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Ultimo Aggiornamento: 14/05/2012 14:12
14/05/2012 14:09
 
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Principe

MARCHESATO DI SALUZZO
------------------------

Milizia cittadina:
1- NO - village (villaggio)
2- Miliciens (lancia corta) AOR town (borgo)
3- Brigands (lancia lunga) AOR large_town (cittadina)
4- Piquiers (picca) PEN city (città)
richiede gilda:
5- NO - large_city (metropoli)
6- NO - huge_city (megalopoli)

Fanteria feudale:
1- NO - village (forte)
2- Clientes (spada) AOR town (roccaforte)
3- Gaite (spiedi) AOR large_town (castello)
4- Alabardieri Eslecti (alabarda) PEN city (fortezza)
5- NO - large_city (cittadella)

Cavalleria:
1- NO - village (villaggio o forte)
2- Chevaucies (lancia) AOR town (borgo o roccaforte)
3- Arcolets (arco) AOR large_town (cittadina o castello)
4- Gentiles (lancia) PEN city (fortezza)
5- NO - large_city (cittadella)
5- NO - large_city (cittadella)
5- NO - large_city (cittadella)

Tiratori:
1- NO - village (villaggio o forte)
2- Jaculatores (giavellotto) AOR town (borgo o roccaforte)
3- Balistari Chivassesi (balestra) AOR large_town (cittadina o castello)
4- Cholovrinieri Eslecti (pistola) PEN city (città)
5- NO - large_city (metropoli)

Marinai:
1- NO - large_city (metropoli)
2- NO - huge_city (megalopoli)


{Miliciens}Miliciens
{Miliciens_descr}"Le mosse del marchese non erano sfuggite però allo spionaggio sabaudo: il principe, assistito da Pierre Marchand, appena gli giungono i primi avvertimenti circa le intenzioni del Paleologo, raduna truppe, chiama a se il maresciallo di Saluzzo e prepara la riunione di tutte le milizie del Piemonte."\n
Archivio Lombardo, XV secolo\n\n
"[Vi è] un pericolo consistente nel dare al popolo minuto più autorità di quanta gliene competa [...] Non vi è più gran follia in un principe, oso dire, che voglia tenere la sua signoria saldamente in pugno e in pace, che quella di dar licenza al popolo minuto di armarsi."\n
Christine de Pizan\n\n
In caso di emergenza, i signori francofoni del Delfinato, della Provenza e del Piemonte possono ordinare la formazione di una truppa costituita da miliziani ("miliciens") dei borghi, non molto esperti di guerra ma utili per presidiare posizioni strategiche o per mantenere il controllo dell'ordine pubblico. Il loro tipico equipaggiamento prevede cappello d'arme ("chapel de fer"), pancera o brigantina a protezione del busto e lancia leggera, lunga circa due metri, la quale può essere usata in mischia contro altri fanti oppure in formazione serrata contro la carica della cavalleria leggera nemica; non resisterebbero invece contro la cavalleria pesante. Provvedono da soli al proprio sostentamento quando sono in un insediamento.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni savoiarde, saluzzesi, monferrine, provenzali, francesi.
{Miliciens_descr_short}Lanceri miliziani francofoni, dotati di cappello d'arme e pancera.

{Brigands}Brigands
{Brigands_descr}"Nei documenti sabaudi il termine brigandus comincia ad alternare con cliens (servitore), che aveva indicato sino allora in modo esclusivo il fante reclutato nelle castellarne."\n
Documento sabaudo del XIV secolo\n\n
"Appena fu nota la marcia del marchese su Asti, immediatamente partirono a quella volta trecento briganti [...] prima avanguardia [sabauda]."\n
Archivio Lombardo, XV secolo\n\n
Quando i "miliciens" dei borghi si mostrano inadatti a causa della scarsa esperienza e dell'equipaggiamento sommario, i signori delle regioni francofone ricorrono alla più preparata milizia dei briganti ("brigands"), termine col quale si indicano uomini di cattiva reputazione, riuniti in bande, dediti alle scaramucce e al sacco. Sono dotati di cappello d'arme ("chapel de fer"), cotta di maglia e lancia lunga almeno 3 metri, che li rende adatti a sostenere l'impatto della cavalleria, anche in virtù della capacità di disporsi in difesa ad anello. Ciononostante non possono contrastare a lungo le devastanti cariche della cavalleria pesante nemica.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni savoiarde, saluzzesi, monferrine.
{Brigands_descr_short}Lanceri miliziani francofoni, dotati di cappello d'arme e cotta di maglia, in grado di formare la difesa ad anello.

{Piquiers}Piquiers
{Piquiers_descr}"Sia designato un uomo di buona autorità [...] che recluti con costrizione e autorità fino a duemila picchieri per rinfrescare gli effettivi dell'armata ducale [...] questi picchieri dovranno essere fra i più esperti nella guerra che possano trovarsi e che abbiano l'età e la corporatura atte a reggere e a sopportare le fatiche, le discipline e le opere richieste e necessarie in guerra. Essi riceveranno cinque franchi per equipaggiarsi di giachi e usberghi con maniche e con il braccio destro ricoperto di maglia di ferro a piccole scaglie [sul braccio sinistro porteranno uno scudo]."\n
Ordine del cancelliere borgognone Hugonet, 1472\n\n
Il picchiere è un punto fermo delle guerre tardomedievali. Questi picchieri francofoni ("piquiers"), provvisti di cotte pesanti e di solide corazze a protezione del busto, sono dotati di ragionevole addestramento e sono in grado di tenere egregiamente una posizione difensiva. La corazza li protegge dai tiratori, rendendoli praticamente invulnerabili; la loro marcia può essere bloccata solo mediante la carica di una cavalleria d'elite, ma anche questo espediente potrebbe risultare inutile... La sola speranza per i nemici è disporre di una schiera di picche altrettanto temeraria.
{Piquiers_descr_short}Picchieri francofoni, dotati di corazze, in grado di contrastare con successo quasi ogni tipo di cavalleria.

{Clientes}Clientes
{Clientes_descr}"Nei documenti sabaudi il termine brigandus comincia ad alternare con cliens (servitore), che aveva indicato sino allora in modo esclusivo il fante reclutato nelle castellarne."\n
Documento del XIV secolo\n\n
"I clienti erano armati di un giaco, o diploide, d'uno scudo, d'una cervelliera ossia cuffia di ferro, e di spada."\n
Luigi Cibrario, Della economia polidica del Medioevo\n\n
"Esso era difatti l'edificio più importante di cui Filippo disponeva in città dal momento che nel 1298 vi stazionavano otto clientes e due gaite, mentre soltanto tre clientes e una gatta presidiavano il «castrum porte Segusine"\n
Giuseppe Sergi, Storia di Torino\n\n
Nei documenti savoiardi del XIV e XV secolo si indicano come "clientes" (in seguito frequentemente tradotti in idioma italico come "censuari") quegli uomini che, nel sistema feudale tardo-medievale, si trovano in una condizione media tra i servi della gleba e gli uomini liberi. In guerra, costoro erano tenuti all'adempimento dei doveri militari e rispondevano alla chiamata dei signori locali armati di spada e scudo. Una guarnigione di questo tipo conta guerrieri poco esperti ma può presidiare senza problemi una roccaforte; in battaglia campale si rivelano utili in combinazione con lanceri e tiratori, proteggendoli con il loro muro di scudi, ma non si dovrebbe fare troppo affidamento su di loro, soprattutto in mischie prolungate. Sono infatti privi di protezioni pesanti e indossano solo un cappello d'arme ("chapel de fer") e un giaco rinforzato.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni savoiarde, saluzzesi, monferrine
{Clientes_descr_short}Dotati di giachi protettivi, spade e scudi, essi sono utili come guarnigione e possono formare un muro di scudi.

{Gaite}Gaite
{Gaite_descr}"Esso era difatti l'edificio più importante di cui Filippo disponeva in città dal momento che nel 1298 vi stazionavano otto clientes e due gaite, mentre soltanto tre clientes e una gatta presidiavano il «castrum porte Segusine."\n
Giuseppe Sergi, Storia di Torino\n\n
"Mommegliano, principal fortezza della Savoia nel 1263, non avea più che dieci uomini tra clienti e gaite, ossia vedette, l'ufficio delle quali era di speculare dall'alto delle torri il paese e dar segno delle novità che scorgevano, col corno di terra o di legno, di cui erano muniti. Il castello di Bard, chiave della Valle d'Aosta, avea otto clienti e quattro vedette; quindici tra clienti e vedette [aveva] la città di Torino nel secolo XIV. Ma ad ogni sospetto di guerra la guarnigione veniva raddoppiata ed anche quadruplicata."\n
Luigi Cibrario, Della economia politica del Medioevo\n\n
Le "gaite" (note anche come "guaite" o "gatte") sono corpi di guardia utilizzati per presidiare i castelli e, all'occorrenza, per formare un nucleo solido al centro dello schieramento in battaglia. Il nome di questa unità deriva dal termine di origine longobarda "waitha", che significa proprio "guardia", e che in seguito (vi sono attestati comunali piemontesi e umbri che lo riportano fino al XVI secolo) venne usato per indicare anche i quartieri e i settori in cui venivano divisi gli insediamenti e i contadi circostanti. Si tratta di fanti coscritti nel sistema feudale locale, dotati di cotte di maglia e di qualche arma di origine contadina, solitamente un falcione, con il quale fronteggiano ogni forma di fanteria nemica. Sono vulnerabili alla cavalleria.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni savoiarde, saluzzesi, monferrine
{Gaite_descr_short}Fanteria feudale dotata di cotte di maglia e temibili falcioni.

{Alabardieri_Eslecti}Alabardieri Eslecti
{Alabardieri_Eslecti_descr}"L'anno mile CCCCCVII [1507] et a doi iorni de marzo el signor marchis Michel Antonio marchiso de Saluce si partì de Revelo et venì fare la soa prima intrata in Saluce, la quale fu bela e trionfante, et prima venì a eschontro a soa signoria per fino al Po tuta la fantaria de Saluce in arme [...] Hapresso andava Michelet Vacha [...] acompagnato de cinchanta de li più eslecti homeni de Saluce tuti vestiti a la lamana [alla tedesca] o chotoni vermegli tuti tagliati in più logi, in testa ogni uno un boneto [berretto] de escharlata con suo piumasso [pennacchio], tuti li giponi [giubbe] de tafetà gialdo [giallo], le calce [calze] a la devisa de lo signore l'una tuta turchina, l'altra a quatro charteri [quartieri] vermeglia, bioa [viola] e biancha, et ogni uno avia soa alabarda et daga ala lamana [alla tedesca]."\n
Miscellanea di Storia Italiana\n\n
Il signore di Saluzzo si avvale, come suprema guardia personale, di un'unità di alabardieri corazzati. Costoro sono scelti ("eslecti") tra i giovani nobili dell'aristocrazia feudale saluzzese e hanno varie mansioni: guardia del corpo, presenza cerimoniale, presidio. Se occorre, possono essere schierati sul campo di battaglia e, nonostante la scarsa esperienza, sanno sfruttare appieno l'equipaggiamento moderno: lunghe alabarde e resistenti corazzine indossate sotto i tipici completi a sbuffo.
{Alabardieri_Eslecti_descr_short}Fanteria pesante costituita da alabardieri corazzati, reclutati su ordine del marchese di Saluzzo.

{Chevaucies}Chevaucies
{Chevaucies_descr}"Uomini nobili e ben guarniti a spese del loro comune."\n
Cronaca monferrina, XV secolo\n\n
L'organizzazione degli eserciti del Saluzzo e del Monferrato si differenzia tra il rapporto di vassallaggio dovuto al marchese da parte delle feudalità, a quello di certe comunità urbane libere che invece faranno capo al Senato. Il supremo magistrato senatoriale può chiamare a raccolta le milizie urbane a cavallo, le "chevaucies", che costituiscono unità di cavalleria leggera, supporto ideale per i "gentiles", ossia i milites della nobiltà feudale. "Chevaucies", ossia cavalcate (dette anche "equitationes"), è un termine usato per indicare sia le spedizioni in territorio nemico, sia coloro che le effettuano (quasi sempre cavalieri). Una cavalcata era una sorta di razzia che però devastava regioni molto estese e durava svariati mesi (se non anni), somigliando a una vera campagna estera. Questi cavalieri, "uomini nobili e ben guarniti a spese del loro comune", esponenti della rampante e ricca borghesia, sono dotati di cappello d'arme ("chapel de fer"), corazze di cuoio rinforzato o brigantine, lancia, scudo ovale e spada per la mischia.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni saluzzesi, monferrine
{Chevaucies_descr_short}Cavalleria costituita da milizie urbane, con protezioni leggere, lancia, spada e scudo ovale.

{Arcoleti}Arcoleti
{Arcoleti_descr}
E' attestata, nei marchesati di Saluzzo e del Monferrato, la presenza di "arcoleti" (l'equivalente dei francesi "argoulets"), "equorum arcatores" o "archatoribus de caballo" che, nel corso del tempo, verranno sostituiti dai balestrieri montati e (a partire dal '500) da cavalieri armati di pistole o archibugi. Gli arcieri a cavallo sono un'unità tipica piemontese, di chiara ispirazione francese; si tratta di cavalleggeri abili nelle schermaglie e negli inseguimenti, idonei ad affiancare truppe appiedate e a supportare la gendarmeria (cavalleria pesante). Sono dotati di elmetto, cotta di maglia, guanti di ferro. Poco adatti alle mischie, dove cercano di destreggiarsi con la spada.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni saluzzesi, monferrine
{Arcoleti_descr_short}Cavalleria leggera piemontese costituita da arcieri montati, abili nelle schermaglie e negli inseguimenti.

{Gentiles}Gentiles
{Gentiles_descr}"Così furono comandati [...] tutti i baroni dai quali il re doveva essere o pensava di dover essere servito [...] E per tutti era stabilito il giorno e il luogo dove ognuno doveva farsi trovare e passare in rassegna; poiché il re voleva combattere [...] Così venivano e affluivano uomini d'arme da tutte le parti, per servire il re di Francia e il reame, alcuni perché obbligati a ciò per aver prestato omaggio e gli altri per guadagnare i loro soldi e denari."\n
Jean Froissart, Chroniques\n\n
I gentiluomini franco-piemontesi (detti "gentilhommes" e "giantilomi", oppure più semplicemente "gentiles") sono rinomati come grandi cavalieri. Si tratta di baroni che debbono al proprio sovrano il servizio feudale e, anzichè sottrarsi ad esso pagando una certa somma (come sempre più frequentemente fanno gli aristocratici nel XV secolo), combattono con l'entusiasmo dei cavalieri di un tempo. Purtroppo la disciplina non è il loro forte e sul campo non di rado caricano sponteneamente ignorando gli ordini del comandante generale. Montati su destrieri dalla carica devastante, coperti da pesanti bardaggi, il loro costoso equipaggiamento prevede un elmo chiuso, una corazza di piastre e una lancia pesante, mentre la spada di acciaio e lo "scudo francese" fanno di loro uno scomodo avversario anche nelle mischie.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni francesi
{Gentiles_descr_short}Cavalieri pesanti franco-piemontesi su destrieri bardati, dotati di elmo, corazza, lancia, spada e scudo.

{Jaculatores}Jaculatores
{Jaculatores_descr}"Usavasi ancora [in Piemonte nel XV secolo] lanciar a mano giavellotti e mezze picche."\n
Giovanni Antonio Luigi Cibrario, Della economia politica del Medioevo\n\n
A differenza della penisola iberica, il giavellotto come arma non si è mai diffuso sul suolo italico in età medievale. Solamente in alcune remote regioni del Piemonte, specialmente nelle langhe del Monferrato e nelle montagne del Saluzzese, si riportano leve di stampo feudale in cui i coscritti venivano dotati di armature leggere (giachi in cuoio che palesano l'origine pastorale dei guerrieri) e "lance da tiro" ovvero giavellotti. L'urto violento del giavellotto, scagliato dalla distanza da abili schermagliatori, è in grado di perforare anche le moderne armature di piastre. Si tratta comunque di un'arma ormai superata dalle balestre e dalle prime armi da fuoco leggere.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni saluzzesi, monferrine
{Jaculatores_descr_short}Schermagliatori piemontesi, pastori armati di giavellotti e dotati di giachi di cuoio.

{Balistari_Chivassesi}Balistari de Ciuvas
{Balistari_Chivassesi_descr}"I difensori [Chivassesi] erano uomini nobilissimi, magnanimi, bellicosi, di somma audacia e di grande valore [...] combattevano i loro nemici con forza sferrando durissimi colpi con mangani e petriere, lance, spade, pietre e altre macchine. [...] I balestrieri erano agguerritissimi più di quanto di solito si usi e più di quanto si sia mai sentito nè si possa ricordare. [...] Gli attaccanti [Piacentini], oltre modo spaventati, specialmente dai gravissimi lanci di grandi pietre e dai colpi dei ferocissimi balestrieri, temono l'audacia e il valore dei difensori."\n
Giovanni Codagnello, Annales Placentini\n\n
I balestrieri di Chivasso sono considerati tra i migliori nell'area monferrina-saluzzese e la loro bravura è stata celebrata in molte cronache. Si tratta di fanti provenienti da Chivasso e dal contado circostante, muniti di balestra e ben difesi da cotte di maglia; possono decimare dalla distanza le schiere nemiche prima di buttarsi nella mischia armati di spada.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni saluzzesi, monferrine
{Balistari_Chivassesi_descr_short}Abili balestrieri piemontesi, dotati di cotte di maglia e spada per la mischia.

{Cholovrinieri_Eslecti}Cholovrinieri Eslecti
{Cholovrinieri_Eslecti_descr}"L'anno mile CCCCCVII [1507] et a doi iorni de marzo el signor marchis Michel Antonio marchiso de Saluce si partì de Revelo et venì fare la soa prima intrata in Saluce, la quale fu bela e trionfante, et prima venì a eschontro a soa signoria per fino al Po tuta la fantaria de Saluce in arme [...] et hera con questa fantaria [...] cento puti de li più eslecti [scelti] de Saluce [...] li quali portavano una cholovrina [colubrina] in mane per uno de boscho dorate de orpelo che pare che fosano de latono [ottone] ou de chovro [bronzo], le quale per tre ou quatro volta per una esgiopavano [scoppiavano], et ogni uno de questi puti avia uno pecto fato de papero [carta] incholato et estagnati, et qussì una celata in testa stagnata con piumasi [pennacchi] in testa et havesi dito [avrei udito] che herano armati d'acelo [acciaio] propio, et vi prometo che gli fasia bel vedere."\n
Miscellanea di Storia Italiana\n\n
Questi artiglieri scelti ("eslecti") costituiscono la migliore truppa da tiro del marchesato saluzzese. La colubrina, chiamata anche volgarmente cannone a mano, è menzionata in Italia fin dal 1447. Il nome deriva dal provenzale "colobrina" o "cholovrina", a sua volta derivante dal latino "coluber" (serpente). La canna è incastrata su una assicella ed essa viene usata come una balestra; le palle sono grosse quanto una noce e vengono usate sin dal XV secolo. Già dalla metà del XV secolo ne erano in uso di più voluminose, portate sopra carri. Al tempo di Carlo VIII di Francia le colubrine erano distinte come artiglierie di un genere particolare ed erano più piccole, ma più lunghe dei cannoni, con canna sottile, perciò di minor calibro.
{Cholovrinieri_Eslecti_descr_short}Artiglieri scelti armati di colubrina, spada e dotati di armature di piastre.



CONFEDERAZIONE ELVETICA
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Milizia cittadina:
1- NO - village (villaggio)
2- Bergwacht (lancia corta) AOR town (borgo)
3- Partigians (lancia lunga) AOR large_town (cittadina)
4- Reislaufer (picca) PEN city (città)
5- NO - large_city (metropoli)
richiede gilda:
6- Gassenhauers (spadone) PRO huge_city (megalopoli)

Fanteria feudale:
1- NO - village (forte)
2- Kuh-Schweizer (spada) AOR town (roccaforte)
3- Hellebardentrager (alabarda) AOR large_town (castello)
4- Wachtposten (alabarda) PEN city (fortezza)
5- NO - large_city (cittadella)

Cavalleria:
1- NO - village (villaggio o forte)
2- Sabel Kavallerie (spada) AOR town (borgo o roccaforte)
3- Cranéquiniers (balestra) AOR large_town (cittadina o castello)
4- Montiert Hellbarde (lancia) PEN city (fortezza)
5- NO - large_city (cittadella)
5- NO - large_city (cittadella)
5- NO - large_city (cittadella)

Tiratori:
1- NO - village (villaggio o forte)
2- Sabel Arciers (arco lungo) AOR town (borgo o roccaforte)
3- Arbalestriers (balestra) AOR large_town (cittadina o castello)
4- Gens de Trait (pistola) PEN city (città)
5- NO - large_city (metropoli)

Marinai:
1- NO - large_city (metropoli)
2- NO - huge_city (megalopoli)

{Bergwacht}Bergwacht
{Bergwacht_descr}I "bergwacht" sono guerriglieri montanari, la milizia alpina per eccellenza. Essi rappresentano, prima ancora che spietati combattenti, ottime guide alpine e conoscono alla perfezione il loro territorio, il che garantisce loro un vantaggio notevole sul nemico: possono nascondersi ovunque con grande abilità, tendendo agguati fulminei e mortali. Armati di lance, sono perfetti per le imboscate ma soccomberebbero presto in una mischia prolungata, poichè non portano scudi e indossano solo un elmetto e protezioni leggere di cuoio.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni svizzere, trentino-tirolesi, austriache, friulane
{Bergwacht_descr_short}Questi guerriglieri montanari sono astute guide alpine, armate di lance, ideali per imboscate.

{Partigians}Partigians
{Partigians_descr}"[...] per natura la maggior parte di costoro [fanti francesi] è gente rozza, scarsamente provvista di virtù e di ingegno grossolano; e ciò che è peggio, come per natura o a causa del cattivo nutrimento, alcuni sono alquanto inclinati alla ribellione nei confronti dei loro signori naturali in quanto si sentono in condizioni di servitù, come si è visto numerose volte. [...] Solo pochi sono saggi e sottili e adorni di virtù. [...] Se vi son comuni ben regolati è perché i loro reggenti alcune volte sono gentiluomini o uomini di stato ben nutriti e virtuosi."\n
Philippe de Mézières\n
"[Vi è] un pericolo consistente nel dare al popolo minuto più autorità di quanta gliene competa [...] Non vi è più gran follia in un principe, oso dire, che voglia tenere la sua signoria saldamente in pugno e in pace, che quella di dar licenza al popolo minuto di armarsi."\n
Christine de Pizan\n\n
I partigiani ("partigians" in francese) sono miliziani armati dell'omonima arma ad asta. La partigiana è assimilabile a una lancia lunga, composta da un lungo manico in legno e da una cuspide in metallo, costituita da una larga lama centrale a due taglienti simmetrici e rettilinei che terminano alla base in due alette ricurve. Quest'arma, derivata dalla chiavarina (variante della tradizionale lancia da cinghiale germanica detta "saufeder"), fu molto utilizzata in combattimento in Italia e Francia durante il periodo rinascimentale. E' considerata una lancia da mischia più maneggevole e "potente" della picca, arma questa atta solamente ad impalare il nemico. Si trattò, con buona probabilità, dell'arma inastata che funse da archetipo per lo spuntone e per il brandistocco (arma questa ibrida tra la partigiana e lo spiedo da guerra). I partigiani sono protetti in maniera adeguata da cotte di maglia e possono difendersi bene sia da nemici a piedi sia dai cavalieri nemici, formando la difesa ad anello; rudi popolani poco disciplinati ma coraggiosi, essi sono avvezzi agli scontri armati e non temono affatto di finire intrappolati nelle mischie.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni svizzere, provenzali, francesi.
{Partigians_descr_short}Rudi e indisciplinati popolani, dotati di cotta di maglia e muniti di lancia lunga, in grado di formare la difesa ad anello.

{Reislaufer}Reislaufer
{Reislaufer_descr}"[Vi erano, nella battaglia di Monthléry, a fianco dei Leghisti] cinquecento svizzeri a piedi, i primi che si videro in questo regno e che aprirono la strada agli altri che vennero in seguito: infatti si comportarono molto valorosamente ovunque si ritrovarono a combattere. [...] Sono divenuti così avidi di denaro, specialmente dei pezzi d'oro ai quali non erano abituati, che ora sono sempre sul punto di litigare tra loro, e questo potrebbe portarli alla rovina."\n
Philippe de Commynes, Mémories\n\n
A causa della povertà del territorio e della mancanza di lavoro, nel XIV secolo si diffonde in Svizzera la pratica del mercenariato bellico. Gli uomini dei cantoni lasciano mogli e figli a gestire i pascoli ed emigrano in cerca del soldo o ingaggio: si misero in luce per coraggio e ferocia, che uniti all'impeto degli attacchi diedero loro la fama di grandi guerrieri. Fu nel XV e XVI secolo che il fenomeno assunse dimensioni talmente notevoli che i cantoni ne assunsero il diretto controllo, occupandosi di autorizzare l'arruolamento di queste unità miste di pastori montanari, emergenti borghesi cittadini e membri della decaduta nobiltà "spazzatura feudale" (in cui i capitani combattevano e vivevano in mezzo ai propri uomini). Sebbene le picche siano spesso considerate armi da difesa, gli Svizzeri ne hanno perfezionato l'uso offensivo, e in virtù delle moderne corazzine possono reggere l'urto delle schiere nemiche. Di fatto, i picchieri svizzeri (noti come "reislaufer") costituiranno l'élite dei mercenari europei almeno fino alla Battaglia di Pavia (1525), quando salirà in cattedra l'artiglieria leggera con gli evoluti archibugi: la diffusione sempre più capillare delle armi da fuoco renderà obsoleti i quadrati di picche.
{Reislaufer_descr_short}I mercenari più famosi dell'epoca, incredibilmente feroci e coraggiosi, armati di picche e protetti da moderne corazzine.

{Gassenhauers}Gassenhauers
{Gassenhauers_descr}Sebbene la picca sia l'arma più popolare tra gli Svizzeri, impugnare una spada fa di un uomo un vero uomo. Gli spadieri "gassenhauers" provengono dalla borghesia cittadina e hanno un addestramento superiore rispetto alle truppe regolari, inoltre possono permettersi una corazza di piastre. Pur essendo ben protetti dalle placche metalliche sul busto, mantengono liberi gli arti per essere al contempo rapidi nei movimenti: in questo modo, mulinando lo spadone a due mani, possono infiltrarsi nella selva di picche nemiche, infrangendone le aste lignee e aprendosi così la via verso la formazione serrata dei picchieri, che devasteranno. Il loro nome deriva proprio da questa abilità ("gasse" è un sentiero stretto tra alte pareti, intese come le picche nemiche).
{Gassenhauers_descr_short}Svizzeri equipaggiati con spadone frangipicche, protetti da una corazza di piastre leggera.

{Kuh_Schweizer}Kuh-Schweizer
{Kuh_Schweizer_descr}"[Gli Svizzeri] Sono uomini feroci e rudi e colgono il minimo pretesto per attaccar briga con tutti i loro vicini; comprendendo la pianura e la montagna si contano quaranta o cinquantamila uomini atti alle armi."\n
Gilles le Bouvier, l'Héraut Berry, Livre de la description des pays\n\n
Dal XIV secolo il termine "svizzero" (da "schweizer", montanari del Cantone di Schwyz) era usato dai cronisti svevi per indicare tutti i confederati elvetici. Per molti di loro, soprattutto nei centri urbani, ciò apparve inizialmente come un insulto (e sicuramente questo era l'intento), perché faceva un unico fascio dei ricchi borghesi di Berna e dei rozzi pastori montanari. Spesso gli Svevi calcavano la mano, usando la locuzione "Kuh-Schweizer", ovvero "vaccari di Schwyz". Paradossalmente, con le guerre borgognone e la guerra sveva, questo epiteto si diffuse in tutta Europa, divenendo popolare persino all'interno della confederazione stessa. Così, già alla fine del XV secolo, tutti i montanari confederati si indicavano genericamente come "Svizzeri". I Kuh-Schweizer sono armati della tipica lama a doppio taglio in dotazione ai mercenari elvetici dal XV secolo, ovvero la spada corta svizzera ("schweizerdegen"), oppure della sua versione ridotta, la daga svizzera ("schweizerdagger"). Il combattimento con questo tipo di arma richiede un incontro molto ravvicinato col nemico, quindi è necessario disporre di uno scudo rotondo per proteggersi dagli attacchi del nemico. I Kuh-Schweizer, combattenti rudi e irascibili, si buttano con entusiasmo nella mischia e possono formare un muro di scudi per proteggere i tiratori.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni svizzere
{Kuh_Schweizer_descr_short}Fanti leggeri svizzeri, armati di spada corta e scudo, in grado di formare un muro di scudi.

{Hellebardentrager}Hellebardentrager
{Hellebardentrager_descr}"A questo proposito mi fu detto da alcuni nobiluomini che erano stati a questa giornata [battaglia di St. Jakob an der Birs, 1444] e che avevano partecipato alle guerre di Francia numerose volte e a scontri tanto contro gli Inglesi che contro altri, che al loro tempo non avevano trovato gente che si difendesse tanto bene né così animosa nel rischiare la vita [quanto gli Svizzeri]."\n
Mathieu d'Escouchy, Chronique\n\n
L'arma prediletta degli Svizzeri, come si sa, è la picca, ma subito dopo viene l'alabarda, l'arma inastata per antonomasia, a punta, tagliente da entrambi i lati. L'alabarda (il cui nome di origine germanica si compone delle parole: "halm" asta, e "bart" ascia) si compone di una lama di scure sormontata da una cuspide o da una lama di picca e sviluppante, posteriormente, in un uncino o in una seconda cuspide. Fu proprio grazie ai successi militari dei mercenari svizzeri, a partire dal XIV secolo, che l'alabarda si diffuse massicciamente in Europa, restando in auge fino all'inizio del XVII secolo. La sua funzione deve soddisfare due requisiti: impegnare efficacemente il cavaliere corazzato (trascinandolo giù di sella e abbattendolo), e difendere la linea dei picchieri dalle lame delle picche nemiche, deviandole o tranciandone le aste lignee. Per questo i feroci alabardieri svizzeri (detti "hellebardentrager") sono solitamente protetti da ottime cotte di maglia.
{Hellebardentrager_descr_short}Unità svizzere dotate di cotte di maglia e armate di alabarde, con cui perforare le corazze dei cavalieri o spezzare le picche nemiche.

{Wachtposten}Wachtposten
{Wachtposten_descr}Le guardie personali dei più celebri generali svizzeri, note come "wachtposten", sono costituite dai più valorosi e coraggiosi guerrieri elvetici, selezionati tra la nobiltà dei cantoni della Confederazione. Sfoggiano evolute corazze di piastre, che li proteggono dalla testa ai piedi, e impugnano lunghe alabarde decorate, che fanno di loro un nemico ostico per ogni tipo di schieramento, dalla fanteria alla cavalleria. In particolare, risultano letali in combinazione con i picchieri pesanti svizzeri ("reislaufer"), che proteggono dalle lame delle picche nemiche, deviandole o tranciandone le aste lignee.
{Wachtposten_descr_short}Costoro sono la guardia personale dei generali elvetici, dotati di alabarde e delle migliori corazze di piastre.

{Sabel_Kavallerie}Säbel kavallerie
{Sabel_Kavallerie_descr}Protetti da armature di cuoio rinforzato e scudi rotondi, questi guerrieri svizzeri montano a cavallo armati di sciabola; pur fieri e coraggiosi, ancora non eguagliano in abilità i guerrieri appartenenti a culture più avvezze al combattimento a cavallo. Specializzati nelle incursioni e nelle ritirate improvvise, le unità della "säbel kavallerie" sono truppe rapidissime e molto agili, rivelandosi perfette per imboscate e tattiche di schermaglia e supporto alla cavalleria pesante. La spada che impugnano è una sciabola svizzera ("schweizersäbel"), nota all'epoca come beccaccia ("schnepf" o "schnäpf") probabilmente a causa della curvatura della lama, che ricorda il collo del volatile; presenta una lama a un solo lato tagliente con una leggera curvatura. Si tratta del primo esemplare di sciabola giunto in Europa all'inizio del XVI secolo.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni svizzere
{Sabel_Kavallerie_descr_short}Cavalleggeri armati di sciabole svizzere e protetti da corpetti di cuoio rinforzato.

{Cranequiniers}Cranéquiniers
{Cranequiniers_descr}"[Costoro sono] balestrieri, dotati di una brigantina o di una cotta e montati su un cavallo da almeno 10 scudi."\n
Norma del regolamento militare di Carlo il Temerario\n\n
La diffusione dei balestrieri a cavallo sui campi di battaglia, iniziata già sul finire del XIII secolo, raggiunge l'apice verso la metà del XV secolo, trovando poi codificazione su diversi statuti di ordinanze francesi e borgognone (col nome di "cranéquiniers", termine derivante dal meccanismo "cranéquin" delle loro balestre), infine declina verso la fine dello stesso secolo, venendo gradualmente rimpiazzati dagli artiglieri a cavallo (pistolieri e archibugieri). Questi cavalleggeri francofoni utilizzano balestre più piccole rispetto a quelle della fanteria e sfruttano la propria mobilità per cavarsi d'impaccio nel momento della ricarica, visto che il rateo di tiro non è maggiore di quello degli altri balestrieri. Indossano cotte di maglia e non portano scudi; se proprio sono costretti alla mischia, sfoderano le spade in dotazione al loro armamento.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni francesi, svizzere
{Cranéquiniers_descr_short}Cavalleggeri francofoni che utilizzano piccole balestre e sfruttano la propria mobilità per cavarsi d'impaccio nel momento della ricarica.

{Montiert_Hellbarde}Montiert hellbarte
{Montiert_Hellbarde_descr}La Svizzera è rinomata per i suoi fanti, non certo per i suoi cavalieri. I cantoni della Confederazione non dispongono di una vera cavalleria pesante e spesso ricorrono ai mercenari tedeschi o francesi, oppure si affidano ai più potenti feudatari svizzeri, che a stento riescono a raccogliere ed inviare un contingente di cavalieri: a causa degli elevati costi dell'equipaggiamento (che prevede elmo, corazza di piastre e bardaggio per proteggere il cavallo), non di rado i ranghi dei pochi cavalieri svizzeri vengono ingrossati dalla presenza di scudieri e di "equites" di origine popolana. Non sorprende, quindi, che tali cavalieri di fortuna preferiscano usare un'alabarda (adattata allo scopo) piuttosto che la classica lancia da torneo della vera cavalleria feudale, contro la quale in ogni caso difficilmente reggerebbero l'impatto. Queste volenterose "montiert hellbarde" (ossia "alabarde montate") non sono molto esperte e disciplinate, ma possono comunque sfoggiare buone corazze e mostrarsi all'altezza contro la fanteria e la cavalleria leggera.
{Montiert_Hellbarde_descr_short}Cavalieri svizzeri, protetti da corazze e armati di alabarde, volenterosi ma non molto esperti e disciplinati.

{Sabel_Arciers}Sabel Arciers
{Sabel_Arciers_descr}Gli Svizzeri sono noti per la loro diffidenza verso le armi da fuoco, tant'è vero che furono gli ultimi ad abbandonare il tradizionale uso dell'arco, che perdurò con successo tra le classi popolari e contadine fino al XVI secolo. Gli arcieri svizzeri sono a ragione considerati tra i migliori, e uniscono alla spiccata abilità di tiro (favorita dalla costante pratica della caccia sulle montagne) una profonda conoscenza del territorio: per questo sanno nascondersi ovunque per tendere imboscate micidiali. Sono dotati di un arco semplice e di protezioni leggere in cuoio. La spada che impugnano è una sciabola svizzera ("schweizersäbel"), nota all'epoca come beccaccia ("schnepf" o "schnäpf") probabilmente a causa della curvatura della lama, che ricorda il collo del volatile; presenta una lama a un solo lato tagliente con una leggera curvatura. Si tratta del primo esemplare di sciabola giunto in Europa all'inizio del XVI secolo.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni svizzere
{Sabel_Arciers_descr_short}Protetti da protezioni leggere in cuoio e dotati di sciabola, questi arcieri svizzeri sanno nascondersi ovunque per tendere imboscate micidiali.

{Arbalestriers_Valais}Arbalestriers du Valais
{Arbalestriers_Valais_descr}"Costoro [...] non temevano gli uomini a cavallo poiché di solito tre Svizzeri stavano insieme, un picchiere, uno schioppettiere e un balestriere, ed erano così esperti nel mestiere che, alla bisogna, si aiutavano gli uni con gli altri."\n
Olivier de la Marche, Mémoires\n\n
A supporto dei superbi picchieri svizzeri, un ruolo comunque rilevante viene recitato dai tiratori: essi hanno il compito di impedire ai fanti frangipicche nemici (alabardieri, spadieri, bipenniferi) di avviginarsi e spezzare le picche dello schieramento svizzero. A tal fine si possono impiegare gli artiglieri leggeri, ma gli Svizzeri sono piuttosto diffidenti nei confronti delle nuove armi da fuoco, perciò preferiscono affidarsi ai collaudati balestrieri, in gran parte provenienti dal cantone meridionale di Valais o Wallis (Vallese). Costoro uniscono la tradizionale abilità italica del tiro con la balestra con la disciplina e la ferocia tipiche dei confederati. Per poter dare il meglio anche in mischia, i balestrieri svizzeri vestono cotte di maglia e sono armati della tipica lama a doppio taglio in dotazione ai mercenari elvetici dal XV secolo, ovvero la spada corta svizzera ("schweizerdegen"), oppure della sua versione ridotta, la daga svizzera ("schweizerdagger").
{Arbalestriers_Valais_descr_short}Balestrieri del Canton Vallese, efficienti e disciplinati, dotati di cotte di maglia e spada corta per la mischia.

{Gens_de_Trait}Gens de trait
{Gens_de_Trait_descr}"La città di Saint-Valery in Francia aveva nel 1379 un capitano e nove scudieri di guarnigione; alla guardia del castello, del palazzo e del ponte di Rouen bastavano nel 1454 quindici uomini d'arme e trenta [uomini] de trait [tiratori]."\n
Luigi Cibrario, Della economia politica del Medioevo\n\n
Con il termine "gens de trait" si indicano genericamente i tiratori provenienti dalle regioni francofone del Delfinato, della Provenza, della Savoia-Piemonte e della Svizzera. Fino alla seconda metà del XV secolo essi sono in gran parte arcieri e balestrieri, ma verso la fine del secolo si fa sempre maggiore il numero di artiglieri, dotati di rudimentali scopetti o spingarde. Selezionati tra i facoltosi membri della borghesia cittadina, costoro formano una guardia stabile e riescono a permettersi un'armatura di piastre: per questo eccellono anche nella mischia, dove sfoderano le spade.
{Gens_de_Trait_descr_short}Artiglieri francofoni armati di scopetto, spada e dotati di armature di piastre.
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