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Medieval 2 Total War
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Ultimo Aggiornamento: 14/05/2012 14:12
14/05/2012 14:10
 
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Principe

BANATO DI BOSNIA
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Milizia cittadina:
1- NO - village (villaggio)
2- Milicja (lancia corta) AOR town (borgo)
3- Kopljanici (lancia lunga) AOR large_town (cittadina)
4- Docasnici (picca) PEN city (città)
5- NO - large_city (metropoli)
richiede gilda:
6- NO - huge_city (megalopoli)

Fanteria feudale:
1- NO - village (forte)
2- Morlaci (ascia) AOR town (roccaforte)
3- Vojnici (roncone) AOR large_town (castello)
4- Vlastelica (alabarda) PEN city (fortezza)
5- NO - large_city (cittadella)

Cavalleria:
1- NO - village (villaggio o forte)
2- Sluge (spada) AOR town (borgo o roccaforte)
3- Štitonoše (giavellotti) AOR large_town (cittadina o castello)
4- Vitezi (lancia) PEN city (fortezza)
5- NO - large_city (cittadella)
5- NO - large_city (cittadella)
5- NO - large_city (cittadella)

Tiratori:
1- NO - village (villaggio o forte)
2- Strilci (arco) AOR town (borgo o roccaforte)
3- Sulicari (giavellotto) AOR large_town (cittadina o castello)
4- Musketir (pistola) PEN city (città)
5- NO - large_city (metropoli)

Marinai:
1- Neretvani PEN city (città)
2- Uskoci PEN large_city (metropoli)
3- NO - huge_city (megalopoli)

{Milicja}Milicja
{Milicja_descr}La "milicja" slava è costituita da paesani coscritti per la difesa di strade e borghi, o per rimpinguare i ranghi delle armate. Privi di addestramento, costoro provengono dalla feccia della società balcanica: vagabondi, disperati in cerca di soldo, briganti e assassini. Sono dotati al massimo di un giaco leggero in cuoio e di una lancia corta; a dispetto della scarsa armatura, il loro numero li rende utili in situazioni di difesa tra le mura, ma non ci si deve aspettare che resistano a lungo.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni croate, bosniache
{Milicja_descr_short}Milizia slava per la difesa di strade e borghi, o per rimpinguare i ranghi delle armate, armati di lance corte.

{Kopljanici}Kopljanici
{Kopljanici_descr}Formata da cittadini slavi liberi, questa milizia è munita di lancia lunga e cotta di maglia. Costoro sono lancieri (in slavo "kopljanici") reclutati in tempo di guerra nei distretti locali ("zupanija"), raggruppati in gruppi di un centinaio di uomini e comandati da un ufficiale ("satnik"), addetto al mantenimento dell'ordine pubblico in tempo di pace. Rappresentano un'unità utile per difendere insediamenti, strade e ponti. Possono anche partecipare alle battaglie campali, dove contengono le cariche della cavalleria con la loro formazione ad anello.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni croate, bosniache
{Kopljanici_descr_short}Lanceri slavi ben protetti da cotte di maglia, in grado di disporsi ad anello difensivo.

{Docasnici}Docasnici
{Docasnici_descr}Picchieri dotati di cotte e buone armature di piastre, costoro rappresentano l'elite dei lancieri croati. Introdotti nella seconda metà del XV secolo a imitazione dei picchieri svizzeri, non ne eguagliano l'abilità e la ferocia, ma in compenso vantano un'ottima armatura di piastre e possono tenere a lungo in formazione compatta.
{Docasnici_descr_short}Picchieri croati, dotati di buone protezioni di piastre.

{Morlaci}Morlaci
{Morlaci_descr}Venezia istituisce delle colonie di Morlacchi (slavi balcanici in fuga dagli Osmani) a Buie (1449), Salvore (1463) e Castelveneto (1476), iniziando l’opera di ripopolamento dell’Istria che prosegue nei secoli XVI e XVII. [...] L'Imperatore Federico III d'Asburgo ordina a Baldassarre Durer capitano di Trieste di cacciare dalle alture del territorio i Morlacchi ed i Croati, responsabili del disboscamento (13 III 1490)."\n
Cronaca friulana\n\n
I Morlacchi (in lingua croata "Morlaci") sono una popolazione appartenente al gruppo neolatino dei Valacchi (detti comunemente "Arumeni", "Vlachs" o "Vlasi"), stanziato nelle Alpi Dinariche: rudi pastori dei monti, offrono ai signori locali una leva feudale indisciplinata ma agguerrita, armata di asce e grandi scudi di pelle, con i quali creano muri di scudi. Il nome Morlacchi deriva da Mauro-Vlachs o Mavrovlachi, anche Nigri Latini in lingua latina, che significa "Valacchi Neri" (ossia del Nord, se si considera l'usanza dei turchi a nominare i punti cardinali con i colori). Questa etnia, distinta per lingua e costumi dagli Slavi fino al XIV secolo, è citata negli archivi croati e ragusei come popolo di origine valacca, dedito alla pastorizia nelle remote regioni montane dei Balcani; i quattro clan più consistenti dei Morlacchi (i Valacchi Bobanni, i Valacchi Malesevici, i Valacchi Gornji e i Valacchi Ridani) costituivano una quasi continua area etnico-linguistica che dall'Erzegovina raggiungeva la Valacchia. Tra il '300 e il '400, in seguito alla penetrazione turca nei Balcani, i Morlacchi si spostano progressivamente verso ovest, slavizzandosi completamente. Nella seconda metà del XV secolo alcuni gruppi Morlacchi si trasferiscono nell'area del Quarnero e dell'Istria, mescolandosi con pastori di lingua istrorumena e con gli ultimi Dalmati.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni friulane, croate, bosniache
{Morlaci_descr_short}Pastori di origine valacca, slavizzati nei costumi, armati di asce e grandi scudi di pelle, con i quali creano muri.

{Hajduci}Hajduci
{Hajduci_descr}Gli aiducchi (dall'ungherese "hajtók" ovvero "mandriani", oppure dal turco "haiduk" ossia "fanti ungheresi") costituiscono formazioni di combattenti croati, montenegrini, ungheresi, serbi e bulgari, tutti impegnati nella resistenza contro l'avanzata dei Turchi nei Balcani. Questi guerrieri balcanici hanno raggiunto grande fama di patrioti, rubando ricchezze ai Turchi invasori e devolvendone gran parte alla gente più povera. In realtà si tratta perlopiù di banditi che non si fanno scrupoli ad assalire i viandanti e i mercanti, o a vendersi come mercenari al miglior offerente: combattono non solo contro gli infedeli, ma contro chiunque sia il nemico del signore che assicura loro una buona paga. Gli aiducchi vengono quindi inquadrati in un sistema di reclutamento feudale per assicurare il controllo delle roccaforti, dei ponti, dei valichi e di ogni altro punto strategico: sono protetti da cotte di maglia e scudo, la loro arma tipica è la sciabola di origine turca, mentre l'ascia che talvolta portano appesa alla cinta non ha funzioni belliche.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni croate
{Hajduci_descr_short}Banditi balcanici, patrioti nella resistenza ai Turchi, armati di spada, scudo e cotta di maglia.

{Vlastelica}Vlastelica
{Vlastelica_descr}Questi veterani slavi si distinguono per esperienza ed equipaggiamento dal resto delle leve feudali: sono reclutabili in tutto il regno e percepiscono una mezzapaga anche in tempo di pace, rimanendo sempre in armi. Formano unità di fanteria d'èlite, composta in gran parte da uomini liberi ma non nobili, ai quali di aggiungono elementi della piccola nobiltà feudale decaduta, non abbastanza ricca da permettersi di combattere a cavallo. Il loro equipaggiamento prevede elmo, corazza di piastre e alabarda.
{Vlastelica_descr_short}Veterani slavi dotati di un ottimo equipaggiamento: elmo, corazza di piastre e alabarda.

{Sluge}Sluge
{Sluge_descr}Questi versatili servienti slavi (detti "sluge"), in genere giovani nobili alle prime armi, operano come cavalleggeri a supporto della vera cavalleria pesante. Formano squadre il cui compito è aggirare lo schieramento nemico, colpirlo ai fianchi, cercare di isolare i tiratori nemici e annientarli; vengono impiegati anche per contrastare la cavalleria nemica e per imprigionare i superstiti (o dare loro il colpo di grazia) dopo la carica dei cavalieri pesanti. Il loro equipaggiamento tipico prevede elmetto, giaco imbottito o brigantina, lancia leggera, spada per la mischia e scudo.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni croate, bosniache
{Sluge_descr_short}Versatili cavalleggeri slavi, dotati di elmetto, giaco imbottito o brigantina, lancia leggera, spada e scudo.

{Stitonosa}Stitonosa
{Stitonosa_descr}Quando i servienti slavi ("sluge") accumulano una certa esperienza sul campo, possono entrare a far parte dei ranghi degli scudieri ("stitonosa"), i quali operano a stretto contatto con i cavalieri: li accompagnano in battaglia e diventano parte integrante della "lancia" tipica del XV secolo, che per ogni "homo d'arme" prevede uno o due tiratori a cavallo. Mentre nella penisola italica prevale il balestriere montato, l'unità da tiro slava per eccellenza è composta da arcieri a cavallo, detti anche "pharetriarii". Essi cavalcano destrieri scoperti e combattono con un tipico equipaggiamento, che prevede elmetto, cotta o brigantina, arco e spada per la mischia.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni croate, bosniache
{Stitonosa_descr_short}Arcieri slavi a cavallo, con elmetto, cotta o brigantina e spada per la mischia

{Vitezovi}Vitezovi
{Vitezovi_descr}A partire dal XII secolo in Croazia si afferma il feudalesimo di stampo occidentale, e gradualmente si impone un tipo di cavalleria diverso da quello tradizionale slavo-magiaro. I "vitezi" o "vitezovi" (ossia cavalieri) sono uomini d'arme provenienti dall'aristocrazia fondiaria: essi hanno ottenuto feudi dal proprio sovrano, divenendo "vlastela" (cioè nobili) a tutti gli effetti, in cambio del giuramento di fedeltà e del servizio militare. I migliori tra questi cavalieri baccellieri (ossia portatori di uno scudo) vengono scelti per formare la squadra degli "stegonose", cavalieri banderesi che guidano la prima carica e proteggono il vessillo reale. Sul campo questi cavalieri feudali sfoggiano elmo, scudo, cotte e armature di piastre, mentre nella mischia sfoderano le spade.
{Vitezovi_descr_short}Cavalieri feudali slavi, dotati di elmo, scudo, cotte e armature di piastre.

{Strilci}Strilci
{Strilci_descr}Il nome "strilci" deriva dal termine proto-croato "strila", ossia "freccia". Questi tiratori sono infatti dotati di arco, una delle armi predilette dei fanti slavi; esperti in imboscate, sono agili e veloci e possono agire da buoni schermagliatori. Gli archi in loro possesso sono piuttosto semplici, economici e abbastanza precisi, ma non garantiscono né lunga gittata né grande forza di penetrazione. In ogni caso gli strilci sono arcieri esperti, essendo in gran parte cacciatori; vanno però tenuti lontano dalle mischie, essendo privi di protezioni e dotati solo di un piccolo scudo rotondo e di un coltellaccio.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni croate, bosniache
{Strilci_descr_short}Arcieri leggeri slavi, dotati di piccolo scudo rotondo e di un coltellaccio.

{Sulicari}Sulicari
{Sulicari_descr}I "sulicari" (da "sulica", antico giavellotto in uso presso le popolazioni slave) sono popolani slavi armati di giavellotti. Si tratta di una tradizionale arma slava, caduta in disuso dal XIV secolo, con il massiccio diffondersi delle balestre e delle prime forme di artiglieria leggera. Tuttavia i costi di produzione sono assai inferiori, perciò tra le classi meno abbienti coscritte nell'esercito croato esiste ancora un buon numero di uomini esperti nel lancio di giavellotti, in grado di infilzare al primo colpo un nemico ben più corazzato di loro. Buoni schermagliatori utili anche nelle mischie, essendo equipaggiati di buone cotte e di spade.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni croate, bosniache
{Sulicari_descr_short}Giavellottisti slavi, buoni schermagliatori, equipaggiati di buone cotte e di spade.

{Musketir}Musketir
{Musketir_descr}"Volesse Iddio che un tal diabolico strumento [l'archibugio] non fosse mai stato inventato: io non ne porterei i segni, e molti coraggiosi e valorosi uomini non sarebbero stati uccisi da codardi [archibugieri] che non avrebbero il coraggio di guardarli in faccia, striscianti a terra con i loro spregievoli proiettili."\n
Blaise de Montluc, maresciallo di Francia\n\n
Questi tiratori slavi sono chiamati "musketir" (ossia moschettieri) e sono considerati tra i migliori artiglieri del mondo cristiano. Dotati di moderne corazze di piastre, essi utilizzano una nuova arma da fuoco destinata a rimpiazzare, nel corso del XVI secolo, ogni altra concorrente, dallo scopetto all'archibugio: si tratta del moschetto, introdotto dagli Ottomani verso la fine del Quattrocento, che lo assegnarono in dotazione ai giannizzeri "tufekçi" (rimpiazzando così gli archibugieri turchi regolari, detti "topçu"). Essenzialmente il moschetto è un tipo di archibugio più pesante, capace di sparare un colpo che perforava le armature, anche se a breve distanza.
{Musketir_descr_short}Tiratori balcanici, dotati di corazze, spada e dell'ottimo moschetto di fabbricazione ottomana.

{Neretvani}Neretvani
{Neretvani_descr}"Queste due isole [Curzola e Lesina] occupate dai Narentani [Neretvani] formavano il principale asilo de' pirati, e servirono di deposito al ricco bottino delle loro ruberie [...] Orseolo [ammiraglio veneziano], che avea lo scopo di liberare per sempre il mare dalle scorrerie de' pirati, non potè lasciare in balia di fieri nemici questi due importanti punti. Dopo breve tempo furono prese le due isole [...] finchè i crudeli pirati vennero da lui implorare misericordia [...] In tal guisa dopo 150 anni di turpe brigantaggio l'Adriatico per opera di Orseolo II fu liberato da que' tristissimi pirati."\n
Mattes Nicolich, Storia documentata dei Lussini\n\n
Celebri pirati slavi, i Neretvani o Narentani fondarono nel IX secolo un principato alla foce del fiume Narenta (da cui il loro nome), prosperando grazie ad arrembaggi e depredazioni. Inizialmente pagani, la regione dalmata su cui si stanziarono prese il nome di "Pagania" almeno fino alla fine del IX secolo, quando si convertirono al cristianesimo. Dopo aver sconfitto i Veneziani nel 887 uccidendo il Doge Pietro I Candiano (l'unico doge morto in battaglia), i Neretvani fecero di Venezia un tributario per più di un secolo, fino al 998, quando vennero sconfitti dall'esercito del Doge Pietro Orseolo II. La pirateria in ogni caso si protrasse, su scala ridotta, fino al XV secolo. Nel frattempo il principato aveva cessato di esistere e i Neretvani erano stati assoggettati dai Croati, i quali tuttavia non interferirono più di tanto con i loro affari. I Neretvani usavano due tipi di navi: la sagena (simile alla nave lunga vichinga) e la kondura (di stazza e capienza inferiori ma più veloce). In battaglia (sia in mare che sulla terraferma) si presentano indossando elmetto, giaco di cuoio rinforzato e scudo, usando gli archi per tempestare le vittime, prima di gettarsi nella mischia con le asce.
{Neretvani_descr_short}Celebri pirati slavi, indossano elmetto, giaco di cuoio rinforzato e scudo, usando gli archi e le asce per la mischia.

{Uskoci}Uskoci
{Uskoci_descr}"In mezzo a tante sciagure, che affliggevano Venezia, la repubblica ebbe da stare continuamente in lotta contro gli uscocchi, pirati famosi, i quali avevano il loro principal nido nell'isola di Segna, nella Dalmazia austriaca. Costoro molestavano gravemente la navigazione del golfo, impedivano il commercio nazionale, predavano indistintamente le navi in cui s'abbattevano, sì dei Turchi che dei Veneziani."\n
Giuseppe Cappelletti, Storia della Repubblica di Venezia...\n\n
Questi cristiani "fuggiaschi" (in serbo-croato: "uskok", italianizzato in "uscocchi"), in gran parte Slavi sconfitti dagli invasori Ottomani, sono divenuti pericolosi pirati al servizio della Croazia e dell'Austria, compiendo razzie su tutta la costa dalmata veneziana nel XVI secolo. Gli uscocchi sono uomini di mare ma non disdegnano lo scontro a terra, presentandosi con giachi leggeri e vestiti alla turca. Muniti di pistoletti, costituiscono unità famigerate per la ferocia e la mancanza di disciplina; vivono solo per il saccheggio e la depredazione, perciò sono molto esperti nel combattimento corpo a corpo, dove sfoderano le asce.
{Uskoci_descr_short}Dotati di pistoletti, asce e armature leggere, gli uscocchi sono pirati noti per la loro ferocia e la mancanza di disciplina.



REPUBBLICA DI RAGUSA-ANCONA
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Milizia cittadina:
1- NO - village (villaggio)
2- Plebei (lancia corta) AOR town (borgo)
3- Cives (lancia lunga) AOR large_town (cittadina)
4- Falangiti (picca) PEN city (città)
5- NO - large_city (metropoli)
richiede gilda:
6- NO - huge_city (megalopoli)

Fanteria feudale:
1- NO - village (forte)
2- Targhieri (spada) AOR town (roccaforte)
3- Cerne (spiedo) AOR large_town (castello)
4- Guardia Rectoris (alabarda) PEN city (fortezza)
5- NO - large_city (cittadella)

Cavalleria:
1- NO - village (villaggio o forte)
2- Barabanti (lancia) AOR town (borgo o roccaforte)
3- Tjose (giavellotto) AOR large_town (cittadina o castello)
4- Gospari (lancia) PEN city (fortezza)
5- NO - large_city (cittadella)
5- NO - large_city (cittadella)
5- NO - large_city (cittadella)

Tiratori:
1- NO - village (villaggio o forte)
2- Arcieri Ragusei (arco) AOR town (borgo o roccaforte)
3- Balistari Anconetani (balestra) AOR large_town (cittadina o castello)
4- Sclopeteri (pistola) PEN city (città)
5- NO - large_city (metropoli)

Marinai:
1- Falila (spada) PEN city (città)
2- Sifonari (sifone) PEN large_city (metropoli)
3- Corsari Anconetani (alighiero) - huge_city (megalopoli)

{Plebei}Plebei
{Plebei_descr}Le società delle repubbliche marinare adriatiche di Ragusa ed Ancona si suddividono rigidamente in tre classi: nobili, cittadini e plebei, alle quali va poi aggiunta la folta schiera di prigionieri (galeotti). La servitù venne abolita a Ragusa nel 1418. I plebei sono gente povera dei borghi, coscritti nelle milizie locali per la difesa di strade e insediamenti, o per rimpinguare i ranghi delle armate. Addestrati quanto basta e dotati di lance corte e scudo, a dispetto della scarsa armatura in cuoio risultano utili in situazioni di difesa, purché non ci si aspetti che resistano a lungo in campo aperto.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni ragusee, marchigiane
{Plebei_descr_short}Si tratta di gente povera dei borghi, coscritti nelle milizie locali, armati di lance corte.

{Cives}Cives
{Cives_descr}Le società delle repubbliche marinare adriatiche di Ragusa ed Ancona si suddividono rigidamente in tre classi: nobili, cittadini e plebei, alle quali va poi aggiunta la folta schiera di prigionieri (galeotti). La servitù venne abolita a Ragusa nel 1418. I cittadini ("cives") sono in gran parte membri della media borghesia ragusea-anconetana, mercanti in grado di permettersi buone armature qualora vengano reclutati come miliziani per la difesa degli insediamenti. Combattono come lancieri medi, dotati di cotta e lancia lunga: costituiscono un'efficace schermo contro la cavalleria, essendo in grado di disporsi ad anello difensivo. \n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni ragusee, marchigiane
{Cives_descr_short}Lanceri medi reclutati tra i liberi cittadini, dotati di cotte e lance lunghe, in grado di disporsi ad anello difensivo.

{Falangiti}Falangiti
{Falangiti_descr}Il picchiere è un punto fermo delle guerre tardomedievali. Questi picchieri, dotati di buone protezioni e ragionevole addestramento, sono in grado di tenere egregiamente una posizione difensiva. La corazza di piastre li protegge dai tiratori, rendendoli praticamente invulnerabili; la loro marcia può essere bloccata solo mediante la carica di una cavalleria d'elite, ma anche questo espediente potrebbe risultare inutile... La sola speranza per i nemici è disporre di una schiera di picche altrettanto temeraria.
{Falangiti_descr_short}Picchieri dotati di corazze, in grado di contrastare con successo quasi ogni tipo di cavalleria.

{Targhieri}Targhieri
{Targhieri_descr}Molti di questi soldati, noti come "targhieri", "pavesari" o palvesai" (da "targa" e "pavese", i nomi degli scudi), rappresentano una tipica milizia italica, destinata a proteggere i tiratori (balestrieri o archibugieri) con i loro grandi scudi. Composti da popolani e rustici, i targhieri non possono permettersi cotte o armature di piastre, dovendo accontentarsi di giachi di cuoio rinforzati. Rappresentano una truppa a basso costo armata di spada e in grado di formare il muro di scudi: è un buon espediente contro l'irruenza della fanteria nemica, ma non reggerebbe di fronte alla carica della cavalleria pesante.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni ragusee, marchigiane, emiliane-romagnole
{Targhieri_descr_short}Indossano giachi leggeri e sono muniti di spada e pavese, con le quali formano il muro di scudi.

{Cerne}Cerne
{Cerne_descr}"[Sigismondo Pandolfo Malatesta] compie alcune scorrerie nel forlivese con il fratello; batte nei pressi di Ronco, con 500 cavalli e molte cernite, le milizie di Antonio Ordelaffi. [...] Ospita il suocero a Gradara e lo aiuta contro pontifici ed aragonesi. Esce da Rimini con 1600 cavalli e 400 fanti; si porta ad Jesi ed invia 800 cernite alla guardia di Forlì."\n
Cronaca riminese del XV secolo\n\n
"Venne il conte di Urbino, e messer Federico alla guardia di Pesaro con cavalli dugento, e cerne trecento."\n
Abate Giuseppe Colucci, Antichità Picene, tomo XII\n\n
Analogamente alle celebri cernide veneziane al comando del Doge, anche altri sovrani delle signorie adriatiche possono avvalersi di una leva contadina scelta, per il controllo delle campagne e dei castelli: si tratta delle "cerne" (come vengono chiamate in terra di Romagna e Marche) o "craine" (nome in uso in Dalmazia). Queste truppe coscritte possono essere schierate piuttosto velocemente, al contrario dell'esercito tradizionale; il loro armamento (essenzialmente celate, morioni, corsaletti a difesa e ronconi, spiedi o picche a offesa), nonché tutte le altre spese accidentali, sono imputati ai contadi di provenienza. Questi fanti rustici si rivelano adatti alla difesa degli insediamenti (ovvero delle loro stesse case) ma si rivelano piuttosto inaffidabili e indisciplinati sul campo di battaglia.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni romagnole, marchigiane, dalmate
{Cerne_descr_short}Fanti rustici delle regioni Adriatiche, armati di roncone e dotati di solide cotte di maglia.

{Guardia_Rectoris}Guardia Rectoris
{Guardia_Rectoris_descr}Il "rettore" è la principale figura politica nelle repubbliche marinare di Ancona e Ragusa, con poteri paragonabili a quelli del Doge di Venezia, sebbene la durata del suo mandato sia limitata nel tempo a qualche anno. Per assicurare la protezione del rettore e delle principali fortezze della Repubblica viene schierata una guardia del corpo composta da soli nobili, scelti tra i membri più fedeli delle varie casate aristocratiche. Questa "guardia rectoris" sfoggia un equipaggiamento d'èlite, anche se vagamente antiquato, ispirato alla celebre guardia variaga dell'Impero Bizantino: elmo conico, armatura a scaglie e terribile ascia a due mani, che sanno brandire con allarmante abbandono, facendo a pezzi i nemici della repubblica.
{Guardia_Rectoris_descr_short}Guardia scelta per la protezione del rettore e delle fortezze, dotata di elmo conico, armatura a scaglie e terribile ascia a due mani.

{Barabanti}Barabanti
{Barabanti_descr}"Perciò re Mathia [Corvino] mandò un ambasciatore a Skenderbegh; il quale per ordine regio passò per Ragusa [...] Questi erano venuti con una grossa mano di barabanti, alli quali fu dato albergo fuori della città."\n
\n\n
I "barabanti" (il loro nome deriva probabilmente da "trabanten", termine tedesco che designa le truppe di scorta personale) sono truppe straniere al soldo della Repubblica, in buona parte composte da soldataglia croata, tedesca e ungara; tutti debbono essere cattolici, per ordine del "consilium rogatorum". Si presentano in forma di cavalleria leggera e vengono schierati a difesa degli insediamenti o per pattugliare strade e coste; se occorre, possono essere dispiegati sul campo di battaglia a supporto della fanteria e della cavalleria pesante. Il loro equipaggiamento prevede elmetto, giaco protettivo per il busto, scudo alato; la loro arma prediletta e la spada schiavona.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni ragusee
{Barabanti_descr_short}Soldataglia composta da stranieri croati, tedeschi e ungari, in forma di cavalleria leggera, dotati di spada schiavona e scudo alato.

{Tjose}Tjose
{Tjose_descr}I "tjose" sono cavalleggeri ragusini reclutati dai popoli Balcanici dell'entroterra, paragonabili agli stradiotti veneziani, con i quali si misurano spesso in tattiche di schermaglia. In ogni caso i tjose non godono della stessa reputazione degli stradiotti, essendo meno esperti di guerra e più deboli nel corpo a corpo, perciò si sono specializzati nel tiro con l'arco dalla distanza. Oltre all'arco e al piccolo scudo, sono dotati di cotta di maglia e di spada per la mischia.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni ragusee
{Tjose_descr_short}Arcieri a cavallo, buoni schermagliatori, dotati di cotta leggera e spada per il corpo a corpo.

{Gospari}Gospari
{Gospari_descr}I "Gospari", rappresentanti delle antiche famiglie aristocratiche ragusee, finanziano un'unità di cavalleria ben addestrata e disciplinata. Eccezionalmente corazzati tanto i cavalieri quanto i cavalli, essi ignorano le frecce degli assalitori e sul campo di battaglia combattono con lancia e mazza in modo formidabile; sono reclutati solo nelle principali fortezze della Repubblica Ragusea.
{Gospari_descr_short}Coperti da armature molto pesanti e muniti di lance e mazze, sono ancora truppe formidabili, per quanto datate.

{Arcieri_Ragusei}Arcieri ragusei
{Arcieri_Ragusei_descr}Da secoli vi è una solida alleanza tra le repubbliche marinare di Ancona e Ragusa, mirata all'indebolimento dell'incontrastato dominio veneziano nell'Adriatico. L'amicizia tra questi due popoli, che prevede accordi commerciali e di mutuo soccorso economico, è sugellata dal servizio militare scambiato dalle rispettive unità: i Ragusei in terra marchigiana si organizzano per offrire al Rettore un esperto corpo di arcieri, dotati di elmetti, giachi protettivi e spada per la mischia. I loro archi, studiati per la guerra in mare, sono molto efficaci contro avversari poco protetti.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni ragusee, marchigiane
{Arcieri_Ragusei_descr_short}Un arciere raguseo è armato di un arco, di spada ed è dotato di elmetto e giaco protettivo.

{Balistari_Anconetani}Balistari anconetani
{Balistari_Anconetanii_descr}Da secoli vi è una solida alleanza tra le repubbliche marinare di Ancona e Ragusa, mirata all'indebolimento dell'incontrastato dominio veneziano nell'Adriatico. L'amicizia tra questi due popoli, che prevede accordi commerciali e di mutuo soccorso economico, è sugellata dal servizio militare scambiato dalle rispettive unità: gli Anconetani in terra ragusea si organizzano per offrire al Rettore un esperto corpo di balestrieri, dotati di cotte leggere e spada per la mischia. Pur essendo un'arma relativamente facile da usare, la balestra lascia l'utilizzatore molto vulnerabile durante la lenta fase di ricarica. Per questo costoro portano grandi scudi (detti "pavesi") sulle spalle, con cui difendersi durante il processo. \n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni ragusee, marchigiane
{Balistari_Anconetanii_descr_short}Queste truppe anconetane portano spade e grandi scudi con cui proteggersi durante la lenta fase di ricarica delle balestre.

{Sclopeteri}Sclopeteri
{Sclopeteri_descr}Gli "sclopeteri" rappresentano le truppe addestrate all'uso delle primitive armi da fuoco leggere, gli schioppetti o scopetti (detti variamente "sclopeti", "sclopi", "manesche"). Chiamati "cannoncini a braccio" per distinguerle dai pezzi di artiglieria, gli schioppetti sono la forma più antica di arma da fuoco individuale: la loro presenza sembra sia stata segnalata nel 1284 in occasione della difesa di Forlì da parte di Guido da Montefeltro; si tratta però di una testimonianza isolata e quindi alquanto sospetta, i primi dati sicuri sono successivi di mezzo secolo dopo. Queste armi consistono di un rudimentale tubo metallico montato su un pezzo di legno e dotato di un primitivo meccanismo di fuoco (innesco di ferro roscaldato); il tutto in una foggia tale che praticamente non consente di mirare. Armi simili causavano più timore che danni reali alle truppe nemiche, scosse dal frastuono e dal fumo generati durante lo sparo. Data la loro scarsa gittata, i pistolieri necessitano di corazzine, che indossano sotto le stravaganti vesti tipiche dei volontari della "compagnia della calza", e di buone capacità in corpo a corpo, dove sfoderano la spada corta a lama larga, detta "cinquedea".
{Sclopeteri_descr_short}Data la scarsa gittata delle armi di cui dispongono, le prime armi da fuoco individuale, i pistolieri devono essere preparati al corpo a corpo.

{Falila}Falila
{Falila_descr}"Con il termine "falila" si indicano, nelle Repubbliche adriatiche, i rematori delle navi: si tratta di una rude ciurma coscritta per le galere da guerra, talvolta paragonata ai "galeotti" o agli "scapoli" veneziani. [...] Questa unità è composta da uomini di basso ceto sociale."\n
Cronaca ragusea, XVI secolo\n\n
Così come i Veneziani possono avvalersi dei galeotti o degli scapoli come fanteria di marina, anche le repubbliche di Ancona e Ragusa ricorrono sovente a un corpo specializzato, quello dei "falila". Tra le loro fila si trovano uomini avvezzi alla dura vita del marinaio, esperti nell'arte nautica come in quella bellica: nell'Adriatico del XV secolo, infatti, non sono rari gli incontri con pirati narentani, uscocchi o corsari turchi. Quando la loro imbarcazione viene attaccata, o quando sono loro stessi a dare l'assalto al legno nemico, i falila lasciano i remi e impugnano la fedele spada schiavona. La loro ferocia compensa la scarsa disciplina.
{Falila_descr_short}I falila, armati di spada, sono truppe impiegati sia sulle navi che nella difesa dei porti e degli insediamenti costieri.

{Sifonari}Sifonari
{Sifonari_descr}Il lanciafiamme greco ("cheirosiphones") è una delle armi più terrificanti del mondo medievale. I primi ad utilizzarlo in battaglia furono i Romei durante le battaglie navali, ma ben presto fece la sua comparsa anche durante le battaglie sulla terraferma, durante gli assedi, in difesa delle mura (usati per distruggere le torri d'assedio nemiche). Costituito da una piccola pompa a mano connessa ad un contenitore, è capace di spruzzare fuoco liquido (chiamato dai Latini "fuoco greco") che brucia anche sott'acqua e aderisce al suo obiettivo, risultando quasi impossibile da estinguere.
{Sifonari_descr_short}Una devastante e spaventosa arma che spara fuoco liquido. È costituito da una pompa a mano connessa ad un contenitore.

{Corsari_Anconetani}Corsari Anconetani
{Corsari_Anconetani_descr}Gente di mare dalla più disparata estrazione sociale (marinai, pescatori, ma anche portolotti, disoccupati in cerca di soldo, volontari patrioti), priva dell'esperienza "bellica" e della professionalità degli arsenalotti veneziani ma comunque coraggiosa e competente di arte nautica quanto basta, questa marmaglia si rivela molto utile per la guerra di corsa. Concorrendo anche alla difesa della navigazione in ausilio le batterie costiere, non era occasionale che i corsari anconetani sbarcassero per dar man forte alle guarnigioni locali; comunque, ciò che più spingeva alla lotta questi "mercenari del mare" era la preda e la "parte" di loro spettanza, determinata da appositi decreti e regolamenti: si andava, ad esempio, dalle dodici parti spettanti al capitano fino alla mezza spettante al mozzo, mentre un terzo del ricavato andava all'erario e qualcosa restava anche per la cassa degli invalidi di marina. Indossano cappelli, camicia e pantaloni bianchi, cinturone di cuoio, stivaletti; alla cintola tengono una pistola, mentre l'arma tipica per l'arrembaggio è l'alighiero, arma-attrezzo in asta più comunemente conosciuta come mezzo marinaio.
{Corsari_Anconetani_descr_short}Corsari anconetani, dotati di protezioni leggere, pistola e alighiero per l'assalto.
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