È soltanto un Pokémon con le armi o è un qualcosa di più? Vieni a parlarne su Award & Oscar!

 

 

 

 

 

 

 

Medieval 2 Total War
Discussione generale sul videogioco Medieval 2 : Total War
Cattedra
Guide & Tutorial a cura dei maggiori esperti di modding
Medieval 2 Total War Cantiere
Progettazione di Mod relativi al videogame Medieval 2 Total War

 

 

Nuova Discussione
Rispondi
 
Stampa | Notifica email    
Autore

Roster Restyle

Ultimo Aggiornamento: 14/05/2012 14:12
14/05/2012 14:10
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
OFFLINE
Post: 21.194
Registrato il: 10/02/2007
Principe

DUCATO DI URBINO
----------------

Milizia cittadina:
1- NO - village (villaggio)
2- Pedoni Pesaresi (lancia corta) AOR town (borgo)
3- Lanzelonghe (lancia lunga) AOR large_town (cittadina)
4- Piquieri (picca) PEN city (città)
5- NO - large_city (metropoli)
richiede gilda:
6- Scrimatori Pisani (spadone) PRO huge_city (megalopoli)

Fanteria feudale:
1- NO - village (forte)
2- Targhieri (spada) AOR town (roccaforte)
3- Fanti Feltreschi (spiedo) AOR large_town (castello)
4- Famuli (alabarda) PEN city (fortezza)
5- NO - large_city (cittadella)

Cavalleria:
1- NO - village (villaggio o forte)
2- Ribaldi (lancia corta) AOR town (borgo o roccaforte)
3- Pilliardi (giavellotto) AOR large_town (cittadina o castello)
4- Corazze Ducali (lancia) PEN city (fortezza)
5- NO - large_city (cittadella)
5- NO - large_city (cittadella)
5- NO - large_city (cittadella)

Tiratori:
1- NO - village (villaggio o forte)
2- Arcieri de Valmetauro (arco) AOR town (borgo o roccaforte)
3- Balistari Egubini (balestra) AOR large_town (cittadina o castello)
4- Spingardieri (pistola) PEN city (città)
5- NO - large_city (metropoli)

Marinai:
1- NO - large_city (metropoli)
2- NO - huge_city (megalopoli)

{Giotoni}Giotoni
{Giotoni_descr}"Uno povero homo [...] per paura di la guerra, conducendo certe sue massaritie dal territorio mirandolese nel territorio mantuano, fu assaltato per la strada da certi giotoni et spogliato insino a la camisa, et tolta gli fu tucta la roba che lui conducea."\n
Carte sciolte, Ludovico Garardini a Ercole I d'Este, 1483\n\n
I "giotoni" sono razziatori al soldo dei signori di Emilia e Romagna dalla metà del XV secolo. Si tratta di marmaglia dei borghi locali, feccia della comunità urbana, che vive perlopiù di furti e di espedienti poco leciti; a volte si riuniscono in piccole bande e vengono ingaggiati come "mediatori" (messeti, sprochoni, iotoni) da mercanti stranieri in viaggio lungo il litorale adriatico per comprare il sale, costituendo di fatto una guardia personale dell'acquirente. In tempo di guerra, questa disordinata ma feroce accozzaglia, priva di protezioni e armata solo di corte lance, viene coscritta nell'esercito per organizzare agguati e saccheggi ai danni dei nemici invasori o dei disertori che tradiscono.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni emiliano-romagnole
{Giotoni_descr_short}Feccia della comunità urbana locale, disordinata ma feroce accozzaglia, priva di protezioni e armata solo di corte lance.

{Lanzelonghe}Lanzelonghe
{Lanzelonghe_descr}"Pedites cum lanceis longis, che poscia furono nominati picchieri."\n
Lodovico Antonio Muratori\n\n
Già dal XIII secolo la lancia delle milizie italiche divenne più lunga, tanto da esser definita "longa lancea" per differirla dalle precedenti in uso. La posizione del fante appariva ovviamente la più rischiosa, dovendo con scudo e corpo resistere all’urto nemico; perdipiù la fuga gli era preclusa, combattendo appiedato. Questi miliziani cittadini sono stati addestrati nell'uso della lancia lunga e, a differenza delle milizie inferiori, sanno difendersi bene da una carica di cavalleggeri, ma soccomberebbero di fronte alla cavalleria pesante. Combattono utilizzando la tecnica della difesa ad anello e sono protetti da cotta di maglia e dal caratteristico scudo allungato (ovale o a mandorla).\n\nUNITA' AOR: reclutabile nelle regioni italiche
{Lanzelonghe_descr_short}Miliziani italici dotati di lancia lunga e cotte di maglia, sono ben addestrati e possono formare una difesa ad anello.

{Piquieri}Piquieri
{Piquieri_descr}"Pedites cum lanceis longis, che poscia furono nominati picchieri."\n
Lodovico Antonio Muratori\n\n
Sebbene la "lanzalonga" (lancia lunga fino a 3-4 metri) sia in uso nelle milizie italiche fin dal XIII secolo, è solo dalla fine del '400 che i picchieri diventano un punto fermo delle guerre rinascimentali. Prendendo a modello i celebri mercenari svizzeri, questi italici usano picche (lunghe fino a 5-6 metri) anzichè lanzelonghe, e si muovono in formazioni molto più dinamiche che in passato, attribuendo alle schiere di picchieri un ruolo più attivo e offensivo. Tutto ciò richiede molta più organizzazione e addestramento dei semplici lancieri; se a questo si aggiungono i costi dell'equipaggiamento (i picchieri sfoggiano leggere e moderne corazze a piastre d'acciaio) si intuisce che reclutare un'unità di questo tipo è tutt'altro che economico.
{Piquieri_descr_short}Picchieri italici, dotati di leggere e moderne corazze d'acciaio, in grado di contrastare con successo quasi ogni tipo di cavalleria.

{Targhieri}Targhieri
{Targhieri_descr}Molti di questi soldati, noti come "targhieri", "pavesari" o palvesai" (da "targa" e "pavese", i nomi degli scudi), rappresentano una tipica milizia italica, destinata a proteggere i tiratori (balestrieri o archibugieri) con i loro grandi scudi. Composti da popolani e rustici, i targhieri non possono permettersi cotte o armature di piastre, dovendo accontentarsi di giachi di cuoio rinforzati. Rappresentano una truppa a basso costo armata di spada e in grado di formare il muro di scudi: è un buon espediente contro l'irruenza della fanteria nemica, ma non reggerebbe di fronte alla carica della cavalleria pesante.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni ragusee, marchigiane, emiliane-romagnole
{Targhieri_descr_short}Indossano giachi leggeri e sono muniti di spada e pavese, con le quali formano il muro di scudi.

{Fanti_Feltreschi}Fanti Feltreschi
{Fanti_Feltreschi_descr}"Nella seconda parte del secolo [XIV], tra le file dell'esercito napoletano [...] erano già presenti pedoni armati alla leggera da utilizzare nelle schermaglie [influenza aragonese]. Tesaurizzando questi elementi, Braccio [Fortebraccio da Montone] e lo Sforza [Francesco], pur conservando le vecchie tipologie di fanti [lancieri, pavesari, tiratori], introdussero un tipo nuovo di soldato a piedi, armato di scudo ovale, corta arma ad asta e spada, il cui ruolo era di operare a stretto contatto con la cavalleria. [...] La celerità aumentò anche durante le marce, in quanto invalse l'abitudine di far cavalcare i fanti durante gli spostamenti."\n
Archivio Lombardo\n\n
Sin dal declino delle vecchie milizie urbane comunali, agli stati italici settentrionali venne a mancare una tradizione di fanteria paragonabile a quella degli arcieri inglesi o dei picchieri svizzeri. Ma come reazione alla guerra del '400 nella campagna marchigiana, con la sua rete di fiumi e monti, comparve un nuovo tipo di fanteria, cioè il fante con spada (o lancia corta) e scudo ovale. Equipaggiato alla leggera e addestrato per il combattimento offensivo, rispecchiava un certo tipo di fanteria spagnola, che aveva preso a sua volta come modello i montanari musulmani di Granada. Nell'affermazione di questo nuovo tipo di fanteria fu decisiva l'esperienza bellica di Braccio da Montone, che aveva combattuto a lungo contro gli Aragonesi nel meridione.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni marchigiane
{Fanti_Feltreschi_descr_short}Queste truppe, dotate di spade e scudi ovali, sono equipaggiate alla leggera e addestrate per il combattimento offensivo.

{Famuli}Famuli
{Famuli_descr}"[Ai castellani senesi] Masso di Giovanni di Credi, ser Giovanni di Niccolò di Guido e Leonardo di Meo di Niccolò, in carica per tre mesi [...], vengono inviati quattro famuli [giovani con mansione di guardie], che riceveranno in tutto 39 lire per i soliti tre mesi."\n
Documento senese del XV secolo\n
"Quattro banditori [...] rendono pubbliche sentenze e proclami del Governo ed effettuano i pignoramenti a danno di chi non pagasse le tasse [...] in quest’ultimo caso sono assistiti da famuli, servitori [...] armati."\n
Documento lughese del XV secolo\n
"La partigiana, pure volgarmente detta, è un ‘arma d’offesa che sempre fa parte delle armi in asta, e può raggiungere [un ‘altezza di] poco maggiore di un uomo con la mano sollevata..."\n
Pietro Monte, Collectanea, Libro I
Dalle pianure emiliane alle campagne toscane, i signori feudali e i funzionari locali ricorrono spesso alla coscrizione dei "famuli", giovani e vigorosi soldati, generalmente provenienti dalle famiglie dei piccoli proprietari terrieri, possessori di feudi indiretti (valvassori o valvassini). Essi sono impiegati per presidiare fortezze e castelli, come guardia del corpo dei loro signori, come assistenti armati al servizio degli ufficiali esattori. Sebbene non abbiano ancora maturato grande esperienza nel mestiere delle armi, possono comunque cavarsela egregiamente sia in difesa di un insediamento che in campo aperto, grazie alla buona dotazione di cui il loro signore li equipaggia: l'armamento prevede elmo di ferro, corazza di piastre e partigiana, ovvero il tipico spiedo "alla bolognese". Lo "status" di guardia del corpo, con i privilegi che esso comporta, è solitamente esposto con orgoglio da questi giovani soldati, che sfoggiano un costoso mantello.
{Famuli_descr_short}Dotati di elmo, corazze e partigiana, questi giovani e vigorosi soldati sono utili per guarnigioni e per rafforzare le fila di un'armata.

{Ribaldi}Ribaldi
{Ribaldi_descr}"[I ribaldi] erano come gli Usseri de' tempi nostri, perchè qua e là scorrendo spiavano gli andamenti de' nemici, specialmente bottinavano, e intervenivano anche ai fatti d'arme. [...] Veggonsi anche nelle vecchie memorie nominati garciones [...] Né questo nome fu molto diverso da quello di ragazzi [...] Erano anche chiamati famigli.\n
Lodovico Antonio Muratori\n\n
I "ribaldi" costituiscono una cavalleria popolana armata alla leggera, con lance corte e mazze; privi di protezioni pesanti, indossano solo un giaco di cuoio e un elmetto. Essi accompagnano la cavalleria pesante (gli "armigeri") in battaglia, effettuano incursioni in territorio nemico, mentre in tempo di pace sono utili per sorvegliare le campagne.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni marchigiane
{Ribaldi_descr_short}Cavalleria popolana armata alla leggera, con lance corte e mazze, utile per effettuare incursioni in territorio nemico.

{Pilliardi}Pilliardi
{Pilliardi_descr}"Il duca di Spoleto [...] prendeva condotta regolare di armigeri e lance a cavallo, con caporalii armati da capo a pie, e con pilliardi muniti di panziera, petto, celata e lancia con arco o balista."\n
Archivio spoletino\n\n
"Chiamavansi i fanti con vari nomi, secondo i tempi e i luoghi e le armi usate. Berrovieri, tavolaccini, palvesari, pilliardi, saccardi ("pilliars" in Francia): zaffoni, e volgarmente valdani venian chiamati i ribaldi che s'accostavano agli eserciti unicamente per bottinare".\n
Luigi Cibrario, Della economia politica del Medioevo\n\n
I "pilliardi" sono soldati utilizzati per pattugliare insediamenti, strade, ponti e per effettuare rapide incursioni in territorio nemico. Si tratta generalmente di cavalleria leggera, anche se sono talora indicati come fanti (in questi casi solo per distinguerli dai veri cavalieri: ovvero si presumono come fanteria montata), dotati di qualche arma da tiro: arco, giavellotti o più spesso balestra. Per proteggersi dispongono di celata e pancera, mentre come arma da mischia usano la lancia leggera.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni romagnole, marchigiane
{Pilliardi_descr_short}Cavalleggeri dotati di cotta leggera, scudo, giavellotti e lancia leggera, costoro si comportano da feroci schermagliatori.

{Compagnia_Feltria}Compagnia Feltria
{Compagnia_Feltria_descr}"La Compagnia Feltria era quella che più da vicino proteggeva il Conte Federico, i suoi fidi, gli uomini che lui conosceva fin da bambino: era composta da balestrieri della Massa Trabaria, suo primo feudo."\n
Cronaca urbinate, XV secolo\n\n
La "Compagnia Feltria" costituisce la cavalleria pesante in forza alla Contea (poi Ducato) d'Urbino ed è al comando diretto della famiglia Montefeltro che ne regge la signoria. Fondata da Federico I da Montefeltro, questa compagnia è costituita dai fedelissimi del sovrano e sfoggia un equipaggiamento degno dei migliori armigeri: elmo, corazza di piastre, lancia e balestra. Questi balestrieri sono detti "corazze del duca" e provengono quasi tutti dalla Massa Trabaria, boscosa regione appenninica nel cuore del Montefeltro, patria natale di Federico I.
{Compagnia_Feltria_descr_short}Cavalieri feltreschi d'èlite, dotati di elmo, corazza di piastre, lancia e balestra.

{Arcieri_de_Valmetauro}Arcieri de Valmetauro
{Arcieri_de_Valmetauro_descr}"Il valore di questi tiratori è stato tramandato da un avvenimento nel quale, per la destrezza, il coraggio e la velocità di un giovane arciere, Marco Risi di Fossombrone, fu salva la vita del conte [di Urbino, Federico da Montefeltro].\n
Cronaca Marchigiana, XV secolo\n\n
Queste bande di arcieri sono composte in gran parte da banditi, briganti e boscaioli delle selve tra Mondavio e Fossombrone, nella media Valmetauro. Privi di protezioni pesanti, indosano un semplice giaco leggero di cuoio, un elmetto e un mantello per nascondersi nei boschi e tendere agguati; le loro armi sono un semplice arco e una daga per la mischia, che naturalmente prefericono evitare.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni marchigiane
{Arcieri_de_Valmetauro_descr_short}Bande silvestri di arcieri provenienti dalla media Valmetauro, abili a nascondersi e tendere agguati, dotati di archi semplici e daghe per la mischia.

{Balistari_Eugubini}Balistari eugubini
{Balistari_Eugubini_descr}"A Col di Battaglia [i balestrieri eugubini], adunati al suono della civica campana, diedero alla città di Gubbio la più grande vittoria [...], fugando una Lega di undici città, tra cui la temutissima Perugia."\n
Cronaca eugubina del XIV secolo\n\n
L'origine dei Balestrieri in Gubbio fu causata dalla necessità di avere uomini pronti e adatti a servire la "commune". Si formarono così le "Compagnie del popolo" o "Societas Armorum" e la "Societas Balisteriorum" che si mantennero sino all'epoca della signoria dei Montefeltro. Il libero Comune ebbe così il suo corpo di balestrieri, una compagnia dei quali era adibita a scortare e difendere i magistrati cittadini, dotata di scudo pavese, cotta di maglia e daga per la mischia. Innumerevoli furono gli episodi di valore riportati dalle cronache eugubine a testimonianza della tenacia e delle virtù militari di quei balestrieri.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni umbre
{Balistari_Eugubini_descr_short}Unità di bravi balestrieri italiani, protetti da cotta di maglia e scudo pavese, dotati di daga per la mischia.

{Spingardieri}Spingardieri
{Spingardieri_descr}Gli "spingardieri" rappresentano le truppe addestrate all'uso delle primitive armi da fuoco leggere, le spingarde. Il termine "spingarda" (detto anche "springalda" o "spingardo"), era usato in origine per indicare una specie di macchina da guerra che serviva per lanciare pietre; con l'invenzione della polvere da sparo e la costruzione di armi da fuoco, passò ad indicare una specie d'artiglieria che lanciava, al più, delle palle da cinque a sei libbre di peso, scendendo fino alle palle di sei once, e per la marina, anche di una sola oncia (sul tipo dello smeriglio). Quelle più grandi erano fissate sopra cavalletti e trattenute con ceppi di legno; quelle più piccole diventavano vere e proprie armi portatili e quasi manesche, come il fucile. Le grosse spingarde avevano un mascolo per mettervi la carica; le più piccole ne erano sprovviste, ed erano tutte di un sol pezzo come i cannoni. In ultimo furono anche chiamate "archibusoni". Queste armi consistono di un rudimentale tubo metallico montato su un pezzo di legno e dotato di un primitivo meccanismo di fuoco; il tutto in una foggia tale che praticamente non consente di mirare. Armi simili causavano più timore che danni reali alle truppe nemiche, scosse dal frastuono e dal fumo generati durante lo sparo. Data la loro scarsa gittata, gli spingardieri necessitano di armature robuste e di capacità in corpo a corpo, dove sfoderano le spade.
{Spingardieri_descr_short}Data la scarsa gittata delle armi di cui dispongono, le prime armi da fuoco individuale, gli spingardieri devono essere preparati al corpo a corpo.



REPUBBLICA DI GENOVA
---------------------

Milizia cittadina:
1- NO - village (villaggio)
2- Bastonatori (bastone) AOR town (borgo)
3- Lanzelonghe (lancia lunga) AOR large_town (cittadina)
4- Piquieri (picca) PEN city (città)
5- NO - large_city (metropoli)
richiede gilda:
6- Doppisoldi (spadone) PRO huge_city (megalopoli)

Fanteria feudale:
1- NO - village (forte)
2- Pavesari (spada) AOR town (roccaforte)
3- Presidiarii (spiedo) AOR large_town (castello)
4- Guardia Dogale (alabarda) PEN city (fortezza)
5- NO - large_city (cittadella)

Cavalleria:
1- NO - village (villaggio o forte)
2- Berrovieri (mazza) AOR town (borgo o roccaforte)
3- Balistari Equites (balestra) AOR large_town (cittadina o castello)
4- Feditori (lancia) PEN city (fortezza)
5- NO - large_city (cittadella)
5- NO - large_city (cittadella)
5- NO - large_city (cittadella)

Tiratori:
1- NO - village (villaggio o forte)
2- Arcieri di Noli (arco) AOR town (borgo o roccaforte)
3- Balistari Genovesi AOR large_town (cittadina o castello)
4- Schiopettieri (pistola) PEN city (città)
5- NO - large_city (metropoli)

Marinai:
1- Galeoti (lancia corta) - city (città)
2- Ventimigliesi (balestra) - large_city (metropoli)
3- Gazari (arco) - huge_city (megalopoli)

{Bastonatori}Bastonatori
{Bastonatori_descr}"Là [vi erano a Istanbul] mercanti genovesi con guardie del corpo armate di grossi bastoni [...] che usavano con colpi simili a quelli dello spadone a due mani [...] o della sciabola saracena."\n
Cronaca Genovese del XV secolo\n\n
La pratica del bastone genovese è divenuta molto più che una semplice tradizione: è quasi un arte marziale. L'uso del bastone nacque nelle colonie orientali, a seguito del divieto, da parte delle autorità ottomane, a portare qualsiasi arma dotata di lama, e in breve tempo si diffuse anche tra i Genovesi in madrepatria. I bastonatori maneggiano un bastone corto di circa 90 cm di lunghezza e un bastone lungo di circa 120-130 cm di lunghezza. Queste ronde, prive di scudi o altre protezioni, rappresentano un'economica forza di presidio portuale, utile per il controllo dell'ordine pubblico negli insediamenti, ma del tutto inadeguata come fanteria da mischia negli scontri campali.
{Bastonatori_descr_short}Ronda esperta nell'arte marziale del bastone genovese, un'arma temibile maneggiata alla maniera degli spadoni a due mani.

{Lanzelonghe}Lanzelonghe
{Lanzelonghe_descr}"Pedites cum lanceis longis, che poscia furono nominati picchieri."\n
Lodovico Antonio Muratori\n\n
Già dal XIII secolo la lancia delle milizie italiche divenne più lunga, tanto da esser definita "longa lancea" per differirla dalle precedenti in uso. La posizione del fante appariva ovviamente la più rischiosa, dovendo con scudo e corpo resistere all’urto nemico; perdipiù la fuga gli era preclusa, combattendo appiedato. Questi miliziani cittadini sono stati addestrati nell'uso della lancia lunga e, a differenza delle milizie inferiori, sanno difendersi bene da una carica di cavalleggeri, ma soccomberebbero di fronte alla cavalleria pesante. Combattono utilizzando la tecnica della difesa ad anello e sono protetti da cotta di maglia e dal caratteristico scudo allungato (ovale o a mandorla).\n\nUNITA' AOR: reclutabile nelle regioni italiche
{Lanzelonghe_descr_short}Miliziani italici dotati di lancia lunga e cotte di maglia, sono ben addestrati e possono formare una difesa ad anello.

{Piquieri}Piquieri
{Piquieri_descr}"Pedites cum lanceis longis, che poscia furono nominati picchieri."\n
Lodovico Antonio Muratori\n\n
Sebbene la "lanzalonga" (lancia lunga fino a 3-4 metri) sia in uso nelle milizie italiche fin dal XIII secolo, è solo dalla fine del '400 che i picchieri diventano un punto fermo delle guerre rinascimentali. Prendendo a modello i celebri mercenari svizzeri, questi italici usano picche (lunghe fino a 5-6 metri) anzichè lanzelonghe, e si muovono in formazioni molto più dinamiche che in passato, attribuendo alle schiere di picchieri un ruolo più attivo e offensivo. Tutto ciò richiede molta più organizzazione e addestramento dei semplici lancieri; se a questo si aggiungono i costi dell'equipaggiamento (i picchieri sfoggiano leggere e moderne corazze a piastre d'acciaio) si intuisce che reclutare un'unità di questo tipo è tutt'altro che economico.
{Piquieri_descr_short}Picchieri italici, dotati di leggere e moderne corazze d'acciaio, in grado di contrastare con successo quasi ogni tipo di cavalleria.

{Pavesari}Pavesari
{Pavesari_descr}I "pavesari" o "palvesai" sono tra le tipologie di fanti più caratteristici dell'Italia settentrionale nel XV secolo; vengono ampiamente schierati sia negli eserciti milanesi che in quelli veneziani. Si tratta di soldati dotati di grande scudo pavese, utilizzato per proteggere i balestrieri quando sono impegnati nella delicata operazione di ricarica. Sono armati alla leggera, con elmetto e giaco imbottito, per potersi muovere più agilmente con l'ingombrante pavese; possono anche organizzarsi e stringersi in formazione compatta, formando un solido muro di scudi per coprire i tiratori dietro di loro.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni lombarde, venete, liguri
{Pavesari_descr_short}Queste truppe, dotate di giachi e lance, portano grandi scudi con cui proteggersi durante la lenta fase di ricarica delle balestre.

{Presidiarii}Presidiarii
{Presidiarii_descr}"Già [...] cominciava ad agitarsi la sollevazione in Piombino e per tutto lo stato, con animo di scacciare i presidiari dalle fortezze, se Stefano Neri, uno de' consiglieri, non avesse perorato di dire che 'non era dovere innovare cosa alcuna contro gli stipendiati di milizia fino a tanto che essa desse in potestà del comune le fortezze'; ed in questa guisa s'acquietò il tumulto [...]."\n
Pietro Leopoldo Galli Tassi, Istoria del Principato di Piombino...\n\n
"A queste truppe si devono aggiungere ovviamente le fanterie dei presidiali, la milizia popolare dei lancieri introdotta nell'istituzione militare aragonese in seguito alla riforma degli anni '40-'60 del secolo [XV], milizia sulla quale si poteva fare poco affidamento, essendo addestrata alla buona e non potendola spostare dai luoghi sui quali prestava servizio essendo quegli stessi luoghi la principale fonte di sostentamento dei fanti medesimi, che prima di essere soldati erano contadini, vasai, conciatori di pelli, pescatori."\n
Francesco Scarpello, Aspetti di storia militare nella Guerra d'Otranto\n\n
"[Il Re di Napoli recluta i presidiarii] in tale modo che nel Regno non serano [vi saranno] altre gente che quelle de sua maestà, che è cosa che molto assicura e ferma [consolida] lo stato suo."\n
Cronaca napoletana, XV secolo\n\n
I fanti di presidio o "presidiari" (termine diffuso ovunque, dalla Liguria al Mezzogiorno) sono uomini coscritti per assicurare la protezione dei principali castelli e l'ordine pubblico nel contado. Non sono guerrieri di professione: tra le loro fila si annoverano contadini, allevatori, pescatori. Si tratta quindi di unità non permanenti e poco addestrate, ciononostante possono rivelarsi piuttosto utili ai signori locali, i quali li equipaggiano bene: elmo metallico, cotta di maglia o brigantina, alabarda. Così armati, i presidiari compensare la poca esperienza e possono tener testa alla fanteria e alla cavalleria leggera.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni liguri, fiorentine, senesi, piombinesi, campane, abruzzesi, pugliesi, lucane, calabresi, siciliane
{Presidiarii_descr_short}Queste truppe, inesperte ma dotate di cotte e alabarde, sono reclutate come presidio per i principali castelli.

{Guardia_Dogale}Guardia Dogale
{Guardia_Dogale_descr}"Agostino Fregoso nel 1483 [...] ha l'incarico di capitano della guardia di palazzo di Genova; aiuta Paolo Fregoso a divenire doge della città a spese di Battista Fregoso."\n
Cronaca genovese, XV secolo\n\n
Per assicurare la protezione del doge di Genova, nonchè delle più importanti fortezze genovesi, la Superba Repubblica si avvale della Guardia Palatina Dogale, una superba fanteria corazzata composta da giovani nobili delle più importanti famiglie liguri. L'importanza di questo corpo armato era tale che il suo capitano acquisiva un grande prestigio e un potere così forte da poter influenzare direttamente le scelte politiche del doge medesimo, se non spodestarlo! Per questo il Doge sceglieva personalmente i membri della Guardia e il suo capitano, selezionando con accortezza solo i nobili da lui ritenuti più fedeli. Sul campo di battaglia, questi alabardieri d'èlite sfoggiano evolute corazze di piastre.
{Guardia_Dogale_descr_short}La guardia personale del Doge di Genova, sia in patria che sui campi di battaglia. Truppa scelta armata di alabarda e armatura di piastre.

{Berrovieri}Berrovieri
{Berrovieri_descr}"I birri (beruarii) o berrovieri sono un certo tipo di milizie che avanzano sul campo di battaglia procedendo disordinatamente ma animosi e irruenti. [...] Agiscono nelle regioni lombarde, al servizio delle autorità cittadine, mossi dal desiderio di bottino. [...] Costoro andavano a cavallo e usavano lance."\n
Rolandino da Padova\n\n
Col termine "berrovieri" sono definiti sgherri al soldo di un signore, col compito di riscuotere i balzelli, anche con metodi violenti. Questi uomini formano un'abile fronte di cavalleria leggera, armata di lancia corta e dotata di scudo e protezioni di cuoio, utile per ingaggiare i tiratori nemici e decimare le unità in rotta. Nel corpo a corpo sfoggiano terribili mazze.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni lombarde, mantovane, emiliano-romagnole, liguri, lucchesi
{Berrovieri_descr_short}Sgherri al soldo di un signore, col compito di riscuotere i balzelli e formare un fronte di cavalleggeri in battaglia.

{Balistari_Equites}Balistari Equites
{Balistari_Equites_descr}"A fianco alle lanze [aragonesi] possiamo notare [in Puglia e Lucania] la presenza di un contingente di balestrieri a cavallo, che coniugavano facilità di manovra con elevata cadenza di tiro [...] a conferma della natura dinamica che Alfonso [di Calabria] voleva attribuire alle operazioni militari."\n
Antonio Primaldo Coco, La guerra contro i Turchi in Otranto..., 1480-81\n\n
E' attestata, nel regno aragonese del Mezzogiorno, la presenza di "balistari equites". Costrette a neutralizzare le mobili e veloci unità da tiro ottomane, gli Aragonesi hanno sviluppato truppe più leggere e versatili come i balestrieri a cavallo. Costoro utilizzano balestre più piccole rispetto a quelle della fanteria e sfruttano la propria mobilità per cavarsi d'impaccio nel momento della ricarica, visto che il rateo di tiro non è maggiore di quello degli altri balestrieri. Indossano elmetti a bacinetto, cotte leggere e sono dotati di spada per la mischia.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni lombarde, mantovane, liguri, laziali, campane, abruzzesi
{Balistari_Equites_descr_short}Utilizzano balestre più piccole rispetto a quelle della fanteria e sfruttano la propria mobilità per cavarsi d'impaccio nel momento della ricarica.

{Feditori}Feditori
{Feditori_descr}"Allorché si avea da menar le mani nelle giornate campali, si sceglievano i più bravi cavalieri che fossero i primi a ferire; perchè se riusciva loro di rompere la prima schiera, si accresceva il coraggio e la speranza di vincere il resto dell'armata. Guerrieri tali erano chiamati feritori o feditori. [...] presso i Toscani ferire o fedire la stessa cosa è."\n
Lodovico Antonio Muratori\n\n
I feditori sono i cavalieri pesanti della prima linea, chiamati in tal modo proprio perchè avevano il compito di "fedire" (ossia "ferire" mortalmente) le fila nemiche, protetti ai lati da reparti di pavesari (fanti dotati dei grandi scudi pavesi), lancieri e balestrieri. Subito dietro la prima devastante ondata dei feditori giungeva la cavalleria ordinaria, difesa ai lati da una seconda schiera di fanti. Tratte dalla ricca borghesia mercantile, queste truppe sono ben equipaggiate ed esperte nell'arte della guerra, dotate di armatura di piastre e munite di lancia e spada.
{Feditori_descr_short}Protetti da armature di piastre e armati di lancia, questi guerrieri d'élite difendono l'onore della loro repubblica.

{Arcieri_Noli}Arcieri di Noli
{Arcieri_Noli_descr}Fin dal XII secolo, Noli gode di una certa autonomia politico-amministrativa dal governo genovese, tanto da potersi fregiare del titolo di repubblica indipendente. Ciononostante, per potersi garantire questa libertà d'azione, la piccola cittadina deve sottostare ad alcuni impegni vincolanti: tra questi, quello di dover assicurare alla Superba un contingente armato di arcieri, reclutabile e dislocabile in ogni provincia della Liguria, con ferma annuale. Gli arcieri di Noli sono considerati tra i migliori in una terra - quella ligure - in cui la diffusione della balestra ha ormai causato l'estinzione del tradizionale tiro con l'arco. Armati alla leggera con giachi protettivi e piccoli scudi rotondi ("rotule"), questi tiratori usano archi semplici e se la cavano anche in mischia, sfoderando le daghe.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni liguri
{Arcieri_Noli_descr_short}Protetti da armature leggere in cuoio e rotule, gli arcieri di Noli sono considerati i migliori della Liguria.

{Balistari_Genovesi}Balistari genovesi
{Balistari_Genovesi_descr}Costoro sono i balestrieri più famosi al mondo. Distintisi in molte battaglie, sia a difesa della Repubblica di Genova che come mercenari al soldo di altre nazioni, i balestrieri genovesi possono essere schierati a terra (come a Gerusalemme nella Prima Crociata, dove il generale Guglielmo Embriaco detto "Testadimaglio" li usò per eliminare gli arcieri mamelucchi) e in mare (come nella battaglia della Meloria e in quella di Curzola). I balestrieri venivano reclutati da ogni parte della Liguria e allenati a Genova; venivano assoldati in formazioni chiamate "bandiere", agli ordini di un conestabile o un comandante, in genere un nobile genovese. Il balestriere genovese utilizzava una balestra a staffa chiamata "manesca" per via della sua maneggevolezza, ed era equipaggiato inoltre con una daga, un elmo leggero in metallo, una gorgera, una cotta di maglia e un grande scudo pavese, usato come riparo durante le fasi di ricaricamento delle armi.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni liguri
{Balistari_Genovesi_descr_short}Balestrieri genovesi di guarnigione, dotati di daga e protetti da elmo leggero, cotta di maglia e scudo pavese.

{Schiopettieri}Schiopettieri
{Schiopettieri_descr}"I Veneziani erano preoccupati dal gran numero di tiratori [schiopettieri] presenti tra le fila dell'esercito milanese intorno al 1440 [...] e la loro importanza fu chiaramente dimostrata nel 1482 quando, durante la Guerra di Ferrara, i milanesi schierarono 1.250 cannoni a mano e soltanto 233 balestre, oltra a 352 archibugi [...] un'arma da fuoco molto più efficace, con uno scatto a molla che portava la miccia incendiaria sulla camera di scoppio.\n
Cronaca Veneziana\n\n
Gli "schiopettieri" rappresentano le truppe addestrate all'uso delle primitive armi da fuoco leggere, gli schioppi o schioppetti (dette variamente "sclopeti", "sclopi", "manesche"). Chiamati "cannoncini a braccio" per distinguerle dai pezzi di artiglieria, gli schioppetti sono la forma più antica di arma da fuoco individuale: la presenza di schioppetti sembra sia stata segnalata nel 1284 in occasione della difesa di Forlì da parte di Guido da Montefeltro; si tratta però di una testimonianza isolata e quindi alquanto sospetta, i primi dati sicuri sono successivi di mezzo secolo dopo. Gli schiopettieri divennero sempre più numerosi fra le guarnigioni stabili nel corso del '300, e dal '400 unità analogamente armate vennero incluse anche in molti eserciti campali, soprattutto nell'esercito milanese dello Sforza, che contava oltre un migliaio di tiratori, tra i quali molti esperti tedeschi. Queste armi consistono di un rudimentale tubo metallico montato su un pezzo di legno e dotato di un primitivo meccanismo di fuoco; il tutto in una foggia tale che praticamente non consente di mirare. Armi simili causavano più timore che danni reali alle truppe nemiche, scosse dal frastuono e dal fumo generati durante lo sparo. Data la loro scarsa gittata, gli schiopettieri necessitano di armature robuste e di capacità in corpo a corpo, dove sfoderano le spade.
{Spingardieri_descr_short}Data la scarsa gittata delle armi di cui dispongono, le prime armi da fuoco individuale, gli schiopettieri devono essere preparati al corpo a corpo.

{Marinari_Savonesi}Marinari savonesi
{Marinari_Savonesi_descr}Tra i migliori marinai della Liguria vale la pena soffermarsi sui Savonesi. Costoro provengono dalla città di Savona, una delle prime a riconoscere la protezione genovese una volta liberatasi dal giogo feudale dei marchesi del Vasto e costituitasi a libero comune (metà del XII secolo). Esperti di arte marittima, costoro mostrano anche una certa inclinazione per la scaramuccia e non temono l'arrembaggio. Prestano servizio come corpo armato sulle navi e come presidio nei porti genovesi, dotati di giachi imbottiti, spade e scudi.
{Marinari_Savonesi_descr_short}Marinai provenienti da Savona, reclutati, imbarcati e dislocati come soldati di marina nei vari porti della Superba repubblica.

{Balistari_Ventimigliesi}Balistari Ventimigliesi
{Balistari_Ventimigliesi_descr}"Balestrieri e di nocchieri ventimigliesi parteciparono, sotto la bandiera della Superba, alla cacciata dei mori da Almeria e Tortosa, sulla costa spagnola mediterranea, ottenendo glorificanti successi."\n
Liber jurium\n\n
Dal secolo XI, in tutte le Riviere liguri si praticavano gare di tiro con la balestra, gestite dai Comuni per tenere in esercizio i giovani combattenti. Una citazione iscritta nel "Liber jurium" genovese del 1147, parla di balestrieri e di nocchieri ventimigliesi che parteciparono, sotto la bandiera della Superba, alla cacciata dei Mori da Almeria e Tortosa, sulla costa spagnola mediterranea, ottenendo glorificanti successi. I balestrieri di Ventimiglia sono considerati, dopo gli specialisti genovesi, i migliori dell'intera Liguria e per questo vengono assoldati dalla Superba per il controllo dei porti. Sono equipaggiati con elmetto, cotta di maglia, balestra e spada per la mischia.
{Balistari_Ventimigliesi_descr_short}Balestrieri ventimigliesi che parteciparono, sotto la bandiera della Superba, alla cacciata dei mori da Almeria e Tortosa.

{Gazari}Gazari
{Gazari_descr}In terra ligure approdano dalla Gazaria (ossia il Chersoneso) genovese un buon numero di agguerriti Gazari, assoldati per la guerra in mare o per presidiare i maggiori porti sotto il controllo della Superba, equipaggiati con moderne corazzine e alabarde. I "Goti di Gazaria" sono un popolo stanziatosi nelle regioni a nord del Mar Nero nel IV secolo; dopo aver subito per secoli le scorribande degli Unni, essi divennero vassalli dell'Impero Bizantino e si convertirono al cristianesimo trinitario, abbandonando l'arianesimo. Durante il medioevo, il regno di Gazaria (detto "Principato di Theodoro", dal nome del loro antico sovrano), dovette piegarsi a molti popoli pur di assicurarsi la sopravvivenza: dopo i Bizantini si susseguirono i Khazari, i Cumani, i Mongoli e infine i coloni Genovesi. Nel 1475 i Goti capitolarono definitivamente, e il Principato fu incorporato nel Khanato ottomano di Crimea.
{Gazari_descr_short}Soldati provenienti dalla Gazaria, questi alabardieri ben addestrati indossano buone armature.
Amministra Discussione: | Riapri | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
Rispondi

Feed | Forum | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 21:16. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com