Il Re d'Aragona non ha mai dubitato di agire nel rispetto e oltre i dettami dei consuetudini tra Signori, e le parole dell'Imperatore, , illustre per nobiltà, glielo confermano.
Riconoscendo le maniere dell'Imperatore come consone ai rapporti diplomatici, e volendo dimostrare la propria buona fede, accorda un alleggerimento delle truppe di confine di un terzo esatto. Queste sono già in viaggio per la capitale.
Ad ogni modo, il Re non considera questo atto come corrispettivo (corrispettivo di un'offesa?), ma come personale dono all'Imperatore.
Ancora però aspetta le parole del mercante pisano, il cui silenzio sembra purtroppo carico di significato. Raimondo Berengario tiene ferma la propria proposta di conciliazione, nonostante tutti questi affronti, ma, ovviamente, la disponibilità del Re non dura in eterno.