Medieval 2 Total War
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Ultimo Aggiornamento: 20/10/2013 16:49
06/09/2008 02:10
 
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Riporto la situazione storica delle due guerre civili nei Regni di Castiglia e Aragona al momento del matrimonio tra Isabella e Ferdinando.

GUERRA CIVILE CATALANA

Nel 1452 il principe Giovanni d'Aragona vinceva la battaglia di Aibar, contro il figlio (fratellastro di Ferdinando), Carlo di Viana, a cui aveva usurpato il trono di Navarra, obbligandolo ad andare in in esilio a Napoli, dallo zio e fratello di Giovanni, il re della corona d'Aragona e di Napoli, Alfonso V.

Morto Alfonso V, nel 1458, Giovanni divenne Giovanni II, re della corona d'Aragona, mentre Carlo, riappacificato col padre, rientrò in Navarra, dove, appena rientrato (1459), intavolò trattative per unirsi in matrimonio con la sorellastra del re di Castiglia, Enrico l'Impotente, Isabella di Castiglia; ma Giovanni e soprattutto la matrigna, Giovanna Enriquez, si opposero perché nelle loro intenzioni Isabella avrebbe dovuto sposare il loro figlio Ferdinando, di sette anni. Carlo, nel 1460, fu arrestato e tenuto in prigione finché le cortes catalane si riunirono il 25 febbraio del 1461 e decretarono che Giovanni dovesse liberare il figlio, cosa che fece immediatamente ed inoltre gli imposero il concordato di Villafranca, del 21 giugno 1461, in cui Carlo risultava essere il re legittimo di Navarra, il luogotenente della Catalogna ed erede della corona d'Aragona.
Carlo però, il 23 settembre di quello stesso anno, morì, circa tre mesi dopo avere ottenuto ciò che gli spettava. La sua morte però fu accreditata alla regina Giovanna, che lo avrebbe fatto avvelenare per agevolare suo figlio, Ferdinando, che immediatamente fu nominato luogotenente della Catalogna ed erede della corona d'Aragona.

Ferdinando e la madre, la regina, Giovanna, che si trovavano in Catalogna quando le cortes catalane dichiararono che il re e la regina non dovevano entrare in Catalogna senza il permesso delle cortes stesse, si rifugiarono nel castello di Girona. All'inizio del 1462 i realisti catalani si raccolsero in armi e il re Giovanni chiese, col trattato di Bayonne del maggio 1462, al re di Francia, Luigi XI, l'aiuto dell'esercito francese (in cambio delle contee del Rossiglione e della Cerdanya) mentre le cortes catalane o Generalitat (Diputación General) organizzavano un esercito, che si diresse su Gerona dove si trovava la regina Giovanna, che assediata nella città, la difese, assieme ai suoi sostenitori molto energicamente e coraggiosamente da permettere l'intervento del re, Giovanni con l'esercito che obbligò i catalani a togliere l'assedio.

Mentre il re Giovanni organizzava il suo esercito composto da aragonesi, catalani e francesi, per schiacciare la rivolta, la Generalitat (le cortes catalane) emanò un decreto che dichiarava Giovanni e la regina, Giovanna, nemici della Catalogna e nel frattempo, per sostituire Giovanni, cercava un sovrano, a cui offrire la corona del regno di Aragona, tra i discendenti degli aspiranti alla corona d'Aragona, vacante alla morte del re Martino I di Aragona, nel 1410, che poi fu deciso da un arbitrato, che portò al Compromesso di Caspe, del 1412. La Generalitat offrì il trono prima (1462) al re di Castiglia, Enrico IV, poi (1463) al conestabile del Portogallo, Pietro ed infine (1466) al conte di Provenza, Renato d'Angiò, e la guerra si protrasse per dieci anni sino al 1472.


GUERRA CIVILE CASTIGLIANA

Nel 1455 Enrico IV si sposò (in seconde nozze) con Giovanna del Portogallo, figlia del re del Portogallo Edoardo e di Eleonora d'Aragona (figlia del re d'Aragona Ferdinando I e di Eleonora d'Alburquerque). Da questa unione, nel 1462, nacque finalmente il legittimo erede al trono, una figlia: Giovanna.

Una parte di nobili della corte che già chiamava il principe delle Asturie Alfonso XII, sfruttando molto abilmente la voce che Enrico IV fosse impotente, aveva messo in giro la diceria, molto probabilmente inventata, che la figlia di Giovanna del Portogallo fosse figlia non di Enrico IV, ma di uno dei migliori amici di Enrico, Beltrán de la Cueva, che in quegli anni aveva fatto una rapida carriera alla corte castigliana e, da allora, le fazioni contrarie al re Enrico IV cominciarono a denominare la figlia Giovanna, a cui il padre aveva dato il titolo di principessa della Asturie, col soprannome Beltraneja.

Quando suo fratello Alfonso morì improvvisamente il 5 luglio del 1468 per cause sconosciute, Isabella venne designata erede al trono di Castiglia da Enrico IV in un trattato (Tratado de los Toros de Guisando) nel quale Isabella aveva accettato la clausola che avrebbe sposato il re del Portogallo Alfonso V, mentre Enrico di fatto riconosceva l'illegittimità della figlia Giovanna.

Però i pretendenti alla mano di Isabella erano due: oltre ad Alfonso V vi era il cugino di Isabella Ferdinando, unico figlio maschio del re di Navarra e re della corona d'Aragona Giovanni II.
Le preferenze di Isabella andavano al secondo, così il 19 ottobre 1469, senza l'approvazione del fratellastro Enrico IV, Isabella e Ferdinando si sposarono segretamente.

Irritato dal fatto che il matrimonio venne celebrato senza il suo assenso, Enrico IV diseredò Isabella e giurò pubblicamente, assieme alla moglie, che Giovanna la Beltraneja era sua figlia legittima e la proclamò erede al trono, con la Cerimonia de la Val de Lozoya, un prato vicino a Buitrago.

Questa decisione diede origine a una serie di conflitti tra coloro che sostenevano Giovanna e tra coloro che sostenevano Isabella. Alla morte improvvisa di Enrico IV si scatenò tra questi due partiti una vera e propria guerra di successione, finché Isabella il 13 dicembre 1474 fu proclamata regina di Castiglia e Ferdinando divenne re consorte con il nome di Ferdinando V di Castiglia, mentre la Beltraneja, che ugualmente reclamava la corona, era stata promessa ad Alfonso V del Portogallo.

Immediatamente, il re del Portogallo, dichiarato re di Castiglia e León dai partigiani della moglie nonostante Isabella fosse già stata incoronata regina col marito, invase la Castiglia (estate del 1475), per difendere i diritti di sua moglie; lo scontro decisivo avvenne nei pressi di Toro, la città in cui si era insediata e dove teneva la corte Giovanna la Beltraneja.
Ferdinando aveva a disposizione un misero esercito che però la moglie riuscì ad aumentare, ottenendo aiuto dai nobili, dai conventi e dalle abbazie ed il 1° marzo 1476, nella battaglia di Toro, Ferdinando, comandante dell'esercito castigliano, mise in fuga Alfonso, che vedendo i suoi sostenitori in Castiglia diminuire si ritirò in Portogallo con la moglie, scortata dal figliastro Giovanni, erede al trono del Portogallo.

La pace fu siglata ad Alcáçovas (Viana do Alentejo), il 4 settembre del 1479[3], dal figlio Giovanni, in quanto Alfonso V si era da tempo ritirato nel convento di Varatojo a Torres Vedras dove morì nel 1481, e alla sua morte anche Giovanna si ritirò in convento a Coimbra dove morì nel 1530.
Il trattato venne controfirmato a Toledo nel marzo del 1480 da Isabella e Ferdinando.

SALITA AL TRONO DEI REGNI DI CASTIGLIA E ARAGONA

L'insediamento sul trono di Isabella era avvenuto il 13 dicembre 1474 (due giorni dopo la morte del fratellastro Enrico) a Segovia; Ferdinando era assente, ma al suo ritorno reclamò i suoi diritti sulla corona di Castiglia e nel 1475, con il concordato di Segovia, si decideva che Isabella poteva esercitare il suo potere regale in Castiglia ma non in Aragona mentre Ferdinando, oltre ad esercitare il potere regale in Aragona, per il contratto di Matrimonio (capitulaciones), in Castiglia poteva amministrare la giustizia congiuntamente o separatamente; le ordinanze reali venivano firmate da entrambi; le monete recavano insieme le due effigi ed i sigilli reali portavano le armi delle due casate; infine Ferdinando si occupava della politica estera.

Alla morte dello suocero Giovanni II di Aragona avvenuta il 20 gennaio 1479, il marito Ferdinando oltre che re di Sicilia divenne re di Aragona e, nello stesso anno, fu decretata l'unione de facto della Castiglia con la Corona d'Aragona, e fu applicato il contratto di matrimonio, per cui i due Stati, benché uniti, mantenevano governi separati.


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