ROMA- genesi di un crepuscolo

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GlaucopideSophia1
00giovedì 29 marzo 2012 18:47
Il cristianesimo non è una causa, la schiavitù continuò ad essere praticata ancora per lungo tempo e la nuova morale non era d'intralcio allo stato.
La caduta e dovuta ad una serie di cause, prima di tutto ci furono varie epidemie che portarono ad un calo demografico, il quale unito ad una diminuzione di temperatura portò ad un decremento delle produzione agricola, che a sua volta provocò carestie che insieme al aumento della pressione esterna finirono per incrementare il calo della popolazione, tutto ciò portò anche ad un calo della produzione artigiana.
Alla fine la situazione determinò un crollo delle esportazioni mentre le importazioni subirono per un po un calo minore, questo perchè si bruciarono le ricchezze accumulate in precedenza, quando queste finirono anche le importazioni crollarono e le comunità caddero nel autarchia (chiaramente non dapperttutto).
Lo stato si trovò con una grande diminuzione di entrate, ciò non gli permise di mantenere pubblica amministrazione e esercito a standard adeguati, in più divenne difficile reperire uomini, tutto ciò scatenò una situazione difficile che unità a problemi di politica interna portò a ciò che sappiamo.
pablo de toledo-tristero
00venerdì 30 marzo 2012 15:24
vorrei puntualizzare che incipit tipo "secondo me" non sono segno di debolezza, ma di apertura ed educazione, specialmente su temi così spinosi, grazie [SM=g27963]
AlexPraetorium
00lunedì 2 aprile 2012 20:45
L'economia romana era basata sull'espansionismo, quando l'impero ha smesso di espandersi, ha avuto una brevissima stasi e poi ha subito contrazioni di ogni tipo (economico soprattutto).

Il cristianesimo non minava, a mio parere, le basi dell'impero. Anzi, le basi dell'impero erano minate molto più dalla cultura greca che da quella cristiana, tant'è che Catone vi si opponeva o, ancora, Sallustio accusava la mancanza di un nemico comune (com'era, all'epoca di Catone, Cartagine) alla base della crisi della Repubblica. Il Mos Maiorum era fortemente messo in discussione molto più dalla cultura ellenica che da quella cristiana!
pablo de toledo-tristero
00martedì 3 aprile 2012 15:06
credo che la cultura greca "classica" (che mi pare sia quella che intendi tu) al tempo dell'inizio della crisi fosse già stata pienamente assorbita da un paio di secoli, non dimentichiamo che roma visse il suo periodo di massimo splendore (da augusto a marco aurelio per intenderci) proprio quando era completamente impregnata di cultura ellenica, tanto che per quel per periodo si parla di cultura greco-latina, ma di questo ne abbiamo già parlato parecchio.
AlexPraetorium
00martedì 3 aprile 2012 20:13
Era proprio questa la cosa, se la cultura ellenica era la più "votata" a minare le fondamenta dello stato e non lo ha fatto, figuriamoci il cristianesimo che è il meno votato :D
Fulcherio;
00mercoledì 4 aprile 2012 01:36

per me il cristianesimo si è inserito in un contesto di crisi gia in atto da tempo, e ne ha influenzato l'andamento,

la promulgazione a religione di stato con teodosio I è stata un azione politica rivolta contro l'arianesimo piuttosto che un atto per punire agli antichi culti pagani considerati già moribondi, tutto questo si è consumato nel'arco di appena 70 anni circa, dal editto di Costantino e il concilio di Nicea,
sintomo chiaro della crisi del paganesimo e della vitalità dei culti cristiani che necessitavano già di un regime dottrinale ben definito per limitarne le spinte centrifughe e le interpretazioni non ancora codificate nei dogmi della Chiesa


è vero che Catone considerava la cultura greca corruttrice dei costumi romani, ma Catone il vecchio era un nazionalista reazionario e si contrapponeva agli Scipioni, i grandi sponsor dei sofisti greci che cominciarono ad influenzare la cultura e il pensiero e che comunque rimaneva affine a quella latina,

il cristianesimo era un oggetto alieno alla cultura grecolatina, non ne condivideva nessun aspetto, sia culturale che religioso, a differenza della cultura greca che infatti venne assorbita nella tradizione romana senza molte difficoltà, nonostante Catone e la sua "delenda cartago"


pablo de toledo-tristero
00mercoledì 4 aprile 2012 13:29
il censore aveva una sua corrente di pensiero, e non era l'unico, la rappresentanza culturale degli optimates fracassò per talmente tanto tempo le palle con questa storia della corruzione del mos maiorum che poi qualcuno finì per crederci davvero. so che è un' ipotesi un pò stramba ma mi pare che possa calzare se pensate al tipo di persone che studiavano la storia romana nella prima metà del '900.
AlexPraetorium
00mercoledì 4 aprile 2012 17:14
Non è detto che se i romani hanno assorbito la cultura greca, allora quest'ultima non ne minava le basi. Entriamo nell'ottica che la cultura greca ha fortemente influenzato TUTTE le culture con cui è entrata in contatto. Aristotele lo diceva ad Alessandro: La cultura greca è superiore a tutte le altre. I romani sono stati fortemente influenzati dalla cultura greca, i popoli indiani pure (con Alessandro e l'ellenizzazione)... non il contrario.
pablo de toledo-tristero
00mercoledì 4 aprile 2012 20:37
la capacità della cultura greca di influenzare i popoli e il suo diventare "cultura universale" in epoca ellenistica e oltre è un argomento molto interessante, ma temo che anche un tomo di mille pagine su questo fenomeno rischierebbe di essere sintetico.
per fare un esempio il greco (il kojnè se non sbaglio) nel medioevo, insieme se non più dell'arabo e del persiano, era la lingua ufficiale dei mercanti da acri fino all'indo.
AlexPraetorium
00giovedì 5 aprile 2012 23:07
Il greco ha sempre avuto un valore etico e culturale più alto di qualsiasi altra cultura con cui è entrato in contatto... e basta guardare le meraviglie prodotte dai greci per rendercene conto.
Fulcherio;
00venerdì 6 aprile 2012 14:01
Re:
pablo de toledo-tristero, 04/04/2012 13.29:

il censore aveva una sua corrente di pensiero, e non era l'unico, la rappresentanza culturale degli optimates fracassò per talmente tanto tempo le palle con questa storia della corruzione del mos maiorum che poi qualcuno finì per crederci davvero. so che è un' ipotesi un pò stramba ma mi pare che possa calzare se pensate al tipo di persone che studiavano la storia romana nella prima metà del '900.




che tipo di persone??, non riesco a capire questa personalizzazione;
può essere una pecca dovuta ai miei limiti culturali, ma non afferro il senso della tua affermazione.
le correnti ideologiche possono influenzare una visione distorta delle vicende storiche, pensiamo ad es. alla voluminosa serie di interpretazioni degli studiosi di estrazione marxsista sulla caduta del'impero romano, ma non è che i nostri coevi studiosi non ne diano un interpretazione altrettanto "ideologica".

mi pare che si stia parlando di aria fritta [SM=x1140440]
AlexPraetorium
00sabato 7 aprile 2012 15:35
Probabilmente intende critici di storia forzati nelle loro conclusioni da ideali politici. Un po' come il cercare il fallimento dell'Impero Bizantino a causa di un'economia anziche' comunista, capitalista (facendo un esempio tanto per far capire il concetto)
Fulcherio;
00lunedì 9 aprile 2012 07:52
Re:
AlexPraetorium, 07/04/2012 15.35:

Probabilmente intende critici di storia forzati nelle loro conclusioni da ideali politici. Un po' come il cercare il fallimento dell'Impero Bizantino a causa di un'economia anziche' comunista, capitalista (facendo un esempio tanto per far capire il concetto)



si, era quello che in maniera tortuosa facevo notare al nostro amico,
Gli studiosi di antropologia-faccio un esempio- del'inizio secolo XX hanno piegato le loro osservazioni sulle popolazioni primitive uniformandole ai loro convincimenti riguardo alla presunta superiorità della "razza" bianca, questo atteggiamento ha perpetuato dei mostri come il razzismo verso gli ebrei, mutando le ragioni religiose in convincimenti che surrettiziamente facevano capo a considerazioni pseudoscientifiche, per adeguerle ai tempi, e così un errore di fondo può perpetuarsi nelle sue versioni rivedute e corrette, che talvolta confutano quelle precedenti senza per questo correggerle.

la stessa cosa avviene nelle discipline storiografiche, non si riesce quasi mai a distaccarsi dalla prospettiva contemporanea per restituire uno scenario oggettivo e che possa valere come definizione universale e corretta, vuoi per la scarsità di fonti storiche attendibili e ritrovamenti archeologici incompleti o per mancanza di onestà intellettuale si è comunque portati a distorcere.

E visto che ci sono posso anche affermare che l' erede del'impero romano non è tanto Bisanzio ma piuttosto la chiesa cattolica nella sua dimensione temporale.
Pontefice massimo era una definizione squisitamente romana,e solo la chiesa la usa, la Curia, la basilica, il cardinale-parola che trae la sua origine da cardo- ,la sua forma di governo che comprende un sovrano assoluto eletto da un conclave assimilabile al senato che eleggeva gli imperatori, è un rimasuglio della roma imperiale ma non per questo ha meno titoli di bisanzio nel rivendicarne l'eredità ideale

trattandosi poi dellla stessa città, capitale del'impero e successivamente della chiesa cattolica, persino il luogo ne comprova la plausibilità.




Mastralessio
00lunedì 9 aprile 2012 11:05
Re: Re:
Fulcherio;, 09/04/2012 07.52:


E visto che ci sono posso anche affermare che l' erede del'impero romano non è tanto Bisanzio ma piuttosto la chiesa cattolica nella sua dimensione temporale.
Pontefice massimo era una definizione squisitamente romana,e solo la chiesa la usa, la Curia, la basilica, il cardinale-parola che trae la sua origine da cardo- ,la sua forma di governo che comprende un sovrano assoluto eletto da un conclave assimilabile al senato che eleggeva gli imperatori, è un rimasuglio della roma imperiale ma non per questo ha meno titoli di bisanzio nel rivendicarne l'eredità ideale

trattandosi poi dellla stessa città, capitale del'impero e successivamente della chiesa cattolica, persino il luogo ne comprova la plausibilità.





[SM=x1140476] bella battuta
Fulcherio;
00lunedì 9 aprile 2012 11:08
Re: Re: Re:

[SM=g27962]


pablo de toledo-tristero
00lunedì 9 aprile 2012 11:57
Fulcherio;, 06/04/2012 14.01:

pablo de toledo-tristero, 04/04/2012 13.29:

il censore aveva una sua corrente di pensiero, e non era l'unico, la rappresentanza culturale degli optimates fracassò per talmente tanto tempo le palle con questa storia della corruzione del mos maiorum che poi qualcuno finì per crederci davvero. so che è un' ipotesi un pò stramba ma mi pare che possa calzare se pensate al tipo di persone che studiavano la storia romana nella prima metà del '900.




che tipo di persone??, non riesco a capire questa personalizzazione;
può essere una pecca dovuta ai miei limiti culturali, ma non afferro il senso della tua affermazione.
le correnti ideologiche possono influenzare una visione distorta delle vicende storiche, pensiamo ad es. alla voluminosa serie di interpretazioni degli studiosi di estrazione marxsista sulla caduta del'impero romano, ma non è che i nostri coevi studiosi non ne diano un interpretazione altrettanto "ideologica".

mi pare che si stia parlando di aria fritta [SM=x1140440]




beh, intendo gente con la camicia un pò troppo scura che aveva bisogno di una base ideologica salda, oltretutto i nostri italici latinisti e filologi hanno sempre preferito cicerone e i vari autori morali, ed erano loro che insistevano di più sul mos maiorum.
Fulcherio;
00giovedì 19 aprile 2012 07:21

Non è detto che se i romani hanno assorbito la cultura greca, allora quest'ultima non ne minava le basi. Entriamo nell'ottica che la cultura greca ha fortemente influenzato TUTTE le culture con cui è entrata in contatto. Aristotele lo diceva ad Alessandro: La cultura greca è superiore a tutte le altre. I romani sono stati fortemente influenzati dalla cultura greca, i popoli indiani pure (con Alessandro e l'ellenizzazione)... non il contrario.


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Riguardo a quanto dice Alex c'è da aggiungere che senza la cultura greca, senza Erodoto, Platone, Anassagora ecc.. non ci sarebbero stati nemmeno Tito Livio,Svetonio, Cicerone ecc.., una compenetrazione
delle due culture piuttosto che una influenza culturale della Grecia nei confronti di Roma; come quella esercitata nella valle dell'Indo o in Bactriana peraltro per un tempo abb. limitato.

Aristotele era macedone, come ben saprai, quindi anche lui "influenzato" dalla cultura greca propriamente detta,la esaltava anche per motivi nazionalistici e di appartenenza, in quanto i mecedoni non venivano considerati greci a tutti gli effetti dalle popolazioni dell'attica e della beozia, Aristotele è da prendere con le pinze, [SM=x1875401]

AlexPraetorium
00giovedì 19 aprile 2012 17:53
I Macedoni erano "semi barbari"! Per l'eredità della Chiesa sono d'accordo. E' stata quest'istituzione a preservare tutti gli scritti latini durante il Medioevo. Non sopporto quando mi si dice che il Medioevo è un'epoca buia a causa della Chiesa e della sua censura. La Chiesa, diamo a Cesare quel che è di Cesare, ha tenuto in incubazione un'enorme quantità di cultura, senza la quale ora nemmeno conosceremmo gli autori Latini. Aggiungo poi che l'Inquisizione e compagnia "bella" sono state una vergogna... ma i meriti e i demeriti bisogna darli oggettivamente.
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