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L'Egitto e la sua ascesa

Ultimo Aggiornamento: 16/02/2011 11:54
26/01/2011 14:42
 
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Dopo lunghe ricerche sono finalmente giunto nella libreria che lo studioso di storia orientale mi aveva indicato. Tra gli scaffali polverosi ho individuato i volumi che cercavo da tempo. Sono li, di fronte a me, mi mostrano il dorso finemente lavorato. Mi aspettano ore di lettura e ricerca. Ma ciò non mi spaventa, ho un lavoro da portare a termine e un libro da mandare in stampa.
Mi accomodo e apro il primo libro.




Cap.1
La dinastia Fatimide



Correva l’anno 1159 e la dinastia Fatimide dopo aver preso il castello di Baqra iniziò a mettere la basi per un’economia fiorente.
L’anno prima l’Imam al-Fa’iz bi’Ahkami e il fratello Wali l’-ahd al-‘ Adib bi’Ahkami prendono il castello pianificando bene l’assedio e sperando in una rapida presa dello stesso.




Alcune spie erano state fatte introdurre nel castello, sia per cercare informazioni precise sulla guarnigione sia per sperare di corrompere le guardie delle porte e far entrare Imam ed erede prendendo la guarnigione alla sprovvista. Proprio per evitare che i due eserciti, composti da lancieri, arcieri e cavalleggeri, fossero avvistati nella loro lunga marcia attraverso il deserto, l’Imam pensò bene di imbarcare gli eserciti su una flottiglia di sambuchi mercantili. La flotta fece vela verso il castello e in poche settimane arrivarono di fronte al piccolo porto su cui si affacciava il villaggio di pescatori. L’Imam aveva pianificato tutto. Per non insospettire il re di Baqra era stata inviata una piccola barca con un emissario per negoziare un attracco sicuro e avviare scambi commerciali. Il re accetò senza esitare perché un tale accordo era una implicita accettazione da parte dei fatimidi della supremazia su quelle terre dello stesso, ciò comportava quindi un disinteressamento degli stessi fatimidi a quel castello come era usanza in quel periodo.

Il re inorridì quando vide i 2 eserciti sbarcare e si sentì sconfitto quando, impartendo gli ordini per organizzare le difese, gli dissero che le guardie delle porte avevano disertato aprendo le porte del castello e bloccandole. Lì capì che per lui era giunta la fine.
L’erede per primo varcò le mura indifese, precipitando dentro i lancieri che si posero a formare un muro dietro il quale gli arcieri si posizionarono in attesa che la guarnigione del castello venisse a scacciare gli assedianti. Occupata la via principale stabilmente, l’erede nell’attesa che anche il fratello giungesse, posizionò i cavalleggeri nelle vie laterali.
La carica degli avversari fu vana. Le prime file furono infilzate dalle frecce, le successive dalle lance. La cavalleria intanto marciava verso la piazza sterminando gli arcieri nemici.
La vittoria giunse con la morte del re ribelle e la resa incondizionata della guarnigione.



Correva l’anno 1159 e l’Egitto iniziava a diventare un piccolo regno.






Gli anni successivi furono di sviluppo economico. Oltre l’economia, i saggi fatimidi, iniziarono a tessere una fitta rete di alleanze(ove possibile) e scambi commerciali.
Il popolo e i nobili guardavano con favore il sovrano. L’economia era fiorente, le alleanze strategiche tenevano. L’Imam giudicava pari alla vittoria in battaglia la riuscita alleanza con i crociati, sebbene comportasse 600 bisanti l’anno, il sovrano sapeva che tenersi buoni i crociati equivaleva a tenersi buona la cristianità tutta impegnata a quel tempo nell’assedio di Kortuba.






Nell’anno 1176, dopo ripetute richieste da parte di emissari alhomadi, turchi e siriani, l’Imam si decise a dichiarare eretica la Shia costringendo il popolo tutto ad abbracciare la fede sunnita. Scelta tanto ardua quanto coraggiosa, il popolo non gradì.



Pochi giorni dopo, un nobile, si proclamò re e marciò su Aswan. Aswan era una città strategica posta nella zona di confine tra i territori egiziani e le ricche terre dell’entroterra africano. Ad Aswan convergevano oltre a spezie rare, anche cammelli e l’avorio chiamato anche oro bianco.
Re Moses sapeva tutto ciò ed era deciso a fondare il suo impero con capitale proprio Aswan.
La notizia dell’assedio di Aswan cadde in un momento decisivo. Salah al-Din Ayyùb, era tornato.




Salah al-Din Ayyùb era un nobile egiziano sunnita. Il padre sapendo che in Egitto non c’erano scuole sunnite lo mandò a studiare a Damasco. Lì aveva appreso non solo la filosofia ma anche l’arte della guerra. Al servizio di Nūr al-Dīn Abū al-Qāsim Mahmūd Ibn ʿImād al-Dīn Zangī, al-Malik al-ʿĀdil, conosciuto anche come Nur ed-Din, Nur ad-Din o Nureddin ma certo ancor più noto nelle cronache latine col nome di Norandino divenne un grande comandante. Presso i crociati era conosciuto come Saladino, era temuto e rispettato.
Quando apprese dal padre morente che l’Imam era deciso ad abbracciare la fede sunnita, si congedò dai siriani e con un esercito di fedelissimi si diresse verso le terre egiziane per portare al suo popolo le conoscenze belliche acquisite dai siriani ma anche per iniziare a mettere le basi per la sua ambizione più grande.
L’Imam non vide di buon occhio quella armata che marciava verso la capitale ma mentre decideva se riunire le forze per difendere al-Qāhira o marciare in soccorso di Aswan, Salah al-Din Ayyùb in persona si presentò con le sue guardie personali davanti alle porte della capitale chiedendo di parlare con l’Imam.
Gli fu concessa udienza, il sovrano fu sorpreso di apprendere le intenzioni pacifiche di Salah al-Din Ayyùb, lo guardava con sospetto. Se avesse voluto, vista la scarsità di difese nella capitale, avrebbe potuto assediarla e prenderla senza troppo sforzo. L’Imam decise di mettere alla prova Salah al-Din Ayyùb e lo mandò a combattere Re Moses. L’Imam stesso si unì all’esercito di Salah al-Din Ayyùb perché voleva essere certo che il condottiero marciasse verso Aswan per difenderla e non per unirsi al “re”. Lasciò il fratello nella capitale dicendogli che se non fosse tornato entro 3 mesi avrebbe dovuto prendere l’esercito e marciare contro Salah al-Din.
Quando furono in vista di Aswan una staffetta consegnò all’Imam una lettera del fratello.



Impallidì il sovrano leggendo quelle parole, Salah al-Din lo notò e quando seppe dallo stesso Imam il contenuto della missiva lo spronò ad attaccare re Moses per evitare di perdere un importante insediamento. Una volta ucciso Moses sarebbero poi corsi in soccorso di Dumyat.
Il sovrano si convinse. La battaglia iniziò.
Re Moses non sapeva dell’arrivo di Salah al-Din Ayyùb e del suo esercito in Egitto. Fu preso alla sprovvista quando vide l’imponente esercito alle sue spalle e cerchò di riorganizzare nel modo migliore il suo esercito quando sentì risuonare il corni di guerra.





Salah al-Din Ayyùb e l’Imam al-Fa’iz bi’Ahkami vinsero nettamente. Salah al-Din si distinse in battaglia, da condottiero valoroso quale era, comandando personalmente più cariche di cavalleria.



Posta in sicurezza Aswan l’esercito riprese subito a marciare verso Dumyat. Le missive del fratello lo preoccupavano sempre di più. La cristianità tutta marciava verso il castello….quasi tutta. I danesi, alleati dei fatimidi, preferirono approfittare del fatto che i norvegesi marciavano verso Dumyat per attaccare le loro terre sguarnite. I crociati alleati restavano a guardare per ora. Ma fino a quando?

Correva l’anno 1178.


[Modificato da MaxDragonheart 26/01/2011 15:18]
26/01/2011 15:36
 
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Bella! Bravo!

26/01/2011 15:52
 
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Re:
L.basil, 26/01/2011 15.36:

Bella! Bravo!




Grazie [SM=g27965]
26/01/2011 15:56
 
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Ma Moses Georgios è preso da Mount&Blade! [SM=x1140520]
Comunque bella cronaca!
[Modificato da Herr Baron 26/01/2011 15:56]
26/01/2011 16:02
 
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Finalmente una cronaca fatimide, ottimo!!








26/01/2011 16:07
 
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Re:
The Housekeeper, 26/01/2011 16.02:

Finalmente una cronaca fatimide, ottimo!!



[SM=x1140522]

Herr Baron:

Ma Moses Georgios è preso da Mount&Blade!
Comunque bella cronaca!



Grazie [SM=g27965]
[Modificato da MaxDragonheart 26/01/2011 16:09]
26/01/2011 17:37
 
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That's cool [SM=x1140522]
26/01/2011 20:39
 
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Re: Re:
MaxDragonheart, 26/01/2011 16.07:



[SM=x1140522]

Herr Baron:

Ma Moses Georgios è preso da Mount&Blade!
Comunque bella cronaca!



Grazie [SM=g27965]



Ma è un evento che hai aggiunto tu o era già presente?
[Modificato da Herr Baron 26/01/2011 20:41]
26/01/2011 20:45
 
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Molto bella!
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postremo dicas primus taceas
parla per ultimo, zittisci per primo




26/01/2011 21:19
 
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Bravissimo!



26/01/2011 22:10
 
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Bravo molto bene [SM=g27960]
ora è la volta di creta e cipro [SM=g1598468] [SM=g1598468]




26/01/2011 23:54
 
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Re: Re: Re:
Herr Baron, 26/01/2011 20.39:



Ma è un evento che hai aggiunto tu o era già presente?



No no c'era già. Infatti è riportato pure nell'evento della comparsa di Saladino [SM=g27963]
26/01/2011 23:55
 
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Re:
Pico total war, 26/01/2011 22.10:

Bravo molto bene [SM=g27960]
ora è la volta di creta e cipro [SM=g1598468] [SM=g1598468]




[SM=x1140476] [SM=x1140476]
sempre se arrivo a superare la crociata
[SM=x1140476] [SM=x1140476]
28/01/2011 17:18
 
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Ho preso appunti per il mio libro sull’Egitto medioevale. Il primo volume l’ho finito di leggere in 3 giorni. 1000 e più pagine per descrivere pochi anni in maniera molto dettagliata.
Torno a sedermi tra i banchi di quella polverosa biblioteca non prima di aver prelevato il tomo successivo.




Cap.2
La vendetta di Salah al-Din Ayyùb


L’Imam e il suo nuovo condottiero fecero una disperata marcia verso Dumyat. L’Imam sperava ardentemente che si verificassero 2 eventi:
• il sultano moresco doveva accettare l’alleanza per poter fondare le basi di un blocco islamico utile per fronteggiare le mire di conquista cristiane;
• i crociati, fino ad allora fidati alleati, dovevano restare tali e magari riuscire a dissuadere le nazioni cattoliche di marciare sul castello.

Dei due eventi solo uno si verificò:




I primi a giungere sotto le mura di Dumyat furono gli sciocchi discendeti dei re delle nevi. Pesantemente corazzati, quegli stolti morivano di stenti già prima di essere a tiro degli arceri egiziani. Le armature che indossavano erano dei forni in cui i soldati norvegesi cuocevano.
Quei pazzi osarono addirittura assediare il castello, ma l’ultimo discendente della nobile famiglia Ruzzik seppe farsi valere.
I rampolli delle famiglie nobili norvegesi perirono miseramente e i loro cadaveri , insieme a quelli dei loro stolti soldati, furono lasciati ad essiccare al sole cocente del serto lungo la strada per il porto, come monito per i futuri assedianti.




La prima ondata era stata respinta!!


Nel frattempo il popolo insoddisfatto per la condotta recente dell’Imam iniziò a ribellarsi. I rappresentanti del popolo da Wali l’-ahd al-‘ Adib bi’Ahkami, che faceva ancora le veci dell’Imam impegnato a correre in soccorso di Dumyat, pretesero la costruzione di una sede dell’assemblea. Il fratello dell’Imam fu costretto ad accettare.



La situazione era critica. Le nazioni cristiane erano oramai alle porte del castello, gli eserciti si ammassavano sotto le mura, l’inferiorità degli assediati era schiacciante.
L’Imam, contro i consigli di Salah al-Din Ayyùb, volle attaccare una armata infedele. La sortita riuscì in parte perché sebbene fossero riusciti a mettere in fuga i milanesi si trovarono circondati dalla cristianità tutta.
L’Imam volle cercare rifugio nel castello contro il consiglio di Salah al-Din Ayyùb, la sfortuna volle che i crociati arrivano per primi alle porte.
La battaglia si ebbe di li a poco.



Baldovino du Guesclin comandava l’esercito crociato. La bravura di Salah al-Din Ayyùb nel condurre gli uomini in guerra fu la salvezza per se e l’Imam, poiché fu reso necessario richiamare a difesa del castello anche la guarnigione di Al Qaihra.



La fortuna girò presto le spalle all’Imam quando si trovò circondato e fu costretto ad allontanarsi dalle mura del castello e rifugiarsi presso il forte di Tanta. Solo l’intervento dei nobili e dei loro cavalieri riuscì ad evitare che il sovrano e il suo esercito non perissero. Se così foste stato, l’Egitto sarebbe scomparso di li a poco visto che il solo esercito degno di nota era quello comandato dal sovrano.



Per ogni egiziano morto erano 10 gli infedeli a morire, ma visto lo schiacciante numero di assedianti il castello cadde. La carica dei nobili fu utile solo al sovrano, che riuscì a fuggire ad al-Iskandariyya, molti di loro perirono e anche il fratello dell’Imam rischiò la vita nell’ultima carica.
Il castello, posto da secoli a difesa della foce del Nilo cadde in mano aragonese e i vecchi alleati crociati, che bramavano il suo possesso, sfogarono la loro frustrazione sulla capitale.

_______________________________________________________________
Da qui in poi purtroppo non ci saranno più immagini...non ho capito perchè fraps non me le ha salvate, le inserirò nella prossima parte della campagna... [SM=x1140524]
________________________________________________________________


La guarnigione a difesa della capitale riuscì però a difenderla e fu con sommo piacere che l’Imam accolse la notizia della morte di Baldovino du Guesclin centrato in pieno insieme alla sua guardia da una palla di fuoco sparata da una catapulta.
<<Brucino gli infedeli!!>> Esclamò.

Salah al-Din Ayyùb guardava i giorni passare senza che la cattura di Dumyat fosse vendicata. L’Imam sembrava essersi rassegnato all’inevitabile constatando anche il fatto che le armate infedeli marciavano alla volta della capitale che oramai contava una piccola e stanca guarnigione.
Il genio militare di Salah al-Din Ayyùb ideò un piano tanto ardito quanto determinate se fosse stato portato a termine. La guarnigione di al-Iskandariyya fu fatta imbarcare insieme ad una catapulta e l’esercito comandato da lui e dal Califfo veleggiò verso San Giovanni d’Acri.
Le spie avevano riferito che la fortezza era miseramente presidiata, il piano era di raderla al suolo e offrirla ai crociati per una tregua. Quei 10 anni di tranquillità avrebbero forse ristabilito gli equilibri e portato l’Egitto ad essere di nuovo una forza da temere.
Acri cadde miseramente, il bottino dovuto al saccheggio fu subito imbarcato per al-Iskandariyya. Quando l’esercito stava per imbarcarsi per tornare a casa una spia riferì a Salah al-Din Ayyùb che Tripoli, presidiata dal più blasfemo tra gli infedeli, Rinaldo di Châtillon, sarebbe stata una facile preda poiché il grosso dell’esercito infedele era diretto ad Antiochia presa da Nur ad-Din. La vendetta di Salah al-Din Ayyùb fu implacabile. Le porte della città furono scardinate. I soldati saccheggiarono e massacrarono per tutto il giorno e fu lo stesso Salah al-Din Ayyùb ad uccidere Rinaldo, decapitandolo.
I crociati si videro presi su due fronti e il loro lebbroso re si vide costretto a fare un passo indietro accettando una tregua con il califfato in cambio di Acri. Salah al-Din Ayyùb voleva che quel lebbroso si inginocchiasse e giurasse fedeltà come vassallo al Califfo ma stranamente l’Imam si accordò con il re infedele per una alleanza in cambio di Tripoli che fu prima depredata di ogni suo bene.

La vendetta fu totale e inaspettatamente fruttuosa.
Correva l’anno 1180.
[Modificato da MaxDragonheart 01/02/2011 16:15]
01/02/2011 17:31
 
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Ottima cronaca.


E ottima scelta di caratteri [SM=g27960]
01/02/2011 19:44
 
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Eazy_E, 01/02/2011 17.31:

Ottima cronaca.


E ottima scelta di caratteri [SM=g27960]




Grazie [SM=g27964]
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[SM=x1140522] gran bella cronaca!








01/02/2011 20:06
 
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Bella cronaca continua così!!!

01/02/2011 20:13
 
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Con tutte queste AAR non ho la minima idea sulla fazione da scegliere nella 6.2.... [SM=x1140476]
[Modificato da Tomas Torquemada 01/02/2011 20:13]
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