno dei quali spettava la competenza su uno specifico crimine. I tribunali erano sei e giudicavano: concussione, tradimento, omicidio, falso, peculato, banda armata.\n\n
- Nasce Publio Terenzio Varrone.\n\n
- Nasce Marco Celio Rufo, politico romano.\n\n
{82BC_TITLE}Gli eventi dell'anno

{81BC_BODY}
- A Roma Lucio Cornelio Silla assume la carica di dictator sine die.\n\n
- Nasce Lucio Antonio, generale romano.\n\n
- Muore Tolomeo IX, sovrano d’Egitto.\n\n
{81BC_TITLE}Gli eventi dell'anno

{80BC_BODY}
- Nasce Vercingetorige, (latino: Vercingetorix, "Il grandissimo re dei guerrieri"), principe e condottiero gallo. Figlio del nobile Celtillo, fu re degli Arverni, influente popolo gallico insediato nell'attuale regione dell'Alvernia. Nel suo disegno di respingere l'invasione romana, riuscì a coalizzare la maggioranza dei popoli gallici e dei loro comandanti. Vercingetorige è stato uno dei primi capi in grado di federare una parte importante dei popoli gallici, vincendo le tradizionali divisioni storiche. Di fronte ad uno dei più grandi strateghi di sempre, mise in mostra i suoi eccellenti talenti militari. Fu sconfitto nell'assedio di Alesia nel 52 a.C. Catturato, fu imprigionato a Roma per 5 anni. Nel 46 a.C. fu trascinato in catene per ornare la celebrazione del trionfo di Cesare. Immediatamente dopo fu mandato a morte.\n\n
- Muore Berenice III, sovrana d’Egitto.\n\n
{80BC_TITLE}Gli eventi dell'anno
[Modificato da ironman1989. 25/09/2010 11:32]


27/09/2010 11:14
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
OFFLINE
Post: 4.443
Registrato il: 14/11/2009
Città: CESARO'
Età: 34
Principe
{79BC_BODY}
- Silla depone la carica di dittatore a vita ritirandosi a vitaprivata.\n\n
- Sertorio in Spagna sconfigge Quinto Cecilio Metello Pio.\n\n
- Nasce Liu Xiang, scrittore cinese.\n\n
{79BC_TITLE}Gli eventi dell'anno

{78BC_BODY}
- Il proconsole P. Servilio Vatia sconfigge i pirati della Cilicia e dell'Isauria.\n\n
- Viene costruito a Roma il Tabularium del Campidoglio.\n\n
- Muore Lucio Cornelio Silla, ex dittatore di Roma.\n\n
- Muore Publio Rutilio Rufo, generale e politico romano.\n\n
{78BC_TITLE}Gli eventi dell'anno

{77BC_BODY}
- Nasce Fulvia, prima moglie di Marco Antonio.\n\n
- Muore Tito Quinzio Atta, poeta romano.\n\n
{77BC_TITLE}Gli eventi dell'anno

{76BC_BODY}
- Comincia la guerra fra Gneo Pompeo Magno e Quinto Sertorio. Questi, nativo di Norcia, all'epoca in Sabina, si trasferì giovanissimo a Roma, acquistando una certa reputazione come giurista ed oratore. Intrapresa la carriera militare, si fece notare al fianco di Gaio Mario nel 102 a.C., durante la celebre battaglia di Aquae Sextiae (ora Aix-en-Provence, Francia) in cui i Teutoni furono sconfitti definitivamente dai romani. Nel 97 a.C. servì in Spagna. e nel 91 fu questore nella Gallia Cisalpina. Al suo ritorno a Roma sarebbe stato eletto al tribunato se non ci fosse stata la decisa opposizione di Silla. Preferì pertanto schierarsi con Mario ed il partito democratico, anche se aveva una mediocre opinione di Mario stesso come uomo. Deve aver tenuto una posizione acquiescente verso Mario e Cinna allorquando costoro effettuarono numerose esecuzioni sommarie a Roma e nel Lazio (87 a.C.); non risulta infatti che abbia fatto molto per porre termine a tali uccisioni. Al ritorno di Silla dall'est nel 83, Sertorio andò in Spagna, dove rappresentò il partito Mariano o democratico, ma senza aver ricevuto alcun incarico definito. Essendo stato obbligato a ritirarsi nell'Africa del nord a causa dell'avanzata delle forze di Silla sui Pirenei, continuò una campagna in Mauritania, dove sconfisse uno dei generali di Silla e catturò Tingis (Tangeri). Questo successo lo rese gradito alle popolazioni ispaniche, specialmente alle tribù della Lusitania, nell'ovest, che i generali ed i governatori romani del partito di Silla avevano saccheggiato e oppresso. Quando arriivò in questa terra, corrispondente all'odierno Portogallo, aveva ai suoi ordini un piccolo esercito di 2.600 romani e 700 africani: ma sul posto raccolse presto rinforzi importanti (4.000 fanti e 700 cavalieri). Coraggioso e gentile nonché dotato di grande eloquenza, Sertorio impressionò favorevolmente le genti autoctone, e la milizia locale, che aveva organizzato, parlava di lui come del "nuovo Annibale". Molti rifugiati e disertori romani si unirono a Sertorio e con questi ed i suoi volontari ispanici sconfisse completamente uno dei generali di Silla e cacciò via dalla Lusitania, (o Hispania ulterior come la chiamavano i Romani) il governatore Quinto Cecilio Metello Pio, che era stato inviato da Roma specificamente contro di lui. Sertorio doveva molto del suo successo alla sua abilità di statista. Il suo obiettivo era sviluppare un governo stabile nel paese con il consenso e la cooperazione della gente, che desiderava civilizzare secondo il modello romano. Stabilì un senato di 300 membri, controllato dagli emigrati romani, con probabilmente alcuni fra gli ispanici migliori e si circondò di una guardia del corpo spagnola. Per i bambini delle principali famiglie locali aprì una scuola a Osca (Huesca), dove ricevevano una formazione romana e adottavano perfino il vestito delle gioventù romane. Rigoroso e, per quanto si sa, severo con i suoi soldati, era in genere ben considerato dalle classi popolari e rese le loro difficoltà il più sostenibili possibile. Sembra chiaro che aveva un dono particolare per suscitare l'entusiasmo delle rudi tribù e possiamo capire bene come il famoso cerbiatto bianco, un regalo ricevuto da uno dei locali, che era il suo costante compagno e che si supponeva che gli comunicasse i consigli di Diana, promovesse la sua popolarità. Si può dire che per sei anni abbia realmente governato la Spagna. Il 77 si unì a lui Marco Perperna Vento che veniva da Roma, con un seguito di nobili romani e lo stesso anno fu inviato Gneo Pompeo Magno per sconfiggerlo. Sertorio dimostrò, secondo taluni, di valere più del suo giovane avversario Pompeo, sconfiggendolo completamente nei pressi di Saguntum. Pompeo scrisse a Roma per chiedere rinforzi, senza cui, egli disse, lui e Metello sarebbero stati cacciati via dalla Spagna. In realtà Sertorio fu sconfitto più dalla tattica temporeggiatrice di Metello che da quella avventata e spregiudicata di Gneo Pompeo Magno, che proprio in questa occasione imparerà a crescere e a diventare un grande generale, imparando dai propri errori. Si disse che Sertorio fosse in lega con i pirati del Mar Mediterraneo e che stava negoziando con Mitridate e che era in comunicazione con gli schiavi che insorgevano in Italia. Ma a causa delle gelosie fra gli ufficiali romani che servivano sotto di lui con gli spagnoli di rango più elevato, non poté mantenere la sua posizione e la sua influenza sopra le tribù natali venne meno, benché abbia vinto sempre fino alla fine. Nel 72 a.C. fu assassinato in un banchetto, e sembra che il principale istigatore sia stato Marco Perperna Vento dopo che Quinto Cecilio Metello Pio e Gneo Pompeo Magno ebbero messo una taglia sulla sua testa, e messo zizzania tra i suoi.\n\n
- Nasce Gaio Asinio Pollione, oratore e politico romano.\n\n
- Nasce Giulia, figlia di Gaio Giulio Cesare e Cornelia Cinna Minore.\n\n
- Muore Appio Claudio Pulcro, politico romano.\n\n
{76BC_TITLE}Gli eventi dell'anno

{75BC_BODY}
- Nelle acque cretesi una flotta romana guidata dal pretore Marco Antonio è sconfitta dai pirati.\n\n
- Ascesa al trono del re indo-greco Telefo.\n\n
- Scoppia la Terza guerra mitridatica, combattuta dal 75 al 63 a.C. La guerra iniziò quando morì il re Nicomede IV di Bitinia, che lasciò il suo regno in eredità al popolo e senato romano. A questo si oppose Mitridate VI che reagì dando inizio ad un nuovo conflitto contro i romani. Nella prima fase l'esercito romano era al comando di Lucio Licinio Lucullo (dal 75 al 66 a.C.), che riuscì a fermare l'avanzata di Mitridiate nella Bitinia. Ma a seguito di una ribellione delle legioni romane poste sotto il comando di Lucullo, la conduzione della guerra fu affidata a Gneo Pompeo Magno (dal 66 al 63 a.C.). Pompeo condusse l'esercito romano alla vittoria, e Mitridate VI, sconfitto, nel 63 a.C. si fece uccidere. Le forze del regno del Ponto furono distrutte, il Ponto fu aggregato alla Bitinia, venendo a formare la provincia del Ponto e della Bitinia.\n\n
- Nasce Gneo Pompeo il Giovane, figlio di Gneo Pompeo Magno.\n\n
{75BC_TITLE}Gli eventi dell'anno

{74BC_BODY}
- Nasce Atenodoro Cananita, storico romano.\n\n
- Nasce Giunia Seconda, sorella di Marco Giunio Bruto.\n\n
- Nasce Vario Rufo, poeta romano.\n\n
{74BC_TITLE}Gli eventi dell'anno

{73BC_BODY}
- Scoppia la terza guerra servile. Nel 73 a.C., un gruppo di circa duecento gladiatori del ludus di Capua, appartenente a Lentulo Batiato, progettarono una fuga; quando il loro piano fu scoperto, settanta di loro si impossessarono di attrezzi da cucina, e con questi si aprirono le porte della scuola, appropriandosi in seguito di diversi carri contenenti armi e armature per gladiatori. Una volta liberi, i gladiatori fuggiaschi elessero tra loro dei capi, due schiavi gallici, Crixus ed Enomao, e Spartaco, che pare fosse un ausiliario tracio dell'esercito romano poi ridotto in schiavitù o forse un prigioniero di guerra. La nazionalità di Spartaco è dubbia, in quanto un Thraex era una tipologia di gladiatore, e dunque il titolo "Tracio" potrebbe derivare dallo stile al quale era addestrato per i giochi gladiatorii. Gli schiavi fuggiaschi furono capaci di sconfiggere un piccolo contingente di truppe inviato da Capua, e si impadronirono dell'equipaggiamento militare sottratto ai nemici aggiungendolo alle loro armi da gladiatore. Le fonti si contraddicono riguardo i fatti immediatamente successivi alla fuga, ma in generale concordano nel dire che i gladiatori fuggitivi saccheggiarono la zona intorno a Capua, arruolando altri schiavi tra le loro file, e si asserragliarono poi in una posizione più difendibile sul Vesuvio. La Campania antica, centro della rivolta servile, era una zona in cui si trovavano le ville dell'aristocrazia romana, oltre che la regione dove si estendevano molte proprietà latifondiarie; per questo motivo la rivolta fu subito all'attenzione delle autorità romane, le quali, però, la considerarono, all'inizio, solo come un episodio di criminalità comune. Quello stesso anno, comunque, Roma decise di inviare contro gli schiavi delle forze al comando di un pretore, col compito di porre fine alla ribellione. Il pretore in questione, Gaio Claudio Glabro, raccolse 3.000 uomini, ma non tra le legioni, bensì «rapidamente e casualmente, in quanto i Romani non consideravano ancora questa una guerra, ma un'incursione, una specie di ladrocinio». Le forze di Glabro assediarono gli schiavi sul Vesuvio, bloccando l'unica via di uscita nota: bloccati i ribelli, Glabro si accontentò di attendere fino al momento in cui la fame e gli stenti li avrebbero costretti ad arrendersi. Sebbene gli schiavi non avessero addestramento militare, le forze di Spartaco mostrarono intelligenza nell'uso delle risorse locali e nell'agire secondo tattiche efficienti e non ortodosse di fronte ai disciplinati eserciti romani. Di fronte all'assedio di Glabro, gli uomini di Spartaco fabbricarono funi e scale adoperando il legno delle vigne e degli alberi che crescevano sulle pendici del Vesuvio per scendere per le pareti della montagna dalla parte opposta alle forze di Glabro; dopo aver girato intorno al Vesuvio, attaccarono alle spalle le forze romane, trucidando gli uomini di Glabro. Una seconda spedizione, sotto il pretore Publio Varinio, fu poi inviata contro Spartaco. Sembra che Varinio abbia diviso le proprie forze, per qualche ragione, sotto i comandi dei suoi due subordinati, Furio e Cossinio: Plutarco afferma che Furio comandava circa 2000 uomini, ma non è noto né quale fosse la forza dell'altro contingente né se le truppe romane fossero composte da legionari o da miliziani. Anche questa spedizione fu sconfitta dagli schiavi: Cossinio fu ucciso, Varinio scampò alla cattura, e gli schiavi entrarono in possesso dell'equipaggiamento dei soldati romani. Grazie a questi successi, un numero sempre maggiore di schiavi si unì alle forze di Spartaco, come fecero «molti dei pastori della regione», portando il numero dei ribelli a 70.000. Gli schiavi passarono l'inverno 73-72 a.C. armando ed equipaggiando le nuove reclute e allargando il territorio soggetto alle loro incursioni alle città di Nola, Thurii e Metapontum. Nella primavera del 72 a.C., gli schiavi ribelli lasciarono i propri accampamenti invernali per muoversi verso nord, in direzione della Gallia Cisalpina. Il Senato romano, allarmato dalle dimensioni raggiunte dalla rivolta e dalla sconfitta degli eserciti pretoriani di Glabro e Varinio, inviò due eserciti consolari al comando di Lucio Gellio Publicola e Gneo Cornelio Lentulo Clodiano. Inizialmente, gli eserciti consolari furono vittoriosi: Gellio costrinse allo scontro un gruppo di circa 30.000 schiavi, al comando di Crixus, nei pressi del Gargano, e uccise due terzi dei ribelli, incluso il loro capo. Da questo punto fino all'entrata in scena di Marco Licinio Crasso, le due principali fonti storiche sulla terza guerra servile, Appiano e Plutarco, sono in disaccordo: pur non contraddicendosi a vicenda, riportano eventi differenti l'uno dall'altro, ignorando alcuni eventi riportati dall'altro autore e raccontandone invece altri ignorati dall'altra fonte. Malgrado i diversi racconti forniti per quanto riguarda gli eventi del 72 a.C., le fonti concordano, in linea di massima, che Spartaco e i suoi uomini si trovavano nell'Italia meridionale all'inizio del 71 a.C. Il Senato romano, estremamente allarmato dall'apparente invincibilità della ribellione in Italia, conferì il compito di sedarla a Marco Licinio Crasso. Crasso non era estraneo né alla politica né all'esercito romano: era infatti stato un sottoposto di Lucio Cornelio Silla durante la seconda guerra tra questi e Gaio Mario, combattuta nell'82 a.C., e aveva continuato a servire sotto Silla durante la sua dittatura. Crasso ricevette la pretura e sei nuove legioni, oltre alle due legioni consolari di Gellio e Lentulo, per un totale di 40.000/50.000 uomini ben addestrati e pronti ad affrontare l'esercito dei ribelli. Crasso impose una ferrea e talvolta brutale disciplina ai suoi uomini, adoperando anche il metodo della decimazione di un'unità. Appiano non racconta con sicurezza se Crasso decimò le due legioni consolari, per punirle della loro codardia, quando assunse l'imperium o se, invece, sottopose alle decimazione tutto l'esercito a seguito di una sconfitta successiva (in tal caso avrebbe messo a morte fino a 4000 legionari). Plutarco riporta solo la decimazione di cinquanta uomini di una coorte come punizione della sconfitta del suo legato Mummio nel primo scontro con Spartaco. Con queste azioni, Crasso dimostrò alle legioni che «egli era per loro molto più pericoloso del nemico», e spinse dunque i propri uomini a cercare ad ogni costo la vittoria piuttosto che incorrere nel rischio di deludere il proprio comandante. Quando le forze di Spartaco si mossero nuovamente verso nord, Crasso dispose le proprie legioni sul confine della regione (Plutarco afferma che la prima battaglia tra le legioni di Crasso e gli uomini di Spartaco avvenne nei pressi del Picenum, mentre Appiano ricostruisce lo scontro nei pressi del Samnium), assegnando due legioni al suo legato Mummio, cui diede l'ordine di seguire Spartaco alle spalle col divieto, però, di ingaggiare battaglia. Quando si presentò l'occasione, Mummio disobbedì all'ordine e attaccò le forze ribelli, ma fu sconfitto e i suoi uomini andarono in rotta. Malgrado questa prima sconfitta, Crasso ingaggiò allora Spartaco e lo sconfisse, uccidendo 6000 ribelli. A questo punto sembrò che il corso della guerra fosse cambiato: le legioni di Crasso riportarono numerose vittorie, uccidendo migliaia di schiavi ribelli, e obbligarono Spartaco a ritirarsi a sud, attraverso la Lucania fino allo stretto di Messina. Secondo Plutarco, Spartaco si accordò con i pirati cilici per farsi trasportare assieme a 2000 dei suoi uomini in Sicilia, dove intendeva incitare altri schiavi alla rivolta e ottenere così rinforzi; i pirati, però, lo tradirono, prendendo il denaro che egli aveva dato loro e abbandonando gli schiavi ribelli. Le fonti minori sostengono che Spartaco mise in pratica diversi tentativi di attraversare lo stretto con zattere o di costruire navi, ma che Crasso prese misure non meglio specificate per assicurarsi che i ribelli non potessero passare in Sicilia, rendendone vani gli sforzi e ponendo fine ai loro tentativi. Le forze di Spartaco si ritirarono allora verso Rhegium, seguite dalle legioni di Crasso, che, al loro arrivo, costruirono delle fortificazione tutto intorno all'istmo, malgrado le azioni di disturbo degli schiavi ribelli; gli uomini di Spartaco si trovarono allora sotto assedio, senza la possibilità di ricevere rifornimenti. A questo punto, le legioni di Gneo Pompeo Magno erano di ritorno in Italia dopo aver messo fine alla ribellione di Quinto Sertorio in Hispania. Le fonti sono discordi sul fatto che Crasso abbia richiesto rinforzi o che il Senato romano abbia approfittato del ritorno di Pompeo in Italia, ma al generale in arrivo fu detto di non passare da Roma e di raggiungere direttamente l'Italia meridionale e portare aiuto a Crasso. Il Senato inviò allora altri rinforzi al comando di un certo "Lucullo", che Appiano confonde col generale Lucio Licinio Lucullo, impegnato all'epoca nella terza guerra mitridatica, ma che in realtà sarebbe stato il proconsole di Macedonia, Marco Terenzio Varrone Lucullo, fratello del precedente. Con le legioni di Pompeo che scendevano da nord e quelle di Lucullo sbarcate a Brundisium, Crasso si rese conto che se non avesse posto immediatamente fine alla rivolta, il merito di aver vinto la guerra sarebbe andato al generale che fosse arrivato con i rinforzi, e decise così di spronare le proprie truppe a concludere in fretta le ostilità. Avvisato dell'arrivo di Pompeo, Spartaco tentò di negoziare con Crasso la fine della guerra prima dell'arrivo dei rinforzi romani; fallite le trattative, una parte delle forze ribelli ruppe l'accerchiamento e fuggì verso le montagne a ovest di Petelia (moderna Strongoli) in Bruttium, con le legioni di Crasso all'inseguimento. Le legioni riuscirono a catturare una parte dei ribelli, agli ordini di Gannico e Casto, che si erano separati dal grosso dell'esercito, uccidendone 12.300; la vittoria romana era venuta a caro prezzo, in quanto una parte degli schiavi in fuga erano tornati indietro ad ingaggiare battaglia con le forze romane comandate dall'ufficiale di cavalleria Lucio Quinzio e dal questore Gneo Tremellio Scrofa, mettendole in rotta. I ribelli, tuttavia, non costituivano un esercito professionale, e avevano raggiunto il loro limite. Non disposti a continuare la loro fuga, gruppi di uomini si staccavano dal grosso dell'esercito e attaccavano in maniera indipendente e non coordinata le legioni di Crasso che avanzavano. A causa dell'indebolimento della disciplina delle sue forze, Spartaco decise di voltarsi ad affrontare il nemico a piene forze: nell'ultimo scontro, gli schiavi ribelli furono definitivamente sconfitti, e la gran parte di loro rimase uccisa sul campo di battaglia. La sorte di Spartaco non è nota, in quanto il suo corpo non fu mai ritrovato, ma gli storici affermano che morì in battaglia insieme ai suoi uomini.\n\n
- Nasce Erode il Grande.\n\n
{73BC_TITLE}Gli eventi dell'anno

{72BC_BODY}
- Muore Crixio, condottiero gallico.\n\n
{72BC_TITLE}Gli eventi dell'anno

{71BC_BODY}
- Muore Marco Antonio Cretico, politico e generale romano.\n\n
{71BC_TITLE}Gli eventi dell'anno

{70BC_BODY}
- Gneo Pompeo Magno e Marco Licinio Crasso sono eletti consoli.\n\n
- Nasce Publio Cornelio Dolabella, politico romano.\n\n
- Il 15 del mese di ottobre nasce Publio Virgilio Marone, poeta latino.\n\n
{70BC_TITLE}Gli eventi dell'anno
[Modificato da ironman1989. 27/09/2010 11:22]


27/09/2010 12:02
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
OFFLINE
Post: 4.443
Registrato il: 14/11/2009
Città: CESARO'
Età: 34
Principe
{69BC_BODY}
- Gaio Giulio Cesare viene ricopre la questura.\n\n
- Il 6 di ottobre alla battaglia di Tigranocerta Lucullo sconfigge il re armeno Tigrane II il Grande.\n\n
- Nasce Antioco I di Commagene.\n\n
- Nasce Gaio Cornelio Gallo, poeta romano.\n\n
- Nasce Park Hyeokgeose, sovrano coreano.\n\n
- Nasce Giunia Terzia, sorella di Marco Giunio Bruto e sposa di Gaio Cassio Longino.\n\n
- Nasce Cleopatra III, sovrana d’Egitto.\n\n
- Nasce Ottavia Minore, sorella di Ottaviano Augusto, moglie, poi ripudiata, di Marco Antonio.\n\n
{69BC_TITLE}Gli eventi dell'anno

{68BC_BODY}
- Nasce Arsinoe IV, sovrana d’Egitto.\n\n
- Muore Antioco di Ascalona, filosofo greco.\n\n
{68BC_TITLE}Gli eventi dell'anno

{67BC_BODY}
- La Lex Gabinia (detta anche Lex de piratis persequendis), che prende il nome del suo proponente, il tribuno della plebe Aulo Gabinio, fu una legge romana approvata nel 67 a.C. Questa legge concesse a Pompeo Magno i più ampi poteri possibili per condurre la guerra i pirati che ormai da decenni rendevano insicuro il Mediterraneo e le sue coste: massima libertà operativa, un'armata di 500 navi, 5.000 cavalieri e un totale di 20 legioni. La legge passò grazie all'appoggio politico di Cesare e Cicerone, che, pur dichiarandosi consapevole della sua illegalità, la riteneva necessaria. Questa legge segnò una tappa fondamentale nel collasso del potere senatorio e della Roma repubblicana.\n\n
- Muore Salomé Alessandra.\n\n
- Muore Lucio Cornelio Sisenna, storico romano.\n\n
{67BC_TITLE}Gli eventi dell'anno

{66BC_BODY}
- Nasce Abdul Karid Janji, mistico saudita.\n\n
{66BC_TITLE}Gli eventi dell'anno

{65BC_BODY}
- Ascesa al trono del re indo-greco Ippostrato.\n\n
- Gaio Giulio Cesare viene eletto edile curule.\n\n
- Nasce Didymus Chalcenterus, grammatico egiziano.\n\n
- Nasce Salomé I.\n\n
- L’8 di dicembre nasce Quinto Orazio Flacco, poeta romano.\n\n
{65BC_TITLE}Gli eventi dell'anno

{64BC_BODY}
- Terminano gli ultimi lavori di ristrutturazione del tempio di Gerusalemme.\n\n
- Nasce Marco Valerio Messalla Corvino, generale e scrittore romano.\n\n
- Nasce Antioco XIII, sovrano seleucide.\n\n
{64BC_TITLE}Gli eventi dell'anno

{63BC_BODY}
- Lucio Sergio Catilina fu un politico romano, noto perlopiù per la congiura che da lui prende il nome. Catilina nasce a Roma nel 108 a.C. dal patrizio Lucio Sergio Silo e Belliena. La famiglia natia, i Sergii, pur di nobili origini, da molti anni non aveva più un ruolo significativo nelle vita politica di Roma. Della gioventù di Catilina e della sua vita familiare non si sa quasi nulla. Ebbe due mogli: Gratiana, sorella di Marco Mario Gratidiano, nipote di Gaio Mario, e Aurelia Orestilla, figlia di Gneo Aufidio Oreste (console nel 71 a.C.). Dalla prima ebbe un figlio che, secondo Sallustio, uccise in quanto ostacolo alle nozze con Aurelia Orestilla. Nell'89 a.C. il poco più che ventenne Catilina segue il generale Strabone nella guerra marsica contro le popolazioni italiche coalizzate contro Roma, e in questa occasione conosce Cicerone e Pompeo. Nell'88 a.C. passa agli ordini di Silla, eletto console, e lo segue in Asia nella Prima guerra mitridatica. Nell'84 a.C., quando Silla rientra a Roma per contrastare i suoi nemici politici (populares) nella Guerra civile romana, Catilina si segnala come uno dei più abili e spietati sostenitori di Silla, uccidendo fra gli altri il cognato Gratidiano, da lui stesso torturato e decapitato; porta la testa a Roma e nel Foro la getta ai piedi di Silla. Negli anni successivi, pur nel mutato clima politico dopo la morte di Silla, Catilina non subisce condanne, ma ottiene anzi i primi successi politici: questore nel 78, legato in Macedonia nel 74, edile nel 70, pretore nel 68 e governatore dell'Africa nel 67. Al suo ritorno, nel 66 a.C., si candida alla carica di console, ma viene subito perseguito per concussione ed abuso di potere, uscendone assolto; ancora nel 66 è accusato di una cospirazione con Autronio ed un certo Publio Cornelio Silla, anche se i particolari sono poco chiari. I processi furono sufficienti a mandare a monte la sua elezione a console. Poiché ancora sotto processo, Catilina può ricandidarsi a console solo nel 64 a.C. per l'anno successivo, ma il Senato, allarmato dalla sua accresciuta popolarità, gli oppone un brillante e famoso avvocato, Cicerone, un Homo Novus. Già nel discorso di candidatura In toga candida, (da cui il termine candidato), Cicerone inizia a costruire l'immagine "nera" di Catilina, insinuando che fosse incestuoso, assassino, degenerato; gli optimates, l'oligarchia senatoria, mobilitano le loro clientele a favore di Cicerone, che vince e viene eletto. Durante il suo consolato Cicerone dovette contrastare il suddetto Catilina, nobile impoverito che ordì una congiura col fine di rovesciare la repubblica. Egli contava soprattutto sulla plebe, a cui prometteva radicali riforme, e sugli altri nobili decaduti, ai quali prospettava un vantaggioso sovvertimento dell'ordine costituito, che lo avrebbe probabilmente portato ad assumere un potere monarchico o quasi. Venuto a conoscenza del pericolo che lo stato correva grazie alla soffiata di Fulvia, amante del congiurato Quinto Curio, Cicerone fece promulgare dal senato un senatus consultum ultimum de re publica defendenda, cioè un provvedimento con cui si attribuivano, come era previsto in situazioni di particolare gravità, poteri speciali ai consoli. Sfuggito poi ad un attentato da parte dei congiurati, Cicerone convocò il senato nel tempio di Giove Statore, dove esordì con la celebre frase “Quosque tandem Catilina abutere patientia nostra?”, svelando così la congiura a tutti i senatori. Catilina, visti i suoi piani svelati, fu costretto a lasciare Roma per ritirarsi in Etruria presso il suo sostenitore Gaio Manlio, lasciando la guida della congiura ad alcuni uomini di fiducia, Lentulo Sura e Cetego. Grazie alla collaborazione con una delegazione di ambasciatori inviati a Roma dai Galli Allobrogi, Cicerone poté però trascinare anche Lentulo e Cetego davanti al senato: gli ambasciatori, incontratisi con i congiurati, che avevano dato loro documenti scritti in cui promettevano grandi benefici se avessero appoggiato Catilina, furono arrestati in modo del tutto fittizio, e i documenti caddero nelle mani di Cicerone. Questi portò Cetego, Lentulo e gli altri davanti al senato, ma nel decidere quale pena dovesse essere applicata, si scatenò un acceso dibattito: dopo che molti avevano sostenuto la pena capitale, Gaio Giulio Cesare propose di punire i congiurati con il confino e la confisca dei beni. Il discorso di Cesare provocò scalpore, ed avrebbe probabilmente convinto i senatori se Marco Porcio Catone Uticense non avesse pronunciato un altrettanto acceso discorso in favore della pena di morte. I congiurati furono quindi giustiziati, e Cicerone annunziò la loro morte al popolo con la formula “Vixerunt”. Catilina fu vinto e ucciso in battaglia a Pistoia nel 62 a.C. Cicerone, che non smise mai di vantare il proprio ruolo determinante per la salvezza dello stato, grazie al ruolo svolto nel reprimere la congiura, ottenne un prestigio incredibile, che gli valse addirittura l'appellativo di “pater patriae”. Nonostante ciò, la scelta di autorizzare la condanna a morte dei congiurati senza concedere loro la provocatio ad populum (ovvero l'appello al popolo, che poteva decretare la commutazione della pena capitale in una pena detentiva) gli sarebbe costata cara soltanto pochi anni dopo.\n\n
- Morte di Mitridate VI, esule nel Bosforo Cimmerio dopo una ribellione organizzata dal figlio Farnace II, che viene confermato re dai Romani.\n\n
- Il 23 di settembre nasce Gaio Giulio Cesare Ottavano, primo imperatore di Roma, col nome di Augusto.\n\n
{63BC_TITLE}Gli eventi dell'anno

{62BC_BODY}
- Creazione della provincia romana di Siria.\n\n
- Nasce il Principe Tolomeo di Egitto, più tardi Faraone Tolomeo XIII di Egitto.\n\n
- Muore Marco Giunio Aurone, politico romano.\n\n
{62BC_TITLE}Gli eventi dell'anno

{61BC_BODY}
- Il 29 di settembre, Pompeo celebra il terzo trionfo sui pirati e la fine delle guerre di Mitridate.\n\n
- Gaio Giulio Cesare viene eletto propretore.\n\n
- Nasce Sesto Appuleio, politico romano.\n\n
- Muore Orgetorige, principe e condottiero gallo.\n\n
- Muore Quinto Lutazio Catulo, politico romano.\n\n
- Muore Viridomaro, principe e condottiero gallo.\n\n
{61BC_TITLE}Gli eventi dell'anno

{60BC_BODY}
- Viene creato il Primo Triumvirato, alleanza politica non ufficiale fra Gaio Giulio Cesare, Marco Licinio Crasso, e Gneo Pompeo Magno. Al contrario del Secondo Triumvirato, il Primo Triumvirato fu caratterizzato da un accordo strettamente privato e non ebbe valore ufficiale – il suo potere nello Stato romano derivò dall'influenza personale dei Triumviri nella politica della Repubblica – e fu di fatto mantenuto segreto per un po' di tempo come parte del progetto politico dei Triumviri stessi. Crasso e Pompeo erano stati colleghi consoli nel 70 a.C., quando avevano emanato una legge per il completo ripristino dei poteri dei tribuni della plebe (Lucio Cornelio Silla aveva di fatto tolto tutti i poteri ai tribuni della plebe ad eccezione dello ius auxiliandi, il diritto di aiutare un plebeo in caso di persecuzioni da parte di un magistrato patrizio). Tuttavia, fino a quel momento, i due uomini avevano avuto una notevole antipatia reciproca, giacché ognuno riteneva che l'altro avesse superato i propri limiti per aumentare la sua reputazione a spese del collega. Cesare prima riuscì a riconciliare i due uomini e poi unì la loro influenza alla sua per essere eletto console nel 59 a.C.; lui e Crasso erano già buoni amici e consolidò la sua alleanza con Pompeo dandogli in moglie la propria figlia Giulia. L'alleanza unì l'enorme popolarità di Cesare e la sua reputazione giuridica assieme all'enorme ricchezza di Crasso e la sua influenza nel Ordine Equestre e con l'ugualmente spettacolare ricchezza e fama militare di Pompeo. Il Triumvirato fu mantenuto segreto finché il Senato non fece opposizione alla legge agraria proposta da Cesare che fondava colonie di cittadini Romani e distribuiva parti dell'ager publicus. Cesare subito portò la sua proposta di legge di fronte all'assemblea della plebe (Concilium Plebis) con un discorso che lo vide fiancheggiato da Crasso a Pompeo, rivelando in questo modo la loro alleanza. La legge agraria di Cesare fu approvata, ed i Triumviri in seguito precedettero a sostenere l'elezione del demagogo Publio Clodio Pulcro a tribuno della plebe, sbarazzandosi con successo sia di Marco Tullio Cicerone che di Marco Porcio Catone, entrambi fieri oppositori dei Triumviri. Il Triumvirato proseguì con altri accordi a favore dei tre uomini. Cesare ebbe, in qualità di proconsole, il governo delle due parti della Gallia (Cisalpina e Transalpina) e dell'Illiria, con il comando di quattro legioni, per cinque anni; il nuovo suocero di Cesare, Lucio Calpurnio Pisone Cesonino, fu eletto console per il 58 a.C. e Pompeo e Crasso ebbero un secondo consolato nel 55 a.C. Allora Pompeo e Crasso prolungarono il governo proconsolare di Cesare in Gallia per altri cinque anni e si assicurano come proconsoli il governo di entrambe le parti della Spagna (Hispania Citerior e Hispania Ulterior) e della Siria, per cinque anni. L'alleanza aveva permesso ai Triumviri di dominare la politica romana completamente, ma non poteva farsi indefinitamente carico degli ambizioni, degli egoismi e delle gelosie dei tre; Cesare e Crasso erano molto vicini, ma a Pompeo non piaceva Crasso e divenne sempre più invidioso dei successi spettacolari che Cesare aveva in Gallia, dove aveva conquistato ed annesso a Roma tutto il territorio dell'attuale Francia. La morte della figlia Giulia, moglie di Pompeo, durante un parto e l'ignominosa sconfitta e morte di Crasso alla Battaglia di Carre per mano dei Parti nel 53 a.C. pose di fatto termine all'alleanza. Pompeo era rimasto a Roma – aveva governato le sue province Spagnole per mezzo di legati – ed aveva avuto il controllo virtuale della città per tutto questo tempo. Gradualmente si allontanò sempre più dalla sua alleanza con Cesare, sposando la figlia di Quinto Cecilio Metello, uno dei boni, la fazione più conservatrice del Senato e strenuo avversario di Cesare. Pompeo fu eletto console senza collega nel 52 a.C. e prese parte all'opposizione politica che spinse Cesare ad attraversare il Rubicone nel 49 a.C., iniziando così la guerra civile romana. Pompeo fu nominato comandante in capo delle forze del Senato ma fu sconfitto dall'ex alleato Cesare nella Battaglia di Farsalo. Il successivo assassinio di Pompeo in Egitto lasciò solo a Cesare il potere nel mondo romano.\n\n
{60BC_TITLE}Gli eventi dell'anno
[Modificato da ironman1989. 27/09/2010 12:04]


27/09/2010 16:14
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
OFFLINE
Post: 4.443
Registrato il: 14/11/2009
Città: CESARO'
Età: 34
Principe
{59BC_BODY}
- Gaio Giulio Cesare ricopre per la prima volta il consolato insieme a Marco Calpurnio Bibulo.\n\n
- Gaio Giulio Cesare in qualità di console, in base agli accordi del primo triumvirato, appoggia Pompeo nella sua richiesta di ratifica degli atti da lui compiuti in Oriente, durante le guerre Mitridatiche, e degli stipendi dei suoi soldati.\n\n
- Giulio Cesare rifonda Como chiamandola Novum Comum adducendo 5.000 coloni.\n\n
- Nasce Tito Livio, storico romano.\n\n
- Muore Quinto Cecilio Metello Celere, politico romano.\n\n
{59BC_TITLE}Gli eventi dell'anno

{58BC_BODY}
- Durante il consolato, grazie all'appoggio dei triumviri, Cesare ottenne con la Lex Vatinia del 1º marzo il proconsolato delle province della Gallia Cisalpina e dell'Illirico per cinque anni, con un esercito composto da tre legioni (VII, VIII e IX). Poco dopo un senatoconsulto gli affidò anche la vicina provincia della Narbonense, il cui proconsole era morto all'improvviso, e la X legione. Il fatto che a Cesare fosse stata attribuita inizialmente la provincia dell'Illirico nel suo imperium, con la dislocazione all'inizio del 58 a.C. di ben tre legioni ad Aquileia, potrebbe significare che egli intendeva recarvisi in cerca di gloria e ricchezze, con cui accrescere il suo potere, la sua influenza militare e politica con campagne oltre le Alpi Carniche fin sul Danubio, sfruttando la crescente minaccia delle tribù della Dacia che si erano riunite sotto il loro re Burebista. Questi aveva infatti guidato il suo popolo alla conquista dei territori ad occidente del fiume Tisza, oltrepassando il Danubio e sottomettendo l'intera area dove si estende l'attuale pianura ungherese, ma soprattutto avvicinandosi pericolosamente all'Illirico romano ed all'Italia. Le sue armate si erano però fermate all'improvviso, forse per il timore di un possibile intervento diretto romano nell'area balcano-carpatica. E così, invece di continuare nella sua marcia verso Occidente, Burebista era tornato nelle sue basi in Transilvania. Cesare, cessato l'allarme sul fronte orientale, decise allora di rivolgere le sue attenzioni verso la Gallia. Il senato sperava con le sue mosse di allontanare il più possibile Cesare da Roma, proprio mentre egli stava acquisendo una sempre maggiore popolarità. Quando lo stesso Cesare promise di fronte al senato di compiere grandi azioni e riportare splendidi trionfi in Gallia, uno dei suoi detrattori, per insultarlo, urlò che ciò non sarebbe stato facile per una donna, alludendo ai costumi sessuali dell'avversario; il proconsole designato rispose allora ridendo che l'essere donna non aveva impedito a Semiramide di regnare sulla Siria e alle Amazzoni di dominare l'Asia. Cesare seppe comprendere le potenzialità che l'incarico affidatogli presentava: in Gallia egli avrebbe potuto conquistare immensi bottini di guerra (con i quali saldare i debiti contratti nelle campagne elettorali), e avrebbe acquisito il prestigio necessario per attuare la sua riforma della res publica. Prima di lasciare Roma, nel marzo del 58 a.C., Cesare incaricò il suo alleato politico Publio Clodio Pulcro, tribuno della plebe, di fare in modo che Cicerone fosse costretto a lasciare Roma. Clodio fece allora approvare una legge con valore retroattivo che puniva tutti coloro che avevano condannato a morte dei cittadini romani senza concedere loro la provocatio ad populum: Cicerone fu quindi condannato per il suo comportamento in occasione della congiura di Catilina, venne esiliato, e dovette lasciare Roma e la vita politica. In questo modo Cesare cercava di assicurarsi che, in sua assenza, il senato non prendesse decisioni che compromettessero la realizzazione dei suoi piani. Allo stesso scopo, Cesare si liberò anche di un altro esponente dell'aristocrazia senatoria, Marco Porcio Catone, che venne allontanato da Roma inviandolo propretore a Cipro. Per evitare inoltre di divenire oggetto delle accuse legali dei suoi avversari, si appellò alla lex Memmia, secondo la quale nessun uomo che si trovava fuori dall'Italia a servizio della res publica poteva subire un processo giuridico. Infine, affidò la gestione dei suoi affari a Lucio Cornelio Balbo, un eques di origine spagnola; per evitare che i messaggi che gli spediva cadessero nelle mani dei suoi nemici Cesare adoperò un codice cifrato, che prese il nome di cifrario di Cesare. Mentre si trovava ancora a Roma, Cesare venne a sapere che gli Elvezi, stanziati tra il lago di Costanza, il Rodano, il Giura, il Reno e le Alpi retiche, si accingevano ad attraversare il territorio della Gallia Narbonense. C'era dunque il pericolo che essi, al loro passaggio sul territorio romano, compissero razzie e incitassero alla rivolta il popolo che ivi risiedeva, gli Allobrogi; i territori che si sarebbero svuotati, potevano poi divenire meta delle migrazioni di altri popoli germanici, che si sarebbero trovati a vivere al confine con lo stato romano, dando origine a un pericolo da non sottovalutare. Il 28 marzo Cesare, avuta notizia che gli Elvezi, bruciate le loro città, erano giunti sulle rive del Rodano, fu costretto a precipitarsi in Gallia, dove giunse il 2 aprile, dopo pochissimi giorni di viaggio. Disponendo solo della decima legione, insufficiente a contrastare un popolo di 368 000 individui (tra cui si contavano 92 000 uomini in armi), fece distruggere il ponte sul Rodano per impedire che gli Elvezi lo attraversassero, ed iniziò a reclutare in tutta la provincia forze ausiliarie, disponendo, inoltre, la creazione di due nuove legioni nella Gallia Cisalpina e ordinando a quelle stanziate ad Aquileia di raggiungerlo al più presto. Gli Elvezi inviarono a Cesare dei messaggeri che chiesero l'autorizzazione ad attraversare pacificamente la Gallia Narbonense; Cesare, però, temendo che una volta in territorio romano quelli si abbandonassero a razzie, gliela rifiutò, dopo aver fatto fortificare la riva del Rodano. Gli Elvezi, allora, decisero di attraversare il territorio dei Sequani; Cesare tuttavia, non si disinteressò della questione e, adducendo tra i vari pretesti le devastazioni compiute dagli Elvezi stessi ai danni degli Edui, alleati dei Romani, si decise ad affrontarli, e li sconfisse irreparabilmente a Bibracte. Una volta sconfitti, agli Elvezi fu consentito di tornare nel loro territorio d'origine, in modo da evitare che questo venisse occupato da popoli germanici proveniente dalle zone del Reno e del Danubio. I Galli chiesero allora a Cesare la possibilità di riunirsi in un'assemblea generale per fronteggiare il problema dell'invasione dei Germani guidati da Ariovisto. Questi aveva già invaso la Gallia in precedenza ma, pur avendo ottenuto la vittoria, era stato convinto dal Senato a rientrare entro i propri confini, ottenendo il titolo di rex atque amicus populi Romani. Quando i Galli, al termine dell'assemblea, chiesero a Cesare di aiutarli a ricacciare l'invasore oltre il Reno, lo stesso Cesare propose ad Ariovisto di stipulare un accordo. Il re germano rifiutò, e Cesare decise di affrontarlo. Le legioni, però, intimorite dalla fama di imbattibilità che i Germani avevano guadagnato, sembravano sul punto di rifiutare il combattimento e ammutinarsi; Cesare, allora, disse che avrebbe sfidato Ariovisto portando con sé solo la fedelissima decima legione, e le altre, per dimostrare il loro valore, accettarono allora di seguirlo. Il generale romano avanzò verso Ariovisto, che aveva attraversato il Reno e l'Ill e, dopo un ultimo fallimentare negoziato, si decise a dare battaglia, presso l'odierna Mulhouse, ai piedi dei Vosgi. I Germani furono duramente sconfitti e massacrati dalla cavalleria romana mentre tentavano di salvarsi attraversando il fiume. Con la vittoria su Ariovisto, Cesare fermate le invasioni germaniche e posto il Reno come confine tra la Gallia e la Germania stessa, salvò le popolazioni galliche dal pericolo dell'invasione, stabilendo così una propria egemonia sul territorio. Dopo aver svernato nella Gallia Cisalpina, nel 57 a.C., avvalendosi dell'aiuto degli alleati Edui e delle due nuove legioni che aveva fatto arruolare, Cesare decise di portare la guerra nel nord della Gallia. Qui i Belgi erano da tempo pronti all'attacco, consci del fatto che se Cesare si fosse completamente impossessato della Gallia avrebbero perso la loro autonomia. Il generale, radunate le forze, marciò allora verso il nord, dove i Belgi si erano radunati in un unico esercito di oltre 300.000 uomini. Raggiuntili, diede battaglia e li sconfisse una prima volta vicino a Bibrax presso il fiume Axona, provocando loro molte perdite. Cesare avanzò ancora, quando altri Belgi, in massima parte Nervi, decisero di unirsi nuovamente per combattere l'esercito romano. Essi attaccarono di sorpresa l'esercito romano, ma Cesare seppure con grandi difficoltà riuscì a respingerli e a contrattaccare, capovolgendo le sorti della battaglia: ottenne infatti la vittoria, riuscendo a uccidere moltissimi nemici. Portate a termine altre brevi operazioni, Cesare poté dirsi padrone dell'intera Gallia Belgica, e all'arrivo dell'inverno tornò nuovamente nella Gallia Cisalpina. Nel 56 a.C. ad insorgere furono i popoli della costa atlantica, dopo che Cesare aveva mandato il giovane Publio Crasso a esplorare le coste della Britannia, lasciando così intuire il suo progetto di espansione verso nord-ovest. Per contrastare gli insorti, Cesare fece allestire una flotta di navi da guerra sulla Loira e dopo aver inviato i propri uomini nei punti nevralgici della Gallia per evitare ulteriori ribellioni si diresse verso la Bretagna, per combattere i Veneti. Dopo aver espugnato alcune città nemiche, egli decise di attendere la flotta appena costruita, che giunse al comando di Decimo Giunio Bruto Albino. Con essa poté facilmente avere la meglio sui Veneti presso Quiberon, e, dopo averli sconfitti, li fece uccidere o ridurre in schiavitù, per punire la condotta incresciosa che avevano tenuto nei riguardi degli ambasciatori romani. Nel 55 a.C. i popoli germanici degli Usipeti e dei Tencteri, che assieme costituivano una massa di 430 000 uomini, si spinsero fino al Reno e occuparono le terre dei Menapi. Cesare, allertato dalla possibilità di un'avanzata germanica in Gallia, si affrettò a raggiungere la Belgica, e impose loro di tornare oltre il Reno. Quando questi si ribellarono agli accordi, Cesare ne fece imprigionare a tradimento gli ambasciatori e ne assaltò a sorpresa gli accampamenti, uccidendo quasi 200 000 tra uomini, donne e bambini. L'azione, particolarmente cruenta, suscitò la sdegnata reazione di Catone, che propose al senato di consegnare Cesare ai Galli, in quanto colpevole di aver violato i diritti degli ambasciatori. Il senato si limitò, invece, a concedere una lunghissima supplicatio. Subito Cesare, costruito in gran fretta un ponte di legno sul Reno, condusse una breve spedizione in Germania per intimidire gli abitanti del luogo e scoraggiare altri eventuali tentativi di invasione. Nell'estate del 55 a.C., Cesare decise di invadere la ricca e misteriosa Britannia. Dopo alcune operazioni preventive, salpò con ottanta navi e due legioni per sbarcare nei pressi di Dover, poco lontano da dove lo attendeva l'esercito nemico. Dopo un duro combattimento, i Britanni furono sconfitti e decisero di sottomettersi a Cesare, ma tornarono quasi subito alla ribellione, non appena appresero che parte della flotta romana era stata danneggiata dalle tempeste, che impedivano l'arrivo di rinforzi. Attaccati di nuovo i Romani, i Britanni risultarono, però, nuovamente sconfitti, e furono costretti a chiedere la pace e a consegnare numerosi ostaggi. Cesare tornò allora in Gallia, dove dislocò le legioni negli accampamenti invernali; intanto, però, molti dei Britanni si rifiutarono di inviare gli ostaggi promessi, e Cesare cominciò a programmare una nuova campagna. Nel 54 a.C., assicuratosi la fedeltà della Gallia, il generale salpò nuovamente verso la Britannia con ottocento navi e cinque legioni. Sbarcò senza incontrare nessuna resistenza, ma, non appena si fu accampato, venne attaccato dai Britanni guidati da Cassivellauno, che sconfisse in due diverse battaglie. Cesare decise allora di portare la guerra nelle terre dello stesso Cassivellauno, oltre il Tamigi, e attaccò fulmineamente i nemici: dopo che ebbe riportato delle facili vittorie, molte tribù gli si sottomisero e Cassivellauno, sconfitto, fu costretto ad avviare le trattative di pace, che stabilirono che egli avrebbe offerto ogni anno un tributo e degli ostaggi a Roma. Cesare si ritirò allora dalla Britannia stabilendo numerosi rapporti di clientela che posero la base per la conquista dell'isola nel 43 d.C. Il proconsole dislocò le sue legioni negli hiberna, quando già in più zone si respirava aria di rivolta. Il capo degli Eburoni Ambiorige, in particolare, decise di prendere d'assedio un accampamento e, convinti con l'inganno i soldati ad uscire allo scoperto, li aggredì, massacrando quindici coorti. Spinto dal successo, attaccò un altro accampamento, retto da Quinto Cicerone; questi si comportò in modo prudente, e attese l'arrivo di Cesare, che mise in fuga l'esercito nemico di 60 000 uomini. Contemporaneamente, anche il luogotenente di Cesare, Tito Labieno, fu attaccato dai Treviri, guidati da Induziomaro ma, sebbene in svantaggio numerico, li sconfisse, uccidendo anche lo stesso capo Induziomaro. All'inizio del 53 a.C., Cesare portò il numero delle sue legioni a dieci, arruolandone una ex novo e ricevendone un'altra da Pompeo. Fermata una rivolta nella Belgica, marciò contro Treviri, Menapi ed Eburoni, affidando parte delle truppe al luogotenente Tito Labieno. Lo stesso Cesare sottopose a crudeli razzie le terre dei Menapi, che furono costretti a sottometterglisi, mentre Labieno, mediante vari stratagemmi, poté avere facilmente la meglio sui Treviri e sugli Eburoni. Venuto a conoscenza delle vittorie del suo luogotenente, Cesare decise di passare di nuovo il Reno, costruendovi un nuovo ponte, per punire i Germani che avevano appoggiato la rivolta gallica ed evitare che dessero ospitalità ai promotori della rivolta stessa. Accortosi del rischio che avrebbe corso inoltrandosi in territori a lui sconosciuti, decise di tornare indietro lasciando in piedi il ponte (ad eccezione della parte terminale) come monito della potenza romana. Decise dunque di condurre l'intero esercito contro gli Eburoni e il loro capo Ambiorige; i popoli limitrofi, impauriti dall'entità delle forze dei Romani, accettarono di sottomettersi a Cesare, e Ambiorige si ritrovò così isolato. Molti Galli, anzi, si unirono ai Romani e iniziarono a combattere gli Eburoni; questi, non senza reagire, furono gradualmente sconfitti e massacrati, così che alla fine dell'estate Cesare poté ritenere vendicate le sue quindici coorti. Ultimo atto della guerra di Gallia fu la rivolta guidata dal capo degli Arverni Vercingetorige, attorno al quale si strinsero tutti i popoli celti, inclusi gli "storici" alleati dei Romani, gli Edui. La rivolta ebbe inizio dalle azioni dei Carnuti, ma ben presto a prenderne il comando fu Vercingetorige che, eletto re degli Arverni, si guadagnò l'alleanza di tutti i popoli limitrofi. Cesare, allertato, si affrettò a tornare in Gallia, lasciando la Pianura Padana dove si trovava a svernare. Vercingetorige decise di marciargli contro, ma il proconsole in risposta cinse d'assedio la città di Avarico: riuscì ad espugnarla dopo quasi un mese con l'ausilio di imponenti opere di ingegneria militare, mentre il re degli Arverni, benché potesse contare su di un esercito ben più numeroso di quello di Cesare, si sottrasse allo scontro. Fu quindi costretto ad assistere impotente al massacro di tutta la popolazione della città (oltre 40 000 persone), ma riuscì ad ottenere l'appoggio di altre popolazioni galliche. Affidato ai luogotenenti l'incarico di occuparsi del resto della Gallia, Cesare puntò su Gergovia, capitale degli Arverni, dove Vercingetorige si era asserragliato. Sconfitto, anche se di misura, in uno sfortunato scontro, Cesare fu costretto a togliere l'assedio, preoccupato dalle voci che gli annunciavano una defezione degli Edui, suoi storici alleati. Intanto Vercingetorige, che si vide confermare il comando della guerra dall'assemblea pangallica, evitò nuovamente una vera battaglia in campo aperto, e decise di rinchiudersi nella città di Alesia. Lì Cesare lo raggiunse e fece costruire una doppia linea di fortificazione che si estendeva per oltre 17 chilometri: egli, infatti, si aspettava l'arrivo di un esercito di rinforzo, e temeva che i suoi 50 000 legionari potessero rimanere schiacciati tra le forze nemiche. Di fatti, dopo oltre un mese, a sostegno dei 60 000 assediati giunsero altri 240 000 armati, che attaccarono le quattro legioni di Cesare: egli, guidando l'esercito in prima persona assieme a Labieno, ottenne una decisiva vittoria e costrinse Vercingetorige a consegnarsi. Finiva così la ribellione gallica, e Roma poteva dirsi ormai padrona di una nuova immensa estensione territoriale. Tra il 51 e il 50 a.C., Cesare non ebbe infatti che da sedare alcune rivolte locali, e poté riconciliarsi con le tribù che aveva combattuto: nel 50, infine, dichiarò la Gallia, ormai totalmente in suo possesso, provincia romana, e nel 49 a.C. le sue legioni poterono finalmente tornare in Italia.\n\n
- Publio Clodio Pulcro viene eletto tribuno della plebe.\n\n
- Marco Tullio Cicerone viene esiliato da Roma. Il tribuno della plebe Clodio fece approvare una legge con valore retroattivo che condannava all'esilio chiunque avesse mandato a morte un cittadino romano senza concedergli la provocatio ad populum. Si trattava, in realtà, di un'abilissima mossa politica di Cesare (che per l'appunto prima di partire per la Gallia attese che Cicerone fosse fuggito da Roma) che, attraverso il suo alleato Clodio, eliminava così dalla scena politica uno dei suoi avversari più tenaci, che lo avrebbero potuto osteggiare durante la sua ascesa al potere.\n\n
{58BC_TITLE}Gli eventi dell'anno

{57BC_BODY}
- Nasce Clodia Pulcra, prima moglie di Gaio Giulio Cesare Ottaviano.\n\n
- Muore Cleopatra V, regina d’Egitto.\n\n
- Muore Lucio Cornelio Sisenna, storico romano.\n\n
{57BC_TITLE}Gli eventi dell'anno

{56BC_BODY}
- Muore Lucio Licinio Lucullo, generale romano.\n\n
{56BC_TITLE}Gli eventi dell'anno

{55BC_BODY}
- Mitridate III del Ponto, pretendente al trono della Partia, sostenuto da Aulus Gabinius, un governatore della Siria all'epoca della Repubblica Romana, viene sconfitto da Surena, generale dell'imperatore Orodes, nella battaglia di Seleucia.\n\n
- Costruzione del teatro di Pompeo.\n\n
- Nasce Lucio Anneo Seneca il vecchio.\n\n
{55BC_TITLE}Gli eventi dell'anno

{54BC_BODY}
- Muore Cingetorige, principe e condottiero gallo.\n\n
- Muore Dumnorige, condottiero gallo.\n\n
- Muore Mitridate III di Partia.\n\n
- Muore Lucio Valerio Flacco, politico romano.\n\n
{54BC_TITLE}Gli eventi dell'anno

{53BC_BODY}
- Battaglia di Carre in Asia. L'esercito dei Parti di Orode II, comandato da Surena, distrugge le legioni di Marco Licinio Crasso, che muore in battaglia. Le insegne verranno restituite ad Ottaviano Augusto, dopo un'intensa azione diplomatica, dal successore Fraate IV.\n\n
- Muore Catuvolco, principe gallo.\n\n
- Muore Induziomaro, principe gallo.\n\n
- Muore Publio Licinio Crasso, politico romano.\n\n
{63BC_TITLE}Gli eventi dell'anno

{52BC_BODY}
- Tito Annio Milone viene accusato di aver ucciso Publio Clodio Pulcro, così assume Cicerone come avvocato difensore; è il 18 gennaio.\n\n
- Nasce Giuba II, re di Numidia.\n\n
- Muore Marco Giunio Aurone, politico romano.\n\n
{52BC_TITLE}Gli eventi dell'anno

{51BC_BODY}
- Termina la campagna militare di Giulio Cesare in Gallia, descritta dallo stesso Cesare nel De bello Gallico.\n\n
- Quinto Fufio Caleno combatte in Gallia come legatus di Cesare.\n\n
- Pompeo vieta a Cesare di candidarsi al consolato in absentia.\n\n
- Nasce CHeng Di, imperatore cinese della dinastia Han.\n\n
- Muore Camulogeno, principe e condottiero gallo.\n\n
- Muore Giulia Minore, sorella di Gaio Giulio Cesare.\n\n
- Muore Tolomeo XII, sovrano d’Egitto.\n\n
{51BC_TITLE}Gli eventi dell'anno

{50BC_BODY}
- Gaio Giulio Cesare viene invitato dal senato a sciogliere il suo esercito e recarsi a Roma privo di scorta per candidarsi al consolato.\n\n
- Gaio Sallustio Crispo viene espulso dal senato romano per indegnità morale.\n\n
- Nasce il poeta latino Properzio.\n\n
- Muore l’oratore romano Ortensio.\n\n
{50BC_TITLE}Gli eventi dell'anno
[Modificato da ironman1989. 27/09/2010 16:29]


27/09/2010 17:04
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
OFFLINE
Post: 4.443
Registrato il: 14/11/2009
Città: CESARO'
Età: 34
Principe
{49BC_BODY}
- Scoppia la guerra civile. Dopo aspri dissensi con il senato, Cesare varcò in armi il fiume Rubicone, che segnava il confine politico dell'Italia; il senato, di contro, si strinse attorno a Pompeo e, nel tentativo di difendere le istituzioni repubblicane, decise di dichiarare guerra a Cesare (49 a.C.). Dopo alterne vicende, i due contendenti si affrontarono a Farsalo, dove Cesare sconfisse irreparabilmente il rivale. Pompeo cercò quindi rifugio in Egitto, ma lì fu ucciso (48 a.C.). Anche Cesare si recò perciò in Egitto, e lì rimase coinvolto nella contesa dinastica scoppiata tra Cleopatra VII ed il fratello Tolomeo XIII: risolta la situazione, riprese la guerra, e sconfisse il re del Ponto Farnace II a Zela (47 a.C.). Partì dunque per l'Africa, dove i pompeiani si erano riorganizzati sotto il comando di Catone, e li sconfisse a Tapso (46 a.C.). I superstiti trovarono rifugio in Spagna, dove Cesare li raggiunse e li sconfisse, questa volta definitivamente, a Munda (45 a.C.). Il patto triumvirale, che aveva legato Cesare a Pompeo e Crasso, era ormai del tutto inesistente, da quando Crasso, come era stato deciso nel 55 a.C. in un incontro tra i tre triumviri a Lucca (dove Cesare si era visto prorogare per un altro quinquennio il proconsolato nelle Gallie), si era recato in Siria a combattere i Parti ed era morto a Carre.
Il senato, intimorito dai successi di Cesare, aveva dunque deciso di favorire Pompeo, nominandolo consul sine collega nel 52 a.C., perché frenasse le ambizioni del suo vecchio alleato. Anche negli anni seguenti il senato aveva fatto in modo che i consoli eletti fossero sempre appartenenti alla factio dei pompeiani e che osteggiassero dunque le mosse del proconsole di Gallia; Cesare, di contro, aveva in mente di ottenere il consolato per il 49 a.C., in modo da poter tornare a Roma senza divenire oggetto di procedure penali e, una volta rientrato nell'Urbe, impadronirsi del potere. Per questo, nel 50 a.C., gestendo le sue scelte politiche dalla Gallia Cisalpina, richiese al senato la possibilità di candidarsi al consolato in absentia, ma se la vide nuovamente negare, come già era successo nel 61 a.C. Comprese le intenzioni del senato, Cesare "neutralizzò" il console pompeiano Lucio Emilio Paolo, e fece avanzare ai suoi tribuni della plebe Marco Antonio e Gaio Scribonio Curione (che aveva attirato a sé saldandone i debiti) una proposta che prevedeva che tanto lui quanto Pompeo avrebbero sciolto le loro legioni entro la fine dell'anno. Il senato, invece, ingiunse a entrambi i generali di inviare una legione per la progettata spedizione contro i Parti, mentre elesse consoli per il 49 a.C. Lucio Cornelio Lentulo Crure e Gaio Claudio Marcello, feroci avversari di Cesare. Questi fu dunque costretto a lasciare andare una delle sue legioni, che si radunò con quella offerta da Pompeo nel sud dell'Italia; gli uomini di Cesare, tuttavia, svolsero un importante lavoro di disinformazione, convincendo Pompeo che il loro amato generale era in realtà odiato dai suoi soldati per il suo comportamento dispotico. Cesare, intanto, ordinò ad Antonio e Curione di avanzare una nuova proposta in senato, chiedendo di poter restare proconsole delle Gallie conservando solo due legioni e candidandosi in absentia al consolato. Sebbene Cicerone fosse favorevole alla ricerca di un compromesso, il senato, spinto da Catone, rifiutò la proposta di Cesare, ordinando anzi che sciogliesse le sue legioni entro la fine del 50 a.C. e tornasse a Roma da privato cittadino per evitare di divenire hostis publicus. Cesare ordinò allora ai tribuni della plebe di osteggiare, tramite il diritto di veto, il senato, ma questi, al principio del 49 a.C., furono costretti a scappare da Roma. Cesare allora decise di varcare con le sue legioni il confine politico della penisola italiana, il fiume Rubicone. Il 9 gennaio ordinò a cinque coorti di marciare fino alla riva del fiume, ed il giorno successivo lo attraversò, pronunciando la storica frase "alea iacta est". Con quest'atto Cesare dichiarò ufficialmente guerra al senato ed alla res publica, divenendo nemico dello stato romano. Si diresse verso sud spostandosi lungo la costa adriatica, nella speranza di poter raggiungere Pompeo prima che lasciasse l'Italia, per tentare di riconciliarsi con lui; Pompeo, al contrario, allarmato anche dalla caduta di numerose città, tra cui Corfinio, che si erano opposte a Cesare, si rifugiò in Puglia, con l'obbiettivo di raggiungere assieme alla sua flotta la penisola balcanica. L'inseguimento da parte dello stesso Cesare fu inutile, in quanto Pompeo riuscì a scappare assieme ai consoli in carica e a gran parte dei senatori a lui fedeli, e a mettersi in salvo a Durazzo. Cesare allora, rientrato a Roma dopo anni di assenza, si impossessò delle ricchezze contenute nell'erario e decise poi di marciare contro la Spagna (che gli accordi di Lucca avevano assegnato a Pompeo); giunto in Provenza, lasciò tre legioni al comando di Decimo Bruto e Gaio Trebonio con l'incarico di assediare Marsiglia, che cadde in mano ai cesariani solo dopo mesi di assedio. Egli invece proseguì verso la penisola iberica, dove combatté contro i tre legati di Pompeo che amministravano la regione: dopo mesi di scontri riuscì ad avere la meglio e poté tornare in Italia. Assunta per pochi giorni la dittatura e ottenuta l'elezione al consolato per il 48 a.C., Cesare decise di attaccare Pompeo nella penisola balcanica, salpando da Brindisi nel gennaio del 48 a.C. assieme al suo luogotenente Marco Antonio. Il primo scontro contro i pompeiani si ebbe a Durazzo, dove Cesare subì una pericolosa sconfitta di cui Pompeo non seppe approfittare. Si arrivò allo scontro in campo aperto, però, solo il 9 agosto, presso Farsalo: qui le forze di Pompeo, ben più numerose, furono sconfitte, e i pompeiani furono costretti a consegnarsi a Cesare, sperando nella sua clemenza, o a fuggire. Pompeo cercò rifugio in Egitto, presso il faraone Tolomeo XIII, suo vassallo, ma il 28 settembre, per ordine dello stesso faraone, fu ucciso. Cesare, che si era lanciato all'inseguimento del rivale, se ne vide presentare pochi giorni dopo la testa imbalsamata. Forse per via del ruolo di Tolomeo nell'uccisione di Pompeo, Cesare si schierò al fianco di Cleopatra; che pianse alla vista della testa di Pompeo quando gli venne offerta in dono dal ciambellano di Tolomeo. In ogni caso, Cesare sconfisse le armate di Tolomeo e installò Cleopatra come regnante, con la quale ebbe il suo unico figlio naturale conosciuto, Tolomeo XV Cesare, meglio noto come Cesarione. Cesare e Cleopatra non si sposarono mai, a causa della legge romana che proibiva il matrimonio con chi non era cittadino di Roma. Dopo aver passato i primi mesi del 47 a.C. in Egitto, Cesare si recò in Siria e quindi nel Ponto per trattare con Farnace II, un re alleato di Pompeo che si era avvantaggiato del fatto che i romani fossero impegnati nella guerra civile per opporsi a Deiotaro (amichevole nei confronti di Roma) e nominarsi regnante della Colchide e dell'Armenia Inferiore. A Nicopoli egli sconfisse la scarna resistenza romana che poté essere raccolta dal luogotenente di Cesare, Domizio Calvino. Farnace prese anche la città di Amisus, alleata di Roma, rese eunuchi tutti i ragazzi e vendette gli abitanti ai commercianti di schiavi. Dopo questo sfoggio di forza contro i romani, Farnace si ritirò per sopprimere una rivolta nelle terre appena conquistate. L'avvicinarsi estremamente rapido di Cesare in persona costrinse Farnace a volgere la sua attenzione ai romani. Inizialmente, riconoscendo il pericolo, fece offerte di sottomissione, con il solo scopo di guadagnare tempo sperando che Cesare fosse presto costretto a impegnarsi in altre battaglie. Per sua sfortuna la rapidità di Cesare lo costrinse ad accettare lo scontro in tempi brevi. Nella battaglia di Zela (che si svolse presso l'odierna Zile in Turchia), Farnace venne sbaragliato con solo un piccolo distaccamento di cavalleria. La vittoria romana fu così fulminea e completa che lo stesso Cesare, in una lettera ad un amico a Roma, la descrisse con la famosa frase "Veni, vidi, vici" - che potrebbe essere stata l'etichetta mostrata sulle spoglie sfilate nel suo trionfo pontico. Farnace fuggì verso il Bosforo, dove riuscì ad assemblare una piccola forza di truppe scite e sarmate, con le quali fu in grado di prendere il controllo di alcune città. Ciononostante un suo ex governatore, Asandar, attaccò le sue truppe e lo uccise. Lo storico Appiano dichiara che morì in battaglia; Cassio Dione riferisce che venne catturato e ucciso. Cesare tornò a Roma per fermare l'ammutinamento di alcune legioni. Mentre Cesare era stato in Egitto installando Cleopatra come regina, quattro delle sue legioni veterane si accamparono fuori Roma al comando di Marco Antonio. Le legioni erano in attesa del congedo e della paga straordinaria che Cesare aveva promesso prima della battaglia di Farsalo. A causa della lunga assenza di Cesare la situazione si deteriorò rapidamente. Marco Antonio perse il controllo delle truppe che iniziarono a saccheggiare le proprietà a sud della capitale. Diverse delegazioni vennero inviate per cercare di sedare l'ammutinamento. Niente ebbe effetto e gli ammutinati continuarono a richiedere il congedo e la paga. Dopo diversi mesi, Cesare giunse finalmente per rivolgersi alle truppe di persona. Sapeva di aver bisogno di loro per occuparsi dei sostenitori di Pompeo in Nordafrica, che avevano radunato 14 legioni. Cesare sapeva anche che non aveva i fondi per pagarli, Sarebbe costato molto meno indurli a riarruolarsi per la campagna in Africa. Freddamente Cesare chiese alle truppe ciò che volevano da lui. Vergognandosi di chiedere i soldi, i soldati domandarono il congedo. Cesare li chiamò cittadini invece di soldati, sottolineando che stava trattando con dei civili, quindi già congedati. Ma non con l'honesta missio che significava una pensione più ricca. Ma li informò che il pagamento sarebbe arrivato quando sarebbe stato sconfitto l'esercito pompeiano in Africa. E che egli lo avrebbe sconfitto con altri soldati. Gli ammutinati rimasero colpiti da questo maltrattamento; dopo quindici anni di fedeltà mai avrebbero pensato che Cesare avrebbe potuto fare a meno di loro. Cesare fu pregato di tenerli con sé e di portarli in Africa. Benignamente Cesare acconsentì. La sua conoscenza della psicologia delle masse e il suo acclarato carisma gli permisero di riunire quattro legioni di veterani senza spendere un solo sesterzio. Nello stesso anno Cesare raggiunse l'Africa, dove i seguaci di Pompeo erano fuggiti, per sconfiggere la loro opposizione guidata da Catone il giovane. Cesare vinse velocemente la prima significativa battaglia, Battaglia di Tapso nel 46 a.C., contro le forze guidate da Catone (che si suicidò) e da Cecilio Metello Scipione (che morì in battaglia). Nonostante queste vittorie e queste morti eccellenti la guerra continuò. I figli di Pompeo Gneo Pompeo e Sesto Pompeo, insieme a Tito Labieno, precedentemente propretore di Cesare e suo secondo in comando durante la guerra in Gallia, fuggirono in Spagna. Cesare li inseguì e sconfisse gli ultimi epigoni dell'opposizione nella battaglia di Munda nel marzo del 45 a.C. Durante quel periodo, Cesare fu eletto per il terzo e quarto mandato a console; nel 46 a.C. con Marco Emilio Lepido e nel 45 a.C. (senza collega).\n\n
- Marco Tullio Cicerone allo scoppio della guerra civile aderisce alla causa di Pompeo.\n\n
- Gli Insubri, popolazione di ceppo celtico, ottengono la cittadinanza romana insieme a tutta la Gallia Cisalpina.\n\n
- Nasce Lucio Domizio Enobarbo.\n\n
- Muore Marco Licinio Crasso, politico romano.\n\n
{49BC_TITLE}Gli eventi dell'anno

{48BC_BODY}
- Dopo la battaglia di Farsalo, Giulio Cesare consacrò un tempio a Venere Genitrice (Genetrix), capostipite del popolo romano.\n\n
- Giulio Cesare nominò re di Cipro Tolomeo XIV, uno degli ultimi membri della Dinastia tolemaica. Nato verso il 60 a.C., era il figlio del faraone Tolomeo XII.\n\n
- Nasce Lucio Calpurnio Pisone, politico romano.\n\n
- Muore Marco Celio Rufo, politico e oratore romano.\n\n
{58BC_TITLE}Gli eventi dell'anno

{47BC_BODY}
- Quinto Fufio Caleno viene eletto console con Publio Vatinio grazie all'influenza di Cesare.\n\n
- Il 13 di gennaio Tolomeo XIII muore annegato, mentre attraversa il Nilo. Cleopatra VII, rimasta unica sovrana dell'Egitto, nomina co-reggente il fratello più giovane Tolomeo XIV.\n\n
- In agosto la Legio VI Ferrata, conosciuta anche come Legio VI Ferrata Fidelis, è reclutata da Cesare: originaria dei territori della Gallia Cisalpina e nei territori Gallici della Venetia et Histria, ha un ruolo di primo piano nella battaglia di Zela, odierna Zile in Turchia, combattuta il 2 agosto contro Farnace II, figlio di Mitridate re del Ponto, che aveva occupato l'Armenia e manifestato altre mire espansionistiche.\n\n
- Marco Giunio Bruto ottiene il perdono di Cesare e diviene governatore della Gallia (46 a.C.).\n\n
{47BC_TITLE}Gli eventi dell'anno

{46BC_BODY}
- Giulio Cesare viene nominato Dittatore per 10 anni, l'anno seguente (45 a.C.) viene nominato Dittatore e Console a vita e chiamato Padre della Patria.\n\n
- Viene promulgato da Giulio Cesare il Calendario Giuliano (vedi anche Giorno giuliano), entrato in vigore l'anno successivo (45 a.C.).\n\n
- Marco Terenzio Varrone riesce a recuperare le sue proprietà dopo la guerra civile, Giulio Cesare gli affida l'incarico di allestire una grande biblioteca.\n\n
- Cesare fa costruire il foro di Cesare nell’area dei Fori Imperiali.\n\n
- Viene inaugurata la Basilica Giulia a Roma.\n\n
- Cleopatra si trasferisce a Roma con il figlio appena nato e vi rimane fino alla morte di Cesare.\n\n
- Si suicida ad Utica Marco Porcio Catone Uticense.\n\n
- Vercingetorice viene ucciso a Roma durante la celebrazione del trionfo di Cesare.\n\n
{46BC_TITLE}Gli eventi dell'anno

{45BC_BODY}
- Marco Tullio Cicerone dopo la morte della figlia, inizia la composizione di numerose opere filosofiche, mentre il dominio di Giulio Cesare lo teneva lontano dalla politica. Fra le opere ricordiamo: De oratore ; Hortensius; Academica; Tusculanae disputationes; De natura deorum. Sempre di questo anno le due opere perdute Consolatio; Laus Catonis.\n\n
- Marco Giunio Bruto, ottenuto il perdono di Cesare (47 a.C.), già governatore della Gallia (46 a.C.), viene nominato pretore.\n\n
- Muore Tito Labieno, generale romano, luogotenente di Cesare in Gallia, cheratosi con Pompeo durante la guerra civile.\n\n
{45BC_TITLE}Gli eventi dell'anno

{44BC_BODY}
- Idi di Marzo. Cesare nominò consoli per il 44 a.C. se stesso e il fidato Marco Antonio, e attribuì invece la pretura a Marco Giunio Bruto e Gaio Cassio Longino. Quest'ultimo, spinto anche dalla delusione causatagli dal non aver ottenuto il consolato, si fece interprete dell'insofferenza di ampia parte della nobilitas, e incominciò ad organizzare una congiura anticesariana. Trovò l'appoggio di molti uomini, tra cui molti dei pompeiani passati dalla parte di Cesare, e anche alcuni tra coloro che erano sempre stati al fianco dello stesso Cesare a partire dalla guerra di Gallia, come Gaio Trebonio, Decimo Giunio Bruto Albino, Lucio Minucio Basilo e Servio Sulpicio Galba. I congiurati, e primo tra loro lo stesso Cassio, decisero di cercare l'appoggio di Marco Bruto: egli era infatti un lontanissimo discendente di quel Lucio Giunio Bruto che nel 509 a.C. aveva scacciato il re Tarquinio il Superbo e istituito la repubblica, e poteva rappresentare il capo ideale per una congiura che si proponeva di uccidere un nuovo tiranno. Bruto era inoltre nipote e grande ammiratore di Catone Uticense, e poteva infine trovare nella propria filosofia, a metà tra lo stoicismo e la dottrina accademica, le convinzioni per combattere Cesare, al quale era comunque legato. Il più influente tra i personaggi romani a non aderire alla congiura fu Cicerone, che, pur essendo amico di Bruto e sperando nell'eliminazione del tiranno Cesare, decise di tenersi fuori dal complotto; egli tuttavia, auspicò che assieme a Cesare fosse ucciso anche Marco Antonio che, non a torto, vedeva come un possibile successore del dittatore. Entrato in senato, si andò a sedere ignaro al suo seggio, dove fu subito attorniato dai congiurati che finsero di dovergli chiedere grazie e favori. Mentre Decimo Bruto intratteneva il possente Antonio fuori dalla Curia, per evitare che prestasse soccorso, al segnale convenuto, Publio Servilio Casca Longo sfoderò il pugnale e colpì Cesare al collo, causandogli una ferita superficiale e non mortale. Cesare invece, per nulla indebolito, cercò di difendersi con lo stilo che aveva in mano, e apostrofò il suo feritore dicendo "Scelleratissimo Casca, che fai?" o gridando "Ma questa è violenza!" Casca, allora, chiese aiuto al fratello (ἀδελφέ, βοήθει), e tutti i congiurati che si erano fatti attorno a Cesare si scagliarono con i pugnali contro il loro obiettivo: Cesare tentò inutilmente di schivare le pugnalate dei congiurati, ma quando capì di essere circondato e vide anche Bruto farglisi contro, raccolse le vesti per pudicizia e alcuni dicono si coprisse il capo con la toga prima di spirare, trafitto da ventitré coltellate. Cadde ai piedi della statua di Pompeo, pronunciando la celebre frase “Tu quoque, Brute, fili mi!”.\n\n
- Il 18 di aprile Ottaviano arriva a Napoli dalla Grecia per succedere a Cesare.\n\n
- Marco Antonio si garantisce il governo quinquennale della Gallia Transalpina.\n\n
- Muore il re dacico Burebista.\n\n
{44BC_TITLE}Gli eventi dell'anno

{43BC_BODY}
- Fu creato il Secondo triumvirato, un'alleanza stipulata tra Gaio Giulio Cesare Ottaviano, Marco Antonio e Marco Emilio Lepido. A differenza del Primo Triumvirato, che era solo un accordo privato, il Secondo Triumvirato fu una organizzazione ufficiale, anche se extra costituzionale, che ricevette l'imperium maius. Fu costituito per legge nel 43 a.C. come Triumviri Rei Publicae Constituendae Consulari Potestate (Triumviri per la Costituzione della Repubblica di Potere Consolare), abbreviato come "III Vir RPC") e della durata di 5 anni. Il patto fu stipulato su un'isoletta del Fiume Reno, presso l'allora colonia romana di Bononia, odierna Bologna. Si formò dopo che Marco Antonio e Gaio Giulio Cesare Ottaviano si impegnarono a sconfiggere i cesaricidi (Bruto e Cassio), mentre Marco Emilio Lepido rimaneva a governare Roma. Sconfitti i cesaricidi nel 42 a.C. a Filippi, i Triumviri divisero l'Impero Romano in tre aree di influenza: a Ottaviano l'Occidente, ad Antonio l'Oriente ed a Lepido l'Africa. Finito un breve periodo di alleanza tra Ottaviano ed Antonio, la situazione precipitò nuovamente fino all'accordo di Taranto del 38 a.C., dove il triumvirato si ricompose per un altro quinquennio. Nel 33 a.C. la legge non fu rinnovata. Poco dopo iniziò la guerra civile tra Antonio ed Ottaviano. La politica di Cleopatra ed Antonio favorì la reazione di Ottaviano, che accusò la regina di minare il predominio di Roma e convinse i Romani a dichiarare guerra all'Egitto. Il 2 settembre 31 a.C. le forze navali romane si scontrarono con quelle di Antonio e Cleopatra nella battaglia di Azio.
Visto che la battaglia era persa la regina riparò ad Alessandria con parte della flotta, seguita da Antonio. Nell'agosto del 30 a.C. Ottaviano invase l'Egitto ed entrò nella capitale. Cleopatra si uccise con un aspide e Antonio vedendola morta si uccise anche lui. Una leggenda dice che Cleopatra si uccise facendosi mordere da un serpente, che voleva dire essere un dio.\n\n
- Scoppia la guerra civile. Il 15 marzo del 44 a.C. un gruppo di senatori, che si consideravano custodi e difensori della tradizione e dell'ordinamento repubblicani, assassinò il dittatore Gaio Giulio Cesare, convinti che il loro gesto avrebbe avuto il sostegno del popolo. Le loro previsioni si rivelarono però sbagliate e allora, rifugiatisi in Campidoglio, i cesaricidi decisero di attendere là l'evolversi degli eventi, lasciando in questo modo l'iniziativa agli stretti collaboratori del defunto dittatore: Marco Antonio e Marco Emilio Lepido.

Dopo lo sgomento iniziale seguito all'uccisione di Cesare, Antonio prese in mano la situazione e si fece consegnare da Calpurnia, vedova del dittatore, le carte politiche e il denaro liquido di quest’ultimo. Intanto Lepido, nuovo proconsole della Gallia Narbonense e della Spagna Citeriore, lasciava ad Antonio il potere di occuparsi da solo della situazione: in un primo momento aveva fatto entrare a Roma alcuni soldati della legione accampata alle porte della città con l'intento di attaccare il Campidoglio, Lepido decise alla fine di partire per le sue province. Antonio trovò anche un'intesa con il suo vecchio nemico, Publio Cornelio Dolabella, che insieme a lui era stato designato console da Cesare. A questo punto, per guadagnare tempo, con un abile mossa Antonio permise che il senato concedesse l'amnistia ai congiurati e cercò il dialogo proprio con la massima assemblea romana. In cambio, il Senato votò la concessione dei funerali di stato per Cesare. Durante le celebrazioni accadde però che la vista del corpo del dittatore e del sangue sulla sua toga, la lettura del suo testamento generoso verso i romani ed il discorso ad effetto di Antonio, accendessero d'ira l'animo del popolo contro gli assassini. Fino all'aprile del 44, Antonio mantenne comunque un atteggiamento conciliante: lasciò che i cesaricidi assumessero quelle cariche a cui Cesare li aveva designati prima che questi lo uccidessero, allontanò i veterani del defunto dittatore da Roma e propose l'abolizione della dittatura. Per sé chiese e ottenne la provincia di Macedonia (e le legioni che Cesare aveva ammassato là per la spedizione contro i parti) e per Dolabella quella di Siria. Per adesso Roma si era salvata dal caos, anche se la situazione tra Antonio e il senato era sempre più tesa. La svolta a questa situazione la diede, alla fine di aprile, l’arrivo in Italia di Ottaviano, figlio adottivo ed erede di Cesare. Il giovane chiese ad Antonio di consegnargli l'eredità lasciatagli dal defunto dittatore ma Antonio, che aveva dilapidato i beni di Cesare, rifiutò con durezza. Ottaviano iniziò allora a lavorare per alienare simpatie ad Antonio, facendo leva sia sul proprio nome sia sul risentimento che molti provavano verso l’ex collaboratore di Cesare. Di rimando, Antonio cercò di accrescere il suo peso politico per mezzo di una legge che gli assegnava per cinque anni la Gallia Cisalpina e la Gallia Transalpina (al posto della Macedonia). Intanto i cesariani, preoccupati di questo attrito, riuscirono a far raggiungere ai due un compromesso momentaneo. Ben presto la situazione fu ulteriormente movimentata dalla ricomparsa sulla scena di due cesaricidi, Marco Bruto e Gaio Cassio Longino, che dopo l'amnistia avevano anche ottenuto due province (rispettivamente Creta e Cirene) e che ora pretendevano comandi militari più importanti. Minacciati da Antonio, i due fuggirono in Oriente. A questo punto, Antonio entrò in contrasto con Cicerone (che appoggiava Ottaviano), che reagì attaccandolo con la prima e la seconda Filippica. Nell'ottobre del 44, Antonio ruppe l'armistizio con Ottaviano e si preparò a far giungere in Italia le legioni stanziate in Macedonia. Ottaviano giocò allora d'azzardo: sebbene non avesse l’autorità per farlo, contando solo sul nome che portava, chiamò a raccolta i veterani cesariani che accorsero a migliaia. Anche alcune delle legioni della Macedonia passarono dalla sua parte. Antonio cercò allora di farlo dichiarare nemico pubblico dal Senato, ma non ci riuscì. A questo punto decise di dirigersi nella Cisalpina per toglierla a Decimo Bruto ancora prima che il mandato di quest'ultimo fosse scaduto. Bruto ricevette dal Senato l'ordine di resistere, cosa che gli era però impossibile, perché non aveva abbastanza soldati. Intanto, Cicerone pronunciava 'la terza e la quarta Filippica' contro Antonio, lanciando poi diversi appelli ad agire contro quest'ultimo, accusato dall'oratore di aspirare alla dittatura. Alla fine Cicerone riuscì a far schierare il Senato contro l'ex-collaboratore di Cesare. Il primo gennaio del 43 a.C., Cicerone pronunciò la 'quinta Fillipica', con la quale raccomandò l'annullamento delle leggi fatte varare di recente con la forza da Antonio, compresa quella con cui si attribuiva il governo della Cisalpina. Per il momento, il Senato non accettò queste raccomandazioni perché non voleva rompere drasticamente con Antonio, ma gli ordinò di restare fuori dalla Cisalpina. Prevedendo però il suo rifiutò, conferì l’'imperium' ad Ottaviano e ordinò ai consoli Aulo Irzio e Caio Vibio Pansa di arruolare nuove truppe. Nel frattempo, Antonio cingeva d'assedio Modena, dove si era arroccato Bruto. Antonio si mostrò disposto a scendere a compromessi col Senato, ma quest'ultimo, aizzato dalla campagna denigratoria di Cicerone, decise di annullare la legislazione di Antonio, proclamando lo stato d'emergenza nel febbraio del 43. In aprile, sotto le mura di Modena, Antonio fu battuto dalle forze senatorie (anche se Irzio e Pansa perirono), e riparò nella Transalpina, dove rafforzò il suo esercito con rinforzi provenienti dalla Spagna e dalle Gallie. Alla fine dell'estate, tornò in Italia, conquistando facilmente la Cisalpina, anche perché Ottaviano si era rifiutato di unirsi a Bruto (che morì nella fuga), dato che era pur sempre uno degli assassini di Cesare. Poi il senato ordinò a Lepido di dirigersi contro Antonio per finirlo, ma il generale si rifiutò, ritenendo indegno combattere contro un suo vecchio compagno d'armi. Sempre nell’estate del 43, dopo che il Senato gli rifiutò i fondi per pagare i soldati, Ottaviano ruppe con la suprema assemblea romana e presentò la propria candidatura a console, pur sapendo che non sarebbe stata accettata (non era neppure ventenne e non aveva quindi l’età legale minima per aspirare a questa carica). Ottaviano marciò con le truppe su Roma e vi entrò senza trovare alcuna resistenza. Divenne poi console insieme a Quinto Pedio. Dopo aver fatto ratificare con una legge la sua adozione da parte di Cesare, fece annullare l’amnistia che era stata concessa ai cesaricidi (che vennero dichiarati fuori legge) e fece istituire un tribunale speciale per giudicarli. Fece quindi annullare la sentenza che aveva dichiarato Antonio nemico pubblico dello Stato e strinse un’alleanza con lui, grazie alla mediazione di Marco Emilio Lepido. I tre si incontrarono a Bologna, dove formalizzarono l’accordo. Con la lex Titia del 27 novembre del 43 nasceva il Secondo triumvirato. Secondo l'opinione di alcuni storici, questa data segna la fine della Repubblica romana. I nuovi padroni di Roma scatenarono il terrore con le liste di proscrizione: a centinaia furono uccisi (e i loro beni confiscati), in un’opera di epurazione che, oltre ad eliminare nemici ed oppositori, aveva forse come scopo principale quello di procurarsi i fondi con cui pagare i soldati dei triumviri (che avevano al loro comando 43 legioni). Tra le vittime illustri delle proscrizioni ci fu Cicerone, la cui morte fu chiesta da Antonio ad Ottaviano, che non esitò ad abbandonare colui che sin dall’inizio l’aveva appoggiato. Dopo essersi spartiti le province, i triumviri rivolsero la loro attenzione agli assassini di Cesare che intanto si erano rafforzati militarmente in Oriente (Marco Bruto e Cassio). Nel 42 a.C., le forze di Antonio e Ottaviano si scontrarono con quelle di Bruto e Cassio nella località macedone di Filippi. In realtà ci furono due battaglie di Filippi. Nella prima, Antonio sconfisse Cassio, che si tolse la vita, mentre le forze di Bruto ebbero la meglio su quelle di Ottaviano. Tre settimane dopo, invece, avvenne il secondo scontro nel quale Bruto fu rovinosamente battuto. Anche lui decise quindi di suicidarsi. Dato che era stato Antonio il vero flagello dei cesaricidi, era lui in questo momento a trovarsi in una posizione di maggior forza rispetto a Ottaviano, a cui fu affidato l’ingrato compito di trovare i fondi necessari per pagare i circa 100.000 soldati che avevano combattuto a Filippi e che ora dovevano essere congedati. Le confische territoriali fatte in Italia nel 41 a.C. procurarono ulteriori inimicizie ad Ottaviano, sulle quali fecero leva Fulvia e Lucio Antonio, rispettivamente moglie e fratello del triumviro che ora si trovava in Oriente. Muovendosi però in maniera troppo frettolosa, i due offrirono a Ottaviano il pretesto per agire nella legalità. Lucio Antonio ammassò infatti truppe a Preneste e si recò poi a Roma, promettendo che il fratello avrebbe restaurato la Repubblica. Il Senato gli conferì l’imperium per muovere contro Ottaviano che non fu però abbandonato dalle sue truppe, che anzi si strinsero compatte intorno al loro condottiero. Alla fine, Lucio Antonio fu assediato nella città di Perugia e, lasciato solo dal fratello Marco, si arrese nell’inverno 41-40 a.C. Dopo la fine della guerra di Perugia, Ottaviano si vendicò sterminando l’aristocrazia della città etrusca. Fulvia fu esiliata a Sicione (in Grecia) dove morì di malattia, mentre Lucio ottenne il governatorato della Spagna. Il figlio adottivo di Cesare occupò poi tutta la Gallia, impossessandosi in questo modo di tutto l’Occidente romano. Giunto in Italia nel 40, Marco Antonio accettò le giustificazioni addotte da Ottaviano per motivare le proprie azioni, e così i triumviri giunsero a un nuovo accordo e a una nuova spartizione dei domini, i cosiddetti accordi di Brindisi: a Ottaviano l’Occidente e ad Antonio l’Oriente, mentre a Lepido andò l’Africa. Ottaviano e Antonio rafforzarono la propria alleanza anche attraverso un matrimonio che legava le loro famiglie: Antonio, che era rimasto vedovo di Fulvia, sposò Ottavia, sorella del figlio adottivo di Cesare. Una spina nel fianco dei triumviri era Sesto Pompeo: il figlio del defunto Pompeo Magno, rifugiatosi in Spagna con quanto restava delle armate del partito pompeiano, dopo il cesaricidio era stato perdonato dal Senato, che anzi gli aveva affidato il comando della flotta nel periodo della guerra di Modena. Con questa forza navale, Sesto aveva però occupato la Sicilia (42 a.C.), raccogliendo intorno a sé tutti i nemici dei triumviri. Sesto aveva quindi dato vita a un vero e proprio blocco navale contro Roma, che si era dunque trovata senza adeguati rifornimenti granari (39 a.C.). Dopo un momentaneo compromesso (che però nessuno rispettò fino in fondo), tra le due parti si riaccesero le ostilità. Nel 38 a.C. Ottaviano fu battuto in uno scontro navale da Sesto, riportando gravi perdite. Ottaviano richiamò allora dalla Gallia il suo legato Marco Vipsanio Agrippa e chiese anche aiuto ad Antonio, che gli promise 120 navi in cambio di 20.000 soldati arruolati in Italia.
Dopo adeguati preparativi, seguiti con grande scrupolo da Agrippa, nel 36 a.C. Ottaviano attaccò di nuovo Sesto Pompeo che venne sconfitto nella battaglia di Nauloco. Fuggito in Oriente, Sesto fu catturato e giustiziato da un ufficiale di Antonio. Dopo la vittoria, Ottaviano dovette far fronte alle richieste di Lepido, che voleva per sé la Sicilia. Ma, abbandonato da tutti i suoi soldati, Lepido fu punito dal figlio adottivo di Cesare con la privazione di tutti i suoi poteri. Ottaviano gli risparmiò però la vita e gli lasciò la carica, puramente onorifica, di pontifex maximus (che egli aveva ricevuto per volere di Antonio dopo la morte di Cesare). Dopodiché si riconciliò con il Senato ed intraprese una serie di campagne militari nell'area balcanica. Negli anni che erano seguiti alla battaglia di Filippi, l’interesse di Antonio si era rivolto principalmente all’Oriente, con l’intento di portare avanti quella campagna militare contro i parti precedentemente progettata da Cesare. Intanto Antonio era entrato in stretti rapporti con la regina egiziana Cleopatra, con la quale ebbe una relazione amorosa. Nel frattempo, tra il 40 e il 37 a.C., approfittando della situazione caotica che Roma stava vivendo, i parti avevano occupato gran parte dell’Asia Minore, della Siria e della Palestina. Ben presto però, a causa di conflitti dinastici, il regno dei parti entrò in crisi, e così nel 36 a.C. Antonio decise che il momento era propizio per iniziare la spedizione pianificata da Cesare. Dopo alcuni illusori successi iniziali dovette però battere in ritirata. Tentò poi una seconda spedizione nel 34 a.C., anche questa con risultati molto limitati. Nel frattempo Antonio aveva ripudiato Ottavia, sorella di Ottaviano, e aveva riallacciato la sua relazione con Cleopatra. La scelta per Antonio si rivelò esiziale: nel 34 a.C., ad Alessandria d'Egitto, Antonio proclamò pubblicamente che Cesarione (il figlio che Cleopatra aveva avuto da Cesare) era il legittimo erede di Cesare e gli diede il titolo di re dei re (Cleopatra regina dei re). Madre e figlio poterono esercitare il potere su Egitto e Cipro, mentre i tre figli che Antonio aveva avuto da Cleopatra avrebbero regnato su diverse zone dell’Oriente. Tutto ciò scatenò l’indignazione generale dei romani. Cavalcando questa situazione, Ottaviano riuscì a screditare definitivamente Antonio, ottenendo il consolato per l’anno 31 e la dichiarazione di guerra contro Cleopatra, che intanto si era spostata in Grecia col suo esercito e con Antonio. Contro quest’ultimo Roma non prese provvedimenti in maniera esplicita, ma ormai era considerato un mercenario al soldo della regina straniera. Lo scontro finale avvenne il 2 settembre del 31 a.C. nella baia di Azio. La battaglia di Azio finì con la sconfitta e la fuga di Cleopatra e Antonio in Egitto. Ottaviano non poté inseguirli subito, perché costretto a domare una rivolta dei suoi soldati. Nel 30 a.C., però si diresse in Egitto, deciso a chiudere la partita. Sia Antonio sia Cleopatra si suicidarono a causa della falsa notizia della morte dell'altro coniuge (probabilemnte una congiura architettata da Ottaviano). Ottaviano era ormai il signore indiscusso di Roma. Tre anni dopo, con l’assunzione del titolo di princeps, Ottaviano avrebbe posto definitivamente fine al regime repubblicano, dando così inizio all’età imperiale, che in questa prima fase è conosciuta col nome di Principato.\n\n
- Muore il 7 dicembre Marco Tullio Cicerone, ucciso dai sicari di Marco Antonio, che non gli aveva perdonato le Filippiche contro di lui.\n\n
{43BC_TITLE}Gli eventi dell'anno

{42BC_BODY}
- Il 16 di novembre nasce il secondo imperatore di Roma, Tiberio.\n\n
- Muore il congiurato Gaio Cassio Longino.\n\n
{42BC_TITLE}Gli eventi dell'anno

{41BC_BODY}
- Grazie ad un'amnistia, Quinto Orazio Flacco ritorna a Roma.\n\n
- Muore Arsinoe IV, regina d’Egitto.\n\n
{41BC_TITLE}Gli eventi dell'anno

{40BC_BODY}
- Trattato di Brundisium tra Ottaviano e Marco Antonio, che divide il mondo romano tra loro e Lepido. L'accordo è cementato dal matrimonio tra Antonio e Ottavia Minore, sorella di Ottaviano.\n\n
- I Parti conquistano Gerusalemme. Hyrcanus II è rimosso dal potere, mentre Antigono l'Asmoneano diviene re di Giudea sotto il controllo partico. Erode il Grande abbandona Gerusalemme alla volta di Roma, dove è nominato re della Giuda da Marco Antonio.\n\n
{40BC_TITLE}Gli eventi dell'anno


27/09/2010 20:12
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
OFFLINE
Post: 1.490
Registrato il: 11/03/2010
Città: LAVELLO
Età: 28
Principe
Ottimo Iron ma non è che sono un po' troppo lunghi?
28/09/2010 00:38
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
OFFLINE
Post: 4.443
Registrato il: 14/11/2009
Città: CESARO'
Età: 34
Principe
Cerco di dare il quadro completo degli avvenimenti...per le campagne in gallia non posso dire semplicemente che iniziarono nel 58 e finirono nel 52...se poi il team vuole ridurli lo faccia, io però metto il quadro storico completo...


28/09/2010 07:38
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
OFFLINE
Post: 4.442
Registrato il: 24/01/2009
Città: NAPOLI
Età: 29
Principe
Stai facendo una cosa utilissima non ti preoccupare
28/09/2010 10:06
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
OFFLINE
Post: 4.443
Registrato il: 14/11/2009
Città: CESARO'
Età: 34
Principe
Re:
boboav, 28/09/2010 7.38:

Stai facendo una cosa utilissima non ti preoccupare




[SM=g27960] [SM=x1140429]


28/09/2010 11:07
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
OFFLINE
Post: 4.443
Registrato il: 14/11/2009
Città: CESARO'
Età: 34
Principe
{39BC_BODY}
- Sesto Pompeo, che controlla la Sicilia, la Sardegna, la Corsica e il Peloponneso è riconosciuto dal Triumvirato con il Patto di Misenum. Il patto aiuta a garantire i rifornimenti di grano a Roma.\n\n
- Virgilio finisce la stesura delle Bucoliche iniziata nel 42 a.C.\n\n
- Gaio Asinio Pollione, già console nel 40 a.C. viene nominato proconsole.\n\n
- Muore Lucio Antonio, fratello minore del triumviro Marco Antonio.\n\n
{39BC_TITLE}Gli eventi dell'anno

{38BC_BODY}
- Marco Vipsanio Agrippa, sotto ordine di Ottaviano, riesce con successo a domare una rivolta lungo il Reno.\n\n
- Marco Antonio, Ottaviano e Lepido firmano il Trattato di Tarentum, estendendo il Secondo triumvirato fino al 33 a.C.\n\n
- Battaglia del Monte Gindaro. Publio Ventidio Basso annienta l'esercito Partico di Pacoro I riportando la Siria sotto il totale controllo romano. Il re dei Parti viene ucciso nello scontro, mentre il luogotenente romano celebrerà un grande trionfo a Roma.\n\n
- Augusto sposa Livia Drusilla, figlia di Marco Livio Druso Claudiano, già sposata con Tiberio Claudio Nerone. Madre di Tiberio e Druso Maggiore, nonna di Germanico e Claudio, bisnonnadi Caligola e trisavola di Nerone.\n\n
- Quinto Orazio Flacco viene presentato a Gaio Cilnio Mecenate da Virgilio e Vario.\n\n
{38BC_TITLE}Gli eventi dell'anno

{37BC_BODY}
- Marco Vipsanio Agrippa crea il Portus Iulius, un grande complesso portuale militare, nell'attualmente sommersa città di Puteoli (la moderna Pozzuoli, vicino Napoli).\n\n
- Ottaviano prepara il Secondo Patto di Tarentum che rinnova il Triumvirato per ulteriori cinque anni. Nell'occasione, Taranto venne fornita di un acquedotto e di un anfiteatro.\n\n
- I Romani conquistano Gerusalemme, sottraendola ai Parti. Erode il Grande diventa re di Giudea. Jonathan Aristobulus diventa alto sacerdote.\n\n
- Il regno di Goguryeo in Corea viene fondato dal re Dongmyeong.\n\n
- Muore Antigone II, re di Giudea, figlio di Aristobulo di Giudea. Fu crocifisso da Erode il Grande con l’ausilio militare romano.\n\n
{37BC_TITLE}Gli eventi dell'anno

{36BC_BODY}
- Il 3 di settembre nella battaglia di Nauloco la flotta di Ottaviano, sotto il comando di Marco Vipsanio Agrippa, sconfigge le forze del ribelle Sesto Pompeo e di Lepido, il quale perde la sua armata ad Ottaviano quando i suoi uomini si ammutinano.\n\n
- Marco Antonio lancia una grossa offensiva contro i Parti, ma deve rinunciare quando fallisce nel prendere Phraapsa, perdendo poi numerosi uomini nella successiva ritirata in Egitto. Qui sposa Cleopatra, pur essendo ancora sposato con Ottavia, sorella di Augusto.\n\n
- Con il nome di Colonia Julia Firma Secundanorum Arausio fu fondata da Ottaviano la colonia romana nel 36-35 a.C., avendo ottenuto il territorio da assegnare ai coloni dalla tribù dei Tricastini.\n\n
- Il Tempio di Apollo Palatino fu promesso in voto da Ottaviano per la vittoria ottenuta sul Nauloco contro Sesto Pompeo e venne costruito nel luogo in cui era caduto un fulmine all'interno delle proprietà di Augusto sul Palatino.\n\n
- Battaglia di Zhizhi tra gli Xiongnu Occidentali e la Dinastia Han.\n\n
- Nasce Marco Valerio Messalla Messalino, politico romano.\n\n
- Nasce Conone, grammatico greco.\n\n
{36BC_TITLE}Gli eventi dell'anno

{35BC_BODY}
- Gaio Asinio Pollione inizia la stesura delle Historiae.\n\n
- Orazio pubblica il I libro delle Satire, dedicato a Mecenate.\n\n
- L'Illiria diventa una provincia romana.\n\n
- La Pannonia è attaccata da Gaio Giulio Cesare Ottaviano, che conquista e occupa Siscia (Sisak). Il paese, comunque, non sarà completamente sottomesso fino al 9 a.C.\n\n
- Sesto Pompeo è console a Roma.\n\n
- Nasce Gaio Vibio Postumo, politico romano.\n\n
- Muore Sesto Pompeo.\n\n
{35BC_TITLE}Gli eventi dell'anno

{34BC_BODY}
- Ottaviano pacifica la Dalmazia, l'Illyricum e la Pannonia, mentre Marco Antonio riconquista l'Armenia ai Parti.\n\n
- Marco Antonio diventa console romano per la seconda volta. Il suo collega è Lucio Scribonio Libone. Questi è sostituito con Emilio Lepido Paolo nel corso dell'anno.\n\n
- Marco Antonio distribuisce i regni orientali ai figli avuti con Cleopatra VII: Alessandro Helios, Cleopatra Selene e Tolomeo Filadelfo.\n\n
- Muore Gaio Sallustio Crispo, storico romano.\n\n
{34BC_TITLE}Gli eventi dell'anno

{33BC_BODY}
- Alessandro Helios sposa la principessa Iotapa di Media, figlia del re Artavasde I di Media.\n\n
- Ottaviano diventa console per la seconda volta. È console con lui Lucio Volcacio Tullo.\n\n
- Termina il Secondo triumvirato tra Gaio Giulio Cesare Ottaviano, Marco Antonio e Marco Emilio Lepido.\n\n
- Muore Tiberio Claudio Nerone, politico e militare romano.\n\n
{33BC_TITLE}Gli eventi dell'anno

{32BC_BODY}
- Gneo Domizio Enobarbo e Gaio Sosio diventano consoli romani.\n\n
- Il Senato Romano dichiara guerra a Marco Antonio e Cleopatra; Ottaviano è proclamato dux e l'Occidente giura un patto di lealtà a lui; per riuscirci, Ottaviano pubblica illegalmente le volontà testamentarie di Antonio, in cui il triumviro richiede la sepoltura ad Alessandria e in cui lascia l'Oriente i domini d'Oriente ai suoi figli.\n\n
- Muore Tito Pomponio Attico, scrittore romano.\n\n
{32BC_TITLE}Gli eventi dell'anno

{31BC_BODY}
- Il 2 di settembre viene combattuta la battaglia di Azio, una cruenta battaglia navale che conclude la guerra civile fra Ottaviano e Marco Antonio, anche se sarebbe più corretto parlare di guerra fra Roma e l'Egitto. La battaglia segna in pratica il tramonto definitivo della Repubblica romana, anche se per la sua fine ufficiale si dovrà attendere il 27 a.C. quando il senato conferirà a Ottaviano il titolo di Augusto. Ad essa si era sostituito l'impero. Essa segna anche la fine dell'epoca ellenistica iniziata nel 323 a.C. (morte di Alessandro Magno), con la conseguente trasformazione dell'Egitto in provincia romana. Il confronto di Azio è passato alla storia anche per una decisiva innovazione nello stile delle battaglie navali introdotta da Marco Vipsanio Agrippa, ammiraglio di Ottaviano, detta «rampone». In pratica si trattava di una trave munita all'estremità di un gancio di ferro che veniva lanciata sulla nave avversaria tramite una catapulta e quindi recuperato per ottenere così l'abbordaggio e permettere l'arrembaggio. L'importanza di questa innovazione nello scontro di Azio è stata molto probabilmente sopravvalutata, ma di certo il rampone segnò un progresso notevole rispetto al "corvo" che Gaio Duilio aveva inventato nel corso della prima delle Guerre Puniche, offrendo un'alternativa all'affondamento delle navi avversarie speronandole col «rostro».\n\n
- Nasce Aristobulo IV, figlio di Erode il Grande.\n\n
{31BC_TITLE}Gli eventi dell'anno

{30BC_BODY}
- Dopo la vittoria di Azio, Ottaviano invade l’Egitto con le sue legioni. Marco Antonio si suicida alla falsa notizia della morte di Cleopatra e questa, essendone venuta a conoscenza si da la morte facendosi mordere da un aspide.\n\n
- Muore Gneo Domizio Enobarbo.\n\n
{30BC_TITLE}Gli eventi dell'anno


28/09/2010 11:26
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
OFFLINE
Post: 4.443
Registrato il: 14/11/2009
Città: CESARO'
Età: 34
Principe
{29BC_BODY}
- A Roma viene consacrato il tempio del Divus Iulius e viene edificato l'anfiteatro di Statilio Tauro.\n\n
{29BC_TITLE}Gli eventi dell'anno

{28BC_BODY}
- Viene consacrato il 9 di ottobre il tempio di Apollo Palatino.\n\n
{28BC_TITLE}Gli eventi dell'anno

{27BC_BODY}
- Gaio Giulio Cesare Ottaviano riceve dal Senato il titolo di Augusto diventando il primo degli imperatori romani. Si fa eleggere console con un collega. Inoltre riceve la carica di princeps senatus. grazie alla quale aveva il diritto di votare per primo sulle proposte presentate al giudizio di quest'organo. Viene poi rieletto console per diversi anni consecutivi.\n\n
- Nasce Ai Di, imperatore cinese.\n\n
- Muore Marco Terenzio Varrone, letterato romano.\n\n
{27BC_TITLE}Gli eventi dell'anno

{26BC_BODY}
- Consolato di Augusto VIII e Tito Statilio Tauro II.\n\n
- Trionfo del proconsole Sesto Appuleio.\n\n
- Muore Gaio Cornelio Gallo, poeta e politico romano.\n\n
{26BC_TITLE}Gli eventi dell'anno

{23BC_BODY}
- Augusto diventa Console per l'undicesima volta. L'altro console è Aulo Terenzio Varrone Murena.\n\n
- Per iniziativa del Senato l'ottavo mese dell'anno (sextilis) viene dedicato ad Augusto e prende il nome di agosto.\n\n
- Augusto rinuncia al consolato ed assume il tribunicia potestas e il imperium proconsulare maius et infinitum. Il numero dei senatori viene ridotto dal migliaio a seicento membri.\n\n
- Viene pubblicata la prima raccolta delle Odi di Orazio.\n\n
- Muore Marco Vitruvio Pollione, architetto e scrittore romano.\n\n
{23BC_TITLE}Gli eventi dell'anno

{22BC_BODY}
- Il primo di settembre Augusto inaugura il Tempio di Giove Tonante sul Campidoglio.\n\n
- Muore Lucio Licinio Murena, politico romano.\n\n
{22BC_TITLE}Gli eventi dell'anno

{21BC_BODY}
- Consolato di Marco Lollio e Quinto Emilio Lepido.\n\n
- Matrimonio di Marco Vipsanio Agrippa e Giulia maggiore, figlia di Augusto.\n\n
{21BC_TITLE}Gli eventi dell'anno

{20BC_BODY}
- Il re parto Fraate IV restituisce a Roma in seguito all'azione diplomatica di Augusto le insegne partiche dell'esercito di Crasso sconfitto a Carre.\n\n
- In Armenia una congiura elimina Artaxias II d'Armenia e porta al trono suo fratello il filo-romano Tigrane III d'Armenia.\n\n
- Nasce Erode Antipa.\n\n
- Nasce Gaio Cesare, figlio maggiore di Marco Vipsanio Agrippa e di Giulia maggiore.\n\n
{20BC_TITLE}Gli eventi dell'anno


28/09/2010 11:38
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
OFFLINE
Post: 4.443
Registrato il: 14/11/2009
Città: CESARO'
Età: 34
Principe
{19BC_BODY}
- In Corea sale al trono On Cho che fonda una nuova dinastia che governerà fino al VII secolo.\n\n
- A Roma, congiura di Marco Egnazio Rufo contro Ottaviano Augusto.\n\n
- A Gerusalemme, Erode da inizio ai lavori di ristrutturazione del Tempio di Gerusalemme.\n\n
- Muore Publio Virgilio Marone, poeta latino.\n\n
- Muore Albio Tibullo, poeta latino.\n\n
{19BC_TITLE}Gli eventi dell'anno

{18BC_BODY}
- Augusto, in seguito a richieste popolari, riformò legislativamente la morale. Promulgò una lex Julia de adulteriis coercendis, che condannava l'adulterio e gli altri rapporti sessuali irregolari; una lex Julia de maritandis ordinibus, che incoraggiava il matrimonio e la procreazione; una lex Julia de ambitu per reprimere la corruzione elettorale; una lex Julia samptuaria per controllare le spese superflue ed il fasto eccessivo.\n\n
{18BC_TITLE}Gli eventi dell'anno

{17BC_BODY}
- Augusto adotta come eredi i nipoti Gaio Cesare e Lucio Cesare, figli di Marco Vipsanio Agrippa e di sua figlia Giulia. Secondo il capitolo 71° del Prodigiorum liber di Giulio Ossequente, sotto il consolato di C. Furnio e C. Silano “una fiaccola celeste, che discese da sud verso nord con un'immensa luce, rese la notte simile al giorno”.\n\n
- Nasce Lucio Cesare, figlio di Marco Vipsanio Agrippa.\n\n
{17BC_TITLE}Gli eventi dell'anno

{16BC_BODY}
- Il proconsole dell'Illiria Publio Silio Nerva conquista la Valcamonica.\n\n
- Nasce Ponzio Pilato, politico romano.\n\n
{16BC_TITLE}Gli eventi dell'anno

{15BC_BODY}
- Nasce Gaio Giulio Cesare Claudiano Germanico.\n\n
- Nasce Erodiade.\n\n
{15BC_TITLE}Gli eventi dell'anno

{14BC_BODY}
- Nasce Agrippina Maggiore.\n\n
- Nasce Druso Minore.\n\n
- Muore Sesto Properzio, poeta latino.\n\n
{14BC_TITLE}Gli eventi dell'anno

{12BC_BODY}
- Tiberio parte verso la Pannonia per placare una dura rivolta.\n\n
- Muore Marco Vipsanio Agrippa; nello stesso anno sarà conclusa la realizzazione di una grande carta geografica raffigurante l'impero romano, creata seguendo le sue indicazioni.\n\n
{12BC_TITLE}Gli eventi dell'anno

{11BC_BODY}
- Muore Ottavia Minore.\n\n
{11BC_TITLE}Gli eventi dell'anno

{10BC_BODY}
- Nasce l’imperatore romano Claudio.\n\n
{10BC_TITLE}Gli eventi dell'anno



28/09/2010 11:52
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
OFFLINE
Post: 4.443
Registrato il: 14/11/2009
Città: CESARO'
Età: 34
Principe
{09BC_BODY}
- Caduta della Dinastia Han Occidentale in Cina. Fondata la dinastia Xin.\n\n
- Ultima campagna di Druso maggiore in Germania al termine della quale raggiunse il fiume Elba.\n\n
- Muore Tasciovano, re britanno.\n\n
- Muore il 14 di settembre Druso Maggiore.\n\n
{09BC_TITLE}Gli eventi dell'anno

{07BC_BODY}
- Il 13 di novembre si verifica una congiunzione tra Giove e Saturno. Alcuni ritengono che questa fosse la "stella" vista dai Re Magi secondo il racconto dei Vangeli; si veda l'articolo stella di Betlemme.\n\n
- Alcuni storici collocano in questo anno, proprio in virtù di tale evento astronomico e di altre prove di carattere storico, la data di nascita di Gesù.\n\n
{07BC_TITLE}Gli eventi dell'anno

{06BC_BODY}
- Nasce l’apostolo Andrea.\n\n
{06BC_TITLE}Gli eventi dell'anno

{05BC_BODY}
- Il 15 di gennaio Liu Xiu, imperatore cinese.\n\n
{05BC_TITLE}Gli eventi dell'anno

{04BC_BODY}
- La morte di Erode il Grande, re di Giudea, avvenuta durante quest'anno, è la dimostrazione di come Gesù Cristo non sia potuto nascere nell'Anno 1 d.C. come calcolò erroneamente Dionigi il Piccolo.\n\n.\n\n
- Nasce il 21 di maggio Lucio Anneo Seneca, filosofo e politico romano.\n\n
{04BC_TITLE}Gli eventi dell'anno

{03BC_BODY}
- Nasce il 24 dicembre Servio Sulpicio Galba, imperatore romano.\n\n
{03BC_TITLE}Gli eventi dell'anno

{02BC_BODY}
- Viene inaugurato il Foro di Augusto.\n\n
{12BC_TITLE}Gli eventi dell'anno

{00BC_BODY}
- 25 marzo: questa è la data tradizionalmente indicata per il concepimento di Gesù.\n\n
- 25 dicembre: questa è la data tradizionalmente indicata per la nascita di Gesù.\n\n
{00BC_TITLE}Gli eventi dell'anno




28/09/2010 11:53
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
OFFLINE
Post: 4.443
Registrato il: 14/11/2009
Città: CESARO'
Età: 34
Principe
A te Keiro!


28/09/2010 20:30
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
OFFLINE
Post: 1.490
Registrato il: 11/03/2010
Città: LAVELLO
Età: 28
Principe
Eccomi, entro domani (non so se ce la faccio oggi) continuo!
Per scrupolo in che data termina il mod?
28/09/2010 20:46
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
OFFLINE
Post: 4.443
Registrato il: 14/11/2009
Città: CESARO'
Età: 34
Principe
Mi pare il 117 d.C.


28/09/2010 21:16
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
OFFLINE
Post: 1.490
Registrato il: 11/03/2010
Città: LAVELLO
Età: 28
Principe
Ma adesso al posto di BC accanto all'anno dovrò mettere AD?
28/09/2010 21:18
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
OFFLINE
Post: 4.443
Registrato il: 14/11/2009
Città: CESARO'
Età: 34
Principe
Re:
Keirosophos, 28/09/2010 21.16:

Ma adesso al posto di BC accanto all'anno dovrò mettere AD?




[SM=g27966] non so proprio...prova a guardare il file historic_events di rtw


28/09/2010 21:23
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
OFFLINE
Post: 1.490
Registrato il: 11/03/2010
Città: LAVELLO
Età: 28
Principe
Purtroppo non l'ho istallato al momento [SM=g27969]
29/09/2010 15:31
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
OFFLINE
Post: 1.490
Registrato il: 11/03/2010
Città: LAVELLO
Età: 28
Principe
Ecco dal 1 al 10 d.C.
qualcuno può dirmi se al posto di BC devo mettere AD? Grazie


{01BC_BODY}
- Augusto detronizza Artavasde III e nomina Ariobazano II re di Armenia.\n\n
- Gaio Cesare e Lucio Emilio Paolo sono eletti consoli.\n\n
- E' costruito l'acquedotto Aqua Alsienta.\n\n
- Ovidio scrive le sue Metamorfosi. Inoltre pubblica l'Ars amatoria, opera elegiaca in tre libri sull'arte di amare; circa nello stesso periodo escono il Medicamine faciei, sui cosmetici femminili, e i Remedia Amoris, un'operetta in cui si propongono i mezzi per guarire dalla passione amorosa.\n\n
- Tito Livio scrive la Storia di Roma (Ab Urbe condita).\n\n
- Il Buddhismo viene introdotto in Cina.\n\n
- Viene fondato il Regno di Axum.\n\n
- Nasce Sesto Afranio Burro, prefetto del pretorio e consigliere dell'imperatore romano Nerone (morto nel 62).\n\n
- Nasce Vologase I di Partia († 78).\n\n
- Muore Lucio Munazio Planco, generale e politico romano (n. 90 a.C.).\n\n
{01BC_TITLE}Gli eventi dell'anno

{02BC_BODY}
- Dopo la morte di Lucio Cesare, Livia Drusilla persuade Augusto di far tornare Tiberio a Roma.\n\n
- Gaio Cesare incontra Fraate V, re dei Parti, con il quale stipula una pace per ottenere l'Armenia.\n\n
- Viene effettuato in Cina un censimento che stabilisce che la popolazione dell'impero cinese ammonta a più di 57 milioni.\n\n
- Cedeides diventa arconte di Atene.\n\n
- Nasce Apollonio di Tiana, filosofo greco antico (morto nel 98).\n\n
- Nasce Deng Yu, politico e militare cinese (morto nel 58).\n\n
- Muore Marco Lollio, politico e generale dell'Impero Romano.\n\n
- Lucio Cesare, secondo figlio di Marco Vipsanio Agrippa e di Giulia Maggiore e figlio adottivo di Augusto (n. 17 a.C.)\n\n
{02BC_TITLE}Gli eventi dell'anno

{03BC_BODY}
- Lucio Elio Lamia e Marco Servilio sono eletti consoli.\n\n
- Menneas diventa Arconte di Atene.\n\n
- Cinque tribù germaniche vengono unificate da Marbod, re dei Marcomanni.\n\n
- Fraate V, re dei Parti, viene esiliato dopo una sommossa fomentata dai Romani; gli succede al trono Orode V.\n\n
- Nasce Ban Biao, storico e politico cinese.\n\n
{03BC_TITLE}Gli eventi dell'anno

{04BC_BODY}
- Augusto adotta come figli Tiberio e Agrippa Postumo, per assicurare la successione.\n\n
- Tiberio adotta Germanico come erede. Compie inoltre una campagna militare per rafforzare il controllo sulle popolazioni germaniche.\n\n
- Sesto Elio Catone diventa console.\n\n
- Viene firmato un patto di non aggressione tra l'Impero Romano, rappresentato da Tiberio, e la tribù dei Cherusci, rappresentata dal loro re, Segimero. Arminio e Flavo, figli di Segimero, entrarono a dar parte dell'esercito romani come Comandante delle truppe ordinarie.\n\n
- Marco Plautio Silvano è nominato Proconsole d'Asia.\n\n
- Polianus Maradonius diventa arconte di Atene.\n\n
- Nicola di Damasco scrive il quattordicesimo volume della Storia del Mondo.\n\n
- A Roma viene pubblicata la Lex Aelia Sentia, una legge contro la liberazione degli schiavi.\n\n
- Nasce Lucio Giunio Moderato Columella, scrittore romano (morto nel 70).\n\n
- Muore Gaio Asinio Pollione, politico e oratore romano (n. 76 a.C.).\n\n
- Gaio Cesare, figlio maggiore di Marco Vipsanio Agrippa e di Giulia maggiore, figlio adottivo di Augusto (n. 20 a.C.).\n\n
- Park Hyeokgeose, sovrano coreano (n. 69 a.C.).\n\n
{04BC_TITLE}Gli eventi dell'anno

{05BC_BODY}
- Germanico, figlio di Druso maggiore, fratello dell'imperatore Tiberio sposa Agrippina maggiore..\n\n
- Roma riconosce Cunobelino, re dei Catuvellauni, come Re di Britannia.\n\n
- Gneo Cornelio Cinna Magno, Lucio Valerio Messalla Voleso (o Gaio Ateio Capitone) diventano consoli romani.\n\n
- Tiberio conquista la Germania inferiore.\n\n
- Claudia Livilla sposa Druso Minore, figlio di Tiberio.\n\n
- Polycharmus Azenius diventa Arconte di Atene.\n\n
- Restauro del Ponte Sublicio.\n\n
- A Roma viene pubblicata la Lex Valeria Cornelia, una legge riguardo la votazione nella Comitia Centuriata.\n\n
- Nasce Giulia, figlia di Druso Minore e Claudia Livilla (morta nel 43).\n\n
{05BC_TITLE}Gli eventi dell'anno

{06BC_BODY}
- La Giudea, sotto Erode il Grande, diventa una provincia romana in seguito alla deposizione di Erode Archelao.\n\n
- Insurrezione contro Roma in Pannonia e Dalmazia.\n\n
- Insurrezione contro Roma in Sardegna.\n\n
- Publio Sulpicio Quirinio diventa Governatore di Siria.\n\n
- Marco Emilio Lepido e Lucio Arrunzio diventano consoli romani.\n\n
- Genova viene ufficialmente eletta a capitale della Liguria, inquadrata come IX regio dell'Impero Romano.\n\n
- Augusto istituisce il corpo dei Vigili per assicurare la vigilanza notturna delle strade e proteggere la città dagli incendi.\n\n
- Il futuro imperatore romano Tiberio inaugura il Tempio dei Dioscuri dopo il restauro.\n\n
- Gneo Cornelio Lentulo infligge una grave sconfitta ai Getuli e per questo, in seguito, acquisirà l'epiteto di Getulico.\n\n
- Campagna di Tiberio contro i Marcomanni.\n\n
- La provincia di Sardegna e Corsica viene creata provincia imperiale.\n\n
- Nasce Nerone Cesare, futuro imperatore romano (morto nel 30).\n\n
- Muore Terenzia, fu una nobildonna romana sposata con Marco Tullio Cicerone, poi divorziata (n. 96 a.C.).\n\n
{06BC_TITLE}Gli eventi dell'anno

{07BC_BODY}
- Suddivisione amministrativa augustea dell'Italia.\n\n
- Publio Quintilio Varo diventa il vicario della Germania.\n\n
- Gli Illiri si ribellano contro Roma.\n\n
- Viene costituita la X Regio, Venetia et Histria, comprendente l'intera Italia nord-orientale fino al Golfo del Quarnero con capitale Aquileia. La città è all'epoca il quarto centro più popoloso d'Italia.\n\n
- Nasce Druso Cesare, figlio di Germanico e Agrippina maggiore (morto nel 33).\n\n
- Nasce Milonia Cesonia, futura quarta moglie dell'imperatore Caligola (morta nel 41).\n\n
{07BC_TITLE}Gli eventi dell'anno

{08BC_BODY}
- Augusto manda in esilio Ovidio, che si trasferisce a Tomi (odierna Costanza) sul mar Nero.\n\n
- Nasce Gaio Ofonio Tigellino, politico romano (morto nel 69).\n\n
- Muore Marco Valerio Messalla Corvino, generale e scrittore romano (n. 64 a.C.).\n\n
{08BC_TITLE}Gli eventi dell'anno

{09BC_BODY}
- Tre legioni di Augusto guidate dal generale Publio Quintilio Varo vengono distrutte dal traditore generale Arminio (di origini Germaniche) nella battaglia della Foresta di Teutoburgo.\n\n
- A Roma viene promulgata da Augusto la lex Papia Poppaea per frenare il diffondersi del celibato e incoraggiare la natalità.\n\n
- Tiberio sottomette definitivamente l'Illiria.\n\n
- Giulia minore viene esiliata per la relazione adulterina con Decimo Giunio Silano.\n\n
- Nasce il 17 novembre Tito Flavio Vespasiano, imperatore romano (morto nel 79).\n\n
- Publio Quintilio Varo, politico romano, morto suicida dopo la dispafatta di Teutoburgo (n. 47 a.C.).\n\n
{09BC_TITLE}Gli eventi dell'anno

{10BC_BODY}
- Nasce Publio Pomponio Secondo, politico e scrittore latino.\n\n
- Muore Didymus Chalcenterus, grammatico egiziano (n. 65 a.C.).\n\n
- Muore Didimo di Alessandria, grammatico e filologo greco antico.\n\n
- Muore Lucio Arrunzio, politico, un ammiraglio e uno storico dell'Impero Romano.\n\n
- Muore Salomè I figlia di Erode Antipatro e sorella di Erode il Grande (n. 65 a.C.).\n\n
{10BC_TITLE}Gli eventi dell'anno

PS allora il mod finisce nel 117?
Nuova Discussione
Rispondi

Feed | Forum | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 19:08. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com