I cittadini romani avevano diritto di voto, ovunque abitassero, i cittadini delle province, quindi stranieri conquistati, no. Se un Romano abita ad Atene ha diritto di voto, un Ateniese no. Ovviamente ogni provinciale votava per l'amministrazione locale, un Ateniese eleggeva i propri arconti ad Atene ma non aveva alcun diritto a Roma. Poi c'erano quelli che avevano cittadinanza latina, per così dire, ossia le popolazioni latine alleate di Roma, che avevano alcuni diritti ma non la piena cittadinanza, ma questo è un altro discorso. Le province non influiscono sulle scelte di Roma, per contare qualcosa devono avere un patrono romano (tipo i Siciliani che si rivolgono a Cicerone per avere giustizia contro Verre, da soli non farebbero nulla).
Poi c'è anche il caso di città libere, ossia sorgenti all'interno dei confini romani ma non sottoposte a governo romano, magari perché hanno un foedus aequum, queste sono indipendenti, non pagano le tasse a Roma, non ricevono governatori ma sono alleate (ovviamente hanno in comune la difesa, non possono dichiarare guerra autonomamente, ma per il resto sono libere).
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"Odiare i mascalzoni è cosa nobile" (Quintiliano)
"Ingiuriare i mascalzoni con la satira è cosa nobile, a ben vedere significa onorare gli onesti" (Aristofane)