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Proselitismo Islam

Ultimo Aggiornamento: 08/01/2012 13:06
03/07/2010 22:32
 
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Re:
Mulkarn, 03/07/2010 22.28:

Nel caso poi della giustificazione per fede o grazia di Martin Lutero... come si fa a trovarla giusta? Voglio dire... se la fede è un dono di Dio attraverso il quale si è salvati... questo significa che è Dio che salva, e che non vi è scelta (e quindi responsabilità) personale...

Voglio dire, se non ho fede non posso mica crederci, no? Non posso mica fingere di credere... se non ci credo, se la mia ragione non mi permette di credere... io non posso farci nulla, mi dispiace. E non mi sembra nemmeno di compiere un imperdonabile crimine... Voglio dire... forse voi sentite tutta quanta la presenza di Dio... Io no, trovo che questo universo sia assai poco poetico, romantico e bello... non ci vedo l'opera di un artista superiore... Posso al massimo ipotizzare una intelligenza superiore latente ma non onnipotente (potremmo forse essere proprio noi esseri umani il suo tentativo di interagire nell'universo per dargli ordine)... ma non riesco a credere nel classico Dio-persona... E non mi sento un "peccatore" a causa di ciò... Non sono per forza per questa mancanza di fede cieca una persona cattiva, no? Magari non ho il dono della fede, ma credo di non aver mai fatto male a nessuno a causa di ciò.

Credere in una simile teoria significa credere in un Dio che alcuni ha voglia di salvarli facendogli dono della fede, altri invece bruceranno all'inferno perchè non gli ha fatto questo dono...
Diventa tutta una questione di predestinazione, quindi un'ingiustizia di colossali dimensioni...

L'idea di Martin Lutero mi sconvolge ancora di più perchè usa gli strumenti del ragionamento... non è un cieco accettare la cosa senza pensarci... è un consapevole ragionarci con la propria testa e... trovarlo anche razionalmente giusto (un brivido lungo la mia schiena... brrrrr)





Appunto è questa la predestinazione agostiniana di cui lutero si è approrpiato e che io non riesco a concepire (non come credente, perchè non credo, ma come semplice "filosofo", se mi passate il termine)...
Mulkarn le ie idee sono estremamente simili (anzi uguali [SM=x1140440] ) alle tue...


03/07/2010 23:20
 
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In realtà Lutero prende solo a prestito distorcendola completamente l'idea di Grazia agostiniana.
La Grazia, per semplificare, consiste in una preferenza che Dio ha nei confronti di alcuni uomini che Egli chiama a conoscerLo più a fondo degli altri, senza togliere comunque la possibilità a chiunque di essere salvato. Che ogni cosa sia Grazia, anche il fatto di credere, non prescinde tuttavia dalla libertà umana, che anzi riveste un ruolo fondamentale (ricordate Spiderman? "A grandi poteri corrispondono grandi responsabilità!"). In tutto ciò si inserisce il legame profondo tra fede e ragione (non c'è nessuna separazione nel cristianesimo, questa dicotomia è stata portata avanti dall'Illuminismo per screditare la religione).
Nel luteranesimo (così come nella stragrande maggioranza delle sette protestanti) invece la libertà dell'uomo è annullata, per salvarsi basta avere la fortuna di avere scelto la religione giusta e di seguire tutte le regole: in pratica l'esaltazione del moralismo (si veda la radice culturale anglo-americana), comune anche all'islam.
[Modificato da Il Cavaliere Verde 03/07/2010 23:21]
.




"Lasciate che i miei eserciti siano le rocce, gli alberi e i pennuti nel cielo", Carlo Magno
04/07/2010 00:51
 
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La dicotomia non c'è perchè la fede è la ragione. E Benedetto XVI segue questa tendenza tomista. Gli illuministi non criticavano a torto: non potevano concepire (come non la si concepisce oggi) questa identità fra la fede e la ragione.


04/07/2010 01:14
 
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Re: Re:
ironman1989., 03/07/2010 22.32:




Appunto è questa la predestinazione agostiniana di cui lutero si è approrpiato e che io non riesco a concepire (non come credente, perchè non credo, ma come semplice "filosofo", se mi passate il termine)...
Mulkarn le ie idee sono estremamente simili (anzi uguali [SM=x1140440] ) alle tue...



Già [SM=g27964]

Comunque non vorrei che il povero Agostino abbia per sbaglio derivato alcune delle sue idee da un (probabile) fraintendimento del pensiero manicheo al quale aderì per un certo periodo...

Il manicheismo, come tutte le religioni di derivazione gnostica, crede nella divisione dell'umanità in tre categorie:

-ilici
-psichici
-pneumatici (sono quelli che vanno meglio in autostrada)

I primi sono spiritualmente ancora immaturi, e nella loro vita probabilmente non riusciranno mai ad avere una comprensione spirituale delle cose... sono coloro che vivono per mangiare invece di mangiare per vivere... gente poco avezza al pensare profondamente alle cose... la massima espressione di spiritualità che riescono a raggiungere è la fede cieca in qualche credo o ideologia, probabilmente ereditata passivamente dai genitori e dagli antenati... è l'uomo che agisce senza chiedersi molto del perchè delle cose... Spesso hanno una struttura mentale molto rigida, e tendono a diventare aggressivi o ad irritarsi quando qualcuno minaccia la tranquillità e la sicurezza delle loro convinzioni. Gli ilici vengono definiti persone che senza molto pensarci e rifletterci conducono il loro passo dalla culla alla bara... dal legno della culla al legno della bara...

I secondi (che sono la maggioranza del genere umano) hanno capacità intermedie... sono più vispi, intelligenti e curiosi degli ilici... di fatto scrivono la vita con le proprie mani e si chiedono molto più a fondo il motivo delle cose... la loro spiritualità è intermedia tra quella di un ilico e quella di un pneumatico... di fatto uno psichico è suscettibile alla possibilità di diventare un pneumatico...

I terzi, coloro che sono "morsi dalla serpe dell'inquietudine interiore" sono spiritualmente desti, la loro spiritualità è molto elevata ed evoluta... sono persone con una grande intuizione delle cose, e molto acuti del ragionare e pensare profondamente... mentalmente sono molto aperti e di buon senso umano. Un manicheo definirebbe pneumatici personaggi come un Gesù, Socrate, Gautama Siddharta, Gandhi, Einstein...

Solo un pneumatico può giungere -se ci riesce- all'illuminazione e ascendere ad uno stato di coscienza superiore in vita e anche dopo la morte...

Se questo viene male interpretato, ne nasce una dottrina della predestinazione...
Abbiamo infatti alcuni predestinati (i pneumatici) che si "salvano" e dei poveri disgraziati predestinati a non elevarsi...

Tuttavia nel manicheismo si può cadere in questo sbaglio di interpretazione soltanto se si esclude uno dei suoi elementi fondamentali, che è il reincarnazionismo... tutte le dottrine di derivazione gnostica credono nella reincarnazione, come i buddhisti... Quindi colui che giunge all'illuminazione spirituale ascende ad un livello più evoluto di esistenza... chi non vi riesce, è "bocciato" dalla propria ancora acerba immaturità spirituale e rinascerà in un mondo corrispondente al suo grado evolutivo, come appunto questo mondo... Ne deriva quindi il fatto abbastanza ovvio che il pneumatico di oggi non è altro che l'ilico di ieri... e che l'ilico di oggi sarà prima o poi il pneumatico di domani (quindi il pneumatico ha anche poco motivo di tirarsela... ci arrivano tutti prima o poi, tutti prima o poi crescono e si evolvono... il bambino prima o poi è "predestinato" a diventare adulto e più intelligente... e prima o poi capiterà, a fronte di un infinito numero di incarnazioni per riuscirci)... la predestinazione manichea è una "predestinazione evolutiva", e si è "predestinati" allo stesso modo di come un bambino è "predestinato" a perdere i propri denti da latte o di come noi tutti siamo "predestinati" ad invecchiare od ad evere i capelli bianchi... (potremmo anche chiamarla predestinazione del "ma tante grazie al cazzo, è abbastanza ovvio") Non vi sono concetti di "premio" o "colpa" sulla base della fede o dell'intelligenza... solo semplice evoluzione e maturazione spirituale... "alla fine arriviano tutti al SI"...



Sant'Agostino in seguito ripudiò il manicheismo, e temo anche che comprese assai poco del concetto di "predestinazione" manichea e del chiaroscuro dei due principi antagonistici simbolici che si compenetrano in tutte le cose ("ombra e luce sono in tutte le cose")... Di fatto il manicheismo è più facilmente comprensibile ad un orientale di quanto lo sia di solito ad un occidentale, estraneo a certi simbolismi ambivalenti (e il manicheismo è al 99% simbolico, con il restante 1% da lasciare indovinare all "uditore", perchè ogni consiglio è veleno se non viene dalla propria intelligenza)... Ma anche dopo il ripudio è possibile che alcune di queste idee (insieme anche a quelle ereditate dal neoplatonismo) abbiano contribuito alla sua visione delle cose, anche da cristiano... Agostino crede nella predestinazione alla salvezza, perchè ritiene l'uomo e la sua libertà compromessa dalla contaminazione del peccato originale (vabbè, punti di vista... secondo me è proprio il "peccato originale" che ha fatto nascere la scomoda capacità di pensare con la propria testa)... E' quindi la grazia offerta da Dio che salva l'uomo... Dio secondo Agostino offre la grazia ad alcuni, mentre gli altri sono "liberi" di essere dannati (quella che io chiamo "finta scelta"... che razza di scelta c'è nel fare la cosa giusta e andare in paradiso e nell'essere "LIBERI" di fare la cosa sbagliata ed andare all'inferno?)... Agostino poi specifica che Dio non sceglie a chi dare il dono della grazia secondo un assurdo capriccio personale... Dio offre la grazia sapendo chi può riceverla e chi (per sua natura) non è in grado di riceverla... In questo io vedo molta somiglianza tra i pneumatici e gli ilici delle dottrine gnostiche, con la differenza che, mancando la reincarnazione nel cristianesimo romano, per chi non è "maturo" non vi saranno seconde chance... egli non può "ripetere l'anno scolastico"... può solo ricevere la dannazione eterna... Penso di avere già espresso la mia perplessità circa quanto siano giuste le "dannazioni eterne"...
In questo Agostino mi delude, perchè egli è colui che platonicamente definisce il male come "assenza di bene"... esattamente come le tenebre sono assenza di luce... Quindi colui che è "tenebra" è solo colui che ancora non è "illuminato"... non vi è "male" (che è solo maya, illusione, ignoranza del bene) che non possa essere un giorno rischiarato da una luce... Se non vi è quindi "male" ontologico, che cosa cavolo c'è allora da spedire all'inferno? forse qualcuno che ha solo la colpa di non essere maturato abbastanza?
Questo io non lo capisco molto... comunque Agostino crede nella predestinazione, basta vedere anche i suoi confronti contro il pelagianesimo... o sbaglio?

[Modificato da Mulkarn 04/07/2010 01:17]
04/07/2010 01:21
 
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No non sbagli per niente. Questo pensava Agostino e questa è l'impronta del protestantesimo. Mentre nel cattolicesimo il libero arbitrio ha un ruolo importantissimo in Agostino non c'è. L'uomo, come hai detto, e a ragione, è libero di andare all'inferno (ovviamente colui che non è stato toccato dalla grazia. Agostino infatti aveva una concezione negativissima della natura umana: l'uomo è buono solo per dannarsi. E qui, proprio su questo punto, il mio vecchio prof di filosofia mi aveva detto che avrebbe agito in agostino anche il contesto storico in cui viveva: le orde vandaliche che assediavano Ippona.
[Modificato da ironman1989. 04/07/2010 01:26]


04/07/2010 01:44
 
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Re:
ironman1989., 04/07/2010 1.21:

No non sbagli per niente. Questo pensava Agostino e questa è l'impronta del protestantesimo. Mentre nel cattolicesimo il libero arbitrio ha un ruolo importantissimo in Agostino non c'è. L'uomo, come hai detto, e a ragione, è libero di andare all'inferno (ovviamente colui che non è stato toccato dalla grazia. Agostino infatti aveva una concezione negativissima della natura umana: l'uomo è buono solo per dannarsi. E qui, proprio su questo punto, il mio vecchio prof di filosofia mi aveva detto che avrebbe agito in agostino anche il contesto storico in cui viveva: le orde vandaliche che assediavano Ippona.




... e sicuramente è così, perchè le esperienze della nostra vita formano anche il nostro modo di pensare...

Un uomo che vive negli anni d'oro della filosofia greca può concepire una visione ordinata e ottimistica dell'uomo e delle sfere celesti...

Un uomo che vive sulla propria pelle per esempio l'olocausto è probabile che concepisca una visione drammatica e pessimistica dell'uomo e dell'indifferente cosmo...

Io critico del cattolicesimo soprattutto la struttura temporale della Chiesa, gli ori, le ricchezze e la compromissione con il potere (il potere temporale è come l'Unico Anello di Sauron... puoi essere l'uomo più puro del mondo, ma prima o poi finisce con il corrompere lo spirito)...
Ma l'idea dottrinaria è decisamente più realistica e razionale...
E' l'idea che l'uomo è libero, e che anche le azioni dell'uomo più insignificante possono cambiare il proprio destino e il mondo, anche un piccolo hobbit (ho usato la metafora tolkieniana di proposito, perchè Tolkien era molto cattolico, cosa che quindi si riflette nella concezione morale delle sue opere)
Se la Chiesa non fosse compromessa con il potere e con l'intromissione negli affari di politica, scienza e libero pensiero, non avrei nulla da biasimare al cattolicesimo (moderno... perchè ovviamente le colpe del passato rimangono quelle di cui si è già parlato)

[Modificato da Mulkarn 04/07/2010 01:49]
04/07/2010 07:59
 
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@ ironman: la fede è definita nel cattolicesimo come la più alta espressione della ragione. Te ne faccio un esempio banale: sarebbe ragionevole dubitare dell'esistenza dell'America solo per il fatto che non ci sei mai stato? Il 90% della nostra conoscenza si basa sulla fede ("fides" in senso latino, come fiducia) e nessuno ci fa nemmeno caso...
Per credere in questo modo, tuttavia si presuppone l'autorevolezza della fonte e la corrispondenza con ciò che dice, e in ciò sta la ragione.

@ Mulkarn: proprio perchè conosci Tolkien ti invito a non tralasciare nessun aspetto. La Compagnia era fatta da gente di grande statura morale (Aragorn, Gimli, Legolas), ma anche da traditori (Boromir) e da gente semplice (gli Hobbit), e non sono state la loro fragilità o la loro incoerenza a impedirgli di arrivare all'obiettivo.
Ciò che voglio dire è che la fragilità e l'incapacità dei singoli membri della Chiesa non potranno mai togliere il fatto che essa procede, anche se a tentoni, come un bambino guidato dalla madre, verso Cristo che opera in essa.
Nel cattolicesimo il peccato non è una condanna, ma un'opportunità perduta per il singolo. Se togli al cristianesimo la presenza contemporanea di Cristo attraverso la fragilità umana (lo scandalo di cui parlava sangiovanni) e la Misericordia di Dio, allora vedi soltanto il marciume, ma non il tesoro che sta sotto.

Detto questo, ragazzi, vi saluto per una settimana causa concorso.
A presto!
.




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04/07/2010 08:54
 
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Re:
Il Cavaliere Verde, 04/07/2010 7.59:

@ ironman: la fede è definita nel cattolicesimo come la più alta espressione della ragione. Te ne faccio un esempio banale: sarebbe ragionevole dubitare dell'esistenza dell'America solo per il fatto che non ci sei mai stato? Il 90% della nostra conoscenza si basa sulla fede ("fides" in senso latino, come fiducia) e nessuno ci fa nemmeno caso...
Per credere in questo modo, tuttavia si presuppone l'autorevolezza della fonte e la corrispondenza con ciò che dice, e in ciò sta la ragione.



Si ma a questo punto il problema è dare autorevolezza alla fonte: come fai a darla al VT e al NT se non ci credi, se appartieni a un'altra religione o sei ateo? Non lo fai.
Una frase del tipo "la fede è definita nel cattolicesimo come la più alta espressione della ragione" è valida solo per i cattolici. Dubito che Margherita Hack sarebbe d'accordo. Se venissero da me a dirmi che la ragione è la fede mi metterei a ridere, non per deridere chi la pensa così ma perchè secondo me, secondo le mie idee, che mi sono fatto nel corso della mia vita in base alle esperienze che ho fatto, non riesco a credere.
Sai alle volte invidio chi ha la fede: perchè si ha un appoggio di non poco peso che ti sostiene. Così, come faccio io, si deve essere molto più forti.


04/07/2010 10:43
 
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Una volta fecero un esperimento. Presero delle persone, alcune cattoliche altre atee ed a turno le mettevano in un macchinario che dava loro una piccola scarica elettrica, quel tanto per provare un lieve fastidio. Contemporaneamente facevano vedere alle cavie varie riproduzioni di opere d'arte famose, tra cui ritratti della Madonna. Quindi misuravano l'entità del dolore provato a cuasa della scossa; si notò che le cavie cattoliche avevano una diminuzione del dolore quando vedevano i quadri della Madonna, mentre il dolore rimaneva costante quando vedevano gli altri quadri non religiosi. Le cavie atee avevano un'intensità del dolore costante osservando qualsiasi quadro, sia religioso o meno. Questa è in piccolo una prova di cosa sia la fede.
-------------------------------------------------
"Odiare i mascalzoni è cosa nobile" (Quintiliano)

"Ingiuriare i mascalzoni con la satira è cosa nobile, a ben vedere significa onorare gli onesti" (Aristofane)
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Re:
Antioco il Grande, 04/07/2010 10.43:

Una volta fecero un esperimento. Presero delle persone, alcune cattoliche altre atee ed a turno le mettevano in un macchinario che dava loro una piccola scarica elettrica, quel tanto per provare un lieve fastidio. Contemporaneamente facevano vedere alle cavie varie riproduzioni di opere d'arte famose, tra cui ritratti della Madonna. Quindi misuravano l'entità del dolore provato a cuasa della scossa; si notò che le cavie cattoliche avevano una diminuzione del dolore quando vedevano i quadri della Madonna, mentre il dolore rimaneva costante quando vedevano gli altri quadri non religiosi. Le cavie atee avevano un'intensità del dolore costante osservando qualsiasi quadro, sia religioso o meno. Questa è in piccolo una prova di cosa sia la fede.


Esattamente, perfetta spiegazione Antioco [SM=x1140522]


04/07/2010 14:41
 
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Il pensiero agostiniano già di per se è al quanto al limite del discorso cristiano, ma in occidente è stato ancor di più distorto e manipolato, la base luterana del discorso agostiniano è inconsistente.
Per Agostino, e soprattutto per l’agostinismo, l’uomo è un “imputato” davanti a Dio e, come tale, non può fare nulla per essere assolto. Prima di Cristo l’uomo viveva nettamente separato da Dio.
Per i Padri, invece, l’uomo non è mai stato un imputato ma ha patito le conseguenze delle sue scelte. Questo fatto non ha impedito ai giusti d’essere uniti a Dio. Nessuno ha ereditato una colpa come nessuno, in verità, la eredita. Abbiamo ricevuto un corpo che è soggetto al limite della stanchezza, del declino, della fame e del dolore. Abbiamo ereditato, in ciò, una creazione indebolita dalla conseguenza della disobbedienza adamitica, partecipi degli effetti collaterali del peccato primordiale, gli esseri umani nascono spiritualmente puri, ma inevitabilmente destinati a far presto i conti col peccato, che è una sorta di "malattia genetica" dell'anima i cui sintomi iniziano a manifestarsi solo col tempo. L'essere umano, per sua natura, alla nascita non è né colpevole del peccato adamitico né totalmente incapace di accogliere Dio: semmai Dio offre a tutti indiscriminatamente la possibilità di accogliere la sua Grazia increata e farsi "guarire" da Dio.
Infatti il peccato non è come una macchia dell'anima che deve essere lavata (concetto che porta l'uomo a chiudersi in se stesso contemplando solo l'immagine di sè), ovvero come un reato da punire, quanto piuttosto, come una malattia che necessita di guarigione, una malattia che disturba il regolare rapporto con Dio, finendo per isolarlo completamente nei suoi criteri egocentrici. Lo scopo ultimo di questo processo di "guarigione" non è riconquistare il favore di Dio, quanto, piuttosto, rimettersi sulla strada che porta a Dio, riaccendere il contatto dell'uomo con Dio in vista di un suo infinito progresso spirituale in Dio (san Gregorio di Nissa).

Il vescovo d’Ippona, Aurelio Agostino, che così tanto ha influito nel pensiero occidentale nel corso dei secoli, evidentemente confessava con san Paolo la resurrezione della carne. Agostino in un primo tempo conobbe l’eresia dei manichei e un suo capo, il vescovo Fausto, contro il quale scrisse un trattato in difesa del Cristianesimo. È noto che i manichei avessero un’idea molto negativa del corpo considerandolo un male in sé. Essi evitavano accuratamente anche le relazioni sessuali. Agostino combatté i manichei ma la sua idea assai negativa della sessualità finì per allungare un’ombra anche sul senso e il valore del corpo. Ci sono delle risonanze che riportano alla memoria le credenze platoniche. Quello che si è l’insistenza sul corpo soggetto alla corruzione, mentre l’anima non pare essere luogo in cui vi può essere malattia. Essa, addirittura, sarebbe in grado di cogliere subitaneamente il concetto di “verità” ed è oscurata in questa sua capacità solo dai limiti che il corpo, con le sue pulsioni animali, le impone. La spiccata fobia per il sesso di Agostino porta a concludere che per lui l’aspetto corporeo nell’uomo è una cosa negativa in sé.
È evidente che, nonostante le molte precisazioni cristiane (come, ad esempio, quelle presenti nella polemica contro i platonici in La Città di Dio, XXII, 11), l’antropologia agostiniana alla fine subisce una pesante influenza di ordine platonico dove corpo e anima si contrappongono suggerendo che la salvezza cristiana si realizza solo con la fuga dell’anima dal corpo. Questo elemento si ripercuoterà portando ad un certo disprezzo della carne, cosa che caratterizzerà ogni ambiente cristiano che acriticamente si legherà al pensiero del vescovo ipponate esaltandone alcuni aspetti decisamente critici.

Agostino, che si muove da un pensiero piuttosto pessimistico della natura umana e del corpo in particolare, sarà un autore al quale Tommaso d’Acquino ricorrerà molto spesso. Tommaso, a sua volta, è stato per secoli il riferimento principale della teologia latina e, in parte, lo è anche oggi. La Chiesa latina non mancherà di soffermarsi sul pessimismo antropologico agostiniano finendo a volte a illustrare una visione cupa della sessualità e del corpo. Non si può dimenticare che, per una consuetudine popolare spiritualista non ancora morta, la Salvezza operata da Cristo è stata spesso trattata come una questione di “salvezza dell’anima”, non di salvezza totale: “salvatevi l’anima”, ripetevano i predicatori fino a qualche tempo fa. In questo contesto il corpo pare evidentemente secondario e non si può non ravvedere in ciò un chiaro influsso antropologico agostiniano.

Il pessimismo antropologico non mancherà d’impressionare l’animo tormentato e sensibile del monaco agostinano Lutero il quale perverrà a conclusioni ancor più estreme.

Sul versante opposto, quello del Cristianesimo orientale, la dottrina spirituale di Dionigi l'Aeropagita sarà ripresa da Massimo il Confessore ma, prima di lui, quest’impostazione caratterizzerà anche autori come Gregorio di Nissa. Questa dottrina spirituale non trascura la realtà del corpo dal momento che conformemente alla Rivelazione cristiana, Cristo assume un corpo, risorge con un corpo, ascende al cielo con un corpo. Perciò l’appartenenza del corpo all'essenza dell’uomo e alla persona stessa fu fortemente sottolineata nei primi secoli dai Padri contro lo gnosticismo e, nuovamente, nel IV e V secolo contro l’origenismo e le differenti forme con il quale il platonismo si ripresentava (tra cui il neoplatonismo). Fu infine riaffermata nel XIV secolo nel quadro della difesa della spiritualità esicasta che accordava al corpo un posto fondamentale.

Da questo quadro bisogna invece estrapolare come un caso a parte e singolare Agostino, dal momento che egli non è mai riuscito a superare completamente le posizioni dualistiche assimilate nel suo periodo pre-cristiano e il suo singolare disprezzo per la corporeità. Sulla base di ciò alcuni hanno coerentemente concluso che “così l’Occidente ricevette come cristiano un insegnamento che era in realtà pagano in molti dei suoi aspetti”



------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Κωνσταντίνος ΙΑ’ Δραγάσης Παλαιολόγος,
Xρoνoκράτoρ και Koσμoκράτoρ
Ελέω Θεού Βασιλευς και Αυτοκράτορ των Ρωμαίων.





"Ci sono quattro grandi cause per cui vale la pena di morire: la Fede, la Patria, la Famiglia ed il Basileus. Ora voi dovete essere pronti a sacrificare la propria vita per queste cose, come d'altronde anch'io sono pronto al sacrifico della mia stessa vita.
So che l'ora è giunta, che il nemico della nostra fede ci minaccia con ogni mezzo...Affido a voi, al vostro valore, questa splendida e celebre città, patria nostra, regina d'ogni altra.
Miei signori, miei fratelli, miei figli, l'ultimo onore dei Cristiani è nelle nostre mani."

"Ed allora questo principe, degno dell'immortalità, si tolse le insegne imperiali e le gettò via e, come se fosse un semplice privato, con la spada in pugno si gettò nella mischia. Mentre combatteva valorosamente per non morire invendicato, fu infine ucciso e confuse il proprio corpo regale con le rovine della città e la caduta del suo regno.
Il mio signore e imperatore, di felice memoria, il signore Costantino, cadde ucciso, mentre io mi trovavo in quel momento non vicino a lui, ma in altra parte della città, per ordine suo, per compiervi un'ispezione: ahimè ahimè!."

"La sede dell'Impero Romano è Costantinopoli e colui che è e rimane Imperatore dei Romani è anche l'Imperatore di tutta la Terra."

"Re, io mi desterò dal mio sonno marmoreo,
E dal mio sepolcro mistico io ritornerò
Per spalancare la murata porta d'Oro;
E, vittorioso sopra i Califfi e gli Zar,
Dopo averli ricacciati oltre l'Albero della Mela Rossa,
Cercherò riposo sui miei antichi confini."

"Un Costantino la fondò, un Costantino la perse ed un Costantino la riprenderà”


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Il Cavaliere Verde, 04/07/2010 7.59:

@ ironman: la fede è definita nel cattolicesimo come la più alta espressione della ragione. Te ne faccio un esempio banale: sarebbe ragionevole dubitare dell'esistenza dell'America solo per il fatto che non ci sei mai stato? Il 90% della nostra conoscenza si basa sulla fede ("fides" in senso latino, come fiducia) e nessuno ci fa nemmeno caso...
Per credere in questo modo, tuttavia si presuppone l'autorevolezza della fonte e la corrispondenza con ciò che dice, e in ciò sta la ragione.

Detto questo, ragazzi, vi saluto per una settimana causa concorso.
A presto!



Il cattolicesimo, poichè si sviluppa all'interno della tradizione occidentale di eredità romana e greca, tende all'uso della razionalità tipica dell'occidente già un poco di più rispetto ad altre religioni (sempre togliendo l'oriente, che fa di nuovo discorso a parte... dato che il concetto di fede e dogma è estraneo all'oriente)
Il cattolico (moderno... per il cristiano delle origini andrebbe fatto un discorso a parte) usa la ragione nelle premesse, ma secondo me poi forza le cose in una serie di induzioni finali che in realtà sarebbero tutt'altro che da prendere come scontate...
Inoltre l'uso della ragione da parte del cristiano è di tipo fazioso... egli non usa la propria ragione per conoscere la verità, qualunque essa sia, indagando... egli usa la propria ragione per cercare di dimostrare la "verità" dei dogmi... il filosofo cristiano che dice "credo quia absurdum" è la classica espressione del pseudo-uso della ragione, pseudo-uso che potrei quasi definire "sofistico" e mirato a raggiungere con qualsiasi mezzo la "dimostrazione" dei dogmi... Il vero uso della ragione cerca di indagare e scoprire la verità delle cose, senza preconcetti... Il cristiano invece fideisticamente crede in una determinata "verità", che cerca di dimostrare con la ragione per convincere se stesso e gli altri... Vero quindi che egli usa la ragione tipica dell'occidente, ma lo fa con uno scopo diverso... In altre parole è come se Sherlock Holmes, invece di usare la ragione per scoprire il colpevole, partisse invece da l'idea fideistica che il colpevole è il maggiordomo... e cercasse ogni motivazione razionale per dimostrarlo... Ripeto, questo è usare la ragione, ma in modo vizioso...
Il cristianesimo fin dalla sua fondazione premia colui che mette da parte la ragione per la fede... "beati coloro che crederanno pur senza avere visto" (o qualcosa di simile)... Fin dalla sua nascita il cristianesimo dei quattro vangeli (perchè per esempio il cristianesimo del vangelo di Tommaso esalta la figura di colui che cerca e trova, e non di colui che si ferma a credere senza la dimostrazione) condanna la figura dello scientifico Tommaso che vuole una prova concreta per potere credere a ciò che è impossibile, o perlomeno improbabile... mentre viene esaltata la figura di colui che crederà fiduciosamente a ciò che non è nè visto nè dimostrato nè razionale(questo si riflette per esempio nelle credenze cattoliche, come quella del pezzo di pane eucaristico che diventa fisicamente pezzo di carne di Gesù pur rimanendo chimicamente e fisicamente un semplice ed evidente pezzo di pane... chiaramente assurdo e giustificato solo con la parola "mistero")
Il fatto di non credere nell'esistenza dell'America soltanto perchè uno non ci è mai stato è un pessimo esempio (se non sbaglio il primo a formularlo fu Don Giussani)... Noi crediamo nell'esistenza dell'America perchè possiamo vederlo tramite documenti, foto, immagini, video... e dal fatto che milioni di persone ci abitano e ci mandano i loro saluti oltreoceano (altrimenti dove vanno a finire i nostri amici che ci vanno e che da lì ritornano a noi dopo mesi di permanenza, se al posto dell'America c'è solo oceano vuoto?)
Se non avessimo prove, di fatto non credere ciecamente nell'esistenza dell'America sarebbe infatti del tutto sensato, anche nel caso che a nostra insaputa essa esista... Il tuo esempio dimostra che la ragione può sbagliare (per esempio senza prove io non posso credere nell'esistenza delle Americhe, o nel fatto che ci sia un altro pianeta dopo Plutone... anche se magari in realtà queste cose ci sono davvero a mia insaputa), ma non dimostra l'inefficacia del metodo... Perchè anche ammettendo che ciò che non immaginiamo esista, questo non dimostra che esista tutto ciò che immaginiamo e in cui abbiamo "fede"... Ed è sempre più scientifico e razionale ritenere che una cosa non ci sia fino a quando non siamo in presenza di prove, piuttosto che credere che una cosa ci sia senza la presenza di prove... Infatti l'uomo davvero scientifico crede nel fatto che tutto sia possibile, ma non lo definisce come reale finchè non è dimostrato...
Quindi no, se non ci fossero prove concrete e reali dell'esistenza dell'America, io non ci crederei fideisticamente... al massimo direi che è possibile...
Infatti dell'America si sa già dai tempi di Platone (Platone quando parla di un continente ormai sprofondato nell'oceano atlantico, parla anche di un continente molto più grande al di là di esso, che si trova ancora lì)... ma ovviamente non tutti hanno razionalmente creduto nella sua esistenza non simbolica, finchè non si sono trovate le prove reali della sua concreta esistenza...
Quanti di voi hanno "fede" nel fatto che Atlantide sia veramente esistita? Suppongo pochi, sicuramente non tutti... E non è certo biasimevole ciò, perchè l'uso della ragione e del buon senso impone di non credervi ciecamente in mancanza di prove concrete... Poi magari un giorno le nostre credenze potrebbero essere smentite da prove concrete del fatto che il continente perduto sia realmente esistito... Ma anche se l'esistenza di Atlantide fosse domani dimostrata, questo non dimostrerebbe che il nostro metodo cognitivo razionale sia sbagliato... Facciano in ogni caso bene a non dare per scontata una cosa finchè non ce l'abbiamo davanti agli occhi, anche quando poi dobbiamo ricrederci...
Il cristianesimo è per forza fideistico senza uso della ragione, perchè una persona scientifica non solo prenderebbe in considerazione l'ipotesi della resurrezione di Gesù, ma anche altre ipotesi come quella del trafugamento del cadavere di Gesù ad opera di alcuni discepoli per inscenarne la resurrezione... e il principio del rasoio di Occam mi porterebbe a pensare all'ipotesi più scontata e meno paranormale...
Il cristiano non prende nemmeno in considerazione altre ipotesi, ma parte in quarta con la fede del suo credo... Vi sono milioni di possibili spiegazioni, ma il cristiano ne considera soltanto una, tra l'altro la più "magica" e incredibile (e quindi quella meno probabile... Attenzione! ho detto la meno probabile, non ho detto impossibile)
Una cosa simile è esplicata anche con la storiella della "spada nel campo di grano" trovata da Giovanna d'Arco nel film di Luc Besson... ci sono milioni di possibilità e di spiegazioni razionali riguardo ad essa (e una persona che dice di usare la propria ragione e buon senso dovrebbe prenderle in considerazione), ma l'uomo di fede ne sceglie solo una, e non sulla base di molte riflessioni razionali, tantomeno di prove pratiche...

il video è in sottotitoli inglesi, non ho trovato lo stesso pezzo in italiano...



Don Giussani definisce la ragione "un occhio aperto sulla realtà, realtà da prendere in considerazione nella totalità dei suoi fattori"

E' una definizione perfetta. Ma il cattolico non la segue davvero, perchè incanala la propria ragione in una specifica direzione, sul binario stabilito dalla sua fede... La ragione da parte del credente avrà solo quindi lo scopo di dover cercare di dimostrare a se stessi e agli altri la validità di tale percorso...
Ed è uno dei motivi per cui non definisco davvero "filosofi" i presunti filosofi della Scolastica... Essi non indagano sinceramente la realtà: sono tutti interessati soltanto a dimostrare con la ragione i dogmi della fede, induttivamente e forzatamente...
Persino il filosofo Cartesio, che parte con la più scientifica delle tabule rase e da una ricerca tramite rigoroso dubbio di tutte le cose, parte nel migliore dei modi ma approda alla fede tramite una serie di induzioni estremamente forzate...

Il vero uso della ragione è quello delle deduzioni, e non quello delle induzioni sulla base di elementi non certi...

La fede è una induzione del pensare, e può al massimo dimostrare delle probabilità, non certo delle certezze...

Ovvio poi che la fede venga applicata costantemente.... "fede" è anche il semplice dare per scontato che la mattina quando ci svegliamo troveremo le nostre pantofole dove le abbiamo lasciate il giorno prima...

Ma un conto è la "fede" razionale
E un altro è la fede religiosa...

Esattamente come la predestinazione agostiniana e la "predestinazione" evolutiva del manicheismo sono diverse tra loro...

La fede razionale è quella che osserva

1. Ho visto un cigno ed era bianco;
2. Ho visto un secondo cigno ed era bianco;
3. Ho visto un terzo cigno ed era bianco;

ecc ecc.

Conclusione 1: Il prossimo cigno che vedrò sarà probabilmente bianco.

Oppure, in forma generalizzante,

Conclusione2: Tutti i cigni sono probabilmente bianchi.

Ovviamente questo tipo di "fede" che usa l'uomo tutti i giorni va benissimo, ed è un tipo di "fede" che usa la ragione... Ma ovviamente la fede deve riconoscere i propri limiti e dire soltanto "probabilmente"... Perchè infatti per esempio egli non lo sa ancora, ma esistono anche i cigni neri in Australia. Ovviamente poi che bisogna avere "fede" in qualcosa, dare per scontata un certo tipo di realtà, perchè altrimenti sprofonderemmo nel nichilismo cognitivo e torneremmo al demone cartesiano che ci inganna in stile Matrix...

Il vero uso della ragione però deve prendere in considerazione tutte le possibilità in modo razionale... Se si prende in considerazione solo la "spada nel campo di grano" scesa divinamente dal cielo come nel video sopra, allora non si può fingere di dire che si stia usando davvero la ragione... perchè non la si sta usando per prendere in considerazione ed esaminare tutte le possibilità...

dicono "Gesù è risorto dalla tomba"

e quindi l'unica ipotesi possibile è che Gesù sia ovviamente davvero risorto dalla tomba?


Un uomo racconta di essere stato rapito dagli alieni

e quindi l'unica ipotesi possibile è che l'uomo in questione sia stato davvero rapito dagli alieni?


Credere ciecamente a qualcosa senza prendere in considerazione altre ipotesi non è un corretto uso della ragione... e nemmeno usare la ragione partendo con l'intenzione specifica di dimostrare che la propria fede è nel giusto, ovvero indagare la realtà con l'uso della ragione con un poco imparziale desiderio di dimostare di avere ragione, cosa che ovviamente va ad influenzare ogni onesto ragionamento in merito a ciò...

In merito poi appunto all "autorevolezza della fonte e la corrispondenza con ciò che dice"... precisiamo poi che, riguardo a Gesù, abbiamo ben poco di attendibile... i vangeli innanzitutto non sono documenti storici (con fatti paranormali e miracolosi e con il fatto che non sono privi di intenzioni disinteressate e propagandistiche... i vangeli sono storici al 100% quanto lo sono l'Odissea, l'Iliade o i racconti pieni di magia sulla nascita del Buddha, anche lui nato da una vergine come la maggior parte delle persone "straordinarie" del passato... sembra quasi che faccia schifo l'idea di un santo uomo nato da un normale rapporto d'amore tra un uomo e una donna)... nessun documento di un direttamente interessato cristiano è da considerarsi testimonianza storica, allo stesso modo di come non vale come testimonianza imparziale di un miracolo il racconto dell'uomo che amministra la cassa delle offerte al guru Sai Baba...
Tutti gli autori non cristiani citati dai moderni cristiani come dimostrazione storica di Gesù in realtà non testimoniano mai la sua storicità, ma testimoniano solo la presenza storica di cristiani che credono nella sua storicità, tutto qui. E' solo la parola dei cristiani che testimonia storicità e resurrezione del Cristo, tra l'altro in una miriade di varianti diverse... Alcuni vangeli addirittura non citano nemmeno la resurrezione o la nascita da una vergine...
Nessun non cristiano non solo non ci testimonia della resurrezione, ma non ci testimonia nemmeno la storicità di questo personaggio...
Quindi il paradosso è che, non solo non abbiamo prove razionali della resurrezione di Gesù, ma ad essere pignoli non abbiamo nemmeno testimonianze del fatto che Gesù sia mai esistito... E anche se io sono a favore della storicità del personaggio, per onestà intellettuale devo riconoscere che nemmeno la figura di Gesù è cosa assolutamente certa...

L'uomo razionale prende in considerazione tutte queste cose sulla base della ragione umana... Il cristiano fa uso della ragione solo dopo aver eliminato tutti i possibili usi di essa che potrebbero danneggiare le sue credenze...

Ovviamente riconosciamo al cristiano il merito di tentare di usare la ragione... altre religioni nemmeno ci provano...






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Antioco il Grande, 04/07/2010 10.43:

Una volta fecero un esperimento. Presero delle persone, alcune cattoliche altre atee ed a turno le mettevano in un macchinario che dava loro una piccola scarica elettrica, quel tanto per provare un lieve fastidio. Contemporaneamente facevano vedere alle cavie varie riproduzioni di opere d'arte famose, tra cui ritratti della Madonna. Quindi misuravano l'entità del dolore provato a cuasa della scossa; si notò che le cavie cattoliche avevano una diminuzione del dolore quando vedevano i quadri della Madonna, mentre il dolore rimaneva costante quando vedevano gli altri quadri non religiosi. Le cavie atee avevano un'intensità del dolore costante osservando qualsiasi quadro, sia religioso o meno. Questa è in piccolo una prova di cosa sia la fede.



Non voglio essere cinico e pragmatico, ma questo dimostra solo il potere della suggestione... oltrettutto è una cosa che funziona con i seguaci di qualsiasi fede e ideologia... si possono ottenere risultati simili anche con l'ipnosi... di fatto la suggestione è una forma quasi di autoipnosi, alla base anche delle pratiche di fachiri e yogi che riescono ad alterare la propria percezione della soglia del dolore...
Senza contare poi che in nome di un ideale o fede le persone diventano in grado di attingere a forze sepolte che ignorano di possedere...

Questo esperimento dimostra il potere della mente, non quello della fede...


[Modificato da Mulkarn 04/07/2010 19:48]
04/07/2010 21:47
 
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Mulkarn quoto soltanto quest'ultima riflessione che hai fatto.... perchè mi è d'avverso impossibile trovare il tempo per poter leggere tuttto il tuo post!! Come fai a scrivere tanto.. è solo un forum.. xD
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04/07/2010 21:53
 
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Re:
Bender00, 04/07/2010 21.47:

Mulkarn quoto soltanto quest'ultima riflessione che hai fatto.... perchè mi è d'avverso impossibile trovare il tempo per poter leggere tuttto il tuo post!! Come fai a scrivere tanto.. è solo un forum.. xD




[SM=x1140476]


04/07/2010 22:11
 
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Veramente dico! mi potrebbe veramente interessare seguire la discussione ma i post sono lunghissimi e sopratutto i tuoi Mulkarn...

Una riflessione banale e poco argomentata: pensavo che la maggiorparte dei "Religiosi" o "fedeli" in generale non mette in discussione il proprio pensiero, quindi tira l'acqua al proprio mulino e basta, chi non lo è (come me) accetta difficilmente le idee provenienti da questo tipo di mentalità che già per questo motivo si auto-limitano.
(ipotesi molto limitata e facilmente replicabile lo so xD)
comunque, io sono sempre ben disposto ad ascoltare tutto e tutti, per lo meno così spero di fare, però non penso si possa facilmente dire la stessa cosa di altri, che dite voi?
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04/07/2010 22:29
 
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Be sinceramente io conosco colleghi iscritti a comunione e liberazione, ortodossi, evangelici, testimoni di geova e ti posso dire che con gli ortodossi e gli evangelici parlo tranquillamente di religione senza "scannarci" anzi, vengono fuori tantissime discussioni interessante. Invece coi ciellini che conosco io già è più difficile che mettano in discussione le loro idee, mentre coi testimoni di geova non si può parlare proprio, almeno quelli che conosco io sono odiosi: pensano di possedere la verità assoluta e se ne fottono di quello che pensano gli altri. Io per loro andrò all'inferno senza possibilità di salvezza [SM=x1140411]


04/07/2010 22:43
 
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Interessante... immaginavo che il discorso non fosse così semplice. Io però già con il Sacerdote di una chiesa della mià città non ho potuto affrontare un discorso apertamente. Figuriamoci, solo quello che diceva lui, ma questo dipende da persona a persona anche.
Nei riguardi di questo argomento, e di filosogia e fede in generale diciamo, suggerisco la lettura di Siddharta di Herman Hesse, lo letto poco tempo fa, d'avvero belissimo nonche interessantissimo!
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04/07/2010 22:50
 
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Si ovviamente parlare con un sacerdote è diverso...anche se anche fra loro ci sono persone che parlano amabilmente di questi argomenti (certo sempre tirando acqua al loro mulino ma mai additandoti come l'anticristo...altri invece lo fanno tranquillamente


05/07/2010 00:07
 
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Ok che molti cattolici non si mettono in discussione, ma non pensate che state generalizzando un po'? Io ad esempio sono cattolico, ma spesso (oltre a mettere in discussione me stesso) discuto con miei compagni/e diciamo "estremisti" (ok, stando all'ultimo banco a scuola mica si possono ascoltare le lezioni :P)
Quoto iron in tutto, quando mi capita di parlare con ortodossi loro mi spiegavano tutto molto gentilmente, comprese le differenze tra le due Chiese (ero piccolo, però...) invece parlare con i testimoni di geova è impossibile...d'estate rom... passando casa per casa con i loro discorsi buoni soltanto farti perdere tempo, e con l'unico obbiettivo di dire che solo loro conoscono la verità (bè questo lo diceva anche la mia amica "estremista" cattolica...)
05/07/2010 00:19
 
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Mulkarn c'è una frase di Hobbes molto bella (e sostanzialmente vera secondo me): "Coi dogmi della fede si deve fare come con le pillole della medicina: berle senza masticare, ingoiarle subito".

Per il discorso fatto da te a fine post, posso dirti che molti studiosi attuali del cristianesimo della origini ritengono gesù un personaggio storico realmente esistito. Per quanto riguarda Giuseppe Flavio il passo, cosiddetto testimonium flavianum è questo:

"Ci fu verso questo tempo Gesù, uomo saggio, se pure bisogna chiamarlo uomo: era infatti autore di opere straordinarie, maestro di uomini che accolgono con piacere la verità, ed attirò a sé molti Giudei, e anche molti dei greci. Questi era il Cristo. E quando Pilato, per denunzia degli uomini notabili fra noi, lo punì di croce, non cessarono coloro che da principio lo avevano amato. Egli infatti apparve loro al terzo giorno nuovamente vivo, avendo già annunziato i divini profeti queste e migliaia d'altre meraviglie riguardo a lui. Ancor oggi non è venuta meno la tribù di quelli che, da costui, sono chiamati Cristiani."

La sua interpretazione è controversa: dopo aver studiato la materia posso dirti che la maggioranza degli studiosi lo ritiene un passo autentico, ma con delle interpolazioni fatte i seguito.
Frasi come "se pure bisogna chiamarlo uomo" o "Questi era il Cristo" o "egli apparve loro al terzo giorno nuovamente vivo" sono le frasi considerate interpolazioni. Solo un cristiano avrebbe potuto scriverle, non certo Giuseppe Flavio.

Che i codici di Qumran forniscano scarsissime informazioni riguardo il Gesù storico è vero: sono importantissimi però per delineare la setta degli esseni e la vita di alcune comunità cristiane.
Per quanto riguarda la "biblioteca" gnostica trovata a Nag Hammadi invece le interpretazioni sono contrastanti, e l'opinione maggiormente seguita afferma che testi come il vangelo di Tommaso aiutino moltissimo per la ricostruzione della figura di Gesù. Ricordo che la professoressa a lezione ci disse che molti studiosi contemporanei alla scoperta erano contrari all'uso di tali fonti, ma questa posizione pregiudiziale (mica si possono scartare a piacimento le fonti cui fare riferimento) oggi è stata abbandonata. Ovviamente non tutti i codici di Nag Hammadi sono utili ai fini della ricostruzione ma alcuni, come il vangelo di Tommaso, sono considerati importantissimi (a tal proposito c'è, nel libro "l'enigma Gesù" curato da Emanuela Prinzivalli) uno studio di Norelli sul vangelo di Tommaso che ti consiglio di legger, l'ho trovato molto interessante.
[Modificato da ironman1989. 05/07/2010 00:37]


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