28/08/2013 18:53 |
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| | | OFFLINE | Post: 817 | Registrato il: 27/08/2011
| Barone | |
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C'è solo un banale problema di fisica perchè il cavallo non si ferma di botto in 10 centimetri di spazio. Quella roba tipo l'inerzia.
Quindi, se l'asta del cavaliere era lunga tre metri, tolta l'impugnatura e la parte che arriva al muso del cavallo (diciamo un metro e mezzo se non di più), resta che il cavallo era ancora in velocità massima a meno di 150 cm dal primo fante.
450 kg di cavallo + 100 kg di fante entrambi a 45 km/h più o meno che pigliano una massa immobile di un centinaio di kg di fante con relativa armatura.
Quindi, lo scarto avveniva all'interno almeno del primo rango, se non anche del secondo. Ora prova ad immaginarti la scena sul primo rango con diciamo una trentina di cavalli che spaccano la prima fila, scartano imponendo una spinta laterale col corpo al secondo rango sbilanciando i fanti del secondo rango che "volano" sul terzo rango e l'effetto a catena e ti sei fatto un'idea di cosa potesse essere.
Sempre che, ovviamente, la linea tenesse compatta. Se si apriva addio.
Ora ti è più chiaro il motivo per cui le picche furono il vero trucco anti cavalleria? Per il banale motivo che imponevano l'arresto al cavallo non sulla prima fila, ma almeno a 4/5 metri di distanza causando una decelerazione fortissima molto prima del punto di contatto con la prima linea.
Facile come bere un bicchiere d'acqua. |
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