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09 novembre 1989

Ultimo Aggiornamento: 13/11/2009 21:41
12/11/2009 14:26
 
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Re: Re:
GlaucopideSophia1, 12/11/2009 10.39:




Vorrei aggiungere anche una cosa , paradossalmente i teorizatori del comunismo (marx e hegel) reputavano impossibile che in un paese così poco sviluppato potesse arrivare il comunismo, tanto che suggerivano la sua eliminazione (anche se non spiegano che tipo di eliminazione, l' interpretazione più diffusa è quella fisica).
Volevo far notare una cosa , sicuramente fara discutere, quando nasce il comunismo in russia poco tempo dopo nasce il nazismo in germania, i dui movimenti solitamente sono contrapposti ,ma in realtà guardano entrambi alla stessa fonte, la differenza stà nel interpretazione, ma entrambi si riferiscono a marx ed hegel, tanto che si può paragonare l' ideologia di lenin con quella di hitler e trovare moltissimi punti in comune, ora dicendo questo voglio fare notare come questi esperimenti socialisti siano risultati fallimentari, e che si sono tutti sviluppati in un momento molto duro per l' europa, e sono tutti degenerati.




bè, l'esperimento nazionalsocialista è stato tutto tranne che fallimentare... piena occupazione e tenore di vita a buoni livelli caratterizzavano la germania nazista. se l'esperimento è fallito lo si deve alla componente misticoreligiosa e aggressiva di hitler. insomma è fallito a causa delle guerra, il comunismo russo è imploso diciamo da solo.











La guerra non è nulla più che un proseguimento della politica con altri mezzi.
12/11/2009 14:34
 
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Re:
Antioco il Grande, 12/11/2009 14.09:

Forse il mio intervento è inutile, a pensarci bene. Mi banno da solo.



sinceramente questa non l'ho capita antioco.

[SM=g27982]


12/11/2009 14:43
 
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Tutti i tentativi di creare il paradiso in terra non hanno prodotto altro che l'inferno in terra. (Vaclav Havel)
Il socialismo senza libertà è schiavitù, barbarie. (Michail Bakunin)
C'era un fascino perverso nel sistema totalitario comunista, che offriva in cambio della libertà una sicurezza passiva, una pigrizia intellettuale, una tranquillità nel pubblico e nel privato. (Krzysztof Zanussi)
Il comunismo è morto di comunismo. Il moloch ha divorato se stesso. (Enzo Bettiza)
Il comunismo non è mai andato al potere in un paese che non fosse smembrato dalla guerra o dalla corruzione, o da entrambe. (John Fitzgerald Kennedy)
La pianificazione comunista incentiva i funzionari non a produrre di più, ma a sottovalutare ufficialmente il potenziale produttivo, in modo che poi non si possa rimproverare loro di non essere riusciti a raggiungere gli obiettivi prefissati. (Henry Kissinger)
Nel cuore del comunismo c'è la menzogna. La menzogna centrale, assiomatica: un regno di giustizia, una fratellanza senza classi, una liberazione dalla servitù qui e ora. In questo mondo. È questa la grande menzogna. La corruzione e il tradimento sistematici della speranza umana. (George Steiner)



------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Κωνσταντίνος ΙΑ’ Δραγάσης Παλαιολόγος,
Xρoνoκράτoρ και Koσμoκράτoρ
Ελέω Θεού Βασιλευς και Αυτοκράτορ των Ρωμαίων.





"Ci sono quattro grandi cause per cui vale la pena di morire: la Fede, la Patria, la Famiglia ed il Basileus. Ora voi dovete essere pronti a sacrificare la propria vita per queste cose, come d'altronde anch'io sono pronto al sacrifico della mia stessa vita.
So che l'ora è giunta, che il nemico della nostra fede ci minaccia con ogni mezzo...Affido a voi, al vostro valore, questa splendida e celebre città, patria nostra, regina d'ogni altra.
Miei signori, miei fratelli, miei figli, l'ultimo onore dei Cristiani è nelle nostre mani."

"Ed allora questo principe, degno dell'immortalità, si tolse le insegne imperiali e le gettò via e, come se fosse un semplice privato, con la spada in pugno si gettò nella mischia. Mentre combatteva valorosamente per non morire invendicato, fu infine ucciso e confuse il proprio corpo regale con le rovine della città e la caduta del suo regno.
Il mio signore e imperatore, di felice memoria, il signore Costantino, cadde ucciso, mentre io mi trovavo in quel momento non vicino a lui, ma in altra parte della città, per ordine suo, per compiervi un'ispezione: ahimè ahimè!."

"La sede dell'Impero Romano è Costantinopoli e colui che è e rimane Imperatore dei Romani è anche l'Imperatore di tutta la Terra."

"Re, io mi desterò dal mio sonno marmoreo,
E dal mio sepolcro mistico io ritornerò
Per spalancare la murata porta d'Oro;
E, vittorioso sopra i Califfi e gli Zar,
Dopo averli ricacciati oltre l'Albero della Mela Rossa,
Cercherò riposo sui miei antichi confini."

"Un Costantino la fondò, un Costantino la perse ed un Costantino la riprenderà”


12/11/2009 14:45
 
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Re: Re: Re:
Clausewitz, 12/11/2009 14.26:


bè, l'esperimento nazionalsocialista è stato tutto tranne che fallimentare... piena occupazione e tenore di vita a buoni livelli caratterizzavano la germania nazista. se l'esperimento è fallito lo si deve alla componente misticoreligiosa e aggressiva di hitler. insomma è fallito a causa delle guerra, il comunismo russo è imploso diciamo da solo.




questo è vero...e lo stesso discorso lo si può fare anche in merito al fascismo. Solo che il fascismo a differenza del nazionalsocialismo non aveva in programma l'odio razziale e l'estinzione degli ebrei. Però a livello economico-sociale furono entrambe esperienze molto positive dapprincipio.




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So che l'ora è giunta, che il nemico della nostra fede ci minaccia con ogni mezzo...Affido a voi, al vostro valore, questa splendida e celebre città, patria nostra, regina d'ogni altra.
Miei signori, miei fratelli, miei figli, l'ultimo onore dei Cristiani è nelle nostre mani."

"Ed allora questo principe, degno dell'immortalità, si tolse le insegne imperiali e le gettò via e, come se fosse un semplice privato, con la spada in pugno si gettò nella mischia. Mentre combatteva valorosamente per non morire invendicato, fu infine ucciso e confuse il proprio corpo regale con le rovine della città e la caduta del suo regno.
Il mio signore e imperatore, di felice memoria, il signore Costantino, cadde ucciso, mentre io mi trovavo in quel momento non vicino a lui, ma in altra parte della città, per ordine suo, per compiervi un'ispezione: ahimè ahimè!."

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12/11/2009 17:25
 
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mi permetto di dissentire, se non ci fosse stata la guerra nel giro di alcuni anni la germania si sarebbe trovata sul lastrico.

la piena occupazione la si raggiunse solo nel 1939-40, a guerra appena iniziata.

la produzione di beni di consumo non venne sacrificata alla produzione siderurgica e chimica, come avvenne in urss, o almeno questo non avvenne fino al inizio del 43, con il varo della politica di "guerra totale", e neanche lì i nazi sacrificarono i loro convincimenti ideologici a favore di una maggiore produzione.

gli impieghi femminili nelle fabbriche, ad es. rimasero sempre in numero modesto rispetto alle potenze alleate.

[Modificato da Fulcherio, 12/11/2009 17:26]
13/11/2009 00:38
 
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Re:
Fulcherio,, 12/11/2009 17.25:

mi permetto di dissentire, se non ci fosse stata la guerra nel giro di alcuni anni la germania si sarebbe trovata sul lastrico.

la piena occupazione la si raggiunse solo nel 1939-40, a guerra appena iniziata.

la produzione di beni di consumo non venne sacrificata alla produzione siderurgica e chimica, come avvenne in urss, o almeno questo non avvenne fino al inizio del 43, con il varo della politica di "guerra totale", e neanche lì i nazi sacrificarono i loro convincimenti ideologici a favore di una maggiore produzione.

gli impieghi femminili nelle fabbriche, ad es. rimasero sempre in numero modesto rispetto alle potenze alleate.




non ho capito come si sarebbe ritrovata sul lastrico.











La guerra non è nulla più che un proseguimento della politica con altri mezzi.
13/11/2009 08:48
 
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Re: Re:
Clausewitz, 13/11/2009 0.38:



non ho capito come si sarebbe ritrovata sul lastrico.




nella tarda estate del 36, alla vigilia dell'annuale congresso di norimberga, hitler redasse un memorandum destinato alla cerchia più ristretta del vertice nazi, finalizzato ad avviare un secondo piano quadriennale, il primo era stato varato nel 33 con grandi commesse statali nei lavori infrastrutturali allo scopo di risolvere il problema della disoccupazione, in questo documento hitler dette precise disposizioni affinchè l'apparato industriale venisse orientato verso la produzione di prodotti indispensabili per una guerra su larga scala, disinteressandosi delle compatibilità economiche. hitler decise che il paese avrebbe dovuto rendersi indipendente dalle forniture esterne per le materie prime di importanza bellica, laddove le risorse interne non fossero state sufficienti si sarebbe dovuto sopperire con surrogati ideati dalla tecnologia tedesca,
in ogni caso entro 4 anni le forze armate tedesche avrebbero dovuto essere "kriegsfahing" ovvero in grado di combattere una grande guerra. le conseguenze del memorandum furono notevoli : la direzione economica tedesca venne gradualmente sottratta a Hjalmar shacht, esperto banchiere conservatore, e venne costituito un apparato tecnicoburocratico gestito da goring.
il nuovo apparato avviò con spregiudicatezza operazioni che dovevano sopperire al taglio delle importazioni-fondazione di un industria della gomma e della benzina sintetica(ricavata dal carbone), e lo sfruttamento delle miniere di ferro , che si rilevò del tutto irrazionale da un punto di vista economico. questa svolta rafforzò il potere della più grande industria chimica nazionale : la IG farben, che fornì al piano quadriennale molti dei suoi menager e tecnici più preparati, ricavandone colossali commesse statali.

la guerra fu decisa nel 36 e tutto l'apparato industriale fu finalizzato a questo infame traguardo.
13/11/2009 09:27
 
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Re: Re: Re:
Fulcherio,, 13/11/2009 8.48:




nella tarda estate del 36, alla vigilia dell'annuale congresso di norimberga, hitler redasse un memorandum destinato alla cerchia più ristretta del vertice nazi, finalizzato ad avviare un secondo piano quadriennale, il primo era stato varato nel 33 con grandi commesse statali nei lavori infrastrutturali allo scopo di risolvere il problema della disoccupazione, in questo documento hitler dette precise disposizioni affinchè l'apparato industriale venisse orientato verso la produzione di prodotti indispensabili per una guerra su larga scala, disinteressandosi delle compatibilità economiche. hitler decise che il paese avrebbe dovuto rendersi indipendente dalle forniture esterne per le materie prime di importanza bellica, laddove le risorse interne non fossero state sufficienti si sarebbe dovuto sopperire con surrogati ideati dalla tecnologia tedesca,
in ogni caso entro 4 anni le forze armate tedesche avrebbero dovuto essere "kriegsfahing" ovvero in grado di combattere una grande guerra. le conseguenze del memorandum furono notevoli : la direzione economica tedesca venne gradualmente sottratta a Hjalmar shacht, esperto banchiere conservatore, e venne costituito un apparato tecnicoburocratico gestito da goring.
il nuovo apparato avviò con spregiudicatezza operazioni che dovevano sopperire al taglio delle importazioni-fondazione di un industria della gomma e della benzina sintetica(ricavata dal carbone), e lo sfruttamento delle miniere di ferro , che si rilevò del tutto irrazionale da un punto di vista economico. questa svolta rafforzò il potere della più grande industria chimica nazionale : la IG farben, che fornì al piano quadriennale molti dei suoi menager e tecnici più preparati, ricavandone colossali commesse statali.

la guerra fu decisa nel 36 e tutto l'apparato industriale fu finalizzato a questo infame traguardo.



sapevo che hitler considerò carta straccia gli accordi di versailles e iniziò una pesante politica di riarmo, ma l'economia tedesca era abbastanza solida a quanto ne sapevo. non sono certo un economista ma dalla tua spiegazione non mi sembra che la germania fosse sul lastrico
[Modificato da Clausewitz 13/11/2009 09:28]











La guerra non è nulla più che un proseguimento della politica con altri mezzi.
13/11/2009 09:47
 
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Quando Hitler sale al potere, la Germania soffre di una crisi industriale enorme, paragonabile a quella americana, con la relativa gigantesca disoccupazione. Ma a differenza degli Stati Uniti, per di più è gravata da debiti esteri schiaccianti. Non solo il debito politico, il peso delle riparazioni; anche il debito commerciale è pauroso. Le sue riserve monetarie sono ridotte quasi a zero. Inoltre, s’è prosciugato totalmente il flusso dei capitali esteri, che si presumevano necessari alla sua rinascita economica. La Germania insomma non ha denaro,ha perso i suoi mercati d’esportazione, è forzatamente isolata – dalla recessione mondiale – dal mercato globale. Costretta a un’economia a circuito chiuso, nei suoi angusti confini.
Ma proprio da lì, comincia a rinascere. Come? Secondo Rauschning, i nazisti “si basavano sulle idee sempliciste del loro fuehrer, e s’erano creati una teoria monetaria che suonava pressappoco così: le banconote si possono moltiplicare e spendere a volontà,purché si mantengano costanti i prezzi”.
Hitler lo diceva con esplicita brutalità: “dopo l’eliminazione degli speculatori e degli ebrei, si dispone di una sorta di moto perpetuo economico, di circuito chiuso il cui movimento non si arresta mai. Il solo motore necessario per questo meccanismo è la fiducia. Basta creare e mantenere questa fiducia, sia con la suggestione sia con la forza o con entrambe”
Sono idee sempliciste. O anche assurde sul piano della teoria economica: creare inflazione (stampare carta moneta) senza far salire i prezzi – e senza ricorrere al razionamento dei consumi, alle tessere del pane, come stava facendo Stalin negli stessi anni.
Eppure funzionano.
A causa del suo grande indebitamento estero, la Germania non può svalutare la moneta: questa misura renderebbe più competitive le sue esportazioni, ma accrescerebbe il peso del debito. Fra le prime misure del Terzo Reich c’è dunque il riequilibrio del commercio, perché il deficit commerciale non può più essere finanziato come si fa in periodi normali. Di fatto, la libertà di scambio viene sostituita da Hitler da meccanismi inventivi. I creditori della Germania vengono pagati con marchi (stampati apposta, moneta di Stato) che però devono essere utilizzati solo per comprare in Germania merci tedesche. Ben presto, questo sistema sviluppò, quasi spontaneamente, accordi internazionali di scambio per baratto: la Germania non aveva più bisogno di valuta estera (dollari o sterline) per comprare le materie prime di cui necessitava, perché non vendeva né comprava più.
Prendere o lasciare, e le condizioni di gelo del mercato globale non consentivano di fare i difficili.
Per i pochi commerci con esborso di valuta, il Reich impose agli importatori tedeschi un’autorizzazione della Banca Centrale all’acquisto di divise estere; il tutto presto fu facilitato da accordi diretti con gli esportatori, che disponevano di quelle divise e le mettevano a disposizione. I negozi sui cambi avvenivano dunque, “dopo l’eliminazione degli speculatori e degli ebrei”, senza che fosse necessario pagare il tributo ai banchieri internazionali.
Controllo statale dei cambi e del commercio estero sono praticati nello stesso periodo dall’Urss, con atroce durezza: ma con risultati miserandi. Il controllo nazista dei cambi e dei commerci esteri invece, deve ammettere lo storico, “dà alla politica economica tedesca una nuova libertà”. Anzitutto, perché il valore interno del marco (il suo potere d’acquisto per i lavoratori) è stato svincolato dal suo prezzo esterno, quello sui mercati valutari anglo-americani.
Lo Stato tedesco può dunque praticare politiche inflazioniste, stampando la moneta di cui ha bisogno, senza essere immediatamente punito dai mercati mondiali dei cambi
con una perdita del valore del marco rispetto al dollaro. E il pubblico tedesco non riceve quel segnale di sfiducia mondiale consistente nella svalutazione del cambio della sua moneta nazionale.
Così, Hitler può stampare marchi nella misura che desidera per raggiungere il suo scopo primario: il riassorbimento della disoccupazione. Grandi lavori pubblici, autostrade e poi il riarmo, forniscono salari a un numero crescente di occupati. I risultati sono, dietro le fredde cifre, spettacolari per ampiezza e rapidità.
Nel gennaio 1933, quando Hitler sale al potere, i disoccupati sono 6 milioni e passa. A gennaio 1934, sono calati a 3,7 milioni. A giugno, sono ormai 2,5 milioni. Nel 1936 calano ancora, a 1,6 milioni. Nel 1938 non sono più di 400 mila.
E non sono le industrie d’armamento ad assorbire la manodopera. Fra il 1933 e il 1936, è l’edilizia ad impiegarne di più (più 209%), seguita dall’industria dell’automobile (+ 117%); la metallurgia ne occupa relativamente meno (+83%).
Nei fatti, la stampa di banconote viene evitata – o piuttosto dissimulata – con geniali tecnicismi. Di norma, nel sistema bancario speculativo, le banche creano denaro dal nulla aprendo dei fidi agli investitori; costoro, successivamente servendo il loro debito (e anzitutto pagando gli interessi alla banca), riempiono quel nulla di vera moneta – di cui la banca si trattiene il suo profitto, estraendo il suo tradizionale tributo dal lavoro umano. Ma naturalmente questo metodo genera inflazione, perché mette in circolazione moneta aggiuntiva; e Hitler vuole – deve – risparmiare al suo popolo, che ha già conosciuto l’esplosione inflattiva del 1922-23, un’altra disastrosa esperienza del genere.
Nel sistema hideriano, è direttamente la Banca Centrale di Stato (Reichsbank) a fornire agli industriali i capitali di cui hanno bisogno. Non lo fa aprendo a loro favore dei fidi; lo fa autorizzando gli imprenditori ad emettere delle cambiali garantite dallo Stato. E’ con queste promesse di pagamento (dette’ effetti MEFO ‘) che gli imprenditori pagano i fornitori.
In teoria, questi ultimi possono scontarle presso la Reichsbank ad ogni momento, e qui sta il rischio: se gli effetti MEFO venissero presentati all’ incasso massicciamente e rapidamente, l’effetto finale sarebbe di nuovo un aumento esplosivo del circolante e dunque dell’inflazione.
Di fatto, però questo non avviene nel Terzo Reich. Anzi: gli industriali tedeschi si servono degli effetti MEFO come mezzo di pagamento fra loro, senza mai portarli all’incasso; risparmiando così fra l’altro (non piccolo vantaggio) l’aggio dello sconto. Insomma, gli effetti MEFO diventano una vera moneta, esclusivamente per uso delle imprese, a circolazione fiduciaria.
Gli economisti si sono chiesti come questo miracolo sia potuto avvenire, ed hanno sospettato pressioni dello Stato nazista, magari tramite la Gestapo, per mantenere il corso forzoso di questa semimoneta. Ma nessuna coercizione in realtà fu esercitata. Gli storici non hanno trovato, alla fine, altra risposta che quella che non vorrebbero dare: il sistema funzionava grazie alla fiducia. L’immensa fiducia che il regime riscuoteva presso i suoi cittadini, e le sue classi dirigenti.
Hanno detto che Hjalmar Schacht, il banchiere centrale del Reich, che è l’inventore del sistema, ha reso invisibile l’inflazione: gli effetti MEFO erano un circolante parallelo che il grande pubblico non vedeva e di cui forse nemmeno aveva conoscenza, e dunque privo di effetti psicologici.
In seguito Schacht spiegò d’aver pensato che, se la recessione manteneva inutilizzato lavoro, officine, materie prime, doveva esserci anche del capitale parimenti inutilizzato nelle casse delle imprese; i suoi effetti MEFO non avrebbero fatto che mobilitare quei fondi dormienti. Bisogna correggere la modestia del geniale banchiere. Erano proprio i fondi a mancare nelle casse, non l’energia, la voglia di lavorare, la capacità attiva del popolo.
Schacht fece molto di più. conosceva bene la frode fondamentale su cui si basa il sistema del credito, e i lucri che consente l’abuso della fiducia dei risparmiatori e degli attivi, che col loro lavoro riempiono di vero denaro i conti di denaro vuoto, contabile, che la banca crea ex-nihilo. Per una volta nella storia, fece funzionare la frode a vantaggio dello Stato – senza lucro – e del popolo. Non a caso, e senza nessuna intenzione sarcastica, Hitler gratificò Schacht del titolo di “ariano d’onore”, nonostante fosse ebreo.
Con il denaro creato dal nulla a beneficio del popolo, anziché degli speculatori, la Germania – mentre il mondo gela nella recessione profonda degli anni ‘30 – prospera. La massa dei salari, che ammontava a 32 miliardi di marchi nel 1932, è salita nel 1937 a 48,5 miliardi: parecchio di più della massa salariale del boom pre-1929 (42,4).

Maurizio Blondet, Schiavi delle banche (Effedieffe, 2004)



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Κωνσταντίνος ΙΑ’ Δραγάσης Παλαιολόγος,
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"Ci sono quattro grandi cause per cui vale la pena di morire: la Fede, la Patria, la Famiglia ed il Basileus. Ora voi dovete essere pronti a sacrificare la propria vita per queste cose, come d'altronde anch'io sono pronto al sacrifico della mia stessa vita.
So che l'ora è giunta, che il nemico della nostra fede ci minaccia con ogni mezzo...Affido a voi, al vostro valore, questa splendida e celebre città, patria nostra, regina d'ogni altra.
Miei signori, miei fratelli, miei figli, l'ultimo onore dei Cristiani è nelle nostre mani."

"Ed allora questo principe, degno dell'immortalità, si tolse le insegne imperiali e le gettò via e, come se fosse un semplice privato, con la spada in pugno si gettò nella mischia. Mentre combatteva valorosamente per non morire invendicato, fu infine ucciso e confuse il proprio corpo regale con le rovine della città e la caduta del suo regno.
Il mio signore e imperatore, di felice memoria, il signore Costantino, cadde ucciso, mentre io mi trovavo in quel momento non vicino a lui, ma in altra parte della città, per ordine suo, per compiervi un'ispezione: ahimè ahimè!."

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13/11/2009 13:18
 
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Re: Re: Re: Re:
Clausewitz, 13/11/2009 9.27:



sapevo che hitler considerò carta straccia gli accordi di versailles e iniziò una pesante politica di riarmo, ma l'economia tedesca era abbastanza solida a quanto ne sapevo. non sono certo un economista ma dalla tua spiegazione non mi sembra che la germania fosse sul lastrico



allora mi tocca riscrivere ciò che ho già scritto [SM=g27971]

se non ci fosse stata la guerra nel giro di alcuni anni la germania si sarebbe trovata sul lastrico.

13/11/2009 16:59
 
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difatti il pezzo del saggio che ho riportato dice esattamente il contrario...



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"Ci sono quattro grandi cause per cui vale la pena di morire: la Fede, la Patria, la Famiglia ed il Basileus. Ora voi dovete essere pronti a sacrificare la propria vita per queste cose, come d'altronde anch'io sono pronto al sacrifico della mia stessa vita.
So che l'ora è giunta, che il nemico della nostra fede ci minaccia con ogni mezzo...Affido a voi, al vostro valore, questa splendida e celebre città, patria nostra, regina d'ogni altra.
Miei signori, miei fratelli, miei figli, l'ultimo onore dei Cristiani è nelle nostre mani."

"Ed allora questo principe, degno dell'immortalità, si tolse le insegne imperiali e le gettò via e, come se fosse un semplice privato, con la spada in pugno si gettò nella mischia. Mentre combatteva valorosamente per non morire invendicato, fu infine ucciso e confuse il proprio corpo regale con le rovine della città e la caduta del suo regno.
Il mio signore e imperatore, di felice memoria, il signore Costantino, cadde ucciso, mentre io mi trovavo in quel momento non vicino a lui, ma in altra parte della città, per ordine suo, per compiervi un'ispezione: ahimè ahimè!."

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13/11/2009 17:06
 
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Re:
Xostantinou, 13/11/2009 16.59:

difatti il pezzo del saggio che ho riportato dice esattamente il contrario...




la mia è un opinione e poco frega cosa dice il saggio [SM=x1140504]
13/11/2009 17:14
 
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Guarda che la guerra ci sarebbe stata , era già stato deciso, quindi nessuna possibilità di andare sul lastrico.




"Quando ti senti eccezionalmente lucido, entusiasta, forte, quando ti senti in cima al mondo, capace di spostare le montagne, connesso al tuo sogno, all ' ideale, allora sai che hai il sole in tasca" S.B.
13/11/2009 17:28
 
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bella scoperta [SM=g27963] ,la guerra, secondo gli accordi presi con l'italia alla stipula del patto d'acciaio doveva scoppiare non prima del 43.

13/11/2009 17:48
 
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Non sarebbe cambiato niente, l' economia era stata pianificata per quella data, poi ci fu l' occasione che fece scoppiare la guerra prima, per fortuna direi, se fosse scoppiata nel 43 la germania sarebbe stata così tecnologicamente superiore che sarebbe arrivata fino in cina.




"Quando ti senti eccezionalmente lucido, entusiasta, forte, quando ti senti in cima al mondo, capace di spostare le montagne, connesso al tuo sogno, all ' ideale, allora sai che hai il sole in tasca" S.B.
13/11/2009 17:56
 
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hitler non credeva di dover affrontare l'inghilterra e la francia nel 39

ribbentrop era convinto che non sarebbero entrate in guerra e aveva assicurato il caporale austriaco in tal senso.

hitler si incazzò di brutto, non voleva la guerra con l'inghilterra ma con la russia, e questo mi pare pacifico, anche se, per motivi tattici aveva stipulato lo scellerato patto con stalin

[Modificato da Fulcherio, 13/11/2009 17:58]
13/11/2009 17:56
 
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si...e allora? fulcherio non capisco cosa tenti di dire...nel 39 hitler invase la polonia con il beneplacito di chiunque (tranne la polonia, ovviamente) e supportato in particolare da stalin che non vedeva l'ora di spartirsi la torta...le altre nazioni erano state convinte a lasciar fare in quanto erano state rassicurate che dopo la "riannessione dei paesi di lingua e cultura tedesca" (quindi anche la prussia polacca) poi hitler si sarebbe fermato...un po' come all'epoca della spartizione della polonia tra prussia austria e russia.
ma ciò, ed i dati lo dimostrano, non toglie che l'economia, apparato bellico a parte, tedesca andasse a gonfie vele, con o senza programma bellico.

comunque anche a me poco frega della tua opinione...anche perché io mi attengo ai dati e su quelli formo la mia opinione, non su delle idee mie personali senza supporto materiale.
[Modificato da Xostantinou 13/11/2009 18:01]



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Κωνσταντίνος ΙΑ’ Δραγάσης Παλαιολόγος,
Xρoνoκράτoρ και Koσμoκράτoρ
Ελέω Θεού Βασιλευς και Αυτοκράτορ των Ρωμαίων.





"Ci sono quattro grandi cause per cui vale la pena di morire: la Fede, la Patria, la Famiglia ed il Basileus. Ora voi dovete essere pronti a sacrificare la propria vita per queste cose, come d'altronde anch'io sono pronto al sacrifico della mia stessa vita.
So che l'ora è giunta, che il nemico della nostra fede ci minaccia con ogni mezzo...Affido a voi, al vostro valore, questa splendida e celebre città, patria nostra, regina d'ogni altra.
Miei signori, miei fratelli, miei figli, l'ultimo onore dei Cristiani è nelle nostre mani."

"Ed allora questo principe, degno dell'immortalità, si tolse le insegne imperiali e le gettò via e, come se fosse un semplice privato, con la spada in pugno si gettò nella mischia. Mentre combatteva valorosamente per non morire invendicato, fu infine ucciso e confuse il proprio corpo regale con le rovine della città e la caduta del suo regno.
Il mio signore e imperatore, di felice memoria, il signore Costantino, cadde ucciso, mentre io mi trovavo in quel momento non vicino a lui, ma in altra parte della città, per ordine suo, per compiervi un'ispezione: ahimè ahimè!."

"La sede dell'Impero Romano è Costantinopoli e colui che è e rimane Imperatore dei Romani è anche l'Imperatore di tutta la Terra."

"Re, io mi desterò dal mio sonno marmoreo,
E dal mio sepolcro mistico io ritornerò
Per spalancare la murata porta d'Oro;
E, vittorioso sopra i Califfi e gli Zar,
Dopo averli ricacciati oltre l'Albero della Mela Rossa,
Cercherò riposo sui miei antichi confini."

"Un Costantino la fondò, un Costantino la perse ed un Costantino la riprenderà”


13/11/2009 17:59
 
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io infatti scrivo inventandomi tutto, e allora perchè ti metti a parlare con un ignorante di talfatta ??, non ti capisco.

ma con il beneplacido di tutti ?? si infatti l'inghilterra e la francia sono rimaste a guardare ?' ma come si fa a scrivere tali fesserie.
[Modificato da Fulcherio, 13/11/2009 18:16]
13/11/2009 18:08
 
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Re:
GlaucopideSophia1, 13/11/2009 17.48:

se fosse scoppiata nel 43 la germania sarebbe stata così tecnologicamente superiore che sarebbe arrivata fino in cina.




fino alla cina no, non esageriamo [SM=g27964] di certo sullo scacchiere europeo avrebbe superato un certo Carlo V, levandosi dai piedi fastidiose presenza come francia ed inghilterra (le uniche potenze del continente rimaste tra l'altro...). Però la russia è stata un boccone indigesto per quasi chiunque (Gengis Khan a parte [SM=g27962] ) e nonostante l'enorme progresso tecnologico e l'impareggiabile macchina tedesca avrebbe dato parecchi problemi comunque...e tutto questo senza contare la possibilità di un intervento americano.



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So che l'ora è giunta, che il nemico della nostra fede ci minaccia con ogni mezzo...Affido a voi, al vostro valore, questa splendida e celebre città, patria nostra, regina d'ogni altra.
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"Ed allora questo principe, degno dell'immortalità, si tolse le insegne imperiali e le gettò via e, come se fosse un semplice privato, con la spada in pugno si gettò nella mischia. Mentre combatteva valorosamente per non morire invendicato, fu infine ucciso e confuse il proprio corpo regale con le rovine della città e la caduta del suo regno.
Il mio signore e imperatore, di felice memoria, il signore Costantino, cadde ucciso, mentre io mi trovavo in quel momento non vicino a lui, ma in altra parte della città, per ordine suo, per compiervi un'ispezione: ahimè ahimè!."

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E dal mio sepolcro mistico io ritornerò
Per spalancare la murata porta d'Oro;
E, vittorioso sopra i Califfi e gli Zar,
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Cercherò riposo sui miei antichi confini."

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13/11/2009 18:19
 
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La germania avrebbe perso la guerra contro la Russia, il giorno di Barbarossa il suo destino era già segnato. In realtà la superiorità tecnologica di cui si favoleggia non era così schiacciante, anche la produzione di panzer arrivò al suo massimo a guerra inoltrata: all'inizio le vittorie arrivarono soprattutto grazie alla superiorità dei generali tedeschi.
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