Medieval 2 Total War
Discussione generale sul videogioco Medieval 2 : Total War
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Eventi storici

Ultimo Aggiornamento: 06/04/2011 19:27
25/09/2010 11:26
 
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Principe
{89BC_BODY}
- conquista di Venosa ed eliminazione degli ultimi focolai della Guerra Sociale da parte di Quinto Cecilio Metello Pio mentre sono consoli Gneo Pompeo Strabone padre di Gneo Pompeo Magno, e Lucio Porcio Catone, il quale viene ucciso per la propria inettitudine sul campo di battaglia.\n\n
- Atene si ribella a Roma e si allea con Mitridate VI che sbarca in Grecia.\n\n
- Muore Quinto Pompedio Silone, marso, uno dei due consoli dell’esercito della lega italica.\n\n
- Muore Cecilia Metella Balearica Minore, donna romana, virtuosa e irreprensibile.\n\n
{89BC_TITLE}Gli eventi dell'anno

{88BC_BODY}
- Dopo tre anni di lotte, Roma fu costretta a estendere la cittadinanza romana a tutti gli Italici.\n\n
- Il Senato affidò a Lucio Cornelio Silla mentre era console con Quinto Pompeo Rufo, il comando di una spedizione militare in Oriente.\n\n
- Nasce Gaio Claudio Marcello, politico romano.\n\n
- Muore Demetrio III, sovrano seleucide.\n\n
- Muore Quinto Mucio Scevola, politico romano.\n\n
- Muore Tolomeo X, sovrano d’Egitto.\n\n
{88BC_TITLE}Gli eventi dell'anno

{87BC_BODY}
- La Prima guerra mitridatica si combatté dall'88 all'85 a.C. Iniziò quando Mitridate invase la provincia romana d'Asia dove, anche a causa del malgoverno romano identificato con i pubblicani, venne accolto come un liberatore dalle popolazioni locali, tanto che molte città, non solo uccisero i soldati delle guarnigioni romane, ma massacrarono ogni cittadino romano che vi risiedeva (episodio noto come Vespri asiatici), aprendo poi le porte cittadine al sovrano asiatico. La situazione precipitò, quando a seguito di queste ribellioni nella provincia asiatica, si ribellarono anche diverse città della Grecia, che presero le parti del re del Ponto, che ai loro occhi appariva come un nuovo Alessandro Magno. Nonostante fossero in un momento di gravi battaglie politiche, tra la fazione degli optimates, capitanata da Silla, e quella dei populares, capitanate da Gaio Mario, i romani organizzarono un esercito che affidarono al comando di Lucio Cornelio Silla. Mentre Silla stava preparando l'esercito per combattere Mitridate VI in oriente, Mario, avendo ancora l'ambizione di essere lui, e non Silla, a guidare l'esercito romano contro il re del Ponto convinse il tribuno Publio Sulpicio Rufo a convocare una seduta del Senato per annullare la precedente decisione di affidare il comando a Silla. Appresa la notizia Silla, accampato in quel momento nell'Italia meridionale in attesa di imbarcarsi per la Grecia, prese una decisione grave e senza precedenti: scelse le 6 legioni a lui più fedeli e, alla loro testa, si diresse verso Roma stessa. Questo era un fatto veramente inaudito. Nessun generale, in precedenza, aveva mai osato violare con l'esercito il perimetro della città (il cosiddetto pomerio). La cosa era talmente contraria alle tradizioni che molti dei suoi comandanti, considerandola un sacrilegio, si rifiutarono di seguirlo, e Silla fu costretto ad obbligarli con la forza. Spaventati da tanta risolutezza, Mario ed i suoi seguaci fuggirono dalla città, mentre Silla, agendo dalla posizione di forza in cui oramai si trovava, si rivolse al Senato in tono risentito, atteggiandosi addirittura a vittima di una congiura, probabilmente per giustificare la sua violenta presa della città. Poi, dopo avere preso opportuni provvedimenti per confermare il Senato come guida assoluta della politica romana ed aver fatto strage dei suoi oppositori, rientrò nei suoi accampamenti militari per portare a termine la campagna contro Mitridate. In oriente Silla ottenne la vittoria nella battaglia di Cheronea e nella battaglia di Orcomeno nell'86 a.C. Nonostante non si trattasse di vittorie decisive, proprio a causa della situazione che si stava creando a Roma, con il ritorno al potere dei mariani, Silla decise di trattare la pace con il re del Ponto, sancita nel Trattato di Dardano nell'85 a.C., che sebbene dovette fare concessioni territoriali i romani, ottenne lo status di Amico del popolo romano.\n\n
- Presumibilmente in questo anno, nel mare Egeo, presso l'isola di Anticitera, affonda una nave. Nel carico, recuperato nel 1902, viene rinvenuto l'omonimo meccanismo, che rappresenta la più antica forma nota di calcolo meccanico.\n\n
- Muore Arariate IX di Cappadocia.\n\n
- Muore Quinto Lutazio Catulo, poeta romano.\n\n
- Muore Quinto Pompeo Rufo, politico romano.\n\n
- Muore Gneo Pompeo Strabone, politico romano.\n\n
{87BC_TITLE}Gli eventi dell'anno

{86BC_BODY}
- Il primo di marzo Lucio Cornelio Silla espugna Atene alleatasi a Mitridate VI, la saccheggia e rimuove il tiranno Aristione.\n\n
- Lucio Licinio Lucullo sconfigge Mitridate nella battaglia di Tenedos.\n\n
- Battaglia di Cheronea. L'esercito di Silla sconfigge l'esercito di Mitridate, guidato dal generale Archelao.\n\n
- Nasce Fausto Cornelio Silla, figlio del dittatore Lucio Cornelio Silla.\n\n
- Muore il 13 del mese di gennaio l’homo novus, Gaio Mario.\n\n
{86BC_TITLE}Gli eventi dell'anno

{85BC_BODY}
- Pace di Dardano fra Silla e Mitridate VI e fine della Prima Guerra Mitridatica.\n\n
- Nasce Antonia, figlia primogenita di Marco Antonio Cretico e di Giulia Antonia.\n\n
- Nasce Azia minore, patrizia romana della gens Atia, era figlia di Marco Azio Balbo e della sorella di Gaio Giulio Cesare, Giulia minore.\n\n
{85BC_TITLE}Gli eventi dell'anno

{84BC_BODY}
- Nasce Gaio Valerio Catullo, poeta romano.\n\n
- Muore Lucio Accio, poeta e drammaturgo romano.\n\n
- Muore l’ex collega al consolato di Gaio Mario, Lucio Cornelio Cinna.\n\n
{84BC_TITLE}Gli eventi dell'anno

{83BC_BODY}
- La Guerra civile romana dell'83 - 82 a.C. vide il conflitto tra la fazione degli ottimati, guidata da Silla, e quella dei populares, o mariani perché seguaci del 7 volte console Gaio Mario morto nell'86 a.C., guidata dai consoli Gaio Mario il Giovane e Gneo Papirio Carbone. Da diverso tempo la repubblica romana era percorsa da un conflitto politico tra due fazioni, una capitanata dall'uomo nuovo Gaio Mario, appoggiato dal gruppo politico dei popolari, e l'altra dal nobile Lucio Cornelio Silla, che si combattevano, con alterne fortune, per il predominio politico sull'Urbe. La lotta per il potere presto si era spostata dal piano politico a quello militare, così avvenne che, grazie all'appoggio delle legioni a lui fedeli, Silla scacciò i mariani dall'Urbe ed ottenne il comando per la guerra a Mitridate, e fu sempre grazie alla forza delle armi che, con Silla impegnato in Asia Minore, i populares e Gaio Mario poterono rientrare in città e controllarla, almeno fino al ritorno di Silla. Questi, conclusa prima del tempo quella che sarebbe stata ricordata come la prima guerra mitridatica con il Trattato di Dardano nell'85 a.C., decise allora di tornare in Italia per contrastare le manovre del partito avverso, che lo aveva addirittura dichiarato nemico della patria. I più attivi nel campo dei populares erano i consoli Lucio Cornelio Cinna e Gneo Papirio Carbone, consoli per l'85 a.C. e l'84 a.C., che a cavallo tra i due consolati tentarono di organizzare ad Ancona un esercito per contrastare quello di Silla, una volta che fosse terminata la campagna in Asia. L'impresa non ebbe seguito perché nell'84 a.C. l'esercito, forse perché scontento delle dure condizioni di vita imposte dai due consoli, si ribellò ed uccise Cinna, mentre Carbone fuggiva. Nell'83 a.C. furono eletti consoli Lucio Cornelio Scipione Asiatico e Gaio Norbano che, mentre Silla sbarcava a Brindisi dove si acquartierava con i suoi veterani e riprendeva i contatti con gli esponenti della propria fazione, tentavano di organizzare un esercito per contrastare la marcia di Silla verso Roma. Silla, mentre si preparava a marciare verso Roma al comando delle sue legioni, ricevette rinforzi dal giovane Pompeo, che si unì al futuro dittatore con un buon numero di soldati a lui fedeli, provenienti per lo più dalla regione del Piceno, e da Quinto Cecilio Metello Pio, campione degli ottimati duranti i 4 anni di consolato di Cinna. I due consoli in carica nell'83 decisero di contrastare il passo di Silla in Campania; Scipione organizzò il suo campo nei pressi di Teano, mentre Norbano fece campo nei dintorni di Capua. Silla attaccò per primo l'esercito sotto il comando di Norbano che, perso lo scontro ed oltre 7.000 uomini, si rifugiò all'interno delle mura di Capua. A quel puntò Silla marciò verso Teano offrendo a Scipione una tregua, prontamente accettata dal Console, che in questo modo pensava di guadagnar tempo per coordinarsi con il collega e con Sertorio. Ma quando Scipione pensò di poter rompere la tregua con Silla il suo esercito, che aveva fraternizzarono con l'esercito di Silla, gli si rivoltò contro passando al campo avverso senza colpo ferire. Scipione, fatto liberare da Silla, andò in esilio a Marsiglia, dove morì. L'83 a.C. terminò con gli uomini di Silla acquartierati in Campania e i populares a Roma che tentavano di organizzarsi per contrastare il passo al nemico. Per l'82 a.C. furono eletti consoli Gneo Papirio Carbone e Gaio Mario il Giovane, a cui fu affidata la difesa della città, che tra i primi loro atti, inviarono Sertorio, forse l'unico esponente della loro parte con un'adeguata esperienza militare per contrastare Silla, nella Spagna Citeriore. I primi scontri, entrambi favorevoli agli ottimati, si ebbero nelle marche sull'Esino, dove le truppe di Pompeo e di Metello ebbero la meglio su quelle condotte da Carbone, e nella pianura di Sacriporto, antistante Preneste, dove le truppe di Silla ebbero la meglio su quelle guidate da Mario il Giovane . Gaio Mario il Giovane si rifugiò nella città di Preneste, mentre Carbone si rinchiudeva dentro le mura di Chiusi. Anche questa volta Silla si trovò nella condizione di poter attaccare separatamente i due nemici. Lasciò il suo luogotenente Ofella a sostenere l'assedio di Preneste e, dopo aver normalizzato la situazione nella capitale, si diresse a nord per dar battaglia a Carbone. La battaglia sotto le mura di Chiusi fu particolarmente cruenta, e si risolse con un sostanziale nulla di fatto. Per contro Pompeo frustò il tentativo di Carbone di inviare rinforzi al collega Mario rinchiuso a Preneste, intercettando e sconfiggendo i rinforzi che Carbone gli aveva mandato nei pressi di Spoleto. In questo frangente, un esercito di 7.000 lucani e sanniti stava risalendo verso il nord, guidati da P. Telesino, M. Lamponio e Gutta, per portare soccorso a Mario. Silla, per impedire questa manovra, abbandonò l'assedio di Chiusi dirigendosi immediatamente verso sud con i propri uomini e sbarrare così il passo a questo nuovo esercito. Carbone ne approfittò per uscire dalla città e si diresse verso Faenza, per portare battaglia a Metello che reputava il più debole nel campo avverso; l'esito non fu quello sperato e Carbone subì una cocente sconfitta che gli costò anche la perdita di Chiusi, lasciata sguarnita e alla mercé di Pompeo. Lo scontro decisivo tra gli eserciti delle due fazioni, la battaglia di Porta Collina, si giocò il 1 novembre dell'82 a.C., sotto le mura di Roma, dove l'esercito guidato lucano-sannita aveva puntato, modificando l'intenzione iniziale di portare soccorso a Preneste, non appena avuta notizia della manovra di Silla, che di fatto aveva lasciato sguarnita Roma. Silla riuscì ad arrivare in tempo sul luogo della battaglia solo per lo straordinario sforzo dei romani resistettero tutto il giorno agli attacchi dei nemici secolari. Anche dopo l'arrivo dei rinforzi l'esito della battaglia rimase a lungo in bilico, risolvendosi alla fine a favore del campo degli ottimati. Persa la battaglia Preneste si arrese e Mario il Giovane, frustrato nel suo tentativo di fuggire attraverso dei sotterranei, preferì uccidersi piuttosto che cadere nelle mani del nemico. Sconfitti i nemici mariani, Silla iniziò le proscrizioni di tutti gli avversari politici; assunse il titolo di dittatore a vita, e cercò con una serie di riforme di ristabilire il regime oligarchico.\n\n
- Il 14 del mese di gennaio nasce Marco Antonio, il futuro triumviro.\n\n
{83BC_TITLE}Gli eventi dell'anno

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- Nel novembre, l’armata di Silla sconfigge i mariani, raccoltisi intorno al figlio di Mario, Mario il giovane, nella battaglia di Porta Collina.\n\n
- Divenuto padrone assoluto della città, Silla instaurò un vero e proprio regno del terrore, mettendo al bando e dichiarando fuori legge tutti gli oppositori politici, offrendo ricompense a chi li avesse uccisi. I più colpiti furono i cavalieri, che erano sempre stati ostili a Silla: ne furono uccisi 2.600 e i loro beni, messi all'asta a prezzi irrisori, finirono nelle tasche dei Sillani. Il giovane Caio Giulio Cesare, come genero di Cinna, fu costretto ad abbandonare precipitosamente la città, ma ebbe salva la vita grazie all'intercessione di alcuni amici influenti, soprattutto della cugina Cornelia, figlia di Silla, e del marito di lei Mamerco Emilio Lepido, princeps senatus. Silla annotò poi nelle proprie memorie di essersi pentito di averlo risparmiato, viste le ben note ambizioni politiche del giovane. Ormai virtualmente senza opposizioni, Silla attuò una serie di riforme tese a mettere il controllo dello stato saldamente nelle mani del Senato, allargato per l'occasione da 300 a 600 senatori. Silla fece approvare varie leggi: la lex de tribunizia potestate, che stabilì che i tribuni della plebe dovessero sottoporre al parere preventivo e vincolante del Senato le proposte che intendevano presentare ai concilii; la lex de comitiis centuriatis, che tentò di ridare nuova forza a questa istituzione, tipiacamente aristocratica; la lex de magistratibus, che organizzò il cursus honorum, escludendo da esso l’edilità, e stabilendo che non si poteva assumere il consolato se non si aveva prima ricoperto la pretura e la questura. Inoltre una clausola fissava ai trent’anni l’età minima per diventare questore, trentanove per la pretura e quarantadue per il consolato; i consoli e i pretori durante l’anno di carica dovevano restare in città; potevano essere mandati nelle province e li assumere il comando dell’esercito solo altermine del periodo di carica. Questo provvedimento era teso a separare efficacemente il potere politico da quello militare; i magistrati non potevano ricoprire la stessa carica se non erano passati almeno dieci anni dal momento in cui l’avevano ricoperta per la prima volta; l’amministrazione delle giustizia criminale venne riformata e affidata a tribunali particolari, a ciascuno dei quali spettava la competenza su uno specifico crimine. I tribunali erano sei e giudicavano: concussione, tradimento, omicidio, falso, peculato, banda armata.\n\n
- Nasce Publio Terenzio Varrone.\n\n
- Nasce Marco Celio Rufo, politico romano.\n\n
{82BC_TITLE}Gli eventi dell'anno

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- A Roma Lucio Cornelio Silla assume la carica di dictator sine die.\n\n
- Nasce Lucio Antonio, generale romano.\n\n
- Muore Tolomeo IX, sovrano d’Egitto.\n\n
{81BC_TITLE}Gli eventi dell'anno

{80BC_BODY}
- Nasce Vercingetorige, (latino: Vercingetorix, "Il grandissimo re dei guerrieri"), principe e condottiero gallo. Figlio del nobile Celtillo, fu re degli Arverni, influente popolo gallico insediato nell'attuale regione dell'Alvernia. Nel suo disegno di respingere l'invasione romana, riuscì a coalizzare la maggioranza dei popoli gallici e dei loro comandanti. Vercingetorige è stato uno dei primi capi in grado di federare una parte importante dei popoli gallici, vincendo le tradizionali divisioni storiche. Di fronte ad uno dei più grandi strateghi di sempre, mise in mostra i suoi eccellenti talenti militari. Fu sconfitto nell'assedio di Alesia nel 52 a.C. Catturato, fu imprigionato a Roma per 5 anni. Nel 46 a.C. fu trascinato in catene per ornare la celebrazione del trionfo di Cesare. Immediatamente dopo fu mandato a morte.\n\n
- Muore Berenice III, sovrana d’Egitto.\n\n
{80BC_TITLE}Gli eventi dell'anno
[Modificato da ironman1989. 25/09/2010 11:32]


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