Medieval 2 Total War
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Eventi storici

Ultimo Aggiornamento: 06/04/2011 19:27
01/10/2010 22:28
 
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Principe
Riposto gli anni precedenti con AD

{01AD_BODY}
- Augusto detronizza Artavasde III e nomina Ariobazano II re di Armenia.\n\n
- Gaio Cesare e Lucio Emilio Paolo sono eletti consoli.\n\n
- E' costruito l'acquedotto Aqua Alsienta.\n\n
- Ovidio scrive le sue Metamorfosi. Inoltre pubblica l'Ars amatoria, opera elegiaca in tre libri sull'arte di amare; circa nello stesso periodo escono il Medicamine faciei, sui cosmetici femminili, e i Remedia Amoris, un'operetta in cui si propongono i mezzi per guarire dalla passione amorosa.\n\n
- Tito Livio scrive la Storia di Roma (Ab Urbe condita).\n\n
- Il Buddhismo viene introdotto in Cina.\n\n
- Viene fondato il Regno di Axum.\n\n
- Nasce Sesto Afranio Burro, prefetto del pretorio e consigliere dell'imperatore romano Nerone (morto nel 62).\n\n
- Nasce Vologase I di Partia († 78).\n\n
- Muore Lucio Munazio Planco, generale e politico romano (n. 90 a.C.).\n\n
{01AD_TITLE}Gli eventi dell'anno

{02AD_BODY}
- Dopo la morte di Lucio Cesare, Livia Drusilla persuade Augusto di far tornare Tiberio a Roma.\n\n
- Gaio Cesare incontra Fraate V, re dei Parti, con il quale stipula una pace per ottenere l'Armenia.\n\n
- Viene effettuato in Cina un censimento che stabilisce che la popolazione dell'impero cinese ammonta a più di 57 milioni.\n\n
- Cedeides diventa arconte di Atene.\n\n
- Nasce Apollonio di Tiana, filosofo greco antico (morto nel 98).\n\n
- Nasce Deng Yu, politico e militare cinese (morto nel 58).\n\n
- Muore Marco Lollio, politico e generale dell'Impero Romano.\n\n
- Lucio Cesare, secondo figlio di Marco Vipsanio Agrippa e di Giulia Maggiore e figlio adottivo di Augusto (n. 17 a.C.)\n\n
{02AD_TITLE}Gli eventi dell'anno

{03AD_BODY}
- Lucio Elio Lamia e Marco Servilio sono eletti consoli.\n\n
- Menneas diventa Arconte di Atene.\n\n
- Cinque tribù germaniche vengono unificate da Marbod, re dei Marcomanni.\n\n
- Fraate V, re dei Parti, viene esiliato dopo una sommossa fomentata dai Romani; gli succede al trono Orode V.\n\n
- Nasce Ban Biao, storico e politico cinese.\n\n
{03AD_TITLE}Gli eventi dell'anno

{04AD_BODY}
- Augusto adotta come figli Tiberio e Agrippa Postumo, per assicurare la successione.\n\n
- Tiberio adotta Germanico come erede. Compie inoltre una campagna militare per rafforzare il controllo sulle popolazioni germaniche.\n\n
- Sesto Elio Catone diventa console.\n\n
- Viene firmato un patto di non aggressione tra l'Impero Romano, rappresentato da Tiberio, e la tribù dei Cherusci, rappresentata dal loro re, Segimero. Arminio e Flavo, figli di Segimero, entrarono a dar parte dell'esercito romani come Comandante delle truppe ordinarie.\n\n
- Marco Plautio Silvano è nominato Proconsole d'Asia.\n\n
- Polianus Maradonius diventa arconte di Atene.\n\n
- Nicola di Damasco scrive il quattordicesimo volume della Storia del Mondo.\n\n
- A Roma viene pubblicata la Lex Aelia Sentia, una legge contro la liberazione degli schiavi.\n\n
- Nasce Lucio Giunio Moderato Columella, scrittore romano (morto nel 70).\n\n
- Muore Gaio Asinio Pollione, politico e oratore romano (n. 76 a.C.).\n\n
- Gaio Cesare, figlio maggiore di Marco Vipsanio Agrippa e di Giulia maggiore, figlio adottivo di Augusto (n. 20 a.C.).\n\n
- Park Hyeokgeose, sovrano coreano (n. 69 a.C.).\n\n
{04AD_TITLE}Gli eventi dell'anno

{05AD_BODY}
- Germanico, figlio di Druso maggiore, fratello dell'imperatore Tiberio sposa Agrippina maggiore..\n\n
- Roma riconosce Cunobelino, re dei Catuvellauni, come Re di Britannia.\n\n
- Gneo Cornelio Cinna Magno, Lucio Valerio Messalla Voleso (o Gaio Ateio Capitone) diventano consoli romani.\n\n
- Tiberio conquista la Germania inferiore.\n\n
- Claudia Livilla sposa Druso Minore, figlio di Tiberio.\n\n
- Polycharmus Azenius diventa Arconte di Atene.\n\n
- Restauro del Ponte Sublicio.\n\n
- A Roma viene pubblicata la Lex Valeria Cornelia, una legge riguardo la votazione nella Comitia Centuriata.\n\n
- Nasce Giulia, figlia di Druso Minore e Claudia Livilla (morta nel 43).\n\n
{05AD_TITLE}Gli eventi dell'anno

{06AD_BODY}
- La Giudea, sotto Erode il Grande, diventa una provincia romana in seguito alla deposizione di Erode Archelao.\n\n
- Insurrezione contro Roma in Pannonia e Dalmazia.\n\n
- Insurrezione contro Roma in Sardegna.\n\n
- Publio Sulpicio Quirinio diventa Governatore di Siria.\n\n
- Marco Emilio Lepido e Lucio Arrunzio diventano consoli romani.\n\n
- Genova viene ufficialmente eletta a capitale della Liguria, inquadrata come IX regio dell'Impero Romano.\n\n
- Augusto istituisce il corpo dei Vigili per assicurare la vigilanza notturna delle strade e proteggere la città dagli incendi.\n\n
- Il futuro imperatore romano Tiberio inaugura il Tempio dei Dioscuri dopo il restauro.\n\n
- Gneo Cornelio Lentulo infligge una grave sconfitta ai Getuli e per questo, in seguito, acquisirà l'epiteto di Getulico.\n\n
- Campagna di Tiberio contro i Marcomanni.\n\n
- La provincia di Sardegna e Corsica viene creata provincia imperiale.\n\n
- Nasce Nerone Cesare, futuro imperatore romano (morto nel 30).\n\n
- Muore Terenzia, fu una nobildonna romana sposata con Marco Tullio Cicerone, poi divorziata (n. 96 a.C.).\n\n
{06AD_TITLE}Gli eventi dell'anno

{07AD_BODY}
- Suddivisione amministrativa augustea dell'Italia.\n\n
- Publio Quintilio Varo diventa il vicario della Germania.\n\n
- Gli Illiri si ribellano contro Roma.\n\n
- Viene costituita la X Regio, Venetia et Histria, comprendente l'intera Italia nord-orientale fino al Golfo del Quarnero con capitale Aquileia. La città è all'epoca il quarto centro più popoloso d'Italia.\n\n
- Nasce Druso Cesare, figlio di Germanico e Agrippina maggiore (morto nel 33).\n\n
- Nasce Milonia Cesonia, futura quarta moglie dell'imperatore Caligola (morta nel 41).\n\n
{07AD_TITLE}Gli eventi dell'anno

{08AD_BODY}
- Augusto manda in esilio Ovidio, che si trasferisce a Tomi (odierna Costanza) sul mar Nero.\n\n
- Nasce Gaio Ofonio Tigellino, politico romano (morto nel 69).\n\n
- Muore Marco Valerio Messalla Corvino, generale e scrittore romano (n. 64 a.C.).\n\n
{08AD_TITLE}Gli eventi dell'anno

{09AD_BODY}
- Tre legioni di Augusto guidate dal generale Publio Quintilio Varo vengono distrutte dal traditore generale Arminio (di origini Germaniche) nella battaglia della Foresta di Teutoburgo.\n\n
- A Roma viene promulgata da Augusto la lex Papia Poppaea per frenare il diffondersi del celibato e incoraggiare la natalità.\n\n
- Tiberio sottomette definitivamente l'Illiria.\n\n
- Giulia minore viene esiliata per la relazione adulterina con Decimo Giunio Silano.\n\n
- Nasce il 17 novembre Tito Flavio Vespasiano, imperatore romano (morto nel 79).\n\n
- Publio Quintilio Varo, politico romano, morto suicida dopo la dispafatta di Teutoburgo (n. 47 a.C.).\n\n
{09AD_TITLE}Gli eventi dell'anno

{10AD_BODY}
- Nasce Publio Pomponio Secondo, politico e scrittore latino.\n\n
- Muore Didymus Chalcenterus, grammatico egiziano (n. 65 a.C.).\n\n
- Muore Didimo di Alessandria, grammatico e filologo greco antico.\n\n
- Muore Lucio Arrunzio, politico, un ammiraglio e uno storico dell'Impero Romano.\n\n
- Muore Salomè I figlia di Erode Antipatro e sorella di Erode il Grande (n. 65 a.C.).\n\n
{10AD_TITLE}Gli eventi dell'anno

ecco altri dieci anni (ho inserito le campagne in germania di Germanico in modo abbastanza complesso, se per caso non andasse bene, che ne so il gioco non le legge, o le modifico o le tolgo direttamente)

{11AD_BODY}
- Erato d'Armenia sale sul trono d'Armenia per la terza e ultima volta.\n\n
- Termina il regno di Vonone I in Partia.\n\n
{11AD_TITLE}Gli eventi dell'anno

{12AD_BODY}
- Iniziano a circolare a Roma le Fabulae che molti studiosi sono oggi propensi ad attribuire a Gaio Giulio Igino.\n\n
- La Basilica Giulia viene inaugurata al termine del restauro effettuato dopo l'incendio del 12 a.C. e dedicata ai nipoti di Augusto, Gaio e Lucio Cesare (basilica Gai et Luci).\n\n
- Termina il terzo e ultimo regno di Erato d'Armenia e Vonone I Partia diventa re d'Armenia.\n\n
- Nasce il 31 agosto Caligola, imperatore romano († 41).\n\n
- Muore Castricius, politico romano (n. 60 a.C.).\n\n
{12AD_TITLE}Gli eventi dell'anno

{13AD_BODY}
- Le forze romane, guidate da Germanico, fecero raid e devastarono i territori germanici, infliggendo sconfitte e umiliazioni ad Arminio e alle tribù.\n\n
- Il Senato romano approva un senatus consultum che riservava l'oramai ridotto vigintivirato all'ordine equestre.\n\n
- Druso minore viene nominato membro permanente comitato ristretto del Senato che Augusto aveva creato per affrontare il problemi quotidiani di questa assemblea.\n\n
{13AD_TITLE}Gli eventi dell'anno

{14AD_BODY}
- Augusto invia Caligola a raggiungere il padre (in Gallia o in Germania).\n\n
- Tiberio, imperatore romano, succede ad Augusto.\n\n
- Inizia la costruzione del ponte di Tiberio.\n\n
- Aulo Cecina Severo divenne legato di Germanico nella Germania inferior.\n\n
- Il Senato decretò l'apotesi ad Augusto.\n\n
- Inizio della Dinastia Giulio-Claudia.\n\n
- Nasce Petronio Arbitro, scrittore romano (morto nel 66).\n\n
- Muore Grazio Falisco, poeta romano (n. 43 a.C.).\n\n
- Muore Giulia maggiore, figlia di Augusto (n. 39 a.C.).\n\n
- Muore Marco Vipsanio Agrippa Postumo (n. 12 a.C.).\n\n
- Muore Gaio Giulio Cesare Ottaviano Augusto, primo imperatore romano (n. il 23 settembre 63 a.C).\n\n
{14AD_TITLE}Gli eventi dell'anno

{15AD_BODY}
- Viene fondata la città di Augusta, in Germania.\n\n
- Comincia la spedizione germanica di Germanico.
<La prima spedizione: in primavera
Tiberio al termine della prima campagna di Germanico, decise di decretargli il Trionfo, mentre ancora si combatteva la guerra. Egli aveva preparato con grande cura la nuova campagna del 15, anticipando le operazioni alla primavera, ed attaccando per primi i Catti.
Germanico sperava, prima di passare il Reno, di essere riuscito a dividere i nemici in due partiti:
-uno filo-romano, guidato dal suocero di Arminio, un certo Segeste;
-l'altro ostile a Roma, capeggiato da Arminio, che inneggiava ad una Germania libera dall'oppressore romano.
Egli divise l'esercito in due colonne:
-la prima affidata ad Aulo Cecina Severo, mosse dalla fortezza legionaria di Castra Vetera (l'odierna Xanten), al comando di vexillationes di 4 legioni della Germania inferiore (pari a circa 12/15.000 legionari), 5.000 ausiliari ed alcune schiere di alleati germani, abitanti sulla riva sinistra del Reno;
-la seconda guidata dallo stesso Germanico, mosse da Mogontiacum (l'odierna Magonza), al comando di vexillationes delle 4 legioni della Germania superiore (pari a circa 12/15.000 legionari) e di un doppio numero di alleati germani, abitanti sulla riva sinistra del Reno.
<Germanico sottomette i Catti distruggendone la capitale
Germanico procedette con l'esercito, accampandosi sulle rovine di un precedente forte, costruito dal padre Druso (nel 10-9 a.C.), che si trovava nei pressi del monte Tauno. Si trattava probabilmente del forte di Rödgen.
Lasciato Lucio Apronio a protezione della strada e dei passaggi dei fiumi, Germanico, liberatosi dei bagagli, si addentrò velocemente nel territorio dei Catti, dove compì orrende stragi di tutti coloro che per età o sesso non avevano le forze per resistere, mentre i più giovani fuggivano e si lanciavano nel fiume Adrana (l'attuale fiume Eder), sopra il quale i Romani stavano costruendo un ponte per attraversarlo.
Passati sull'altra sponda i Romani si spinsero fino alla capitale dei Catti, Mattium (nei pressi dell'attuale Niedenstein), che incendiarono e saccheggiarono.
Al termine delle operazioni tornarono al fiume Reno, senza che i nemici osassero inseguirlo tanto ne aveva devastato i territori, ora che grande era il timore nei suoi confronti.
<Cecina Severo nelle terre dei Marsi
Cecina Severo contemporaneamente riusciva, prima a dissuadere i Cherusci dall'inviare aiuti ai Catti combattendoli qua e là lungo i confini delle loro terre, in seguito batteva i Marsi che avevano osato affrontarlo.
<Germanico salva Segeste (suocero di Arminio), assediato dai suoi
Poco dopo Germanico era informato da alcuni ambasciatori inviati da Segeste (tra cui il suo stesso figlio, Segismondo), di essere assediato dal suo stesso popolo (i Cherusci), che ormai parteggiavano per Arminio, e ne richiedeva con urgenza l'intervento dei Romani. Germanico senza esitare, si precipitò a salvare il capo germano filo-romano, mettendo in fuga gli assedianti. Al termine di queste operazioni tornava sul Reno.
<La seconda spedizione: in estate
Arminio, venuto a conoscenza della resa di Segeste, ma soprattutto che sua moglie e suo figlio erano stati consegnati ai Romani, si mosse per chiedere più alleanze possibili con tutte le popolazioni germaniche confinanti (tra cui lo stesso zio, Inguiomero), e difendersi dall'invasore romano.
Germanico, preoccupato per la coalizione che si stava organizzazndo ai suoi danni, decise di dividere ancora una volta l'esercito in più colonne:
mandò Cecina, accompagnato da 40 coorti (quasi 20.000 armati, tra cui alcune unità ausiliarie), attraverso il territorio dei Bructeri fino al fiume Amisia (l'attuale Ems);
il prefetto Pedone condusse, invece, la cavalleria nel paese dei Frisoni in direzione dello stesso fiume;
egli stesso, imbarcate 4 legioni (per un totale di 20.000 legionari), le guidò verso l'estuario del fiume Amisia, così da potersi trovare tutti insieme e contemporaneamente presso detto fiume (forse in località Bentumersiel).
Una volta raggiunto il luogo d'incontro, Germanico chiese quegli aiuti che i Cauci in passato avevano promesso, inglobandone i loro armati nelle file del suo esercito. Subito dopo, inviò contro i Bructeri, un certo Lucio Stertinio, con forze armate leggere (si trattava di unita di fanteria e cavalleria ausialiarie). Quest'ultimo una volta devastati i territori di queste popolazioni, ritrovò l'insegna della XIX Legione, caduta in mano ai Germani sei anni prima, dopo il massacro delle legioni di Varo nella foresta di Teutoburgo.
Il grosso dell'esercito, intanto, procedeva devastando l'intero territorio compreso tra i fiumi Amisia (l'attuale Ems) e Lupia (l'attuale Lippe), fino a raggiungere il luogo, dove si diceva fossero ancora insepolti i resti delle legioni della disfatta di Teutoburgo.
<Sul luogo della sconfitta di Varo: nella foresta di Teutoburgo
Ottenuti questi successi, Germanico volle vedere i luoghi dove tre legioni, insieme al loro comandante Publio Quintilio Varo, erano state massacrate. Mandato in avanscoperta Cecina ad esplorare le gole tra i monti, immerse nelle foreste ed a costruire ponti e terrapieni sopra gli acquitrini di quelle zone così insidiose, avanzò egli stesso, per quei luoghi tristi al solo vederli e al ricordo di quell'infame evento. Tacito ne descive così la scena: "...nel mezzo del campo biancheggiavano le ossa ammucchiate e disperse... sparsi intorno... frammenti di armi e carcasse di cavalli e teschi conficcati sui tronchi degli alberi. Nei vicini boschi sacri si vedevano altari su cui i Germani avevano sacrificato i tribuni ed i centurioni di grado più elevato. I superstiti di quella disfatta, sfuggiti alla battaglia od alla prigionia, ricordavano che qui erano caduti i legati e là erano state strappate le Aquile; e mostravano dove Varo ricevette la prima ferita e dove si colpì a morte, suicidandosi; mostravano il rialzo da dove Arminio aveva parlato ai suoi, i numerosi patiboli preparati per i prigionieri, le fosse scavate e con quanta tracotanza Arminio avesse schernito le insegne e le Aquile imperiali..."
<All'inseguimento di Arminio
Germanico, una volta seppelliti i resti di quei corpi straziati, decise di rincorrere Arminio, il quale si era dato alla fuga in luoghi poco accessibili tra le foreste della zona dopo aver, in un primo momento, occupato un vecchio accampamento da marcia romano (forse non molto distante dal luogo della battaglia di Varo). Germanico, credendo che il capo dei Cherusci si stesse ritirando, comandò alla cavalleria di lanciarsi al suo inseguimento. Ma Arminio, con abile mossa, preparò loro un'imboscata, poiché diede prima ordine ai suoi di raccogliersi e ripiegare verso le foreste, per poi, improvvisamente, operare una conversione all'indietro, mentre una parte dei suoi uomini, che si era appostata nelle vicine foreste, attaccarono i cavalieri romani lungo i fianchi. La cavalleria romana presa dal panico, cominciò a scomporsi per la tattica inattesa, mentre Germanico inviava rapidamente alcune coorti ausiliarie, ma il loro impatto con gli squadroni di cavalleria in fuga, generò ulteriore confusione; e tutti sarebbero stati cacciati verso una palude lì vicina, ben nota ad Arminio e pericolosa per i Romani, se Germanico non avesse fatto avanzare le legioni schierate a battaglia. Seguì il panico fra i nemici, mentre i soldati romani, ora fiduciosi, ripresero a combattere con grande ardore ed alla conclusione dello scontro, non si ebbero né vincitori né vinti.
Ricondotto l'intero esercito romano all'Amisia, Germanico lo divideva nuovamente in tre colonne:
-le legioni, condotte dallo stesso Germanico, furono caricate nuovamente sulla flotta e percorsero lo stesso itinerario dell'andata, al contrario;
-parte della cavalleria ebbe l'ordine di raggiungere il Reno lungo la costa dell'Oceano;
-Cecina, alla testa delle sue 40 coorti, tornò lungo un itinerario noto, attraverso i pontes longi (si trattava di uno stretto passaggio tra foreste e vaste paludi, costruito da Domizio Enobarbo tra il 3 e l'1 a.C.).
<Il disastro scampato da Cecina presso i pontes longi:
Arminio adottò la stessa tattica adottata con Varo. Egli precedette l'esercito romano, in mezzo a questi luoghi fangosi, tra gole profonde, coperte da fitte foreste e, disponendo i suoi armati per un nuova imbostata, aspettò l'arrivo di Cecina carico di salmerie e di armi. Ma Cecina, che non era come Varo un generale sprovveduto, preoccupato di ripristinare i vecchi ponti rovinati dal tempo, pensava a come difendersi da possibili attacchi nemici, mentre ricostruiva i pontes longi. Decise, pertanto, di accamparsi sul posto, in modo che, mentre una parte dei soldati costruiva l'accampamento, altri pensassero a difendersi.
E fu così che i Germani decisero di attaccare, nella speranza di sfondare in qualche punto dello schieramento romano, per poi buttarsi sugli uomini al lavoro dell'accampamento. I Romani provarono a difenderi come poterono, poiché il terreno era instabile sotto i loro piedi e scivoloso, mentre i corpi appesantiti dalle corazze, si trovavano nell'impossibilità di calibrare i lanci in mezzo all'acqua. I Cherusci invece, che erano abituati ai combattimenti nelle paludi, lanciavano i loro lunghi giavellotti, ferendone molti da lontano, ma finalmente giunse la notte che sottrasse le legioni ad una possibile sconfitta o peggio ad un nuovo disastro.
I Germani, spinti dal successo parziale, continuarono ad organizzare durante la notte, senza riposarsi, di convogliare tutte le acque dei fiumiciattoli circostanti, nelle zone sottostanti dove si trovavano i Romani, per allagare il terreno e far crollare i terrapieni costruiti dalle legioni.
Ma Cecina, che aveva quarant'anni di onorata carriera, non si lasciò prendere dal panico e analizzate tutte le possibili mosse, decise di contrattaccare, cacciando il nemico dentro le foreste, e permettendo ai feriti a ai carriaggi della colonna di essere protetti dalle schiere romane, che andò a frapporre al nemico, disponendo le legioni in questo modo: la V Alaudae sul lato destro, la XXI Rapax su quello sinistro, la I Germanica in avanguardia e la XX Valeria Victrix come retroguardia. La notte fu difficile per i Romani poiché sentivano i barbari festosi, ormai sicuri di aver condotto le legioni in un nuovo disastro, come quello di occorso alle legioni di Varo del 9. E Tacito, che descrive gli animi dei contendenti, ci svela il sogno che avrebbe fatto quella notta Aulo Cecina Severo: "...gli parve di vedere Publio Quintilio Varo uscire dalle paludi, interamente coperto di sangue, e gli sembrò di udirlo come se lo chiamasse, egli invece non lo seguiva e spingeva lontano da sé la mano che Varo gli tendeva..."
La mattina seguente, le legioni che erano state inviate per proteggere i fianchi, per paura o indisciplina abbandonarono la posizione, per affrettarsi ad occupare la zona di terra oltre la palude. Tuttavia Arminio decise di non assalire subito. E quando vide i carriaggi impantanati nel fango o nei fossi, mentre i soldati romani procedevano in modo disordinato, diede inizio all'assalto dei Germani al grido di: «Ecco Varo e le sue legioni, dello stesso destino sono ormai presi in una morsa!»
I Germani nella foga riuscirono a spezzare la colonna romana, mirando a colpire in particolare i cavalli dal basso, i quali cadevano nel loro stesso sangue, nel fango della palude, mentre disarcionavano i loro cavalieri, o spaventati travolgevano chiunque si parasse di fronte a loro, calpestandolo. Ma il peggio doveva ancora arrivare, poiché il cavallo di Cecina fu colpito al ventre, ed una volta finito a terra travolse il suo generale. I Germani, accortosi dell'accaduto, si precipitarono nella sua direzione per circondarlo e fargli fare la stessa fine di Publio Quintilio Varo, se non fosse intervenuta la legio I Germanica (che per questo suo gesto potrebbe essersi meritata l'appellativo di Germanica).
Trascorsa l'intera giornata a combattere, le legioni riuscirono a mettere piede su un terreno aperto ed asciutto. Ed ancora una volta i legionari si apprestarono a costruire un nuovo vallo con terrapieno per la notte, anche se gran parte degli attrezzi con cui scavare era andata perduta. Mancavano tende per i soldati, medicine per i feriti, ed i soldati imprecavano a quello che poteva essere l'ultimo loro giorno di vita.
La mattina seguente i Germani decisero di attaccare l'accampamento romano, cercando di colmare il fossato intorno al vallo di recinzione con graticci e provando a sfondare la palizzata, dove erano schierati solo pochi soldati. E mentre i Germani erano intenti a scalare le difese, venne dato il segnale alle legioni, le quali con una manovra di aggiramento, colpirono alle spalle i Germani. I Romani riuscirono a volgere la battaglia a loro favore, battendosi con grande ardone e rabbia, tanto che lo stesso Arminio fu costretto ad abbandonare la scena della battaglia insieme ad Inguiomero, ferito gravemente, mentre gran parte dei suoi era massacrata dai Romani. Cecina era riuscito a battere Arminio, mettendolo in fuga, e così quella stessa notte, le legioni poterono a far ritorno negli accampamenti sulla riva destra del Reno.
Mentre questi fatti accadevano ad Aulo Cecina Severo ed al suo esercito, si era sparsa la voce che le legioni erano state accerchiate e che i Germani minacciavano di invadere le Gallie. Fortuna volle che Agrippina, moglie di Germanico, non avesse impedito la distruzione del ponte sul Reno, c'era chi era disposto a farlo. Ella, al contrario, si assunse in quei giorni i doveri di chi comanda distribuendo ai soldati feriti, vesti e medicine, per poi rendere lodi e ringraziamenti alle legioni che tornavano.
<Un altro disastro sfiorato a causa dell'alta marea:
Germanico, intanto, affidò a Publio Vitellio le legioni II Augusta e XIV Gemina con l'incarico di riportarle nei quartieri invernali via terra, per alleggerire la flotta e permetterle di navigare lungo le coste poco profonde del Mare del Nord, evitando così di arenarsi a causa del riflusso della marea. Vitellio non ebbe difficoltà nel primo tratto, su terreno asciutto o appena toccato dalla marea, ma più avanti sotto le raffiche del vento e delle maree dell'equinozio, per le quali l'Oceano s'ingrossa paurosamente e con grande rapidità, la colonna venne travolta e trascinata in mare. Le onde provocarono un grande disastro, trascinando tra i flutti animali, salmerie ed uomini. A nulla servivano, contro la furia della natura, le grida disperate e gli incitamenti reciproci dei soldati. Ogni cosa era travolta da un'inaudita violenza. Alla fine Vitellio riuscì a portare la colonna di soldati, ormai allo sbando, su una leggera altura salvandone molti. La mattina del giorno seguente, la marea si era ritirata, e poterono ricongiungersi a Germanico ed alla sua flotta, imbarcandosi anche loro e fecendo ritorno ai quartieri d'inverno.
Intanto Stertinio, inviato ad accogliere la resa di Segimero, fratello di Segeste, aveva già ricondotto lui e suo figlio nella città degli Ubi, ed a loro fu concesso il perdono, anche se il figlio di Segimero, si diceva avesse recato oltraggio alla salma di Publio Quintilio Varo.
Al termine delle operazioni militari, vennero decretate le insegne trionfali ad Aulo Cecina Severo, Lucio Apronio ed a Gaio Silio per i meriti acquisiti nelle operazioni compiute sotto il comando di Germanico.\n\n
- Nasce Tumelico, figlio di Arminio.\n\n
- Nasce il 24 settembre Vitellio, imperatore romano (morto nel 69).\n\n
- Nasce il 6 novembre Giulia Agrippina Augusta, madre dell'imperatore Nerone (morta nel 59).\n\n
{15AD_TITLE}Gli eventi dell'anno

{16AD_BODY}
- Continua la spedizione di Germanico e distrugge l'armata di Arminio, re dei Cherusci, nella battaglia di Idistaviso.
Germanico e la nuova strategia di penetrazione della Germania:
Giunta nuovamente la primavera, Germanico, che aveva riflettuto durante tutto l'inverno sulle strategie da impiegare in base ad un'attenta analisi dei successi ed insuccessi dei primi due anni di guerra, si rese conto che:
-se da una parte i Germani, erano battibili in campo aperto su terreni compatti e piani, dall'altra partivano favoriti se protetti dalle foreste, dalle paludi, dall'estate breve e dall'inverno precoce del loro paese;
-i legionari romani, invece, penavano non poco a percorrere le grandi distanze in un paese ancora selvaggio e primitivo, lungo percorsi difficili ed accidentati, allungandosi in interminabili colonne cariche di equipaggiamenti, esposti a continue imboscate ed a numerose perdite di vite umane;
-ed infine le Gallie, il cui popolo doveva sostentare con continui rifornimenti (di cibo ed armi) gli eserciti romani, erano allo stremo avendo esaurito le loro risorse di cavalli.
In base a tutte queste considerazioni, Germanico decise di modificare la sua strategia, scegliendo di avanzare in territorio nemico, via mare. L'occupazione sarebbe risultata più rapida per i Romani ed imprevista per i nemici. L'intero esercito romano, inclusi i necessari rifornimenti sarebbero giunti attraverso le foci ed i corsi dei fiumi nel cuore della Germania, con le forze pressoché intatte.
<I preparativi della flotta:
Decise di delegare a Publio Vitellio e a Gaio Anzio il censimento delle Gallie, mentre Silio, Anteio e Cecina si sarebbero occupati della costruzione della flotta composta da circa 1.000 navi, subito messe in cantiere. Furono costruite alcune, strette a poppa ed a prua, ma larghe ai fianchi, per reggere meglio le onde dell'Oceano; altre con la chiglia piatta per fare in modo che l'arenarsi, non procurasse danni; la maggior parte con timoni alle due estremità, in modo che potessero approdare da prua o da poppa indifferentemente; molte fornite di ponte per poter trasportare macchine da guerra, cavalli e carriaggi; e tutte predisposte all'uso della vela e dei remi. Il luogo dove concentrarle era l'isola dei Batavi: per i facili approdi oltre ad essere adatta all'imbarco delle truppe e alla destinazione finale.
<Una prima e breve spedizione al di là del Reno:
E mentre si procedeva a costruire le navi ed a raccoglierle nell'isola dei Batavi (vicino alla foce del fiume Reno), Germanico ordinò al legato Gaio Silio di attaccare i Catti con alcune unità di truppe ausiliarie, mentre egli stesso, alla notizia che il forte sul fiume Lupia (si trattava certamente di Aliso o Alisone, l'odierna Haltern), stava subendo un assedio, decise di guidarvi 6 legioni e di attaccare i Germani.
E mentre Silio riusciva a rapire la moglie e la figlia di Arpo, capo dei Catti, Germanico non poté battere gli assedianti di Aliso, poiché si dileguarono alla notizia del suo arrivo. Essi avevano distrutto il tumulo da poco eretto alle legioni di Varo e l'antica ara innalzata in memoria di Druso. Germanico, una volta ricostruita l'ara paterna, decise che tutte le zone comprese tra il forte d'Aliso ed il Reno, fossero protette con nuove barriere e terrapieni.
<La grande spedizione via mare:
La flotta era ormai pronta e Germanico, una volta distribuiti i viveri, le legioni e gli ausiliari sulle navi, entrò nel canale scavato dal padre, Druso (la cosiddetta «Fossa Drusi»), percorse i laghi ed un tratto dell'Oceano, raggiungendo senza intoppi la foce del fiume Amisia (probabilmente in località Bentumersiel). Lasciata la flotta sulla riva sinistra dell'Amisia, commise un primo errore, poiché avrebbe dovuto marciare sulla riva opposta, evitando così di dover costruire un ponte più oltre, dove traghettare le truppe e che richiese alcuni giorni di lavoro.
Germanico stava indicando dove tracciare il fossato del campo di marcia, quando gli riferirono che gli Angrivari avevano defezionato. Incaricò prontamente Stertinio, accompagnato da alcuni reparti di cavalleria e di truppe ausiliarie leggere, che vendicasse il tradimento e l'offesa, devastando i loro territori. Successivamente Germanico, accompagnato dall'intero esercito, marciò verso il fiume Visurgi (l'attuale Weser), dove i due eserciti si trovarono uno di fronte all'altro: i Romani sulla riva sinistra, i Germani, capeggiati da Arminio su quella destra.
<Le battaglie di Idistaviso e del Vallo angrivariano:
Così lo storico Tacito descrive il momento precedente lo scontro tra le due masse di armati: "Il fiume Visurgi divideva i Romani dai Cherusci. Sulla riva opposta si fermò Arminio con altri capi e domandò se Cesare Germanico era arrivato. Come venne a sapere che c'era, chiese di poter parlare con il fratello, il quale militava nell'esercito romano con il nome di Flavo, soldato di straordinaria fedeltà e privo di un occhio, perduto, in seguito ad una ferita pochi anni prima, sotto il comando di Tiberio. Concessagli l'autorizzazione al colloquio, Flavo avanzò salutato da Arminio, il quale, allontanata la sua scorta, chiese il ritiro dei nostri arcieri schierati lungo la riva del fiume. Dopo che questi si furono ritirari, chiese al fratello l'origine di quello sfregio sul volto. Quest'ultimo gli riferì il luogo e la battaglia. Arminio chiese ancora quale compenso avesse ricevuto. Flavo rammentò lo stipendio accresciuto, la collana, la corona e gli altri doni militari, mentre Arminio irrideva la sua servitù a Roma per quegli insignificanti e vili compensi ricevuti... continuarono a parlare, Flavo esaltando la grandezza di Roma... Arminio ricordando la religione della patria, l'antica libertà... la madre di entrambi, alleata a lui nelle preghiere, perché Flavo non volesse abbandonare parenti, amici e tutta la sua gente... e non preferisse essere traditore piuttosto che capo... A poco a poco passati ad insultarsi, poco mancò che si gettassero l'uno contro l'altro... se Stertinio non avesse trattenuto Flavo..."
Il giorno successivo i Germani si schierarono a battaglia al di là del Visurgi. Germanico, non volendo mandare le legioni allo sbaraglio, senza aver prima gettato i ponti sul fiume e disposti i relativi presidi, mandò avanti la cavalleria dividendola in due ali. La guidavano Stertinio ed Emilio (uno dei centurioni primipili), i quali scesero in campo in luoghi distanziati per dividere l'esercito nemico. La battaglia volse a favore dei Romani, grazie anche alla loro superiorità tattica di manovra, d'addestramento e di armamento. Anche se poco dopo, i Germani irritati dalla sconfitta appena subita, si riorganizzarono e radunarono nuove forze per preparare un nuovo agguato ai Romani poco lontano dalla piana di Idistaviso. Ma anche questa volta, furono pesantemente battuti dalle legioni di Germanico, in una località vicina ad un terrapieno costruito dagli Angrivari, dove Germanico, al termine di questa seconda battaglia, fece innalzare un secondo trofeo recante l'iscrizione: "L'esercito di Tiberio Cesare, vinte le popolazioni tra l'Elba e il Reno, consacrò questo monumento a Marte, a Giove e ad Augusto"
<Una tempesta disperde la flotta romana sulla via del ritorno [modifica]
L'estate stava ormai volgendo al termine, così Germanico decise di rimandare alcune legioni nei loro alloggiamenti invernali via terra, mentre la maggior parte fu condotta al fiume Amisia presso le navi lì attraccate, per intraprendere il viaggio di ritorno attraverso l'Oceano. La sfortuna volle che una terribile tempesta si abbattesse sulla flotta romana, tanto da disperdere alcune sue unità fino alle vicine isole di fronte alla costa. Molte navi, per evitare di arenarsi o di affondare, furono costrette a buttare a mare: cavalli, muli, salmerie, perfino le armi, per alleggerire le carene che imbarcavano acqua dai fianchi, mentre onde enormi si riversavano loro addosso dall'alto. La stessa trireme di Germanico approdò nella terra dei Cauci mentre quest'ultimo colto da sconforto: "Cesare, aggirandosi per tutti quei giorni e quelle notti tra scogli e promontori, gridava di essere il responsabile di un così grave disastro; a stento gli amici lo trattennero dal cercare la morte nelle stesse onde."
Alla fine una volta terminata la tempesta, alcune navi erano andate a picco, ma la maggior parte delle navi tornarono, pur se semidistrutte, con pochi remi, con vesti al posto delle vele, altre trainate dalle meno danneggiate. Alcune furono mandate in perlustrazione sulle isole, dove recuperarono numerosi dispersi. Altri furono restituiti dagli Angrivari (passati, pur se da poco, dalla parte dei Romani), che avevano riscattati dalle popolazioni dell'interno. Altri ancora si videro trascinati fino in Britannia, ma restituiti dai capi locali.
<Una nuova campagna contro Catti e Marsi:
La notizia della distruzione della flotta, spinse i Germani a sperare di ribaltare le sorti della guerra, ma Germanico decise di reprimere ogni possibile loro velleità sul nascere:
-dando ordine a Silio, di marciare contro i Catti con 30.000 fanti e 3.000 cavalieri;
-mentre egli stesso, con forze maggiori, attraversato il Reno, piombava sui Marsi, il cui capo, Mallovendo, da poco arresosi, avvertì che una seconda Aquila legionaria appartenuta a Varo, era sepolta in un bosco vicino e custodita da pochi soldati.
Entrambe le spedizioni ebbero buon esito, e Germanico, caricato dall'aver recuperato la seconda Aquila legionaria, mosse con grande rapidità verso l'interno devastando i territori nemici e battendo chiunque osasse affrontarlo, tanto che Tacito racconta: "(I Germani) Andavano dicendo che i Romani erano invitti, e che nessuna sciagura poteva piegarli, poiché distrutta la flotta, perdute le armi, coperte le spiagge coperte di carcasse di cavalli e di cadaveri, erano tornati ad assalire con lo stesso indomito valore e fierezza, quasi che si fossero persino moltiplicati in numero. La campagna di quest'anno si concluse con una nuova incursione nella regione dei Catti e dei Marsi, i quali però, all'apparire delle legioni, si dispersero nelle foreste."
Al termine delle operazioni le legioni furono ricondotte nei quartieri invernali, lieti di aver compensato le perdite in mare con gli ultimi successi. La campagna in Germania poteva dirsi conclusa.\n\n
{16AD_TITLE}Gli eventi dell'anno

{17AD_BODY}
- A Roma viene celebrato il trionfo di Germanico e sua successiva campagna in Oriente.\n\n
- Seiano diventa prefetto dei pretoriani di Tiberio.\n\n
- Tito Livio pubblica Ab Urbe condita libri, opera storiografica latina.\n\n
- In Germania scoppia la guerra civile (terminerà nel 19).\n\n
- In Numidia scoppia la rivolta contro la dominazione romana (terminerà nel 24).\n\n
- La Cappadocia diviene provincia romana.\n\n
- In Anatolia un terremoto distrugge diverse città, tra cui Sardi.\n\n
- In Siria accadono rivolte contro la pressione fiscale.\n\n
- Muore Tito Livio, storico romano (n. 59 a.C.).\n\n
{17AD_TITLE}Gli eventi dell'anno

{18AD_BODY}
- Artaxias III succede a Vonone I sul trono di Armenia.\n\n
- Nasce il 16 settembre Drusilla, figlia di Germanico e di Agrippina maggiore (morta nel 38).\n\n
- Muore Erode Archelao, re di Giudea dal 4 a.C. al 6 d.C. (n. 23 a.C.).\n\n
- Muore Publio Ovidio Nasone, poeta romano (n. 43 a.C.).\n\n
{18AD_TITLE}Gli eventi dell'anno

{19AD_BODY}
- Vannio sale sul trono di Marcomanni e Quadi.\n\n
- Giuba II associa al trono di Mauretania il figlio Tolomeo.\n\n
- A Roma viene costruito l'arco di Germanico, in onore di Gaio Giulio Cesare Claudiano Germanico.\n\n
- Nasce Tiberio Gemello, di Druso Cesare (morto nel 38).\n\n
- Muore Gneo Calpurnio Pisone, generale e politico romano.\n\n
- Muore Fenestella, storico romano.\n\n
- Muore il 10 ottobre Gaio Giulio Cesare Claudiano Germanico, generale romano, cadde gravemente malato ad Antiochia, dopo aver maturato il convincimento di essere stato avvelenato per ordine di Pisone. Poco prima di morire affidò alla moglie Agrippina, il compito di vendicare il suo assassinio, punendo il presunto mandante che venne processato e si tolse la vita poco prima del verdetto. (n. 15 a.C.).\n\n
{19AD_TITLE}Gli eventi dell'anno

{20AD_BODY}
- Servio Sulpicio Galba, futuro imperatore romano, diventa pretore.\n\n
- Marco Valerio Messalla Messallino diventa console.\n\n
- Nasce Pomponia Grecina, matrona romana (morta nel 100).\n\n
- Nasce Marco Valerio Probo, grammatico romano (morto nel 105).\n\n
- Nasce Tiberio Claudio Balbillo, astrologo greco antico (morto nel 79).\n\n
- Muore Vipsania Agrippina, prima sposa di Tiberio, poi divorziata (n. 36 a.C.).\n\n
{20AD_TITLE}Gli eventi dell'anno
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