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Le mutilazioni nel mondo bizantino

Ultimo Aggiornamento: 20/09/2013 15:06
02/06/2010 22:11
 
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Che cosa significano?
Studiando storia bizantina ho letto che molte volte, quando gli imperatori venivano destituiti (il caso che più mi ha colpito è stato quello dell'imperatrice irene e di suo figlio) venivano mutilati: il più delle volte venivano accecati oppure veniva tagliato loro il naso. Mi chiedo: perchè?
Che significato aveva questo, se possiamo definirlo così, rito? So che nel mondo romano, soprattutto per la cultura greco-romana, il corpo era qualcosa di sacro, proprio per questo un gruppo dei primi cristiani legati all'ebraismo (che facevano della circoncisione un atto fondamentale per entrare fra i fedeli) non ebbero molto successo nel convincere i pagani. Proprio perchè il corpo era intoccabile. E contrariamente a quanto ridley scott mostra ne il gladiatore i legionari non avevano il tatuaggio spqr. Ora mi chiedo: l'accecamento o il taglio del naso avevano un significato particolare?
[Modificato da ironman1989. 02/06/2010 22:12]


02/06/2010 23:17
 
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Certo. Da un lato era un paradossale atto di "pietà e rispetto", nel senso che così facendo si risparmiava la vita alla vittima (sacrissima per i Cristiani) e di solito dopo questa menomazione gli si concedeva la possibilità di ritirarsi a vita monastica, mentre in altri casi finivano imprigionati o esiliati.
Dall'altro era una questione diciamo così, "etica", era per tacita convinzione ritenuto che una persona con importanti mutilazioni (in particolare sul viso) o handicap fisici fosse da considerarsi inadatta alla corona imperiale, sicché mutilando un proprio rivale alla porpora si annullava automaticamente ogni sua pretesa al trono proprio in virtù di questa convenzione sociale.
Non mancarono però nemmeno episodi in cui venne rimesso sul trono un Basileus precedentemente deposto e menomato, come Giustiniano II detto il rinotmeto (appunto "quello dal naso mozzato"), o Isacco II Angelo. Ma entrambi i casi furono dovuti a circostanze estremamente particolari, più uniche che rare.
[Modificato da Xostantinou 02/06/2010 23:19]



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Κωνσταντίνος ΙΑ’ Δραγάσης Παλαιολόγος,
Xρoνoκράτoρ και Koσμoκράτoρ
Ελέω Θεού Βασιλευς και Αυτοκράτορ των Ρωμαίων.





"Ci sono quattro grandi cause per cui vale la pena di morire: la Fede, la Patria, la Famiglia ed il Basileus. Ora voi dovete essere pronti a sacrificare la propria vita per queste cose, come d'altronde anch'io sono pronto al sacrifico della mia stessa vita.
So che l'ora è giunta, che il nemico della nostra fede ci minaccia con ogni mezzo...Affido a voi, al vostro valore, questa splendida e celebre città, patria nostra, regina d'ogni altra.
Miei signori, miei fratelli, miei figli, l'ultimo onore dei Cristiani è nelle nostre mani."

"Ed allora questo principe, degno dell'immortalità, si tolse le insegne imperiali e le gettò via e, come se fosse un semplice privato, con la spada in pugno si gettò nella mischia. Mentre combatteva valorosamente per non morire invendicato, fu infine ucciso e confuse il proprio corpo regale con le rovine della città e la caduta del suo regno.
Il mio signore e imperatore, di felice memoria, il signore Costantino, cadde ucciso, mentre io mi trovavo in quel momento non vicino a lui, ma in altra parte della città, per ordine suo, per compiervi un'ispezione: ahimè ahimè!."

"La sede dell'Impero Romano è Costantinopoli e colui che è e rimane Imperatore dei Romani è anche l'Imperatore di tutta la Terra."

"Re, io mi desterò dal mio sonno marmoreo,
E dal mio sepolcro mistico io ritornerò
Per spalancare la murata porta d'Oro;
E, vittorioso sopra i Califfi e gli Zar,
Dopo averli ricacciati oltre l'Albero della Mela Rossa,
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"Un Costantino la fondò, un Costantino la perse ed un Costantino la riprenderà”


02/06/2010 23:56
 
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insomma...un Baldovino IV il lebbroso non sarebbe mai potuto diventare Basileus.......

03/06/2010 00:59
 
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Quindi più che avere un particolare significato antropologico (perchè proprio l'accecamento o il taglio del naso invece che so del taglio di una mano?) era un escamotage politico per evitare che persone, come dire, scomode, assumessero il potere.
Ma perchè solo nell'impero? Perchè per esempio, cito l'esempio di Robert Bruce, Baldovino il lebbroso poteva fare il re pur essendo lebbroso (infatti il comune lebbroso viveva ai margini della società) e un cieco non poteva diventare imperatore, pur appertenendo a una famiglia nobile come i Comneni (Isacco II Angelo)? Erano forse tradizioni cui l'impero si ricollegava a creare questo divieto? C'è un particolare significato dietro tutto questo? O è solo una forma di "prevenzione" poilitica?


03/06/2010 01:47
 
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E' un complesso di tradizioni derivate dal mondo orientale e greco-ellenistico (accecamenti e mutilazioni erano pratiche molto frequenti per eliminare rivali scomodi, a differenza del mondo romano dove non ci si faceva invece problemi ad uccidere), mondo al quale l'Impero attinse moltissimo soprattutto durante gli scontri con i Persiani Sassanidi, mentre è una tradizione estranea a quella latino-germanica dell'occidente, secondo la quale, detta in soldoni, per fare il re bastava dimostrare di esserne capaci; la cosa viene mutuata e codificata poi anche attraverso la legittimazione cristiana dell'Impero, nell concetto che il Basileus ed il suo regno erano il riflesso di Dio e del Regno dei Cieli...e come puoi intuire Dio dev'essere perfetto...

Tu parlando di Isacco II Angelo inoltre citi un concetto che nell'Impero era inteso in modo totalmente diverso rispetto all'occidente. Tu parli di famiglia nobile, ma la nobiltà così come noi la intendiamo nel mondo romèo non esisteva, la scalata sociale (corruzione permettendo) avveniva non per diritto di nascita, ma per concorso pubblico, concorso nel quale contava la propria preparazione culturale per passare di rango. Analogo discorso anche per il mondo militare, dove i soldati di professione scalavano le gerarchie per meritocrazia. Insomma, esistevano delle famiglie nobili intese come famiglie di ricchi latifondisti che di generazione in generazione riuscivano a conservare il proprio status per secoli, ma per la sua struttura nell'Impero poteva giungere al trono anche il figlio di un contadino o di un soldato semplice, la mobilità verticale era molto elevata e l'ascesa si basava sul merito e la cultura (oltre alla corruzione, ahimé), non sul diritto di sangue, che non contava nulla. In fin dei conti la successione al trono era ambigua un po' come nell'antica Roma, non vigeva una legge ben definita e l'erede doveva sempre fare i conti con i cittadini di Costantinopoli, i suoi generali e funzionari, e soprattutto il clero. Uno poteva pur essere pur figlio di un grande Basileus, ma se si dimostrava un pessimo soggetto, una di queste componenti non si sarebbe fatta scrupolo a deporlo e sostituirlo con un candidato più gradito.



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So che l'ora è giunta, che il nemico della nostra fede ci minaccia con ogni mezzo...Affido a voi, al vostro valore, questa splendida e celebre città, patria nostra, regina d'ogni altra.
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La cosa proviene dalla Bibbia; più volte i re di Israele furono deposti perchè non integri nel corpo, uno degli ultimi casi fu nel 40 a.C.; Antigono, membro della famiglia degli Asmoeni, cercò di togliere il trono di Giudea allo zio Ircano con l'aiuto dei Parti. Occupata Gerusalemme mutilò Ircano ma non lo uccise. Lo zio dovette rinunciare al titolo di re e di sommo sacerdote, titoli che andarono così ad Antigono.

Perchè tagliassero un orecchio e non la mano? Penso che la mano può essere nascosta sotto le vesti, naso, orecchio o occhi sono subito visibili a tutti.
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"Odiare i mascalzoni è cosa nobile" (Quintiliano)

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Xostantinou, 03/06/2010 1.47:

E' un complesso di tradizioni derivate dal mondo orientale e greco-ellenistico (accecamenti e mutilazioni erano pratiche molto frequenti per eliminare rivali scomodi, a differenza del mondo romano dove non ci si faceva invece problemi ad uccidere), mondo al quale l'Impero attinse moltissimo soprattutto durante gli scontri con i Persiani Sassanidi, mentre è una tradizione estranea a quella latino-germanica dell'occidente, secondo la quale, detta in soldoni, per fare il re bastava dimostrare di esserne capaci; la cosa viene mutuata e codificata poi anche attraverso la legittimazione cristiana dell'Impero, nell concetto che il Basileus ed il suo regno erano il riflesso di Dio e del Regno dei Cieli...e come puoi intuire Dio dev'essere perfetto...





Quindi oltre a derivare dal contatto con l'impero partico e sasanide c'è di mezzo anche la bibbia...mischiate ovviamente a quella che era la realtà, e la mentalità del tempo.

Xostantinou, 03/06/2010 1.47:


Tu parlando di Isacco II Angelo inoltre citi un concetto che nell'Impero era inteso in modo totalmente diverso rispetto all'occidente. Tu parli di famiglia nobile, ma la nobiltà così come noi la intendiamo nel mondo romèo non esisteva, la scalata sociale (corruzione permettendo) avveniva non per diritto di nascita, ma per concorso pubblico, concorso nel quale contava la propria preparazione culturale per passare di rango. Analogo discorso anche per il mondo militare, dove i soldati di professione scalavano le gerarchie per meritocrazia. Insomma, esistevano delle famiglie nobili intese come famiglie di ricchi latifondisti che di generazione in generazione riuscivano a conservare il proprio status per secoli, ma per la sua struttura nell'Impero poteva giungere al trono anche il figlio di un contadino o di un soldato semplice, la mobilità verticale era molto elevata e l'ascesa si basava sul merito e la cultura (oltre alla corruzione, ahimé), non sul diritto di sangue, che non contava nulla. In fin dei conti la successione al trono era ambigua un po' come nell'antica Roma, non vigeva una legge ben definita e l'erede doveva sempre fare i conti con i cittadini di Costantinopoli, i suoi generali e funzionari, e soprattutto il clero. Uno poteva pur essere pur figlio di un grande Basileus, ma se si dimostrava un pessimo soggetto, una di queste componenti non si sarebbe fatta scrupolo a deporlo e sostituirlo con un candidato più gradito.



Si riguardo a questo ho confuso io. Effettivamente, da occidentale, ho erroneamente cpnsiderato per un attimo l'impero come un qualsiasi altro stato dimenticando la sua particolarità...

Antioco il Grande, 03/06/2010 7.43:

La cosa proviene dalla Bibbia; più volte i re di Israele furono deposti perchè non integri nel corpo, uno degli ultimi casi fu nel 40 a.C.; Antigono, membro della famiglia degli Asmoeni, cercò di togliere il trono di Giudea allo zio Ircano con l'aiuto dei Parti. Occupata Gerusalemme mutilò Ircano ma non lo uccise. Lo zio dovette rinunciare al titolo di re e di sommo sacerdote, titoli che andarono così ad Antigono.

Perchè tagliassero un orecchio e non la mano? Penso che la mano può essere nascosta sotto le vesti, naso, orecchio o occhi sono subito visibili a tutti.



Quindi c'entra molto anche la storia biblica: era questo fondamentalmente che desideravo sapere: se ci fosse un significato dietro tutto ciò o se fosse tutto un espediente poilitico. Ma se ho capito bene era un pò tutte e due. C'era un elemento di "tradizione" e uno più politico...mischiati assieme. Giusto?


03/06/2010 08:41
 
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Non so se la cosa sia derivata alla Bibbia dalla corte persiana degli Achemenidi, ma potrebbe essere.

La stessa cosa avveniva per gli eunuchi. Gli eunuchi erano impiegati in tutto l'Oriente, fin dai tempi più antichi, erano presenti anche alla corte achemenide nel VI sec. a.C., come persone di fiducia proprio perché essendo mutilati non potevano ambire al trono del loro sovrano, la mutilazione impediva loro di procreare e quindi di avere una discendenza a cui lasciare l'evenutale trono sottratto. Dalla Persia gli eunuchi furono poi importati anche alla corte romana del IV sec. divenendo parte integrante della burocrazia imperiale, venendo poi accolti anche dalle corti dei califfi islamici.

Le mutilazioni fanno la loro comparsa a Bisanzio nel VII sec.; in quel tempo per la prima volta, su ordine del Senato, l'imperatore Eracleona ebbe le orecchie tagliate e sua madre Martina la lingua.
[Modificato da Antioco il Grande 03/06/2010 08:43]
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"Odiare i mascalzoni è cosa nobile" (Quintiliano)

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03/06/2010 08:55
 
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C'entra qualcosa il fatto che Martina era nipote dell'Imperatore (mi ricordo che il clero osteggiò questo matrimonio) che aveva sposato? Può essere stata un'aggravante?


Infatti gli eunuchi sono completamente assenti nel mondo occidentale durante il medioevo (dove anche un lebbroso come baldovino poteva diventare re) giusto?


03/06/2010 09:17
 
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Nessuna aggravante, Martina era un personaggio particolarmente scomodo e fastidioso e come tale andava messo "fuori uso", diciamo che il fatto di essere la nipote dell'Imperatore casomai sarebbe stato un'attenuante, se fosse stata una qualsiasi forse la pena sarebbe stata più severa.

Tanto per integrare il discorso di Antioco, bisogna considerare che quell'area è da sempre un crogiolo di miti, tradizioni e culture di diverse origini ma alla fine tutte molto simili l'un l'altra (ricordiamo per esempio il tema del diluvio presente tanto nella Bibbia quanto nelle leggende assiro-babilonesi), quindi quando l'Impero divenne non più una realtà "universale" come ai tempi dei romani, ma una realtà regionale (e da Eraclio in poi si volle assorbire molte usanze persiane anche a corte, anche se più che persiane erano diffuse in tutto il medio-oriente), questi fece proprio il patrimonio culturale derivato dal melting-pot di quella regione, in particolare quando come giustamente diceva Antioco, certe usanze erano presenti e giustificate dalla religione e dai testi sacri. La politica in questo caso faceva perno su una tradizione radicata e consolidata (e quindi non faceva nemmeno scalpore tra la gente che la considerava normale prassi).

Il discorso degli eunuchi è un'altra costante del mondo orientale.



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03/06/2010 09:45
 
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Re:
Xostantinou, 03/06/2010 9.17:

Nessuna aggravante, Martina era un personaggio particolarmente scomodo e fastidioso e come tale andava messo "fuori uso", diciamo che il fatto di essere la nipote dell'Imperatore casomai sarebbe stato un'attenuante, se fosse stata una qualsiasi forse la pena sarebbe stata più severa.



Intendevo un'aggravante nel senso di nozze incestuose che potevano portare (e di fatto portarono) a un rifiuto di questo matrimonio, e a una polemica molto forte con l'imperatore Eraclio...

Xostantinou, 03/06/2010 9.17:

Tanto per integrare il discorso di Antioco, bisogna considerare che quell'area è da sempre un crogiolo di miti, tradizioni e culture di diverse origini ma alla fine tutte molto simili l'un l'altra (ricordiamo per esempio il tema del diluvio presente tanto nella Bibbia quanto nelle leggende assiro-babilonesi), quindi quando l'Impero divenne non più una realtà "universale" come ai tempi dei romani, ma una realtà regionale (e da Eraclio in poi si volle assorbire molte usanze persiane anche a corte, anche se più che persiane erano diffuse in tutto il medio-oriente), questi fece proprio il patrimonio culturale derivato dal melting-pot di quella regione, in particolare quando come giustamente diceva Antioco, certe usanze erano presenti e giustificate dalla religione e dai testi sacri. La politica in questo caso faceva perno su una tradizione radicata e consolidata (e quindi non faceva nemmeno scalpore tra la gente che la considerava normale prassi).

Il discorso degli eunuchi è un'altra costante del mondo orientale.



Quindi questi caratteri sono dovuti in particolare allo stretto rapporto culturale che intercorreva fra l'impero e le culture orientali ma anche fra l'impero e la cultura regionale, la mentalità dei suoi stessi cittadini no? L'anatolia fu sempre un luogo culturalmente molto attivo...



03/06/2010 11:05
 
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L'Impero fu molto permeabile agli influssi da est, sempre. Basti pensare che tutta la questione iconoclasta fu certamente influenzata dall'espansione islamica. Gli Arabi non avevano immagini è stavano travolgendo l'Impero, ad un certo punto si giunse a pensare che forse il venerare icone fosse errato, del resto agli Ebrei la Bibbia vietava di fare e venerare immagini, e si pensò di adottare la pratica iconoclastica.

In effetti, comunque, Martina aveva tramato non poco nei suoi anni sul trono, il taglio della lingua era il meno che le potesse capitare. Il bello di questa pratica era proprio che era applicata per carità cristiana, piuttosto che ucciderti ti taglio il naso.

Del resto come dimenticare gli elenchi compilati dai re assiri dove si diceva compiaciuti "a diecimila mozzai il naso, a diecimila tagliai la lingua, a diecimila mozzai le orecchie", questo quando non tagliavano anche le mani. Anche Dario I, nella sua iscrizione presso Persepoli ricorda d'aver tagliato orecchie, naso e cavato un occhio ai capi ribelli da lui sconfitti. Solo che Dario, dopo averli messi in mostra presso le porte del Palazzo li fece impalare.

Per Baldovino il Lebbroso, no, non sarebbe mai stato imperatore. A Bisanzio il sovrano è immagine terrena di Dio, non è possibile che il vicario terreno sia malato in modo così grave. Se la malattia fosse sopraggiunta dopo la sua incoronazione si sarebbe pensato che il sovrano avesse meritato il castigo divino, quindi, molto probabilmente avrebbe abdicato e si sarebbe ritirato in convento per espiare. Se fosse stato già malato non sarebbe mai stato sovrano. Una delle figlie di Costantino VIII ebbe, in gioventù, il viso sfigurato dal vaiolo. Di conseguenza si ritirò in convento e scomparve dalla storia, mentre le sue due sorelle, Zoe e Teodora, divennero in seguito imperatrici regnanti, e in alcuni momenti anche da sole senza appoggio di mariti vari.
[Modificato da Antioco il Grande 03/06/2010 11:11]
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03/06/2010 11:14
 
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Si, il clero e quindi il popolo erano estremamente ostili a queste nozze, ma non fu solo per quello che la mutilarono prima di cacciarla, Martina era una ambiziosa intrigante, sarebbe comunque stata pericolosa...

Esatto, quando mi riferisco alla cultura non mi riferisco alla sola cultura "ufficiale di stato" ed alle interazioni tra stati, ma a tutto il suo complesso, perché non vi è una sostanziale differenza tra il bagaglio culturale di un funzionario siriano o di un suo omologo cappadoce o persiano, tutti attingono ad un bagaglio culturale che può differenziarsi nella forma, ma nella sostanza è lo stesso e la mobilità verticale romèa fa si che questa cultura non sia periferica e distinta da quella ufficiale di corte, ma un tutt'uno.
Estremizzando un po' la cosa si può dire che dal regno di Eraclio in poi non si accantona semplicemente la tradizione romana in favore di quella dell'impero persiano, ma più semplicemente si toglie quell'aura di esclusività all'antica tradizione romana e si eleva a pari dignità quel complesso di tradizioni radicatissime figlie della fusione tra cultura ellenistica e culture semitiche più antiche.



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Quindi la situazione culturale dell'Anatolia ben si prestava a questa mescolanze dal momento che era sempre stata, se vogliamo, il punto in cui la cultura occidentale, greca e poi romana, aveva incontrato quella orientale, fondendosi in quella ellenistica che poi a sua volta ha dovuto fare i conti con l'ebraismo, il cristianesimo e l'islamismo. Un coacervo di culture profondamente diverse ma che hanno un sostrato unico per questo per esempio la pratica dell'accecamento era comune agli assiri, agli achemenidi e ai bizantini (regni diversissimi per coordinate spazio-tempo ma molto vicini culturalmente).

Ho ancora un dubbio: si potrebbe pensare (freudianamente) che l'accecamento era un rituale di castrazione (si pensi al mito si Edipo) e che l'atto di accecare un imperatore equivaleva a eliminarlo sia come rivale politico sia come uomo?


03/06/2010 11:36
 
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Più che l'Anatolia il centro di questo mix era la Siria.

Oddio, qui si sta uscendo un po' dall'analisi storica, comunque si può dire che in generale l'accecamento era considerato una delle menomazioni più gravi in assoluto in quanto drammaticamente debilitante, mentre non altrettanto era considerata l'evirazione (vedi discorso eunuchi), quindi non credo che questo discorso possa avere dei retroscena sessuali di tipo freudiano.



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Κωνσταντίνος ΙΑ’ Δραγάσης Παλαιολόγος,
Xρoνoκράτoρ και Koσμoκράτoρ
Ελέω Θεού Βασιλευς και Αυτοκράτορ των Ρωμαίων.





"Ci sono quattro grandi cause per cui vale la pena di morire: la Fede, la Patria, la Famiglia ed il Basileus. Ora voi dovete essere pronti a sacrificare la propria vita per queste cose, come d'altronde anch'io sono pronto al sacrifico della mia stessa vita.
So che l'ora è giunta, che il nemico della nostra fede ci minaccia con ogni mezzo...Affido a voi, al vostro valore, questa splendida e celebre città, patria nostra, regina d'ogni altra.
Miei signori, miei fratelli, miei figli, l'ultimo onore dei Cristiani è nelle nostre mani."

"Ed allora questo principe, degno dell'immortalità, si tolse le insegne imperiali e le gettò via e, come se fosse un semplice privato, con la spada in pugno si gettò nella mischia. Mentre combatteva valorosamente per non morire invendicato, fu infine ucciso e confuse il proprio corpo regale con le rovine della città e la caduta del suo regno.
Il mio signore e imperatore, di felice memoria, il signore Costantino, cadde ucciso, mentre io mi trovavo in quel momento non vicino a lui, ma in altra parte della città, per ordine suo, per compiervi un'ispezione: ahimè ahimè!."

"La sede dell'Impero Romano è Costantinopoli e colui che è e rimane Imperatore dei Romani è anche l'Imperatore di tutta la Terra."

"Re, io mi desterò dal mio sonno marmoreo,
E dal mio sepolcro mistico io ritornerò
Per spalancare la murata porta d'Oro;
E, vittorioso sopra i Califfi e gli Zar,
Dopo averli ricacciati oltre l'Albero della Mela Rossa,
Cercherò riposo sui miei antichi confini."

"Un Costantino la fondò, un Costantino la perse ed un Costantino la riprenderà”


03/06/2010 11:45
 
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Re:
Xostantinou, 03/06/2010 11.36:

Più che l'Anatolia il centro di questo mix era la Siria.



Si, se non sbaglio la siria ebbe un ruolo fondamentale nel diffondere le culture orientali ai tempi delle conquiste di Alessandro magno...

Xostantinou, 03/06/2010 11.36:

Oddio, qui si sta uscendo un po' dall'analisi storica, comunque si può dire che in generale l'accecamento era considerato una delle menomazioni più gravi in assoluto in quanto drammaticamente debilitante, mentre non altrettanto era considerata l'evirazione (vedi discorso eunuchi), quindi non credo che questo discorso possa avere dei retroscena sessuali di tipo freudiano.



Si Xostanitnou me ne rendo conto che una analisi di questo tipo sfora dall'analisi storica...quindi in una "scala" di menomazioni debilitanti quelle che mutilavano il volto (accecamento etc.) avevano un "rango" maggiore? Cioè mi spiego meglio: come ha scritto antioco in un post più su le mani potevi nasconderle sotto la veste, gli occhi no...


03/06/2010 11:53
 
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Si, la Siria (anche per l'importanza di un centro come Antiochia) era il crogiolo dove si fondevano la vicina cultura ebraica, la cultura greca e la cultura mesopotamico-iranica (visto che era il terminal delle rotte carovaniere con la mesopotamia).

Esatto, le menomazioni "visibili" come il taglio del naso o delle orecchie erano deturpazioni gravi del viso che non si potevano nascondere, a differenza di una mano o un piede mozzati. Ancor più grave era l'accecamento proprio perché fortemente debilitante.



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"Ed allora questo principe, degno dell'immortalità, si tolse le insegne imperiali e le gettò via e, come se fosse un semplice privato, con la spada in pugno si gettò nella mischia. Mentre combatteva valorosamente per non morire invendicato, fu infine ucciso e confuse il proprio corpo regale con le rovine della città e la caduta del suo regno.
Il mio signore e imperatore, di felice memoria, il signore Costantino, cadde ucciso, mentre io mi trovavo in quel momento non vicino a lui, ma in altra parte della città, per ordine suo, per compiervi un'ispezione: ahimè ahimè!."

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"Re, io mi desterò dal mio sonno marmoreo,
E dal mio sepolcro mistico io ritornerò
Per spalancare la murata porta d'Oro;
E, vittorioso sopra i Califfi e gli Zar,
Dopo averli ricacciati oltre l'Albero della Mela Rossa,
Cercherò riposo sui miei antichi confini."

"Un Costantino la fondò, un Costantino la perse ed un Costantino la riprenderà”


03/06/2010 12:45
 
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Graize mille a Xostanitnou e ad Antioco che hanno avuto la cortesia di rispondere facendo nascere una discussione molto interessante...se avrò altri dubbi non esiterò a chiedere...


03/06/2010 13:36
 
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prego...



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So che l'ora è giunta, che il nemico della nostra fede ci minaccia con ogni mezzo...Affido a voi, al vostro valore, questa splendida e celebre città, patria nostra, regina d'ogni altra.
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Il mio signore e imperatore, di felice memoria, il signore Costantino, cadde ucciso, mentre io mi trovavo in quel momento non vicino a lui, ma in altra parte della città, per ordine suo, per compiervi un'ispezione: ahimè ahimè!."

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"Re, io mi desterò dal mio sonno marmoreo,
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"Un Costantino la fondò, un Costantino la perse ed un Costantino la riprenderà”


02/08/2010 16:55
 
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Re:
Xostantinou, 03/06/2010 13.36:

prego...




ho una domanda, su Medioevo avevo letto che la castrazione bizantina è diversa da quella cinese e non prevedeva evirazione, semplicemente i testicoli venivano compressi e schiacciati, in questo modo gli ormoni virilizzanti erano cmq prodotti e l'eunuco risultava meno effeminato vi risulta anche a voi?
Non ho ben capito come avvenisse l'accecamento, in alcune fonti sembra che venisse avvicinata una spada incandescente agli occhi in modo da seccare sclera e congiuntiva con distruzione del tessuto e conseguente cecità e questo spiegherebbe perchè Isacco Angelo vedesse ancora, anche se in modo ridotto, mentre in altre sembra che venissero strappati gli occhi l'esempio è quello di Romano Diogene, potete darmi delle delucidazioni?
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