Medieval 2 Total War
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Legende lusitane

Ultimo Aggiornamento: 19/09/2011 15:47
29/08/2011 19:02
 
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Principe
Fytor fu il primo re portoghese, di ascendenza castigliana, a cingere la corona di re di Spagna.
Il suo regno or si estendeva su ventotto territori e tre continenti, ma le sue disponibilità auree finirono ben presto dimezzate.
Gli insediamenti Outremer ospitavano tre eserciti al completo, in grado di prendere fra incudine e martello i Siriani ogni volta che tentavano di assediare l’una o l’altra località.
Le province a ridosso dei Pirenei richiedevano sforzi militari anche più gravosi, perché i Pisani presero a rovesciargli addosso armate su armate. Il martello che li schiacciava regolarmente contro le mura di Iruna o Saragossa era maneggiato da Soeiro di Borgogna, Gran Maestro dell’Ordine di Calatrava: questo valente condottiero introdusse l’impiego dei balestrieri montati che, contrapponendosi a quelli pisani, annullarono il vantaggio di cui inizialmente avea goduto il nemico.

Fytor alfin decise che la sicurezza dei confini meritava uno sforzo militare e finanziario ancor più deciso. Nell’anno del Signore 1245 una armata al comando di Alfonso VIII di Castiglia Maciò iniziò la marcia di avvicinamento su Tolosa per la via più diretta attraverso i valichi montani; piccole colonne indipendenti passarono per altre strade, anche nell’intento di sviare l’altrui attenzione. Lo stratagemma funzionò poco, all’arrivo di Alfonso la cittadella era gremita di difensori. Per sua fortuna, il più erano tiratori e combattenti a cavallo, il luogo mancava ancora di bastioni, e la massa di rinforzi gli garantiva una buona superiorità numerica. Attaccò da sud, e non incontrò opposizione fino al secondo cancello; lì dietro si sviluppò una mischia furibonda, che fagocitò il generale nemico ed il meglio delle contrapposte armate. Per la conquista della parte più interna dovette impegnarsi personalmente in combattimento, ma ebbe a che fare sol con quanti vi si erano rifugiati a leccarsi le ferite. Vinse al costo di 1200 caduti.

Seguì un decennio relativamente tranquillo, durante il quale si festeggiò la prima grande vittoria navale contro Pisa che, al largo della Sardegna, perse una flotta, un esercito ed il suo generale. I Pisani presero Bejaja all’Egitto, ma non riuscirono a spingersi oltre. Scomparve l’anziano Paulo de Trava. Il Principe Rui impugnò la Tizona per partire all’assalto di Perpignà, ma poi preferì cogliere più facile vittoria contro gli insorti che avevano rivendicato l’indipendenza di Ais.

Nell’anno del Signore 1256 iniziarono a serpeggiare vaghi sentimenti di ribellione al Re.
Fytor, men ricco del passato ma non sull’orlo della miseria, pensò di risollevare gli spiriti assumendosi le spese di una crociata contro Urfa; tutto andò per il verso giusto, e l’impresa fruttò anche la cattura di Homs. Per un attimo il suo prestigio tornò alle stelle, ma ormai i suoi rapporti con la nobiltà erano irrimediabilmente compromessi. Barattò l’ultima conquista con una tregua con i Bizantini, perché la sicurezza sul mare era più preziosa di quella famigerata tomba della cristianità, attese di poter accompagnare l’utima delle sue figlie al ballo delle debuttanti, e poi scomparve dalla scena combattendo contro una modesta banda di ribelli nei pressi di Salamanca.

L’incoronazione di Rui precedette di poco il matrimonio di suo figlio, Enrico il Bello, con una principessa lombarda; l’evento era scevro di particolari aspettative, salvo prole e prestigio, poiché Milano, Verona e Lugano erano occupate dai Bizantini, Asti e Genova dai Pisani. Per quanto se ne sapeva, i parenti della soave fanciulla vivacchiavano asserragliati a Thun e a Venezia. Si era saputo pure della cacciata dei Normanni dall’Italia e dalla Sicilia; i loro antichi possedimenti erano stati acquisiti al Patrimonio di San Pietro.

Nello stesso anno della sua incoronazione, il 1265, Rui dovette stracciare il secolare trattato di alleanza con i domini del Santo Padre. Tal decisione fu imposta dalla partecipazione di truppe pontificie alla crociata su Damietta, ovvero contro i preziosi alleati Egiziani. Le truppe del Papa vennero battute, il successo sarebbe arriso ai Normanni.

L’unica conquista che interessava Rui era quella cui aveva rinunciato anni prima, la città di Perpignà: le sue truppe la occuparono nel 1268, dopodichè spostò la capitale a Barcellona. Poi iniziò ad accumular bisanti a palate, grazie anche ad una rinnovata attenzione per l’operato dei mercanti.

Ormai sessantenne, il re volle partecipare ad una ricognizione dei balestrieri a cavallo nell’area in cui erano state avvistate truppe pisane in avvicinamento: i balestrieri fecero ritorno senza di lui.

Erede del giovane re Enrico fu il maturo principe Menendes, signore di Fes, già supposto erede al trono di Castiglia pria della pacifica fusione fra i due regni. Quest’uomo di modesto casato, che i casi della vita si ostinavano ad accostare al trono, accolse cotanto onore con relativa indifferenza. Ma fu ben lieto di sfruttare un privilegio riservato ai potenti, accogliendo nel proprio talamo una giovane principessa normanna reduce da un pellegrinaggio a Gerusalemme.




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