Piazza maggiore (Bologna)
Benissimo, house, grazie!
Posto allora qui qualche info su piazza maggiore a bologna, con edifici annessi.
Piazza Maggiore
Piazza Maggiore è la piazza principale di Bologna, situata nel centro dell'abitato medievale. Misura 115 metri di lunghezza e 60 di larghezza, ed è circondata, su tutti e quattro i suoi lati, dai più importanti edifici pubblici della città tardo-medievale.
Il nucleo originario questa piazza fu la cosiddetta "Platea Comunis", aperta ai primi del secolo XIII con la demolizione di antichi edifici che avrebbero successivamente fatto posto anche alla nuova sede del comune cittadino (attuale Palazzo del Podestà). La piazza, che anticamente ospitava il "mercato de Platea", fu poi ampliata a più riprese in occasione degli interventi sui palazzi pubblici prospicienti, fino ad ottenere le attuali forma e dimensione a metà del Quattrocento.
Palazzo del Podestà
Il Palazzo del Podestà è l'edificio che chide Piazza Maggiore sul lato settentrionale. Venne eretto, insieme alla piazza stessa, nel 1200 circa, come edificio atto allo svolgimento delle funzioni pubbliche e, successivamente, sede del podestà e dei suoi funzionari. L'assetto attuale è molto differente dall'originario anche perché l'adiacente Palazzo Re Enzo fu costruito successivamente.
Si tratta di un grande complesso architettonico attraversato da due strade che si incrociano sotto il cosiddetto "Voltone del Podestà" sul quale si erge la cosiddetta Torre dell'Arengo, la cui campana richiamava il popolo in caso di eventi straordinari. Sotto il Voltone furono ,nel 1525, le statue in terracotta dei santi protettori della città, San Petronio, San Procolo, San Domenico e San Francesco, tutte realizzate dallo scultore Alfonso Lombardi. Nel 1453 Aristotile Fioravanti collocò l'attuale campana e rinnovò la facciata romanica con uno stile rinascimentale per volere di Giovanni II Bentivoglio, signore di Bologna. L'edificio fu poi adibito a teatro tra il XVI secolo e il XVIII secolo e infine affrescato da Adolfo De Carolis agli inizi del XX secolo.
Sotto il Voltone del Podestà uno straordinario effetto acustico consente ai visitatori di potersi parlare anche a bassa voce dai quattro angoli opposti del voltone stesso, con il viso rivolto verso il muro. La parte inferiore del palazzo è decorata da centinaia di formelle a motivi floreali, tutte diverse tra di loro.
Nel 1245, dopo soli quarant'anni dalla sua costruzione, il Palazzo del Podestà fu affiancato da Palazzo Re Enzo (così chiamato perché qui fu detenuto e morì il principe Enzo, re di Torres e figlio di Federico II Hohenstaufen, catturato dalle truppe comunali dopo la vittoriosa battaglia di Fossalta del 1249), essendosi riveato assolutamente inadeguato ad ospitare la massiccia partecipazione popolare al governo della città.
Palazzo dei Banchi
Il Palazzo dei Banchi, situato sul lato orientale della piazza, trae il proprio nome dai banchi e dalle botteghe che, durante i secoli XV e XVI, esercitavano l'arte cambiaria.
È certamente l'edificio più moderno tra i cinque che si affacciano sulla piazza bolognese, essendo costruito nel a partire dal 1412. Il definitivo completamento della facciata e del porticato, tuttavia, risalgono al 1565-1568, quando furono rifatti su progetto di Jacopo Barozzi detto "il Vignola", celebre architetto emiliano di quei tempi. Da qui parte il portico più famoso della città, il "Pavaglione", che collega Piazza Maggiore al Palazzo dell'Archiginnasio, prima sede dell'Università di Bologna. La soluzione architettonica adottata garantisce tra l'altro la singolare caratteristica urbana dell'attraversamento stradale dominato da androni passanti e dai portici che ha sempre distinto Bologna.
Il termine "Pavaglione" si ricollega alla fiera dei bachi da seta che si tenne dal 1449 negli spazi ora occupati da Piazza Galvani, di fronte all'Archiginnasio: quel mercato era collocato sotto un tendone, detto in francese
pavillon, cioè "padiglione", "tenda".
Basilica di San Petronio
La basilica di San Petronio è la chiesa più famosa e maestosa di Bologna, dove domina Piazza Maggiore. Le sue imponenti dimensioni (132 metri di lunghezza e 60 di larghezza, con un'altezza della volta di 45 metri, mentre sulla facciata tocca i 51 metri) ne fanno la quinta chiesa più grande al mondo, benché l'originale progetto medievale la prevedesse di dimensioni ancora maggiori, perché divenisse il più grande e imponente luogo di culto della cristianità intera. Nel 1530 la basilica godette di un momento di grande notorietà, in quanto la città di Bologna fu scelta da Carlo V come sede per l'incoronazione a imperatore da parte di Clemente VII. A seguito del sacco dei lanzichenecchi, avvenuto nel 1527, infatti, l'ipotesi di una incoronazione a Roma era stata scartata e la neutrale Bologna, con la magnifica (per quanto largamente incompiuta) basilica di San Petronio, era parsa la scelta più opportuna.
Dedicata a San Petronio, patrono della città (che ne fu vescovo nel V secolo), venne edificata a partire dal 1390, quando il comune diede l'incarico dei lavori all'architetto Antonio di Vincenzo. Fino agli anni Venti del XX secolo fu un vero e proprio "tempio civico", fatto costruire su commissione comunale e da quest'ultimo posseduto, come simbolo della fiera volontà indipendentista e autonomista della comunità bolognese dall'autorità papale (la sede vescovile fu infatti sempre la cattedrale di san Pietro). Si tratta dell'ultima grande opera gotica d'Italia, sin dall'inizio concepita come una grande basilica gotica a croce latina a tre navate con cappelle, munita di ampio transetto con cupola (o tiburio) e profondo coro.
I lavori ebbero inizio con le complesse operazioni di esproprio e abbattimento di numerose
insulae della città medievale prospicienti piazza Maggiore e si protrassero a lungo nei secoli: intanto, contrariamente alla prassi costruttiva del tempo, il cantiere si sviluppò dalla facciata verso l'abside; inizialmente vennero realizzate le prime due campate (le sole navate laterali) e sul paramento in mattoni grezzi della facciata fu realizzato il basamento marmoreo della stessa, con le formelle a bassorilievo di Santi protettori secondo la prima versione del progetto 1393, col concorso di maestranze di scultori della bottega dei fratelli Dalle Masegne. Successivamente, nel 1425 fu ingaggiato il celeberrimo scultore senese Jacopo della Quercia.
Una prima fase dei lavori si concluse nel 1479 con la basilica largamente incompiuta in quanto priva delle volte della navata centrale. In questo momento si inserirono ripensamenti progettuali (un nuovo più ampio progetto di Arduino Arriguzzi del 1515 che nelle dimensioni avrebbe surclassato l'antica basilica di San Pietro in Vaticano a Roma), la definizione della decorazione del paramento marmoreo di facciata (disegno di Domenico da Varignana) e la realizzazione dei portali minori (tra il 1518 e il 1530). Nel corso del Cinquecento, a causa dei mutati gusti artistici, vennero anche prese in considerazione numerose varianti al progetto della facciata: importanti architetti del tempo (Giacomo Ranuzzi, il Vignola, Baldassarre Peruzzi, Giulio Romano e poi Domenico Tibaldi e il Palladio) ci hanno lasciano interessanti disegni oggi custoditi nel Museo di San Petronio.
Nello stesso tempo il cantiere architettonico conosceva una lunga stasi, dovuta (oltre che alla cronica mancanza di finanziamenti) alle difficoltà di realizzare le arditissime volte gotiche e alla delusione causata dalla mancata disponibilità dello spazio necessario per realizzare l'enorme transetto con cupola previsti nel progetto.
Solo in pieno Seicento fu data una accelerazione ai lavori del cantiere e con l'incarico ad un architetto forestiero, il romano Girolamo Rainaldi, furono risolti gli annosi problemi relativi alla realizzazione delle volte della navata maggiore (1646 - 1658), compiute secondo il disegno originale di età gotica, e fu alzata un'abside a conclusione delle navate senza proseguire i lavori del transetto.
A tutt'oggi la facciata risulta incompleta.
La basilica, voluta e compiuta dal libero Comune di Bologna, fu trasferita alla diocesi solo nel 1929 e consacrata nel 1954; solo dal 2000 conserva le reliquie del santo patrono, fino ad allora conservate nella basilica di Santo Stefano.
Palazzo dei Notai
Palazzo di Notai fu eretto nel 1381 e si affaccia oggi sul lato meridionale di Piazza Maggiore, alla sinistra della Basilica di san Petronio. Prende il nome dalla corporazione notarile che ne fece la propria sede e che vi stailì l'archivio di tutti gli atti di compravendita di beni immobili all'interno delle terre comunali.
In realtà il Palazzo venne costruito in due momenti differenti: la parte che si affaccia alla Basilica di San Petronio è appunto del 1381 e venne costruita sotto la direzione di Berto Cavalletto e Lorenzo da Bagnomarino, ma quella che si affaccia su Palazzo d'Accursio fu rifatta da Bartolomeo Fioravanti nel 1437 circa.
All'interno si possono trovare pregevoli affreschi quattrocenteschi, oltre allo stemma dei Notai, raffigurante tre calamai con penne d'oca su campo rosso.
Palazzo d'Accursio
Palazzo d'Accursio o Palazzo Comunale (conosciuto dai bolognesi con il semplice nome di
Palâz, "Palazzo"), che si affaccia su Piazza Maggiore da sud, è un insieme di edifici che sono stati uniti nel corso dei secoli in un blocco unico. Originariamente fu la maestosa abitazione di Francesco Accursio, giurista e maestro di diritto nello Studio Bolognese. Solo nel 1336 divenne residenza degli Anziani, la massima magistratura del comune felsineo (e quindi sede del governo della città). Nel XV secolo fu ristrutturato da Fioravante Fioravanti, il vi aggiunse, tra l'altro, l'orologio della "Torre d'Accursio". Altre ristrutturazioni architettoniche risalgono ai primi anni del XVI secolo dopo la caduta dei Bentivoglio.
La "Madonna di Piazza con Bambino" è un'opera in terracotta di Nicolò dell'Arca (1478) esposta nella parte alta della facciata. All'interno vengono conservate le memorie delle vicende storico-politiche della città di Bologna. È inoltre presente all'interno il Museo Morandi le cui opere sono state donate dalla famiglia del pittore.
Nella storia recente il palazzo è tristemente famoso per i famigerati "Fatti di Palazzo d'Accursio". Con questa espressione ci si riferisce agli avvenimenti del 21 novembre 1920. Mentre il sindaco neoeletto, il comunista Enio Gnudi, presiedeva la seduta inaugurale della consiliatura e la piazza era piena di cittadini in festa i fascisti entrarono nella piazza. Vennero sparati alcuni colpi di arma da fuoco e la folla si ritrovò fra fascisti e carabinieri che sparavano contro Palazzo d'Accursio e i socialisti che rispondevano al fuoco. Una bomba fece una strage nel cortile del municipio, in tutto ci furono 10 morti e 58 feriti e il tragico avvenimento ebbe grande risonanza a livello nazionale.
All'interno sono presenti numerose sale, splendidamente affrescate e di pregevole fattura: "Sala del Consiglio Comunale", "Galleria Vidoniana", "Sala Farnese", "Sala dei Cavalleggeri", "Aula Piana", "Sala Urbana" e "Sala Borsa".
Ho preso le informazioni principalmente da wikipedia, con modifiche e aggiunte personali tratte da fonti mie. Spero possa andar bene...