Gli Ospitalieri nel Rinascimento

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The Housekeeper
00venerdì 27 febbraio 2009 10:40
Salve,
inauguro la nuova sezione proponendovi questo tema di discussione, da cui non potrò che trarre beneficio in termini di ricerca storica per Machiavello [SM=g27960]
Mi interesserebbe saperne di più sugli Ospitalieri dal 1400 in poi, sulle loro lotte prima nell'Egeo per la difesa di Rodi e poi a Malta e Tripolitania. Eventi, battaglie, metodi di combattimento nel secolo della diffusione della polvere da sparo.
ciao!

Tancredi d'Altavilla
00venerdì 27 febbraio 2009 20:06
Ciao House ho appena incominciato la ricerca.
Ho trovato questo documento su internet, tratta tutta la storia dell'ordine e c'è molto sul periodo che ti interessa a partire da pagina 13. Ti posto il link e non il testo perchè e troppo e non ho il tempo di riassumerlo. www.orderofmalta.org/site/pdf/storia_1.pdf
Ho guardato anche su wikipedia ma penso che il link sia più completo di informazioni.
Sicuramente Baldovino saprà dirci di più.
Spero comunque che ti sia utile. Nel frattempo cerco altro. [SM=x1140440] [SM=x1140429]
Re Baldovino
00venerdì 27 febbraio 2009 20:24
Ciao House, Tancre mi ha battuto sul tempo (dopo facciamo i conti [SM=g27979] ), cmq con domani mi metto alla ricerca, scusate ma stasera cena di compleanno! [SM=x1140440]
The Housekeeper
00venerdì 27 febbraio 2009 20:24
ottimo [SM=x1140440]
bellissimo riassunto
Re Baldovino
00sabato 28 febbraio 2009 15:07
Ciao House, scusa se posto appena ora, ma ero un pelo indaffarato... Ho dato un'occhiata a quello che ha messo il buon Tancre. Secondo me va bene, cmq ti passo ancora sto link qua, magari trovi qualcos'altro

www.knightsofmalta.it/

per la storia ins pecifico guarda qua:

www.knightsofmalta.it/compendio-storico.html

(sotto ci sono poi le paginette varie) Poi ti consiglio anche questi:

www.stupormundi.it/Ospitalieri.htm
eleri.interfree.it/ilterzonano/Guerre/XVI_secolo/Malta/Malta_...

Se hai bisogno di altro siamo qua! [SM=x1140429]
The Housekeeper
00sabato 28 febbraio 2009 15:39
grazie, ottimi link [SM=g27960]
Re Baldovino
00sabato 28 febbraio 2009 19:20
[SM=x1140428] Perfetto allora, se necessiti di altro non esitare a chiedere, è il minimo che posso fare per tutti gli aiuti che mi hai dato! [SM=x1140429]
Robert Bruce
00domenica 1 marzo 2009 19:43
Caro House introduco il tema, poi per approfondire si può vedere una bibliografia.
Gli Ospitalieri, con la conquista di Rodi hanno dato vita a un principato ecclesiastico indipendente, simile a quello dei Teutonici in Prussia, ma la sua conquista gettò l'Ordine in una profonda crisi finanziaria. Rodi era uno scalo per i pellegrini che si recavano a Gerusalemme. Nelle loro relazioni di viaggio hanno descritto "l'isola verde" e i suoi annessi. Così il fiorentino Cristoforono Buondelmonti che vi soggiornò otto anni e descrisse al suo ritorno, nel 1420, l'isola di Nisiros dove c'è al "centro una montagna molto elevata, la cui sommità vomita zolfo notte e giorno, poichè l'isola è cava, come sembra, è spesso colpita da terremoti molto violenti". Infatti quelli del 1354 e del 1481 hanno devastato al regione. Erano isole ricche di profotti naturali, marmo di Leros, e zolfo di Nisiros, cereali di Rodi, vini di simi ecc. Questi prodotti aumentavano le esportazioni, ma Rodi doveve comunque procurarsi grano dall'asia minore o dall'occidente. Gli Ospitaliri fondarono commende a Cos, poi a Nisiros (1382). Perfino a Rodi la rete di castelli dettò la suddivisione amministrativa in castellanie; quella della città di rodi in effetti copriva solo la parte di chiamata Borgo. Le rendite dell'isola costituivano la parte del Maestro e sfuggivano al tesoroe al Tesoriere dell'Ordine. Il Maestro gestiva l'isola come principe territoriale, non come capo religioso. Accanto a lui il "convento" raccoglieva i sette, poi otto, baliati conventuali, uno per lingua. dobbiamo ricordare che la lingua di Spagna si era scissa in due (Castiglia/Portogallo da una parte, e Aragona/Navarra dall'altra) nel 1462. Il Convento teneva le sue sedute sempre nell'isola, custode dei buoni usi dell'Ordine, si ergeva a contropotere di fronte alle pratiche autocratiche dei Maestri. Gli Ospitalieri hanno riprodotto l'organizzazione urbanistica della città sullo schema della propria organizzazione. Esssi la scissero in sue insiemi, il "collachion" e il Borgo. Il Borgo era popolato da borghesi e commerciante greci, rodiesi, latini, ebrei, mentre il collachion era riservato ai fratelli dell'Ordine, la muraglia che lo separava dal Borgo assomigliava più a una recinzione monastica che a un muro di difesa. Il palazzo del Maestro, anch'esso cinto da un muro, dominava il collachion. Helion de Villeneuve è all'origine della sua costruzione. Fu sempre lui a cominciare la fortificazione del Borgo. A metà del XIV secolo si elevò la muraglia del Borgo dal lato del mare e si costruirono i moli del porto, sui quali Philibert de Naillac (1369-1421) fece costruire torri di difesa, particolarmente visibili a causa dei mulini a vento che vi funzionavano in tempo di pace: Dopo il terremoto del 1421, Pierre d'Aubusson fece adattare le mura all'artiglieria con cannoni. Rodi si procurava le armi da fuoco in Occidente benchè ci fosse una fonderia di cannoni nella città. Ogni "lingua" aveva un settore di "viale" da difendere. Palazzo, collachion, Borgo, erano tutti cintida mura, dunque. Questa triplice cinta rappresentava la Chiesa con il Borgo che raccoglieva i fedeli, il collachion dove sedevano gli Apostoli e il Palazzo dove troneggiava il Cristo. A Rodi tre edifici simboleggiavano la triplice funzione - religiosa, caritatevole e militare -dell'Ordine:
- La Chiesa conventuale di San Giovanni Battista era riservata ai fratelli che risiadevano nel Collachion, distrutta, è stata ricostruita sulla banchiona del porto;
- l'Ospedale, la cui costruzione, decisa nel 1314, fu completata alla fine del XIV secolo. Il maestro Antoni Fluvian ne fece costruire un altro, più grande e più bello, che fu aperto ai malatinel 1483, è l'edificio attuale;
- Il Palazzo del Maestro, che si ergeva più alto di quanto non sia attualmente, prima di essere adattato alle necessità dell'artiglieria da fuoco. *

(continua)

* tratto dal volume " I Cavalieri di Cristo, gli ordini religioso-militari del medioevo XI - XVI secolo" di Alain Demurger

The Housekeeper
00domenica 1 marzo 2009 20:20
[SM=x1140430] [SM=x1140522]
Re Baldovino
00domenica 1 marzo 2009 23:11
Per fortuna che sei arrivato tu Robert! Sei il nostro storico di punta... Io ho cercato di dilettarmi, (assieme al buon Tancredi) ma non siamo ai tuoi livelli (almeno non io)! [SM=x1140429]
Venafro89
00lunedì 2 marzo 2009 08:55
Re:
Robert Bruce, 01/03/2009 19.43:

Caro House introduco il tema, poi per approfondire si può vedere una bibliografia.
Gli Ospitalieri, con la conquista di Rodi hanno dato vita a un principato ecclesiastico indipendente, simile a quello dei Teutonici in Prussia, ma la sua conquista gettò l'Ordine in una profonda crisi finanziaria. Rodi era uno scalo per i pellegrini che si recavano a Gerusalemme. Nelle loro relazioni di viaggio hanno descritto "l'isola verde" e i suoi annessi. Così il fiorentino Cristoforono Buondelmonti che vi soggiornò otto anni e descrisse al suo ritorno, nel 1420, l'isola di Nisiros dove c'è al "centro una montagna molto elevata, la cui sommità vomita zolfo notte e giorno, poichè l'isola è cava, come sembra, è spesso colpita da terremoti molto violenti". Infatti quelli del 1354 e del 1481 hanno devastato al regione. Erano isole ricche di profotti naturali, marmo di Leros, e zolfo di Nisiros, cereali di Rodi, vini di simi ecc. Questi prodotti aumentavano le esportazioni, ma Rodi doveve comunque procurarsi grano dall'asia minore o dall'occidente. Gli Ospitaliri fondarono commende a Cos, poi a Nisiros (1382). Perfino a Rodi la rete di castelli dettò la suddivisione amministrativa in castellanie; quella della città di rodi in effetti copriva solo la parte di chiamata Borgo. Le rendite dell'isola costituivano la parte del Maestro e sfuggivano al tesoroe al Tesoriere dell'Ordine. Il Maestro gestiva l'isola come principe territoriale, non come capo religioso. Accanto a lui il "convento" raccoglieva i sette, poi otto, baliati conventuali, uno per lingua. dobbiamo ricordare che la lingua di Spagna si era scissa in due (Castiglia/Portogallo da una parte, e Aragona/Navarra dall'altra) nel 1462. Il Convento teneva le sue sedute sempre nell'isola, custode dei buoni usi dell'Ordine, si ergeva a contropotere di fronte alle pratiche autocratiche dei Maestri. Gli Ospitalieri hanno riprodotto l'organizzazione urbanistica della città sullo schema della propria organizzazione. Esssi la scissero in sue insiemi, il "collachion" e il Borgo. Il Borgo era popolato da borghesi e commerciante greci, rodiesi, latini, ebrei, mentre il collachion era riservato ai fratelli dell'Ordine, la muraglia che lo separava dal Borgo assomigliava più a una recinzione monastica che a un muro di difesa. Il palazzo del Maestro, anch'esso cinto da un muro, dominava il collachion. Helion de Villeneuve è all'origine della sua costruzione. Fu sempre lui a cominciare la fortificazione del Borgo. A metà del XIV secolo si elevò la muraglia del Borgo dal lato del mare e si costruirono i moli del porto, sui quali Philibert de Naillac (1369-1421) fece costruire torri di difesa, particolarmente visibili a causa dei mulini a vento che vi funzionavano in tempo di pace: Dopo il terremoto del 1421, Pierre d'Aubusson fece adattare le mura all'artiglieria con cannoni. Rodi si procurava le armi da fuoco in Occidente benchè ci fosse una fonderia di cannoni nella città. Ogni "lingua" aveva un settore di "viale" da difendere. Palazzo, collachion, Borgo, erano tutti cintida mura, dunque. Questa triplice cinta rappresentava la Chiesa con il Borgo che raccoglieva i fedeli, il collachion dove sedevano gli Apostoli e il Palazzo dove troneggiava il Cristo. A Rodi tre edifici simboleggiavano la triplice funzione - religiosa, caritatevole e militare -dell'Ordine:
- La Chiesa conventuale di San Giovanni Battista era riservata ai fratelli che risiadevano nel Collachion, distrutta, è stata ricostruita sulla banchiona del porto;
- l'Ospedale, la cui costruzione, decisa nel 1314, fu completata alla fine del XIV secolo. Il maestro Antoni Fluvian ne fece costruire un altro, più grande e più bello, che fu aperto ai malatinel 1483, è l'edificio attuale;
- Il Palazzo del Maestro, che si ergeva più alto di quanto non sia attualmente, prima di essere adattato alle necessità dell'artiglieria da fuoco. *

(continua)

* tratto dal volume " I Cavalieri di Cristo, gli ordini religioso-militari del medioevo XI - XVI secolo" di Alain Demurger



Veramente bellissimo questo libro...lo consiglio vivamente a chi è interessato agli ordini monastico-cavallereschi...l'unica parte "noiosa" è quella sull'economia e sulla struttura a livello europeo degli ordini...
Tancredi d'Altavilla
00lunedì 2 marzo 2009 14:33
Re:
Re Baldovino, 01/03/2009 23.11:

Per fortuna che sei arrivato tu Robert! Sei il nostro storico di punta... Io ho cercato di dilettarmi, (assieme al buon Tancredi) ma non siamo ai tuoi livelli (almeno non io)! [SM=x1140429]




Quoto in pieno, per fortuna abbiamo Robert [SM=x1140522]
Mi ha fatto venire voglia di leggerlo. Mi sa che in questi giorni lo ritiro, appena ho tempo [SM=g27960] [SM=x1140429]
Re Baldovino
00lunedì 2 marzo 2009 14:45
[SM=x1140438] Ma perchè a trieste non si trovano librerie "decenti"? Mannaggia!!
Tancredi d'Altavilla
00mercoledì 4 marzo 2009 22:14
Re:
Re Baldovino, 02/03/2009 14.45:

[SM=x1140438] Ma perchè a trieste non si trovano librerie "decenti"? Mannaggia!!




Uno dei motivi per il quale preferisco ritirare da internet [SM=x1140441] .

Cercando l'ho trovato qua www.ibs.it/code/9788811679318/demurger-alain/cavalieri-di-cristo-...

In questi giorni lo ordino [SM=x1140440] [SM=x1140429]
Re Baldovino
00giovedì 5 marzo 2009 00:12
Grazie vecchio [SM=x1140522] , ma forse sono riuscito a trovare una libreria! Grazie lo stesso, in caso userò la tua soluzione! [SM=x1140428] [SM=x1140429]
Robert Bruce
00giovedì 5 marzo 2009 18:39
House, appena ho un pò più di tempo ti posto il seguito degli Ospitalieri a Rodi e a Malta.


















The Housekeeper
00venerdì 6 marzo 2009 09:50
Re:
Robert Bruce, 05/03/2009 18.39:

House, appena ho un pò più di tempo ti posto il seguito degli Ospitalieri a Rodi e a Malta.

















[SM=x1140430] [SM=x1140440]




Re Baldovino
00venerdì 6 marzo 2009 14:51
[SM=x1140429] House ti serve alto o per il momento ti basta quello che sta facnedo Robert? Magari se avevi bisogno di altro lavoravamo "in parallelo"... [SM=x1140428]
The Housekeeper
00venerdì 6 marzo 2009 15:57
Per il momento va benissimo così, se ho particolari richieste ti faccio sapere [SM=x1140440]
Robert Bruce
00venerdì 6 marzo 2009 16:43
(continua)
Ogni lingua disponeva di un albergo nel Collachion. Per lo più davano sull'attuale via dei cavalieri, che portava all'ospedale. Gli alberghi erano luoghi di incontro, di pasto per i fratelli di una lingua, ma non luoghi dove pernottare,salvo talvolta per gli ospiti di riguardo. I fratelli quando erano a Rodi doveveno alloggiare altrove, ma obbligatoriamente nel collachion. I cavalieri dell'Ordine doveveno un anno di servizio a Rodi o sull'isola di Cos. E' ciò che allora si definiva le "caravane". Insediandosi a Rodi, gli Ospitalieri hanno trovato l'isola quasi deserta: non ospitava più di una decina di migliaia di abitanti. Un secolo più tardi,e benchè non fosse stata risparmiata nè dalle razzie turche nè dalla peste nera, la città di Rodi contava, da sola, 10.000 abitanti. Gli Ospitalieri hanno seguito una politica pregmatica di sviluppo della loro conquista, che si fondava sul senso di protezione dato alla popolazione locale e sul popolamento. cinque castelli proteggievano Nisiros, un sistema di allarme ottico (fumo di giorno e fuoco di notte) colegava i castelli, avvisando le popolazioni di ogni attacco turco. Ciò non impedì alcune brutte sorprese, come nel 1454 quando le coste di Rodi furono devastate, ma nell'insieme la protezione risultò efficace. Una vera e propria gendarmeria suddivideva a scacchiera le campagne, infatti in ogni villaggio o casale un turcopolo salariato assicurava il mantenimento dell'ordine. All'indomani della conquista, il 14 marzo 1313, Foulques de Villaret promulgò lettere di popolamento che concedevano terre in feudo in cambio del servizio militare. Si conoscono praticamente solo i feudi concessi a Vignolo, di cui gli eredi hanno goduto per un centinaio di anni, o ancora il feudo dell'isola di Nisiros di cui furono investiti, nel 1316, i due fratelli Giovanni e Buonavita Assanti di Ischia, dando in cambio il servizio di una galera armata. In seguito l'Ordine non volle incoraggiare questo sistema feudale per non favorire la costituzione di un'aristocrazia che sarebbe divenuta rivale. Così dopo il periodo in cui fu maestro Foulques de Villaret gli Ospitalieri favorirono l'enfiteusi, concessa a titolo perpetuo in cambio di un censo e acondizione di valorizzare la terra. Questo regime favoriva il piccolo sfruttamento indipendente e fruttava bene tanto ai greci di Rodi quanto ai latini immigrati. Si trattava quindi di colonizzare, sviluppare e coltivare. Rodi non conobbe dunque rivolte nobiliari, tanto più che nell'isola non c'era l'aristocrazia greca degli arconti.
La popolazione greca locale conservò i suoi diritti, in particolare quelli religiosi; le chiese greche, salvo poche eccezioni, non furono confiscate e fu mantenuta la gerarchia greca, malgrado l'insediamento di un arcivescovo e vescovi latini. Nel 1474 i vescovi greci divennro coadiutori dei vescovi latini. Le minoranze religiose siriane (giacobite), armene, ebraiche potevano esercitare liberamente il loro culto. Dopo l'assedio del 1480 e del terremoto che seguì, la sinagoga fu ricostruita a spese dell'Ordine. Per celebrare la vittoria sui turchi furono costruite due chiese nel borgo: la latina Santa Maria della Vittoria e la greca San Pantaleone. Rodi non sfuggì comunque all'ondata antiebraica che colpì l'occidente alla fine del XV secolo. Nel 1502 il maestro Pierre d'Aubusson decretò l'espulsione degli ebrei dall'isola; il provvedimento fu applicato solo molto approssimativamente, ma la minaccia restava. Greci, latini e altri coesistevano liberamente nel Borgo di Rodi, parte attiva e animata della città. Italiani e provenzali vi avevano acquistato case. Gli abitanti godevano dello statuto di borghesi ed erano sottomessi alla legislazione e ai regolamenti dei "Capitula Rhodi", statuti codificati fin dal momento dell'insediamento degli Ospitalieri, rimaneggiati e completati il 24 febbraio 1510.
(continua)
Robert Bruce
00mercoledì 11 marzo 2009 17:14
.....La concordia fra i fratelli dell'ordine, gli immigrati latini e la popolazione greca era indispensabile alla sopravvivenza di questo stato. Gli Ospitalieri l'hanno capito ed è il motivo per cui, a differenza dei veneziani a Creta, non ebbero a fronteggiare alcuna rivolta, nè della popolazione greca nè dei loro sudditi latini. Certo, è alla richiesta dei greci, poco desiderosi di battersi fino alla fine, che Philippe de Villiers de L'Isle Adams si decise a capitolare nel 1522; la solidarietà e la fiducia erano scosse. Tuttavia lasciando l'isola il 2 gennaio 1523, gli Ospitalieri imbarcarono con loro circa 4000 rodiesi che non erano tutti latini. E negli anni seguenti ci furono alcune manifestazioni contro i Turchi e anche un complotto che raccolse greci e giannizzeri cristiani dell'armata turca. Fu sventto e non ebbe seguito.

Di fronte a un'opinione occidentale che ha potuto dubitare della loro utilità, gli Ospitalieri hanno opposto le loro azioni contro i turchi e i mamelucchi. Queste azioni militari furono comunque intercalate da lunghe tregue. La protezione e la sopravvivenza di Rodi giustificavano la prudenza e la ricerca del copromesso. Il numero di fratelli dell'Ospedale presenti a Rodi fu volontariamente limitato a 350 : 300 cavalieri, 20 sergenti d'arme e 30 capellani. Infatti l'isola non poteva accoglierne un numero maggiore. In caso di pericolo si mobilitavano 100 cavalieri supplementari. Un massimo di 500 cavalieri fu toccato durante l'assedio del 1522. Allora 16.000 uomini, fratelli combattenti, mercenari, sudditi rodiesi che erano tenuti al servizio militare, turcopoli (da 300 a 400 nell'isola di Rodi) e ausiliari di ogni sorta presero parte alla difesa della città. A Cos nel 1391, c'erano 25 fratelli d'arme, 10 uomini d'arme latini (mercenari) e 100 turcopoli. La difesa dei castelli era assicurata dai sudditi greci o latini o da mercenari. Le migliaia di fratelli presenti in Occidente non devono illudere: non erano, o non erano più, uomini d'armi. La sicurezza e la difesa di Rodi e delle isole si giocarono sul mare. L'Ordine provvide allamanutenzione permanente di una piccola flotta, completata in caso di necessità da navi mercantili requisite; certo mai più di una ventina di imbarcazioni: uno o due grosse navi rotonde, galere dell'Ordine o - private - di alcuni dei suoi cavalieri e quelle dei feudatari e mercenari. Una galera era destinata alla protezione di Rodi e una a quella di Cos. Da quattro a sei galere più alcune navi rotonde: ecco la flotta permanente di cui disponeva l'Ordine. Jean de Lastic, maestro dal 1437 al 1454, fece eccezionalmente intraprendere la costruzione di otto galere. Imbarcazioni così erano costruite in occidente, a Barcellona o a Marsiglia, nell'arsenale di Rodi venivano costruite solo imbarcazioni di piccole dimensioni. Nelle operazioni combinate con altre flotte, Rodi forniva generalmente quattro galere, così fu per la lega navale che conquistò Smirne nel 1344, per l'incursione su Adalia nel 1361 o la spedizione di Alessandria nel 1365. Anche per questa operazione furono mobilitati 100 cavalieri. Ilnumero delle galere preoccupava l'Ordine meno della mobilitazione dei rematori. Fino la 1462 la "servitudo marina" imponeva a una parte della popolazione maschile dell'isola di servire sulle galere. L'ammiraglio era incaricato di mobilitare quuesti "subditi marinarii" in caso di necessità e di provvedere ai loro stipendi. Di fatto si trattava di una servitù che poteva essere trasmessa ereditariamente dalle donne. Fu soppressa nel 1462. Forse allora si cominciò a ricorrere alla "presse", al servizio obbligatorio. (continua)
Robert Bruce
00giovedì 12 marzo 2009 18:01
All'inizio del XIV secolo l'asia minore era suddivisa in una dozzina di emirati turchi autonomi. L'emirato ottomano era ancora secondario rispetto agli emirati costieri del sud-ovest della penisola, Aydin (che possedeva Smirne), o Mentese, che si davano alla pirateria nel mar Egeo. Alleati di Venezia e dei franchi del principato di Acaia, gli Ospitalieri ottennero successi di una certa entità nel 1312, nel 1318 e nel 1320, al largo di Chio e nei pressi di Rodi. L'emirato di Mentese finì per accettare una tregua, il che assicurò la tranquillità di Rodi. In compenso l'emirato di Aydin rimase pericoloso finchè fu sotto la guida di Umur Pacha (1328-1348). La lega navale formata sotto il patrocinio del Papato e che univa Acaia, Cipro, Venezia e Rodi, si impadronì del porto di Smirne nell'ottobre 1344. La difesa fu affidata a Giovanni di Biandrate, priore ospitaliero di Lombardia. Una lega simile attaccò Adalia e le coste meridionali dell'Asia minore nel 1361. Dopo il 1350, l'Emirato Ottomano prese il sopravvento. Piccolo emirato continentale verso il 1300, aveva sottomesso i suoi rivali turchi che abitavano sulle coste del mar di marmara, prima di penetrare in europa a partire dal 1354. Sotto la guida di Murad I gli ottomani penetrarono profondamente nei balcani, inflissero ai Serbi le disfatte di Maritsa (1371) e Kosovo (1389) e annetterono la Bulgaria. Una crociata occidentale condotta da Giovanni senza paura, assieme all'armata del Re d'Ungheria Sigismondo, fu annientata dal sultano Bajazet I a Nicopoli(1396). Il nuovo maestro degli Ospitalieri, Philibert de Naillac (1396-1421) doveva far risalire una flotta lungo il danubio: potè salvare solo i superstiti. Nel 1402 ci fu un rivolgimento imprevisto nell'egeo e in Turchia. tamerlano vinse i turchi ad Ankara e catturò Bajazet, che morì in prigionia. Il dominio Ottomano sull'asia minore crollò. L'occidente non ne approfittò e gli ottomani poterono restare nei balcani. In questa vicenda gli ospitalieri persero Smirne, ma guadagnarono una ventina d'anni di tregua con gli ottomani. Ritrovarono una testa di ponte sulla costa asiatica con l'occupazione di Bodrum. Nel 1403 siglarono la pace con i mamelucchi e poterono aprire consolati in egitto e Palestina, a Ramla e Gerusalemme, ma senza ritrovare in quest'ultima città il loro antico ruolo di protettori di pellegrini. Dato che i turchi non minacciavano più il peloponneso, gli Ospitalieri ri ritirarono dalla Morea greca nel 1404. I greci del resto non li avevano mai accettati. (continua)
Robert Bruce
00venerdì 13 marzo 2009 17:17
(....) La pirateria era endemica nel Mar Egeo. Rivestiva due forme: attacco e blocco delle navi mercantili e razzia delle coste. Turchi, genovesi, veneziani e Ospitalieri, partecipavano a queste azioni e poi venivano a liquidare il loro bottino sui mercati di Rodi di Chio di Negroponte (l'Isola dell'Eubea) o altrove. La pirateria non è la corsa, che è autorizzata e controllata dallo stato. Rodi ha organizzato una guerra di corsa per preservare le sue acque territoriali, vale a dire la zona che si estendeva da Chio (in mano ai genovesi) fino all'isola di Kastelroizo. La corsa rodiese è nata in parte dalle azioni di rappresaglia esercitate contro coloro che violavano tale spazio. Nel XV secolo Rodi è riuscita a rendere quasi sicura questa zona. Il primo documento esplicito sulla corsa rodiese è un'autorizzazione, data nel 1413 dal luogotenente di Philibert de Naillac a due ospitalieri della lingua di francia, possesdori di una galeotta, di guidare la corsa, a condizione di attaccare solo i nemici della fede cristiana. Nel XV secolo l'Ordine favorì le iniziative di quelli fra i suoi membri che possedevano imbarcazioni proprie: alla fine del XV secolo si contavano 53 cavalieri proprietari di imbarcazioni, generalmente di piccole dimensioni. Nel 1503 l'Ordine si unisce a un corsaro: egli divide le spese di armamento dell'imbarcazione e fornisce una parte dell'equipaggio, in cambio riceverà un terzo del bottino. La corsa infatti procura ricchezze allo stato Rodiese, ricchezze che avrebbero costituito la metà delle rendite finanziarie percepite dall'isola nel 1521. In generale i corsari dell'Ospedale attaccavano piccole imbarcazioni, soprattutto quelle che trasportavano granaglie. Ma capitava che si attaccassero grosse navi, come nel 1507, la grande nave genovese che aveva a bordo 600 passeggeri che venivano dal Maghreb, alcuni dei quali ricchi mercanti, il bottino fu straordinario. I corsari ospitalieri non dovevano attaccare imbarcazioni di cristiani, ma in questo caso non si poteva dire che l'imbarcazione genovese favoriva il commercio con gli infedeli? Un alibi molto comodo! gli ospitalieri imbrogliavano, negoziando con turchi e mamelucchi la liberazione di schiavi cristiani. La guarnigione del castello di Saint-Pierre di Bodrum aveva anche la missione di accogliere gli schiavi cristiani fuggiti dalla turchia. La corsa fu anche un alibi per dimostrare all'Occidente che l'Ordine rimaneva fedele alla sua missione. Gli Ospitalieri non avevano i mezzi per condurre una guerra offensiva permanente contro i loro avversari. Lo sapeva bene il papato, che accordava loro di firmare tregue e commerciare con gli infedeli, ma vietava di consegnare cristiani agli infedeli e di pagare loro un tributo. Utilizzando le proprie forze navali e la corsa, la loro abilità e le occasioni che si presentavano, gli Ospitalieri riuscirono a contenere i turchi fino al 1522. (continua)

Robert Bruce
00mercoledì 18 marzo 2009 17:14
Gli ottomani si ripresero lentamente dal duro colpo loro inferto da Tamerlano nel 1402. Essi assumono nuovamente il controllo dell'asia minore solo sotto Murad II (1421-1451); costui si occupa maggiormente delle sue relazioni con la Persia e l'oriente asiatico e allenta la pressione su Rodi. Ma allora sono i mamelucchi che tentano di invadere Cipro nel 1426, poi rodi nel settembre 1440. Una flotta egiziana attacca Kastelrozio prima di essere respinta e poi in parte distrutta a Cos. Nell'agosto 1444 i mamelucchi tornano alla carica e sbarcano a Rodi. La popolazione ebbe il tempo di mettersi al riparo nei castelli. Le campagne sono saccheggiate, ma la città di Rodi resiste e gli egiziani devono imbarcarsi di nuovo. La pace è ristabilita nel 1445. A questa data le relazioni con gli ottomani cominciano a degenerare. Il nuovo sultano Mehemed II, lancia l'offensiva finale contro l'impero bizantino e Costantinopoli cade il 29 maggio 1453. Mehemed esige subito la sottomissione di Rodi e il pagamento di un tributo, ma il maestro rifiuta. Il sultano replica saccheggiando l'isola nel 1455-56. Dopo la presa dell'isola di Negroponte (Eubea) nel 1471, Rodi diventa l'obiettivo prioritario dei turchi. Nel 1479 gli Ottomani sbarcano di nuovo sull'isola e il 4 dicembre cominciano l'assedio della città. Gli Ospitalieri conservano comunque il controllo del mare, fino all'arrivo di una grande flotta turca nel maggio 1480. Di fronte alla resistenza dei cavalieri, i turchi, scoraggiati dal fallimento dei loro assalti e dalle gravi perdite subite, levano l'assedio il 17 agosto 1480. L'anno successivo un violento terremoto completò la distruzione della città e delle sue fortificazioni. Pierre D'Aubusson (1476-1503) le fa ricostruire. Rodi benefici allora di una nuova e lunga tregua. Alla morte di Mehemed II nel 1481, i suoi due figli Bajazet II (1481-1512) e Djem, si disputano il potere. Sconfitto Djem si rifugia a Rodi il 29 luglio 1482. Pierre D'Aubusson lo manda in Francia. Il maestro era originario della Marche e sistema Djem nella sua provincia, a Burganeuf, dove oggi è ancora visibile la torre Zizim. Con l'autorizzazione del Papa l'Ordine conclude un accorco con Bajazet il 2 dicembre 1482: il maestro si impegna a tenere prigioniero Djem, per il mantenimento del quale Bajazet paga una retta annua. In seguito Djem fu trasferito a Roma dove morì nel 1496. Il decesso di Djem non modificò subito le relazioni di Rodi con i turchi. Il sultano allora combatteva Venezia. Ma quando Papa Alessandro VI invita alla formazione di una lega cristiana per aiutare Venezia (1501-1503), gli Ospitalieri, benchè a disagio, devono farne parte. Essi non mettono alcun entusiasmo nel partecipare alle operazioni militari della lega, i veneziani si indignano contro di loro e i turchi ne diffidano. L'equilibrio stabilito dopo il 1481 allora è rotto e la guerra di corsa si scatena. Poi senza interruzzioni gli ottomani sconfiggono i Persi safavidi e l'impero mamelucco nel 1516-17. E nel 1521 la presa di Belgrado segna il loro ritorno all'offensiva in Europa. Rimane Rodi. (continua)
The Housekeeper
00mercoledì 18 marzo 2009 17:43
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Robert Bruce
00venerdì 20 marzo 2009 16:26
Il nuovo sultano Solimano aveva riunito un'imponente flotta, da 130 a 180 navi. preparata da lunga data all'inevitabile, Rodi aveva rinforzato le sue difese, aveva fatto venire fratelli combattenti dall'Occidente emobilitato gli abitanti dell'isola. La flotta turca il 26 giugno 1522 sbarcò una quantità considerevole di truppe (si parla di 200.000 uomini!). Il campo turco fu posto a nord della città, di fronte al palazzo del gran maestro e al porto di Mandraki. I turchi non riuscirono a bloccare il porto principale, tanto che i difensori conservarono il controllo delle loro relazioni marittime. L'assedio durò cinque mesi e fu caratterizzato da duelli d'artiglieria e da tentativi di trincea e di mine. La potenza di fuoco degli Ospitalieri, che l'occidente non socorreva, cominciò a diminuire. Il tradimento del cancelliere dell'Ordine, Andrea D'Amaral, geloso del maestro Phillippe de Villiers, e la sua esecuzione rivelarono le tensioni che attraversavano l'ordine e la popolazione. Il 20 dicembre il sultano accettava la resa degli Ospitalieri e accordava loro dieci giorni pe partire; gli abitanti dell'isola che desideravano seguire i cavalieri disponevano un lasso di tre anni per ritirarsi con i propri beni. Il 2 gennaio 1523 una flotta di cinquanta navi lasciava l'isola alla volta di Creta, poi guadagnò Messina e infine nel luglio 1523 arrivò a Civitavecchia. Il Papa diede ai dignitari dell'Ordine l'usufrutto di Viterbo il 25 gennaio 1524. Un'epidemia di peste, poi il sacco di Roma operato dalle truppe di Carlo V d'Asburgo nel 1527, convinsero gli Ospitalieri a stabilirsi altrove. Dopo aver messo la loro flotta al riparo a Villefranche, poi a Nizza (novembre 1527), accettarono le proposte dello stesso Carlo V. Infatti dal 1523 erano iniziate trattative con l'Imperatore riguardo a Malta, ma si arenarono sulla questione della sovranità sull'isola, che gli Ospitalieri esigevano assoluta. L'accordo fu concluso definitivamente il 24 marzo 1530. Il maestro Philippe de Villiers potè imbarcare tutti i suoi per Malta. La popolazione rodiese che aveva seguito i fratelli ricevette per lunghi anni, privilegi. (continua)
Robert Bruce
00martedì 31 marzo 2009 18:02
gli Ospitalieri a Malta
Oltre a Malta agli Ospitalieri fu consegnata la città di Tripoli nel 1523, rimase nelle mani dei cavalieri fino al 1551. In seguito Filippo II tentò di riconquistarla nel 1560, ma l'impresa fallì. Malta ben presto diventò una efficiente base delle oprazioni da cui partivano i convogli per attaccare le navi turche e corsare. L'isola, situata al centro del mediterraneo, occupa una posizione chiave del crocevia fra oriente e occidente, soprattutto quando, dal 1540, i pirati berberi, cominciano ad infestare le acque del mediterraneo, attacando le navi e le coste cristiane. in particolare vengono ricordate le Isole Baleari, terra dalla quale provenivano molti cavalieri, che furono teatro dell'attacco portato da "Dragut" a Pollensa nel 1550, durante il quale i turchi uscirono sconfitti. Il corsaro turco Dragut cominciava infatti ad essere una seria minaccia per le nazioni cristiane del mediterraneo, anche se la permananza degli Ospitalieri a Malta fu un ostacolo per le sue finalità. Infatti i Cavalieri effettuavano operazioni di contro-pirateria liberando i convogli cristiani catturati, oppure attaccando le navi cariche d'oro e di seta del "Gran Turco". Nel 1551 Dragut e l'ammiraglio turco Sinàn, decisero di attaccare le isole e con 10.000 uomini aggredirono la vicina Gozo. Il bombardamento della città durò diversi giorni, fino a quando, il comandante dei cavalieri, giudicando inutile la resistenza, consegnò la cittadella. I corsari presero in ostaggio quasi tutta la popolazione (circa 5.000 abitanti)e poi si recarono a Tripoli dove conquistarono la città cacciando gli Ospitalieri difensori. Di fronte a questi attacchi, il gran Maestro dell'Ordine Juan de Homedes, decise di rafforzare le difese del forte Sant'Angelo in Birgu, e di costruire due nuovi forti, di San Miguel nel promontorio di Senglea e Sant'Elmo, sulle pendici della penisola di Monte Sceberras (oggi centro urbano di La Valletta). I due nuovi forti furono ultimati in soli sei mesi nell'anno 1552, e furono di importanza cruciale per l'esito del grande assedio di alcuni anni dopo. In particolare Sant'Elmo fu progettato da un'architetto italiano che lo realizzò in un modo oggi conosciuto come "fortificazione alla moderna". (continua)
The Housekeeper
00giovedì 2 aprile 2009 12:53
Come combattevano i cavalieri di Malta? Usavano armi da fuoco leggere o continuavano con i buoni vecchi spadone e scudo?
Robert Bruce
00giovedì 2 aprile 2009 16:08
niente armi da fuoco, i cavalieri combattevano con lo spadone a due mani e una pesante corazza a piastre tipica del XVI secolo, costruita su misura, quindi abbastanza maneggevole, che resisteva a tutti i colpi dei nemici, eccetto quelli di archibugio sparati a breve distanza. Le armi da fuoco venivano usate dagli altri contingenti di soldati spagnoli, italiani, siciliani e maltesi che formavano, assieme ai cavalieri, la guarnigione di Malta. Le armi da lancio, archi e balestre prima, archibugi dopo, non erano considerate onorevoli per un cavaliere, che doveva dimostrare il proprio valore nel corpo a corpo. Questo spirito, tipico dei cavalieri del XII e XIII secolo è rimasto invariato anche nei secoli seguenti, portando poi all'inevitabile declino della cavalleria in campo militare.








The Housekeeper
00giovedì 2 aprile 2009 18:28
Re:
Robert Bruce, 02/04/2009 16.08:

niente armi da fuoco, i cavalieri combattevano con lo spadone a due mani e una pesante corazza a piastre tipica del XVI secolo, costruita su misura, quindi abbastanza maneggevole, che resisteva a tutti i colpi dei nemici, eccetto quelli di archibugio sparati a breve distanza. Le armi da fuoco venivano usate dagli altri contingenti di soldati spagnoli, italiani, siciliani e maltesi che formavano, assieme ai cavalieri, la guarnigione di Malta. Le armi da lancio, archi e balestre prima, archibugi dopo, non erano considerate onorevoli per un cavaliere, che doveva dimostrare il proprio valore nel corpo a corpo. Questo spirito, tipico dei cavalieri del XII e XIII secolo è rimasto invariato anche nei secoli seguenti, portando poi all'inevitabile declino della cavalleria in campo militare.














grazie [SM=x1140440]
immaginavo che non avrebbero tradito il codice cavalleresco per usare i volgari archibugi!
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