Nobile Sovrano, ci scusiamo profondamente per il nostro prolungato silenzio, ma, come menzionato precedentemente, siamo stati impossibilitati a occuparci della gestione del nostro regno.
(l'ultimo turno me lo ha giocato Dank fai un po tu...).
Vi ringraziamo del vostro gesto distensivo e vogliamo assicurare che lo spostamento di truppe che c'è stato (o perlomeno immagino ci sia stato...) verso Genova e Asti è dovuto solamente al fatto che non avevamo avuto modo di sapere delle vostre decisioni (non avevo davvero visto questo post), altrimenti non avremmo agito così. Appena ne avremo modo allontaneremo immediatamente le truppe dal confine.
Venendo infine alla vostra proposta di conciliazione, siamo disposti a riconoscervi un risarcimento, ma riteniamo la vostra richiesta troppo esosa.
Vi proponiamo pertanto il pagamento di 2000 bisanti e il libero accesso su una risorsa commerciale rimasta libera ad un vostro mercante.
Attendiamo una vostra risposta.
In fede,
Prior Maior Roberto della Gherardesca
ndrgemm, 01/06/2013 16:23:
Il Re d'Aragona non ha mai dubitato di agire nel rispetto e oltre i dettami dei consuetudini tra Signori, e le parole dell'Imperatore, , illustre per nobiltà, glielo confermano.
Riconoscendo le maniere dell'Imperatore come consone ai rapporti diplomatici, e volendo dimostrare la propria buona fede, accorda un alleggerimento delle truppe di confine di un terzo esatto. Queste sono già in viaggio per la capitale.
Ad ogni modo, il Re non considera questo atto come corrispettivo (corrispettivo di un'offesa?), ma come personale dono all'Imperatore.
Ancora però aspetta le parole del mercante pisano, il cui silenzio sembra purtroppo carico di significato. Raimondo Berengario tiene ferma la propria proposta di conciliazione, nonostante tutti questi affronti, ma, ovviamente, la disponibilità del Re non dura in eterno.