Nella mia marcia incontrai un'armata ungherese che stava andando ad Orsova e chiesi se mi potevano scortare.
Così avvenne e , arrivati in città, incontrai il governatore ungherese, Bela.Insieme stipulammo l'alleanza di Orsova dove entrambe le fazioni dichiararono, in caso di neccesità, un aiuto sia militare che economico.
Tornato a Venezia, un messaggero del papa mi consegnò una lettera su cui era scritto che il papa era soddisfatto della costruzione della cappella a Zara.
L'anno dopo un giovane ,di nome Enrico Zancani, fu adottato dal doge come figlio suo e venne nominato governatore di Venezia.
Nel 1160 il doge mobilita una grande esercito forte di 849 uomini, ma troppi pochi in confronto della guarnigione di Verona.
Il doge è contrario ai pareri dei suoi collaboratori ,che ritenevano il castello inespugnabile, e diede il comando dell' armata a suo figlio Enrico e incarica me di accompagnarlo.
Enrico si pose sotto le mura e ordinò ai suoi di costruire un ariete ,alcune torri e le scale, ma una sortita della guarnigione veronese interruppe i lavori e costrinse Enrico a dare battaglia.
La battaglia di Verona
Dapprima Enrico fa avanzare gli arcieri che tallonano i difensori, poi fa avanzare la fanteria e blocca la loro avanzata
Sconfitti i tenaci nemici nei pressi della porta le nostre truppe entrano nell' insediamento e ingaggiano battaglia con truppe veronesi, mentre il grosso della guarnigione si ammassa nella piazza
Allora l'armata veneziana conquista le mura e poi dirige la sua carica verso i sventurati veronesi che vengono uccisi a decine.
Ma i veronesi resistono tenaciemente e stanno infliggendo non poche perdite al nostro esercito.
Enrico decide di infliggere il colpo di grazia ai nemici e decide di far avanzare gli arcieri , circondando il fianco destro.
Gli arcieri scagliarono le freccie e data la loro vicinanza ai veronesi uccisero molti nemici.
Dopo un faticoso combattimento anche l' ultimo nemico cadde e il giorno dopo inviai al doge una lettera con scritto:
Grazie della lettura.Spero vi sia piaciuta