Il più grande generale

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Erik il Conquistatore
00lunedì 7 settembre 2009 10:39
Quoto pure io. Come dici te Saraceno sarebbe giusto osservare anche la nobiltà morale di un generale, e in questo ti dò pienamente ragione, tuttavia spesso è assai difficile trovarne di così cavallereschi anche perchè volente o no in molte occasioni pure costoro erano per necessità strategiche militari, o politiche, costretti ad attuare uccisioni o stermini.

Xostantinou
00lunedì 7 settembre 2009 11:10
Conta anche che soprattutto per l'Europa il concetto di cavalleria si applicava esclusivamente agli alti ufficiali in quanto erano di estrazione nobile, quindi "tra loro" si trattavano con una certa cortesia e rispetto, ma ciò non valeva nei riguardi della bassa truppa o dei mercenari, i primi valevano al massimo solo come schiavi, i secondi cambiavano semplicemente bandiera a seconda del miglior offerente.
Ergo nei confronti di civili e soldataglia non aveva scopo essere "cortesi".

Saladino aveva il suo specifico interesse a non macellare tutti gli abitanti di Gerusalemme, non era di certo gentilezza gratuita, intendeva bensì mandare un chiaro messaggio a tutti gli abitanti del regno crociato "non avete comunque alcuna speranza di vincere, arrendetevi e non vi sarà fatto nulla"
Zames
00lunedì 7 settembre 2009 17:30
Secondo me, esempi di cavalleria dovuti a vera "generosità", diciamo così, non esistono.
In guerra, un generale, un comandante, un sovrano, deve tenere conto di cosa porteranno le sue azioni in un determinato momento.
Deve premeditare con attenzione, e spesso agire come le circostanze e non la sua testa gli dettano.
Non può commettere azioni avventate.
Xostantinou
00lunedì 7 settembre 2009 18:01
se fosse avventato non sarebbe un fine stratega...
Zames
00lunedì 7 settembre 2009 18:41
Esatto, e non sarebbe al comando di un esercito...perchè probabilmente sarebbe già morto per la sua avventatezza, o sostituito
Xostantinou
00lunedì 7 settembre 2009 18:53
Poi dipende, Alessandro in combattimento era spesso avventato nei primi anni, ma al momento doveva ancora dimostrare che pasta d'uomo era e continuò a rischiare la vita ogni volta che la sua leadership era messa in discussione proprio per lanciare il chiaro segnale che lui per il sogno che aveva in mente era disposto a rischiare la vita e se i suoi uomini fossero stati da meno sarebbero stati chiamati codardi perché non avrebbero lottato per difendere il loro re...
Zames
00lunedì 7 settembre 2009 19:49
Credo che ci sia stato un periodo in passato in cui i comandanti, anche se erano leader di interi regni, mettevano in pericolo la propria vita andando sul campo a fianco delle proprie truppe.
Poi questa abitufdine si è persa, non per vigliaccheria ma per preservare le catene di comando
saraceno@
00lunedì 7 settembre 2009 19:58
Re:
Zames, 07/09/2009 17.30:

Secondo me, esempi di cavalleria dovuti a vera "generosità", diciamo così, non esistono.
In guerra, un generale, un comandante, un sovrano, deve tenere conto di cosa porteranno le sue azioni in un determinato momento.
Deve premeditare con attenzione, e spesso agire come le circostanze e non la sua testa gli dettano.
Non può commettere azioni avventate.




Ci sono stati moltissimi generali sovrani, quindi decidevano loro e non dovevano dare conto a nessuno delle proprie azioni

Da Napoleone a Riccardo cuor di leone, da Murad IV a Solimano fino ad alessandro

Quindi dipende anche dalla persona e non solo dal generale.
Zames
00lunedì 7 settembre 2009 20:05
Però tieni conto che se un sovrano comanda le truppe in battaglia e inizia ad agire senza pensare troppo mettendo in pericolo i suoi soldati, questi prima o poi potrebbero ribellarsi a lui.
Per me, i generali migliori sono sia i geni tattici, che magari con azioni rischiose riescono a strappare la vittoria al nemico, e quelli che prima di tutto, oltre ai propri obiettivi, pensano ai loro uomini
Xostantinou
00martedì 8 settembre 2009 09:05
i generali di stampo sette-ottocentesco infatti erano odiatissimi per questo, se ne stavano tranquilli e beati fuori dal campo di battaglia ad osservare come se fossero spettatori a teatro mentre gli uomini morivano come mosche per combattere in modi assurdi...

Alessandro fu spesso richiamato dai propri ufficiali e dai propri uomini proprio per la sua avventatezza e questo la dice veramente lunga! un re, un generale, che viene sgridato dai propri uomini perché mette in pericolo la propria vita troppo sconsideratamente! questo indica anche quanto lo amassero e lo rispettassero...
Zames
00martedì 8 settembre 2009 10:14
Già, infatti Alessandro era amato dai suoi uomini...benchè poi iniziarono a disprezzarlo perchè aveva fatto suoi molti usi persiani, mentre secondo me lo faceva perchè voleva legittimare il suo titolo di re di persia
Xostantinou
00martedì 8 settembre 2009 11:21
non lo disprezzavano, semplicemente non capivano, si ritenevano portatori di una "civiltà superiore" e non capivano perché il loro re volesse adottare dei costumi "barbari" e barbarizzare i macedoni, così come ritenevano sprecato l'ellenizzare i persiani che in quanto barbari andavano bene come schiavi.
Alessandro invece fu di mente molto più aperta e di straordinaria lungimiranza e puntò alla creazione di un regno "ibrido" che incontrasse i gusti di tutti e non offendesse nessuno, in modo da venire legittimato ed apprezzato da sovrano tanto dai macedoni quanto da egizi e persiani...e poi l'idea di una civiltà che fondesse il meglio di quella greca con quella egiziana e persiana lo stuzzicava particolarmente.
Zames
00martedì 8 settembre 2009 11:27
Immagina se non fosse morto a soli 33 anni, a Babilonia...se fosse davvero riuscito a conquistare l'Arabia (invasione che stava appunto per iniziare prima che morisse), a portare i suoi eserciti contro le popolazioni italiche e poi oltre, verso nord...
oggi, che mondo sarebbe?
Xostantinou
00martedì 8 settembre 2009 11:47
beh non facciamola così semplice, innanzitutto l'arabia era una sua curiosità, voleva sapere che c'era là visto che dalla costa iraniana vedeva della terra ma non aveva notizia di cosa ci fosse là...era curioso e l'aveva dimostrato già in india, voleva sapere cosa c'era al di là del mondo conosciuto (chissà che avrebbe fatto se l'esercito l'avesse seguito)...per l'occidente invece sapeva bene a cosa andava in contro, sapeva delle colonie greche e una volta sistemato l'oriente, sua priorità, avrebbe pensato anche a quelle. Ma sull'occidente aveva piani precisi e conoscenze accurate, per l'oriente vagava molto di fantasia.
Zames
00martedì 8 settembre 2009 13:02
In effetti sì...però non era forse vero che stava progettandone l'invasione?

Non la faccio semplice in realtà...però chissà come safrebbe mutato il mondo se avesse perso la vita in altre circostanze, in altri luoghi
Xostantinou
00martedì 8 settembre 2009 14:27
non stava progettando l'invasione della penisola arabica, bensì voleva mettersi a capo di una missione esploratrice, proprio perché non sapendo a cosa andava incontro era difficile progettare un'invasione di un territorio che non si sapeva nemmeno se era abitato o meno...
per l'occidente invece sì pensava di annettere la magna grecia...

se fosse morto ottuagenario nel suo letto molto probabilmente l'impero romano sarebbe esistito qualche secolo prima, solo che sarebbe andato dalla gallia all'india e sarebbe stato di cultura prevalentemente greca o greco-persiana.
Zames
00martedì 8 settembre 2009 14:55
Oh capisco...io non sapevo fosse una missione di esplorazione...Comunque temo che questo impero si sarebbe disgregato come quelloche aveva costruito fino ai suoi 33 anni...anche se oggi le cose sarebbero un bel poì diverse
Xostantinou
00martedì 8 settembre 2009 16:12
sicuramente il suo concetto di esplorazione non era quello dei geografi, antropologi e naturalisti contemporanei, l'esplorazione partiva con il presupposto del capire se il territorio era conquistabile, se si con quanto sforzo e che profitti poteva dare, quindi andava in esplorazione sicuramente con un contingente armato da dislocare in caso come forza d'occupazione preventiva, ma certamente non c'andava con l'esercito al completo.

Io invece sono più fiducioso, alla sua morte suo figlio era appena nato, mentre se fosse vissuto suo figlio avrebbe ripercorso le sue orme accompagnandolo in battaglia e si sarebbe formato in vista del suo turno di portare la corona ed il regno avrebbe avuto tutto il tempo di consolidarsi.
Duca di Amalfi
00domenica 13 settembre 2009 19:19
Visti i risultati, oserei dire Giulio Cesare
Xostantinou
00domenica 13 settembre 2009 19:48
visti i risultati? ...che ha fatto di straordinario?
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