In numero minore. 4 cavalieri su 10 di un arav (divisione di 10 uomini all'interno di uno zuut (100 uomini) a sua volta divisione all'interno di un tumen (1000 uomini)) erano lancieri pesanti, i rimanenti 6 arcieri a cavallo che fungevano anche da cavalleria leggera.
In realtà non c'era una vera distinzione. I mongoli hanno sempre preferito (a ragione a mio parere) la mobilità e la rapidità nelle battaglie rispetto alla potenza di una carica vera e propria.
In genere le battaglie si aprivano con l'attacco di arcieri a cavallo chiamati mangudai, incaricati di sfoltire le fila e letteralmente gettarsi contro il nemico per poi simulare una precipitosa ritirata. La ritirata veniva coperta da altri arcieri a cavallo che disgregavano ulteriormente la formazione (e a volta la annientavano, l'arco mongolo ha un potere di penetrazione superiore a quello lungo inglese). A quel punto intervenivano i reparti di cavalleria pesante annunciati dal suono del tamburo naqara che spezzavano definitivamente i ranghi nemici.
Contro la vera cavalleria pesante (i cavalli mongoli sono molto piccoli rispetto a quelli da carica europei) si limitavano a bersagliare di frecce i cavalli per lasciare appiedati gli uomini e finirli successivamente.
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"Товарищи,
дайте новое искусство -
такое,
чтобы выволочь республику из грязи."
(В. Маяковский, Приказ № 2 Армии Искусств)
"Compagni,
date un'arte nuova -
tale,
che tragga la repubblica dal fango."
(V. Majakovskij, Ordine № 2 all'Armata delle Arti)