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Ultimo Aggiornamento: 14/05/2012 14:12
14/05/2012 14:12
 
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Principe

CALIFFATO HAFSIDE
-----------------

Milizia cittadina:
1- NO - village (villaggio)
2- Rammahun (lancia corta) AOR town (borgo)
3- Junud (lancia lunga) AOR large_town (cittadina)
4- Qanun (picca) PEN city (città)
5- NO - large_city (metropoli)
richiede gilda:
6- NO - huge_city (megalopoli)

Fanteria feudale:
1- NO - village (forte)
2- Fellah (spada) AOR town (roccaforte)
3- Mudéjar (spada) AOR large_town (castello)
4- Bornu 'Abid (alabarda) PEN city (fortezza)
5- NO - large_city (cittadella)

Cavalleria:
1- NO - village (villaggio o forte)
2- Faris (lancia leggera) AOR town (borgo o roccaforte)
3- Jaridah (giavellotto) AOR large_town (cittadina o castello)
4- Musharif (lancia) PEN city (fortezza)
5- NO - large_city (cittadella)

Tiratori:
1- NO - village (villaggio o forte)
2- Rumat (arco) AOR town (borgo o roccaforte)
3- Qaws-ferengi (balestra) AOR large_town (cittadina o castello)
4- Midfa (pistola) \ Jezail (archibugio) PEN city (città)
5- NO PRO large_city (metropoli)

Marinai:
1- Bahhara (spada) PRO city (città)
2- Naffatun (bombe) PRO large_city (metropoli)
3- Ta'ifat Al Ru'sa (alabarda) PRO huge_city (megalopoli)

{Rammahun}Rammahun
{Rammahun_descr}I "rammahun" sono lanceri miliziani dei borghi berberi. Armate di lancia corta, ma scarsamente corazzate, queste truppe sono composte dagli stessi abitanti dei borghi chiamati a difendere le proprie case in tempo di crisi. A volte vengono costrette ad agire in campagne militari in paesi stranieri, ma benché valide nella difesa degli insediamenti, non risultano affidabili sul campo.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni africane
{Rammahun_descr_short}Dotate di lancia corta e di una modesta armatura, queste truppe sono formate dagli abitanti stessi, chiamati a difendere la propria città.

{Junud}Junud
{Junud_descr}I "junud" sono lanceri miliziani delle città berbere. Queste truppe sono composte dagli stessi abitanti delle città chiamati a difendere le proprie case in tempo di crisi. A volte vengono costrette ad agire in campagne militari in paesi stranieri, ma sebbene costituiscano una buona forza difensiva armata di lance lunghe e protetta da solide cotte di maglia, non hanno l'addestramento per sopportare lunghi scontri. Possono comunque opporre una buona resistenza alle cariche di cavalleria leggera, formando una difesa ad anello.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni africane
{Junud_descr_short}Armate di lancia lunga e protette da cotte, queste truppe miliziane possono formare una difesa ad anello.

{Qanun}Qanun
{Qanun_descr}Nelle grandi metropoli maghrebine, i governatori locali possono disporre di una milizia permanente di picchieri scelti tra i cittadini ebrei e cristiani; questa coscrizione rientra nell'ambito della riscossione del "qanun", un'imposta straordinaria sulle comunità infedeli, che si aggiunge alla regolare "jizya" (tassa islamica prevista dal "dhimmi" per consentire alle minoranze ebree e cristiane di professare la propria fede). Questi picchieri, dotati di corazzine, sono una valida barriera contro le cariche dei cavalieri nemici, sebbene non reggano il confronto con gli omologhi picchieri europei.
{Qanun_descr_short}Picchieri ebrei e cristiani, dotati di corazzine, in grado di contrastare con successo quasi ogni tipo di cavalleria.

{Fellah}Fellah
{Fellah_descr}La vita al livello più basso della società medievale non è né facile né salutare. In tempo di guerra i contadini arabi o felloni (dall'arabo "fellah") vengono strappati ai campi e arruolati a forza e, se sono fortunati, muniti di un qualche tipo di arma, in genere nulla più che una daga. Il loro compito primario è formare un "muro umano" stringendosi gli uni agli altri con i loro scudi, opponendo resistenza all'avanzata nemica e proteggendo i propri tiratori. \n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni africane
{Fellah_descr_short}Contadini arabi strappati ai campi e coscritti a forza, muniti solo di una daga e di scudi, coi quali formano dei muri a protezione dei tiratori.

{Mudejar}Mudéjar
{Mudejar_descr}Questa buona fanteria feudale islamica è impiegata in tutto il Maghreb per presidiare i castelli e per rinforzare i ranghi delle armate sul campo di battaglia. Si tratta di "Mudéjar", discendenti dei Mori di Spagna, che ancora nel XV secolo popolano l'Andalusia, ma che in gran parte sono fuggiti dalla Reconquista cristiana, stabilendosi nelle regioni costiere africane. Questi guerrieri sono dotati di una buona armatura (cotta di maglia), di scudi e combattono con le spade d'acciaio.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni africane
{Mudejar_descr_short}Guerrieri moreschi, dotati di cotta, spada e scudo, impiegati per la difesa dei castelli e per rinforzare i ranghi delle armate.

{Bornu_Abid}Bornu 'Abid
{Bornu_Abid_descr}Fin dal XIV secolo il califfato hafside intrattenne contatti commerciali e relazioni amichevoli con i grandi regni subsahariani, primo tra tutti quello di Bornu; spesso il califfo e i più importanti emiri delle fortezze hafsidi ingaggiano energumeni neri come guardie personali, sfruttando la loro enorme possanza, la grande esperienza di guerrieri e l'indiscutibile lealtà. Questi tremendi fanti africani sono provvisti di corazzine e combattono con l'alabarda.
{Bornu_Abid_descr_short}Guerrieri tribali africani del regno di Bornu, corazzati e armati di alabarda, costituiscono la guardia personale del califfo e degli emiri hafsidi.

{Faris}Faris
{Faris_descr}Impegnati nella nobile difesa del Corano contro gli infedeli, le qualità dei "faris" ("cavalieri" in arabo) devono essere abilità, lealtà, obbedienza, disciplina in battaglia. Reclutati tra gli Arabi insediatisi nel Nordafrica, questi uomini sono validi cavalieri, in grado di affrontare gli omologhi cristiani (purchè non troppo corazzati), ma sono anche dotati di una buona agilità che li rende idonei nell'inseguire gli arcieri a cavallo e aggirare le ali degli schieramenti. Sebbene siano abituati a un clima caldo, non sono da considerarsi truppe da deserto: il loro equipaggiamento prevede lancia pesante, armatura a fasce, elmo a uovo, scudo circolare e spada araba "sayf" (diritta e a doppio taglio). Per il servizio prestato, i faris ottenevano dal proprio signore l'equipaggiamento e i migliori tra loro venivano premiati con delle "iqta" (piccoli appezzamenti di terra), che potevano comunque essere confiscati in qualsiasi momento.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni africane
{Faris_descr_short}Cavalieri arabi, dotati di lancia, armatura, elmo a uovo, scudo circolare e spada araba "sayf", ma egualmente dotati di buona agilità.

{Jaridah}Jaridah
{Jaridah_descr}Paragonabili ai "jinete" iberici, questi "jaridah" sono tipiche truppe a cavallo delle coste maghrebine del tardo medioevo. Si tratta di schermagliatori berberi in armatura leggera, in grado di assumere una formazione a cerchio che tempesta costantemente il nemico. Utilizzano la velocità per tenersi fuori portata e scagliare giavellotti, per poi entrare in corpo a corpo quando il nemico è stato indebolito a sufficienza, sfoderando le spade. \n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni africane
{Jaridah_descr_short}Cavalleggeri berberi con giavellotto, in grado di assumere la formazione di cerchio di tiro, per poi buttarsi nella mischia con le spade.

{Musharif}Musharif
{Musharif_descr}Gli emiri hafsidi ricevono dal loro califfo il diritto di amministrare e controllare la propria regione, nonché difenderla dai nemici del loro sovrano. L'emiro perciò si preoccupa di armare i propri vassalli "musharif", costituendo una forza di temibili cavalieri feudali islamici, pronti a tutto per difendere l'Islam e sconfiggere gli infedeli cristiani. Costoro sono dotati di corazze, lance, scudi e spade. Sebbene non reggano il confronto con la cavalleria pesante o i picchieri cristiani, sono comunque in grado di devastare qualsiasi nemico non troppo corazzato, e mostrano una discreta agilità di manovra.
{Musharif_descr_short}Cavalieri nobili, vassalli dell'emiro locale, questi lanceri non eguagliano i propri pari d'Occidente, ma sono più agili e devastanti contro nemici poco corazzati.

{Rumat}Rumat
{Rumat_descr}Gli arcieri arabi (noti come "rumat") sono abituati a usare gli archi per la caccia. Costoro sono muniti di un piccolo arco, un coltello e, se fortunati, di un qualche genere di armatura. La vita ai livelli più bassi della società medievale non è né facile né salutare, e costoro sono stati arruolati anche con la forza, o si sono visti costretti a difendere i loro miserevoli averi. \n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni africane
{Rumat_descr_short}Abituati a usare gli archi per la caccia, questi cacciatori arabi sono armati anche con un coltello.

{Qaws_Ferengi}Qaws-Ferengi
{Qaws_Ferengi_descr}La balestra (denominata dai Saraceni "qaws-ferengi", ossia "arco franco") è un'arma molto popolare nella Spagna moresca e in tutto il Maghreb, utilizzata tanto dai nobili quanto dai contadini. Queste truppe sono formate arruolando gli stessi abitanti per la difesa della propria città, dei ponti e delle strade limitrofe. Addestrati e dotati quasi sempre d'armatura, questi ausiliari usano le balestre per combattere a distanza, dato che non resisterebbero un attimo in un corpo a corpo. \n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni africane
{Qaws_Ferengi_descr_short}Milizia locale armata di balestra e protetta da una qualche armatura, valida a distanza, ma non in un corpo a corpo.

{Midfa}Midfa
{Midfa_descr}Il "midfa" è una sorta di "cannone a mano" usato dai musulmani fino alla metà del XV secolo, quando venne soppiantato dal più evoluto "misker" (moschetto) ottomano. Probabilmente fu introdotto nel Medio Oriente dai "chongzu" Mongoli, che a loro volta lo avrebbero importato dalla Cina. La prima battaglia che vide un uso di massa del midfa avvenne nel 1260, presso Ain Jallut, dove gli Egiziani respinsero gli stessi Mongoli. Il midfa è uno strumento molto semplice e rudimentale, inutilizzabile in condizioni di pioggia o forte vento. La precisione dell'arma è inferiore ai più moderni archibugi europei, tuttavia i midfa costano poco (molto meno delle balestre) e non richiedono gli anni di addestramento necessari ad un arciere. Ben addestrati e ben corazzati, questi soldati sono una potente unità a corta distanza; in mischia sfoderano le sciabole.
{Midfa_descr_short}Pistolieri musulmani, ben corazzati e dotati di armi da fuoco potenti ma poco accurate, in mischia sfoderano le sciabole.

{Bahhara}Bahhara
{Bahhara_descr}I "bahhara" sono soldati di marina reclutati tra i villaggi delle coste africane. Si tratta perlopiù di marinai e pescatori con poca attitudine alla guerra e scarsa attitudine ad eseguire gli ordini. Imbarcati sulle navi, svolgono le normali mansioni di bordo come il resto della ciurma: manovra delle vele, lavori sul ponte, servizio ai remi. In caso di scontro col nemico, tuttavia, sono tenuti a interrompere rapidamente le proprie attività e presentarsi sul ponte per prepararsi all'arrembaggio, sguainando la sciabola. Oltre a prestare servizio sulle navi, i bahhara sono impiegati anche come guardacoste e nel presidio dei porti cittadini.
{Bahhara_descr_short}Soldati di marina di servizio su navi e porti, poco esperti e organizzati, dotati di sciabola.

{Naffatun}Naffatun
{Naffatun_descr}La nafta è un liquido incendiario, composto artigianalmente, molto difficile da spegnere. I "naffatun", dotati di protezioni ignifughe e sciabola per il corpo a corpo, lanciano letali brocche di ceramica piene di nafta che esplodono all'impatto, rilasciando una massa infiammata capace di infiltrarsi sotto qualsiasi armatura. La prospettiva di una morte simile scuote il morale anche dei guerrieri più coraggiosi.
{Naffatun_descr_short}Questi uomini lanciano letali brocche di nafta incendiata capace di infiltrarsi sotto qualsiasi armatura.

{Reise}Ta'ifat al Ru'sa
{Reise_descr}I celebri "pirati barbareschi" sono, più correttamente, corsari musulmani che operano dalle coste del Nordafrica, fin dai tempi delle Crociate; le depredazioni più frequenti affliggevano le coste spagnole e italiche, che in tre secoli subirono centinaia di attacchi e più di un milione di cristiani vennero schaivizzati e venduti nei mercati nordafricani. Una spinta notevole alla pratica della corsa saracena fu data dall'espulsione di migliaia di musulmani dal Sultanato di Granada, dopo la sua caduta (1492) ad opera delle forze castigliane e aragonesi. Molti degli esiliati si organizzarono in corporazioni di "Ta'ifat al Ru'sa" (milizie dei capitani di mare) dedite agli attacchi alle flotte mercantili spagnole e italiche. La ferocia e la disciplina di questi famigerati corsari divenne proverbiale. Organizzati e addestrati, costoro non temono nulla e combattono fino alla morte con moschetto e sciabola.
{Reise_descr_short}Queste milizie marine, agli ordini dei pirati saraceni, dediti alla depredazione e alla devastazione, combattono con moschetto e sciabola.



SULTANATO OTTOMANO
------------------

Milizia cittadina:
1- NO - village (villaggio)
2- Eshkinji (lancia corta) AOR town (borgo)
3- Laghimji (lancia lunga) AOR large_town (cittadina)
4- Harbaçi (picca) PEN city (città)
5- Solak Yeniçeri (alabarda) PRO large_city (metropoli)
richiede gilda:
6- Gaddaraçi (spadone) PRO huge_city (megalopoli)

Fanteria feudale:
1- NO - village (forte)
2- Yaya \ Jebeji \ Azab (spada) AOR town (roccaforte)
3- Baltaçi (ascia) PEN city (fortezza)
4- Ajemioghlan (alabarda) PRO large_city (cittadella)
5- Zhirli nefer Yeniçeri (spada) PRO large_city (cittadella)

Cavalleria:
1- NO - village (villaggio o forte)
2- Musellems / Akinçi (spada) AOR town (borgo o roccaforte)
3- Jebelu (giavellotto) AOR large_town (cittadina o castello)
4- Timârli (lancia) PEN city (fortezza)
5- Kirmizi Bayrak (lancia) PRO large_city (cittadella)
5- Ulufeji Kapikulu (moschetto) PRO large_city (cittadella)
5- Silahdar Kapikulu (lancia) PRO large_city (cittadella)

Tiratori:
1- NO - village (villaggio o forte)
2- Okçu (arco) AOR town (borgo o roccaforte)
3- Basibozuk (giavellotto) AOR large_town (cittadina o castello)
4- Topçu (archibugio) PEN city (città)
5- Tufekçi Yeniçeri (moschetto) PRO large_city (metropoli)

Marinai:
1- Deniz (spada) PRO city (città)
2- Naffatun (bombe) PRO large_city (metropoli)
3- Ta'ifat Al Ru'sa (alabarda) PRO huge_city (megalopoli)

{Eshkinji}Eshkinji
{Eshkinji_descr}Col termine "eshkinji" si indicano le truppe ottomane appiedate non facenti parte di corpi speciali, come le guardie "kapikulu" (nelle cui fila spicca la classe dei giannizzeri) o i feudali "sipahi". Si tratta di semplici miliziani di provincia, poco esperti nel combattimento e male equipaggiati: sono privi di armature e tutto ciò che possiedono è una spada e un piccolo scudo. Questi miliziani possono comunque rivelarsi utili nella difesa degli insediamenti o per supportare le più esperte truppe feudali o professionali.
{Eshkinji_descr_short}Miliziani dotati di spada e scudo ma privi di buone armature, se la cavano bene come presidio e sul campo, come supporto a truppe più esperte.

{Laghimji}Laghimji
{Laghimji_descr}I "laghimji" sono dei miliziani ottomani ben addestrati ed equipaggiati. Inquadrati in un corpo militare con funzioni peculiari (scavo dei tunnel in assedio, piazzamento di esplosivi, costruzione dei ponti sul percorso dell'esercito), costoro non avevano un'arma distintiva; tra le tante utilizzate, vi era la lancia "mizrak". Indossano buone protezioni e portano uno scudo; sono lanceri in grado di formare la difesa ad anello per contrastare la cavalleria nemica.
{Laghimji_descr_short}Miliziani ottomani ben addestrati ed equipaggiati, lanceri in grado di formare la difesa ad anello per contrastare la cavalleria nemica.

{Harbaci}Harbaçi
{Harbaci_descr}Il picchiere è un punto fermo delle guerre tardomedievali, ma questo non sembra interessare il mondo islamico. Ciononostante, nelle grandi metropoli ottomane, i governatori locali possono disporre di una milizia di alabardieri scelti, esperti nel maneggiare la lunga alabarda "harba". Costoro si muovono in battaglia come picchieri e possono creare la tipica selva di lance: dotati di protezioni leggere in cuoio, sono una valida barriera contro le cariche dei cavalieri nemici, sebbene non reggano il confronto con gli omologhi picchieri europei.
{Harbaci_descr_short}Guerrieri ottomani con lunghe alabarde, dotati di protezioni in cuoio, in grado di contrastare con successo quasi ogni tipo di cavalleria.

{Yeniceri_Solak}Solak (Yeniçeri)
{Yeniceri_Solak_descr}I giannizzeri ("Yeniçeri" o "jeni tceri", che significa "nuovo soldato" in turco), vengono reclutati in seguito a coscrizione di ragazzi cristiani dell'impero, e da subito addestrati. Come corpo professionale d'élite hanno accesso al miglior equipaggiamento e alle migliori armature; integrati da molto giovani, costoro costituiscono una parte considerevole dell'esercito turco e giurano fedeltà al sultano. I "solak" (assieme alle altre guardie di palazzo "peyk" e "bostanji") sono l'élite dei giannizzeri e si occupano della protezione del sultano e dei generali in battaglia. Dotati di alabarda "gaddara", solitamente non indossavano armature o si limitavano a leggere corazze sotto le vesti per non compromettere la propria rapidità; indossavano un elmo di bronzo e un'uniforme gialla.
{Yeniceri_Solak_descr_short}Addestrati nell'uso delle lunghe alabarde, questi giannizzeri d'élite evitano le armature per non compromettere la propria agilità.

{Gaddaraci}Gaddaraçi
{Gaddaraci_descr}I Gaddaraçi sono un corpo di fanteria pesante del Sultano ottomano. Brandiscono l'omonima spada "gaddara" e sono protetti da cotta di maglia e scudo. Vengono impiegati assieme ai giannizzeri per formare un nucleo solido di fanti, supportati dalla fanteria e dalla cavalleria leggera.
{Gaddaraci_descr_short}Ben protetti da una cotta di maglia e muniti di spada e scudo, costoro rappresentano una potente unità di fanti pesanti.

{Yaya}Yaya
{Yaya_descr}Per rimpiazzare le armate turcomanne semi-nomadi da cui dipendevano ancora i sultanati selgiuchidi anatolici, gli Ottomani introdussero un sistema di reclutamento basato su truppe semi-professionali, in parte mercenari, organizzati in "ortas" (reggimenti) di cavalleggeri ("musellem") e fanti leggeri ("yaya"). Queste nuove forze, che percepivano un salario regolare nel periodo di guerra, comprendevano genti di ogni razza e provenienza: cattolici, ortodossi, turchi e turcomanni. Privi o quasi di armature, gli yaya sono agili fanti con compiti di sorveglianza di ponti e strade; in battaglia sono schierati in difesa delle retrovie, armati di coltellacci, e al massimo si limitano a una funzione di supporto per le truppe più esperte (giannizzeri, sipahi e persino azab).
{Yaya_descr_short}Truppe in armatura leggera, utile più che altro per sorvegliare strade e insediamenti, privi di armature e armati di un coltellaccio.

{Baltaci}Baltaçi
{Baltaci_descr}I "baltaçi" vengono reclutati per la difesa della fortezza. Come corpo d'élite ottomano hanno accesso al miglior equipaggiamento e alle migliori armature; armati di portentose asce da guerra a due mani dette "balta", costoro indossano pesanti cotte di maglia d'acciaio. Temerari ed esperti in battaglia, il loro compito è quello di condurre la carica della fanteria con onore e coraggio.
{Baltaci_descr_short}Addestrati nell'uso dell'ascia a due mani "balta", questi temibili guerrieri ottomani vestono una pesante cotta di maglia d'acciaio.

{Ajemioghlan}Ajemioghlan
{Ajemioghlan_descr}Il corpo ottomano degli Ajemioghlan rappresenta l'élite della fanteria pesante qapiqulu. E' composto da giovani ragazzi scelti tra i prigionieri di guerra (nel sistema noto come "penchik", in seguito rimpiazzato dal "devshirme" tipico dei giannizzeri), portati in Anatolia, severamente allevati e duramente addestrati dall'ufficiale "Ajemi Kahyasi" per diventare formidabili guerrieri. Sono comandati dal comandante ("Agha") di Istanbul, vestono divise blu e tipici "külah" (copricapi a forma di cono) gialli; la loro unica arma è la daga.
{Ajemioghlan_descr_short}Queste truppe ottomane sono l'élite della fanteria pesante, pesantemente corazzate, e sono parte della guardia del sultano ottomano.

{Yeniceri_Zhirli_Nefer}Zhirli nefer (Yeniçeri)
{Yeniceri_Zhirli_Nefer_descr}I giannizzeri ("Yeniçeri" o "jeni tceri", che significa "nuovo soldato" in turco), vengono reclutati in seguito a coscrizione di ragazzi cristiani dell'impero, e da subito addestrati. Come corpo professionale d'élite hanno accesso al miglior equipaggiamento e alle migliori armature; integrati da molto giovani, costoro costituiscono una parte considerevole dell'esercito turco e giurano fedeltà al sultano. Questa fanteria pesante d'élite, detta "zhirli nefer", è armata di sciabola e protetta da una corazza sotto le vesti. Il suo compito è quello di condurre la carica della fanteria con onore e coraggio.
{Yeniceri_Zhirli_Nefer_descr_short}Questi giannizzeri, armati di scimitarra e scudo, costituiscono il cuore della fanteria pesante ottomana.

{Akinjis}Akinçi
{Akinjis_descr}"Costoro [gli akinji] erano in grado di compiere atroci devastazioni, [...] in modo da indebolire l'economia e il morale del paese aggredito [...] dunque ammorbidirlo per l'offensiva dell'esercito regolare [ottomano]."\n
Cronaca salentina del XVI secolo\n\n
Gli "akinçi", che significa "razziatori", sono guerrieri turcomanni in servizio presso le forze ottomane solo in tempo di guerra. Appartenenti al corpo dei cavalleggeri "sheradkulu" assieme ai volontari di guarnigione "gönüllü" e alla milizia locale "besli", i più meritevoli e coraggiosi tra tutti gli akinçi vengono riuniti in'unità specifiche e sono detti "delil" (da "deli", ossia "pazzi", con riferimento al loro fanatismo). Costoro combattono senza armatura e spesso senza scudi per essere più veloci; per lo stesso motivo sono armati di lance leggere. Adottano tattiche di agguato o schermaglia e, sebbene siano adatti a scompaginare i fianchi dell'armata nemica e gli arcieri, soccomberebbero in fretta in una mischia. Se proprio vi sono costretti, affrontano il corpo a corpo sfoderando la sciabola.
{Akinjis_descr_short}Cavalleggeri rapidissimi utilizzati dalle forze ottomane, gli Akinçi, armati di lancia leggera e sciabola, combattono senza armatura per risultare più veloci.

{Jebelu}Jebelu
{Jebelu_descr}I "sipahi" costituiscono il grosso della cavalleria ottomana; è una classe di guerrieri feudali composta da lanceri pesanti ("timarli") e tiratori leggeri al seguito ("jebelu"). I jebelu, addestrati e comandati dai timarli, sono perlopiù esponenti della piccola nobiltà di campagna che hanno ricevuto la proprietà dei propri appezzamenti in cambio del servizio militare, da espletare solamente in tempo di guerra. Sono dotati di arco composito, scudo rotondo, elmo e sciabola, ma non indossano protezioni al corpo.
{Jebelu_descr_short}Arcieri feudali "siphai" a cavallo, molto mobili ma adatti anche alla mischia, dotati di arco, elmo, scudo rotondo e sciabola.

{Timarli}Timârli
{Timarli_descr}I "sipahi" costituiscono il grosso della cavalleria ottomana; è una classe di guerrieri feudali composta da lanceri pesanti ("timârli") e tiratori leggeri al seguito ("jebelu"). I timârli, comandanti e addestratori dei jebelu, sono perlopiù esponenti della grande nobiltà che hanno ricevuto la proprietà dei propri appezzamenti in cambio del servizio militare, da espletare solamente in tempo di guerra; in tempo di pace sono responsabili della protezione dei loro "timar" (feudi). Sono esperti guerrieri, dotati di lancia, scudo rotondo, elmo e sciabola; indossano pesanti cotte di maglia.
{Timarli_descr_short}Lancieri feudali "siphai" a cavallo, non molto agili ma dalla temibile carica, dotati di lancia, elmo, scudo rotondo e sciabola.

{Kirmizi_Bayrak}Kirmizi Bayrak
{Kirmizi_Bayrak_descr}L'élite dei cavalieri sipahi al servizio del sultano, costoro (detti "kirmizi bayrak", ossia "stendardo rosso", dall'emblema che li contraddistingue in battaglia) sono impiegati, in tempo di pace, alla riscossione delle tasse, mentre sul campo di battaglia si occupano del coordinamento della fanteria e della protezione del sultano. Rappresentano una formidabile cavalleria corazzata, in grado di caricare e scompaginare qualunque formazione, eccezion fatta per i picchieri; dotati di lancia e scudo, indossano armature pesanti come i propri cavalli e sfoderano la sciabola nel corpo a corpo.
{Kirmizi_Bayrak_descr_short}Cavalieri feudali ottomani d'élite, costoro sono dotati di lancia, scudo, sciabola e indossano armature pesanti come i propri cavalli.

{Ulufeji_Kapikulu}Ulufeji (Kapikulu)
{Ulufeji_Kapikulu_descr}Gli "ulufeji" sono il corpo più moderno dei "qapiqulu" (guardia di palazzo e cavalleria d'élite ottomana). Rappresentano una rapida cavalleria di supporto, appoggio ideale per i "silahdar", dotata di moderne corazze leggere, evoluti moschetti ottomani e sciabola per la mischia. Cavalcano destrieri dotati di armature leggere.
{Ulufeji_Kapikulu_descr_short}Guardia di palazzo e cavalleria leggera ottomana, costoro sono dotati di moschetto, sciabola e indossano armature leggere come i propri cavalli.

{Silahdar_Kapikulu}Silahdar (Kapikulu)
{Silahdar_Kapikulu_descr}I "silahdar" sono il corpo più antico e celebre dei "qapiqulu" (guardia di palazzo e cavalleria d'élite ottomana). Sono chiamati anche "sari bayrak", ossia "stendardo giallo", tipico emblema che li contraddistingue in battaglia, dove vengono schierati a protezione del sultano nelle retrovie. Rappresentano una formidabile cavalleria corazzata, in grado di caricare e scompaginare qualunque formazione, eccezion fatta per i picchieri; dotati di lancia e scudo, indossano armature pesanti come i propri cavalli e sfoderano la sciabola nel corpo a corpo.
{Silhadar_Kapikulu_descr_short}Guardia di palazzo e cavalleria d'élite ottomana, costoro sono dotati di lancia, scudo, sciabola e indossano armature pesanti come i propri cavalli.

{Basibozuk}Bashibozuk
{Basibozuk_descr}Avventurieri turchi, ma anche slavi, ungheresi, italiani, greci, tutti pronti a combattere contro i confratelli cristiani per la paga che il sultano dava loro e per il bottino. La maggior parte portava le proprie armi, uno strano assortimento di lance corte, archi, scimitarre, frombole e più tardi anche archibugi. Truppe di scarso affidamento, eccellenti al primo assalto ma facili allo scoraggiamento, rappresentano una feroce fanteria irregolare armata in maniera leggera che affianca di solito la vera fanteria ottomana. Questi soldati turchi non indossano o quasi l'armatura e sono truppe leggere usate per fiaccare gli arcieri nemici e i fianchi degli schieramenti.
{Basibozuk_descr_short}I Bashi-Bazouk sono truppe leggere, feroci ma inaffidabili, usate per fiaccare i fianchi degli schieramenti. Usano soprattutto archi e scimitarre.

{Okcu}Okçu
{Okcu_descr}Gli "okçu" rappresentano il corpo di arcieri appiedati ottomani per eccellenza. Sebbene questo tipo di unità stia cadendo in disuso a causa della diffusione delle balestre leggere ("chagra"), delle balestre pesanti ("zemberek", in grado di scagliare dardi del diametro superiore a un pollice) e soprattutto dell'artiglieria leggera, gli okçu rimangono ancora una risorsa preziosa. Il loro equipaggiamento prevede, oltre al potente arco composito, anche un'armatura leggera e la scimitarra per il corpo a corpo, nel quale sanno farsi valere.
{Okcu_descr_short}Gli arcieri ottomani tempestano di frecce i nemici, indebolendo e mettendo in fuga le formazioni prima dell'attacco della fanteria.

{Topcu}Topçu
{Topcu_descr}Gli ottomani "topçu", membri di un corpo fondato da Murad II verso la metà del secolo XV, sono guerrieri specializzati nella fabbricazione e nell'uso di qualsiasi forma di artiglieria, dai cannoni ai moschetti. Hanno vesti tipiche, di fattezze balcaniche, e sono coordinati da un proprio comandante, il "topchubashi". Vengono reclutati previo permesso accordato dal "Divan-i Hümayun" (Gran Consiglio Ottomano) e i più meritevoli in battaglia erano premiati con concessioni feudali. Sul campo vengono schierati nelle retrovie, protetti dalla fanteria, cercando di evitare la mischia in cui cercano di difendersi con le sciabole.
{Topcu_descr_short}Corpo di artiglieri ottomani, vestiti alla balcanica e dotati di sciabola per la mischia, che comunque cercano di evitare.

{Yeniceri_Tufekci}Tufekçi (Yeniçeri)
{Yeniceri_Tufekci_descr_short}I giannizzeri ("Yeniçeri" o "jeni tceri", che significa "nuovo soldato" in turco), vengono reclutati in seguito a coscrizione di ragazzi cristiani dell'impero, e da subito addestrati. Come corpo professionale d'élite hanno accesso al miglior equipaggiamento e alle migliori armature; integrati da molto giovani, costoro costituiscono una parte considerevole dell'esercito turco e giurano fedeltà al sultano. I "tufekçi" sono tra i primi Ottomani a utilizzare i moschetti di nuova invenzione. Quest'arma pesante ha una buona gittata, penetra qualunque armatura, e infligge una ferita quasi certamente fatale. Questi guerrieri, dotati di corazza leggera sotto le vesti, rappresentano una fanteria leggera mobile e veloce, ma all'occorrenza non disdegna il corpo a corpo sfoderando portentose asce da guerra.
{Yeniceri_Tufekci_descr}Questi giannizzeri sono addestrati all'uso del moderno e potente moschetto ottomano, inoltre portano corazza leggera e asce.

{Deniz}Deniz
{Deniz_descr}"Erano questi [deniz] un corpo male armato e male addestrato [...] corpo di mare il cui reclutamento avveniva mediante una leva volontaria. Armati alla leggera, costituivano un corpo appiedato [equipaggiato] allo stesso modo degli akinji."\n
Cronaca salentina del XVI secolo\n\n
Da popolo nomade delle steppe, i Turchi si sono trasformati in veri dominatori dei mari. La forza navale ottomana si originò con la conquista, da parte del sultano Orhan, della provincia ("beylik") di Karasi e della sua flotta. Da allora, per tutto il XIV secolo, alcune unità di giannizzeri o di azab vennero impiegate come fanteria di marina; solo dalla seconda metà del '400, tuttavia, gli Ottomani iniziarono a dotarsi di un corpo di marina specializzato: i "deniz", un reparto particolare degli azab. Questi guerrieri sono in gran parte di stirpe ellenica; armati di arco e sciabola, costituiranno il cuore della fanteria navale fino alla fine del XV secolo, quando verranno rimpiazzati dalla famigerata milizia berbera "Ta'ifat al Ru'sa".
{Deniz_descr_short}Feroci marinai ottomani, in gran parte di stirpe ellenica, armati di arco e sciabola.

{Naffatun}Naffatun
{Naffatun_descr}La nafta è un liquido incendiario, composto artigianalmente, molto difficile da spegnere. I "naffatun", dotati di protezioni ignifughe e sciabola per il corpo a corpo, lanciano letali brocche di ceramica piene di nafta che esplodono all'impatto, rilasciando una massa infiammata capace di infiltrarsi sotto qualsiasi armatura. La prospettiva di una morte simile scuote il morale anche dei guerrieri più coraggiosi.
{Naffatun_descr_short}Questi uomini lanciano letali brocche di nafta incendiata capace di infiltrarsi sotto qualsiasi armatura.

{Reise}Ta'ifat al Ru'sa
{Reise_descr}I celebri "pirati barbareschi" sono, più correttamente, corsari musulmani che operano dalle coste del Nordafrica, fin dai tempi delle Crociate; le depredazioni più frequenti affliggevano le coste spagnole e italiche, che in tre secoli subirono centinaia di attacchi e più di un milione di cristiani vennero schaivizzati e venduti nei mercati nordafricani. Una spinta notevole alla pratica della corsa saracena fu data dall'espulsione di migliaia di musulmani dal Sultanato di Granada, dopo la sua caduta (1492) ad opera delle forze castigliane e aragonesi. Molti degli esiliati si organizzarono in corporazioni di "Ta'ifat al Ru'sa" (milizie dei capitani di mare) dedite agli attacchi alle flotte mercantili spagnole e italiche. La ferocia e la disciplina di questi famigerati corsari divenne proverbiale. Organizzati e addestrati, costoro non temono nulla e combattono fino alla morte con moschetto e sciabola.
{Reise_descr_short}Queste milizie marine, agli ordini dei pirati saraceni, dediti alla depredazione e alla devastazione, combattono con moschetto e sciabola.
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