Medieval 2 Total War
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Romani: ricerca storica

Ultimo Aggiornamento: 25/02/2012 01:58
05/02/2012 20:15
 
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per curiosita'.la lorica segmentata quando cadde in disuso nell'esercito romano?

;;;;;;;;;;;;;;;;;;;;;;;;;;;;;;;;;;;;;;;;;;;;;;;;;;

siete stato pesato..siete stato misurato...siete stato trovato mancante.

Conte Adhemar di Anjou

[Il Destino di un Cavaliere]




12/02/2012 14:51
 
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credo con le riforme di Costantino e Diocleziano nel tardo periodo.
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IULIANUS IL VOLSCO

Ecco il mio breve libro, un mio impegno per un approfondimento della storia locale nell'antichità del mio territorio: origini del nome, storia e topografia dell'antica Antium.

Marco Riggi, "Antium: memorie storiche nel territorio di Anzio e Nettuno", Youcanprint, 2019.

Su Amazon.it
https://www.amazon.it/Antium-memorie-storiche-territorio-Nettuno/dp/8831646443



«..il moderno Anzio. Comune di 3500 abitanti, è di recente costituzione (1858), essendo stato sempre un appodiato di Nettuno (Comune di 5500 ab.), il vero centro abitato erede e continuatore degli antichi Anziati. Scorrendo pertanto le memorie antiche di questo popolo, noi non possiamo separare, specialmente nell'età antica, Anzio da Nettuno, perché ogni anticaglia trovata ad Anzio o a Nettuno spetta ad uno stesso centro. Epigrafi anziati trovansi a Nettuno come in Anzio. […] Del resto è certo che la evoluzione del centro abitato [di Nettuno] nel medio evo, fu esclusivamente agricola. Difatti la terza notizia, che ce n'è pervenuta, è quella importantissima dell'essere stata in Anzio [l’antica Antium] fondata una "domusculta", ossia villaggio sparso nel vasto sub antico territorio. Ciò avvenne sotto il papa Zaccaria (a. 741-752) come ne fa fede il citato Liber Pontificalis (ivi, pag. 435). Contemporaneo fu l'abbandono del porto neroniano e lo spostamento od accantonamento degli Anziati a Nettuno. Quindi cessa il nome di Anzio e succede il nome dell'altro, che va divenendo soggetto alle vicende politiche della difesa del mare.»

(Giuseppe Tomassetti, "La Campagna romana antica, medioevale e moderna", vol. II, 1910, pp. 366 e 381-382).

«Che ti importa il mio nome? Grida al vento: 'Fante d'Italia!', e dormirò contento!»

-SOLDATO IGNOTO-

«Le genti che portavano il nome di Umbri sono infatti quelle che diedero vita alla civiltà più antica dell’Italia, come ricorda Plinio, il grande scienziato e storico romano, del quale tutti ricordano la frase "Umbrorum gens antiquissima Italiae". Una civiltà che dal 13° secolo avanti Cristo in poi si estese dalla pianura padana al Tevere, dal mare Tirreno all‘Adriatico, come ricordano gli storici greci, e poi (con l‘apporto safino) pian piano fino all’Italia Meridionale; una civiltà alla quale spetta di diritto il nome di “italica”, come la chiamiamo noi moderni, anche se gli storici greci e romani parlano inizialmente di “Umbri” per la metà settentrionale del territorio, e di “Ausoni” per la metà meridionale. Sul fondamento dei dati linguistici, infatti, possiamo affermare che l’Italia fu una realtà culturalmente unitaria ben prima che Roma realizzasse l’unità politica...»

-Prefazione del dottor Augusto Lancillotti al saggio "La lingua degli Umbri", di Francesco Pinna JAMA EDIZIONI-

«furono i riti italici ad entrare in Grecia, e non viceversa».

-Platone, "libro delle leggi"-

«Cavalcava la tigre di se stesso.E cosa fu la sua vita se non una disperata fedeltà ai propri sogni? La grandezza di Annibale è quì racchiusa,nella sublimazione della vittoria come fine a se stessa,come strumento di passione.Egli non aveva nessuna certezza di piegare il nemico fino in fondo,di vincere la guerra.Forse non l'ebbe mai.Ma la battaglia era il suo palpito d'uomo,e di quel fremito soltanto visse.»

Gianni Granzotto, "Annibale"

«..Tristezza e follia sono compagne.Lo spettacolo era desolante e amaro.Non restò più nulla di ciò che Annibale a Cartagine aveva visto e vissuto.Non restò più nulla di Cartagine.E tutto quello che fin quì abbiamo narrato è costruzione della memoria,ciò che è stato tramandato a noi dei fatti,dei detti,dei luoghi:le regioni dei ricordi,disperse e abbandonate nel grande cerchio del tempo,il solo che eternamente esiste.»

Gianni Granzotto,"Annibale"

12/02/2012 17:39
 
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Visto che non ho un tubo da fare provo a mettere giù le mie conoscenze sull’esercito Romano derivata dalla lettura di ogni articolo reperito negli ultimi 10 anni cercando di sintetizzare le informazioni che possano essere utili ai modder e sperando che possa essere d’aiuto se non in questo mod magari per le versioni future.

Tralascio il passaggio da esercito arcaico ( essenzialmente falangitico) e la seguente riforma Serviana per descrivere quello che era l’esercito repubblicano e tardo repubblicano periodo di partenza del mod

Periodo dal 350 AC al 107 AC
Si parla di un periodo “convenzionale” in quanto le trasformazioni subite dall’esercito e dalla legione non sono mai immediate ma evolvono lentamente nel tempo anche quando si parla di riforme le riorganizzazioni sono solo il prendere atto di trasformazioni già presenti.

Legione tra il 350 AC e 270 AC

Prima linea 15 manipoli di circa 60 uomini scelti tra i più giovani e vigorosi armati di lancia e scutum ad ogni manipolo era aggiunto un contingente armato alla leggera (leves) dotati di giavellotti (gaesa) .
Seconda linea 15 manipoli da 60 uomini detti principes questi erano più esperti, ed armati più pesantemente ( essenzialmente come la prima linea ma con armamento di migliore fattura) alle prime due linee era dato il nome di antepilani
Terza linea 15 blocchi ognuno suddiviso in tre unità detti vessilli : I triari uomini più esperti armati di lancia di arresto (Hasta) e scudo, seguiva un vessillo di Roari uomini meno validi per esperienza e coraggio e infine un vessillo di accensi meno affidabili di tutti , spesso disarmati con il compito di appropriarsi delle armi dei caduti e dei nemici ogni vessillo contava circa 60 uomini . In totale la legione era composta da 4890 uomini
La divisione dello schieramento in 5 classi risente ancora della riforma Serviana e della divisione dei militari secondo le classi di censo fatte da Servio Tullio appunto.

Non si hanno notizie certe sui socii , probabilmente combattevano secondo le proprie usanze , che non dovevano essere molto differenti dai romani essendo in questa fase essenzialmente Latini

Armamento
Nelle fonti non ci sono accenni al pilum o al gladio è quindi probabile che l’armamento fosse ancora di tipo oplitico con l’eccezione dello scudo non più rotondo ma oblungo di fattura italica, le protezioni passive erano costituite da piastre pettorali , facevano la loro comparsa le prime loriche hamate, l’utilizzo dello scudo oblungo fa pensare ad un parziale abbandono degli schinieri

Elmi : tipo montefortino o coolus con o senza paragnatiche adornati con crine o piumaggio (inseriti solo in fase di battaglia), non erano ancora istituzionalizzati segni distintivi per i centurioni
Scudo : ovale o quadrangolare con angoli fortemente arrotondati costruito con strati di legno di balsa incrociati ed unbone centrale rotondo su base quadrata o a spina
Lance : Lancia di arresto lunga 3 piedi romani ovvero 2,70 m
Protezioni passive : Preponderanza di piastre pettorali , e presenza di loriche hamate soprattutto utilizzate dai più abbienti ( quindi principes e triari).
Schinieri : ancora utilizzati





Legione repubblicana di medio e tardo periodo 270 AC-107 AC

E la legione “classica” quella che si studia sui libri di scuola

Prima linea 10 manipoli di hastati costituiti da 2 centurie ognuno di 60 uomini la prima comandata da un centurione prior la seconda dal centurione posterior ognuno coadiuvato da un optio ( comandante di retroguardia con il compito di fermare eventuali abbandoni del fronte dovuti a panico) ) e da un signifer portatore d’insegna. Ad ogni manipolo erano associati 40 velites
Ad ogni hastato era raccomandato di armarsi con : scudo lungo, piastra pettorale (anche se ormai la lorica hamata era ampiamente diffusa) due pilum definiti pesanti, una spada (machaira o gladio hispanensis) elmo e uno schiniere per la gamba più esposta , i velites erano armati di due giavellotti leggeri, scudo tondo (parma) in alcuni casi elmo e spada ( la funzione della pelle di animale sembra essere quella di rendere riconoscibile il soldato dal suo comandante in modo da poterne apprezzare le gesta di valore)

Seconda linea 10 manipoli di principes , organizzata ed armata esattamente come la prima linea unica differenza l’esperienza dei componenti

Terza linea 10 manipoli di triari ognuno di 60 uomini ( un manipolo di triari era quindi la metà di uno di hastati o principes) armati come le altre linee fatta eccezione per i pilum sostituiti da una lancia di arresto (hasta) ad essi erano associati i soliti 40 velites

In totale 4200 uomini di cui 1200 velites

Elmi : tipo montefortino o tipo coolus con o senza paragnatiche, compare spesso il paracollo e i primi elmi tipo Agem
Scudo : ovale o quadrangolare con angoli fortemente arrotondati
Lance : Lancia di arresto lunga solo piu in dotazione ai triari
Pilum : Compaiono i pilum probabilmente introdotti dopo le guerre sannitiche due per legionario, a volte differenziati tra leggero e pesante (utilizzati a distanze diverse) lunghi circa 1,3 m (vorrei sfatare un mito il famoso pilum incernierato con due spine di cui una in legno fatta per rompersi e permettere il piegamento è probabilmente una bufale tutti i ritrovamenti archeologici evidenziano la presenza si di due spine ma entrambe in metallo.
Spade : Il gladio anche se di misure differenti diventa l’arma base
Protezioni passive : piastre pettorali , e larga diffusione delle loriche hamate
Schinieri : uno solo utilizzato a protezione della gamba sinistra che era la gamba di “attacco”

Cavalleria
Ogni legione era dotata di 300 cavalieri organizzati in 10 turmae da 30 cavalieri, ogni turma divisa in tre decurie comandata da un decurione affiancato da un comandante di retroguardia (stesse funzioni di centurione e optio) , il decurione della prima decuria comandava la turma intera

Socii
Poco si conosce sull’organizzazione militare dei socii ( truppe fornite da città legate da trattati con Roma) , se non che doveva essere praticamente identica a quella romana essi erano infatti organizzati in coorti di circa 500-600 uomini strutturate su tre manipoli di hastati, principes e triari, riproducendo di fatto la struttura della legione. Erano disposte generalmente in due ali ala destra e ala sinistra , i contingenti di alleati non potevano superare in numero i legionari.
Anche la cavalleria alleata era inquadrata in turme e alae come quella romana ma spesso era preponderante rispetto alla cavalleria romana notoriamente poco efficiente
Le coorti di soci erano denominate secondo la zona o città di appartenenza sono noti i comportamenti eroici delle coorti dei Peligni contro i cartaginesi, dei Marsi contro i Galli, nella battaglia di Pidna si distinguono le coorti dei Marrucini, dei Peligni, dei Vestini, Fermani e Cremonesi.
L’armamento dei socii era del tutto analogo a quello dei legionari
Sarebbe bello nel mod poter arruolare Socii provenienti da città Italiche con caratteristiche analoghe ai legionari ma con qualche tratto distintivo caratterizzante (scutum diverso?)


Auxilia
Erano truppe specialistiche che Roma faticava a reperire : tipicamente arcieri, frombolieri o fanteria leggera esse erano truppe mercenarie od esterne arruolate di volta in volta senza un preciso inquadramento nella legione .
Fornitori di auxilia furono nel tempo la citta di Siracusa (arcieri) , le baleari (frombolieri) la Numidia per la fanteria leggera, per quanto riguarda la mitica efficienza dei frombolieri bisogna rilevare che l’effetto era anche psicologico in quanto i loro “colpi” arrivavano non visti e quindi del tutto inattesi da qui il timore che suscitavano.Inoltre il colpo ricevuto doveva essere veramente tremendo sopratutto se il proiettile era di piombo Peso specifico 11,4 infatti molti manuali medici riportavano possibili cure (si potrebbe inserire un effetto di diminuzione del morale delle truppe che affrontano un nemico dotato di frombolieri).

Riforma Mariana

La riforma mariana intesa come passaggio a esercito professionistico era già in atto da molto tempo, il censo minimo per l’arruolamento era stato abbassato man mano che l’esigenza di arruolare uomini abili erano aumentate. Mario non fece altro che istituzionalizzare una tendenza già ampiamente manifestata aprendo l’arruolamento anche ai nullatenenti.

La legione venne quindi suddivisa in dieci Coorti ( inquadramento prima riservato alle truppe dei socii ) ognuna costituite da 3 manipoli cioè 6 centurie di circa 80 uomini ognuna , La prima coorte in cui confluivano gli uomini più validi era occasionalmente doppia (circa 900 uomini) , le differenze di armamento basato sul censo scomparvero cosi hastati , principes e triari lasciarono il posto ad un più generico legionario con armamento costante, scompaiono i Velites .
Il passaggio da manipoli a coorti aveva una ragione ben precisa , il manipolo non era in grado di reggere l’urto sferrato da uno schieramento fortemente aggressivo come il cuneo germanico ( non è chiaro se fosse un vero e proprio schieramento o fosse un effetto trascinante dovuto alla carica dei guerrieri più coraggiosi ) sta di fatto che le legioni subirono una sconfitta schiacciante nella battaglia di Arausio proprio per il cedimento immediato della prima linea che sotto l’urto dei cunei si disfece trasmettendo il panico alle linee seguenti.( lo schieramento a cuneo per i Germani fanti compresi è previsto nel mod vero?) La coorte invece aveva una ben diversa consistenza .
La riforma( tralasciando l’implicazione di un esercito professionale) introdusse due nuovi aspetti nell’esercito romano la standardizzazione dell’armamento ( anche se non si può paragonare a quello di un esercito moderno) e la “logistica tattica”,
La standardizzazione portò ad un equipaggiamento del legionario più uniforme procurato dallo stato, mentre la logistica tattica ovvero la separazione tra bagagli personali e bagagli comuni permise lo sganciamento di coorti dallo schieramento principale che potevano così essere assegnate a compiti collaterali ,ogni soldato infatti doveva essere in grado di portare sulle proprie spalle oltre l’armamento anche il necessario per sopravvivere almeno tre giorni ( da qui l’espressione di “Muli di Mario” riferita ai legionari )
Tale trasformazione oltre all’aspetto già descritto permise interventi più rapidi in quanto la forza da combattimento poteva sganciarsi rapidamente dalle salmerie ( impedimenta si tenga presente che ogni contuberno aveva come minimo un mulo per il trasporto dell’equipaggiamento comune quindi una legione trasportava l’equipaggiamento su circa 600/800 muli con grave rallentamento degli eserciti in marcia).

Altra trasformazione relativa a questo periodo ( mi pare circa 80 AC è la concessione della cittadinanza Romana a tutta l’Italia con conseguente sparizione dei socii ora confluiti nella legione.


Legione dopo riforma Augustea

Viene semplicemente confermata la struttura dopo la riforma Mariana codificando meglio le catene di comando e le modalità di carriera e istutizzionalizzando la I coorte di ogni legione come doppia . Secondo alcuni autori viene anche definito un equipaggiamento standard di artiglieria ovvero uno Scorpione ogni centuria ed un Onagro ogni coorte, in totale quindi circa 50 scorpioni e 10 onagri per legione ( affidate ad immunes ovvero soldati specializzati esentati da lavori di fatica) tuttavia è improbabile che tale dotazione fosse effettivamente diffusa in tutte le legioni.

La catena di comando nella legione

Il Legatus Augusti pro pretore nominato dall’imperatore assistito da 6 tribuni uno di classe senatoria Tribunus Laticlavius e 5 di origine equestre i Tribuni Angusticlavii generalmente più esperti edanziani del Laticlavius

Armamento
Elmi : tipo Imperiale gallico o tipo Imperiale Italico tutti con paragnatiche
Scudo : quadrangolare con angoli fortemente arrotondati compaiono i primi scudi a tegola di derivazione dallo scudo dei gladiatori
Pilum : 2
Spade : Il gladio anche se di misure differenti
Protezioni passive : loriche Hamate che non scompariranno mai dall’esercito romano comparsa delle prime loriche Segmentate le corazze “Muscolate” sono utilizzate dal grado di tribuno in su
Schinieri : permane saltuariamente l’utilizzo sulla gamba sinistra.

Ausiliari

Gli ausiliari prendono il posto dei Socii , popolazioni non di origine Italica venivano arruolate ed organizzate in truppe ausiliarie, nel momento della costituzione della coorte venivano inseriti legionari con funzioni di addestratori i centurioni erano rigorosamente italici all’inizio della carriera.
Nelle Ausilia confluivano anche ex legionari che avevano superato l’età per la ferma
Le truppe erano organizzate nel seguente modo :

Cohors peditata : unità di fanteria organizzata in centurie
Ala unità di cavalleria suddivisa in turmae
Cohors Equitata unita mista di fanteria e cavalleria

Cohors peditata organizzata in unita “quingenarie” 6 centurie da 80 uomini
“ millaria” 10 centurie da 80 uomini

Ala “quingenarie” 16 turmae da 32 uomini
“ millaria” 24 turmae da 32 uomini

Cohors Equitata “quingenarie” 6 centurie di fanti e 4 turmae di cavalieri
“ millaria” 10 centurie di fanti e 8 turmae di cavalieri

Queste unità prendevano generalmente il nome dei popoli o della regione dove venivano reclutate e da un numero ordinale es : Cohors I Brittonum , Cohors IV Delmatarum. Al nome spesso seguivano indicazioni delle decorazioni es Torquata, Armillare , oppure l’acronimo C R ovvero Civium Romanorum ad indicare che per atti di coraggio le era stata donata la cittadinanza Romana prima della fine del servizio

Armamento
L’armamento delle truppe ausiliarie in periodo imperiale era costituito essenzialmente di equipaggiamenti dimessi dalle Legioni , quindi loriche Hamate, ed elmi identici ai legionari, le distinzioni principali erano costituite dalla mancanza del Pilum, che rimase sempre un’arma ad uso esclusivo dei legionari e gli scudi erano piatti ed ovali ( da alcune epigrafi sembrano comunque esistere scudi a tegola in mano a truppe ausiliarie) , la spada era più lunga rispetto al gladio (Spatha) ed una lancia (Hasta )

Chiaramente esistevano truppe ausiliarie specializzate ovvero : Arcieri (Sagitari ) Frombolieri (Funditores)

La situazione descritta rimarrà pressoché invariata fino al III secolo quando la pressione dei popoli barbari spingerà gli imperatori ha modificare ulteriormente l’esercito creando distaccamenti (vexillationes) e distinguendo tra truppe di attestamento e truppe di avanzamento cosa che lo rese sempre più simile ad un esercito moderno..

FINITO ! spero che non vi “tritiate i nervi” a leggere “sta roba” io lo scritta “quasi” di getto e mi sono divertito un sacco a farlo CIAO A TUTTI !!! [SM=x1140427]
[Modificato da MuzioScevola99 12/02/2012 17:52]

Dura la volontà, ferma la fede.

"Nel mondo effimero e leggero coerenza è spesso cambiar pensiero"
13/02/2012 07:47
 
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Dimenticavo, se qualcuno ha bisogno di informazioni sull'organizzazione dell'esercito romano, armamento, gradi, ecc. ho parecchi libri sull'argomento per cui se avete domande e le postate compatibilmente con il tempo che ora incomincia a scarseggiare cercherò di rispondere

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17/02/2012 19:53
 
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Re:
MuzioScevola99, 13/02/2012 07.47:

Dimenticavo, se qualcuno ha bisogno di informazioni sull'organizzazione dell'esercito romano, armamento, gradi, ecc. ho parecchi libri sull'argomento per cui se avete domande e le postate compatibilmente con il tempo che ora incomincia a scarseggiare cercherò di rispondere




Però...ne sai di cose! L'ho letto e devo dire che sintetizza bene i passaggi susseguitisi, nei secoli, sino a giungere quasi al periodo tardo-imperiale. Bravo! [SM=x1140427]







17/02/2012 23:46
 
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Re: Re:
LouisAquila, 17/02/2012 19.53:




Però...ne sai di cose!............ [SM=x1140427]




Grazie l'esercito romano mi ha sempre appassionato per cui qualsiasi cosa che loriguarda lo leggo con avidità !

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18/02/2012 00:03
 
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Me ne sono accorto^^

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"Tempora mutant, et nos mutamur in illos"
23/02/2012 18:29
 
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se vi servono immagini posso scannare/scansire/scannerizzare delle immagini di un bel libro di storia x ragazzi...
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[SM=g27960] TK guarda nel topic ancillari se hai voglia di fare
[Modificato da Daegano 23/02/2012 18:40]

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23/02/2012 18:49
 
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beh io offro quel che posso ossia ricerca storica da buon laureato in storia, seppur moderna e nn antica o medievale
però mi sto guardando la sezione cattedra e qualcosa imparicchio...però x ora posso dare poco alla causa XD cmq mò vedo gli ancillari.
23/02/2012 21:00
 
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Re: Re: Re:
MuzioScevola99, 17/02/2012 23.46:




Grazie l'esercito romano mi ha sempre appassionato per cui qualsiasi cosa che loriguarda lo leggo con avidità !




Qualche settimana fa ho giusto messo le mani su di una bella monografia fresca fresca della rivista Archeo. Si intitola "Exercitus"(l'esercito romano dalla monarchia al tardo impero)...FAVOLOSA!!! [SM=g27964] Te la consiglio!

[SM=g27960]
[Modificato da LouisAquila 23/02/2012 21:00]







23/02/2012 21:01
 
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Sull'esercito romano vi consiglio, se non la conoscete già, l'opera in tre volumi "L'esercito romano, armamento e organizzazione" di Cascarino ;)


23/02/2012 22:03
 
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Re: Re: Re: Re:
LouisAquila, 23/02/2012 21.00:




Qualche settimana fa ho giusto messo le mani su di una bella monografia fresca fresca della rivista Archeo. Si intitola "Exercitus"(l'esercito romano dalla monarchia al tardo impero)...FAVOLOSA!!! [SM=g27964] Te la consiglio!

[SM=g27960]




Cribbio me la sono persa corro in edicola

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23/02/2012 22:04
 
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Re:
ironman1989., 23/02/2012 21.01:

Sull'esercito romano vi consiglio, se non la conoscete già, l'opera in tre volumi "L'esercito romano, armamento e organizzazione" di Cascarino ;)




Confermo bellissima opera per gli appassionati da non perdere !

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24/02/2012 13:37
 
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Re: Re:
Nel mod Mare Nostrum 5.0 (per Rome total war v. 1.2), secondo gli studi effettuati dall'archeologia sperimentale, hanno realizzato unità di Veliti con Elmo e unità di Astati con lorica hamata. Infatti nell'immagine unità di Veliti con elmo affiancano quelle composte da Veliti senza elmo.






Uintà di Hastati con lorica hamata:



Affiancati da unità di Hastati con la corazza pettorale.




Dal momento che in De Bello Mundi per ogni unità è possibile variare l'equipaggiamento, pensavo che per ogni unità di Velites si potessero alternare soldati con elmo a soldati senza.

Allo stesso modo, per ogni unità di Hastati, si potrebbero alternare soldati con lorica hamata a soldati con corazza pettorale.
[Modificato da Iulianus Apostata 24/02/2012 13:39]
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Ecco il mio breve libro, un mio impegno per un approfondimento della storia locale nell'antichità del mio territorio: origini del nome, storia e topografia dell'antica Antium.

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«..il moderno Anzio. Comune di 3500 abitanti, è di recente costituzione (1858), essendo stato sempre un appodiato di Nettuno (Comune di 5500 ab.), il vero centro abitato erede e continuatore degli antichi Anziati. Scorrendo pertanto le memorie antiche di questo popolo, noi non possiamo separare, specialmente nell'età antica, Anzio da Nettuno, perché ogni anticaglia trovata ad Anzio o a Nettuno spetta ad uno stesso centro. Epigrafi anziati trovansi a Nettuno come in Anzio. […] Del resto è certo che la evoluzione del centro abitato [di Nettuno] nel medio evo, fu esclusivamente agricola. Difatti la terza notizia, che ce n'è pervenuta, è quella importantissima dell'essere stata in Anzio [l’antica Antium] fondata una "domusculta", ossia villaggio sparso nel vasto sub antico territorio. Ciò avvenne sotto il papa Zaccaria (a. 741-752) come ne fa fede il citato Liber Pontificalis (ivi, pag. 435). Contemporaneo fu l'abbandono del porto neroniano e lo spostamento od accantonamento degli Anziati a Nettuno. Quindi cessa il nome di Anzio e succede il nome dell'altro, che va divenendo soggetto alle vicende politiche della difesa del mare.»

(Giuseppe Tomassetti, "La Campagna romana antica, medioevale e moderna", vol. II, 1910, pp. 366 e 381-382).

«Che ti importa il mio nome? Grida al vento: 'Fante d'Italia!', e dormirò contento!»

-SOLDATO IGNOTO-

«Le genti che portavano il nome di Umbri sono infatti quelle che diedero vita alla civiltà più antica dell’Italia, come ricorda Plinio, il grande scienziato e storico romano, del quale tutti ricordano la frase "Umbrorum gens antiquissima Italiae". Una civiltà che dal 13° secolo avanti Cristo in poi si estese dalla pianura padana al Tevere, dal mare Tirreno all‘Adriatico, come ricordano gli storici greci, e poi (con l‘apporto safino) pian piano fino all’Italia Meridionale; una civiltà alla quale spetta di diritto il nome di “italica”, come la chiamiamo noi moderni, anche se gli storici greci e romani parlano inizialmente di “Umbri” per la metà settentrionale del territorio, e di “Ausoni” per la metà meridionale. Sul fondamento dei dati linguistici, infatti, possiamo affermare che l’Italia fu una realtà culturalmente unitaria ben prima che Roma realizzasse l’unità politica...»

-Prefazione del dottor Augusto Lancillotti al saggio "La lingua degli Umbri", di Francesco Pinna JAMA EDIZIONI-

«furono i riti italici ad entrare in Grecia, e non viceversa».

-Platone, "libro delle leggi"-

«Cavalcava la tigre di se stesso.E cosa fu la sua vita se non una disperata fedeltà ai propri sogni? La grandezza di Annibale è quì racchiusa,nella sublimazione della vittoria come fine a se stessa,come strumento di passione.Egli non aveva nessuna certezza di piegare il nemico fino in fondo,di vincere la guerra.Forse non l'ebbe mai.Ma la battaglia era il suo palpito d'uomo,e di quel fremito soltanto visse.»

Gianni Granzotto, "Annibale"

«..Tristezza e follia sono compagne.Lo spettacolo era desolante e amaro.Non restò più nulla di ciò che Annibale a Cartagine aveva visto e vissuto.Non restò più nulla di Cartagine.E tutto quello che fin quì abbiamo narrato è costruzione della memoria,ciò che è stato tramandato a noi dei fatti,dei detti,dei luoghi:le regioni dei ricordi,disperse e abbandonate nel grande cerchio del tempo,il solo che eternamente esiste.»

Gianni Granzotto,"Annibale"

24/02/2012 14:00
 
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Negli eserciti antichi non esisteva il concetto di equipaggiamento "standard" , nemmeno quando l'equipaggiamento incominciò ad essere fornito dallo stato, per cui è assolutamente realistico che all'interno di reparti con funzionalità omogenee ci fossero loriche, scudi, elmi del tutto differenti.
Certo che da un punto di vista "scenico" forse è meglio non esaltare troppo tali differenze.

Dura la volontà, ferma la fede.

"Nel mondo effimero e leggero coerenza è spesso cambiar pensiero"
24/02/2012 23:07
 
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Mettere in evidenza la variazione di equipaggiamento riguardante solo un elemento (è il caso dell'elmo nei Veliti o della lorica hamata negli Hastati) non determinerebbe un "carnevale di vestiti" . Nel caso degli Astati bisognerebbe però stare attenti a non assimilarli troppo ai Principi (che già possiedono la lorica hamata)
[Modificato da Iulianus Apostata 24/02/2012 23:08]
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IULIANUS IL VOLSCO

Ecco il mio breve libro, un mio impegno per un approfondimento della storia locale nell'antichità del mio territorio: origini del nome, storia e topografia dell'antica Antium.

Marco Riggi, "Antium: memorie storiche nel territorio di Anzio e Nettuno", Youcanprint, 2019.

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«..il moderno Anzio. Comune di 3500 abitanti, è di recente costituzione (1858), essendo stato sempre un appodiato di Nettuno (Comune di 5500 ab.), il vero centro abitato erede e continuatore degli antichi Anziati. Scorrendo pertanto le memorie antiche di questo popolo, noi non possiamo separare, specialmente nell'età antica, Anzio da Nettuno, perché ogni anticaglia trovata ad Anzio o a Nettuno spetta ad uno stesso centro. Epigrafi anziati trovansi a Nettuno come in Anzio. […] Del resto è certo che la evoluzione del centro abitato [di Nettuno] nel medio evo, fu esclusivamente agricola. Difatti la terza notizia, che ce n'è pervenuta, è quella importantissima dell'essere stata in Anzio [l’antica Antium] fondata una "domusculta", ossia villaggio sparso nel vasto sub antico territorio. Ciò avvenne sotto il papa Zaccaria (a. 741-752) come ne fa fede il citato Liber Pontificalis (ivi, pag. 435). Contemporaneo fu l'abbandono del porto neroniano e lo spostamento od accantonamento degli Anziati a Nettuno. Quindi cessa il nome di Anzio e succede il nome dell'altro, che va divenendo soggetto alle vicende politiche della difesa del mare.»

(Giuseppe Tomassetti, "La Campagna romana antica, medioevale e moderna", vol. II, 1910, pp. 366 e 381-382).

«Che ti importa il mio nome? Grida al vento: 'Fante d'Italia!', e dormirò contento!»

-SOLDATO IGNOTO-

«Le genti che portavano il nome di Umbri sono infatti quelle che diedero vita alla civiltà più antica dell’Italia, come ricorda Plinio, il grande scienziato e storico romano, del quale tutti ricordano la frase "Umbrorum gens antiquissima Italiae". Una civiltà che dal 13° secolo avanti Cristo in poi si estese dalla pianura padana al Tevere, dal mare Tirreno all‘Adriatico, come ricordano gli storici greci, e poi (con l‘apporto safino) pian piano fino all’Italia Meridionale; una civiltà alla quale spetta di diritto il nome di “italica”, come la chiamiamo noi moderni, anche se gli storici greci e romani parlano inizialmente di “Umbri” per la metà settentrionale del territorio, e di “Ausoni” per la metà meridionale. Sul fondamento dei dati linguistici, infatti, possiamo affermare che l’Italia fu una realtà culturalmente unitaria ben prima che Roma realizzasse l’unità politica...»

-Prefazione del dottor Augusto Lancillotti al saggio "La lingua degli Umbri", di Francesco Pinna JAMA EDIZIONI-

«furono i riti italici ad entrare in Grecia, e non viceversa».

-Platone, "libro delle leggi"-

«Cavalcava la tigre di se stesso.E cosa fu la sua vita se non una disperata fedeltà ai propri sogni? La grandezza di Annibale è quì racchiusa,nella sublimazione della vittoria come fine a se stessa,come strumento di passione.Egli non aveva nessuna certezza di piegare il nemico fino in fondo,di vincere la guerra.Forse non l'ebbe mai.Ma la battaglia era il suo palpito d'uomo,e di quel fremito soltanto visse.»

Gianni Granzotto, "Annibale"

«..Tristezza e follia sono compagne.Lo spettacolo era desolante e amaro.Non restò più nulla di ciò che Annibale a Cartagine aveva visto e vissuto.Non restò più nulla di Cartagine.E tutto quello che fin quì abbiamo narrato è costruzione della memoria,ciò che è stato tramandato a noi dei fatti,dei detti,dei luoghi:le regioni dei ricordi,disperse e abbandonate nel grande cerchio del tempo,il solo che eternamente esiste.»

Gianni Granzotto,"Annibale"

25/02/2012 01:58
 
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abbiamo usate molte variazioni ma anche se non si può parlare di equipaggiamento standard le unità non sono completamente diverse, altrimenti non si capirebbe niente, vedete gli screenshot di Ryhamo in freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=9007018...
[Modificato da johnwhile 25/02/2012 02:01]
20/06/2013 21:43
 
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Salve a tutti avrei una proposta per tutti gli amanti della "storicità" e mi piacerebbe avere un vostro parere...come certamente molti di voi sapranno uno dei segreti del successo degli eserciti romani era il loro sistema manipolare, espresso poi in quella formazione a scacchiera che gli storici moderni hanno ribattezzato quincunx. Gli intervalli della prima linea potevano poi esseri chiusi una volta a contatto col nemico per poi essere riaperti per permettere alla seconda linea di rilevare i commilitoni. ciò permetteva ai romani di avere in prima linea forze sempre fresche. Ora questo sistema potrebbe essere reso abbastanza facilmente in qualsiasi mod: basterebbe abilitare la formazione muro di scudi per i romani. Ció permetterebbe all' unità romana(il manipolo) di allargare e contrarre il suo fronte , come doveva avvenire nellà realtà. Secondo me sarebbe bello, inoltre è una modifica da niente, che si può fare anche in seguito al primo rilascio( che speriamo sia vicino) potrebbe interessare? [SM=x1140429]
24/06/2013 15:29
 
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Principe

Il rilascio non è vicino... è imminente!!!

Comunque in med2 già c'è l'opzione formazione stretta o allargata per tutte le unità, non credo ci sia necessità di modificare nulla. In ogni caso ci sono molte unità (tra i quali i legionari) che usano la modalità muro di scudi
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