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Medieval 2 Total War
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Ultimo Aggiornamento: 14/05/2012 14:12
14/05/2012 14:09
 
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Principe

PRINCIPATO DI TRENTO
--------------------

Milizia cittadina:
1- NO - village (villaggio)
2- Bergwacht (lancia corta) AOR town (borgo)
3- Bürgerliche (lancia lunga) AOR large_town (cittadina)
4- Fussnecht \ Dithmarscher (picca) PEN city (città)
5- NO - large_city (metropoli)
richiede gilda:
6- NO - huge_city (megalopoli)

Fanteria feudale:
1- NO - village (forte)
2- Burgmannen (spada) AOR town (roccaforte)
3- Bergknappen (piccone) AOR large_town (castello)
4- Dienstmannen (ascia) PEN city (fortezza)
5- NO - large_city (cittadella)

Cavalleria:
1- NO - village (villaggio o forte)
2- Gutsherr (spada) AOR town (borgo o roccaforte)
3- Freiherren (balestra) AOR large_town (cittadina o castello)
4- Reichsritter (lancia) PEN city (fortezza)
5- NO - large_city (cittadella)
5- NO - large_city (cittadella)
5- NO - large_city (cittadella)

Tiratori:
1- NO - village (villaggio o forte)
2- Tirolerschützen (arco) AOR town (borgo o roccaforte)
3- Tirolerlandsturm (giavellotto) AOR large_town (cittadina o castello)
4- Hakebüchsen (pistola) PEN city (città)
5- NO - large_city (metropoli)

Marinai:
1- NO - large_city (metropoli)
2- NO - huge_city (megalopoli)

{Bergwacht}Bergwacht
{Bergwacht_descr}I "bergwacht" sono guerriglieri montanari, la milizia alpina per eccellenza. Essi rappresentano, prima ancora che spietati combattenti, ottime guide alpine e conoscono alla perfezione il loro territorio, il che garantisce loro un vantaggio notevole sul nemico: possono nascondersi ovunque con grande abilità, tendendo agguati fulminei e mortali. Armati di lance, sono perfetti per le imboscate ma soccomberebbero presto in una mischia prolungata, poichè non portano scudi e indossano solo un elmetto e protezioni leggere di cuoio.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni svizzere, trentino-tirolesi, austriache, friulane
{Bergwacht_descr_short}Questi guerriglieri montanari sono astute guide alpine, armate di lance, ideali per imboscate.

{Burgerliche}Bürgerliche
{Burgerliche_descr}"La fanteria tedesca è molto buona ed è allenata a combattere a terra anche contro la cavalleria."\n
Cronache francesi del XIII secolo\n\n
Questa milizia dei borghi, variamente definita "Bürgerliche" (lance dei borghi), "Spießbürger" (lanceri dei borghi), Spießträger (portatori di lance) o semplicemente "Buergers" (borghesi), è costituita in gran parte da popolani di origine tedesca, con minoranze italiche e slave. Si addestrano nei giorni festivi secondo le ordinanze cittadine, raggiungendo un grado di preparazione superiore rispetto alle coscrizioni rurali; inoltre sono dotati di cotte di maglia e possono reggere molto bene in mischie prolungate. La loro arma prediletta è la lancia lunga, che sanno sfruttare a dovere formando delle formazioni difensive ad anello.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni trentino-tirolesi, austriache, friulane
{Burgerliche_descr_short}Soldati tedeschi dei borghi, equipaggiati con cotta e lancia lunga, in grado di disporsi ad anello difensivo.

{Fussnecht}Fussnecht
{Fussnecht_descr}"Jean Marechal potè annunciare che alla dieta imperiale era stato deciso si occupassero gli Elettori di allestire un esercito di dodicimila lancie per attaccare gli Ussiti di Boemia; così Sigismondo avrebbe potuto liberamente pensare al viaggio d'Italia. Le milizie di scorta gli sarebbero state fornite dalle leghe svizzere, dai duchi di Milano e di Savoia; inoltre egli avrebbe condotto seco la società di San Giorgio."\n
Archivio Lombardo, XV secolo\n\n
I "fussnecht" tedeschi sono fanti di origine non nobiliare, riuniti in formazioni che comprendono in buona parte membri benestanti della borghesia cittadina, in grado di permettersi costose corazze di piastre e addestrati all'uso della picca. Il picchiere è un punto fermo delle guerre tardomedievali. Questi alemanni, dotati di buone protezioni e ragionevole addestramento, sono in grado di tenere egregiamente una posizione difensiva. La corazza li protegge dai tiratori, rendendoli praticamente invulnerabili; la loro marcia può essere bloccata solo mediante la carica di una cavalleria d'elite, ma anche questo espediente potrebbe risultare inutile... La sola speranza per i nemici è disporre di una schiera di picche altrettanto temeraria.
{Fussnecht_descr_short}Picchieri alemanni, dotati di corazze, in grado di contrastare con successo quasi ogni tipo di cavalleria.

{Burgmannen}Burgmannen
{Burgmannen_descr}"I castelli rappresentano una parte importante del dispositivo militare [del Sacro Romano Impero]: affidate alla custodia dei burgmannen, le fortezze difendono le frontiere contro Danesi, Slavi e Ungari".\n
Cronaca tedesca del XIII secolo\n\n
Costoro rappresentano la tipica "guardia del castello" alemanna. Si tratta di una coscrizione del contado dotata di un addestramento superiore alla comune masnada contadina ("bauern"), ma comunque non molto esperta; meglio limitarsi ad usarla per presidiare le roccaforti. Questi "burgmannen" sono usualmente dotati di semplici armature in cuoio rinforzato e combattono con spada e scudo rotondo; all'occorrenza possono stringersi in formazione serrata, formando un muro di scudi.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni trentino-tirolesi, austriache
{Burgmannen_descr_short}Guardia alemanna dei castelli, dotati di spade e armature di cuoio, in grado di creare un muro di scudi.

{Bergknappen}Bergknappen
{Bergknappen_descr}"Nel Tirolo e conservata una bandiera originale dei tempi di Massimiliano, che in base alla decorazione araldica si può far risalire agli anni tra il1490 e 1508. Si tratta presumibilmente della bandiera dei minatori di Schwaz richiamati alle armi."\n
Manoscritto tirolese\n\n
Tra le leve feudali del Tirolo spiccano questi rudi minatori ("bergknappen") montanari, robusti e agguerriti. Sono dotati di elmetto, cotta e picco d'armi, un'arma bianca simile al martello d'armi, idonea a perforare le corazze, derivata dal piccone. Questi picconieri, in tempo di guerra, rispondono alla chiamata del signorotto locale, organizzandosi in temibili bande armate per la difesa dl territorio; in tempo di pace, sono impiegati nelle miniere d'argento e di rame tirolesi, prima tra tutte la cava di Schwaz, che da impiego a oltre diecimila bravi minatori. Il loro lavoro fece di Schwaz, nel XV secolo, la capitale dell'argento, il luogo in cui il prezioso metallo si estraeva e si vendeva ai mercanti di tutta Europa, mentre le pregiate monete d'argento dell'Imperatore Sigismondo I venivano coniate prima a Merano e poi a Hall. All'inizio del XVI secolo Schwaz diverrà la seconda località austriaca più popolosa dopo Vienna.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni trentino-tirolesi, austriache
{Bergknappen_descr_short}Leva feudale tirolese, composta da minatori armati di picco d'arme e protetti da elmetto e cotta.

{Dienstmannen}Dienstmannen
{Dienstmannen_descr}"Per non esser prese alla sprovvista le autorità ricorrevano volentieri all'ingaggio di pensionati che, in tempo di pace, percepivano una piccola somma oppure erano a mezza-paga. [...] Tali erano i Diener von Haus che, nella Baviera del XV secolo, percepivano 10, 15, 20, 25 fiorini per anno e per cavallo a titolo di Dienstgeld o Rutsgeld."\n
W. Beck\n\n
I "dienstmannen" tedeschi sono soldati che, anche in tempo di pace, percepiscono una pensione o mezza paga, rappresentando di fatto un primo passo verso la costituzione degli eserciti professionali, che saranno introdotti con la riforma dell'Imperatore Massimiliano I nella seconda metà del XV secolo. Costoro sono in gran parte sergenti e scudieri al seguito dei cavalieri, in pratica la "nobiltà servile" dei ministeriali: piccoli feudatari, che col tempo potevano ambire a "liberarsi" dalla condizione vassallatica con la cerimonia formale della "manumissio", divenendo così veri nobili. Sebbene non possano permettersi un cavallo (o preferiscano combattere appiedati), questi valvassori e valvassini alemanni si equipaggiano al meglio, sfoggiando elmo, corazza d piastre e temibile ascia a due mani, in grado di penetrare anche le più moderne armature.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni trentino-tirolesi, austriache
{Dienstmannen_descr_short}Ministeriali tedeschi dotati di elmo, corazza di piastre e ascia a due mani.

{Gutsherr}Gutsherr
{Gutsherr_descr}Questa unità di cavalleggeri, originaria del Tirolo e avvezza alle sortite e alle schermaglie, viene facilmente sopraffatta in un lungo corpo a corpo col nemico sbagliato. Equipaggiate con armature leggere in cuoio e lance, queste agili truppe sono utili per attaccare il nemico ai fianchi e per dare la caccia ai ribelli montanari. Nel corpo a corpo sfoggiano terribili mazze.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni trentino-tirolesi
{Gutsherr_descr_short}Cavalleggeri tirolesi avvezzi alle sortite e alle schermaglie, dotati di lance, scudi, mazze e armature in cuoio.

{Freiherren}Freiherren
{Freiherren_descr}Questi baronetti tedeschi detti "freiherren" rappresentano una classe aristocratica tedesca sorta nel XIV secolo, in seguito alla fusione degli esponenti decaduti degli "edelfrei" ("nobili liberi", ossia cavalieri feudali di alto rango, non tenuti al pagamento del vassallaggio all'Impero) con i membri più ricchi dei "dienstmannen" (o ministeriali, cavalieri di rango inferiore). Di fatto i freiherren sono i vassalli dei cavalieri imperiali ("reichsritter"), anche se non sono tenuti ad alcun pagamento feudale. In battaglia accompagnano i cavalieri imperiali formando unità di supporto, generalmente balestrieri a cavallo, dotati di elmetti e cotte di maglia.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni trentine, austriache
{Freiherren_descr_short}Nobili minori tedeschi, balestrieri a cavallo, dotati di elmetto e cotta di maglia.

{Reichsritter}Reichsritter
{Reichsritter_descr}"L'ornamento dell'Impero e la nostra potenza risiedono nella moltitudine di cavalieri."\n
Federico II Hohenstauffen\n\n
I reichsritter ("cavalieri dell'Impero") sono i membri delle organizzazioni di nobili cavalieri del Sacro Romano Impero, istituite nel corso del XV secolo; essendo unicamente soggetti alla giurisdizione dell'Imperatore, queste corporazioni godevano localmente di grandi poteri. Veri cavalieri in armatura scintillante, costoro si ispirano ai nobili ideali medioevali di cavalleria e onore. In realtà sono guerrieri molto efficaci nella loro brutalità, addestrati grazie alla partecipazione a giostre e tornei. Sul campo, le piastre d'acciaio di cui sono ricoperti li rendono duri a morire. Terminata la carica, entrano in corpo a corpo con pesanti mazze in grado di stordire la vittima, laddove un colpo di spada rimbalzerebbe contro l'armatura.
{Reichsritter_descr_short}Queste macchine da guerra armate di mazza indossano armature di piastre e sono muniti di lance che sfruttano egregiamente durante le loro letali cariche.

{Tirolerschutzen}Tirolerschützen
{Tirolerschutzen_descr}"L'Imperatore [Massimiliano I d'Asburgo] promette per sè e per i suoi successori di non cominciare nessuna guerra senza il consenso delle parti [i quattro stati della dieta tirolese], e che gli impegni militari di queste riguardino solo la difesa del territorio del Tirolo, mai fuori di esso, e per un mese solamente."\n
Massimiliano I d'Asburgo, Libello dell'Undici\n\n
Questi "schützen" ("scizzeri" o cacciatori) tirolesi, continuamente allenati dalla caccia e dalle molte competizioni organizzate in queste terre, forniscono al proprio signore una valida unità di arcieri montanari. Oltre ad essere piuttosto abili nel tiro, essi possono nascondersi con facilità nel territorio e si rivelano micidiali nelle imboscate, dando prova di coraggio anche nel corpo a corpo con le loro asce; tuttavia non portano elmi e indossano solo giubbe rosse leggere, per cui sarebbe saggio non lanciarli nelle mischie. Gli scizzeri costituiscono reggimenti alpini di difesa territoriale, in buona parte fatti di volontari, nell'ambito di una struttura difensiva nota come "Landesverteidigung Tirols" (difesa territoriale tirolese), particolarmente legata al territorio ed alla popolazione locale. La sua origine risale ad un privilegio concesso dall’imperatore Massimiliano I ai principati di Trento e Bressanone, attraverso la convenzione del "Landlibell" o "Libello dell'Undici" del 1511. I Tirolesi ottennero la libertà di difesa e l'esenzione dall'obbligo dell'intervento militare al di fuori del territorio del Tirolo; per contro, invece, avevano l'obbligo di impegnarsi per difenderla in qualsiasi momento, attraverso una chiamata di leva volontaria, che era suddivisa su 5 livelli (poi ridotti a tre): venivano chiamati progressivamente 5.000, 10.000, 15.000, 20.000 uomini, fino all'ultima leva o milizia territoriale ("Landsturm"), dove chiunque era chiamato attraverso il suono delle campane o i fuochi di segnalazione. Armamenti ed equipaggiamento erano messi a disposizione dal "Zeughaus" (vecchio arsenale) di Innsbruck; per ogni fante la Dieta del Tirolo si accollava la spesa di 4 fiorini al mese e si assicurava che i giovani combattenti prendessero dimestichezza con le armi da tiro, mediante periodiche esercitazioni domenicali.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni trentino-tirolesi
{Tirolerschutzen_descr_short}Arcieri alpini per la difesa territoriale, privi di protezioni ma abili nelle imboscate e feroci nel corpo a corpo con le asce.

{Tirolerlandsturm}Tirolerlandsturm
{Tirolerlandsturm_descr}"L'Imperatore [Massimiliano I d'Asburgo] promette per sè e per i suoi successori di non cominciare nessuna guerra senza il consenso delle parti [i quattro stati della dieta tirolese], e che gli impegni militari di queste riguardino solo la difesa del territorio del Tirolo, mai fuori di esso, e per un mese solamente."\n
Massimiliano I d'Asburgo, Libello dell'Undici\n\n
Questi "landsturm" ("landsturi" o miliziani) tirolesi, continuamente allenati dalla caccia e dalle molte competizioni organizzate in queste terre, forniscono al proprio signore una valida unità di giavellottisti montanari. Oltre ad essere piuttosto abili nel tiro, essi possono nascondersi con facilità nel territorio e si rivelano micidiali nelle imboscate, dando prova di coraggio anche nel corpo a corpo con le loro asce; inoltre portano elmi e indossano giubbe rosse sopra cotte o brigantine, per cui sanno difendersi bene anche in mischie prolungate. I landsturi costituiscono reggimenti alpini di difesa territoriale, in buona parte fatti di volontari, nell'ambito di una struttura difensiva nota come "Landesverteidigung Tirols" (difesa territoriale tirolese), particolarmente legata al territorio ed alla popolazione locale. La sua origine risale ad un privilegio concesso dall’imperatore Massimiliano I ai principati di Trento e Bressanone, attraverso la convenzione del "Landlibell" o "Libello dell'Undici" del 1511. I Tirolesi ottennero la libertà di difesa e l'esenzione dall'obbligo dell'intervento militare al di fuori del territorio del Tirolo; per contro, invece, avevano l'obbligo di impegnarsi per difenderla in qualsiasi momento, attraverso una chiamata di leva volontaria, che era suddivisa su 5 livelli (poi ridotti a tre): venivano chiamati progressivamente 5.000, 10.000, 15.000, 20.000 uomini, fino all'ultima leva o milizia territoriale ("Landsturm"), dove chiunque era chiamato attraverso il suono delle campane o i fuochi di segnalazione. Armamenti ed equipaggiamento erano messi a disposizione dal "Zeughaus" (vecchio arsenale) di Innsbruck; per ogni fante la Dieta del Tirolo si accollava la spesa di 4 fiorini al mese e si assicurava che i giovani combattenti prendessero dimestichezza con le armi da tiro, mediante periodiche esercitazioni domenicali.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni trentino-tirolesi
{Tirolerlandsturm_descr_short}Giavellottisti montanari, dotati di elmetto e cotte o brigantine, tanto precisi nel tiro quanto feroci nel corpo a corpo con le asce.

{Hakebuchsen}Hakebüchsen
{Hakebuchsen_descr}"I due magazzini di artiglieria a Innsbruck contengono un totale di 280 pezzi d'artiglieria, 18000 archibugi, 22.000 colubrine a mano."\n
Arnold van Harff\n\n
Gli "hakenbuchse" sono tiratori tedeschi eccellenti, dotati del moderno archibugio, arma da fuoco che sta rapidamente scalzando dalla scena gli scopetti e le spingarde. Oltre ad essere temibile dalla distanza, questa leva cittadina scelta sa farsi valere anche nelle mischie furibonde, poichè possono permettersi delle corazze di piastre e l'elmo austriaco "eisenhut" (cappello di ferro), tipico delle classi popolari. Per il corpo a corpo sono provvisti di spade.
{Hakebuchsen_descr_short}Questi ottimi tiratori tedeschi sono muniti di archibugio, di una corazza di piastre e di spade per la mischia.



MARCHESATO DI MANTOVA
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Milizia cittadina:
1- NO - village (villaggio)
2- Guardaroli (lancia corta) AOR town (borgo)
3- Lanzelonghe (lancia lunga) AOR large_town (cittadina)
4- Piquieri (picca) PEN city (città)
5- NO - large_city (metropoli)
richiede gilda:
6- NO - huge_city (megalopoli)

Fanteria feudale:
1- NO - village (forte)
2- Scherani (spada) AOR town (roccaforte)
3- Alemanni (alabarda) AOR large_town (castello)
4- Guardia del Marchese (arcieri) PEN city (fortezza)
5- NO - large_city (cittadella)

Cavalleria:
1- NO - village (villaggio o forte)
2- Berrovieri (mazza) AOR town (borgo o roccaforte)
3- Balistari Equites (balestra) AOR large_town (cittadina o castello)
4- Barbute (lancia) PEN city (fortezza)
5- NO - large_city (cittadella)
5- NO - large_city (cittadella)
5- NO - large_city (cittadella)

Tiratori:
1- NO - village (villaggio o forte)
2- Arcieri Mantuani (arco) AOR town (borgo o roccaforte)
3- Balistari Veneti (balestra) AOR large_town (cittadina o castello)
4- Schiopettieri (pistola) PEN city (città)
5- NO - large_city (metropoli)

Marinai:
1- NO - large_city (metropoli)
2- NO - huge_city (megalopoli)

{Guardaroli}Guardaroli
{Guardaroli_descr}Nella seconda metà del XV secolo alcuni borghi lombardi reclutano forze indigene per espletare funzioni di pattuglia; questi uomini sono detti volgarmente "guardaroli". Le città della Lombardia e della "Terra Firma" veneziana, in effetti, sceglievano le guardie delle porte tra i loro stessi cittadini e organizzavano le milizie per integrare le truppe di guarnigione professioniste. In tempo di pace, queste guarnigioni erano loro stesse responsabili della sorveglianza di porte, piazze, depositi di viveri e munizioni, pattugliavano le mura, le strade e i terrapieni aldilà del muro, e presidiavano la cittadella. Dotati di elmetto metallico, giaco protettivo e lancia corta, i guardaroli rappresentano un'unità di presidio a basso costo, ma poco incline allo scontro aperto.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni lombarde, mantovane, venete
{Guardaroli_descr_short}Dotati di giaco protettivo e lancia corta, i guardaroli rappresentano un'unità di presidio a basso costo, ma poco incline allo scontro aperto.

{Lanzelonghe}Lanzelonghe
{Lanzelonghe_descr}"Pedites cum lanceis longis, che poscia furono nominati picchieri."\n
Lodovico Antonio Muratori\n\n
Già dal XIII secolo la lancia delle milizie italiche divenne più lunga, tanto da esser definita "longa lancea" per differirla dalle precedenti in uso. La posizione del fante appariva ovviamente la più rischiosa, dovendo con scudo e corpo resistere all’urto nemico; perdipiù la fuga gli era preclusa, combattendo appiedato. Questi miliziani cittadini sono stati addestrati nell'uso della lancia lunga e, a differenza delle milizie inferiori, sanno difendersi bene da una carica di cavalleggeri, ma soccomberebbero di fronte alla cavalleria pesante. Combattono utilizzando la tecnica della difesa ad anello e sono protetti da cotta di maglia e dal caratteristico scudo allungato (ovale o a mandorla).\n\nUNITA' AOR: reclutabile nelle regioni italiche
{Lanzelonghe_descr_short}Miliziani italici dotati di lancia lunga e cotte di maglia, sono ben addestrati e possono formare una difesa ad anello.

{Piquieri}Piquieri
{Piquieri_descr}"Pedites cum lanceis longis, che poscia furono nominati picchieri."\n
Lodovico Antonio Muratori\n\n
Sebbene la "lanzalonga" (lancia lunga fino a 3-4 metri) sia in uso nelle milizie italiche fin dal XIII secolo, è solo dalla fine del '400 che i picchieri diventano un punto fermo delle guerre rinascimentali. Prendendo a modello i celebri mercenari svizzeri, questi italici usano picche (lunghe fino a 5-6 metri) anzichè lanzelonghe, e si muovono in formazioni molto più dinamiche che in passato, attribuendo alle schiere di picchieri un ruolo più attivo e offensivo. Tutto ciò richiede molta più organizzazione e addestramento dei semplici lancieri; se a questo si aggiungono i costi dell'equipaggiamento (i picchieri sfoggiano leggere e moderne corazze a piastre d'acciaio) si intuisce che reclutare un'unità di questo tipo è tutt'altro che economico.
{Piquieri_descr_short}Picchieri italici, dotati di leggere e moderne corazze d'acciaio, in grado di contrastare con successo quasi ogni tipo di cavalleria.

{Doppisoldi}Doppisoldi
{Doppisoldi_descr}"Il spadone al modo eh 'oggi s'usa con quattro palmi di manico e piu et con quella croce grande non e stato ritrovato affine di adoprarlo da solo a solo a ugual partito come l'altre arme delle quali habbiamo trattato, ma per poter con esso solo a guisa d'un galeone fra molte galere resistere a molte spade o altre arme"\n
Giacomo Di Grassi, Del Spadone\n\n
Fin dalla metà del XIII secolo le cronache e gli atti notarili friulani riportano le attività di vari maestri schermidori a Cividale (Goffredo, Arnoldo, Bitinellus, Domenico, Franceschino), ma è solo con l'attività di Fiore dei Liberi, "magistro di scrima" (ovvero maestro di scherma) a cavallo dei secoli XIV e XV, che la scuola di scherma italica trova forma nei suoi manoscritti e raggiunge l'apice della notorietà, sopravanzando persino la scuola tradizionale tedesca. Partendo dal Friuli, Fiore dei Liberi contribuì alla diffusione della "scrima" in Veneto, Lombardia ed Emilia, frequentando le corti nobiliari di Mantova, Padova, Pavia, Ferrara. Dopo la sua morte, il numero di maestri suoi seguaci (tra i più celebri Niccolo III d'Este, Pietro del Verde, Galeazzo delli Capitani, Lancillotto di Beccaria, Giovanni de Baio e Anzo de Castelbarco) crebbe al punto che, nella seconda metà del XV secolo, la presenza sul campo di battaglia di piccole schiere di fanti armati di spadone a due mani non è più un'anomalia. Costoro, vestiti con i tipici completi a sbuffo che nascondono le corazzine, sono definiti "doppisoldi" per la doppia paga che esigono in virtù del rischioso compito che essi stessi assumono: affrontano le schiere di picche nemiche mulinando lo spadone, tentando di aprirsi una via per la formazione serrata dei picchieri per poi scompaginarla.
{Doppisoldi_descr_short}Fanteria cittadina d'élite, armata di spadoni a due mani d'acciaio, guidano la prima fatale carica utilizzata per infrangere le linee dei picchieri.

{Scherani}Scherani
{Scherani_descr}"Presenti in quasi tutti gli eserciti dell'Italia settentrionale fin dal XIII secolo, gli "scherani" appartengono alle classi sociali più umili, essendo in gran parte poveri contadini e allevatori, vagabondi e banditi. La loro permanenza a fianco degli eserciti è motivata dal guadagno accumulato nella razzia."\n
Archivio Lombardo\n\n
Fanti rapidissimi, gli scherani (detti anche scherri o sgherri) formano una marmaglia affamata al soldo dei signorotti locali. Il loro impiego predatorio nel territorio nemico costituisce non solo metodo di approvvigionamento per l’attaccante, ma pure una valida arma psicologica nei confronti dell’attaccato: non inquadrati nei ranghi dei combattenti, essi di solito precedevano di stretta misura l’avanzare dell’esercito, tagliando le messi e devastando il territorio, infliggendo seri danni alle proprietà nemiche. Dotati di protezioni leggere e mazze o asce, la loro mancanza di disciplina e l'eccessivo impeto predatorio può causare seri problemi al loro comandante. Possono comunque organizzarsi in formazione compatta e formare un solido muro di scudi.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni mantovane, emiliano-romagnole
{Scherani_descr_short}Predatori agili e veloci, agguerriti ma poco disciplinati, usano terribili mazze e possono formare un muro di scudi.

{Alemanni}Alemanni
{Alemanni_descr}"[Il marchese di Mantova] tiene 60 tedeschi con 6 fiorini di stipendio al mese, la stanza e li vestimenti, e quelli che sono di guardia si fanno le spese."\n
Francesco Morosini, rapporto al Senato Veneziano, 1608\n\n
Nelle regioni lombarde si è sviluppata una folta comunità germanica, composta perlopiù da mercanti e soldati mercenari provenienti dai cantoni svizzeri di lingua tedesca, dalle regioni montane del Tirolo e dall'Austria asburgica. Gli "Alemanni", come vengono chamati dalla gente italica, sono validi guerrieri avvezzi al mestiere delle armi. Vengono ben pagati dal marchese ed equipaggiati con le migliori armature disponibili; impugnano le loro armi preferite, le lunghe alabarde (arma di origine germanica, come il nome suggerisce: "halm" significa asta, "bart" significa ascia), con le quali possono respingere gli attacchi di cavalleria e abbattere molti diversi tipi di avversari, a seconda della parte dell'arma con cui colpiscono.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni lombarde, mantovane
{Alemanni_descr_short}Questi alemanni sono validi guerrieri avvezzi al mestiere delle armi, dotati di ottime armature e lunghe alabarde.

{Guardia_del_Marchese}Guardia del Marchese
{Guardia_del_Marchese_descr}"[Il marchese di Mantova] Ha 50 arcieri in sua guardia, pagati a 15 scudi il mese per uno e l'abitazione."\n
Francesco Morosini, rapporto al Senato Veneziano, 1608\n\n
Il marchese di Mantova è solito circondarsi di guerrieri di professione per la propria sicurezza. Questi arcieri sono molto ben pagati (per permetterseli il marchese non esita a imporre tributi alla nobiltà, o a ricorrere a tasse straordinarie sulla ricca comunità ebraica), e possono dotarsi di un ottimo equipaggiamento. Sono provvisti di arco, spada per il corpo a corpo, scudo e corazza di piastre.
{Guardia_del_Marchese_descr_short}Questi arcieri della guardia del marchese sono molto ben pagati e possono dotarsi di un ottimo equipaggiamento.

{Berrovieri}Berrovieri
{Berrovieri_descr}"I birri (beruarii) o berrovieri sono un certo tipo di milizie che avanzano sul campo di battaglia procedendo disordinatamente ma animosi e irruenti. [...] Agiscono nelle regioni lombarde, al servizio delle autorità cittadine, mossi dal desiderio di bottino. [...] Costoro andavano a cavallo e usavano lance."\n
Rolandino da Padova\n\n
Col termine "berrovieri" sono definiti sgherri al soldo di un signore, col compito di riscuotere i balzelli, anche con metodi violenti. Questi uomini formano un'abile fronte di cavalleria leggera, armata di lancia corta e dotata di scudo e protezioni di cuoio, utile per ingaggiare i tiratori nemici e decimare le unità in rotta. Nel corpo a corpo sfoggiano terribili mazze.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni lombarde, mantovane, emiliano-romagnole, liguri, lucchesi
{Berrovieri_descr_short}Sgherri al soldo di un signore, col compito di riscuotere i balzelli e formare un fronte di cavalleggeri in battaglia.

{Balistari_Equites}Balistari Equites
{Balistari_Equites_descr}"A fianco alle lanze [aragonesi] possiamo notare [in Puglia e Lucania] la presenza di un contingente di balestrieri a cavallo, che coniugavano facilità di manovra con elevata cadenza di tiro [...] a conferma della natura dinamica che Alfonso [di Calabria] voleva attribuire alle operazioni militari."\n
Antonio Primaldo Coco, La guerra contro i Turchi in Otranto..., 1480-81\n\n
E' attestata, nel regno aragonese del Mezzogiorno, la presenza di "balistari equites". Costrette a neutralizzare le mobili e veloci unità da tiro ottomane, gli Aragonesi hanno sviluppato truppe più leggere e versatili come i balestrieri a cavallo. Costoro utilizzano balestre più piccole rispetto a quelle della fanteria e sfruttano la propria mobilità per cavarsi d'impaccio nel momento della ricarica, visto che il rateo di tiro non è maggiore di quello degli altri balestrieri. Indossano elmetti a bacinetto, cotte leggere e sono dotati di spada per la mischia.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni lombarde, mantovane, liguri, laziali, campane, abruzzesi
{Balistari_Equites_descr_short}Utilizzano balestre più piccole rispetto a quelle della fanteria e sfruttano la propria mobilità per cavarsi d'impaccio nel momento della ricarica.

{Barbute}Barbute
{Barbute_descr}"i Sanesi veggendo che contro la loro opinione e pensiero i Fiorentini prosperavano [...] per loro ambasciatori si mandarono a scusare al nostro comune [Firenze], e offerendo aiuto trecento barbute."\n
Cronica di Matteo e Filippo Villani, Con le Vite di uomini illustri fiorentini\n\n
Questi cavalleggeri, detti "barbute" per via del tipico elmo tipico dell'Italia settentrionale nella seconda metà del XV secolo, montano cavalli scoperti ma indossano una solida armatura milanese. Non necessariamente nobili, essendo molti preminenti condottieri di umili origini, costoro sono comunque palesemente benestanti, poiché indossano corazze milanesi della migliore qualità. La celata a barbuta offre un'ottima protezione senza togliere il respiro, mentre l'assenza dei pesanti spallacci consente il libero movimento delle braccia; gli speroni sono molto lunghi, necessari per cavalcare su selle alte. Completa l'equipaggiamento una buona spada e un pugnale a rondello. Entra in uso l'abitudine di rendere le armature nere piuttosto che polite per nascondere la minor qualità della rifinitura delle armature "da munitione" rispetto a quelle "da corazza".
{Barbute_descr_short}Lanceri corazzati su destrieri scoperti, queste unità con elmo a barbuta e armature milanesi sono una perfetta combinazione tra potenza e agilità.

{Arcieri_Mantuani}Arcieri mantuani
{Arcieri_Mantuani_descr}Da più di tre secoli a Mantova esiste una grande tradizione arcieristica. Già nel 1201 viene stipulato un patto d'alleanza tra Modena e Mantova, città celebri per l'abilità dei propri tiratori: gli arcieri dell'una o dell'altra città dovevano mobilitarsi, entro otto giorni dall'avviso, per recare aiuto all'alleato che si trovasse in stato di guerra. Questi popolani riescono a permettersi un giaco protettivo in cuoio rinforzato e una spada per il combattimento in mischia, del quale hanno molto più desiderio di altri arcieri.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni mantovane
{Arcieri_Mantuani_descr_short}Armati d'arco, spada, scudo e corpetto in cuoio, gli arcieri mantovani sono buoni tiratori e reggono bene il confronto nel corpo a corpo.

{Balistari_Veronesi}Balistari Veronesi
{Balistari_Veronesi_descr}"Dagli Statuti di Verona conosciamo le caratteristiche del munizionamento [dei balestrieri]. La dotazione in generale è di 25 "pilotti" contenuti in apposito turcasso o faretra; a Verona si giunge sino a cento per ogni balestra ed a 50 per ogni arco. Dal momento che la velocità di tiro, e quindi il fabbisogno di munizioni, era sicuramente maggiore per l'arco, si dovrà intendere che l'uso dell'arco era assai più limitato."\n
Documento veronese, XV secolo\n\n
Verona vanta una buona tradizione di balestrieri, da sempre considerati i migliori delle regioni venete al pari dei Veneziani e dei Padovani. I balestrieri, tra il XII secolo (quando iniziarono a diffondersi) e il XV secolo, erano gradualmente divenuti la più efficace forma di fanteria per la maggior parte degli eserciti europei, e quelli dei potentati italici erano giustamente famosi. Munite di tipico bacinetto italico, armature leggere, spade per la mischia e pesanti pavesi di legno, queste truppe utilizzano balestre sempre più potenti, dotate di arco d'acciaio con argano separabile: più precise delle armi da fuoco, ma anche più costose. I "pavesari" (detti anche "pavesai" o "palvesai") sono soldati dotati di grande scudo pavese, utilizzato per proteggere i balestrieri quando sono impegnati nella delicata operazione di ricarica; sebbene i due corpi (balestrieri e pavesari) cooperino tra loro, sono normalmente distinti. Tuttavia questi balestrieri hanno imparato a rendersi autonomi, divenendo essi stessi pavesari: ognuno porta sulle spalle il proprio scudo pavese, dietro il quale si nasconde durante il processo di ricarica. Il peso del pavese costringe i balestrieri a indossare protezioni non troppo ingombranti, al massimo cotte leggere.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni mantovane
{Balistari_Veronesi_descr_short}Queste truppe veronesi, dotate di cotte leggere e spade, portano grandi scudi con cui proteggersi durante la lenta fase di ricarica delle balestre.

{Schiopettieri}Schiopettieri
{Schiopettieri_descr}"I Veneziani erano preoccupati dal gran numero di tiratori [schiopettieri] presenti tra le fila dell'esercito milanese intorno al 1440 [...] e la loro importanza fu chiaramente dimostrata nel 1482 quando, durante la Guerra di Ferrara, i milanesi schierarono 1.250 cannoni a mano e soltanto 233 balestre, oltra a 352 archibugi [...] un'arma da fuoco molto più efficace, con uno scatto a molla che portava la miccia incendiaria sulla camera di scoppio.\n
Cronaca Veneziana\n\n
Gli "schiopettieri" rappresentano le truppe addestrate all'uso delle primitive armi da fuoco leggere, gli schioppi o schioppetti (dette variamente "sclopeti", "sclopi", "manesche"). Chiamati "cannoncini a braccio" per distinguerle dai pezzi di artiglieria, gli schioppetti sono la forma più antica di arma da fuoco individuale: la presenza di schioppetti sembra sia stata segnalata nel 1284 in occasione della difesa di Forlì da parte di Guido da Montefeltro; si tratta però di una testimonianza isolata e quindi alquanto sospetta, i primi dati sicuri sono successivi di mezzo secolo dopo. Gli schiopettieri divennero sempre più numerosi fra le guarnigioni stabili nel corso del '300, e dal '400 unità analogamente armate vennero incluse anche in molti eserciti campali, soprattutto nell'esercito milanese dello Sforza, che contava oltre un migliaio di tiratori, tra i quali molti esperti tedeschi. Queste armi consistono di un rudimentale tubo metallico montato su un pezzo di legno e dotato di un primitivo meccanismo di fuoco; il tutto in una foggia tale che praticamente non consente di mirare. Armi simili causavano più timore che danni reali alle truppe nemiche, scosse dal frastuono e dal fumo generati durante lo sparo. Data la loro scarsa gittata, gli schiopettieri necessitano di armature robuste e di capacità in corpo a corpo, dove sfoderano le spade.
{Spingardieri_descr_short}Data la scarsa gittata delle armi di cui dispongono, le prime armi da fuoco individuale, gli schiopettieri devono essere preparati al corpo a corpo.
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