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Medieval 2 Total War
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Ultimo Aggiornamento: 14/05/2012 14:12
14/05/2012 14:09
 
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Principe

DUCATO DI MILANO
----------------

Milizia cittadina:
1- NO - village (villaggio)
2- Guardaroli (lancia corta) AOR town (borgo)
3- Lanzelonghe (lancia lunga) AOR large_town (cittadina)
4- Piquieri (picca) PEN city (città)
5- Piquieri Provisionati (picca) PEN large_city (metropoli)
richiede gilda:
6- Doppisoldi (spadone) PRO huge_city (megalopoli)

Fanteria feudale:
1- NO - village (forte)
2- Pavesari (spada) AOR town (roccaforte)
3- Fanti Sforzeschi (alabarda) AOR large_town (castello)
4- Guardia Viscontea (alabarda) PEN city (fortezza)
5- Rotulari Provisionati (spada) PRO large_city (cittadella)

Cavalleria:
1- NO - village (villaggio o forte)
2- Berrovieri (mazza) AOR town (borgo o roccaforte)
3- Balistari Equites (balestra) AOR large_town (cittadina o castello)
4- Barbute (lancia) PEN city (fortezza)
5- Galuppi Ducali (lancia) PRO large_city (cittadella)
5- Raitri Ducali (arco) PRO large_city (cittadella)
5- Familia Ducale (lancia) PRO large_city (cittadella)

Tiratori:
1- NO - village (villaggio o forte)
2- Arcieri Brianzoli (arco) AOR town (borgo o roccaforte)
3- Balistari Comaschi (balestra) AOR large_town (cittadina o castello)
4- Schiopettieri (pistola) PEN city (città)
5- Archibusieri Provisionati (archibugio) PRO large_city (metropoli)

Marinai:
1- NO - large_city (metropoli)
2- NO - huge_city (megalopoli)

{Guardaroli}Guardaroli
{Guardaroli_descr}Nella seconda metà del XV secolo alcuni borghi lombardi reclutano forze indigene per espletare funzioni di pattuglia; questi uomini sono detti volgarmente "guardaroli". Le città della Lombardia e della "Terra Firma" veneziana, in effetti, sceglievano le guardie delle porte tra i loro stessi cittadini e organizzavano le milizie per integrare le truppe di guarnigione professioniste. In tempo di pace, queste guarnigioni erano loro stesse responsabili della sorveglianza di porte, piazze, depositi di viveri e munizioni, pattugliavano le mura, le strade e i terrapieni aldilà del muro, e presidiavano la cittadella. Dotati di elmetto metallico, giaco protettivo e lancia corta, i guardaroli rappresentano un'unità di presidio a basso costo, ma poco incline allo scontro aperto.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni lombarde, mantovane, venete
{Guardaroli_descr_short}Dotati di giaco protettivo e lancia corta, i guardaroli rappresentano un'unità di presidio a basso costo, ma poco incline allo scontro aperto.

{Lanzelonghe}Lanzelonghe
{Lanzelonghe_descr}"Pedites cum lanceis longis, che poscia furono nominati picchieri."\n
Lodovico Antonio Muratori\n\n
Già dal XIII secolo la lancia delle milizie italiche divenne più lunga, tanto da esser definita "longa lancea" per differirla dalle precedenti in uso. La posizione del fante appariva ovviamente la più rischiosa, dovendo con scudo e corpo resistere all’urto nemico; perdipiù la fuga gli era preclusa, combattendo appiedato. Questi miliziani cittadini sono stati addestrati nell'uso della lancia lunga e, a differenza delle milizie inferiori, sanno difendersi bene da una carica di cavalleggeri, ma soccomberebbero di fronte alla cavalleria pesante. Combattono utilizzando la tecnica della difesa ad anello e sono protetti da cotta di maglia e dal caratteristico scudo allungato (ovale o a mandorla).\n\nUNITA' AOR: reclutabile nelle regioni italiche
{Lanzelonghe_descr_short}Miliziani italici dotati di lancia lunga e cotte di maglia, sono ben addestrati e possono formare una difesa ad anello.

{Piquieri}Piquieri
{Piquieri_descr}"Pedites cum lanceis longis, che poscia furono nominati picchieri."\n
Lodovico Antonio Muratori\n\n
Sebbene la "lanzalonga" (lancia lunga fino a 3-4 metri) sia in uso nelle milizie italiche fin dal XIII secolo, è solo dalla fine del '400 che i picchieri diventano un punto fermo delle guerre rinascimentali. Prendendo a modello i celebri mercenari svizzeri, questi italici usano picche (lunghe fino a 5-6 metri) anzichè lanzelonghe, e si muovono in formazioni molto più dinamiche che in passato, attribuendo alle schiere di picchieri un ruolo più attivo e offensivo. Tutto ciò richiede molta più organizzazione e addestramento dei semplici lancieri; se a questo si aggiungono i costi dell'equipaggiamento (i picchieri sfoggiano leggere e moderne corazze a piastre d'acciaio) si intuisce che reclutare un'unità di questo tipo è tutt'altro che economico.
{Piquieri_descr_short}Picchieri italici, dotati di leggere e moderne corazze d'acciaio, in grado di contrastare con successo quasi ogni tipo di cavalleria.

{Piquieri_Provisionati}Piquieri Provisionati
{Piquieri_Provisionati_descr}I provisionati (da "provisione", ossia la paga mensile che percepiscono) sono le prime unità di fanteria permanente italiche, mantenuti per periodi più lunghi rispetto ai comuni miliziani, e dotati di un miglior addestramento. In effetti questi soldati, introdotti nell'esercito veneto nella seconda metà del XV secolo in misura crescente, sono composti non solo da semplici miliziani ma anche da membri di compagnie di ventura: il passo da mercenari a professionisti della guerra non è poi così lungo. Dotati di lunghe picche, costoro indossano moderne corazze sotto i completi a sbuffo e risultano utili in situazioni di difesa, potendo contrastare le cariche dei cavalieri pesanti. Vengono usualmente schierati col supporto dei tiratori e della fanteria da mischia, secondo il modello ispanico di successo, detto "Tercio".
{Piquieri_Provisionati_descr_short}Picchieri italici professionali, dotati di buone corazze sotto i completi a sbuffo.

{Doppisoldi}Doppisoldi
{Doppisoldi_descr}"Il spadone al modo eh 'oggi s'usa con quattro palmi di manico e piu et con quella croce grande non e stato ritrovato affine di adoprarlo da solo a solo a ugual partito come l'altre arme delle quali habbiamo trattato, ma per poter con esso solo a guisa d'un galeone fra molte galere resistere a molte spade o altre arme"\n
Giacomo Di Grassi, Del Spadone\n\n
Fin dalla metà del XIII secolo le cronache e gli atti notarili friulani riportano le attività di vari maestri schermidori a Cividale (Goffredo, Arnoldo, Bitinellus, Domenico, Franceschino), ma è solo con l'attività di Fiore dei Liberi, "magistro di scrima" (ovvero maestro di scherma) a cavallo dei secoli XIV e XV, che la scuola di scherma italica trova forma nei suoi manoscritti e raggiunge l'apice della notorietà, sopravanzando persino la scuola tradizionale tedesca. Partendo dal Friuli, Fiore dei Liberi contribuì alla diffusione della "scrima" in Veneto, Lombardia ed Emilia, frequentando le corti nobiliari di Mantova, Padova, Pavia, Ferrara. Dopo la sua morte, il numero di maestri suoi seguaci (tra i più celebri Niccolo III d'Este, Pietro del Verde, Galeazzo delli Capitani, Lancillotto di Beccaria, Giovanni de Baio e Anzo de Castelbarco) crebbe al punto che, nella seconda metà del XV secolo, la presenza sul campo di battaglia di piccole schiere di fanti armati di spadone a due mani non è più un'anomalia. Costoro, vestiti con i tipici completi a sbuffo che nascondono le corazzine, sono definiti "doppisoldi" per la doppia paga che esigono in virtù del rischioso compito che essi stessi assumono: affrontano le schiere di picche nemiche mulinando lo spadone, tentando di aprirsi una via per la formazione serrata dei picchieri per poi scompaginarla.
{Doppisoldi_descr_short}Fanteria cittadina d'élite, armata di spadoni a due mani d'acciaio, guidano la prima fatale carica utilizzata per infrangere le linee dei picchieri.

{Pavesari}Pavesari
{Pavesari_descr}I "pavesari" o "palvesai" sono tra le tipologie di fanti più caratteristici dell'Italia settentrionale nel XV secolo; vengono ampiamente schierati sia negli eserciti milanesi che in quelli veneziani. Si tratta di soldati dotati di grande scudo pavese, utilizzato per proteggere i balestrieri quando sono impegnati nella delicata operazione di ricarica. Sono armati alla leggera, con elmetto e giaco imbottito, per potersi muovere più agilmente con l'ingombrante pavese; possono anche organizzarsi e stringersi in formazione compatta, formando un solido muro di scudi per coprire i tiratori dietro di loro.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni lombarde, venete, liguri
{Pavesari_descr_short}Queste truppe, dotate di giachi e lance, portano grandi scudi con cui proteggersi durante la lenta fase di ricarica delle balestre.

{Fanti_Sforzeschi}Fanti Sforzeschi
{Fanti_Sforzeschi_descr}"Nella seconda parte del secolo [XIV], tra le file dell'esercito napoletano [...] erano già presenti pedoni armati alla leggera da utilizzare nelle schermaglie [influenza aragonese]. Tesaurizzando questi elementi, Braccio [Fortebraccio da Montone] e lo Sforza [Francesco], pur conservando le vecchie tipologie di fanti [lancieri, pavesari, tiratori], introdussero un tipo nuovo di soldato a piedi, armato di scudo ovale, corta arma ad asta e spada, il cui ruolo era di operare a stretto contatto con la cavalleria. [...] La celerità aumentò anche durante le marce, in quanto invalse l'abitudine di far cavalcare i fanti durante gli spostamenti."\n
Archivio Lombardo\n\n
Sin dal declino delle vecchie milizie urbane comunali, agli stati italici settentrionali venne a mancare una tradizione di fanteria paragonabile a quella degli arcieri inglesi o dei picchieri svizzeri. Ma come reazione alla guerra del '400 nella grande e piatta pianura lombarda, con la sua rete di fiumi e canali, comparve un nuovo tipo di fanteria, cioè il fante con spada (o lancia corta) e scudo ovale. Equipaggiato alla leggera e addestrato per il combattimento offensivo, rispecchiava un certo tipo di fanteria spagnola, che aveva preso a sua volta come modello i montanari musulmani di Granada. Nell'affermazione di questo nuovo tipo di fanteria fu decisiva l'esperienza bellica di Francesco Sforza, che aveva combattuto a lungo contro gli Aragonesi nel meridione.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni lombarde
{Fanti_Sforzeschi_descr_short}Queste truppe, dotate di spade e scudi ovali, sono equipaggiate alla leggera e addestrate per il combattimento offensivo.

{Guardia_Viscontea}Guardia Viscontea
{Guardia_Viscontea_descr}"A proposito dei 700 famigliari viscontei il Biglia annota che erano "tamquam ad corporis custodia locati" e il Giulini parla di solito di "guardie del corpo" per tradurre il termine familiares che trova nei cronisti coevi."\n
Costoro sono cavalieri al soldo del Duca di Milano, scelti tra la nobiltà minore che combatte appiedata, esperti di guerra, ingaggiati come suprema guardia delle fortezze del ducato. Possono permettersi il migliore equipaggiamento, che prevede alabarda e armatura milanese. Lo spessore e la qualità delle lamiere, la loro tempra, la curvatura armonica e l'eccezionale articolazione delle varie parti, unita alla tipica asimmetria dell'armatura, furono le principali caratteristiche che intorno alla la metà del XV secolo fecero dell’armatura milanese uno strumento estremamente efficace e richiesto nei tornei e nei campi di battaglia. Questa moda tipicamente italica non era del tutto gradita a popolazioni con stili e gusti molto diversi. Per questa ragione sovente gli artigiani milanesi e bresciani producevano pezze difensive alla tedesca, all’inglese, alla spagnola. Queste attente strategie industriali non impedirono però che vi fossero delle botteghe concorrenti in città straniere quali Augusta, Innsbruck e Norimberga.
{Guardia_Viscontea_descr_short}Cavalieri appiedati, dotati di alabarde e armature milanesi.

{Rotulari_Provisionati}Rotulari Provisionati
{Rotulari_Provisionati_descr}I provisionati (da "provisione", ossia la paga mensile che percepiscono) sono le prime unità di fanteria permanente italiche, mantenuti per periodi più lunghi rispetto ai comuni miliziani, e dotati di un miglior addestramento. In effetti questi soldati, introdotti nell'esercito veneto nella seconda metà del XV secolo in misura crescente, sono composti non solo da semplici miliziani ma anche da membri di compagnie di ventura: il passo da mercenari a professionisti della guerra non è poi così lungo. Dotati di spade e scudi, costoro indossano moderne corazze sotto le vesti e risultano assai utili come fanteria d'assalto. Vengono usualmente schierati a supporto dei picchieri e della fanteria da tiro, secondo il modello ispanico di successo, detto "Tercio".
{Rotulari_Provisionati_descr_short}Si tratta di fanti arruolati nelle provisioni semi-permanenti, dotati di corazze, scudi e armati di spade.

{Berrovieri}Berrovieri
{Berrovieri_descr}"I birri (beruarii) o berrovieri sono un certo tipo di milizie che avanzano sul campo di battaglia procedendo disordinatamente ma animosi e irruenti. [...] Agiscono nelle regioni lombarde, al servizio delle autorità cittadine, mossi dal desiderio di bottino. [...] Costoro andavano a cavallo e usavano lance."\n
Rolandino da Padova\n\n
Col termine "berrovieri" sono definiti sgherri al soldo di un signore, col compito di riscuotere i balzelli, anche con metodi violenti. Questi uomini formano un'abile fronte di cavalleria leggera, armata di lancia corta e dotata di scudo e protezioni di cuoio, utile per ingaggiare i tiratori nemici e decimare le unità in rotta. Nel corpo a corpo sfoggiano terribili mazze.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni lombarde, mantovane, emiliano-romagnole, liguri, lucchesi
{Berrovieri_descr_short}Sgherri al soldo di un signore, col compito di riscuotere i balzelli e formare un fronte di cavalleggeri in battaglia.

{Balistari_Equites}Balistari Equites
{Balistari_Equites_descr}"A fianco alle lanze [aragonesi] possiamo notare [in Puglia e Lucania] la presenza di un contingente di balestrieri a cavallo, che coniugavano facilità di manovra con elevata cadenza di tiro [...] a conferma della natura dinamica che Alfonso [di Calabria] voleva attribuire alle operazioni militari."\n
Antonio Primaldo Coco, La guerra contro i Turchi in Otranto..., 1480-81\n\n
E' attestata, nel regno aragonese del Mezzogiorno, la presenza di "balistari equites". Costrette a neutralizzare le mobili e veloci unità da tiro ottomane, gli Aragonesi hanno sviluppato truppe più leggere e versatili come i balestrieri a cavallo. Costoro utilizzano balestre più piccole rispetto a quelle della fanteria e sfruttano la propria mobilità per cavarsi d'impaccio nel momento della ricarica, visto che il rateo di tiro non è maggiore di quello degli altri balestrieri. Indossano elmetti a bacinetto, cotte leggere e sono dotati di spada per la mischia.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni lombarde, mantovane, liguri, laziali, campane, abruzzesi
{Balistari_Equites_descr_short}Utilizzano balestre più piccole rispetto a quelle della fanteria e sfruttano la propria mobilità per cavarsi d'impaccio nel momento della ricarica.

{Barbute}Barbute
{Barbute_descr}"i Sanesi veggendo che contro la loro opinione e pensiero i Fiorentini prosperavano [...] per loro ambasciatori si mandarono a scusare al nostro comune [Firenze], e offerendo aiuto trecento barbute."\n
Cronica di Matteo e Filippo Villani, Con le Vite di uomini illustri fiorentini\n\n
Questi cavalleggeri, detti "barbute" per via del tipico elmo tipico dell'Italia settentrionale nella seconda metà del XV secolo, montano cavalli scoperti ma indossano una solida armatura milanese. Non necessariamente nobili, essendo molti preminenti condottieri di umili origini, costoro sono comunque palesemente benestanti, poiché indossano corazze milanesi della migliore qualità. La celata a barbuta offre un'ottima protezione senza togliere il respiro, mentre l'assenza dei pesanti spallacci consente il libero movimento delle braccia; gli speroni sono molto lunghi, necessari per cavalcare su selle alte. Completa l'equipaggiamento una buona spada e un pugnale a rondello. Entra in uso l'abitudine di rendere le armature nere piuttosto che polite per nascondere la minor qualità della rifinitura delle armature "da munitione" rispetto a quelle "da corazza".
{Barbute_descr_short}Lanceri corazzati su destrieri scoperti, queste unità con elmo a barbuta e armature milanesi sono una perfetta combinazione tra potenza e agilità.

{Galuppi_Ducali}Galuppi Ducali
{Galuppi_Ducali_descr}Dalla metà del XV secolo i maggiori stati italici mantengono regolarmente forze armate alle loro dirette dipendenze: si tratta delle "lanze spezzate", ossia liberi mercenari non inquadrati nel sistema delle condotte e assoldati singolarmente dai governi. Spesso quando un condottiero moriva, disertava o si ritirava, gli uomini della sua condotta venivano ingaggiati dagli stati come lanze spezzate, per poi divenire a tutti gli effetti cavalieri professionali. I "galuppi" sono i cavalieri armati di lancia e spada a mezza costa detta "alla bolognese"; l'equipaggiamento difensivo consiste in celata alla borgognona, corazzina di piaste, bracciali e guanti di ferro. Cavalcano destrieri senza barda e l'impatto è di poco inferiore alla cavalleria pesante vera e propria; in compenso risultano molto più agili e veloci.
{Galuppi_Ducali_descr_short}Armati di lancia e spada ma dotati di armature leggere, questi cavalieri professionali milanesi sono mobili e letali.

{Raitri_Ducali}Raitri Ducali
{Raitri_Ducali_descr}Dalla metà del XV secolo i maggiori stati italici mantengono regolarmente forze armate alle loro dirette dipendenze: si tratta delle "lanze spezzate", ossia liberi mercenari non inquadrati nel sistema delle condotte e assoldati singolarmente dai governi. Spesso quando un condottiero moriva, disertava o si ritirava, gli uomini della sua condotta venivano ingaggiati dagli stati come lanze spezzate, per poi divenire a tutti gli effetti cavalieri professionali. A partire dal XVI secolo, i "reiter" vennero introdotti anche in Italia, dove furono noti come "raitri": privi di spada, hanno un corto archibugio detto "petrinale" con cui sparano una sola volta e poi si affidano alle pistole. Le imitazioni italiane tuttavia non rinunciano alla lancia, alla quale si affidano dopo lo sparo del petrinale, per il corpo a corpo. Cavalcano destrieri senza barda e l'impatto è di poco inferiore alla cavalleria pesante vera e propria; in compenso risultano molto più agili e veloci.
{Raitri_Ducali_descr_short}Armati di pistola, lancia leggera e dotati di corazze, questi cavalieri professionali sono mobili e letali.

{Familia_Ducale}Familia Ducale
{Familia_Ducale_descr}Dalla metà del XV secolo i maggiori stati italici mantengono regolarmente forze armate alle loro dirette dipendenze: si tratta delle "lanze spezzate", ossia liberi mercenari non inquadrati nel sistema delle condotte e assoldati singolarmente dai governi. Spesso quando un condottiero moriva, disertava o si ritirava, gli uomini della sua condotta venivano ingaggiati dagli stati come lanze spezzate, per poi divenire a tutti gli effetti cavalieri professionali. La "Familia Ducale" è, letteralmente, il seguito del duca di Milano. Tratte dalla nobiltà milanese più fedele al Visconti e allo Sforza suo erede, queste truppe sono ben equipaggiate ed esperte nell'arte della guerra. Dotate di armatura di piastre e munite di lancia e spada, queste unità sono determinate a difendere l'onore e gli interessi del loro signore, qualunque essi siano. Presentano un vistoso pennacchio verde e la loro armatura è dotata di panziera e guardareni, una sorta di coprivita metallico che protegge quelle zone del cavaliere appiedato che rimangono scoperte quando egli si gira o si piega.
{Familia_Ducale_descr_short}Protetti da armature di piastre e armati di lancia, questi cavalieri milanesi professionali difendono l'onore del duca.

{Arcieri_Brianzoli}Arcieri brianzoli
{Arcieri_Brianzoli_descr}A partire dal XIV secolo, grazie alla diffusione delle compagnie di ventura inglesi e francesi nell'Italia settentrionale, l'arco torna a rivestire un ruolo importante nella fanteria locale e manterrà questa posizione fino alla metà del XV secolo. Nella zona lombarda, e in particolare in Brianza, l'uso dell'arco lungo inglese si diffonde con un certo successo anche tra i popolani, che compongono unità di presidio al soldo dei signori locali, armati di daga per il corpo a corpo e protetti da giachi leggeri in cuoio.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni lombarde
{Arcieri_Brianzoli_descr_short}Armati d'arco lungo, daga e dotati di corpetto in cuoio, gli arcieri brianzoli sono buoni tiratori dalla lunga distanza.

{Balistari_Pavesari}Balistari pavesari
{Balistari_Pavesari_descr}I "pavesari" o "palvesai" sono soldati dotati di grande scudo pavese, utilizzato per proteggere i balestrieri quando sono impegnati nella delicata operazione di ricarica. Sebbene i due corpi (balestrieri e pavesari) cooperino tra loro, sono normalmente distinti. Tuttavia questi balestrieri hanno imparato a rendersi autonomi, divenendo essi stessi pavesari: ognuno porta sulle spalle il proprio scudo pavese, dietro il quale si nasconde durante il processo di ricarica. Il peso del pavese costringe i balestrieri a indossare protezioni non troppo pesanti, al massimo cotte leggere. Se costretti al corpo a corpo, sfoderano le spade.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni lombarde
{Balistari_Pavesari_descr_short}Queste truppe, dotate di cotte leggere e spade, portano grandi scudi con cui proteggersi durante la lenta fase di ricarica delle balestre.

{Schiopettieri}Schiopettieri
{Schiopettieri_descr}"I Veneziani erano preoccupati dal gran numero di tiratori [schiopettieri] presenti tra le fila dell'esercito milanese intorno al 1440 [...] e la loro importanza fu chiaramente dimostrata nel 1482 quando, durante la Guerra di Ferrara, i milanesi schierarono 1.250 cannoni a mano e soltanto 233 balestre, oltra a 352 archibugi [...] un'arma da fuoco molto più efficace, con uno scatto a molla che portava la miccia incendiaria sulla camera di scoppio.\n
Cronaca Veneziana\n\n
Gli "schiopettieri" rappresentano le truppe addestrate all'uso delle primitive armi da fuoco leggere, gli schioppi o schioppetti (dette variamente "sclopeti", "sclopi", "manesche"). Chiamati "cannoncini a braccio" per distinguerle dai pezzi di artiglieria, gli schioppetti sono la forma più antica di arma da fuoco individuale: la presenza di schioppetti sembra sia stata segnalata nel 1284 in occasione della difesa di Forlì da parte di Guido da Montefeltro; si tratta però di una testimonianza isolata e quindi alquanto sospetta, i primi dati sicuri sono successivi di mezzo secolo dopo. Gli schiopettieri divennero sempre più numerosi fra le guarnigioni stabili nel corso del '300, e dal '400 unità analogamente armate vennero incluse anche in molti eserciti campali, soprattutto nell'esercito milanese dello Sforza, che contava oltre un migliaio di tiratori, tra i quali molti esperti tedeschi. Queste armi consistono di un rudimentale tubo metallico montato su un pezzo di legno e dotato di un primitivo meccanismo di fuoco; il tutto in una foggia tale che praticamente non consente di mirare. Armi simili causavano più timore che danni reali alle truppe nemiche, scosse dal frastuono e dal fumo generati durante lo sparo. Data la loro scarsa gittata, gli schiopettieri necessitano di armature robuste e di capacità in corpo a corpo, dove sfoderano le spade.
{Spingardieri_descr_short}Data la scarsa gittata delle armi di cui dispongono, le prime armi da fuoco individuale, gli schiopettieri devono essere preparati al corpo a corpo.

{Archibusieri_Provisionati}Archibusieri (de l'Ordinanza)
{Archibusieri_Ordinanza_descr}"Volesse Iddio che un tal diabolico strumento [l'archibugio] non fosse mai stato inventato: io non ne porterei i segni, e molti coraggiosi e valorosi uomini non sarebbero stati uccisi da codardi [archibugieri] che non avrebbero il coraggio di guardarli in faccia, striscianti a terra con i loro spregievoli proiettili."\n
Blaise de Montluc, maresciallo di Francia\n\n
I provisionati (da "provisione", ossia la paga mensile che percepiscono) sono le prime unità di fanteria permanente italiche, mantenuti per periodi più lunghi rispetto ai comuni miliziani, e dotati di un miglior addestramento. In effetti questi soldati, introdotti nell'esercito veneto nella seconda metà del XV secolo in misura crescente, sono composti non solo da semplici miliziani ma anche da membri di compagnie di ventura: il passo da mercenari a professionisti della guerra non è poi così lungo. Gli archibugieri professionali, eccellenti tiratori dotati di archibugio, indossano una evoluta e costosa corazza di piastre sotto i tipici completi a sbuffo, e portano la spada per il corpo a corpo. Vengono usualmente schierati a supporto dei picchieri e della fanteria pesante (rotulari o alabardieri).
{Archibusieri_Ordinanza_descr_short}Tiratori italici professionali, dotati di evolute e costose corazze di piastre e spade per la mischia.



BANATO DI CROAZIA
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Milizia cittadina:
1- NO - village (villaggio)
2- Milicja (lancia corta) AOR town (borgo)
3- Kopljanici (lancia lunga) AOR large_town (cittadina)
4- Docasnici (picca) PEN city (città)
5- NO - large_city (metropoli)
richiede gilda:
6- NO - huge_city (megalopoli)

Fanteria feudale:
1- NO - village (forte)
2- Morlaci (ascia) AOR town (roccaforte)
3- Hajduci (spada) AOR large_town (castello)
4- Vlastelica (alabarda) PEN city (fortezza)
5- NO - large_city (cittadella)

Cavalleria:
1- NO - village (villaggio o forte)
2- Sluge (spada) AOR town (borgo o roccaforte)
3- Štitonoše (giavellotti) AOR large_town (cittadina o castello)
4- Vitezi (lancia) PEN city (fortezza)
5- NO - large_city (cittadella)
5- NO - large_city (cittadella)
5- NO - large_city (cittadella)

Tiratori:
1- NO - village (villaggio o forte)
2- Strilci (arco) AOR town (borgo o roccaforte)
3- Sulicari (giavellotto) AOR large_town (cittadina o castello)
4- Musketir (pistola) PEN city (città)
5- NO - large_city (metropoli)

Marinai:
1- Neretvani PEN city (città)
2- Uskoci PEN large_city (metropoli)
3- NO - huge_city (megalopoli)

{Milicja}Milicja
{Milicja_descr}La "milicja" slava è costituita da paesani coscritti per la difesa di strade e borghi, o per rimpinguare i ranghi delle armate. Privi di addestramento, costoro provengono dalla feccia della società balcanica: vagabondi, disperati in cerca di soldo, briganti e assassini. Sono dotati al massimo di un giaco leggero in cuoio e di una lancia corta; a dispetto della scarsa armatura, il loro numero li rende utili in situazioni di difesa tra le mura, ma non ci si deve aspettare che resistano a lungo.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni croate, bosniache
{Milicja_descr_short}Milizia slava per la difesa di strade e borghi, o per rimpinguare i ranghi delle armate, armati di lance corte.

{Kopljanici}Kopljanici
{Kopljanici_descr}Formata da cittadini slavi liberi, questa milizia è munita di lancia lunga e cotta di maglia. Costoro sono lancieri (in slavo "kopljanici") reclutati in tempo di guerra nei distretti locali ("zupanija"), raggruppati in gruppi di un centinaio di uomini e comandati da un ufficiale ("satnik"), addetto al mantenimento dell'ordine pubblico in tempo di pace. Rappresentano un'unità utile per difendere insediamenti, strade e ponti. Possono anche partecipare alle battaglie campali, dove contengono le cariche della cavalleria con la loro formazione ad anello.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni croate, bosniache
{Kopljanici_descr_short}Lanceri slavi ben protetti da cotte di maglia, in grado di disporsi ad anello difensivo.

{Docasnici}Docasnici
{Docasnici_descr}Picchieri dotati di cotte e buone armature di piastre, costoro rappresentano l'elite dei lancieri croati. Introdotti nella seconda metà del XV secolo a imitazione dei picchieri svizzeri, non ne eguagliano l'abilità e la ferocia, ma in compenso vantano un'ottima armatura di piastre e possono tenere a lungo in formazione compatta.
{Docasnici_descr_short}Picchieri croati, dotati di buone protezioni di piastre.

{Morlaci}Morlaci
{Morlaci_descr}Venezia istituisce delle colonie di Morlacchi (slavi balcanici in fuga dagli Osmani) a Buie (1449), Salvore (1463) e Castelveneto (1476), iniziando l’opera di ripopolamento dell’Istria che prosegue nei secoli XVI e XVII. [...] L'Imperatore Federico III d'Asburgo ordina a Baldassarre Durer capitano di Trieste di cacciare dalle alture del territorio i Morlacchi ed i Croati, responsabili del disboscamento (13 III 1490)."\n
Cronaca friulana\n\n
I Morlacchi (in lingua croata "Morlaci") sono una popolazione appartenente al gruppo neolatino dei Valacchi (detti comunemente "Arumeni", "Vlachs" o "Vlasi"), stanziato nelle Alpi Dinariche: rudi pastori dei monti, offrono ai signori locali una leva feudale indisciplinata ma agguerrita, armata di asce e grandi scudi di pelle, con i quali creano muri di scudi. Il nome Morlacchi deriva da Mauro-Vlachs o Mavrovlachi, anche Nigri Latini in lingua latina, che significa "Valacchi Neri" (ossia del Nord, se si considera l'usanza dei turchi a nominare i punti cardinali con i colori). Questa etnia, distinta per lingua e costumi dagli Slavi fino al XIV secolo, è citata negli archivi croati e ragusei come popolo di origine valacca, dedito alla pastorizia nelle remote regioni montane dei Balcani; i quattro clan più consistenti dei Morlacchi (i Valacchi Bobanni, i Valacchi Malesevici, i Valacchi Gornji e i Valacchi Ridani) costituivano una quasi continua area etnico-linguistica che dall'Erzegovina raggiungeva la Valacchia. Tra il '300 e il '400, in seguito alla penetrazione turca nei Balcani, i Morlacchi si spostano progressivamente verso ovest, slavizzandosi completamente. Nella seconda metà del XV secolo alcuni gruppi Morlacchi si trasferiscono nell'area del Quarnero e dell'Istria, mescolandosi con pastori di lingua istrorumena e con gli ultimi Dalmati.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni friulane, croate, bosniache
{Morlaci_descr_short}Pastori di origine valacca, slavizzati nei costumi, armati di asce e grandi scudi di pelle, con i quali creano muri.

{Hajduci}Hajduci
{Hajduci_descr}Gli aiducchi (dall'ungherese "hajtók" ovvero "mandriani", oppure dal turco "haiduk" ossia "fanti ungheresi") costituiscono formazioni di combattenti croati, montenegrini, ungheresi, serbi e bulgari, tutti impegnati nella resistenza contro l'avanzata dei Turchi nei Balcani. Questi guerrieri balcanici hanno raggiunto grande fama di patrioti, rubando ricchezze ai Turchi invasori e devolvendone gran parte alla gente più povera. In realtà si tratta perlopiù di banditi che non si fanno scrupoli ad assalire i viandanti e i mercanti, o a vendersi come mercenari al miglior offerente: combattono non solo contro gli infedeli, ma contro chiunque sia il nemico del signore che assicura loro una buona paga. Gli aiducchi vengono quindi inquadrati in un sistema di reclutamento feudale per assicurare il controllo delle roccaforti, dei ponti, dei valichi e di ogni altro punto strategico: sono protetti da cotte di maglia e scudo, la loro arma tipica è la sciabola di origine turca, mentre l'ascia che talvolta portano appesa alla cinta non ha funzioni belliche.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni croate
{Hajduci_descr_short}Banditi balcanici, patrioti nella resistenza ai Turchi, armati di spada, scudo e cotta di maglia.

{Vlastelica}Vlastelica
{Vlastelica_descr}Questi veterani slavi si distinguono per esperienza ed equipaggiamento dal resto delle leve feudali: sono reclutabili in tutto il regno e percepiscono una mezzapaga anche in tempo di pace, rimanendo sempre in armi. Formano unità di fanteria d'èlite, composta in gran parte da uomini liberi ma non nobili, ai quali di aggiungono elementi della piccola nobiltà feudale decaduta, non abbastanza ricca da permettersi di combattere a cavallo. Il loro equipaggiamento prevede elmo, corazza di piastre e alabarda.
{Vlastelica_descr_short}Veterani slavi dotati di un ottimo equipaggiamento: elmo, corazza di piastre e alabarda.

{Sluge}Sluge
{Sluge_descr}Questi versatili servienti slavi (detti "sluge"), in genere giovani nobili alle prime armi, operano come cavalleggeri a supporto della vera cavalleria pesante. Formano squadre il cui compito è aggirare lo schieramento nemico, colpirlo ai fianchi, cercare di isolare i tiratori nemici e annientarli; vengono impiegati anche per contrastare la cavalleria nemica e per imprigionare i superstiti (o dare loro il colpo di grazia) dopo la carica dei cavalieri pesanti. Il loro equipaggiamento tipico prevede elmetto, giaco imbottito o brigantina, lancia leggera, spada per la mischia e scudo.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni croate, bosniache
{Sluge_descr_short}Versatili cavalleggeri slavi, dotati di elmetto, giaco imbottito o brigantina, lancia leggera, spada e scudo.

{Stitonosa}Stitonosa
{Stitonosa_descr}Quando i servienti slavi ("sluge") accumulano una certa esperienza sul campo, possono entrare a far parte dei ranghi degli scudieri ("stitonosa"), i quali operano a stretto contatto con i cavalieri: li accompagnano in battaglia e diventano parte integrante della "lancia" tipica del XV secolo, che per ogni "homo d'arme" prevede uno o due tiratori a cavallo. Mentre nella penisola italica prevale il balestriere montato, l'unità da tiro slava per eccellenza è composta da arcieri a cavallo, detti anche "pharetriarii". Essi cavalcano destrieri scoperti e combattono con un tipico equipaggiamento, che prevede elmetto, cotta o brigantina, arco e spada per la mischia.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni croate, bosniache
{Stitonosa_descr_short}Arcieri slavi a cavallo, con elmetto, cotta o brigantina e spada per la mischia

{Vitezovi}Vitezovi
{Vitezovi_descr}A partire dal XII secolo in Croazia si afferma il feudalesimo di stampo occidentale, e gradualmente si impone un tipo di cavalleria diverso da quello tradizionale slavo-magiaro. I "vitezi" o "vitezovi" (ossia cavalieri) sono uomini d'arme provenienti dall'aristocrazia fondiaria: essi hanno ottenuto feudi dal proprio sovrano, divenendo "vlastela" (cioè nobili) a tutti gli effetti, in cambio del giuramento di fedeltà e del servizio militare. I migliori tra questi cavalieri baccellieri (ossia portatori di uno scudo) vengono scelti per formare la squadra degli "stegonose", cavalieri banderesi che guidano la prima carica e proteggono il vessillo reale. Sul campo questi cavalieri feudali sfoggiano elmo, scudo, cotte e armature di piastre, mentre nella mischia sfoderano le spade.
{Vitezovi_descr_short}Cavalieri feudali slavi, dotati di elmo, scudo, cotte e armature di piastre.

{Strilci}Strilci
{Strilci_descr}Il nome "strilci" deriva dal termine proto-croato "strila", ossia "freccia". Questi tiratori sono infatti dotati di arco, una delle armi predilette dei fanti slavi; esperti in imboscate, sono agili e veloci e possono agire da buoni schermagliatori. Gli archi in loro possesso sono piuttosto semplici, economici e abbastanza precisi, ma non garantiscono né lunga gittata né grande forza di penetrazione. In ogni caso gli strilci sono arcieri esperti, essendo in gran parte cacciatori; vanno però tenuti lontano dalle mischie, essendo privi di protezioni e dotati solo di un piccolo scudo rotondo e di un coltellaccio.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni croate, bosniache
{Strilci_descr_short}Arcieri leggeri slavi, dotati di piccolo scudo rotondo e di un coltellaccio.

{Sulicari}Sulicari
{Sulicari_descr}I "sulicari" (da "sulica", antico giavellotto in uso presso le popolazioni slave) sono popolani slavi armati di giavellotti. Si tratta di una tradizionale arma slava, caduta in disuso dal XIV secolo, con il massiccio diffondersi delle balestre e delle prime forme di artiglieria leggera. Tuttavia i costi di produzione sono assai inferiori, perciò tra le classi meno abbienti coscritte nell'esercito croato esiste ancora un buon numero di uomini esperti nel lancio di giavellotti, in grado di infilzare al primo colpo un nemico ben più corazzato di loro. Buoni schermagliatori utili anche nelle mischie, essendo equipaggiati di buone cotte e di spade.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni croate, bosniache
{Sulicari_descr_short}Giavellottisti slavi, buoni schermagliatori, equipaggiati di buone cotte e di spade.

{Musketir}Musketir
{Musketir_descr}"Volesse Iddio che un tal diabolico strumento [l'archibugio] non fosse mai stato inventato: io non ne porterei i segni, e molti coraggiosi e valorosi uomini non sarebbero stati uccisi da codardi [archibugieri] che non avrebbero il coraggio di guardarli in faccia, striscianti a terra con i loro spregievoli proiettili."\n
Blaise de Montluc, maresciallo di Francia\n\n
Questi tiratori slavi sono chiamati "musketir" (ossia moschettieri) e sono considerati tra i migliori artiglieri del mondo cristiano. Dotati di moderne corazze di piastre, essi utilizzano una nuova arma da fuoco destinata a rimpiazzare, nel corso del XVI secolo, ogni altra concorrente, dallo scopetto all'archibugio: si tratta del moschetto, introdotto dagli Ottomani verso la fine del Quattrocento, che lo assegnarono in dotazione ai giannizzeri "tufekçi" (rimpiazzando così gli archibugieri turchi regolari, detti "topçu"). Essenzialmente il moschetto è un tipo di archibugio più pesante, capace di sparare un colpo che perforava le armature, anche se a breve distanza.
{Musketir_descr_short}Tiratori balcanici, dotati di corazze, spada e dell'ottimo moschetto di fabbricazione ottomana.

{Neretvani}Neretvani
{Neretvani_descr}"Queste due isole [Curzola e Lesina] occupate dai Narentani [Neretvani] formavano il principale asilo de' pirati, e servirono di deposito al ricco bottino delle loro ruberie [...] Orseolo [ammiraglio veneziano], che avea lo scopo di liberare per sempre il mare dalle scorrerie de' pirati, non potè lasciare in balia di fieri nemici questi due importanti punti. Dopo breve tempo furono prese le due isole [...] finchè i crudeli pirati vennero da lui implorare misericordia [...] In tal guisa dopo 150 anni di turpe brigantaggio l'Adriatico per opera di Orseolo II fu liberato da que' tristissimi pirati."\n
Mattes Nicolich, Storia documentata dei Lussini\n\n
Celebri pirati slavi, i Neretvani o Narentani fondarono nel IX secolo un principato alla foce del fiume Narenta (da cui il loro nome), prosperando grazie ad arrembaggi e depredazioni. Inizialmente pagani, la regione dalmata su cui si stanziarono prese il nome di "Pagania" almeno fino alla fine del IX secolo, quando si convertirono al cristianesimo. Dopo aver sconfitto i Veneziani nel 887 uccidendo il Doge Pietro I Candiano (l'unico doge morto in battaglia), i Neretvani fecero di Venezia un tributario per più di un secolo, fino al 998, quando vennero sconfitti dall'esercito del Doge Pietro Orseolo II. La pirateria in ogni caso si protrasse, su scala ridotta, fino al XV secolo. Nel frattempo il principato aveva cessato di esistere e i Neretvani erano stati assoggettati dai Croati, i quali tuttavia non interferirono più di tanto con i loro affari. I Neretvani usavano due tipi di navi: la sagena (simile alla nave lunga vichinga) e la kondura (di stazza e capienza inferiori ma più veloce). In battaglia (sia in mare che sulla terraferma) si presentano indossando elmetto, giaco di cuoio rinforzato e scudo, usando gli archi per tempestare le vittime, prima di gettarsi nella mischia con le asce.
{Neretvani_descr_short}Celebri pirati slavi, indossano elmetto, giaco di cuoio rinforzato e scudo, usando gli archi e le asce per la mischia.

{Uskoci}Uskoci
{Uskoci_descr}"In mezzo a tante sciagure, che affliggevano Venezia, la repubblica ebbe da stare continuamente in lotta contro gli uscocchi, pirati famosi, i quali avevano il loro principal nido nell'isola di Segna, nella Dalmazia austriaca. Costoro molestavano gravemente la navigazione del golfo, impedivano il commercio nazionale, predavano indistintamente le navi in cui s'abbattevano, sì dei Turchi che dei Veneziani."\n
Giuseppe Cappelletti, Storia della Repubblica di Venezia...\n\n
Questi cristiani "fuggiaschi" (in serbo-croato: "uskok", italianizzato in "uscocchi"), in gran parte Slavi sconfitti dagli invasori Ottomani, sono divenuti pericolosi pirati al servizio della Croazia e dell'Austria, compiendo razzie su tutta la costa dalmata veneziana nel XVI secolo. Gli uscocchi sono uomini di mare ma non disdegnano lo scontro a terra, presentandosi con giachi leggeri e vestiti alla turca. Muniti di pistoletti, costituiscono unità famigerate per la ferocia e la mancanza di disciplina; vivono solo per il saccheggio e la depredazione, perciò sono molto esperti nel combattimento corpo a corpo, dove sfoderano le asce.
{Uskoci_descr_short}Dotati di pistoletti, asce e armature leggere, gli uscocchi sono pirati noti per la loro ferocia e la mancanza di disciplina.
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