Medieval 2 Total War
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Romani: ricerca storica

Ultimo Aggiornamento: 25/02/2012 01:58
19/07/2009 14:14
 
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Esercito romano

Periodo Repubblicano medio-tardo

Equipaggiamento

La principale fonte è Polibio.

Lo scudo aveva forma ovale e una superficie curva di circa 75 cm di larghezza e 1.4 metri di altezza, composto da n doppio strato di legno, uno strato di tela esterno coperto dal rivestimento di pelle, aveva le estremità inferiore e superiore coperte con una placca metallica e un una placca di ferro a forma tonda nel centro per deflettere le frecce. Probabilmente era di origine sabina o sannita.

Vegezio ci dice che lo scudo portava le insigna della legione e che spesso c’era anche il nome del legionario scritto sopra, c’è una controversia a causa di uno scudo trovato in Egitto, ma si suppone sia una riproduzione fatta su quel modello ad uso mercenario…
C’è da dire che con la riforma dell’esercito all’inizio della repubblica, venne abbandonato il prima usatissimo scudo tondo oplitico.
L’elmo più diffuso è il modello “Montefortino”, ovvero quello che Varrone chiama “conus” , chiamato così perché si stringeva sull’apice in una forma a punta (cogitur).
Sulla sommità vi era una cresta a manopola di piombo pieno con un buco nel mezzo per l’inserzione di una cresta, in questo modo la cresta restava dritta. Questa era formata da tre piume rosse o nere di circa 45 cm di lunghezza (un cubito). Più tardi le piume vennero messe a forma d’ala ed erano decisamente più lunghe.
Benchè sia il più diffuso modello per le ricostruzioni, non tuttavia l’unico. Anche il tipo Italo-corinzio e Italo-attico erano moldo diffusi, specialmente in Campania ed Apulia, quello Italo-attico si sviluppo in quello Imperiale-italico. Tuttavia non abbiamo che scarse testimonianze.
La corazza era appunto la lorica hamata, ovvero una corazza di maglie indossata sopra una giubba di cuoio, il thoracomachus.
L’equipaggiamento era a spese del cittadino, quindi era di sua proprietà, fino a che Caio Gracco non distribuì l’equipaggiamento a spese dello stato.
Polibio ci dice che prima di questo avvenimento la maggioranza della fanteria pesante indossava il kardiophylax, o pectorale, una placca quadrata di 22.5 cm di lato, tenuta da lacci di cuoio. Di derivazione sannita era decisamente diverso dal triplo disco campano o da quelli circolari dei volsci… Le corazze musculate erano già in uso, ma probabilmente erano limitate al ceto equestre o comunque ai più abbienti o gli ufficiali.

Il pilum consisteva in una testa uncinata di metallo (simile ad un arpione) lunga 1.35 m era inserita per circa metà della sua lunghezza in una staffa di legno della stessa lunghezza, rivettata per sicurezza. La lunghezza totale del pilum era 1.8 metri, dove si innestava sul legno, la testa di metallo era spessa 3.75 cm. La testa di metallo del giavellotto, da usarsi per bersagli distanti, era attaccato all’impugnatura da una presa. Disegnato per uccidere il nemico, aveva anche la funzione di spaccare due scudi e fissarli, era praticamente impossibile estrarlo dallo scudo una volta penetrato. La riforma mariana modifica il pilum sostanzialmente, sostituendo uno dei rivetti metallici con uno di legno, in modo che l’asta, una volta rotto il rivetto di legno, penzolasse trascinandosi al suolo, impacciando i movimenti.
Il gladio era una spada spagnola portata sulla destra, era un’eccellente arma da penetrazione, inoltre la lama era affilata in entrambi i lati, tale da essere estremamente efficace di taglio. Livio dice che durante la seconda guerra macedonica, i macedoni rimasero impressionati dai danni che faceva quest’arma, tagliando arti e teste e penetrando anche le corazze… Dovrebbe essere stata adottata all’incirca nel periodo della seconda guerra punica o poco prima. Il pugnale (pugio) venne adottato solo verso la fine del secondo secolo…
[Modificato da JLoZeppeli 19/07/2009 14:39]
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