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Bisanzio e le sue storielle

Ultimo Aggiornamento: 30/08/2011 16:29
03/08/2010 17:22
 
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LA BATTAGLIA DI PLISKA (811)





Khan Krum di Bulgaria, con le frequenti incursioni in territorio bizantino,era una spina nel fianco per l'imperatore Niceforo I.
Nell'811 Niceforo decise di porre fine una volta per tutte alla minaccia bulgara e raccolse un esercito di 70mila uomini, era un esercito sfavillante per le vistose bardature dei maggiori cortigiani di Costantinopoli. Niceforo ritenne infatti saggio portarsi in guerra tutti coloro che in sua assenza avrebbero potuto tramare contro di lui. Ne facevano parte anche il figlio Stauricio, l'intera Tagmata e unità provenienti dall'Asia Minore e dalla Tracia.
Era un esercito forte in ogni reparto e particolarmente abile nell'assediare le città fortificate. Al popolo di Costantinopoli, che lo vide partire, sembrava che nulla potesse resistere alla sua potenza.
Il Khan bulgaro, intimidito dalle voci dello straordinario esercito cercò subito di trattare la pace. Tuttavia Niceforo non volle vanificare l'impresa di aver raccolto tante forze. I bulgari erano in preda al panico, Krum aveva ritirato le sue truppe a nord, ma Niceforo marciava ugualmente verso Pliska, la capitale bulgara, calando sulla città indifesa , interamente costruita in legno, i bizantini bruciarono il palazzo del Khan e uccisero oltre 12.000 abitanti.
Krum aveva richiamato altre truppe in soccorso a Pliska, ma Niceforo le distrusse completamente con irrisoria facilità.
I bizantini, che fecero pieno bottino del tesoro di Krum, non avevano mai avuto vittoria tanto facile e così completa in Bulgaria. Quando la notizia giunse a Costantinopoli il popolo gioì, convinto che Niceforo avesse per le sue azioni l'approvazione divina.
Ma Niceforo aveva distrutto la capitale dei bulgari, non il loro esercito, e per dare effetti duraturi alla campagna occorreva distruggere anche quello.
Sulle montagne a nord di Pliska, Krum stava raccogliendo nuove truppe, arruolava mercenari avari e armava persino le donne. I bizantini avrebbero avuto ancora parecchio da fare [SM=x1140480] .








04/08/2010 08:23
 
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mmm...e allora?



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Κωνσταντίνος ΙΑ’ Δραγάσης Παλαιολόγος,
Xρoνoκράτoρ και Koσμoκράτoρ
Ελέω Θεού Βασιλευς και Αυτοκράτορ των Ρωμαίων.





"Ci sono quattro grandi cause per cui vale la pena di morire: la Fede, la Patria, la Famiglia ed il Basileus. Ora voi dovete essere pronti a sacrificare la propria vita per queste cose, come d'altronde anch'io sono pronto al sacrifico della mia stessa vita.
So che l'ora è giunta, che il nemico della nostra fede ci minaccia con ogni mezzo...Affido a voi, al vostro valore, questa splendida e celebre città, patria nostra, regina d'ogni altra.
Miei signori, miei fratelli, miei figli, l'ultimo onore dei Cristiani è nelle nostre mani."

"Ed allora questo principe, degno dell'immortalità, si tolse le insegne imperiali e le gettò via e, come se fosse un semplice privato, con la spada in pugno si gettò nella mischia. Mentre combatteva valorosamente per non morire invendicato, fu infine ucciso e confuse il proprio corpo regale con le rovine della città e la caduta del suo regno.
Il mio signore e imperatore, di felice memoria, il signore Costantino, cadde ucciso, mentre io mi trovavo in quel momento non vicino a lui, ma in altra parte della città, per ordine suo, per compiervi un'ispezione: ahimè ahimè!."

"La sede dell'Impero Romano è Costantinopoli e colui che è e rimane Imperatore dei Romani è anche l'Imperatore di tutta la Terra."

"Re, io mi desterò dal mio sonno marmoreo,
E dal mio sepolcro mistico io ritornerò
Per spalancare la murata porta d'Oro;
E, vittorioso sopra i Califfi e gli Zar,
Dopo averli ricacciati oltre l'Albero della Mela Rossa,
Cercherò riposo sui miei antichi confini."

"Un Costantino la fondò, un Costantino la perse ed un Costantino la riprenderà”


04/08/2010 14:03
 
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la battaglia di Pliska




Consapevole di non poter sconfiggere i bizantini in campo aperto, Krum decise di cercare di sfruttare la sua conoscenza dei luoghi per far cadere in trappola Niceforo, confidando anche nel fatto che forse,
per il successo conseguito, egli poteva essere più incauto e disinvolto. E aveva ragione. Convinto che la campagna bulgara fosse ormai poco più che una formalità, Niceforo cominciò a trascurare le normali precauzioni,
e soprattutto quella di perlustrare in anticipo la zona in cui si muoveva. Il suo esercito finì così nella trappola che Krum aveva teso in una vallata incassata a nord di Pliska. L'ingente esercito di Niceforo marciava inconsapevole del
pericolo, fino a quando i cavalieri dell'avanguardia gli portarono l'incredibile notizia che i bulgari avevano bloccato lo sbocco della valle con una palizzata di tronchi. Ancor prima che si potesse dare ordine di ritirata, i cavalieri
della retroguardia comunicarono che all'ingresso della valle erano comparse delle truppe bulgare che avevano respinto i tentativi dei bizantini di impedir loro di erigere un altra palizzata. I bizantini erano dunque in trappola [SM=x1140480] .


cont..
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Teophanes il Confessore, Chronographia

La sconfitta di Niceforo e il suo esercito in Bulgaria

E Niceforo, anche allora, non si vergognava, e non si fermò la sua avidità. Così, non avendo imparato nulla dalle tante disgrazie che hanno afflitto nel suo tempo l'Impero, questo nuovo Achab, più avido di Phalaris e Midas, partì con suo figlio Stauricius contro i Bulgari. Sulla [testo danneggiato] di maggio, in occasione della sua partenza dalla capitale, ordinò ai suoi patrizi ed al Megas Logothetos Nikita di aumentare le tasse dello stato su chiese e monasteri, ed agli uomini di pagare tutte le imposte in anticipo dei prossimi otto anni. Ci fu un grande clamore. E quando venne rimproverato da uno dei suoi funzionari, il patrizio Teodosio Salivara, gli disse: "Tutti contro di te gridano, o mio Signore, e in tempo di difficoltà, tutti sarebbero felici se tu morissi", quello [Niceforo ] gli disse: "Se Signore, che indurisce i cuori degli uomini, ha indurito il mio cuore come fece con il faraone, che bene possono i miei sudditi aspettarsi da me? Teodosio, non aspettatevi qualcosa da Niceforo di diverso da quello che vedete." Questo, Dio lo sa, io stesso in persona, che scrivo questo, l'ho sentito dalla bocca di Niceforo.
Dopo aver raccolto le truppe non solo dalla Tracia, ma anche dalle regioni orientali, e molti poveri che, armati di fionde e bastoni, dovevano provvedere al proprio sostentamento per conto proprio, per questo maledissero lui, insieme al resto dei suoi soldati, quando si mise contro i Bulgari. Quando tutto l'esercito si trovava a Marcelae, Krum, timoroso della moltitudine dell'esercito, ha chiesto per se la pace. Ma Niceforo è stato convinto dal suo mal pensieri ed i consigli di quelli dei suoi consiglieri che pensavano come lui. E dopo molte deviazioni attraverso luoghi impenetrabili, il codardo impertinente il 20 luglio è entrato Bulgaria con un coraggio temerario (che risalì devastando il Dog), spesso gridando: "Chi andrà per ingannare Achab?" E poi "O Dio o il suo nemico mi trascina contro la mia volontà ". E prima che venisse spezzato [in Bulgaria], il suo servo prediletto Byzantius fuggì a Marcelae da Krum, portando con sé l'abito imperiale e 100 litri di oro. Molti pensavano che la sua fuga fosse stata un cattivo presagio per Niceforo. E dopo le scaramucce di piccole dimensioni che si sono verificati durante i primi tre giorni, ha immaginato che la sua impresa sta andando bene (δόξας κατευοδουσθαι), e attribuito la sua fortuna non alla grazia divina, ma solo alla fortuna e buoni consigli del suo figlio Stauricius, e lui minacciò i comandanti militari che hanno parlato contro l'invasione della Bulgaria. Qui [in Pliska] ordinò di uccidere senza pietà gli animali, i bambini, i lattanti e gli uomini di tutte le età, non aveva nemmeno permesso di seppellire i corpi dei suoi soldati morti. La sua cura è stata solo di raccogliere bottino, e ha messo lucchetti e sigilli ai tesori di Krum e custodito come se ne fosse sicuro del loro possesso futuro. Ha ordinato di tagliare naso e altre appendici dei cristiani che hanno toccato il bottino, ma ha anche bruciato il così detta palazzo di Krum (λεγομένην αυλήν του Κρούμμου ενέπρησεν). E quando Krum, molto umiliato, ha inviato emissari a dirgli: "Ecco, hai vinto. Quindi prenditi ciò che ti piace e vai in pace", egli, un nemico della pace, non voleva sentirne parlare. Krum allora ordinò che gli ingressi impraticabili e le uscite da quella terra sia occupate e bloccate con mura di legno. Quando Niceforo venne a conoscere ciò, rimase come colpito da un fulmine e non sapeva cosa fare. Egli ha informato quelli vicini a lui circa il castigo imminente, con le parole: "Anche se avessimo avuto le ali non avremmo potuto fuggire da un pericolo". Due giorni trascorsero in tale stato: Giovedi e Venerdì. E nella notte prima di Sabato, un rumore di movimenti di truppe e clangore di armi ha tenuto Niceforo ed i suoi compagni in una febbrile inquietudine e li ha portati ad un totale esaurimento. All'alba, i barbari si precipitarono verso la tenda di Niceforo e dei suoi cortigiani, che vennero miseramente abbattuti. Fra i morti erano i patrizi Aecius, Pietro, Sisnius, Tryphillios, Teodosio Salivaras che ha offeso molto la Irene benedetta e azioni malvagie commesse contro di lei, il patrizio Eparchos [Prefetto] del capitale, e Patrizio Romano, il patrizio e stratega del [Thema] anatolico, e molti altri protospatario, spatharios e arconti del tagmata, e anche il domésticos degli Excubitors, il droungarios della Guardia Imperiale, lo stratega dell'esercito di Tracia e arconti molti dei temi assieme a soldati innumerevoli. Così perì il fiore del cristianesimo. Tutte le armi erano perse e anche tutti i tesori imperiali. Possono i cristiani mai più vivere la brutta storia di quella giornata, perché supera ogni dolore possibile! Ciò è accaduto il 26 luglio, del quarto indiktion [811]. Krum ha tagliato la testa di Niceforo e l'ha messa su un palo per diversi giorni per mostrarlo alle tribù che venivano incontro alla nostra disgrazia. Dopo di che l'ha preso, placcato in argento all'esterno e con orgoglio ai principi slavi diede [da bere] da esso. E nonostante in un giorno molte sono diventate vedove e molti sono stati lasciati orfani, e vi era un pianto incontrollabile, la morte di Niceforo divenne un sollievo per molti. A proposito del modo in cui è stato ucciso, nessuno di coloro che sono sopravvissuti poteva dire esattamente. Poiché alcuni anche detto che i cristiani lo hanno ucciso con le pietre quando cadde giù. E tra le donne sue serve con cui ha anche dormito insieme, alcune sono morte nel bastione in fiamme, e altre morirono di spada insieme a lui. Non ci fu altro tempo in cui i cristiani ebbero la disgrazia di cadere sotto un governo più pesante del suo. Perché ha superato tutti coloro che hanno regnato prima di lui in avidità e sregolatezza, ed in crudeltà barbara. Mettere in relazione tutto questo in sequenza per alcuni sarebbe impossibile per le generazioni seguenti, ed è difficile anche per noi. Tuttavia, il tessuto si giudica dal filo, come dice il proverbio. Mortalmente ferito nella parte destra della schiena è stato anche suo figlio Stauracius, che a malapena ha salvato la propria vita dalla battaglia ed è arrivato in Adrianopoli, terribilmente tormentato dalla sua ferita.
[Modificato da Xostantinou 04/08/2010 16:29]



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"Ci sono quattro grandi cause per cui vale la pena di morire: la Fede, la Patria, la Famiglia ed il Basileus. Ora voi dovete essere pronti a sacrificare la propria vita per queste cose, come d'altronde anch'io sono pronto al sacrifico della mia stessa vita.
So che l'ora è giunta, che il nemico della nostra fede ci minaccia con ogni mezzo...Affido a voi, al vostro valore, questa splendida e celebre città, patria nostra, regina d'ogni altra.
Miei signori, miei fratelli, miei figli, l'ultimo onore dei Cristiani è nelle nostre mani."

"Ed allora questo principe, degno dell'immortalità, si tolse le insegne imperiali e le gettò via e, come se fosse un semplice privato, con la spada in pugno si gettò nella mischia. Mentre combatteva valorosamente per non morire invendicato, fu infine ucciso e confuse il proprio corpo regale con le rovine della città e la caduta del suo regno.
Il mio signore e imperatore, di felice memoria, il signore Costantino, cadde ucciso, mentre io mi trovavo in quel momento non vicino a lui, ma in altra parte della città, per ordine suo, per compiervi un'ispezione: ahimè ahimè!."

"La sede dell'Impero Romano è Costantinopoli e colui che è e rimane Imperatore dei Romani è anche l'Imperatore di tutta la Terra."

"Re, io mi desterò dal mio sonno marmoreo,
E dal mio sepolcro mistico io ritornerò
Per spalancare la murata porta d'Oro;
E, vittorioso sopra i Califfi e gli Zar,
Dopo averli ricacciati oltre l'Albero della Mela Rossa,
Cercherò riposo sui miei antichi confini."

"Un Costantino la fondò, un Costantino la perse ed un Costantino la riprenderà”


05/08/2010 15:51
 
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la battaglia di Pliska 811 -aggiornamento-
LA BATTAGLIA DI PLISKA (811)

Khan Krum di Bulgaria, con le frequenti incursioni in territorio bizantino,era una spina nel fianco per l'imperatore Niceforo I.
Nell'811 Niceforo decise di porre fine una volta per tutte alla minaccia bulgara e raccolse un esercito di 70mila uomini, era un esercito sfavillante
per le vistose bardature dei maggiori cortigiani di Costantinopoli. Niceforo ritenne infatti saggio portarsi in guerra tutti coloro che in sua assenza avrebbero potuto
tramare contro di lui. Ne facevano parte anche il figlio Stauricio, l'intera Tagmata e unità provenienti dall'Asia Minore e dalla Tracia.
Era un esercito forte in ogni reparto e particolarmente abile nell'assediare le città fortificate. Al popolo di Costantinopoli, che lo vide partire, sembrava che nulla potesse resistere alla sua potenza.
Il Khan bulgaro, intimidito dalle voci dello straordinario esercito cercò subito di trattare la pace. Tuttavia Niceforo non volle vanificare l'impresa di aver raccolto tante forze. I bulgari erano in preda al panico, Krum aveva ritirato le sue truppe a nord, ma Niceforo marciava ugualmente verso Pliska, la capitale bulgara, calando sulla città indifesa, interamente costruita in legno, i bizantini bruciarono il palazzo del Khan e uccisero oltre 12.000 abitanti.
Krum aveva richiamato altre truppe in soccorso a Pliska, ma Niceforo le distrusse completamente con irrisoria facilità.
I bizantini, che fecero pieno bottino del tesoro di Krum, non avevano mai avuto vittoria tanto facile e così completa in Bulgaria. Quando la notizia giunse a Costantinopoli il popolo
gioì, convinto che Niceforo avesse per le sue azioni l'approvazione divina.
Ma Niceforo aveva distrutto la capitale dei bulgari, non il loro esercito, e per dare effetti duraturi alla campagna occorreva distruggere anche quello.
Sulle montagne a nord di Pliska, Krum stava raccogliendo nuove truppe, arruolava mercenari avari e armava persino le donne. I bizantini avrebbero avuto ancora parecchio da fare.

Consapevole di non poter sconfiggere i bizantini in campo aperto, Krum decise di cercare di sfruttare la sua conoscenza dei luoghi per far cadere in trappola Niceforo, confidando anche nel fatto che forse,
per il successo conseguito, egli poteva essere più incauto e disinvolto. E aveva ragione. Convinto che la campagna bulgara fosse ormai poco più che una formalità, Niceforo cominciò a trascurare le normali precauzioni, e soprattutto quella di perlustrare in anticipo la zona in cui si muoveva. Il suo esercito finì così nella trappola che Krum aveva teso in una vallata incassata a nord di Pliska. L'ingente esercito di Niceforo marciava inconsapevole del
pericolo, fino a quando i cavalieri dell'avanguardia gli portarono l'incredibile notizia che i bulgari avevano bloccato lo sbocco della valle con una palizzata di tronchi. Ancor prima che si potesse dare ordine di ritirata, i cavalieri della retroguardia comunicarono che all'ingresso della valle erano comparse delle truppe bulgare che avevano respinto i tentativi dei bizantini di impedir loro di erigere un altra palizzata. I bizantini erano dunque in trappola.


Tutti aspettavano ora la decisione dell'imperatore, i bizantini erano in netta superiorità numerica, ma nello spazio ristretto della valle Niceforo non avrebbe potuto impiegare vantaggiosamente la sua cavalleria. I fianchi fortemente scosciesi della valle impediavano la fuga di lato. La sola alternativa era di farsi breccia attraverso
uno degli sbarramenti a qualunque costo. Di fronte al dilemma, Niceforo si scoraggiò e non riuscì a pensare ad altro che a piazzare il campo. I generali lo pregarono di condurre immediatamente un assalto prima che le truppe si rendessero conto della situazione e si lasciassero prendere dal panico, ma Niceforo rifiutò. E anche quando i suoi ufficiali convinsero il figlio Stauricio a farlo ragionare l'imperatore rifiutò di intraprendere qualunque azione, dicendo appunto "se anche mettessimo le ali, nessuno potrebbe mai sperare di
uscirne vivo".
Per 2 giorni Niceforo e il suo esercito rimasero accampati nella valle, evitando ogni tentativo di far breccia attraverso gli sbarramenti , benchè possedessero armi da assedio. L'imperatore
aveva assunto un atteggiamento fatalista e aveva perso il controllo degli aventi : preferiva aspettare e vedere cosa sarebbe accaduto. Era ciò che sperava Krum, che alla terza notte ordinò
ai suoi di percuotere gli scudi e annunciare alle truppe bizantine la loro disperata situazione.
Dopo aver demoralizzato il nemico, Krum decise di passare all'attacco. Puntando subito sul campo della Tagmata e sulle tende dell'imperatore, i bulgari discesero d'improvviso dalle alture
prendendo di sorpresa i bizantini. Questi furono rapidamente sopraffatti e lo stesso Niceforo fu ucciso sul campo, primo imperatore a morire in battaglia dai tempi di Valente (Adrianopoli 378).
Presi dal panico, i soldati bizantini furono spinti nel letto paludoso di un fiume, dove morirono annegati o massacrati dai bulgari, l'alveo era a tal punto colmo di cadaveri, che migliaia
di uomini ancora vivi poterono attraversarlo passando sul corpo dei compagni morti. Ma chi riusciva a superare le paludi, doveva poi affrontare lo sbarramento di tronchi. Qualcuno riuscì a superare la barriera ma solo per ricadere morto nel profondo fossato sull'altro lato. Altri appiccarono il fuoco ai tronchi e attraversarono le fiamme cavalcando, anch'essi finendo per cadere nel fossato nascosto. Quando i tronchi furono interamente bruciati, i superstiti della grande armata di Niceforo riuscirono a fuggire, rincorsi dai bulgari trionfanti [SM=x1140480] [SM=x1140460] .

cont..
[Modificato da Fulcherio, 05/08/2010 15:54]
24/12/2010 13:16
 
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Pliska



Nell' accampamento dell'imperatore, l'elittè dell'apparato militare bizantino era stata completamente abbattuta.
Morto il padre, Stauricio ebbe poco tempo per riflettere sul suo nuovo ruolo di imperatore [SM=x1140449] , ferito gravemente, riuscì a fuggire con le sue guardie ma morì sei mesi dopo a causa delle ferite.
La testa di Niceforo venne esposta su un palo per alcuni giorni, con gran gioia del popolo di Krum [SM=x1140441] .
Il condottiero bulgaro volle però utilizzare diversamente il suo simbolo di vittoria : fece montare un calco in argento sul cranio di Niceforo e lo usò come coppa [SM=x1140440] .
La notizia del disastro colse incredulo il popolo di Costantinopoli.
Come aveva potuto verificarsi la disfatta in una campagna vittoriosa?. Per molti era evidente che Dio aveva cessato di proteggere Niceforo. Per altri si trattava di pura arroganza :
Niceforo era diventato troppo potente, troppo vittorioso e troppo disinvolto.
In ogni caso i bizantini non potevano tollerare l'umiliazione quando vennero a sapere del macabro uso che Krum faceva del cranio di Niceforo [SM=x1140453] . L'impero richiedeva vendetta. L'anno succesivo, l'imperatore Michele, succeduto a Stauricio, ebbe notizia da due cristiani sfuggiti dalla Bulgaria che Krum stava preparando un piano per invadere l'impero bizantino.
Alla guida di un vasto esercito, Michele raggiunse Mersinicia, dove era accampato Krum.
Per 15 giorni i due eserciti rimasero schierati ad alcune miglia di distanza l'uno dall'altro, nessuno osava iniziare l'attacco, anche se si dice che la superiorità numerica dei bizantini ( [SM=g27981] ?), fosse di 10 a 1.
Michele respinse tutti i tentativi dei suoi ufficiali di convincerlo ad attaccare Krum, temendo di poter essere indotto in una trappola, come era accaduto a Niceforo.
Alla fine il comandante dell'ala sinistra, Giovanni Aplacio, riuscì a convincere Michele ad attaccare finchè ce n'era l'opportunità. Così, quando Giovanni fece avanzare le sue truppe, i bulgari fecero dietrofront e fuggirono. Incoraggiato, Giovanni proseguì la carica, pensando di essere sostenuto dal resto dell'esercito di Michele. Ma anche questo era fuggito [SM=g27962] e l'ala sinistra era rimasta sola. Allora l'esercito di Krum fece ancora dietro-front e circondò le truppe di Giovanni distruggendole completamente.
Di fronte alla nuova disfatta Michele tornò celermente [SM=x1140532] a Costantinopoli.
Era stato tradito dal suo stesso esercito, se avesse agito prima avrebbe conseguito una vittoria totale, ma ritardando di oltre due settimane aveva dato tempo a Krum di mettersi d'accordo con gli ufficiali dissidenti dell'esercito bizantino [SM=x1140448] .
Raggiunta Costantinopoli, Michele fu costretto a cedere la corona a uno dei suoi generali, Leo l'Armeno, colui che aveva guidato gli ufficiali dissidenti e ideato la fuga dell'esercito bizantino.






28/01/2011 17:26
 
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22/02/2011 23:26
 
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Xostantinou, 02/08/2010 14.57:

infatti abbiamo visto quali sono state per il paese di Urban, l'Ungheria, le conseguenze del suo "encomiabile gesto"...secoli di terrore, morte e distruzione da parte degli eserciti ottomani. Qual lungimiranza!



Eeeeeeh che esagerazione! Neanche gli ottomani avessero perpetrato un genocidio spietato verso gli ungheresi...
L'Ungheria è stata devastata soprattutto nel 1600/700 visto che passava continuamente di mano in mano tra ottomani e asburgici; l'amministrazione ottomana può essere stata dura, ma di certo "secoli di terrore, morte e distruzione" non rendono giustizia all'impero ottomano.
Ripeto, se l'Ungheria fu devastata lo si deve alla sua condizione di terreno di scontro tra due eserciti immensi e modernamente armati, che combattevano anche per fanatismo religioso e quindi senza pietà.
Ma dire che gli ottomani fossero degli assassini efferati, degli stupratori e dei devastatori non mi sembra corretto. Gli Asburgo o i Sovietici non sono stati affatto più gentili con l'Ungheria.

Parlo da filo-ottomano a un filo-bizantino... mica male [SM=x1140434]
14/03/2011 21:34
 
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xostantinou, ti faccio i complimenti per la tua cultura sul vecchio impero romeo, però mi dispiace, sarà che mi piace lo humor nero ma eraclio (che ritengo un grande basileus sia per i successi militari sia per le sue capacità amministrative) che si piscia in faccia mi ha fatto morire dal ridere.
comunque "Basiléus Basiléon, Basiléuon Basileuònton", so che con eraclio non c'entra niente ma lo ritengo un ottimo motto.
14/03/2011 21:35
 
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ah, ho anche appena scoperto di essere in ritardo di 3 anni sull'ultimo post, questo topic ora è uno zombie.
:Q
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non te preoccupà pablito ogni tanto me capita pure a me ;)

e comunque ricordate che i tanto amati greculi c'avevano pure sto bel verbetto nel loro dizionario che già è tutto un programma... "raphanidoo" cercalo un po va
30/08/2011 16:26
 
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oh mio dio ho trovato solo adesso colo adesso cosa vuol dire... ci scommetto che è una pratica inventata da quella mente perversa di costantino V, o forse qualche amichetto di epaminonda...
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