Medieval 2 Total War
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Machiavello: AAR

Ultimo Aggiornamento: 31/07/2013 12:12
18/10/2008 15:14
 
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Unione delle Corone Nordiche / H-H / 1414 - 1441
Anni davvero incredibili quelli che ho passato servendo nei reparti di fanteria pesante svedesi al tempo del re sovrano Erik VII. Anni di cambiamento sociale e di conflitti sanguinosi, di intrighi politici e di un sovrano spietato e inflessibile.
Mi arruolai nel 1414, ero poco più di un ragazzino. Dopo sette anni dall'ascesa al trono di Erik VII (avvenuta nel 1407), le tensioni religiose e sociali esplosero e innumerevoli moti di ribellione percorsero tutte le terre scandinave e danesi. La mia città, Uppsala, divenne capitale dell'Unione nel 1414 con editto reale, ed io mi arruolai perché volevo sfuggire al lavoro nei campi. Fui spedito nelle terre di provincia, inizialmente solo a rappresentare il potere centrale. La situazione però mutò ben presto, e di lì a pochi mesi ci trovammo a dover utilizzare sistemi di cui ancor oggi non vado per niente fiero per controllare le sommosse e aiutare l'istituzione ecclesiastica protestante a convertire la popolazione dal cattolicesimo. Preferisco non addentrarmi nei particolari delle barbarie che fummo costretti a compiere anche sotto diretto ordine di Erik VII, che si valse in quel periodo la fama di un capo spietato e incontrastabile.
Nel 1416 fui richiamato insieme al mio battaglione e a molti altri da tutta la Scandinavia alla fortezza di Kalmar. Ci saremmo imbarcati per raggiungere le coste lituane, e nel 1417 cingemmo d'assedio ed espugnammo Riga. Il re non si smentì e come già ci aspettavamo permise che la città fosse saccheggiata: io stesso presi parte alla razzia. Ora nessuno voleva fermarsi: i soldati erano determinatissimi e moralmente sostenuti dalla grande vittoria che il facile obiettivo sulle coste lituane ci aveva concesso, così proseguimmo verso sud, decisi a porre fine al governo indipendente dell'Ordine Teutonico, e conquistammo Konigsberg nel 1419 e Danzica nel 1421. Ottenemmo lunghi periodi di licenza e potemmo tornare quasi tutti in Scandinavia per alcuni mesi. Nel 1424 arrivò la notizia che una seconda campagna aveva sottomesso all'autorità dell'Unione anche Novgorod, e nel 1425 fu il turno di Tallinn, come ormai tutti si aspettavano. Questa grande offensiva aveva garantito il monopolio dell'Unione sulla quasi totalità del Mar Baltico.
Restavano solo i porti di Stettino e di Amburgo, rispettivamente brandeburghesi e tedeschi. Lo scontro diplomatico con il margraviato non tardò ad arrivare, ma la risposta del piccolo Stato fu di nuovo un secco "no" anche di fronte alla minaccia dell'Unione di prendere Stettino con la forza. Tra il 1429 e il 1430 si arrivò alla rottura definitiva, e nel 1432 l'Unione dichiarò guerra al margraviato. Le forze di stanza a Danzica (tra le quali rientravo anch'io) furono accostate da nuovissimi reparti di armi da fuoco e cavalleria pesante, e nel 1433 facemmo la nostra entrata a Stettino. Il re, preoccupato che la razzia della città potesse indebolirne l'ottimo andamento economico, proibì qualunque forma di saccheggio della città, e i pochi trasgressori furono impiccati. Una nostra delegazione diplomatica raggiunse Magdeburgo e costrinse il Margraviato di Brandeburgo ad affidarsi alla protezione dell'Unione. Finì così la guerra lampo contro il margraviato.
Nel 1434 fui trasferito a Thorn, importantissima fortezza che Erik VII aveva acquistato per la cifra da capogiro di 65.000 denari dal Regno di Polonia-Lituania. Non ci voleva un genio a capire quali fossero le mire del re, e i polacchi fornirono stupidamente il casus belli continuando a finanziare missioni evangelizzatrici cattoliche nelle terre protestanti dell'Unione. Nel 1435 fu dichiarata guerra. Inizialmente la Polonia-Lituania si rivelò estremamente aggressiva e cinse d'assedio Danzica, che però fu liberata dopo un'eroica resistenza durata due anni. Successivamente ci giunse notizia che anche Novgorod aveva subito un assedio ma aveva resistito a discapito dell'inferiorità numerica nella quale la guarnigione si trovava. Nel 1436 rispondemmo efficacemente espugnando Kovno, ma la nostra offensiva si esaurì alle porte della capitale Lublino: i polacchi erano decisi a non cedere, e le trattative diplomatica non riuscivano a concludere nulla. Nel 1438 cingemmo d'assedio la città, ma di nuovo ci trovammo in una situazione di guerra di logoramento, in cui nessuno riusciva ad avere la meglio sull'altro. Il re Erik VII allora decise di ricorrere ad un'arma infame ma efficacissima per risolvere la situazione: gli assassini. Io e altri soldati valorosi fummo incaricati dal re in persona di trovare gli uomini adatti a compiere le azioni che avrebbero sbloccato la situazione facendo pendere l'ago della bilancia verso di noi. Tra il 1437 e il 1439 fra le vittime illustri di quel conflitto durissimo si contarono anche le anime dell'erede polacco, di una principessa russa (Polonia-Lituania e Principato di Moscovia erano alleati), del governatore di Lublino, di un generale polacco, di una principessa polacca e infine, nel 1440, pochi mesi prima dell'assalto alle mura di Lublino, il capofazione polacco. La città cadde nel 1440 e il sacco che Erik VII ordinò (non concesse, ordinò proprio di compiere un saccheggio devastante) ripagò ampiamente quei primi cinque anni di guerra.
Ormai pareva tutto finito. Il mattino dopo la presa delle mura (avvenuta di notte), la città era ridotta a poco più di un ammasso di macerie fumanti. I reparti furono smobilitati e gran parte delle forze assedianti lasciarono la città per ritornare a Thorn, dove a quanto si diceva già si progettava una campagna finalizzata alla conquista di Cracovia, rimasta isolata dal resto del Regno di Polonia-Lituania.
Benché Erik VII fosse un grande uomo, autoritario e spietato ma al contempo giovanile ed eroico, iniziava ad accusare i segni della vecchiaia e della stanchezza. Il fratello, erede legittimo al trono dell'Unione, era governatore di Goteborg e pareva meno militarista ed espansionista rispetto ad Erik VII. Tuttavia, non perdeva occasione per elogiare le campagne del re, in un modo che andava ben oltre la semplice ammirazione o l'arruffianamento. I tedeschi, ben al corrente di tutto ciò, cominciarono a fortificare i confini orientali dell'Impero e a radunare le forze, perché ai cinque regni che già comprendeva l'Unione (Corona di Svezia, Corona di Norvegia, Regno di Danimarca, Lega Anseatica e Principato di Novgorod) non se ne aggiungesse un sesto. Lo scontro sembrava davvero inevitabile, con Sacro Romano Impero e Unione delle Corone Nordiche decisi a non concedere all'altro neanche un minimo di potere in più.

Sinceramente,
Olaf Gunnstianssen
(Minnesanger della Legio XIV di Thorn)

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